Newsletter - ATS Bergamo
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Progetto Collaborativo Valutazione dell’efficacia di un intervento integrato per la razionalizzazione della prescrizione e il controllo della spesa farmaceutica nel territorio della ASL di Bergamo Newsletter Numero 16 - Febbraio 2008 In questo numero VACCINO ANTI-HPV: Dispendioso e non supportato da evidenze scientifiche. Dalla letteratura… Pillole di buona pratica prescrittiva: Moxifloxacina: nuovi dati sulla sicurezza. Gardasil: benefici superano i rischi. Codeina e allattamento. Gestione dell’incontinenza urinaria nelle donne. Glucosamina sulfato nell’osteoartrite dell’anca. Profillassi probiotica della pancreatite acuta grave. MEDICINA E INORMATICA: Web 2.0: una introduzione. DALLA PARTE DEI CITTADINI: Un sito deidicato ai tumori ginecologici BACHECA SITI INTERNET UTILI: Clinical Evidence. Bergamo: la Città Alta VACCINO ANTI-HPV E’ dispendioso e non è supportato da evidenze scientifiche L’annuncio della disponibilità di un vaccino contro il virus del papilloma umano (HPV) ha suscitato inevitabilmente grande interesse. Si tratta di un vaccino che può difendere indirettamente da un tumore. Ma gli interrogativi collegati al suo utilizzo sono numerosi e complessi. COSA SAPPIAMO Si conoscono più di 100 genotipi di HPV e almeno 35 di questi infettano l’epitelio genitale. Esistono HPV a basso rischio, associati alla comparsa di condilomi acuminati, e HPV ad alto rischio ritenuti responsabili dello sviluppo di tumori. I tipi 16 e 18, contro i quali è diretto il vaccino, corrispondono al 70% degli HPV oncogeni riscontrati a livello mondiale. L’infezione interessa circa il 75% delle donne, ma per lo più (70-90%) decorre in modo asintomatico ed è transitoria. Se persiste, può evolvere verso il carcinoma nel giro di 20-30 anni, in mancanza di diagnosi e trattamento. Il cancro del collo dell’utero è il secondo tumore femminile a livello mondiale dopo quello del seno, ma il peso della malattia è quasi tutto concentrato nei paesi più poveri: l’80% dei 500.000 casi/anno, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Negli USA vengono riferiti circa 10.000 casi all’anno con una letalità del 30%. In Italia si stimano circa 3500 nuovi casi ogni anno (periodo 1998-2002) e circa 1000 decessi, con un’incidenza di 10 su 100.000 donne e una letalità dello 0,8%, che appaiono entrambe in costante calo dopo l’introduzione dello screening(Paptest). IL VACCINO E LA VACCINAZIONE I vaccini contro l’HPV sono due: Gardasil – autorizzato dalla FDA nel giugno 2006 e pochi mesi dopo dall’EMEA – e Cervarix in attesa di autorizzazione. Il primo è un tetravalente contro gli HPV 16, 18 (ad alto rischio), 6 e 11 (a basso rischio), il secondo è un bivalente contro i tipi 16 e 18. Entrambi richiedono la somministrazione di 3 dosi e sono stati studiati dai 9 ai 26 anni di età. I dati disponibili – riferiti a 5 anni di follow-up – mostrano che nelle donne da 16 a 26 anni di età, mai infettate dall’HPV, l’efficacia sulle displasie di grado moderato (CIN2) e severo (CIN3) associate agli HPV 16 e 18, arriva fino al 100%. Mentre nelle donne con precedente infezione, questo valore è più che dimezzato. A 9-15 anni l’efficacia non è nota, ma la risposta immunitaria è più elevata che nelle altre età. L’OMS ha valutato che la strategia migliore sia la vaccinazione delle ragazze prima dell’inizio della vita sessuale. Ma non tutti condividono la scelta. Un recente editoriale di JAMA mette in luce i tanti vuoti conoscitivi: la durata dell’immunità, l’eventuale necessità di richiami, la sicurezza a medio-lungo temine e infine l’efficacia protettiva sul tumore. E Diane Harper – ricercatrice americana che ha collaborato agli studi sul vaccino – arriva a dichiarare che la vaccinazione delle bambine è “un’enorme sperimentazione di salute pubblica”. Diversi paesi hanno già introdotto la vaccinazione. All’inizio del 2007, gli USA hanno scelto una