“L`Alpone” di Dicembre 2016 in formato PDF

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“L`Alpone” di Dicembre 2016 in formato PDF
La redazione del giornale porge ai lettori tanti auguri di Buone Feste!
l ’alpone
Autorizz. del Tribunale di Verona del 3 Luglio 1986 - R:S: 705 - Sped. in abbonamento Post. - 45 % art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Verona da Verona C.M.P. - 50 % - Trimestrale di informazione e cultura - Anno 31 - N. 4 - DICEMBRE 2016 - Recapito a cura dell’ Ente Poste Italiane
www.ilarione.it
Saluto
del Presidente
Il 2016 è ormai in dirittura d’arrivo e lo
stiamo mandando in soffitta: ci aspettano infatti le attività, ormai consolidate,
degli ultimi giorni dell’anno, che spesso
accompagnano quelle delle parrocchie
e quelle ben più “leggere” dei festeggiamenti intorno a capodanno. L’Alpone
con i suoi 30 anni suonati sta diventando grande senza, speriamo, dare segni
di invecchiamento: in questo numero
vengono riportate esperienze di giovani
che si sono dati da fare in campi diversissimi del sociale e del lavoro, senza
dimenticare coloro che, più attempati,
hanno ancora tante cose da raccontare
della loro vita. In questo miscuglio di
anzianità e di gioventù sta forse la giusta misura per affrontare bene il futuro
che ci aspetta, consci che possiamo tutti, L’Alpone per primo, migliorare. Un
caloroso augurio di Buone Feste, quindi, a tutti voi da parte della Pro Loco
e della redazione del nostro giornale,
nella speranza che il 2017 sia migliore
dell’anno che sta per finire!
Anno 31 Nr. 4
Pro Loco | San Giovanni Ilarione
Dicembre 2016
VALENTINA ROCCA E I SUOI 4.500 CHILOMETRI
IN BICICLETTA: UN INNO ALLA VITA!
A Santiago de Compostela e ritorno con la maglia dell’AIDO addosso,
in nome del fratello Omar, scomparso nel 2004
lanciare. Ce l'ha avuto scritto sulla maglia
lungo tutti i suoi 4500 chilometri, perché
la maglia era quella col logo dell'Aido,
l'associazione dei donatori di organi. Valentina ci ha sempre creduto nella donazione e ha continuato a crederci anche
quando, nel 2004, il midollo che aveva
donato ad Omar, uno dei suoi fratelli, non
era riuscito a salvargli la vita. Valentina
ha deciso di far vivere ad Omar ogni sua
avventura, e così ha appiccicato sul manubrio della bici la foto del fratello: è stato
così soprattutto stavolta, perché il suo
viaggio è stato anche quello di Omar. Ad
attenderle, sotto il cartello che annuncia
l'ingresso a San Giovanni Ilarione, lunedì
pomeriggio c'era una piccola folla, in primis Sonia Biondaro, presidente dell'Aido
ilarionese, e Antonio Grassi, presidente
dell'Aido provinciale di Verona. Merito
delle due ragazze che per tutto il cammino,
grazie alla forza dei social, hanno condiviso con centinaia di amici il loro diario di
viaggio. «Donare è la cosa che nella vita ti
dà di più: non si tratta solo di organi, come
dice la maglia che ho indossato in questo
viaggio, ma anche delle piccole cose»: è
stato questo il souvenir di Valentina. La
presidente Biondaro non ha trattenuto le
lacrime, nell'abbracciare le ragazze: «Sono
stata spettatrice di una cosa grande».
Paola Dalli Cani
(tratto da “L’Arena”
del 18 novembre 2016)
Il Presidente Pro Loco
Franco Cavazzola
A tutti i lettori
auguri di
Buon Natale
e Felice anno nuovo!
La Pro Loco
di San Giovanni Ilarione
«Donare è la cosa che nella vita ti dà di
più»: ne era convinta alla partenza, ma
dopo 41 tappe in sella alla sua bici e 4500
chilometri da San Giovanni Ilarione a Santiago de Compostela (e ritorno), Valentina
Rocca ora ne è oltremodo certa. Ed è certa
che questo viaggio sia stato l'occasione
per conoscere davvero se stessa, far pace
con le sue fragilità e scoprire la sua forza.
Come lei ne è convinta Federica Piccoli,
che ha accompagnato Valentina all'andata,
è rientrata a Colognola ai Colli e poi l'ha
ripresa a Barcellona per pedalare assieme
fino in Val d'Alpone. Sono arrivate a San
Giovanni Ilarione lunedì 14 novembre, nel
pomeriggio, due delle tre protagoniste del
viaggio iniziato il 26 ottobre e che, per un
buon tratto di andata, è stato anche quello
di Dimitri Avesani, rientrato a Sant'Anna
d'Alfaedo in aereo. Il motore di questa
avventura personale e collettiva al tempo
stesso, di questo viaggio che è stato sport
ma anche introspezione, è stata lei, Valentina: aveva tempo, quello lasciato libero
dalla cassa integrazione, aveva energia,
preparazione (come Federica e Dimitri è
un'atleta del Team Todesco di Rivoli Veronese) e soprattutto un messaggio da
“L’Alpone” osservato speciale su “L’Arena”
In nome di Alessandro Pandian, fondatore
del quotidiano veronese
L’Arena, in giornale di Verona che ha festeggiato i suoi 150 anni di
vita, si è occupato del
nostro giornale, dedicando a L’Alpone un
ampio articolo a firma di
Paola Dalli Cani, attenta
osservatrice della realtà
della nostra vallata e
non raramente collaboratrice preziosa anche
del nostro trimestrale.
Il tutto corredato da una
significativa immagine
in cui la nostra redazione al completo, guidata
dal direttore Delio Vicentini, posa “a pagine
spiegate” nella piazza
antistante la chiesa.
NATALE 2016
È questione di memoria: necessaria e all’apparenza ingombrante. Come nella posta elettronica. Si accumulano troppe
cose! Allora si clicca il tasto “cancel”. Anche se la informazioni
da qualche parte della rete si conservano per essere utilizzate.
[continua a pag. 4]
1
MASSIMO BEVILACQUA
Riceviamo e pubblichiamo questa toccante lettera che Federico Gallo ha scritto in occasione della scomparsa della madre
"BACI dai SABBADORI"
Lettera a Terry – 27 Settembre 2016
2
na. Si possiede pure una baita sul monte,
per il ricovero delle mucche, ove si allevano
polli, il bestiame può pascolare. E’ troppo
giovane per la guerra, che imperversa in
Europa e anche in paese si cominciano a
vedere gli effetti, specialmente dopo l’8
settembre, seminando morte e distruzioni,
ma non può sfuggire al lavoro coatto della
TODT sotto i Tedeschi, a scavare gallerie
e trincee sul Montemagro e dai Tessari.
Questi ultimi erano severissimi, pagavano,
ma erano molto pericolosi. Le camice nere
poi approfittavano della situazione, con
spoliazioni, minacce, percosse, ma in qualche occasione anche i partigiani non erano
da meno. C’è la tessera per il pane e i generi di prima necessità. Si nasconde allora
parte del frumento trebbiato, si A turno,
di nascosto, vengono macellati animali e
si vendono a pezzi, si ricorre ai vari sotterfugi per poter sopravvivere. Baci e altre
famiglie della zona fanno la propria resistenza, una resistenza passiva che porta a
mettere in pericolo la propria vita: infatti
a turno ogni sera si porta da mangiare sul
monte a tre inglesi fuggiti dal campo di
concentramento dei Lauri a Montecchia e
ricercati dai Tedeschi e fascisti. Una volta
un Tedesco insospettito vuole controllare.
Per fortuna tutto va bene. I tre inglesi, a
fine guerra, rientrano in patria e uno di
essi, di nome Silvio, si ricorderà del bene
ricevuto, tornerà a trovare i benefattori,
portando anche del denaro. L’Italia è uscita sconfitta e distrutta, non c’è possibilità di lavorare ed allora anche Baci prende
la via dell’emigrazione in Francia, nel 1947.
Qui lavora in un’azienda agricola,
avena,segala,frumento,
coltura a rotazione. Si
fatica e si suda dalla
mattina alla sera. Il padrone per i primi anni
provvede al vitto, poi ongnuno si deve arrangiare. Baci è molto
esigente sul mangiare,
soprattutto in fatto di
pulizia ed igiene. Preferisce il pane, il burro, la
cioccolata e non riesce
ad affrontare un alimento cotto in una pentola non perfettamente
pulita. Lavora 8 anni da
un padrone e 5 anni da
un altro, spedisce i soldi
a casa e si impadronisce bene della lingua
francese. Anche adesso,
infatti, legge correttamente i giornali francesi.
Le ragazze francesi, al
tempo più evolute e
disinibite di quelle italiane, sono una continua tentazione, tuttavia non ha mai pensato seriamente a
formarsi una famiglia, perché non ha mai
trovato una ragazza che lo soddisfacesse
appieno in fatto di serietà, onestà e rettitudine. Non ammette le mezze misure,
il nostro Baci. Si è sempre comportato in
maniera ineccepibile e non accetta situazioni diverse. Il fratello e le sorelle intanto
si sposano, alcune in Piemonte, una in
Francia,una a Tregnago. Gli anni passano,
ma il nostro protagonista non si muove
dalla sua casa ai Sabbadori, continua il lavoro nei campi, segue gli animali, guida il
trattore, la macchina e frequenta la parrocchia. Non manca mai alle funzioni e
alle fiere. E’ un po’ un lupo solitario che
non viene mai a compromessi con le proprie idee e la propria coscienza. Da circa
un anno si appoggia ad una badante
ukraina, la Signora Lucia, che lo segue,
lo accudisce nelle sue necessità. Vanno
molto d’accordo e a detta sua Baci è un
tipo molto buono, tranquillo e che non si
lamenta mai. E’ bello vederli insieme nella
tiepida casa , ove regna l’ordine e la pulizia,
un bel quadretto familiare.
Azzardiamo una domanda sulla politica.
“E’ uno spettacolo assolutamente desolante, dove manca assolutamente l’onestà,
l’impegno e la coerenza” è la risposta precisa di Baci e bisogna ammettere che ha le
idee molto chiare in materia e mancanza
di peli sulla lingua. Nel salutarlo lo ringraziamo per l’accoglienza e gli auguriamo
ogni bene, a corollario della sua lunga ed
intensa vita ricca di impegno, di lavoro e
di valori.
Gianni Sartori
Cara mamma ero indeciso se scrivere
queste righe per poi poterle leggere alle
persone che oggi sono qui a salutarti; non
ero sicuro di riuscire a trattenere le lacrime… Ma volevo poter raccontare di te
a chi ti conosce poco o conosce solo una
parte di quello che eri, di quello che sei…
Così ho chiesto che queste parole le leggesse una cara amica al posto mio… Eri
giovane e già lavoravi, eri giovane e ti sei
innamorata…e con quel grande uomo che
è papà hai deciso di condividere una vita,
lavoro, progetti, figli, tutto.
Molte sfortune superate insieme, sempre avanti, con onestà e uniti sempre per
mano… Non solo sfortune, anche molte
gioie…Due figli che vi hanno dato da fare
ma che vi hanno sempre amato tanto, un
terzo figlio che ha deciso di lasciarci subito
ma che noi abbiamo sempre ricordato…
Sei stata una donna speciale, una moglie
forte e dolce, capace di tenere sempre unita
la famiglia, portando serenità e il tuo sorriso… Sempre!!! Non ti lamentavi mai, un
aiuto a chiunque te lo chiedeva, amica di
tutti. Ci hai insegnato che si deve prendere
la vita così come viene, che bisogna rispettare tutti, che si deve credere nei valori e
negli affetti. Hai scelto il tuo compagno ed
è stato il tuo uomo per tutta la vita, eri fiera
di dirlo… E lo amavi nei suoi pregi e difetti.
Tutta la vita io ho visto la dolcezza tra di
voi, la serietà nel lavoro e l’amore per me
e Patrizia. Non vedevo l’ora di sapervi entrambi in pensione a godervi la casa, il
tempo libero, il nipote che adorate
e la serenità di una bella vecchiaia assieme… E invece c’era lei, questa terribile
malattia che ti ha rubato muscoli ed elasticità ma che non è riuscita a portarti via
l’ottimismo e la forza di andare avanti.
Eri sempre serena, gentile e preoccupata
per noi, per tutti prima che per te stessa…
Ti bastava un caffè da bere insieme, stavi
seduta a fare le parole crociate (che completavi leggendo le soluzioni nell’ultima
pagina), giocavi a carte con papà. Poche
cose che ti facevano stare bene, e soppor-
tare il dolore. Facevi le scale a fatica, ma
volentieri per poter cenare davanti casa
con Maria e Luciano, o per una chiacchierata con i vicini e gli amici che passavano a
trovarti. Ascoltavi tutti e davi un consiglio
a chi ne aveva bisogno. Era bello poter
stare vicino a te, ti facevo una carezza e i
tuoi occhi si illuminavano… Chi ti ha conosciuto non ricorda che la tua dolce semplicità. L’ultimo giorno l’abbiamo trascorso assieme, in ospedale ti vedevo stanca e
spesso assente durante quelle lunghe ore.
Il dolore si faceva sempre più forte, il tuo
sguardo due volte mi ha cercato e hai detto: “Fede, non ce la faccio più…” Dio, in cui
hai sempre creduto e che hai pregato ha di
sicuro visto che non potevi più restare qui a
soffrire, che era ora di portarti finalmente
a far sorridere gli angeli raccontando le tue
famose barzellette… A me, a tutti noi che ti
abbiamo voluto bene resta il ricordo di ciò
che hai lasciato…Tutto il tuo affetto!
Si vede oggi, siamo in tanti qui ad accompagnarti in questo giorno triste ma sereno… Grazie mamma… E grazie da parte
di Paolo, Patrizia, Federico e di tutta la
famiglia a voi, grazie per i numerosi messaggi e le parole dolci che avete mandato…
Ciao Terry, splendida moglie, mamma,
cognata, zia, nonna e amica di tutti noi.
Federico
Scuola Primaria "A. Stefani"
DUE NONNI A SCUOLA
Sono tornati tra i banchi di scuola: non
da studenti , ma come maestri degli alunni
delle classi terze A e B della Scuola Primaria "A. Stefani".
