Letteratura per l`infanzia

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Letteratura per l`infanzia
1
Nicola S. Barbieri
Letteratura per l’infanzia
Teorie pedagogiche e pratiche testuali
con la collaborazione di
Chiara Carraro, Elisa Cavicchia, Giulia Franceschini,
Elisa Malaguti, Elisa Massari e Giorgia Mezzetti
2
AVVERTENZA
Nel Capitolo 2, i paragrafi 2.4 (Una tematica ricorrente e una parola chiave: il viaggio) e
2.7 (Un caso particolare: la presenza degli animali nelle fiabe) sono stati redatti da Giorgia
Mezzetti; il Capitolo 5 (L’utilizzo pedagogico della letteratura per l’infanzia kiplinghiana: la
giungla come sfondo integratore del lupettismo) e l’Appendice alla parte III (Lineamenti di
storia dello scautismo) sono stati redatti da Chiara Carraro; il Capitolo 8 (Esopo) è stato
redatto da Elisa Cavicchia; l’Appendice alla parte V (Pinocchio, questo sconosciuto. Leggere
e ri-leggere il classico collodiano oggi) è stata redatta da Elisa Malaguti; il Capitolo 12
(Rivoltanti delizie. Un itinerario pedagogico e letterario nella vita e nelle opere di Roald Dahl)
è stato redatto da Elisa Massari; l’intervista contenuta nel Capitolo 14 è stata concessa da
Bianca Pitzorno a Elisa Massari, e da questa riordinata. Alcuni brani di saggistica in lingua
inglese relativi alla vita e alle opere di Andersen, inseriti nel capitolo 3, sono stati tradotti
da Giulia Franceschini.
Terza edizione riveduta, ampliata e corretta: dicembre 2013
ISBN 978 88 6787 200 8
© 2013 CLEUP sc
“Coop. Libraria Editrice Università di Padova”
via Belzoni 118/3 – Padova (tel. 049/8753496)
www.cleup.it – www.facebook.com/cleup
Tutti i diritti di traduzione, riproduzione e adattamento,
totale o parziale, con qualsiasi mezzo (comprese
le copie fotostatiche e i microfilm) sono riservati.
Grafica di copertina: Massimo Maltauro.
Le tavole alla fine di ogni capitolo (escluse quelle alla fine dei capitoli 4, 13 e 14) sono state
eseguite da Sofia Barbieri (nata il 25 giugno 1997), all’età di 10 anni, quando era alunna
della classe V A della scuola primaria “San Vincenzo de’ Paoli” di Reggio Emilia.
3
Indice
Indice
Ringraziamenti15
Prefazione17
Parte I
LA LETTERATURA PER L’INFANZIA
COME PRATICA SOCIALE E COME DISCIPLINA ACCADEMICA
Capitolo 1
Introduzione alla letteratura per l’infanzia:
i contorni epistemologici di una disciplina
Antefatto: solo un gioco di parole?
21
1.1. L’oggetto di indagine
24
1.2. Gli aspetti metodologici
29
1.2.1. La letteratura per l’infanzia come struttura comunicativa30
1.2.2. La letteratura per l’infanzia come discorso pedagogico30
1.2.3 Analisi di un testo letterario per l’infanzia: Holger il Danese
36
1.3. Il significato formativo
37
Tavola 1. Un topo oggi molto famoso: Ratatouille
39
Capitolo 2
La fiaba come specie del raccontare: genesi, struttura, funzione
2.1. Introduzione: l’origine della fiaba
41
2.2. La fiaba e la sua interpretazione
47
2.2.1. Gli elementi fondamentali della fiaba secondo Propp47
2.2.2. I tratti strutturali della fiaba secondo Luthi50
2.3. La genesi della fiaba: l’inestinguibile desiderio del narrare
52
2.3.1. La rilevanza dell’intreccio narrativo e la risoluzione del desiderio
53
