Dio è indispensabile alla vita di coppia

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Dio è indispensabile alla vita di coppia
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Attualità
10 OTTOBRE 2010
La biblista Antonella Anghinoni: «Guardiamo l’esempio di Isacco e Rebecca»
«Dio è indispensabile
alla vita di coppia»
lla voce “coppie famose della letteratura” ai
più vengono subito in
mente Paolo e Francesca, Renzo e Lucia o al limite Romeo e
Giulietta. Oppure, passando ai
testi sacri, si tirano in ballo
quasi sempre Abramo e Sarah.
Mai che si parli di Isacco e Rebecca. Eppure è con loro che
compare per la prima volta nelle Scritture la parola “amore”
inteso come sentimento tra un
uomo e una donna. Non solo,
ma ancora oggi la prassi del
consenso femminile nel matrimonio ebraico, e quindi un po’
anche nel nostro, risale al famoso “consenso di Rebecca”.
A rivelarcelo è Antonella Anghinoni, biblista veronese che
sarà impegnata come relatrice
domenica 17 ottobre (alle
15.30) presso il Centro di spiritualità San Fidenzio nel tradizionale convegno d’apertura
dell’anno di attività del Centro
di Pastorale familiare. Nella
conferenza, intitolata dagli organizzatori Il matrimonio cri-
A
Claude Lorrain
Veduta con nozze
di Isacco e Rebecca (1648)
Antonella
Anghinoni
«Nelle parole ebraiche uomo e donna ci sono le lettere che
compongono l’impronunciabile nome del Signore: se si
tolgono, ciò che rimane è fuoco, una passione effimera...»
stiano e la bellezza di Dio, la
Anghinoni racconterà appunto
le vicende di Isacco e Rebecca,
due giovani “normali” che si
incontrano, si piacciono e
“mettono su famiglia”, ma anche due giovani che fanno tutto
questo “davanti a Dio”.
– Allora professoressa, iniziamo dal gossip... È vero che
tra Isacco e Rebecca scocca il
primo “colpo di fulmine” di
tutta la narrazione biblica?
«Posso confermare, è tutto
Il progetto del Centro diocesano di Pastorale familiare
Una pastorale delle famiglie
con protagoniste le famiglie
na pastorale per le famiglie, con
le famiglie” è lo slogan che riassume l’impegno di quest’anno
del Centro di Pastorale familiare e l’obiettivo
primario delle diverse proposte. È ormai chiaro, infatti, che da soli difficilmente si va da
qualche parte, mentre insieme si può ancora
riaffermare il valore della famiglia, come
soggetto unificante di tutta l’azione pastorale
delle nostre comunità parrocchiali. Quello
che si vuole costruire non è tanto un “centro
servizi”, quanto un “cuore pulsante” che dà e
riceve linfa. Porsi questo obiettivo, del resto,
non è altro che cercare di attuare quella corresponsabilità e ministerialità a cui il nostro Vescovo ci richiama nel progetto diocesano e
che può trasformare la famiglia da semplice
destinatario di attenzioni (oggetto) a promotrice della propria vocazione (soggetto).
Per fare questo – obiettivo alto, mai possibile forse da realizzare compiutamente ma
continuamente da ricercare, anche quest’anno – le varie proposte avranno alcune particolari attenzioni.
Per gli animatori di pastorale familiare
saranno proposti tre incontri formativi, il primo sull’importanza dei gruppi familiari (20
novembre, con don Valter Danna, direttore
dell’Ufficio Famiglia di Torino), il secondo
sulle situazioni familiari difficili o irregolari (26 febbraio, con don Eugenio Zanetti, direttore del Gruppo La Casa di Bergamo) e il
terzo sulla preparazione dei fidanzati al matrimonio cristiano (26 marzo, con don Paolo
Gentili, direttore dell’Ufficio Famiglia nazionale). Per quanto riguarda l’accompagnamento delle coppie, da quelle in fase di preparazione (fidanzati), a quelle appena costituite
(giovani coppie), per continuare con quelle
che vivono da tempo la loro esperienza matrimoniale (coppie di sposi e gruppi familiari),
sono proposti specifici incontri mensili (a
partire dal 7 novembre, a San Fidenzio), durante i quali sarà possibile ripensare al proprio progetto di vita in coppia e “ricaricare le
pile”. All’interno di questo programma, in
collaborazione con l’Ufficio Catechistico sono programmati al Mericianum di Desenzano
cinque incontri dal titolo “Bibbia, Arte e Famiglia”, in cui attraverso un’opera d’arte e un
episodio del testo sacro sarà proposta una ri-
“U
Roberta e Piero Dalle Vedove
flessione su alcuni aspetti della vita familiare.