L’incontro , organizzato dalle insegnanti
in collaborazione con l’Associazione ANTEAS di S.Giovanni Ilarione, si è svolto
martedì 18 ottobre con lo scopo di far conoscere agli alunni una storia che sembra
tanto lontana, ma che riguarda invece un
passato vicino: quello di circa 70-80 anni
fa. I due simpatici nonni, Rita Corradini
DODICIRIGHE
Sabbadori, una contrà posta a Sud-Ovest
del paese che può sembrare una piccola
frazione, con tante case, tante attività,
tante storie da raccontare. I campi abbondano di vigne, ciliegi, olivi, tutto quello che
serve per dare l’immagine del benessere e
dell’abbondanza.
All’ombra di una di queste case, quasi
in forma anonima perché non vuole essere assolutamente un protagonista, vive
Massimo Bevilacqua, una figura minuta,
sorridente, dallo sguardo energico ed intelligente e dalle idee molto chiare e determinate. Ci accoglie in casa assieme alla
badante ukraina Lucia, una casa tiepida
e che contrasta con la nebbia al di fuori.
Esprime subito la sua contentezza che
qualcuno si sia ricordato di “metterlo sul
giornale” e si inizia allora una conversazione impegnata, alla quale non si sottrae,
dando un contributo importante per descrivere la vita e la storia del paese negli
ultimi ottant’anni .
E’ figlio di Francesco e di Isolina Danese,
originaria da Montecchia. Papà Francesco è un contadino che ha del proprio,
ma nella sua giovinezza deve subito scoprire la bruttezza della guerra, la Ia guerra
mondiale. Arruolato nella fanteria, non
partecipa alle battaglie sul Carso, sul Piave
o sul Monte Grappa, viene invece inviato
con la sua divisione sul suolo francese,
nell’ambito degli aiuti reciproci interalleati , partecipa alla battaglia di Bligny, ove gli
Italiani, lasciando sul suolo più di novemila morti, contribuiscono in maniera determinante a bloccare l’avanzata dei Tedeschi.
Rientrato a casa, torna a coltivare i campi,
scava la terra rossa ai
Vandini, dalla ditta Paterno, a cui poi subentra
la ditta Domenico Sartori (Menego Cinciolo).
Francesco adocchia una
ragazza di Montecchia,
Isolina Danese, appunto, e la porta all’altare
nel 1925 E’ una famiglia
dove non manca il
necessario,quando
si
sposa in casa c’è pure
la domestica, la fame è
un’illustre sconosciuta.
Lavorando si va avanti
e per la nuova famigliola si prospetta un
roseo avvenire, anche
perché il 04 gennaio
1928 viene alla luce il
primogenito, chiamato
Massimo,rinnovando
così il nonno paterno
.Per non confondere
nonno e nipote, al piccolino viene affibbiato il
soprannome di “Baci…”
e questo appellativo se lo porterà per
tutta la vita, ma l’interessato non si offende, anzi ne è orgoglioso. Dopo di lui
arrivano a popolare la famiglia nell’ordine
Sabrina,Caterina,Luigia, Eugenio, Ida,
Adele e Graziella, una vera tribù alla quale
bisogna garantire una vita dignitosa e
un’educazione cristiana. Il capo famiglia
deve combattere un’altra guerra quotidiana per garantire il pane e un vestito a tutti.
Non si scoraggia e va avanti , con grande
fiducia nell’avvenire. Per il piccolo “Baci”
(e così , senza offesa, lo chiameremo anche
noi), l’asilo rimane un sogno , il suo primo
campo di azione è costituito dagli animali
da seguire, dalla galline, dalla natura circostante come prima maestra diretta. A
piedi, come tutti in quel tempo, si porta a
San Giovanni ogni mattina per le scuole elementari e frequenta le cinque classi senza
alcun tentennamento, con passione. Il suo
maestro è Angelo Dignani, un tipo severo,
serio, che non ammette disimpegno o
deroghe. In questo modo il nostro protagonista si forma nel carattere. Si parte dalle
“aste” per arrivare a risolvere i problemi di
aritmetica, si impara la storia e la lingua
italiana . E’ bravo a scuola e il maestro
concorda sulle sue capacità, proponendogli di continuare gli studi. Purtroppo il suo
sogno non può realizzarsi, è il maggiore in
famiglia, nei pomeriggi liberi da scuola
deve aiutare il papà nei piccoli lavori, ad
arare i campi “ parando i bo’…”, guidando cioè i buoi, mentre papà sta all’aratro,
nella semina e nella mietitura, nella stalla
e al pascolo. Il lavoro del contadino non lo
spaventa, ormai è cresciuto e non ha paura
di niente. Vigne,ciliegi, olivi, grano, stalla
sono il suo campo d’azione e non trascura
nulla , con una meticolosità quasi certosi-
e Gino Zanderigo, hanno raccontato in
modo chiaro e preciso com’ era la loro
vita quando erano bambini: a scuola, in
famiglia, in paese,… Gli alunni sono rimasti sorpresi nello scoprire quanto era semplice e difficile la vita di allora, priva di comodità, ma ricca di esperienze a contatto
con la natura e di relazioni tra le persone.
Un grazie speciale ai nonni Rita e Gino
per la loro disponibilità e all’Ass.Anteas
per la collaborazione.
Alunni e Insegnanti
Che comune, San Giovanni Ilarione! Ma dove lo trovi un paese dove da secoli
gli abitanti fanno fatica ad andare d’accordo fra di loro, che all’improvviso vuole
mettersi insieme ad un altro comune?! Un paese in cui i campanilismi riemergono appena cambia il vento e che non riesce a far maturare (in campo religioso) un’unità pastorale prevista da anni, il quale pensa invece di allearsi, addirittura di fondersi con un comune che non è proprio dietro l’angolo. Diciamo la
verità: siamo proprio complicati! Non sarebbe più semplice chiamare a raccolta
tutti i comuni che stanno attorno e tentare di unirsi fra vicini? Sicuramente ci
avranno pensato ma, si sa, quando c’è di mezzo la politica ciò che è semplice
diventa complicato e viceversa. Come andrà a finire non si sa e non saranno
certo queste dodici righe a dire chi ha ragione e chi no, ma almeno tentiamo di
sdrammatizzare il tutto. Come? Ridendoci un po’ su con una proposta drastica
ma definitiva: perché non proviamo a spianare la Calvarina? Tutto diventerebbe
più semplice, saremmo tutti più vicini e chissà che anche al terzo comune, che
sta lì in mezzo, non venga la voglia di aggregarsi al gruppo. Che ne dite, siamo
proprio “fusi”, eh?
D.B.
TRENT’ANNI DI AIDO A SAN GIOVANNI ILARIONE
Un traguardo importante per la sezione locale
dei donatori di organi
Una grande festa per il gruppo A.I.D.O.,
da poco rinnovato ma subito attivo, per
i trent’anni di attività che ha messo in
mostra l’impegno e la passione del volontariato del nostro paese.
Grazie al desiderio e all’intraprendenza di
un gruppo di persone desiderose di fare
volontariato e di dare voce all’associazione
AIDO, convinte che sensibilizzare le persone alla donazione di organi possa dare
la possibilità a tutti di poter fare qualcosa
di buono, il 18 dicembre 1986 venne costituito il nostro gruppo comunale AIDOSan Giovanni Ilarione, che vedeva come
presidente Rodolfo Creasi, segretario Lorenzo Galiotto, vicepresidente Giuseppe
Panarotto ed amministratore Mirella Orbara. A queste persone va il merito della
fondazione del gruppo. Da quel momento
in poi il numero degli aderenti aumentò
sempre più, a dimostrazione che in paese
l’impegno nel sociale e nel volontariato
coinvolge ancor oggi molti ilarionesi, soprattutto nell’ambito della donazione.
Sono passati 30 anni da quel dicembre
dell’‘86 ed è toccato a noi avere l’onore di
festeggiare questo importante traguardo,
infatti a giugno di quest’anno è stato eletto il direttivo attuale, costituito da Sonia
Biondaro (presidente), Mirko Zandonà
(vicepresidente vicario), Simone Confente
(vicepresidente), Valentina Dusi (segretario) e Lino Zambon (amministratore).
Siamo un gruppo molto giovane ma pieno
di entusiasmo, attivo ed intenzionato a
portare avanti gli obbiettivi dati dai nostri
predecessori.
Il 16 ottobre abbiamo festeggiato il trentesimo anniversario nella parrocchia di
San Giovanni Battista, a Castello, per
ringraziare le numerose persone associate con noi che da anni collaborano e ga-
rantiscono il loro appoggio alla nostra
grande (ci piace chiamarla così) “famiglia”.
L’emozione che ci ha accompagnati quel
giorno era grande, non solo per la presenza
della presidente regionale Bertilla Troietto
e del presidente provinciale Antonio Grassi, ma per l’affetto che tutta la comunità ci
ha dimostrato. La giornata è iniziata con
il ritrovo nella piazza Caduti e Dispersi
in Russia a Castello da dove, dopo aver
dato omaggio con la deposizione dei fiori
al monumento per la Pace, siamo partiti
con il corteo accompagnato dalla banda
Giuseppe Verdi di San Giovanni Ilarione
e Montecchia di Crosara per arrivare alla
chiesa, dove Don Domenico ha celebrato
la S. Messa. Dopo la cerimonia abbiamo
voluto premiare con una pergamena in
segno di ringraziamento, quattro coppie
per noi preziose per l’aiuto che hanno offerto al gruppo: Gabriella Micheletto con
Giovanni Galiotto, Annamaria Pozza con
Mario Beltrame, Ginevra Marchetto con
Giuseppe Andriolo e Patrizia Zanchi con
Flavio Marcazzan. A seguire c’è stato un
breve incontro informativo, nel corso del
quale i presidenti hanno parlato del nostro gruppo e dell’associazione AIDO. Era
presente anche Antonella Pegoraro, una
donna trapiantata che ci ha raccontato la
sua esperienza. Una grossa sorpresa ce l’ha
fatta Flavia Petrin presidente nazionale di
AIDO, inviandoci una lettera con la quale
ci incoraggia a stare uniti e ad andare
avanti per promuovere la donazione di organi. La giornata si è conclusa con il pranzo sociale presso il ristorante Suan.
Colgo l’occasione per ringraziare, a nome
mio e di tutto il gruppo, le autorità presenti quel giorno e tutta la comunità che ci
sostiene sempre.
Sonia Biondaro
Sagra delle Castagne
TRA MARONI E IL BUON “TORBOLIN”
Anche quest’anno si è svolta la tradizionale Sagra delle Castagne, arrivata all’ottantunesimo
compleanno, tra divertimento, chiacchiere e il buon gusto dei prodotti locali.
Diventa sempre più difficile investire su questa manifestazione, quando i contributi per
la sagra sono sempre più problematici da reperire, ma investire sul territorio è molto
ormai un fatto irrinunciabile, soprattutto quando si tratta del proprio paese. Malgrado le
molte difficoltà a cui far fronte, la manifestazione è stata apprezzata grazie all’impegno
dei numerosi volontari che hanno collaborato perché tutto andasse a buon fine. Da
ricordare in modo particolare la domenica pomeriggio, quando è stato premiato il presidente Franco Cavazzola della nostra Pro Loco, che con questa sagra inizia il suo decimo
anno da presidente, un traguardo importante ed esemplare per tutte le associazioni. Il
ringraziamento è inoltre d’obbligo verso tutti coloro che hanno sostenuto e partecipato
alla manifestazione, in modo particolare ai gruppi e alle associazioni che ogni anno sono
presenti e attivi nelle varie iniziative che hanno reso ancor più prestigiosa la nostra Sagra
delle Castagne!
QUANDO LO SPORT DIVENTA PROFESSIONE
Intervista a Dario Panarotto, dal hobby del fitness alla professione di formatore e personal trainer
Una figura che merita di essere segnalata
sul nostro trimestrale è Dario Panarotto,
trentatreenne nato a San Giovanni Ilarione
e oggi presente sui social network delle
principali pagine di sport.
Tutto è partito nel 1997 con una semplice
collaborazione presso l’allora palestra “Athena 2000”, collocata in
zona Industriale di San Giovanni
Ilarione, che gli aprì le porte alla
conoscenza del benessere dato dal
fitness sportivo. Dario aveva solo 14
anni, ma già allora la volontà di affrontare il tema dello sport si manifesta in maniera intensa. Ben presto
la passione diventa un lavoro. Nel
2001 prende il Diploma di Istruttore di Fitness, poi nel 2003 lavora
presso la palestra di Montebello e
dal 2004 ad Arzignano, in una delle
palestre più conosciute, “Sporting
Life”, dove con impegno e studio si
qualifica Personal Trainer.
Ma è ancora la passione a condurlo,
negli ultimi anni, a cambiare pensiero sul fitness, passando dalla classica
palestra composta di strumenti e attrezzi a libero professionista “Freelance”, portando lo sport a domicilio. Infatti dal 2014 la sua professione
è quella di seguire i propri clienti
(anche se a lui non piace chiamarli
così) direttamente nelle loro case,
offrendo una gamma di attività con
particolari attrezzi (kettlebells), per
la fascia d’età dai 17 ai 76 anni, con
l’obiettivo ben chiaro di raggiungere
un risultato soddisfacente senza per-
dere troppo tempo.
La maggior parte delle persone chiedono
di perdere peso, molti ragazzi invece chiedono di allenarsi per la muscolatura, chi
infine per fare una semplice attività fisica
per il benessere del corpo. L’impegno di
Dario è quello di studiare attentamente
il proprio frequentatore, iniziando con
un’attenta analisi antropometrica, preparando un piano di lavoro con obiettivi
ravvicinati, in cui l’attività intensa si armonizza con un piano alimentare sano e
corretto.
La filosofia che lo sostiene si basa su pochi
ma importanti elementi, con cui i clienti
migliorano la propria attività: avere obbiettivi chiari e concreti, eliminare le
scuse, circondarsi di persone positive e di
abitudini sane, allenarsi intensamente.
Gli “strumenti di lavoro” per l’attività fisica vengono portati da Dario, si stila un
progetto riguardante l’attività fisica, che
sarà attuato inizialmente nelle palestre
tradizionali. “Sta di fatto” racconta Dario
“che il futuro dello sport del fitness sarà
senza l’ausilio delle macchine che si trovano nelle attuarli palestre, e si spingerà
sempre più nello sport a corpo libero con
semplici strumenti”.
