Scoperta nuova opera di Lucio Fontana. E` l`unica realizzata davanti

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Scoperta nuova opera di Lucio Fontana. E` l`unica realizzata davanti
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Scoperta nuova opera di Lucio Fontana. E’ l’unica realizzata
davanti a una telecamera
Anna Orlando
Mic he le Cas amo nti c o n l’o p e ra ris c o p e rta d i Luc io Fo ntana
Parigi si prepara ad accogliere la grande retrospettiva su Lucio Fontana, da venerdì 25 aprile al Musée d’Art
Moderne de la Ville. Non poteva trovare occasione migliore Michele Casamonti per presentare nella sua
galleria Tornabuoni Art di Avenue Matignon 16 una grande scoperta, annunciata domenica scorsa sulle
pagine de Il sole 24 Ore.
Non si tratta solo di un Concetto Spaziale di Fontana sconosciuto alla stessa Fondazione, che alcuni mesi
f a ne ha uf f icializzato l’autograf ia. Né va segnalato per l’eccezionalità di una tela dorata e di grandi
dimensioni (211 centimetri in altezza e 140 di base).
“Le jour”, questo il titolo dell’inedito, è un vero e proprio unicum perché è la sola opera nota dell’artista
milanese realizzata davanti a una telecamera. Altro che gli scatti di Ugo Mulas, f antastici, senza dubbio, ma
realizzati in studio con Fontana in posa davanti alla tela, non vere immagini che lo immortalano mentre
realizzati in studio con Fontana in posa davanti alla tela, non vere immagini che lo immortalano mentre
agisce.
Luc io Fo ntana me ntre e s e g ue l’o p e ra ritro vata
In questo caso il gallerista è in grado di esporre il quadro accanto al video, registrato a Bruxelles il 12
novembre 1962, che documenta il momento in cui in soli venti secondi Fontana esegue diciotto f ori a
semicerchio sulla tela dorata preparata per lui dal giovane artista Jef Verheyen (1932-1984). Una vera e
propria performance dalla portata storica.
Il f ilmato, che sarà proiettato anche nelle sale del Musée d’Art Moderne proprio per il suo valore
documentario, dura qualche minuto. Viene registrata, ed è interessantissima per capire il modo di lavorare di
Fontana e il suo rapporto f isico e gestuale con la tela, la f ase di preparazione, con studiate mosse davanti
alla superf icie vergine, prima di agire con velocità per realizzare il semicerchio di f ori.
Alla perfomance segue una breve intervista a Fontana il quale, con semplicità, alternando l’italiano a un
f rancese maccheronico, spiega come nascono in lui i tagli e i f ori.
Nascono prima gli uni o gli altri? Poco importa. Sono sostanzialmente, o meglio, concettualmente, la stessa
cosa. “La dif f erenza è solo di tipo decorativo”, af f erma Fontana, “La questione è sempre la stessa”. E’ una
questione di spazio: “Ho studiato dieci, vent’anni, e poi un giorno ho capito che f orando la tela potevo
creare una nuova dimensione”.
E mentre i critici inizieranno a ripensare a qualche riga di troppo, f orse a qualche lettura f orzata del lavoro
del maestro dello spazialismo, Michele Casamonti invita i più accreditati tra loro, insieme ad alcuni direttori
di musei, a brindare a Parigi alla nuova scoperta, in una preview riservata prima dell’apertura al pubblico di
sabato 26.
“Lucio Fontana. Author d’un chef -d’œuvre
“Lucio Fontana. Author d’un chef -d’œuvre
retrouvé” è la mostra in galleria che
prende spunto dal duplice ritrovamento di
quadro e f ilmato, ed espone una ventina
di “concetti spaziali” dal 1950 al 1968. “Le
jour” spicca per dimensioni, ma è
soprattutto in virtù della sua storia che
merita una destinazione museale.
E’ in vendita? “Si è no”, risponde
Casamonti, “nel senso che vorrei davvero
che f inisse in un museo e f osse visibile a
tutti”. La Tornabuoni può a buon diritto
essere def inita la galleria di rif erimento
per questo artista, visto che ne ha
trattati centinaia e tutt’ora ne possiede
un buon numero. “Ne ho visti nella galleria
di mio padre a Firenze f in da quando ha
aperto, nel 1981, ma quando mi sono
trovato davanti a questa scoperta mi
sono davvero emozionato”, racconta
Casamonti. “Non sapevo nulla del video
belga, né lo sapeva il proprietario che mi
si presentò nel 2004 mentre stavo
smontando lo stand di una f iera. Proprio
l’ultimo giorno, mi venne a trovare per
dirmi che possedeva un grande quadro
dorato di Fontana”.
Dal 2004 a oggi, dopo dieci anni di ricerca
d’archivio, di conf ronto con gli studiosi e
con la Fondazione Fontana che ne
ignorava l’esistenza, il ritrovamento del
Anc o ra Mic he le Cas amo nti d i fianc o al Fo ntana ris c o p e rto
video seguendo la pista dell’archivio
dell’artista belga che aveva invitato
Fontana nel 1962, Jef Verheyen, si è potuto appurare che quell’opera, ef f ettivamente comprata in Belgio dal
padre dell’attuale proprietario una trentina d’anni f a, era la stessa del video.
Così si spiega anche l’anomalia di un telaio a croce, insolito per Fontana, proprio perché poteva intralciare il
disegno del taglio o dei f ori: la tela non era stata portata da Milano, ma preparata da Verheyen per l’illustre
collega sulla quale, come si spiega chiaramente nel video, Fontana di apprestava a intervenire. Per pochi
secondi. Che ora sono storia.
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Luc io Fo ntana, “Le J o ur”, 1962, huile e t p e rfo ratio ns s ur to ile , 211 x 140
cm