2.3.2. Lo specifico del contesto narrativo della fiaba55
4
Indice
2.4. Una tematica ricorrente e una parola chiave:
il viaggio (Giorgia Mezzetti)
61
2.4.1. Il significato profondo del viaggio come metafora archetipica61
2.4.2. Un viaggio famoso: le peregrinazioni di Pinocchio64
2.4.3. I corollari del viaggio
66
2.5. Il viaggio della fiaba e i suoi personaggi archetipici:
il loro ruolo e la loro funzione
68
2.5.1. La morfologia della fiaba e le funzioni dei personaggi
secondo Vladimir Propp68
2.5.2. La figura dell’eroe nella fiaba73
2.5.3. La relazione educativa nella fiaba: le figure parentali
e il “maestro”75
2.6. La componente magica nella caratterizzazione dei personaggi
delle fiabe
80
2.6.1. La “magia donata” e il ruolo dell’aiutante magico80
2.6.2. La peculiare “umanità” dell’aiutante della fiaba81
2.7. Un caso particolare della dimensione fantastica della narrazione
fiabesca: la presenza degli animali (Giorgia Mezzetti)
84
2.7.1. Il simbolismo animale come sostrato culturale arcaico84
2.7.2. Il significato della presenza animale nella fiaba86
2.8. Un nuovo punto di vista sulla fiaba: dall’intento moralistico
alla trasgressività formativa
88
2.8.1. La fiaba come strumento di strutturazione stereotipata
della personalità in crescita88
2.8.2. La fiaba come possibilità di strutturazione creativa
dell’identità personale90
2.9. Conclusione: la fiaba come “catalogo dei destini”
93
Bibliografia94
Tavola 2. Biancaneve scopre la casetta dei nani nel bosco
98
Parte II
IL TRAGIMAGICO MONDO DI HANS CHRISTIAN ANDERSEN
Capitolo 3
Hans Christian Andersen: la tormentata ricerca
di una dimensione espressiva
3.1. Vita e opere
101
3.1.1. L’infanzia di Andersen a Odense (1805-1819)101
3.1.2. Andersen a Copenaghen: gli studi e gli esordi letterari (1819-1829) 106
Indice
5
3.1.3. La tormentata strada verso il successo: dalla drammaturgia
alle “fiabe narrate ai bambini” (1829-1835)110
3.1.4. La conquista del successo e la consacrazione planetaria
come scrittore di fiabe (1835-1875)
116
3.2. Andersen letterato per l’infanzia?
119
3.2.1. Una visione panoramica sulle fiabe anderseniane119
3.2.2. La rielaborazione di temi della tradizione popolare120
3.2.3. La rielaborazione di fonti letterarie pre-esistenti123
3.2.4. La genuina ispirazione anderseniana: la poesia degli oggetti
della vita quotidiana123
3.2.5. La fiabe della sua vita: gli elementi autobiografici125
3.3. Conclusioni: Andersen? Un letterato per l’infanzia al seguito
della sua fantasia
127
Bibliografia129
Tavola 3. La Sirenetta e la Strega del Mare
132
Capitolo 4
Una ricognizione nei territori narrativi di Hans Christian Andersen:
la versione romantico-patriottico della leggenda di Holger il Danese
4.1. Introduzione: breve storia di un incontro
4.2. Un nuovo approccio al testo anderseniano
4.3. Una nuova traduzione in lingua italiana
Bibliografia e iconografia
Tavola 4a. Il nonno racconta al nipote la storia di Holger il Danese
Tavola 4b. Il nonno racconta al nipote e alla nuora la storia
di Holger il Danese
Tavola 4c. Holger il Danese dorme e sogna nei sotterranei
del castelo di Kronborg
133
135
139
147
149
149
150
Capitolo 5
Hans Christian Andersen scrittore e patriota danese:
un’immagine diversa di un autore universalmente noto
attraverso alcune sue fiabe praticamente ignote
5.1. Introduzione: un Andersen ancora poco conosciuto
151
5.2. Un percorso
152
5.3. Conclusioni
155
Bibliografia156
Tavola 5. L’orto a forma di Danimarca della fiaba La cometa157
6
Indice
Appendice alla parte II. Un inedito anderseniano: Urbano158
1. Premessa
158
2. Testo
158
3. Commento
160
Tavola 6. Il monaco Urbano
161
Parte III
MULTIVERSI NARRATIVI E POETICI DI RUDYARD KIPLING
Capitolo 6
Rudyard Kipling: la giungla come metafora dell’esistenza umana
6.1. La vita di Rudyard Kipling tra tre continenti
165
6.1.1. L’infanzia indiana e gli anni a Lorne Lodge: la storia
di un bambino infelice (1865-1877)165
6.1.2. Un’adolescente in crescita: gli anni felici a Westward Ho!
(1878-1882)169
6.1.3. Il ritorno in India (1882-1889)171
6.1.4. Gli anni in Inghilterra: il decollo verticale di uno scrittore
di successo (1889-1891)173
6.1.5. Il matrimonio con Caroline e gli anni nel Vermont (1892-1896) 176
6.1.6. L’inquieto cantore dell’imperialismo (1897-1910)
178
6.1.7. Gli urti della vita e l’impegno intellettuale come espressione
di una resilienza esistenziale (1910-1925)
181
6.1.8. La grande quercia che s’incurva su se stessa (1926-1936)
183
6.2. Le opere di Rudyard Kipling: prosa e poesia al servizio
del “Grande Gioco” della vita
184
6.2.1. Il primo Kipling: l’angloindiano (1881-1889)184
6.2.2. Un giovane autore alla ricerca del successo: non solo uno
“scrittore per soldati” (1890-1893)187
6.2.3. Il periodo statunitense: marito, padre, affabulatore (1894-1897) 189
6.2.4. Una star della letteratura di lingua inglese ai vertici
del successo (1897-1910)
192
6.2.5. Dai lutti familiari alla Grande Guerra e oltre: un lento
e inesorabile canto di uscita dal mondo (1910-1936)194
6.3. Kipling letterato per l’infanzia
195
6.3.1. Il caso particolare delle storie di Mowgli nei Libri della Giungla 195
6.3.2. I Libri della Giungla: non solo Mowgli
201
6.3.3. Kim: un Mowgli nella giungla urbana
202
6.3.4. Le trasgressive Just so Stories for Little Children
203
7
Indice
6.3.5. L’esercizio di un magistero per l’infanzia inglese: le storie di Puck 204
6.3.6. Conclusione: Kipling “anche” letterato per l’infanzia206
6.4. Conclusione: Kipling senza trombe
206
Bibliografia207
Tavola 7. La lotta tra Mowgli e Shere Khan nella seconda parte
del racconto I fratelli di Mowgli214
Capitolo 7
L’utilizzo pedagogico della letteratura per l’infanzia kiplinghiana:
la giungla come sfondo integratore del lupettismo
di Chiara Carraro
7.1. Il metodo educativo della branca Lupetti
215
7.1.1. Introduzione215
7.1.2. Il metodo educativo per i Lupetti nei testi di Baden-Powell216
7.1.3. Il metodo per i Lupetti nelle associazioni scout italiane217
7.1.4. Il metodo per i Lupetti nelle associazioni scout spagnole221
7.2. Un confronto tra il metodo per i Lupetti nelle associazioni italiane
e in quelle spagnole
226
7.3.Conclusioni
238
Bibliografia239
Tavola 8. Due moderni Lupetti
243
Appendice alla Parte III. Lineamenti di storia dello scautismo
(Chiara Carraro)
1. Introduzione
2. La vita e le opere di Robert Stephenson Smith Baden-Powell
3. I fondamenti del metodo educativo dello scautismo
4. La nascita e la diffusione dello scautismo in Italia
5. Lo scautismo in Italia dal secondo dopoguerra ai nostri giorni
Tavola 9. Robert Baden-Powell a Brownsea Island: la nascita dello scautismo
244
244
246
248
251
255
260
Parte IV
LA FAVOLA TRA FANTASIA E REALTÀ
Capitolo 8
Esopo nella leggenda e nella storia
di Elisa Cavicchia
8.1. La comparsa di Esopo sulla scena della civiltà letteraria greca
8.2. Esopo è mai esistito? Un confronto tra le fonti
263
264
8
Indice