Il livello di studio e di preparazione ha
condotto Dario Panarotto ad acquisire
diversi titoli in Italia e all’estero, oggi è
anche formatore per una delle Federazioni
più importanti del settore, “FISPAL” oltre
ad essere consulente tecnico per la ven-
dita di attrezzature sportive sul territorio
italiano con “Fitness Profile”. Molti sono
gli appuntamenti fissi a cui partecipa ogni
anno, “IHRSA”, la più grande fiera a livello
mondiale; a marzo “Funzioni in azioni”;
ad aprile “FIBO” la fiera europea e, nella
prima settimana di giugno, la grande manifestazione dello sport, “Rimini Wellness”.
“Non dimentico San Giovanni Ilarione,
me lo porto sempre nel cuore”, così dice
Dario, “soprattutto le persone e i quei
luoghi dove andavo in vacanza d’estate dai
nonni, sul Monte Magro. Sorrido se penso
a mia mamma che, ogni volta che le racconto cosa faccio o cosa sono diventato, mi
risponde sempre nella stessa maniera: “Sta
tranquillo che te si nessuno”, facendomi
così ricordare che l’umiltà è la prima arma
della propria carriera”.
Un pensiero va ai giovani, ai quali vorrebbe dire di aver imparato molte cose dalla
propria esperienza, e che malgrado le moltissime porte chiuse in faccia, l’importante
è ricordare che la tenacia insegnata dai
nonni e l’umiltà appresa dai genitori sono
il connubio perfetto per trovare un equilibrio e la strada del tuo lavoro.
Oggi il suo futuro è orientato verso un nuovo campo di studio, l’anti-aging (antinvecchiamento), soprattutto riguardo alla prevenzione per la fascia d’età cosiddetta di
quarto livello, cioè dopo la terza età, in un
settore ancora tutto da esplorare ma sempre più richiesto dal mercato di settore.
Lorenzo Gecchele
3
San Giovanni Ilarione
e Vestenanova
In
tiepida giornata di fine estate e
più una
precisamente la seconda domenica
di settembre, i molti donatori e simpatizzanti presenti hanno fatto da corolla alla
oramai tradizionale Festa del Donatore.
La nostra Avis Comunale comprende i due
Comuni di San Giovanni Ilarione e Vestenanova. Quindi, nel segno dell’alternanza,
quest’anno si è svolta a San Giovanni Ilarione.
Con la gradita presenza del Sindaco di
San Giovanni Ilarione Ellen Cavazza, del
Sindaco di Vestenanova Edo Dalla Verde,
del Presidente dell’Avis Provinciale Alessandro Vialli, e del Presidente Provinciale
dell’ADMOR Giovanni Cacciatori; I Donatori, le autorità, le Avis comunali ospiti
e amici sostenitori, dopo aver usufruito del
lauto rinfresco preparato dal Gruppo Alpini e deposto un omaggio floreale al monumento al Donatore, preceduti dalla Banda
Musicale di Gambellara, si sono avviati
poi verso la chiesa, non senza aver prima
sostato presso il Monumento ai Caduti per
un pensiero a chi ha dato la vita per la patria e ai i Donatori che non ci sono più.
Quest’anno si è voluto porre l’accento sul
fatto che diventare Donatori di sangue
è anche un percorso culturale verso
l’educazione ad un sano e corretto stile di
vita. Chi dona il sangue migliora anche
la qualità della propria esistenza. Prima
di tutto perché è nozione comune che la
donanzione induce a una disciplina nei
controlli sanitari e nell’igiene della vita,
ma anche perché è un gesto che fa “sentire
migliori” e accresce l’autostima.
Il progresso scientifico, che aumenta in
modo notevole l’attesa di vita anche in
presenza di patologie gravi, richiede una
quantità sempre maggiore di sangue. Ecco
quindi la necessità del reperimento di nuovi donatori, per sostituire chi lascia, ma soprattutto per aumentarne il loro numero.
Qualche mese fa si è verificato quel terribile
terremoto nell’Italia centrale. “Quando ac-
[continuazione articolo "Natale 2016"]
cadono eventi come questi – ha dichiarato
il Presidente di AVIS Nazionale, Vincenzo
Saturni - la spinta emotiva a donare subito
è fortissima, ma non bisogna dimenticare
che la necessità di sangue ed emoderivati
continua anche nei giorni e nei mesi successivi e che ogni giorno in Italia vengono
fatte 8.600 trasfusioni”.
Rinnovo quindi l’invito a tutti i Donatori
di essere attenti alla scadenza e recarsi a
compiere il proprio gesto di altruismo e a
quelli che non lo sono ancora, ma soprattutto ai giovani, ad entrate nell’Avis e li esorto ad avere coraggio e sprigionare
quella che rappresenta la linfa vitale del
volontariato.
In vista del rinnovo del Consiglio Direttivo
che ci sarà con la prossima Assemblea dei
Soci del prossimo 11 febbraio, mi rivolgo
a tutti i Donatori ma in particolar modo
ai giovani, per dire loro quanto ci si sente
fieri e orgogliosi dopo aver donato una
parte di se a delle persone che in questo
momento ne hanno bisogno. L’energia e
l’attrazione che voi riuscite a trasmettere
ai vostri coetanei è molto più efficace di
quella che possono infondere i soliti volti dell’Associazione. Inoltre, entrare nel
Consiglio Direttivo, è un modo per stare
insieme per costruire qualcosa di importante nella nostra società, ponendo le proprie capacità e un po’ del proprio tempo
al servizio della collettività facendo del
bene a se stessi e agli altri, anche divertendosi portando l’energia e la vitalità che vi
contraddistingue, contribuendo così, con
nuove idee, programmi e strategie a dare
nuovo impulso all’Associazione.
Al termine della Santa Messa celebrata da
don Maurizio e con la partecipazione del
Coro Parrocchiale che l’ha resa ancora più
solenne, hanno avuto luogo le premiazioni
per i Donatori Benemeriti.
Poi, come da buona usanza, la festa si è
conclusa con il pranzo sociale presso il Ristorante Zoccante.
Ecco i donatori premiati:
Distintivo in rame per 8 donazioni
Agresti Aldo
Agresti Sara
Andriolo Walter
Anselmi Panato Nadia I.
Belgi Annalisa
Beschin Nicola
Bevilacqua Michele
Camponogara Valentino
Carradore Adriano
Confente Nicola
Cristofari Ilaria
Dusi Flaviano
Dusi Valentina
Dusi Veronica
Fattori Alessandra
Filipozzi Massimiliano
Gaiga Damiano
Lupatini Paola
Mainente Adamo
Maporti Elia
Distintivo in argento per 16 donazioni
Baldo LucaFochesato Rudi
Ciman Dario
Galiotto Nicola
Confente Vincenzo C.
Gambaretto Giovanni
Dal Dosso Antonella
Lovato Vittorio
Dalla Benetta Francesco Mella Innocenza
Marcazzan Erica
Marcazzan Flavio
Marcazzan Giorgia
Marcazzan Mattia
Marchetto Laura
Marchetto Massimo
Martinelli Martina
Menghin Enrico
Panarotto Adriano
Policante Nicola
Righetto Anna Maria
Rossetto Chiara
Sartori Anna
Sartori Daniela
Soprana Debora
Zandonà Nicola
Zordan Ferruccio Santo
Monchelato Alessio Vandin Mirko
Munaretti Elena
Zandonà Valentina
Pressi Manuel
Rivato Fabio
Vandin Fabio
La nostra memoria, quella reale, ci serve
ancora di più. Senza di essa manca un ordine al presente, non c’è più quella luce per
capirne quello che succede. Usiamo allora
un poca di memoria: alziamo lo sguardo
dal solo presente e partiamo pure da lontano.
Ci facciamo aiutare dalla Bibbia, dove non
è mai stato cancellato nulla, neanche le
parti più brutte. Fra le prime pagine c’è
Abramo errante, che si sposta da una regione ad un’altra. Non se ne sa il motivo
pratico. È il Signore che lo invita ad andare:
“Esci dalla tua terra!”. Più avanti è Giacobbe a spostarsi, sospinto da una carestia, in
Egitto. Proprio in questo paese sarà Gesù
a scappare dal tiranno Erode. La Natività
del Salvatore è anche questo: fuggire via.
Il vento che porta da un paese ad un altro, da una sponda all’altra del mare soffia da sempre, tormentando l’umanità. È
soffiato per noi ed ora sulle nostre giovani
generazioni. Ha coinvolto anche la Santa
Famiglia. Fare Natale davanti al Presepe è
commuoversi perché Gesù “che è del mondo il Creatore, per Lui non ci sono panni
e fuoco. Quanta povertà! Più m’innamora,
giacché ti fece amor povero ancora”, come
recita la più struggente melodia natalizia,
“Tu scendi dalle stelle” di S. Alfonso Maria
de Liguori. La povertà del Bambino Gesù
ci innamora ogni volta. E ci porta a commuoverci anche per chi è povero ed è fuggiasco, ai nostri giorni, come Lui.
È Gesù che non ha voluto prendere le distanze dagli sventurati che in ogni epoca si
ripresentano da luoghi e con volti diversi.
Non possiamo cancellare dalla storia
dell’umanità drammi e travagli che purtroppo di epoca in epoca si ripresentano.
Gesù è nato in povertà perché non voltiamo lo sguardo da un’altra parte e perché
non cancelliamo dal cuore quello che Egli
vi ha seminato: l’amore, come Lui ci ha insegnato, verso ogni prossimo.
Don Maurizio
CENTRO AIUTO VITA
Esperienze di vita
È vero, ho 44 anni. Non 20 o 30, sono 44. Ma non sono poi così vecchio!
Sono sano, forte. Posso dare ancora tanto, in tanti modi… Ma a chi? Come? Nessuno
mi vuole.
Cresciuto in una famiglia normale, ho studiato e ho trovato un lavoro. Anche un buon
lavoro. Ero felice e avevo fiducia nella vita. Mi sentivo arrivato quando ho incontrato
Anna e il suo dolce sorriso. Arrivato? Fortunato! E poi Serena e Luca. Avevo tutto.
Poi qualcuno, all'improvviso, si è preso tutti i raggi del sole.
La ditta ha chiuso e io sono rimasto in mezzo alla strada, nel buio che, un rifiuto dopo
l'altro, si faceva sempre più pesante, denso, soffocante.
44 anni sono troppi per trovare un lavoro? Uno qualunque a questo punto!
Anna, Serena e Luca si stanno spegnendo. Io sono spento. Passo e ripasso. Busso, chiedo e poi torno a chiedere. Quante indicazioni, generose ma inutili! Soffro ma, che vuoi
che sia… Soffrirei volentieri il doppio se solo potessi risparmiarlo ai miei figli!
Anna sta perdendo il latte.. Le preoccupazioni? Forse. Ma per Luca è una questione di
vita, è ancora troppo piccolo.
Mi hanno detto “prova al CAV”. Duro. Pesante. Non riuscivo a decidermi. Un amico
mi ha accompagnato. Accidenti, hanno anche la porta stretta e quando entri un po' di
fatica la devi proprio fare.
Quando esco c'è ancora il sole. Tutto sommato non è stato difficile. Sembrava proprio
che capissero il mio terrore, che riconoscessero la mia fatica. Adesso torno a casa con
un po' di tutto. Ma in mano ho il latte per Luca. E anche dei pannolini! Un lusso. Oggi
mi sembra di respirare meglio.
a cura di Franca
GIUSTINA DALLA FINA
3^ Classificata al XXI° Concorso Nazionale di Poesia e Letteratura
"Enrico Sambruni", Città di Seregno, Milano, 18 Novembre 2015
MUSICA...
Musica è la carezzevole intensa
policromia del prato,
la voce magica e stupita del bosco,
l'impercettibile sinfonia dei cieli.
E' l'amore traboccante
che germoglia nel vaso della vita;
o sosta mano nella mano
negli ultimi istanti del giorno.
E' lo splendore di una roccia
nell'infocato tramonto che raccoglie
il tocco di una campana nella valle,
come nelle arcate di una cattedrale.
Ma la musica più inesplorata e intensa
è il cuore
dimora di voci silenzi e luce,
dove l'Eterno ha porto variegate sinfonie
per germogliare speranze
e illuminare sentieri.
Musica è la tenerezza
complice
Pizzeria
dal 1972
di un bambino sul cuore della mamma;
la gioia profonda dell'uomo che scopre
Sartori Andrea
Bacco Loredana
Dal Zovo Luca
Lovato Claudio
un'edera insperata sui dirupi bagnati di
Bellaria Fabrizio
Filipozzi Enrico
Marcazzan Nicola Sartori Franco
fatica.
da oggi anche specialità pesce di mare
Stopazzola Matteo
Burato Benedetto
Gambaretto Diego
Marcigaglia Stefano
Pizzeria dal 1972
Cattazzo Domenico
Gambaretto Gabriele
Panarotto Ivan Denis Zandonà Daniele
Pizzeria dal 1972
Confente AntonellaPovato Paolo
Panato Bernardo
RU
Distintivo in argento dorato per 25 donazioni
RU
Distintivo in oro per 50 donazioni
Allegri AlessandroLovatin Ivano
Panarotto Cesare
Gazzo Carlo Domenico Mainente Massimo
Rivato Marco
Gazzo Severino
Marcazzan Lino
Sartori Patrizio
Distintivo in oro con rubino per 75 donazioni
Bruni Dario
Lovato Mario
Presa Rina Amalia
Sartori Silvino
Tezza Claudio
Zanchi Danilo
RU
TA
Giustina
TA
TA
da oggi anche specialità pesce di mare
da oggi
oggianche
anche
specialità
pesce
di mare
specialità
pesce
di mare
Via Pietro Niselli, 51 - S. Giovanni Ilarione (VR) - Tel. 045 7465118
PRANZO CENA
martedì aperto
su prenotazione
mercoledì aperto
su prenotazione
Via Pietro Niselli, 51 - S. Giovanni Ilarione (VR) - Tel. 045 7465118
giovedì aperto
su prenotazione
PRANZO
martedì aperto
mercoledì aperto
giovedì aperto
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venerdì aperto
sabato
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domenica aperto
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sabato
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domenica aperto
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aperto
aperto
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aperto
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mercoledì aperto
giovedì aperto
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Tel./Fax 045 6550671 - Cell. 348 3549869
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Piazza Grande, 33 - 41100 Modena
Via Giorgio Giulini, 3 - 20123 Milano
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Valente e Rosa Posenato festeggiano a sorpresa con parenti ed amici 50 anni di
matrimonio (10 settembre 1966-2016)
In località Panarotti
LA “MADONNA DELLA STRADA”
Lo scorso novembre, lungo la vecchia strada provinciale per Vestenanova in località
Panarotti, in una nicchia scavata in un
grande blocco di pietra, è stata collocata
una Madonnina.
