La leggenda del grande inquisitore - Recensioni teatrali

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La leggenda del grande inquisitore - Recensioni teatrali
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Valeria
Palumbo
dicembre 8, 2014
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All’Elfo Puccini di Milano una pièce tratta dai Fratelli
Karamazov. A salvarla, solo il virtuosismo di Umberto Orsini e
le parole superstiti di Dostoevsky.
La leggenda del grande Inquisitore è il titolo non solo dello
spettacolo portato in scena dalla Compagnia Orsini, ma anche
di un celebre saggio di Vasilij Vasil’evič Rozanov che sottolineava il
messaggio universale di Dostoevsky e che parla del capitolo del
capolavoro russo intitolato appunto Il Grande inquisitore. Però non
basta un titolo né a far diventare pop uno spettacolo, né a giustificare il
maltrattamento di un classico come i Fratelli Karamazov di Fedor
Dostoevsky. La drammaturgia porta tre firme: quelle dei due interpreti,
Umberto Orsini e Leonardo Capuano. E quella del regista, Pietro Babina. Il
risultato è pressoché incomprensibile nella prima parte. Prende tutta
un’altra forza nel monologo finale di Umberto Orsini che, nei panni del
vecchissimo Inquisitore, ricondanna a morte Gesù. Perfino questa
straordinaria prova d’artista è resa però meno credibile dal fatto che
l’Inquisitore, anziché vivere nella Spagna tardo quattrocentesca, come
aveva immaginato lo scrittore, partecipa a un Ted, ossia a una delle
conferenze che si tengono in giro per il mondo per diffondere nuovi
progetti. Qual è il nesso tra le Ideas worth spreading e il discorso lucido e
terribile che l’Inquisitore fa a Gesù? E che c’entra il prelato che appare alla
fine del discorso dell’Inquisitore e che sostituisce il bacio, ambiguo e
fondamentale, che Gesù, rimasto in silenzio, stampa sulle labbra esangui
del vecchio secondo Dostoevsky? In ogni caso la parte più debole dello
spettacolo è il primo quarto d’ora: Orsini e Capuano mimano senza parole,
in una stanza a metà strada tra una prigione e un bunker, il dialogo che
subito dopo recitano, nel secondo quarto d’ora, con gli stessi gesti. Il
pubblico, che pure alla prima ha applaudito entusiasta alla fine della pièce,
è rimasto a lungo perplesso. Il tutto era piuttosto noioso. La scritta in neon
“Fede” che dominava la scena era perfino naif. Va dato comunque merito
a Orsini di non aver mai paura di sperimentare.
Lo spettacolo è stato in scena:
Teatro Elfo Puccini
Sala Shakespeare
Corso Buenos Aires 33 – Milano
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dal 2 al 7 dicembre 2014
Valeria
Palumbo
dicembre 8, 2014
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La leggenda del grande inquisitore
dai Fratelli Karamazov di Fedor Dostoevsky
drammaturgia di Pietro Babina, Leonardo Capuano e Umberto Orsini
regia di Pietro Babina
con Umberto Orsini e Leonardo Capuano
scene di Federico Babina, Pietro Babina
costumi di Gianluca Sbicca
musiche di Alberto Fiori
sound Design di Alessandro Saviozzi
video Effects di Miguel D’Errico
produzione della Compagnia Orsini e del Teatro della Pergola
(durata: 90 minuti)
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