Infine, con la collaborazione di alcuni consultori familiari di ispirazione cristiana, proseguirà l’esperienza dei gruppi di condivisione e di confronto per quanti vivono situazioni
matrimoniali difficili o irregolari.
Altri importanti appuntamenti “speciali”
sono la meditazione in preparazione al Natale (5 dicembre a San Zeno con don Antonio
Scattolini), e la Festa degli innamorati (in
programma il 13 febbraio prossimo.)
Nell’ottica, infine, della collaborazione
vanno ricordate altre iniziative, quali i Laboratori sulla trasmissione della fede in famiglia
(insieme all’Ufficio Catechistico), i libretti di
preghiera in famiglia (Avvento e Quaresima),
e le diverse collaborazioni con parrocchie, unità pastorali e vicarie.
Un grazie anticipato a tutte quelle persone,
coppie, famiglie, sacerdoti, religiosi, religiose, che parteciperanno alle nostre iniziative e
che poi nella quotidianità della vita familiare
e parrocchiale saranno impegnati a rispondere con entusiasmo al mai dimenticato invito
di Giovanni Paolo II: “Famiglia diventa ciò
che sei”. Tutto il programma sarà costantemente aggiornato sul sito www.portalefamiglie.it. Altre informazioni si potranno sempre
avere telefonando allo 045.8034378.
Piero e Roberta Dalle Vedove
presidenti del Cpf
mons. Gianni Ballarini
direttore Cpf
vero! Rebecca è una ragazza
giovane e di bell’aspetto. Il suo
nome in ebraico significa infatti “colei che avvince per la sua
bellezza”, ma anche legame,
laccio. Quando incontra Isacco
per la prima volta, la Bibbia,
per entrambi, usa l’espressione
“alzò gli occhi e vide”: è significativo perché questa sequenza di parole viene usata solitamente a riguardo delle manifestazioni divine. La traduzione
italiana racconta che, subito
dopo lo sguardo reciproco,
“scese dal cammello”, mentre
il verbo usato nell’originale ebraico è “cadere”. Ovvero Rebecca, dopo aver incrociato gli
occhi di Isacco, cadde letteralmente dal cammello...».
– Può raccontarci brevemente la sua storia?
«Ci provo... Rebecca è una
ragazza della tribù d’origine di
Abramo, scelta da Eliezer, servitore di Abramo mandato in
spedizione dal padrone con
dieci cammelli e molti beni
materiali per procurare una
moglie ad Isacco. Dopo una
preghiera a Dio, Rebecca viene
scelta per un segno divino ed
anche per la generosità dimostrata nei confronti dello stesso
Eliezer. Dopo aver conosciuto
la sua famiglia, il servo le svela
la propria missione e le chiede
di partire con lui. Rebecca acconsente liberamente e parte
con uno sconosciuto, verso un
Paese sconosciuto, per andare
in sposa ad uno sconosciuto...».
– Un matrimonio piuttosto
coraggioso...
«Rebecca dimostra una
grande forza d’animo che uscirà fuori anche in altri momenti della sua vita; sa assumersi delle responsabilità. Ma
in ogni matrimonio funziona
un po’ così perché, per quanto
possa essere stato lungo il periodo di fidanzamento, con esso viene rivelata la vera natura
di un rapporto di coppia e talvolta, dopo il “per sempre”, capitano delle sorprese. Una di
queste è che più facilmente
può succedere di trattare l’altro
come una cosa scontata. Voglio a questo riguardo sfatare
un “mito”: non è vero che l’amore è eterno».
– In che senso scusi?
«Per mantenersi eterno, l’amore necessita di una cura, di
un impegno ed anche della preghiera. Quando i figli non arrivavano, Isacco e Rebecca pre-
gavano insieme davanti a Dio e
gli chiedevano la forza necessaria per andare avanti di fronte a tutte le difficoltà che la vita presentava. Senza Dio il rischio è quello di ritorcersi l’uno contro l’altra, anche nei migliori matrimoni».