strategia allargata, dalle 12enni fino alle donne di 26 anni. L’Australia ha fatto una scelta analoga a distanza di pochi mesi. Germania, Austria, Francia e Italia l’hanno inserita con strategie diversificate,mentre nel resto dell’Europa sono ancora in corso valutazioni sul presunto vantaggio aggiuntivo della vaccinazione rispetto all’implementazione del Pap-test. (continua a pag.2) SPESA FARMACEUTICA: NOVEMBRE CRESCITA ZERO “Crescita zero” per la spesa farmaceutica netta nel mese di novembre 2007 rispetto all’anno precedente, nonostante un sensibile incremento del numero delle ricette (+5,7% rispetto a novembre 2006). Complessivamente la spesa farmaceutica netta SSN nel periodo gennaio-novembre 2007 è diminuita del 7%, attestandosi a 10.584 milioni di euro, pari a 180,15 euro per ciascun cittadino. Al calo di spesa non corrisponde una diminuzione dei consumi che, al contrario, sono in aumento. Complessivamente, nei primi undici mesi del 2007 il numero delle ricette è aumentato del +4,4%, attestandosi a oltre 482 milioni, pari a 8,21 ricette per ciascun cittadino. Nei primi undici mesi del 2007 sono state erogate quasi 900 milioni di confezioni di medicinali (+3,3% rispetto allo stesso periodo del 2006), circa 15 confezioni per ciascun cittadino italiano. Spesa Spesafarmaceutica farmaceuticanetta nettaSSN: SSN:confronto confronto2006 2006- 2007 - 2007 Fonte: http://www.federfarma.it 1 Newsletter Numero 16 - Febbraio 2008 Dalla letteratura… e non solo: pillole di buona pratica prescrittiva VACCINO ANTI-HPV (continua dalla prima pagina) In Olanda, in attesa della decisione per la fine del 2007, i medici si sono trovati a fronteggiare una richiesta abnorme di vaccinazione, che ha fatto insorgere il Collegio dei General Practitioners contro l’intensa campagna di promozione dell’industria al di fuori dalle indicazioni ufficiali. La scelta più interessante è quella della Finlandia che ha intrapreso un grande trial di popolazione su una coorte di adolescenti per decidere l’opportunità di introdurre la vaccinazione in base ai risultati attesi entro la fine del 2020. IN ITALIA La scorsa primavera il nostro Ministero della Salute ha reso disponibile il vaccino – a pagamento – nelle farmacie e ha annunciato l’offerta gratuita alle 12enni, dal 2008. Ma il piano nazionale per definire le azioni è tuttora in discussione in Conferenza Stato-Regioni. Intanto sta crescendo una domanda difficilmente governabile e una promozione incontrollata da parte del privato. E siamo ancora in attesa dei dati nazionali sulla prevalenza degli HPV associati ai tumori, della valutazione di impatto della vaccinazione e dello screening, del rapporto costo/beneficio, della fattibilità e dell’accettazione della strategia vaccinale. Storia naturale dell’infezione da HPV e cancro della cervice uterina. Senza contare che questa vaccinazione richiede la messa in rete di innumerevoli soggetti, pubblici e privati rivolti all’infanzia, alla salute riproduttiva e della donna, fino a chi cura i registri dei tumori e degli screening. Se il coordinamento è il cardine di qualsiasi strategia vaccinale, in questo caso governare le azioni, l’informazione, la formazione, la sorveglianza, presenta una complessità mai vista prima. Conoscendo la fragilità organizzativa di tante aree del paese, c’è di che preoccuparsi. LA FRETTA E L’INCERTEZZA Tanta fretta è poco comprensibile date le caratteristiche della malattia e visto che esiste un altro strumento di prevenzione di comprovata efficacia: il Pap-test. Sorprende che nessuno si sia mai scandalizzato che tante donne non possano usufruire dello screening, anche in molte regioni italiane, mentre si ritiene inaccettabile non offrire subito il vaccino, la cui efficacia sul tumore necessita ancora di evidenze solide. Un altro problema sono i costi molto elevati del vaccino, che acuiranno le disuguaglianze nel diritto alla salute. Negli USA il ciclo vaccinale costa 375$, in Italia 