A realizzare l'opera è stato Bruno Mella,
classe 1944, nostro conosciutissimo concittadino, che da circa vent'anni si dedica
per diletto ad eseguire qualche lavoretto in
pietra, e he ha raccolto i suggerimenti di
alcune donne che si spingono fino a quel
luogo, fuori dai pericoli di quella strada
trafficata che è la Provinciale per Vestenanova, ormai divenuto come il giro di boa
della loro passeggiata quotidiana.
In verità, in quel luogo già da qualche anno
qualcuno aveva messo una piccola statua
della Madonna, presso la quale qualche
mano devota portava sempre un fiore od
accendeva un lumicino.
Bruno ci racconta: “Nell'autunno dello
scorso anno, una donna mi ha suggerito
l'idea e mi ha dato una Madonnina di circa
60 cm di altezza da fissare stabilmente in
quel luogo”.
Prima di installare la statua nella nicchia,
ha ritenuto utile rinnovare i suoi colori per
darle delle tonalità che si adattassero ai
colori dei sassi di quel luogo.
Per dare una degna sistemazione alla
statuetta della Vergine al riparo del sole e
delle intemperie, il nostro scultore ha subito pensato di ricavare una nicchia in un
grosso sasso messo li anni fa, a sostegno
della scarpata della strada, una pietra sufficientemente grande che gli avrebbe consentito di scavare la nicchia.
Il lavoro è stato molto lungo, complicato
dal fatto che non c'era la possibilità di avere
sempre a disposizione una fonte di energia
elettrica che avrebbe reso più agevole il lavoro di scavo in una pietra rivelatasi molto
più dura del previsto.
Lo scavo della nicchia, quindi, è stato fatto
quasi tutto a mano con l'impiego di martello e scalpello, avendo potuto disporre
poche volte di un gruppo elettrogeno
per effettuare la
sgrossatura ed i
tagli più impegnativi e profondi.
Il lavoro, quindi,
è stato fatto quasi
sempre a mano
a causa del poco
spazio a disposizione, lavorando con calma per
non rovinare gli
spigoli della nicchia.
Uno degli inconvenienti maggiori
incontrati segnalati da Bruno nei
sette mesi che è
durato lo scavo della nicchia, è stata la polvere: gli entrava nelle narici e negli occhi.
La pietra era durissima e gli ha rovinato
molte punte; ma nonostante le difficoltà
non si è arreso, ed ha portato a termine
un'opera che gli è costata molte ore di lavoro.
Bruno che per sua natura è scrupoloso,
preciso e sempre molto critico verso se
stesso; si dichiara comunque soddisfatto
della sua opera, anche se non è proprio venuta secondo le sue aspettative.
Ha fatto comunque del suo meglio per
trovare una sede degna di accogliere la
Santa Vergine, ed ha voluto realizzare
anche una mensolina davanti alla nicchia,
su cui i viandanti potranno continuare a
porre un fiore o un lumicino.
Chiediamo a Bruno la motivazione che lo
ha spinto a cimentarsi in questa impegnativa opera.
Ci dice: ”Ho accettato di fare questo lavoro
per portare in quel luogo la presenza, il richiamo visivo della Madonna ai viandanti
che passano in quel luogo; voglio dedicare
il mio sacrificio alla Madonna e tramite
Lei alla speranza in un mondo migliore”.
E continua: “Ho potuto soddisfare il desiderio di quella donna che ha visto così
realizzato il suo desiderio di vedere l'effige
della Madonna in quel posto molto frequentato dai molti viandanti che transitano in quel luogo; e visto il luogo in cui è
stata posta, la voglio chiamare MADONNA DELLA STRADA, con la speranza che
possa dare protezione a tutti coloro che
passano di la”!
Dalle pagine del nostro giornale, Bruno
desidera ringraziare tutti coloro che lo
hanno in vari modi incoraggiato, e Lino
Mainente che con i suoi figli hanno collaborato concretamente alla realizzazione
dell'opera.
Anche noi lo vogliamo ringraziare e complimentarci con lui per la sua pregevole
opera.
Angelo Pandolfo
Con la nostra famiglia riunita in un giorno di festa, abbiamo voluto festeggiare il cinquantaduesimo compleanno di nostra sorella Loreta, che abbiamo riportato a casa in
un pomeriggio di sole.
Un momento di gioia vera e profonda che crediamo abbia dato ancora più vigore a
mamma Margherita che nell'ultimo difficile anno, non ha mai smesso di preoccuparsi, voler bene e seguire amorevolmente sua figlia anche se non direttamente.
Buon compleanno Loreta!
Sante, Maria Grazia, Lucia, Lorenzo
Dal gruppo Alpini San Giov. Ilarione
Anche il nostro Gruppo Alpini, piano piano, si sta avvicinando al compimento del
suo centesimo anno che, come risulta in
una foto presente in baita, è stato fondato
il 24 maggio 1925. L' anno di fondazione
è ricordato anche da un articolo riportato
su “L' Alpino” del 15 marzo 1925 in cui testualmente si legge: “Il colonnello Marchiori, papà degli alpini veronesi e presidente instancabile dell' A.N.A. Sezione
locale, è raggiante ancora oggi, per il successo scarponissimo ottenuto domenica fra
i suoi “veci” di San Giovanni Ilarione” ed
alla fine riporta: “... San Giovanni Ilarione
sventolerà tra giorni il nuovo gagliardetto,
altra fiamma verde della nostra provincia”.
E visto che siamo in tema di centenari è
doveroso ricordare il centinaio di caduti
della Prima Guerra Mondiale i cui nomi
sono scolpiti sulla lapide del Monumento
ai Caduti. Fra tutti questi nostri compaesani caduti, quasi 40 erano gli arruolati nei
reggimenti alpini: 2 nel 3°, 1 nel 4°, 1 nell'
8°, 1 nel 2° rgt. art. montagna e ben 33 nel
6°!
Tra i deceduti, oltre che in combattimento
o negli ospedali da campo o civili, si contano anche 11 morti in prigionia e tutti appartenenti al 6°. Vi è, per esempio, chi è
morto a Soupir (F), a Jindrichovice (attuale Repubblica Ceca), Mauthausen, Graz
Eggenberg e Monaco e lì sepolti.
Tra i nominativi riportati sulla lapide
vi sono anche 3 decorati di Medaglia
d'argento al valore militare:
• GAMBARETTO Cesare di Luigi deceduto il 15.01.1918 sul Monte Grappa (Monte
Valderoa) della 235a Cmp., Btg Val Cenischia 3° Rgt.;
• NISELLI Pietro di Massimino deceduto
il 25.10.1918 sul Monte Grappa (Monte
Solarolo) Caporal maggiore della 281a
Cmp. Btg. Val Toce 4° Rgt.;
• POZZA Giovanni Giacomo di Egidio deceduto il 09.10.1916 sul Monte Pasubio
della 143a Cmp. Btg. Monte Berico del 6°
Rgt.
Apparteneva agli alpini del 6° anche
BALDO Giuseppe che risulta disperso a
seguito di combattimento sull'Ortigara il
17.06.1916.
Faceva parte del 6° pure BORDON Pietro,
deceduto però nella guerra di Libia nel
1911.
Tutte queste informazioni sono ricavate
dall'Albo d'oro dei Caduti della 1a Guerra
Mondiale del Ministero, dai fogli matricolari e da altre pubblicazioni.
Altro decorato di Medaglia d'argento al valore militare che non compare sulla lapide
perchè deceduto il 21.06.1963 è BEVILACQUA Pietro Marco, nato il 28.06.1881
del 4° Rgt., decorazione ottenuta sul Sasso
Rosso (Altipiano di Asiago) a seguito dei
combattimenti del 28/31 gennaio 1918.
Anche quest'anno il Gruppo alpini, con
una decina di soci, è stato impegnato lo
scorso 26 novembre nella colletta alimentare, gestita dal Banco alimentare di
Verona, presso il supermercato LIDL. In
questa giornata sono stati raccolti 792 kg.
di generi alimentari, quali alimenti per
l'infanzia, riso, pasta, olio, legumi, sughi
e pelati, tonno in scatola, biscotti e altro;
una quantità in costante aumento rispetto
ai kg. 592 del 2014 e kg. 668 del 2015.
Tra le prossime attività del Gruppo ricordiamo:
• 18 dicembre S. Messa degli Alpini nella
Basilica di San Zeno a Verona;
• nelle Parrocchie dopo le S. Messe di Natale vin brulè e cioccolata;
• minestrone e frittelle il 6 gennaio (Epifania);
• Festa del Tesseramento il 15 gennaio;
• Adunata di Zona a Prova il 21 maggio;
• Adunata nazionale a TREVISO il 12,13 e
14 maggio 2017;
• Raduno Triveneto domenica 17 settembre 2017 in Val del CHIAMPO;
• Gli annuali Pellegrinaggi Nazionali e
Sezionali, come da calendario.
Sono a disposizione i bollini per il tesseramento dei soci alpini per il 2017.
Gli alpini augurano a tutti
BUONE FESTE!
5
L
' A M M I N I S T R A Z I O N
La fusione dei Comuni di San Giovanni Ilarione e Roncà:
un’opportunità per i cittadini
Carissimi concittadini
come ben sapete stiamo lavorando per
raggiungere un importante obiettivo: la
fusione. Qualcuno quando sente questa
parola resta un attimo in sospeso perché
risulta essere una novità per le nostre
zone, ma vi assicuro che non è nulla di terrificante. L' idea nasce 2 anni fa con l' Amministrazione di Roncà coinvolgendo altri
Comuni come Vestenanova, Montecchia
di Crosara e Monteforte d'Alpone. Oggi
questi Comuni non fanno parte di questo
progetto perché non hanno voluto aderire. La fusione tra San Giovanni ilarione e
Roncà è la creazione di un Comune unico
che verrà chiamato VALDALPONE. Un
Comune nuovo di quasi 9000 abitanti che
sarebbe il primo Comune più grosso della
vallata, più di Monteforte che ne vanta
8000 di abitanti.Quali sono i vantaggi? I
contributi importanti che arriverebbero
da parte dello Stato, 740.000 € per 10
anni e 200.000 € per 3 anni dalla Regione
Veneto. Oggi il Comune di San Giovanni
Ilarione non ha alcuna entrata importante
ed è sempre più difficile gestire un bilancio
quando le risorse non ci sono. C'è la gente
che si lamenta delle strade in pessime condizioni, dei lampioni che sono vecchi, delle
telecamere di sorveglianza che non sono
mai state accese e, comprendo perfettamente le aspettative deluse del cittadino
comune che paga le tasse e che vorrebbe
vedere anche adeguati servizi. Oggi i Comuni però non hanno risorse economiche
sufficienti, a mala pena hanno la capacità
di gestire l'ordinaria amministrazione e
sempre con maggiore difficoltà. Per rendervi edotti di quel che succede, posso
portarvi un esempio; in Giunta Comunale
abbiamo approvato un progetto e stimato
che per sistemare tutte le strade del paese
ci vorrebbero circa 900.000 €. Una cifra
importante che riusciamo a quantificare
solo sulla carta ma che oggi non abbiamo
la potenzialità economica di sostenere. Dal
2012, quando mi sono insediata e sino al
2014 compreso, non ho potuto assumere
alcun tipo di mutuo perché il Comune
ne aveva già acceso degli altri ben 80. A
dicembre del 2014, se ne sono estinti 35
mutui e quindi solo nel 2015 abbiamo potuto iniziare accedere a dei piccoli mutui.
La capacità di contrarre mutui del nostro
Comune è di una somma modesta ammontante ad 280.000 €. Nel 2016 abbiamo fatto un mutuo di 280.000 € esclusivamente per le strade valutando quelle che
erano le priorità.Tante altre strade ancora
necessitano di questo intervento, ma le
risorse si limitano alle attuali disponibilità.
Quello che dico sempre durante gli incontri nelle varie contrade per parlare della fusione è che se un Sindaco volesse sistemare
tutte le strade del paese, nelle condizioni
attuali impiegherebbe 4 anni del suo mandato solo per la sistemazione delle strade.
Questo era un esempio, se ne possono fare
tanti altri. Il paese necessita anche di tante
altre cose come un nuovo impianto di illuminazione con nuove luci a led con le quali
si avrebbe subito un risparmio immediato.
Ci sono 700 punti luce in paese e si spende
100.000 € all'anno per l'illuminazione
pubblica. Con una nuova illuminazione a
led se ne risparmierebbero già 50.000 €
che sono soldi che resterebbero in cassa
e magari potrebbero essere investiti per
aiutare maggiormente altri enti quali la
scuola materna che ne ha sempre più bi-
LA PAROLA ALLA MINORANZA
NO ALLA FUSIONE
dei Comuni di San Giovanni Ilarione e Roncà
NO
PERCHE’ :
• Manca la vicinanza e la continuità fisica del territorio che invece si realizzerebbe comprendendo L’INTERO FONDO VALLE DELL’ALPONE, includendo quindi almeno i Comuni di Montecchia di Crosara e di Vestenanova, non essendo sufficienti a giustificare
la scelta votata dal Consiglio Comunale, i pochi metri di confine fra i due Comuni, nel
bosco in Calvarina
• La fusione così come proposta si presenta miope ed irrazionale, senza respiro, poiché
NON CONSIDERA LA DISTRIBUZIONE ABITATIVA DELLE REALTA’ COMUNALI, suddivise in numerose frazioni, contrade, e borgate di case sparse. Non tiene conto delle necessità dei cittadini che abitano in questi luoghi e che non godranno di alcun beneficio;
non è difficile del resto capire che dalla sommatoria di due realtà, territorialmente parcellizzate, potranno derivare solo minori servizi e minori risposte ai problemi esistenti :
quindi maggiori problemi…..