8.3. Esopo heuretés, pedagogo e altro ancora
268
8.4. Esopo brutto, straniero e schiavo
275
8.5. Dimensioni storiche del racconto esopico
277
Bibliografia278
Tavola 10. Esopo: la favola della volpe e dell’uva
280
Capitolo 9
La favola e la letteratura per l’infanzia: una relazione complessa
9.1. Introduzione
281
9.2. La favola come specie letteraria
283
9.2.1. Esopo alle origini della letteratura occidentale283
9.2.2. La favola come specie letteraria per gli adulti delle classi popolari284
9.2.3. La favola come breve narrazione dalla morale implicita285
9.2.4. L’ambivalenza della favola, tra scatto di ribellione
contro l’ingiustizia sociale e rassegnato monito morale
di contemplazione dell’immutabile esistente286
9.3. La favola come testo di letteratura per l’infanzia
288
9.3.1. L’educazione della prima infanzia289
9.3.2. La formazione di base degli adulti illetterati291
9.3.3. La formazione di base delle figure professionali del retore
e dell’oratore291
9.3.4. La propedeutica allo studio della cultura classica296
9.4. Il dibattito sull’utilità dell’educazione attraverso le favole
298
9.4.1. La favola come strumento educativo298
9.4.2. La polemica contro la favola di Jean-Jacques Rousseau299
9.4.3. La rivalutazione “filosofica” della favola
di Gotthold Ephraim Lessing301
9.4.4. Conclusioni: con Lessing oltre Rousseau304
9.5. La matrice della favola nella produzione letteraria dell’Ottocento:
alcuni casi
305
9.5.1. La commistione della favola e della fiaba305
9.5.2. Fiaba, favola e filosofia in Søren Kierkegaard306
9.5.3. Le favole nascoste di Hans Christian Andersen307
9.5.4. I Libri della Giungla e le Storie proprio così di Rudyard Kipling311
9.6. Conclusioni: quali suggestioni dalla favola oggi, nella vita
e a scuola
313
Bibliografia315
Tavola 11. Esopo: la favola dell’asino e dei carichi di sale e di spugna
318
9
Indice
Parte V
QUALCOSA SU PINOCCHIO
Capitolo 10
Pinocchio, la famiglia, la società civile, lo Stato:
storia di un personaggio a disagio
Presentazione321
10.1. Introduzione
322
10.2. La famiglia come istituzione in Pinocchio323
10.2.1. Quale famiglia in Pinocchio e per Pinocchio?323
10.2.2. Pinocchio e Geppetto: una relazione padre-figlio?324
10.2.3. Pinocchio e la Bambina dai capelli turchini:
una relazione fratello-sorella?327
10.2.4. Pinocchio e la Fata dai capelli turchini (Fata Turchina):
una relazione madre-figlio?328
10.2.5. Pinocchio e la famiglia che non c’è330
10.3. La società civile come non luogo educativo
331
10.3.1. Il mondo del lavoro332
10.3.2. Il gruppo dei pari335
10.3.3. L’industria del divertimento337
10.4. Pinocchio e lo Stato, ovvero il mancato incontro con l’Eticità
338
10.4.1. La scuola338
10.4.2. Le forze dell’ordine339
10.4.3. Il potere giudiziario339
10.5. Conclusioni: Pinocchio, o la solitudine di un eroe quasi negativo
340
Bibliografia343
Tavola 12. Pinocchio è diventato un bambino
344
Capitolo 11
Appunti per un processo a Pinocchio
Personaggi e interpreti
11.1. Apertura della serata
11.2 Introduzione al processo
11.3 Presentazione dei capi d’accusa
11.4. Presentazione della linea di difesa
11.5. Escussione dei testimoni d’accusa
11.6. Controesame dei testimoni d’accusa
11.7. Escussione dei testimoni della difesa
11.8. Controesame dei testimoni della difesa
345
346
346
347
348
349
350
351
352
10
Indice
11.9. Relazione del consulente tecnico della difesa
11.10. Controesame del consulente tecnico della difesa
11.11. Requisitoria dell’accusa
11.12. Requisitoria della difesa
11.13. Verdetto popolare e conclusioni del Giudice
Tavola 13. Il processo a Pinocchio nel Paese di Acchiappacitrulli
354
355
355
356
357
358
Appendice alla Parte V. Pinocchio, questo sconosciuto.