564€ in farmacia e 376€ ai servizi pubblici. A questi vanno aggiunti i costi organizzativi della vaccinazione e della sorveglianza che, come si è detto, sono estremamente impegnative. Le analisi costo/efficacia hanno dato risultati diversi a seconda delle assunzioni di base e spesso non si dispone delle variabili indispensabili per una valutazione adeguata. Di fronte a tante incertezze, l’informazione assume un ruolo cruciale sia nei confronti dei medici che delle donne. Inoltre non sarà semplice affrontare, con le famiglie e con le bambine, una tematica tanto delicata. CONCLUSIONI L’ipotesi che il vaccino contro l’HPV possa contribuire a proteggere le donne da un tumore è certamente di grande interesse. Tuttavia i tanti vuoti conoscitivi fanno ritenere che si tratti di “un’enorme sperimentazione di salute pubblica” e che quindi come tale andrebbe condotta e promossa la vaccinazione. La fretta con cui si è proceduto in tante parti del mondo fa riflettere sui meccanismi e i criteri di scelta in sanità pubblica. Fonte: Grandori L.Ricerca & Pratica 2007;23:145-7. Fonte: Sciffman M. N Engl J Med 2005;353:2101-104. MOXIFLOXACINA: NUOVE INFORMAZIONI SULLA SICUREZZA Una recente valutazione delle reazioni avverse correlate alla somministrazione di moxifloxacina ha portato alle seguenti informazioni e raccomandazioni: ・ Il trattamento con moxifloxacina è associato al rischio di sviluppare manifestazioni pericolose per la vita del paziente come epatite fulminante, che potenzialmente può portare ad insufficienza epatica, e reazioni cutanee bollose come la Sindrome di Stevens-Johnson (SJS) o la necrolisi epidermica tossica (NET). ・ Per la scarsità dei dati clinici al riguardo, la somministrazione di moxifloxacina è controindicata nei pazienti con funzionalità epatica compromessa (categoria C secondo la classificazione di Child Pugh) e nei pazienti con valori delle transaminasi di oltre 5 volte il limite superiore della norma (LSN). ・ I pazienti devono essere informati di sospendere il trattamento e di mettersi in contatto con il proprio medico qualora si manifestino segni e sintomi iniziali di queste reazioni. ・ Le informazioni sul prodotto (Scheda tecnica e Foglio Illustrativo) sono state adeguatamente aggiornate. ・ Si invitano gli Operatori Sanitari a segnalare tutte le sospette reazioni avverse che si manifestino in concomitanza con l'uso di moxifloxacina. Fonte : http://www.agenziafarmaco.it GARDASIL, PER L’EMEA I BENEFICI SUPERANO I RISCHI Il Gardasil è un vaccino approvato nell’UE per la prevenzione della displasia di alto grado del collo dell’utero (CIN 2/3), del carcinoma del collo dell’utero, delle lesioni displastiche di alto grado della vulva ( VIN 2/3 ) e delle lesioni genitali esterne (condilomi acuminati) causate dal Papillomavirus Umano (HPV) tipi 6, 11, 16 e 18. All’EMEA sono pervenute segnalazioni di decessi in donne che avevano assunto in precedenza il Gardasil, inclusi due casi di morte improvvisa ed inattesa verificatisi in due giovani donne dell’UE, uno in Austria e l’altro in Germania. In entrambi i casi la causa di morte non è stata identificata e non è stata stabilita nessuna relazione causale con la somministrazione del vaccino. Sulla base delle evidenze attualmente disponibili, il comitato scientifico dell’EMEA (Committee for Medicinal Products for Human Use - CHMP) ritiene che i benefici di Gardasil superino i rischi e che non sia necessario alcun cambiamento nelle informazioni del prodotto. La sicurezza di Gardasil continuerà ad essere attentamente monitorata dall’EMEA, insieme alle altre Agenzie nazionali, in modo da intervenire prontamente dal punto di vista regolatorio nel caso in cui dovessero emergere nuove informazioni che possano modificare il profilo beneficio/rischio del farmaco. Fonte: http://www.agenziafarmaco.it./allegati/com_stampa_240108.pdf 2 Newsletter Numero 16 - Febbraio 2008 Dalla letteratura… Pillole di buona pratica prescrittiva