• Lo studio di fattibilità per la fusione dei Comuni, così come proposto dall’Amministrazione
comunale, dimostra tutta la sua aridità politica, poiché manca di motivazioni condivise
da e con i cittadini, con le organizzazioni di categoria ,con le associazioni e col volontariato che non sono stati precedentemente coinvolti ed interessati. L’INTERA CITTADINANZA E’ STATA ESCLUSA DAL PROCESSO COSTITUTIVO di una nuova istituzione
che ci vedrà tutti coinvolti !!! E non si venga a dire che i cittadini si esprimeranno col referendum. Non basta. In una materia tanto impegnativa, la partecipazione attiva e propositiva dei cittadini singoli ed associati ha titolo e diritto di manifestarsi liberamente
prima del voto referendario
• Non ci è stato minimamente illustrato il progetto sull’annunciata riduzione delle
tasse…….che si farà dopo ???? Non solo….IL PROBLEMA PATRIMONIO ED INDEBITAMENTO dei due Comuni, come verrà affrontato ??? Dovremmo mettere tutto insieme
dividendo crediti e debiti ???? Saremmo certamente svantaggiati !!!!!!!!!
• E’ un sacrosanto diritto conoscere il nostro futuro prima di decidere !!!
• SI ALL’UNIONE DI TUTTI I QUATTRO
COMUNI PER I SERVIZI
E LO SVILUPPO;
• NO ALLA FUSIONE DI DUE,
SOLO PER INTERESSI PARTITICI.
I Consiglieri Comunali
Luciano Marcazzan
Nadia Bevilacqua
6
sogno. Senza
risorse
però
le buone idee
restano sempre solo buone
idee e non
progetti realizzati. In questo
modo
purtroppo, non si
va da nessuna
parte. È facile
lamentasi
in giro delle
buche
sulle
strade o sulle
frane,
attraverso la tastiera del pc, ma la situazione oggi è questa e
non cambierà di sicuro se non ci si aiuterà
tutti assieme ad uscire da questa impasse.
Oggi il Sindaco non fa più il Sindaco, ma
bensì l'esattore delle tasse per conto dello
Stato in quanto il sistema non gli permette
di fare diversamente. L'opportunità della
fusione è l'unica strada percorribile per
il nostro futuro. Qualcuno pensa che con
la fusione si perde la nostra identità. L
identità di un paese si perde quando non
si hanno risorse per migliorarlo, quando
non si hanno più servizi per i cittadini,
quando si lasciano le strade in deterioramento, quando non si riesce più a fare
nulla per mantenerlo in vita. Questo è perdere l'identità di un paese, non certo il
nome nuovo di un Comune. Noi amministratori abbiamo portato avanti questo
progetto ma è compito della gente durante
il referendum di gennaio decidere se è meglio restare nell'attuale situazione, male, e
E
quindi votare no alla fusione, oppure avere
il coraggio di cambiare in meglio il futuro
di questo paese votando si alla fusione. Io
sono convinta che si debba fare ed è importante non perdere questo treno perché
oggi abbiamo questa opportunità di ricevere importanti contributi, magari tra un
anno o due, quando tanti altri Comuni decideranno di fondersi, i contributi non ci
saranno più. Penso inoltre che oggi tutti i
Comuni hanno gli stessi problemi del nostro, per cui smettiamola di guardare i colori politici. Siamo tutti sulla stessa barca
e questa sta affondando. Qualcuno diceva
"da soli si fa prima, ma insieme si va lontano".
Colgo l'occasione di farvi i migliori auguri
di buon Natale e buon anno a tutti voi a
alle vostre famiglie.
Un caloroso e cordiale abbraccio dal vostro
Sindaco.
Ellen Cavazza
MERCATO CERASICOLO
VALDALPONE
Il mercato Cerasicolo Valdalpone è nato
nel 2015 su richiesta e per volere del mondo agricolo della vallata che sentiva la necessità di poter contare su un’alternativa
rispetto al già esistente mercato di Montecchia di Crosara.
Tale richiesta era arrivata fino alle Amministrazioni Comunali di Roncà, San Giovanni Ilarione e Vestenanova che attente
ai bisogni del territorio, hanno deciso di sostenerne questa iniziativa utile a promuovere uno dei più importati prodotti che
caratterizzano la nostra terra.Un gruppo
di agricoltori della Valle si è quindi riunito
in un Comitato che di fatto si è occupato e
tuttora gestisce il mercato fin dai suoi primi passi. La risposta dei cerasicoltori della
valle, ma anche di quelli delle valli vicine
non si è fatta attendere ed è andata, fin dal
principio, oltre ogni più rosea aspettativa.
Nella stagione 2015 dell’apertura infatti,
le ciliegie trattate hanno raggiunto circa i
2.500 quintali! Questo ottimo risultato è
riconducibile sicuramente alla buona organizzazione ma anche all’immobile utilizzato: molto ampio e logisticamente adatto
a quel tipo di impiego.Purtroppo non è
stato possibile mantenere questa locazione
così strategica nella trascorsa stagione; si
è dovuto ripiegare su un altro capannone
di dimensioni più ridotte ed i numeri ne
hanno sensibilmente risentito. A due anni
dalla sua nascita, possiamo comunque
dire che, salvo la spesa per l’occupazione
del capannone, il mercato riesce di fatto
ad autofinanziarsi. Quest’anno l’unica
spesa a carico delle amministrazioni co-
munali coinvolte (solo San Giovanni Ilarione e Roncà, in quanto Vestenanova
per problemi di bilancio non ha partecipato) è stata pari a € 5.000,00 ciascuna,
somma corrispondente all’importo dovuto
per l’affitto dell’immobile. Nell’anno precedente la spesa era stata maggiore perché
oltre all’affitto del capannone, si rendevano necessarie altre ovvie spese per l’avvio
dell’attività (ad esempio: l’acquisto delle
pese, imballaggi, ecc.). In ogni caso, tali cifre sono molto lontane da quelle riportate,
con grande utilizzo di fantasia, da alcuni.
Vorrei infine servirmi di queste pagine per
chiarire ulteriormente la totale estraneità
del mercato cerasicolo in merito alla triste
vicenda della truffa messa in atto l’anno
scorso da alcuni commercianti ai danni
di diversi produttori. Il mercato stesso è
stato vittima di detti raggiri. Purtroppo
le frodi accadono. Seppure paia cosa ovvia, esprimo la mia assoluta condanna al
fatto e mi sento di rassicurare gli agricoltori che, dopo questa esperienza, saremo
ancora più attenti e guardinghi allo scopo
di garantire la più assoluta tutela. Anche
in questo caso, comunque i numeri fatti
circolare da qualcuno, sono assolutamente
lontani dalla realtà! Del resto è scientificamente dimostrato come il passa parola,
anche il meno malizioso, modifichi di
fatto il messaggio originario. Figuriamoci
quindi, se l’obiettivo consapevole è quello
di screditare: alle cifre originarie possono
essere aggiunti vari zeri.
Comitato Cerasicolo Valdalpone
Il Presidente Sergio Cavazza
Un Grazie sentito al gruppo volontari di Cattignano per la pulizia della
strada e del cimitero durante lo scorso 28 Ottobre !!!
Il Sindaco e l'Amministrazione comunale
augurano a tutti Buone Feste!
C
O
M
U
N
A
L
E
PROGETTO CICERONI AL NASTRO DI PARTENZA!!!
Ancora nel 2015, in collaborazione con European Project Consulting SRL ed i comuni
di Zimella, San Bonifacio, Monteforte d’Alpone, Cologna Veneta e la fondazione AIDA,
abbiamo aderito ad un progetto mirato per giovani dai 15 ai 30 anni per la valorizzazione
del patrimonio architettonico-culturale dei comuni coinvolti, offrendo delle nuove opportunità di formazione professionalizzanti e di espressione delle loro capacità e potenzialità in ambito culturale/creativo, attraverso corsi e laboratori. La nostra concittadina
Giulia Dal Grande che ha aderito a questo progetto assieme ad altri cinque coetanei
(rispettivi rappresentanti dei propri Comuni) e seguiti da Stefania Carlesso (addetta alla
formazione e gestione del gruppo di lavoro), stà ora lavorando per l' individualizzazione
di percorsi culturali, artistici ed eno-gastronomici per la promozione del territorio di
cui facciamo parte e delle sue risorse paesaggistiche e folcloristiche. Tutto cio' è appena
all’inizio e la impegnerà per diversi mesi. A lei un augurio di buon lavoro, e che possa
essere un unteriore passo avanti nella promozione del nostro paese.
I
N
F
O
R
M
A
PREMIATI GLI STUDENTI DELLA
SCUOLA MEDIA MARCAZZAN CON
UN TESTIMONIAL D'ECCEZIONE
MEDAGLIA D'ARGENTO ALLE
PARALIMPIADI DI RIO 2016
Sono ben 6 gli studenti premiati al merito scolastico, alla settima
edizione del Premio Marcazzan all’Istituto comprensivo di San
Giovanni Ilarione e Vestenanova dello scorso 8 Ottobre, e tutti Ilarionesi: Alberto Rivato, Elena Micheletto, Gabriele Pozza, Roberta Vicentini, Sara Trestini, Sveva Marcazzan. Quest’anno oltre
alla presenza della Famiglia Marcazzan con Maria Luisa Marcazzan (figlia di Mario) accompagnata dalla figlia Benedetta Cavalloni
che ha consegnato il premio, il Dirigente scolastico Ugo Carnevali
ed il Presidente del Consiglio d’Istituto Stefano Gaiga, cercavo un
testimonial che potesse lasciare un messaggio importante ed efficace, come esempio sull’importanza dell’impegno e di porsi obbiettivi. Ho così invitato Michele Ferrarin di San Martino Buon
Albergo, campione alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro 2016 e
medaglia d’Argento in una delle specialità più difficili e faticose:
il Triathlon. Michele ha accettato con entusiasmo l’invito e con
la divisa olimpica e la medaglia d’argento al collo (nella foto a dx
con la moglie ed il figlio Edoardo) ci ha portato la sua esperienza
e raccontato la sua storia di uomo e di atleta: «Nuoterò con un
braccio solo, mi sono detto, e su questo ho cominciato a lavorare
conquistandomi la sicurezza che avrei raggiunto il risultato. Negli
ultimi quattro anni ho partecipato ad una ventina di manifestazioni, tra europei e mondiali, finendo sempre sul podio, ma Rio era il
mio sogno», «Vincere da disabile è una sfida con te stesso. Questa
medaglia è mia, ma anche della squadra e cioè di tutti quelli che
hanno creduto e lavorato attorno al mio sogno che è diventato un
obiettivo condiviso. L’inizio della malattia aveva fatto spegnere un
po’ i sogni ma mi ha costretto a ripensare a come potevo raggiungere lo stesso il mio obiettivo. È fondamentale, per tutti, darsi sempre un obiettivo da raggiungere: la passione fa il resto» Ed ancora
«Nessuno ha ostacolato il mio sogno, anche se il mio era un sogno
difficile e pieno di ostacoli: se vai avanti, è perchè il sogno è più
grande». I 300 ragazzi fra San Giovanni Ilarione e Vestenanova
hanno seguito con molta attenzione Ferrarin, come il video della
gara che è stato proiettato subito dopo (che vi suggerisco di vedere
su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=tZDtp5-wpbs)
con la cronaca di Michele che ha spiegato le regole di questo sport,
gli allenamenti e la costanza necessari per ambire ai primi posti.
Sono seguite molte domande da parte degli studenti ed alla fine è
stato consegnato loro un cartoncino con i simboli Olimpici e Paralimpici e la firma autografata di Michele Ferrarin con uno slogan
“Vinci anche tu la tua Olimpiade!” Un momento significativo ed
emozionante che ha arricchito questa settima edizione.
Claudio Lovato
INAUGURATA LA CASA DELL’ACQUA
GIOVANI E AGRICOLTURA
Martedì 22 Ottobre 2016 si è tenuto
un incontro presso la sala civica Comunale inerente un approfondimento
sulla «Misura 6» del PSR 2014-2020
(Sviluppo delle aziende agricole e
delle imprese a favore del primo insediamento dei giovani agricoltori tra
i 18 e i40 anni) e sulla «Misura 16»
(Cooperazione) con la presenza del
Sindaco Ellen Cavazza e l’Assessore
Marco Beltrame e con diverse testimonianze ed esperienze: Giada Perazzolo, che alleva Golden retriever, Samuele Bacco
sulla viticoltura, sull’esperienza avicola di Alberto Lovato, mentre da Vestenanova Giovanni Rugolotto, che ha scelto i piccoli frutti e ha dato vita ad una fattoria didattica, e
Mirco Cerato che fa impresa con le fragole. Federico Zambon, a Roncà, guida invece una
cantina con annessa fattoria didattica. Una interessante serata che fà ben sperare per il
futuro.
Sabato 26 Novembre alle ore 15:00 è stata inaugurata la nuova casa dell’acqua (la prima
in Valdalpone) dove sono state regalate ai presenti delle tessere utili per agevolare il
prelievo a 0,05 EU al litro sia per l’acqua liscia che gassata, ed una degustazione che
ha soddisfatto tutti. Un servizio in più verso i cittadini ed un importante soluzione per
eliminare rifiuti di plastica, inquinamento dovuto alla produzione delle bottiglie ed al
trasporto delle stesse, oltre ad eliminare camion per il trasporto dalle strade e dulcis in
fundo : risparmio per le famiglie ! Buona acqua a tutti !!!
7
ANTEAS
festeggia 20 anni di volontariato
(Associazione Nazionale Tutte le età Attive nella Solidarietà)
Grande serata sabato 17 settembre per
l’ANTEAS di San Giovanni Ilarione, che ha
festeggiato nella propria sede i vent’anni di
fondazione con una riuscitissima serata di
canti e recite di poesie dal titolo significativo: “La polenta quotidiana: voci di donne
da un tempo coraggioso”.
Erano presenti esponenti dell’Associazione
e del sindacato, e molti simpatizzanti, che
hanno concluso l’incontro in allegria, con
un assaggio di polenta e scopeton.