– Per la cultura attuale affermare che Dio è indispensabile alla coppia è, diciamo,
un’affermazione alquanto
singolare...
«Eppure è così. Un midrash
(raccolta di commenti rabbini-
sposa la figlia del faraone e si
“circonda” di molte donne
straniere. È la donna che conduce l’uomo: la donna ha un
grande potere nei confronti
dell’uomo perché, nel “sogno
di Dio”, è custode della relazione. Tenendo il bambino in
pancia, impara ad avere una
comunicazione maggiore con
l’umano e con Dio. Teniamo
presente, poi, che nella Bibbia
“custodire” è un verbo importantissimo ed è quasi sempre
legato alla Parola di Dio ed al-
ntonella Anghinoni ha studiato teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e alla Hebrew University di Gerusalemme ed è tra le pochissime donne bibliste laiche. Tiene conferenze e ritiri spirituali in tutta Italia e lezioni di Antico Testamento all’Istituto Superiore di Scienze Religiose Santa Maria
di Monte Berico di Vicenza e sta portando alla luce le
molte voci femminili contenute nelle Scritture. Più
volte è stata invitata in Rai a parlare di queste donne
calate in contesti contemporanei. In autunno, proprio
le donne dell’Antico Testamento saranno protagoniste
di Nel nome delle madri, un programma che andrà in
onda tutte le domeniche in prima serata su Telepace.
Tutti i mercoledì di ottobre, inoltre, alle ore 18, la
professoressa Anghinoni tiene presso la Libreria “Il
Minotauro”, di via Cappello, un ciclo di conferenze
intitolato “La sapienza delle donne”. Gli incontri riguardano i testi biblici che narrano le vicende di tre
donne sagge incontrate dal re Davide. Sono donne che
introducono all’arte della vita e all’amore, che possiedono uno sguardo più ampio e vedono le cose dall’alto, con animo puro. Due di loro non hanno neppure un
nome, la tradizione ebraica infatti non ce l’ha consegnato, definendole solamente “sagge”.
A
D. Gas.
ci alle Scritture che cercano di
svelarne il significato profondo, ndr) sottolinea che all’interno della parola “uomo” e
della parola “donna” in ebraico
ci sono delle lettere che compongono il Tetragramma Sacro, l’impronunciabile nome
proprio di Dio nell’Antico Testamento. Ebbene, se togliamo
quelle lettere, ciò che rimane di
“uomo” e “donna” non è altro
che il termine “fuoco”, quindi
una passione effimera, destinata a bruciare in fretta, comunque a finire... Nella Bibbia la
coppia senza Dio non sta in
piedi».
– Come mai Abramo vuole
che la moglie di Isacco appartenga alla sua stessa famiglia?
«Questo è un dato molto interessante. Il matrimonio endogamico nel mondo ebraico è
fondamentale perché, secondo
la saggezza biblica, la donna
conduce molto facilmente
l’uomo a credere nel suo dio.
Mentre non avviene il contrario. Re Salomone, famoso per
la sua grande saggezza, perché
perverte il suo cuore? Perché
la preghiera, che serve infatti a
custodire il cuore. Quello della
custodia è, ieri come oggi, un
compito difficilissimo».
– Per quali motivi la relazione uomo-donna è così determinante sulla vita personale e quindi sulla società?
«Sono due le dimensioni in
cui nella vita si sperimenta la
massima impotenza e quindi il
massimo grado di creaturalità:
la malattia e la relazione. In
questi due ambiti si percepisce
con maggiore nettezza la nostra condizione terrena. Nella
relazione ci si può impegnare
al massimo e mettercela tutta,
ma non basta: c’è sempre in
gioco la libertà dell’altro. L’amore, infatti, può esistere solo
nella libertà ed è incompatibile
con cose come la paura, la rabbia ed il senso di colpa. I nostri
progenitori nel Giardino erano
nudi: essere nudi nelle Scritture vuol dire non avere difese di
fronte all’altro. Nel matrimonio è così: si è veramente senza
difese perché l’altro ha realmente il potere di farti vivere o
di farti morire».
Davide Gasparini