CODEINA E ALLATTAMENTO L’AIFA ha avviato una procedura di revisione del profilo beneficio/rischio di tutti i medicinali contenenti codeina utilizzati durante l’allattamento. La codeina è un alcaloide naturale dell’oppio che agisce sul sistema nervoso centrale. E’ contenuta in specialità medicinali dispensabili soltanto su prescrizione medica ed è indicata, in associazione con altri principi attivi, per la sedazione della tosse e per il trattamento di affezioni dolorose acute e croniche. Il profarmaco codeina viene trasformato nel metabolita attivo morfina tramite l'enzima citocromo P450 (CYP2D6). A causa di variazioni genetiche, circa il 5,5% della popolazione in Europa occidentale presenta un notevole aumento dell'attività dell'enzima CYP2D6. Questi soggetti sono definiti "metabolizzatori ultrarapidi" ed in essi è più probabile che si manifestino effetti indesiderati in seguito alla assunzione di codeina poichè convertono codeina in morfina più velocemente ed in maggiori quantità. Generalmente, se assunta a dosi terapeutiche, la codeina è escreta nel latte materno in quantità clinicamente trascurabili ma nel caso di madri metabolizzatrici ultra-rapide che allattano si può verificare un aumento delle concentrazioni di morfina nel sangue e nel latte, con conseguente aumento del rischio di reazioni avverse nel neonato. Un caso pubblicato sul Lancet ha descritto il decesso di un neonato allattato al seno materno per intossicazione da morfina associata all'uso nella madre di dosi terapeutiche di codeina. In questo caso la madre risultava al test di tipizzazione genetica una metabolizzatrice ultra-rapida di codeina (Koren G, et al. Lancet 2006; 368:704.). Contestualmente alla revisione del rapporto beneficio-rischio, attualmente in corso, l’AIFA ritiene necessario richiamare l’attenzione dei medici su quanto segue: ・ prescrivere medicinali a base di codeina nelle donne che allattano, soltanto previa attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio, alle più basse dosi efficaci e per brevi periodi di tempo, ・ tenere sotto stretto controllo le pazienti in allattamento che sono in terapia con codeina ed i loro bambini, ・ informare le pazienti che allattano e che fanno uso di codeina sugli effetti collaterali tipici degli oppioidi, che potrebbero comparire nel bambino (sonnolenza, difficoltà nella suzione o nella respirazione, riduzione del tono muscolare e miosi) ed avvisarle di segnalare al medico l’eventuale comparsa nel bambino di tali sintomi. Fonte: http://www.agenziafarmaco.it/REGISTRAZIONE_FARMACO/registrazione_farmaco024.html INCONTINENZA URINARIA NELLE DONNE: REVISIONE SISTEMATICA GLUCOSAMINA SULFATO NELL’OSTEOARTRITE DELL’ANCA In questa revisione sono stati analizzati gli approcci non chirurgici della gestione dell’incontinenza urinaria nelle donne. Le conclusioni mostrano che il training vescicale ed i farmaci anticolinergici (oxibutina e tolterodina) sono efficaci, mentre la duloxetina lo è in misura minore. Mancano invece evidenze consistenti per qualunque altro tipo di trattamento. Gli studi inclusi nella revisione avevano come outcome primario il controllo vescicale a lungo termine ovvero il controllo al sesto mese di follow-up. La duloxetina non ha mostrato di essere più efficace del placebo nelle donne con incontinenza urinaria da stress, mentre in associazione al training vescicale ha offerto risultati migliori. Gli anticolinergici sono risultati migliori del placebo nell’incontinenza urinaria da vescica iperattiva e l’effetto collaterale più comunemente segnalato è stata la secchezza delle fauci. Esercizi del pavimento pelvico e della vescica migliorano il controllo soprattutto se eseguiti in associazione tra loro, mentre l’elettrostimolazione, i dispositivi medici, la terapia ormonale e gli agenti adrenergici hanno dato risultati inconsistenti. Secondo un recente studio condotto su 222 pazienti affetti da osteoartrite dell’anca, la glucosamina solfato