Leggere e ri-leggere il classico collodiano oggi (Elisa Malaguti)
359
Parte VI
PIETRE MILIARI DELLA LETTERATURA PER L’INFANZIA DEL
NOVECENTO: ROALD DAHL, EMILIO SALGARI, BIANCA PITZORNO
Capitolo 12
Rivoltanti delizie. Un itinerario pedagogico e letterario
nella vita e nelle opere di Roald Dahl
di Elisa Massari
12.1. Introduzione: un particolare invito a pranzo
365
12.2. Una triste esperienza scolastica, ovvero: l’infanzia di un letterato
365
12.3. La miscela esplosiva della narrativa di Roald Dahl
373
12.3.1. Primo ingrediente: l’Inghilterra373
12.3.2. Secondo ingrediente: piccoli angariati dalla mente brillante374
12.3.3. Terzo ingrediente: i brutti, rozzi e cattivi “adulti”376
12.3.4. Quarto ingrediente: il cibo380
12.4. Una scrittura autobiografica
383
12.5. Conclusioni: il cibo come trasfigurazione letteraria di un vissuto
387
Bibliografia390
Tavola 14. Matilde e Violetta, due eroine di Roald Dahl
394
Capitolo 13
A 100 anni dalla morte di Emilio Salgari: che cosa è rimasto di un Sandokan
in carne e ossa, sconfitto dal Rajah Brook della Vita
13.1. Introduzione
395
13.2. La vita in salita di un mancato capitano di lungo corso
396
13.3. Le opere di Salgari: un mare di parole
401
13.4. Salgari oggi, tra nostalgici dell’analogico e nativi digitali
404
Bibliografia405
TAVOLA 15. Emilio Salgari
408
Indice
11
Capitolo 14
Bianca Pitzorno: una tusitala per i bambini e le bambine, e non solo
di Elisa Massari
14.1. Una piccola premessa autobiografica
409
14.2. Bianca Pitzorno: qualche informazioni indispensabile
(per chi già non la conoscesse)
410
14.3. Bianca Pitzorno: un’intervista
414
Bibliografia417
Tavola 16. Un’inconsueta immagine di Bianca Pitzorno
418
Conclusioni: un itinerario possibile attraverso la letteratura per l’infanzia419
12
13
Alla bisnonna Carmela
che mi ha insegnato
a giocare a rubamazzo
Alla nonna Aida
che mi ha raccontato
tante fiabe
Alla nonna Tina
che mi preparava
il pan giallo
Al nonno Gino
con cui ho tirato
i primi calci
ad un pallone
Al nonno Silvio
che voleva che andassi
a lavorare in banca
A tutti i bisnonni e le bisnonne
A tutti i nonni e le nonne
che raccontano fiabe,
giocano, fanno dolci
e parlano del futuro
con i loro nipoti
14
15
Ringraziamenti
Nel preparare questo testo, che riprende, completa, perfeziona ed amplia
due precedenti versioni, vorrei ringraziare alcune persone che hanno avuto una
funzione di stimolo per questo nuovo compito di ricerca scientifica e didattica nel
campo della letteratura per l’infanzia: non tutti sono stati consapevoli di questo,
ma io so che li devo ringraziare ugualmente.
Prima di tutto, ringrazio Roberta Cardarello, Preside della Facoltà di Scienze
della Formazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia, per la fiducia
accordatami in vista del decollo della Facoltà reggiano-modenese.
In secondo luogo, ringrazio Antonio Faeti, grande vecchio della letteratura
per l’infanzia, per avere suscitato un interesse per questa disciplina nel giovane
dottorando (un po’ saccente) quale ero una quindicina d’anni fa, quando un
indimenticabile colloquio nel suo studio bolognese mi ha aperto orizzonti davvero
inaspettati. Non è stato poi coltivato immediatamente, questo interesse, perché
spesso i tempi in cui si riescono a concludere le cose cui si tiene non sono quelli
che ci si è prefissati.
Ringrazio poi tutti i colleghi storici della pedagogia dell’Università di Padova,
con i quali mi sono formato come ricercatore universitario del settore storicopedagogico: Mirella Chiaranda, Giuseppe Zago, Donatella Lombello, Giordana
Merlo, Miriam Stival e Patrizia Zamperlin. A Patrizia, responsabile del Museo
dell’Educazione dell’Università di Padova, va il merito particolare di avermi sempre
stuzzicato ad esplorare quel tesoro di testi e di cultura materiale dell’infanzia,
gelosamente custodito nelle sale del Museo di via Obizzi 23.
Ritengo di avere poi ricevuto un notevole contributo alla raffinazione dei miei
interessi grazie alla frequentazione dei docenti di letteratura per l’infanzia conosciuti
durante la mia attività professionale: Annamaria Bernardinis (Padova), Pino Boero
(Genova), Emy Beseghi (Bologna), Renata Lollo (Milano Cattolica), Anna Ascenzi
(Macerata), Franco Trequadrini (L’Aquila). Una menzione affettuosa va ai giovani
colleghi Giuseppe Cristofaro (L’Aquila) e Ilaria Filograsso (Foggia), per gli scambi
informali avuti in occasione di convegni e congressi.
