L`UNIVERSO TEMATICO di Ettore Catalano Di che cosa parla la
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L`UNIVERSO TEMATICO di Ettore Catalano Di che cosa parla la
L’UNIVERSO TEMATICO di Ettore Catalano Di che cosa parla la letteratura? Scartando le ipotesi autoreferenziali e tautologiche, fino a poco tempo fa si guardava con diffidenza ad approcci di tipo tematico, soprattutto per la natura sfuggente del tema, che, in letteratura, è una entità molto fluida. Innanzitutto, il tema non coincide col soggetto dell’opera e ciò sul piano del significato e del contenuto. Si può parlare della storia di Don Giovanni tematizzandola da numerosi punti di vista: pulsione di morte, omosessualità latente, sfida faustiana o energia libidica. Il tema è un quadro di riferimento attraverso cui leggiamo un’opera, è il prodotto di una lettura e quindi si tratta di un processo soggettivo, il che spiega la natura sfuggente e relativa. La tematizzazione è un’operazione doppia: ▪ operazione iniziale che compie l’autore sul materiale a disposizione,trattandolo da una determinata angolazione; ▪ operazione fatta da parte del lettore quando individua il tema di fondo. Il problema che qui si apre è dibattuto dall’ermeneutica: esistono buone tematizzazioni o tutte sono di pari dignità? Si può dire che la tematizzazione, come ogni atto interpretativo, è un processo infinito ma non illimitato con la fusione di orizzonti tra lettore e autore in ogni epoca ( Borges legge il Don Chisciotte di Pierre Menard in infinite variazioni) e non è illimitato perché prende le mosse dai percorsi semantici del testo che sono densi, innumerevoli ed ambigui, ma pur sempre limitati dal testo stesso. Il tema come visione soggettiva e dinamica è lo spazio di tensione fra l’argomento e il senso: nel dire che l’opera di Proust tratta dell’eros, mi limito a constatarne il contenuto e a descriverne l’argomento; se parlo invece di inappagabilità del desiderio o fuggevolezza dell’oggetto amato, compio un’inferenza, un’operazione soggettiva che si avvicina al senso complessivo dell’opera. Se il tema appartiene alla dimensione astratta e metatestuale, il motivo non è il corrispondente concreto e testuale come unità di contenuto di un’opera ben delimitabile ( es “ l’innamoramento al primo sguardo”), e da questo deriva anche il concetto di topos, motivo standardizzato che si presenta in epoche diverse e ricorre con relativa fissità di forme. Oggi si parla di un certo ritorno alla critica tematica, molto in auge in età positivistica, come catalizzazione e inventario - in una visione quantitativa degli studi letterari- di arti che studiano un materiale molto ampio a proposito di alcuni temi come il patto col diavolo e l’immagine della donna nella poesia cavalleresca. A tale tendenza si opposero la critica idealistica e quella stilistica, le quali in modi diversi tendevano a valorizzare l’individualità assoluta ed irripetibile di ogni opera letteraria. In tale prospettiva ( messa a fuoco dei procedimenti espressivi), Croce criticò la tematica come inutile accumulo di dati eruditi e Spitzer ironizzò su un ipotetico studio sul cervello in letteratura per sottolineare il carattere meramente contenutistico di quella critica tematica. Venne poi lo strutturalismo e il suo sogno di definire la letterarietà come scienza. La rinata critica tematica intende analizzare le trasformazioni dei temi letterari attraverso svariate epoche e culture in una impostazione che è oggi transculturale e privilegia lo studio dell’universo tematico di un singolo autore, delle sue ossessioni e delle sue immagini ricorrenti, spesso intese nel senso materiale delle percezioni sensoriali. Bisogna delimitare il campo introducendo il concetto di campo tematico e cioè un insieme di temi apparentati fra loro che creano una rete di intersezioni: identità, alterità, passione, viaggio, paesaggio,oggetto. Così vi sono temi transculturali e di lunghissima durata che accomunano opere di provenienza molto diversa e temi più legati a singoli contesti o alle condizioni specifiche della vita materiale( il treno) o strettamente connessi con movimenti letterari specifici (la figura del dandy). Bisogna certo, nell’analisi dei temi di lunga durata, misurarne la consistenza col variare dell’idea di letteratura e delle sue funzioni sociali. Nell’assumere il concetto di metamorfosi nella sua dialettica di costanti e di varianti. essa compare nell’ Odissea con Proteo e con Circe e in età ellenistica diventa un vero genere letterario e enciclopedico da cui partirà poi Ovidio ( componente filosofica con Pitagora e crisi di identità dei personaggi che conservano ancora coscienza umana). Apuleio accentuerà la componente “ bassa” nella trasformazione magica dell’uomo in asino. Nel Medioevo avanza la componente allegorica di Dante, nel Barocco viene esasperato il senso della labilità vertiginosa del reale. Dopo la fine del ‘700, la metamorfosi si associa con nuovi generi letterari come il racconto fantastico( poetica tra ambiguo e implicito) e nell’età positivistica con l’esperimento scientifico e la sua sfida prometeica. Nasce con Stevenson la trasformazione psichica dell’identità. Il represso dell’età vittoriana con Lo strano caso del Dottor Jekill e Mr Hyde segna il percorso verso la fantascienza. Nel ‘900 il racconto celebre di Kafka rivoluziona l’impianto: il tema della naturalità della reificazione dell’individuo che assume nel secondo ‘900, con altre accentuazioni, la forma del realismo magico sudamericano. L’interesse per l’universo tematico ha coinvolto, soprattutto, l’identità, la focalizzazione sui meccanismi con cui la letteratura contribuisce alla costruzione dell’identità sociale, sensuale, etnica. Nasce una critica femministica che prima si occupa solo delle opere delle donne, poi si volge alla critica delle opere canoniche, cioè maschili per smontarne i meccanismi di potere e per analizzare i modi in cui torna tematizzata l’immagine della donna e la differenza tra i ruoli. Si arriva al genere: l’identità sessuale come frutto di una costruzione culturale e sociale che rielabora il dato biologico (Foucault, Derrida).