Molte le iniziative realizzate negli ultimi
tempi dal gruppo di volontari, fra cui la
tinteggiatura di pareti e soffitto della sede,
mettendo a disposizione tempo e denaro
per ottenere un risultato che è sotto gli occhi di tutti. Nello spirito di armonia che
caratterizza l’associazione, molto apprezzata è anche l’esperienza, che continua
tuttora, del ballo liscio e di gruppo, con un
coinvolgimento sempre maggiore.
L'anno prossimo, dopo il tesseramento, è
già tempo di nuove elezioni, da cui uscirà
il nuovo direttivo: tutti i tesserati saranno
invitati non solo a votare, ma anche di mettersi a disposizione per poter essere eletti.
Abbiamo infatti bisogno di nuovi volontari
perché di cose da fare ce ne sono tante!
Il Presidente
Augusto Gambaretto
ASSOCIAZIONE FANTI SAN GIOVANNI ILARIONE
SEMPRE PIÙ IN ALTO
PUBBLICATO AD ARZIGNANO IL DIARIO INEDITO DI NICK COLEMAN
Le vicende di 4 prigionieri inglesi nascosti e salvati nel 1944 da
Bepi Mella, fotografo di professione e fratello di Amelio Mella
2016 Giubileo della Misericordia. Coincidenza singolare, ma non casuale, in
quest’anno viene pubblicato il Diario di
Nick Coleman, un testo, rimasto “sepolto”
in qualche cassetto per oltre 70 anni, che
racconta uno straordinario episodio di solidarietà umana, avvenuto durante il secondo conflitto mondiale. L’autore del diario è uno dei quattro
soldati inglesi caduti prigionieri in Africa e internati in
campi di detenzione
in Italia. L’8 settembre del ‘43 riescono
ad evadere e attraverso numerose
peripezie giungono
nella nostra zona.
Ospitati e nascosti
da alcuni coraggiosi, nel momento
del pericolo estremo trovano proprio nella famiglia
Mella un rifugio
sicuro. Con l’aiuto
e la collaborazione
di altri straordinari
cittadini
riusciranno a sfuggire a
vari rastrellamenti,
dal dicembre del
‘43 fino alla fine di
maggio del ‘44.
E’ in questo periodo che il soldato
Coleman scrive il suo diario che, alla fine,
lascerà proprio a Bepi Mella, per far conoscere ai suoi famigliari le esperienze da lui
vissute e al tempo stesso rendere il dovuto
omaggio a quanti lo hanno aiutato a sopravvivere in quei lunghi mesi.
E questi quattro non furono i soli che vennero aiutati, dalla famiglia Mella e da altri
nostri concittadini, a sfuggire all’arresto e
ad una sorte orribile. Nelle note e in appendice al Diario infatti sono riportati altri
episodi significativi. Lo stesso Bepi Mella,
dopo i 4 inglesi, offrì sicuramente rifugio
a 2 ebrei e ad alcuni antifascisti, tanto da
essere arrestato per 2 volte. Ma nel corso
delle ricerche fatte per la pubblicazione
sono numerosi gli episodi di cui i curatori, Antonio Lora e Elisa Stocchetti, sono
venuti a conoscenza e dai quali traspare
l’impegno civile, la generosità e il coraggio
della popolazione di Arzignano e di altri
paesi della Valle.
Ebrei, prigionieri di guerra, aviatori paracadutati per incidente aereo hanno trovato
tra gli Arzignanesi rifugio e spesso salvezza, grazie ad una rete di aiuti messa in atto
con il passaparola.
Alcuni sono ancora
poco noti o addirittura inediti. Le
vicende narrate nel
Diario sono un esempio
paradigmatico del diffuso
senso di umanità,
giustizia e pace della nostra gente.
La pubblicazione,
fortemente voluta
dal figlio di Bepi
Mella, è stata resa
possibile grazie al
lavoro accurato e
minuzioso del dottor Antonio Lora e
allo sforzo di Elisa
Stocchetti che si
è impegnata nella
difficile traduzione
di un testo scritto a
mano, con inchiostro in parte sbiadito e con alcune
pagine a matita.
Va infine sottolineato come la professione di fotografo di Bepi
Mella abbia permesso di documentare con
numerose foto, di grande qualità, gli episodi narrati, nonché altri episodi di cronaca,
ora lieti ora dolorosi.
A integrazione delle notizie relative ai 4
soldati inglesi, è uscito solo ora dal cassetto, dove la modestia di Bepi stesso l'aveva
relegato, un documento davvero eccezionale e cioè il riconoscimento rilasciato dal
generale H.R. Alexander, Comandante Supremo delle Forze Alleate del Mediterraneo. In esso si sottolinea la gratitudine e il
riconoscimento per l'aiuto dato ai membri
delle Forze Armate degli Alleati che li ha
messi in grado di evadere e di evitare di essere catturati dal nemico.
Mariuccia Pegoraro
SI È SPENTA LETIZIA GUGOLE
Maestra di una generazione nella meta’ del ‘900
Ormai il Bianco monumento che parla di
Pace, progettato dalla Dottoressa Roberta
Marcazzan e realizzato dal Gruppo Fanti
di S.Giovanni Ilarione con il contributo di
vari Cittadini, è entrato a pieno titolo nella
nostra Comunità e fa armoniosamente
parte dell’arredo urbano del nostro paese.
E’ impossibile non lanciargli uno sguardo
passando a piedi o in auto da via Roma o
da piazza dell’Osto: le cime delle Colonne
s’innalzano verso il cielo come le vette delle
montagne che rappresentano ….Pasubio,
Ortigara……… Sono lì perché non dimentichiamo i nostri Compaesani, i cui nomi
sono scolpiti nelle candide pietre, morti
sui loro pendii per la Pace, per l’Unione,
per la Libertà. Ecco le parole magiche che
evocano appena il nostro sguardo si posa
su di Loro: “Mai più guerre ma Pace, Fratellanza, Solidarietà, Sereno Confronto…”.
8
E’ dal giorno delle Palme che il Monumento è stato inaugurato con significative
Cerimonie Religiose e Civili ed è da quel
giorno che con orgoglio e dedizione ci alterniamo per conservarlo nel migliore dei
modi, bello e imponente com’è nato. Ci
occupiamo anche dell’area verde che lo
circonda tagliando l’erba, curando gli ulivi,
anche loro simboli di Pace. Speriamo di
trovarci sempre numerosi a questo appuntamento, sicuramente sarà così, perché
crediamo profondamente al Messaggio
che lo anima. Questo progetto ci ha richiesto tempo, fatica, impegno economico,
ma certamente non ha esaurito le nostre
idee; per il momento, però, godiamoci la
nostra meravigliosa e significativa realizzazione.
Ass. Fanti San Giovanni Ilarione
A Vestenanova il 17 novembre 2016 si è
spenta, all’età di 97 anni, la maestra Letizia Scarabello Gugole. A partire dal 1939,
per quasi quarant’anni ha insegnato nelle
scuole elementari del paese, durante gli
anni della guerra e del dopoguerra, fino
agli anni ’70.
Con lei un’intera generazione ha imparato
a “leggere, scrivere, far di conto” … come
ha ricordato durante le esequie nella chiesa di Vestenanova Silvia Lovatin Pandian
(sua alunna dal 1941 al 1945) “… ed era esperta non solo in grammatica, ma anche
di amore per il Signore, attraverso la
preghiera insegnata con affetto ai suoi giovani alunni” in un’epoca in cui il credo cattolico era parte integrante della didattica.
“In quegli anni – era solita raccontare la
maestra Letizia – l’insegnamento andava
ben oltre i libri e i quaderni. I bambini
in prima non sapevano tenere una matita in mano; arrivavano a scuola direttamente dal pascolo o dalla stalla, assonnati
d’estate e infreddoliti d’inverno. Nelle case
non c’era l’acqua corrente e l’igiene non era
tenuta in nessun conto. Le classi potevano
contare anche 40 alunni, con un sacco di
ripetenti, e non si poteva certo contare
sull’aiuto a casa”.
Della maestra Letizia si ricorda anche
l’impegno nel Patronato Scolastico (istituito con una legge della Repubblica nel
1958 fino al 1977) che aveva l’obiettivo
di superare le difficili condizioni di na-
tura socio-economica degli alunni iscritti
alle scuole elementari, al fine di assicurarne l’istruzione, incentivando la frequenza scolastica per debellare la piaga
dell’analfabetismo.
Un bicchiere di latte caldo al mattino e la
refezione con pasti caldi a mezzogiorno
per i bambini provenienti dalle contrade
lontane (allora non c’erano gli scuolabus)
sono ricordi indimenticabili per chi li ha
vissuti; come pure l’organizzazione del
doposcuola: una manna per trattenere più
a lungo i bimbi in un contesto educativo.
Chi ha conosciuto la maestra Letizia ne
ricorda la tenacia e il coraggio di guardare
oltre le difficoltà poste sul suo cammino,
sempre pronta a sorridere alla vita.
PROF. GIUSEPPE BESCHIN - UN PROFESSORE EMERITO
Mio zio Giuseppe è venuto alla luce in
casa, come si usava una volta, in contrada Confenti, primo di tre figli, nel giorno
dell’Assunzione della Vergine, il 15 agosto 1932. Mia nonna era solita raccontare
che a farlo nascere era stata l’ ostetrica del
paese che, essendo al suo primo caso, era
tesa e questa sua tensione aumentò quando vide che il piccolo, appena nato, non
dava segni di vita. Per fortuna, dopo qualche immersione alternata in acqua calda
e acqua fredda il piccolo diede prova di
quanto fossero potenti le sue corde vocali
tranquilizzando così i genitori preoccupati
e l’ostetrica alle sue prime armi. A quel
tempo la famiglia, economicamente, non
passava un bel momento, anzi. Fu così che
Giuseppe, finita la quinta elementare (frequentata a San Giovanni, andando tutti i
giorni a piedi da casa fino al paese con le
sgalmare), viste le sue capacità fu mandato
in collegio a Bassano dove portò a termine
gli studi. Quando la famiglia si trasferì in
Piemonte per motivi di lavoro mio zio,
dopo essersi laureato in filosofia teoretica,
per qualche anno insegnò filosofia presso
il Liceo dei Fratelli delle scuole cristiane.
Intanto aveva iniziato a frequentare il
Professore M.F.Sciacca, dell’Università
di Genova, che diventò, ben presto, il suo
Maestro e che, vedendo e apprezzando la
sua ampiezza di pensiero, lo incoraggiò
ad intraprendere la carriera accademica.
Da allora ha insegnato in varie università:
l’Università di Macerata, l’Università di
Chieti per poi approdare all’Università di
Trento dove ha concluso la sua carriera ed
è stato Preside della facoltà di Lettere per
otto anni. Avrebbe avuto la possibilità di
insegnare anche presso l’Università di Verona ma lui si è sempre rifiutato perché era
solito dire: «Nemo profeta in patria»....
La Produzione scientifica di mio zio è vasta. Ha spaziato dalla Filosofia di Michele
Federico Sciacca per poi toccare le tematiche centrali di filosofi come Heidegger,
Sartre, Rosmini, Rebora, San Bonaventura, Guglielmo di Saint-Thierry, Bernardo
di Chiaravalle, Bonhoeffer, S. Bernardo,
Socrate, Lutero e S.Agostino, solo per citarne alcuni.
Tra tutte queste opere quella alla quale ha
dedicato maggior tempo e impegno è stata
la traduzione del De trinitate di S.Agostino.
Un aneddotto simpatico che mi torna alla
mente nel ricordare il periodo in cui lui lavorava all’opera di S.Agostino e che mostra
il suo carattere è questo. Per lavorare lui
si alzava il mattino presto e andava avanti
fino a quando io, che all’epoca ero piccolina, immancabilmente ogni giorno, alla
stessa ora, cioè verso le 11.30, saltavo sulle
sue ginocchia e in maniera categorica chiudevo libri, mettevo via fogli e penne perché
volevo giocare con lui. Mai una volta che
mi abbia sgridato...smetteva di lavorare e
prendendomi per mano, seguendo i miei
passi ancora incerti, si prestava a diventare
il protagonista dei miei giochi. Questo la
dice lunga su che persona fosse perché solo
le grandi persone sanno abbassarsi al livello dei bambini e, conservando il fanciullo
che è in loro, gioire della vita.
Un altro testo alla traduzione del quale ha
collaborato è stato Alle fonti del rinnovamento di Papa Giovanni Paolo II. Ha sempre conservato gelosamente una copia di
questo libro con Apostolica Benedizione e
firma autografa del Pontefice. Infatti, negli
anni in cui studiava a Roma, durante la
settimana soggiornava presso il convento
delle suore polacche di via del Casaleto.
Lì viveva anche la suora che ha tradotto il
testo dal polacco all’italiano, suor Magdalena Franciszka Kujawska. Lei traduceva il
testo in italiano ma, poiché l’italiano non
era la sua lingua madre, lo zio, poi rivedeva
il tutto. Avendo lui anche una laurea in teologia conseguita presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, dove aveva
avuto modo di conoscere e instaurare un
rapporto di reciproca amicizia e stima con
l’illustre filosofo salesiano, don Luigi Bogliolo, non aveva molta difficoltà a tradurre. Quante volte mi ha raccontato di
sere passate assieme alle suore per cercare
di mettere in parole comprensibili i concetti più ostici.
Lui ha sempre molto amato il suo lavoro, in
tutte le sue sfumature. Ha amato la ricerca
scientifica che aveva come frutti autentici
valori umani e cristiani ma ha ancora più
amato insegnare, stare tra i giovani, ascoltarli. Tematica quanto mai attuale ai nostri
giorni. Ne ha parlato anche Papa Francesco
nella omelia del 17 luglio sostenendo che «
Per accogliere l’altro non sono necessarie
molte cose; anzi, necessaria è una cosa
sola: ascoltarlo, dimostrargli un atteggiamento fraterno. Nell’ascolto c’è la radice
della pace». Ascoltarsi significa provare
gioia...gioia nell’incontro, nel non sentirsi
soli, nel sentirsi Amati. Nella 1Gv 1,1-4
per primo c’è il verbo “ascoltare” che nella
lettera compare 14 volte. Sia nell’Antico
che nel Nuovo Testamento l’ascolto è importantissimo è il modo principale che ha
l’uomo di rapportarsi a Dio e e viceversa.