non sarebbe efficace nel ridurre i sintomi e la progressione della patologia. Lo studio è stato condotto somministrando per due anni una dose giornaliera di 1500 mg di glucosamina o placebo e valutando eventuali differenze nel dolore e nella funzionalità attraverso la scala di misura WOMAC (Western Ontario and McMaster University) e nello spazio articolare. Dall’analisi dei punteggi del dolore e della funzionalità non è emersa alcuna differenza con il placebo e non si sono evidenziate nemmeno differenze nello spazio articolare. Gli autori concludono quindi che la glucosamina non è più efficace del placebo nel modificare la progressione sintomatica e radiografica dell’osteoartrite dell’anca dopo due anni di trattamento quotidiano, nonostante riconoscano alcuni limiti dello studio come ad esempio il fatto che il numero dei pazienti dei due gruppi non fosse bilanciato, fattore questo che rende difficile la corretta interpretazione dei risultati. Fonte: Shamliyan TA, Kane RL, Wyman J, Wilt TJ. Systematic Review: Randomized, Controlled Trials of Nonsurgical Treatments for Urinary Incontinence in Women. Ann Intern Med. 2008 Fonte: Rozendaal RM, Koes BW, van Osch GJ, Uitterlinden EJ. Effect of glucosamine sulfate on hip osteoarthritis: a randomized trial. Ann Intern Med. 2008;148(4):268-77 NESSUN BENEFICIO DELLA PROFILASSI PROBIOTICA NELLA PANCREATITE ACUTA GRAVE La profilassi probiotica effettuata mediante somministrazione enterale di differenti ceppi probiotici in pazienti con pancreatite acuta al fine di prevenire l’insorgenza di infezioni complicate, non solo non ha dimostrato di essere efficace, ma è risultata associata ad un aumento del rischio di mortalità. Lo studio ha incluso 298 pazienti randomizzati alla somministrazione di multi-probiotici (Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus casei, Lactobacillus salivarius, Lactobacillus lactis, Bifidobacterium bifidum e Bifidobacterium lactis) e placebo. L’endpoint primario dello studio era l’insorgenza di infezioni complicate (necrosi pancreatica infetta, sepsi, polmonite, urosepsi o ascite infetta) durante il ricovero e nei 90 giorni successivi. I risultati dello studio hanno mostrato infatti che: • le infezioni complicate hanno interessato il 30% dei pazienti in trattamento con i probiotici vs il 28% di quelli con placebo • il 16% dei pazienti nel gruppo con i probiotici è deceduto vs il 6% del gruppo con placebo • 9 pazienti del gruppo con i probiotici ha avuto un’ischemia intestinale, che è risultata fatale in 8 casi, mentre nessuno dei pazienti con placebo è deceduto Fonte: GH Besselink, HC Santvoort, E Buskens. Probiotic prophylaxis in predicted severe acute pancreatitis: a randomised, double-blind, placebo3 controlled trial. The Lancet 2008; 371:651-659 Newsletter Numero 16 - Febbraio 2008 MEDICINA E INFORMATICA WEB 2.0 E MEDICINA: UNA INTRODUZIONE Inizia con questo numero una collaborazione con il Dr. Eugenio Santoro del laboratorio di Informatica Medica, Dipartimento di Epidemiologia dell’Isituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, peer affrontare alcuni dei nuovi orizzonti delle applicazioni di Internet in ambito medico. Il Dr. Santoro oltre che autore di diversi articoli su riviste mediche e informatiche, nazionali e internazionali, di due volumi “Guida alla medicina in rete” e “Internet in medicina: guida all’uso e applicazioni pratiche”, tiene anche corsi specifici sull’argomento. Speriamo fare cosa gradita ai lettori ospitare il suo autorevole contributo su una tematica molto diffusa, ma nello stesso tempo molto controversa e piena di insidie. I media si occupano ormai quasi ogni giorno del web 2.0. Se ne parla molto in televisione, sui quotidiani, sui settimanali; se ne parla (e sempre più spesso lo si usa, qualche volta inconsapevolmente) in rete. La rivista Time è arrivata addirittura a dedicare al web 2.0 la sua prima pagina decretando “You” (inteso come persona che partecipa e collabora in rete) persona dell’anno 2006. Ma cosa è esattamente il web 2.0? La definizione forse più corretta è quella che la avvicina al mondo dell’ “open access”, inteso come luogo (virtuale) al quale chiunque può liberamente accedere attraverso l’impiego di software gratuito al fine di condividere informazioni e collaborare per creare nuova conoscenza, e nel quale gli utenti siano al tempo stesso produttori e fruitori dell’informazione. Ciò avviene grazie all’uso di strumenti innovativi tra i quali i più noti sono i social network, i blog, i podcast, i wiki e i feed RSS. Esempi di social network sono MySpace, YouTube, Flickr, SlideShare, Wikipedia, cioè portali che permettono di condividere ogni sorta di informazione (nell’ordine musica, filmati, immagini fotografiche, diapositive, voci enciclopediche). I feed RSS (Really Simple Syndication) e (in parte) i sistemi di podcasting sono comunemente utilizzati dai portali che fanno informazione (quotidiani, settimanali, radio, televisioni e portali generici) per distribuire più velocemente le notizie in formato testo o nel formato audio e/o video. I wiki stanno poi sostituendo le enciclopedie, specie quelle nel formato elettronico (l’esempio più noto di wiki è proprio Wikipedia), grazie allo sforzo collaborativo degli stessi utenti, mentre i blog permettono a chiunque di costruire un diario elettronico personale, aperto, eventualmente, al contributo di chiunque desideri partecipare con propri contributi. Tali strumenti possono essere utili alla classe medica? Si, a giudicare dalle applicazioni che negli ultimi due anni sono state sviluppate da riviste mediche, società scientifiche, organizzazioni istituzionali e università nel campo della formazione e dell’aggiornamento professionale. Per esempio, i portali delle riviste mediche e quelli che producono informazione scientifica hanno ormai affiancato i feed RSS agli usuali sistemi di “e-alert” basati sulla posta elettronica per segnalare ai lettori l’uscita di nuovi articoli e di nuove notizie. Inoltre, i portali di alcune società scientifiche (e quelli di varie riviste internazionali) hanno attivato sistemi di podcasting che permettono agli iscritti di ricevere periodicamente in formato audio (o video), e direttamente sui loro computer, approfondimenti su determinate tematiche, interviste a esperti e le relazioni più significative presentate ai congressi nazionali. Lo stesso Wikipedia sta diventando (a torto o a ragione) un punto di riferimento per gli utenti in rete anche per gli argomenti riguardanti la salute e la medicina, mentre nuove enciclopedie mediche stanno per essere sviluppate seguendo un analogo modello. Stanno infine sviluppandosi social network nei quali i medici appartenenti a una stessa community possono scambiarsi informazioni sui casi clinici, cercare consigli per effettuare una diagnosi e condividere le proprie conoscenze, ai quali si contrappongono social network di pazienti e cittadini pronti a sfruttare le potenzialità del mezzo per creare una massa critica, giudicare medici e strutture sanitarie, e gestire/condividere i propri dati sanitari. E poi ancora l’uso di blog, di YouTube e di SecondLife da parte di organi istituzionali e società scientifiche per informare i cittadini su piani sanitari regionali, per avvicinarli alle biotecnologie o per lanciare campagne di sensibilizzazione su specifici argomenti sanitari. Ce n’è abbastanza per iniziare a parlare di questi temi anche in Italia, per diffondere tra i medici l’uso di queste tecnologie e, in definitiva, per tentare di colmare il divario che ci separa dagli Stati Uniti e dagli altri paesi europei. Anche perché, come illustrato in un editoriale apparso sull’ultimo numero del 2007 del British Medical Journal, il web 3.0 sta per arrivare e promette ulteriori rivoluzioni, anche in ambito medico. Bibliografia 1) Santoro E. Podcast, wiki e blog: il web 2.0 al servizio della formazione e dell’aggiornamento del medico. Recenti Progressi in Medicina 2007;98:484-94. 