Lui diceva che stare in mezzo ai suoi studenti lo faceva sentire sempre giovane.
Questa sua propensione all’ascolto non
l’ha mai messa da parte e lo ha dimostrato
soprattutto negli anni in cui è stato preside
di Facoltà, in occasione dell’occupazione
fatta dai suoi studenti (come era solito
chiamarli) quando è rimasto lì con loro
fino alla fine, passando la notte assieme,
ascoltando le loro ri- chieste e cercando
di fare da tramite tra loro, il Rettore e le
forze dell’ordine. Oppure quando metteva
un orario di ricevimento ma bastava che
uno scolaro lo incontrasse nei corridoi
dell’Università e chiedesse di parlargli perché lui si fermasse per ascoltarlo senza mai
farlo sentire fuori posto. Questo suo modo
di fare lo ha sempre contraddistinto anche
tra le mura domestiche.
Avrebbe potuto farsi una famiglia ma ha
scelto di stare accanto a me e mia madre
allevandomi meglio di un padre. Nei giorni
successivi alla sua morte ho ricevuto tanti
messaggi di cordoglio, vicinanza e stima
da parte dei suoi colleghi e uno in particolare, il Prof.re Umberto Galeazzi, mi ha
commossa, facendomi tornare indietro nel
tempo, quando mi ha detto che ai tempi in
cui mio zio insegnava a Macerata «L’amico
Beschin ci parlava con affetto della sua cara
nipotina -allora piccola- a cui non mancava di riportare, tornando a casa qualche
regalino». Questo suo desiderio di condividere è sempre stata un’altra sua caratteristica. Quando tornava da un viaggio
o anche da una semplice capatina in città
non mancava mai di ritornare con un dolce
o un cibo tipico del luogo per assaporarlo e
gustarlo assieme alla sua famiglia. Era innamorato del suo paese, orgoglioso delle
sue radici contadine. Diceva sempre che se
non fosse vissuto tra la pace delle sue colline non avrebbe mai potuto scrivere i suoi
libri. Mi è sempre stato vicino nei momenti
importanti ascoltandomi e prendendomi
per mano se la strada si faceva dura. Negli
ultimi anni è stato un ascoltarsi reciproco,
un prendersi per mano reciproco che mi
fa tornare alla mente i versi di una poesia
di Montale: ...Ho sceso milioni di scale
dandoti il/braccio/non già 2 perché con
quattr’occhi forse si vede di più./Con te le
ho scese perché sapevo che/di noi due/le
sole,vere pupille,sebbene tanto/offuscate,/
erano le tue.
Grazie zio!
Cinzia Posenato
Capitello di via Menegoli costruito da
Attilio Menegolo per suo voto dopo la
fine della guerra nell’anno 1953
Restaurato nel mese di settembre 2016
da Giuseppe Menegolo
Il giorno 8 settembre festa di tutta la
contrada con santa messa celebrata da
don Cesare
La Madonna del Capitello è dedicata
alla Madonna di MONTEBERICO.
DALLA SCUOLA PRIMARIA "A. STEFANI" - Aspettando l'alba
Il buio di dolci sogni popolato
un fragore assordante
durato un istante
della terra che ha tremato
ha drammaticamente infranto
distruggendo ogni certezza
tra lutto e pianto
senza pietà , con tanta durezza.
Tutto il mondo è rabbrividito
mentre molti angeli son volati lassù,
senza aver nemmeno capito,
nell' immenso cielo blu.
Noi sappiamo che non è solo il passar del tempo
che lenisce il dolore più intenso
ma gesti concreti di solidarietà
per dare sollievo a chi più nulla ha,
parole e pensieri di vicinanza
per ridare conforto e un pò di speranza.
Per questo vi diciamo con tanto amore
che siete sempre nel nostro cuore.
L'angolo della poesia
LE SARESE
Caro Giugno te si on bel mese
parchè te mauri le sarese.
Erba tagliata col cespugliatore
che senti rudare a tutte le ore;
dai Moretti al Dosso
pronti per la raccolta
di questo frutto rosso.
Però stano ghè na sorpresa
che la pol colpire ogni saresa,
le se sbusa, le se bagna le deventa moli
non le compra nè Ceccato gnanca Groli.
Pompa ancò e ancora fra tri di;
le se sbusa sempre de pi.
Però se te ghe cordial senza danni
se vende meio da Giovanni
Tra na cassetta e un bauletto
la panda la impinemo fin sotto al tetto.
Per l'ano che vien na cosa faremo:
tutte le giorgia cavemo
e altre cordial piantemo;
e dove ghe ramne longhe scursemo.
Se te vo sarese belle de vecio stampo
l'è meio che te passi dai frati de Ciampo
na benedizion na novena a San Rocco
e le sarese le resta sane on bel tocco.
Speremo che stano che vien
la suzucki la ne voea ben
grazie Giugno per questo frutto
dolce allegro e delicato
che accontenta ogni palato!
Adelino
Alunni e insegnanti della scuola primaria di San
Giovanni Ilarione
[email protected]
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INSALATA RUSSA
Ex compagni di scuola si sono incontrati al Don Bosco di Verona dopo 45 anni.
Da sinistra vediamo Don LucianoCostalunga anni 77, Don Boscaini anni 96, Don
Giuseppe Modena anni 77, Don Maino Antonio anni 83
VESTENASTOCK CONTRO LO SHOCK 25/09/2016
Il terremoto che ha colpito il centro Italia
pochi mesi fa ha dato il via ad una vera e
propria gara di solidarietà, mobilitando
tanta gente che ha voluto portare il proprio contributo, un aiuto ai nostri fratelli
di Amatrice e dei paesi limitrofi.
Noi del gruppo Vestenastock abbiamo voluto fare la nostra parte, così come avevamo fatto quattro anni fa in seguito al terribile terremoto che aveva colpito l'Emilia
Romagna, e che ci aveva permesso di
donare quattro gazebi da posizionare in
un parco allestito a Finale Emilia; dopo
l'evento Sismici pro Sisma del 2012, abbiamo così deciso, senza pensarci neanche
un momento, di attivarci per organizzare
una giornata da dedicare interamente ad
aiutare queste popolazioni.
Il gruppo storico, nelle persone di Fulvio
Rossi ed Andrea Pasqualini, si è attivato
e mobilitato subito per gettare le basi di
questa giornata: Fulvio ha messo a disposizione i locali della sua azienda, di fianco alla strada provinciale che attraversa
San Giovanni Ilarione, ed ha contattato
la pro Loco per collaborare alla riuscita
della manifestazione. Andrea si è invece
occupato, da par suo, del lato “artistico”,
coinvolgendo gruppi di band che hanno
aderito con entusiasmo alla causa, offrendo a titolo completamente gratuito le loro
esibizioni.
Gli ingredienti della giornata sono stati
quelli che mettiamo in tutte le manifestazioni che organizziamo: un mix di buon
cibo, una birra o uno spritz, e tanta buona
musica per stare insieme in compagnia;
il tutto, però, dedicato ad un progetto
specifico, perché per noi è fondamentale
che i soldi non finiscano nel calderone,
ma vogliamo essere trasparenti al 200% e
dare conto di come vengono utilizzati.
Il ricavato della giornata infatti è stato
devoluto ad una ragazza di Amatrice,
Martina Ciancaglioni, una ragazza come
noi, una giovane studentessa che in quella
notte ha visto sconvolta la sua esistenza;
Martina ha infatti perso la madre, il padre
e la sorella ( che era incinta e si era da poco
sposata ), mentre si trovava a Roma per
studiare e preparare la sessione di esami
universitari per il mese di Settembre.
Il nome di Martina ci è stato segnalato da
Elisa, la fidanzata di uno dei ragazzi che fa
parte del nostro gruppo e che, in quanto
volontaria della Croce Rossa Italiana di
Senigallia, si è recata sul posto fin dai primissimi momenti successivi al terremoto
per prestare soccorso a chi ne avesse bisogno.
Sul palco, realizzato di fronte al bar Dolce
Vita, si sono così esibiti, in successione: dj
Mirko beat, che ha allietato l'aperitivo ed il
pranzo, Frank & Ciba con la partecipazione di Bob & Paolo Ferrante, The Grapevine, Beyond the River, #On/Off devil,
Zona Sismica e West Coast Band; ognuno
di loro ha offerto la propria esibizione, e a
tutti va un enorme ringraziamento.
I contributi di solidarietà che ci sono arrivati sono stati numerosi, e ci hanno consentito di raccogliere una somma importante, di 2760 euro, che abbiamo destinato
immediatamente a Martina, che ci ha contattati per ringraziare di questo gesto, che
sarà probabilmente utile per aiutarla nel
suo percorso di studi, che sta proseguendo
con successo.
Il gruppo Vestenastock, nei limiti delle
proprie possibilità, ha messo anima e corpo in questa giornata, che fortunatamente
è stata baciata dal sole, e ci ha consentito
di raccogliere una somma importante per
dare questo aiuto ad una ragazza segnata
da questa esperienza tremenda.
I ringraziamenti vanno a tutti i gruppi ed
associazioni che hanno collaborato per la
riuscita della manifestazione: la Pro Loco
di San Giovanni, l'U.S. San Giovanni Ilarione che ha contribuito, e tutte le attività
commerciali ed i privati che hanno portato
il loro contributo.
E' stata una bellissima giornata, e vogliamo ringraziare davvero tutti i partecipanti
per la loro presenza e generosità, anche a
nome di Martina; l'appuntamento è per il
2017, per nuovi eventi.
Alla prossima!
Augura
alla gentile clientela
un Buon Natale
e un Buon Anno 2017
10
Luca Dal Fitto
Sembra che que-sto piatto
sia stato inventato da Lucien
Olivier, chef di origine belga di
uno dei più celebri ristoranti di
Mosca. In Italia cominciò a diffondersi verso la fine dell’ottocento.
E’ un antipasto freddo preparato di
solito per le occasioni speciali, come il
Natale. Nel tempo la ricetta originale si
è modificata e ne esistono diverse varianti
a seconda delle tradizioni locali e familiari .La ricetta che vi propongo prevede
l’aggiunta di sottaceti alla ricetta base.
Ingredienti per 6 persone:
Carote 200 gr
Piselli freschi o congelati 250 gr
Patate 500 gr
Sale fino q.b.
Olio extravergine di oliva 30 gr
Aceto di mele 10 gr
Sottaceti sgocciolati 150 gr
Maionese 200 gr
Uova medie 2 ( per guarnire)
Cetriolini sottaceto ( per guarnire)
LA SINDROME DI TIETZE
Questa patologia prende il nome da Alexander Tietze, un chirurgo tedesco che
la descrisse per la prima volta nel 1921. Si
tratta di una infiammazione che colpisce
individui di entrambi i sessi dopo i 40 anni
ed è localizzata nella parte anteriore del
torace ed in particolare nei punti dove le
costole si uniscono all’osso centrale del
torce ossia lo sterno. In questa zona il tessuto osseo viene sostituito da cartilagine,
che è un tessuto particolarmente elastico e
sprovvisto di vasi sanguigni. Questa situazione assicura fissità alla struttura della
gabbia toracica e nel contempo permette
la mobilità delle coste richiesta per gli atti
respiratori. In questo punto si localizza la
malattia di cui stiamo parlando. La causa
certa non è ancora stata identificata anche
se talvolta sono riferiti precedenti traumi
al torace ed intense attività fisiche che
interessano braccia e spalle. Il disturbo si
manifesta in forma subacuta con la comparsa di dolore e gonfiore alla base
del collo, nel punto in cui la clavicola si
articola con lo sterno o anche un po' più
in basso, all’altezza delle prime due o tre
Procedimento:
Lavate le verdure, sbucciatele con un
pelaverdure. Tagliate le patate e le carote
a dadini di 0,5 cm in modo uniforme e
regolare. Sgranate i piselli. Fate cuocere a
vapore le verdure separatamente: prima
le patate per 7-10 minuti, poi le carote
per 5–7 minuti ed infine i piselli per 10
minuti. Le verdure non vanno cotte troppo perché devono rimanere croccanti.
Quando le verdure saranno pronte fatele
intiepidire e tenetele da parte. Nel frattempo, in un pentolino, rassodate le uova,
raffreddatele,sbucciatele e tagliatele a
spicchi. Quando le verdure saranno tiepide, conditele con l’olio, l’aceto ed il sale.
Inserite i sottaceti sgocciolati e tagliuzzate
Unite la maionese ( senza esagerare nella
quantità ) che serve per legare gli ingredienti. Amalgamate il tutto mescolando
delicatamente. Servite su un piatto da portata decorandola con gli spicchi delle uova
sode alternandole con i cetriolini. Mettere
in frigo per almeno un’ora. L’insalata può
essere conservata in un contenitore ermetico non più di due giorni. E’ importante utilizzare una buona maionese, meglio se fatta in casa.
Il sapore e la qualità di un’insalata russa
preparata in casa è incomparabile con
qualunque preparazione che non sia artigianale ed il costo è sicuramente inferiore.
Buon appetito e Buone Feste.
Luciana Damini
costole. Il dolore può essere accentuato
dalla pressione o dai movimenti delle
braccia e dai movimenti respiratori . Può
essere presente anche formicolio e senso
di intorpidimento, La diagnosi può essere confermata da esame radiologico e
risonanza magnetica nucleare della zona
colpita. Andrebbe sempre eseguito tuttavia anche un elettrocardiogramma per
escludere che il dolore riferito non sia di
origine coronarica. La sindrome di Tietze
non è una malattia di particolare gravità.
Nelle forme acute usualmente è autolimitante e tende a guarire spontaneamente
dopo alcune settimane dall’insorgenza . In
una certa percentuale di casi tuttavia tende a cronicizzare alternando periodi senza
sintomi a periodi con dolore e andando
incontro a formazione di un nodulo duro
alla base del collo che talvolta viene evidenziato casualmente.
Per quanto riguarda la terapia si consiglia nella fase acuta una certa limitazione dell’attività fisica, evitando sopratutto sforzi violenti ed attività sportive di
un certo impegno. E’ utile anche la somministrazione di farmaci antiinfiammatori e, nei casi più gravi di un breve ciclo di
terapia con cortisone. Non è infrequente,
dopo la guarigione, la ricomparsa del disturbo anche a distanza di anni.