2) Giustini D. Web 3.0 and medicine. British Medical Journal 2007;335:1273-1274. Nota: Il prossimo 11 giugno, l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” ha in programma, presso la propria sede di Milano, un corso dal titolo “Il web 2.0 al servizio della formazione e dell'aggiornamento del medico”. Per informazioni: Dr. Eugenio Santoro, [email protected], tel: 0239014562. 4 Newsletter Numero 16 - Febbraio 2008 Dalla parte dei cittadini TUMORI GINECOLOGICI: FINALMENTE UN SITO DEDICATO NOVITÁ on line un sito di informazione sui tumori ginecologici: www.fondazionemattioli.it. Come nasce il sito? Dal 1981, il Dipartimento di Oncologia dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri ha attivato un’intensa collaborazione tra ricercatori, medici e tecnici nel settore dell’oncologia ginecologica e ha promosso numerosi progetti di ricerca a livello nazionale e internazionale. La ricerca si è particolarmente focalizzata sui tumori dell’ovaio, che rappresentano il sesto tipo di cancro più comune nelle donne europee nonché la prima causa di morte per tumore nella sfera genitale femminile. Che cosa è la Fondazione Mattioli? Dal 1995, la Fondazione Nerina e Mario Mattioli ONLUS ha contribuito a sviluppare e catalizzare questa collaborazione interdisciplinare e favorire il rapido trasferimento di conoscenze tra laboratorio e clinica, nella speranza di ottenere benefici per tutte le pazienti affette da tumori dell’apparato genitale femminile. Molteplici gli obiettivi: studiare le proprietà biologiche e biochimiche dei tumori dell’apparato genitale femminile, in particolare dei tumori dell’ovaio; approfondire la conoscenza dei meccanismi che portano all’insorgenza e allo sviluppo di questi tumori; favorire lo sviluppo e l’applicazione di nuove strategie terapeutiche che permettano maggiore efficacia e minore tossicità, quindi una migliore qualità della vita; promuovere ogni collaborazione nazionale ed internazionale perché i risultati della ricerca di base e della ricerca clinica, accompagnati dalla valutazione della letteratura medico-scientifica, favoriscano il trasferimento nella pratica dei risultati ottenuti e portino a migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita. A chi è rivolto il sito? Il sito si rivolge alla popolazione in generale, in particolare alle donne e alle pazienti. Il linguaggio che si è voluto adottare è semplice ed immediato e può essere segnalato come un sito di riferimento per cercare informazioni corrette ed aggiornate. Su questa tematica ci sono siti molto interessanti per i paesi anglosassoni ma in Italia mancava una fonte di informazione specifica. Il sito, essendo nato da poco, presenta alcune sezioni ancora in preparazione o da completare. Il sito è coordinato da un gruppo multidisciplinare cui fanno parte ricercatori, clinici e consumers. Cosa si trova sul sito? Sul sito si trovano informazioni sull’apparato genitale femminine, informazioni sul vaccino HPV, sui tumori dell’apparato genitale femminile, ovaio, utero o endometrio, collo dell’utero; inoltre si invitano le persone a scrivere la propria storia di malattia per aiutare attraverso la propria esperienza tante altre donne. Naturalmente sul sito si trovano anche informazioni sulla Fondazione Mattioli e su come sostenere la sua attività a favore della ricerca in oncologia. Per ulteriori informazioni: [email protected], [email protected] A cura di Paola Mosconi - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri 5 Newsletter Numero 16 - Febbraio 2008 Per approfondire… Le iniziative di formazione Interazioni tra farmaci: una valutazione della loro rilevanza clinica Sala Lombardia ASL di Bergamo Via Gallicciolli, 4 1 aprile 2008 dalle 9.00 alle 13.00 Per informazioni/iscrizioni: tel 035/4535313 Villa Camozzi -Ranica La prescrizione di FANS e IPP nel rispetto dell’appropriatezza e della continuità