Dott. Vincenzo Magnabosco
COM'ERA UNA VOLTA SAN GIOVANNI ILARIONE
PENSIERI E RICORDI
LA FINE DELLA GUERRA
CONSIGLI DI LETTURA
Simone Fiorio, DONATO E I SEGRETI DI GIAZZA, 2015,
Gianni Bussinelli editore
La storia è ambientata a Giazza, la Ljètzan dei Cimbri, popolazione di origine germanica stanziatasi anticamente nel Veronese, che parla il taucàz garèida o cimbro. Le vicende di un
giovane partigiano, imboscatosi sulle montagne negli anni difficili della Resistenza, si intrecciano con le affascinanti leggende
del luogo, spesso raccontate nei filò dagli anziani. Sullo sfondo
di una Lessinia teatro di lotta fra partigiani e nazifascisti, il protagonista compie un lungo percorso di introspezione, fino ad approdare alla più sconvolgente delle verità…
Elisa era premurosa e amorevole coi suoi
figli e si dedicava interamente a loro, ma
quando ritornò dal marito Mario a Torino
mi lasciò dagli zii a San Giovanni. Per lei fu
una decisione dolorosa ma saggia e colma
d’amore verso di me che, lì in campagna,
non avrei patito la fame come in città e sarei stato accudito come un figlio dagli zii
Angelina e Doro. Così in quel piccolo paese
tra le montagne della Lessinia trascorsi la
mia felice infanzia.
Primavera 1945... Lo zio Doro, nelle giornate assolate, per farmi divertire riempiva d’acqua una tinozza di lamiera e io,
nell’acqua riscaldata dal calore del sole,
giocavo ridendo tra gli spruzzi. Ma un
giorno non mi lasciò giocare a lungo:
venne, senza dire nulla mi prese in braccio e rapidamente mi portò in casa, salì
la ripida scala che conduceva alla camera
da letto e mi posò in terra. Sentivo lo zio
respirare affannato, chiuse gli scuri alle
finestre e la stanza divenne buia; si chinò
abbracciandomi e mi coprì le mani con le
orecchie. Nel silenzio inconsueto udii attutiti dei forti suoni: davanti a casa, nella
Piazza della pesa, stavano fucilando tre
giovani partigiani, i loro nomi e i loro visi
ora si trovano incisi sulla targa nel luogo
dell’esecuzione.
Perché sono stati uccisi? Volevano la libertà.
Lo zio Doro pagò la sua generosità verso
tutti: un giorno la zia Angelina, tenendomi
per mano, a passo svelto scese giù oltre
la piazza verso le “Ca’ Rosse” al fondo del
paese, ed entrammo in un cortile chiuso
da un cancello. La zia mi prese in braccio
e si fermò davanti alle sbarre: in mezzo
a tante persone vidi lo zio che si avvicinò
al cancello e senza il suo solito sorriso mi
prese le mani guardandomi con tristezza.
Poco dopo ritornammo su dalla salita ma
lo zio rimase là, oltre le sbarre. Durante la
liberazione furono fermati tutti coloro che
avevano collaborato con i fascisti o simpatizzato col regime, e tra loro anche lo zio
che, generosamente, accoglieva nel suo negozio tutti, anche i tedeschi. Ma fu liberato
presto; non aveva trattato male nessun
partigiano e il parroco garantì per lui e per
il suo disinteressato altruismo.
Giancarlo "Lucio" Piubelli
con la collaborazione
del CORO
“LA GHENGA”
presentano
TUTTI I COLORI DEL
Harry Parker, ANATOMIA DI UN SOLDATO, 2016, Sur
Tom Barnes è un giovane capitano dell’esercito britannico in Afghanistan, che durante una missione salta in aria su un ordigno
improvvisato e perde le gambe; Latif è un ragazzo afghano che
milita nelle file dei ribelli, mentre Faridun, suo amico d’infanzia,
cerca di vivere pacificamente nel proprio villaggio; neanche loro
saranno risparmiati dalla ferocia del conflitto. Anatomia di un
soldato racconta la storia – tragicamente ordinaria – di questi
tre personaggi in maniera straordinariamente originale, attraverso 45 capitoli ciascuno narrato da un oggetto testimone della
vicenda: una scarpa da ginnastica di Latif, un ordigno costruito dai guerriglieri, lo zaino di Tom, la sega che gli amputa una
gamba, la protesi che gliela rimpiazza... È un coro di voci prive
di sentimentalismo, di ideologia, di riferimenti all’attualità: ciò
che raccontano, dalla loro prospettiva ravvicinatissima, è solo il
dramma eterno della guerra.
Max Porter, IL DOLORE È UNA COSA CON LE PIUME, 2016,
Guanda
Una sofferenza indicibile che travolge e stordisce. Un uomo, studioso del poeta Ted Hughes, è rimasto solo con i due figli, nella
loro casa di Londra, dopo la morte della moglie. I tre devono
fare i conti con un tempo che si è fermato, con un dolore ingombrante come una presenza. Fino alla visita inaspettata di uno
strano personaggio che ha le piume e l'aspetto di un corvo. Un
corvo dotato di un feroce senso dell'umorismo, un po' babysitter,
un po' terapeuta, ma soprattutto amico. E giorno dopo giorno il
tempo ricomincia a scorrere.
Martin Waddel, Patrick Benson, I TRE PICCOLI GUFI, 2013,
Mondadori
Tutti i gufi pensano molto, e anche i piccoli gufi come Sara,
Bruno e Tobia. Specialmente di notte, nel bosco, mentre aspettano che la loro mamma torni a casa dopo la caccia. Amato da
oltre due milioni di lettori nel mondo, la lettura a voce alta de
"I tre piccoli gufi" permette di rivivere ed esprimere emozioni
profonde come la paura e il timore dell’abbandono, ma anche la
solidarietà tra fratelli o coetanei e i piccoli atti di coraggio che
permettono di crescere. Età di lettura: da 3 anni.
A.S.D. BASALTI
UNA NUOVA AVVENTURA
PER LANCIARE IL MONDIALE NEL 2018
VENERDÌ 9 DICEMBRE
ore 20.45 - film
IL DELITTO PERFETTO
(1954, regia di Alfred Hitchcock)
MARTEDÌ 27 DICEMBRE
VENERDÌ 16 DICEMBRE
ore 16.00 - film
ore 20.45 - film
ZOOTROPOLIS
LA VERA STORIA
DI JACK
LO SQUARTATORE
(2016, regia di Byron Howard)
(2001, regia di Albert e Allen Hughes)
SAN GIOVANNI ILARIONE: Sarà il 30 aprile 2017 la data ufficiale della Granfondo
del Durello. Spegnerà le sue quindici candeline nell'ultima domenica di aprile, data ormai conosciuta dai Bikers che potranno prenotare il proprio posto in griglia per questa
imperdibile avventura delle ruote grasse. L' A.s.d Basalti ha messo in piedi un nuovo
percorso dI 44 chilometri, che percorrerà tutte le vette della Val d' Alpone senza troppi
cambi di pendenza, in modo da rimanere sempre in cresta e gustare i panorami offerti
dall'Est Veronese e Ovest vicentino ad un passo dalle Piccole Dolomiti. La competizione
inserita da 9 anni nel Lessinia Tour quest’anno entra nel circuito BikeWorld Zerowind,
un insieme di competizioni dal Veneto al Trentino Alto Adige, che servirà a fare da trampolino di lancio per il Campionato del Mondo di Mtb 2018 che avrà luogo ad Auronzo
di Cadore.
Per ulteriori informazioni contattare via mail [email protected] o visitate il nostro sito
www.asbasalti.it e la pagina facebook https://www.facebook.com/GFDURELLO
L’A.S.D. BASALTI coglie l’occasione per augurare a tutti Buone Feste!!
VENERDÌ
23 DICEMBRE
ore 20.45
IL LATO
OSCURO
DEGLI AFFETTI
Serata di musica dal vivo con
Laura Panato (soprano),
Piercarlo Fracasso (baritono)
ed Ester Bruni (pianoforte)
presso il Teatro Parrocchiale di Castello (San Giovanni Ilarione - Vr)
INGRESSO LIBERO
PER INFO: tel.3403824721 // e-mail: [email protected] // facebook: Cartabianca
11
U.S. CALCIO
UN ANNO PIENO DI SODDISFAZIONI!
Un altro anno si sta per concludere e il 2016 per il Calcio San Giovanni sarà un anno che
verrà ricordato sempre molto volentieri, perché dopo due anni passati in Seconda Categoria, la Prima squadra è riuscita, dopo una stagione vissuta da protagonista, a tornare,
dove quasi sempre ha militato, ovvero la Prima Categoria.
La nuova stagione è iniziata come era finita la precedente, alla grande.
In quanto la squadra, neopromossa si sta comportando benissimo, infatti si trova nelle
prime posizioni della classifica, dimostrando a tutti che la Categoria è meritata e soprattutto mostrando sempre un bel gioco ai numerosi tifosi che con passione seguono
sempre ogni domenica pomeriggio, in casa e in trasferta, la nostra amata biancoazzurra.
Da ricordare in questo primo atto di stagione la prestigiosa e tanto ambita vittoria del
Derby per eccellenza della vallata, con i più quotati rivali del Valdalpone Roncà per 2 a 1
per una emozionante partita vinta in rimonta.
Non ci resta che augurarci di continuare di questo passo per un 2017 uguale, se non
migliore dell'anno che si sta per concludere.
La Società US Calcio San Giovanni Ilarione approfitta di questo spazio per augurare a
tutti i lettori de '' L'Alpone'' buone feste di Natale e un felice e sereno 2017!!..
FORZA SANGIO!!!
Luca Rossetto
2017
Presidente Marcazzan Lino
PRIMA CATEGORIA - Allenatore Omar Lovato Vice Allenatore Renato Ciman
JUNIORES - Allenatore Davide Dalla Riva Vice Allenatore Matteo Munaretti
ESORDIENTI A 11 - Allenatore Rami Bacha Vice Allenatore Nicolas Fochesato
ALLIEVI - Allenatore Gian Domenico Leaso Vice Allenatore Mauro Cacciero
ESORDIENTI A 9 - Allenatore Luca Dirupo
Vice All.ri Andrea Camponogara / Mattia Panarotto
GIOVANISSIMI - Allenatore Gian Carlo Collineri Vice Allenatore Nicola Marchetto
PULCINI 2006 - Allenatore Matteo Munaretti
V.All. Mattia Prestifilippo / Enrico Gambaretto / Federico Carradore
PULCINI 2007 - Allenatore Damiano Bevilacqua
Vice Allenatore Andrea Ciman
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PICCOLI AMICI - Allenatore Mariano Gambaretto
Vice Allenatore Jacopo Marcazzan
PRIMI CALCI - Allenatore Nicola Confente
Vice Allenatore Amedeo Dal Cortivo
Gli ALLORI
ESTER BRUNI – 15 Settembre 2016 - Conservatorio di musica "A. Pedrollo" di Vicenza
Diploma in Pianoforte
CHIARA MAZZASETTE – 17 Ottobre 2016 - Scuola superiore per mediatori linguistici
Laurea in Scienze della Mediazione Linguistica per la Pubblicità, il Marketing e le Relazioni
Pubbliche
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Comune di SAN GIOVANNI ILARIONE
Totale nati:
Totale matrimoni:
Totale morti:
TATIANA VANZO – 21 Novembre 2016 - Università degli studi di Verona
Laurea in Scienze della formazione nelle organizzazioni: Scienze e Tecniche psicologiche
Trimestrale di informazione e cultura c/c
postale n. 15684376
Se vuoi inviare il tuo contributo all'Alpone
utilizza c/c postale n. 15684376 intestato a:
Pro Loco di San Giovanni Ilarione - Piazza
Aldo Moro, 5. Coordinate bancarie Poste
Italiane: IBAN IT23 T076 0111 7000 0001
5684 376 - Cod. Bic/Swift: BPPIITRRXXX
Direttore responsabile: Delio Vicentini
Redazione: Dario Bruni, Lucia Burato, Luciana Damini, Lorenzo Gecchele, Mario Gecchele, Angelo Pandolfo, Giovanni Sartori.
12
Recapito: Franco Cavazzola - Presidente Pro
Loco - Via Risorgimento 3/C - San Giovanni
Ilarione (VR) - Cell. 347 2600161 - E-mail:
[email protected]
Pubblicità: Franco Cavazzola (vedi contatti
Recapito)
Prestampa e Stampa: Grafica Alpone srl Via del Lavoro, 90
Tel. 045 6550833 - Fax. 045 6550221
E-mail: [email protected]
San Giovanni Ilarione (VR)
13
11
9
Al 31/10/2016:
Totale residenti maschi:
Totale residenti femmine:
Totale residenti:
Totale famiglie:
2.617
2.482
5.099
1.843
OFFERTE per l'Alpone
Apostole del S.C.Gesù
Beschin Carmela
Cambiolo Mario
Cengia Mario
Cisamolo Marcello
Confente Anna Maria
Confente Guerrino
Confente Lorena
Confente Marino
Creasi Gabriella
Creasi Mirella
Fattori Zini Rita
Filipozzi Pasquino
Gambaretto Ennio-Enrico
Gecchele Antonio
Gecchele Emerenziana
Gecchele Gabriella
Alessandria
Cattignano
S.Giov.Il.
S.Giov.Il.
Belgio
America
S.Giov.Il.
Vicenza
S.Giov.Il.
Chiampo
San Giov. Il.
Milano
Vestenanova
S.Giov.Il.
Montorio (VR)
Torino
S.Giov.Il.
Gecchele Giustina
Lovatin Bertilla
Mainente Benedetto
Marcegaglia Patrizia
Mazzasette Mario
Micheletto Luigina
Niero Maria
Panarotto Attilio
Panarotto Bertilla
Panarotto Mario
Parise Carlo
Perazzolo Cesare
Rossetto Mario
Sabbadoro Anna
Sartori Antonietta
Vandin Pietro
Zamichele Bruno
S.Giov.Il.
S.Pietro Mussolino
Cattignano
S.Giov.Il.
Legnago (VR)
Arzignano
S.Giov.Il.
Francia
Arzignano
S.Giov.Il.
Modena
Torino
Chiampo
Belgio
Torino
S.Giov.Il.
Montebello (VI)