terapeutica ospedale-territorio Sala Lombardia ASL di Bergamo Via Gallicciolli, 4 23 aprile 2008 dalle 9.30 alle 13.00 “Spazio Aperto” all'informazione dell'Industria Il Dipartimento Funzionale Interaziendale di Farmacologia Clinica degli Ospedali Riuniti di Bergamo, in condivisone con la Direzione Aziendale, dal mese di giugno del 2005 ha istituito presso i locali dell'USC Farmacia un momento di incontro e dibattito settimanale con l'Informazione dell'Industria (farmaci e dispositivi medici) dove il personale sanitario (Medici, Infermieri, Farmacisti dell'Ospedale e del Territorio) può accedere in modo libero e collegiale. L'iniziativa "spazio aperto" all'informazione dell'industria si tiene presso la sala riunioni dell'USC Farmacia. Gli incontri del mese di marzo si svolgeranno nei giorni: 5 - 12 - 19 - 26 dalle 16,00 alle 17,30 Per informazioni/iscrizioni: tel 035/385253 Piano Formativo Aziendale 2008 per MMG e PLS I semestre 2007 Per informazioni prendere contatti con il Dipartimento Cure Primarie e Comunità Assistenziale ASL Bergamo Per ulteriori informazioni e per conferma degli appuntamenti si può contattare la Segreteria dell'USC Farmacia (Tel. 035-269737) BACHECA DEI SITI INTERNET UTILI CLINICAL EVIDENCE: LA RISORSA ON-LINE SUI RISULTATI DELLE RICERCHE CLINICHE http://www.clinicalevidence.com (In inglese) Clinical Evidence è un sito, edito dal BMJ Publishing Group, che rappresenta, per completezza e aggiornamento, una delle migliori risorse disponibili on-line sui risultati delle ricerche cliniche. Il suo obiettivo è quello di promuovere la decisioni informate in medicina. Il sito indicizza lo stato dell’arte sulle prove di efficacia (o la mancanza di) di oltre 2000 trattamenti e 200 condizioni, scelte tra quelle più importanti o comuni nella pratica clinica e nell’ospedalizzazione. I riassunti pubblicati in Clinical Evidence sono il risultato di un rigoroso processo che garantisce la loro credibilità e rilevanza per la pratica clinica. Il lavoro di revisione viene svolto analizzando migliori revisioni sistematiche di studi randomizzati controllati della letteratura scientifica: la Cochrane Library, Medline, Embase e, saltuariamente, database elettronici. Lo scopo è quello di valutare rischi e benefici degli interventi preventivi e terapeutici, facendo il punto sui risultati che riguardano i pazienti. Gli argomenti sono scelti in funzione della loro rilevanza nella pratica clinica, in collaborazione con medici clinici e gruppi di pazienti. I contenuti del sito sono consultabili dopo registrazione, a pagamento.Interessante è la sezione Resources (liberamente accessibile) che pubblica una serie di strumenti e risorse utili per la comprensione e l’applicazione della evidence-based medicine. Fonte: http://www.partecipasalute.it Riferimenti utili per l’informazione indipendente sul farmaco E’ possibile avere informazioni indipendenti sui principali problemi nell’uso razionale dei farmaci contattando gratuitamente i seguenti Servizi di Informazione sul Farmaco: Per l’uso dei farmaci in gravidanza: - Unità di Tossicologia Clinica - Centro Antiveleni AO Ospedali Riuniti di Bergamo. Numero Verde 800 88.33.00 Per l’uso dei farmaci in età pediatrica: - Centro di Informazione sul Farmaco e la Salute, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano (dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 15). Telefono 02.3900.5070 Per l’uso dei farmaci negli anziani: - Servizio di Informazione sull’uso dei Farmaci nell’Anziano, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano (dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17). Telefono 02.3570319 Questo numero è stato redatto a cura di Alessandro Nobili, Luca Pasina, Paola Mosconi, Maurizio Bonati, Cinzia Colombo, Eugenio Santoro - Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano. Si ringraziano tutti coloro che hanno contribuito a questo numero inviando o segnalando notizie e documentazione. 6