16
Voglio poi ricordare, un po’ alla spicciolata, tutti coloro che mi hanno costretto
a tenere aperta una finestra su modalità espressive “diverse” (animazione,
drammatizzazione, canto, danza, musica) da quelle da me predilette negli anni
degli studi classici e filosofici, modalità delle quali adesso apprezzo la forza e la
potenza, specialmente nell’ambito dell’educazione dell’infanzia. Sono o sono
stati tutti esponenti del movimento scout: Giulio Rizzini, il mio capo branco e
capo reparto; Max Pongolini, indimenticabile animatore di fuochi di bivacco per
centinaia di scouts lombardi riuniti per il campo di San Giorgio; Mariangela Botta,
responsabile del corso Cub Master 1979 di Opicina (TS); Paolo Pantaleo, capo
branco del gruppo Cngei Cremona 1° e grande animatore; Francesco Ferrini,
compagno d’avventure al Jamboree Mondiale in Canada nel 1983; Sergio Fiorenza,
un tempo giovane capo reparto scavezzacollo e poi Commissario Nazionale alla
Branca Esploratori/Esploratrici e Capo Scout del Cngei; Giacomo D’Arcangelo,
animatore di corsi tecnici di espressione e di animazione per esploratori ed
esploratrici.
Un altro scout, purtroppo scomparso qualche tempo fa, ha segnato la mia
formazione: è l’amico Luciano Ferraris, del mitico Torino XXIV dell’Asci prima e
dell’AGESCI poi, autore di manualistica e discografia scout di prima qualità. Lo
ricordo al corso di formazione interassociativo di Cremona, nell’autunno 1983, che
trasferiva nei giovani capi partecipanti competenze e passione.
Ovviamente a nessuna delle persone che ho qui nominato (a loro insaputa) può
essere imputato qualcosa rispetto a quanto messo per iscritto in questo volume, la
cui responsabilità è e rimane solo mia.
Un ringraziamento a parte spetta invece alle giovani studiose Giorgia Mezzetti,
Elisa Malaguti ed Elisa Massari di Reggio Emilia, Elisa Cavicchia di Mantova e
Chiara Carraro di Vicenza, che hanno saputo dare nuova forma ai materiali raccolti
durante il paziente lavoro di redazione delle loro tesi di laurea.
In particolare, la tesi di Chiara, frutto di un anno di soggiorno a Madrid, è risultata
vincitrice del Premio di Laurea “Antonio Viezzoli”, che gli è stato consegnato dal
Presidente dell’Ordine Scout di San Giorgio, dott. Francesco Adami, in occasione
dell’Assemblea Nazionale del Cngei a Rocca di Papa (Roma), il 19 novembre 2005.
Io spero che questa pubblicazione, che ingloba e valorizza parte dei loro lavori,
possa rappresentare per loro uno stimolo per ulteriori traguardi di ricerca e di
documentazione.
Reggio Emilia, 22 febbraio 2008 (Giornata del Pensiero – anniversario della
nascita di Robert Baden-Powell, fondatore dello scautismo)
Nicola S. Barbieri
17
Prefazione
La terza edizione di questo manuale offre l’ampliamento e la revisione dei due
capitoli su Hans Christian Andersen e Rudyard Kipling, e l’aggiunta di due nuovi
capitoli, uno su Emilio Salgari (si sono da poco concluse le celebrazioni in occasione del centenario della morte) e uno su Bianca Pitzorno, autrice molto conosciuta
dal pubblico italiano e vera e propria icona delle studentesse dei Corsi di Laurea in
Scienze della Formazione Primaria e in Scienze dell’Educazione, principali fruitrici
di questo testo e partecipanti (le prime obbligatoriamente, le seconde elettivamente) ai miei corsi di Letteratura per l’infanzia presso il Dipartimento di Educazione
e Scienze Umane dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Il manuale si muove sullo schema tracciato fin dalla prima edizione: l’approfondimento storico-critico degli autori deve permettere un incontro ravvicinato e
fecondo con la loro produzione da parte di lettori e lettrici adulti, che però avranno il non facile compito professionale di avviare alla lettura bambini e bambine,
ragazzi e ragazze.
In questa occasione, vorrei ringraziare prima di tutto Giulia Franceschini, il cui
lavoro di tesi di laurea su Hans Christian Andersen ha offerto nuovi squarci sulla
sua vita, grazie alla traduzione in lingua italiana di alcuni brani tratti dalla critica
anderseniana di lingua inglese più recente.
Inoltre, vorrei ringraziare Matteo Foracchia, Sara Regnani e Aurora Bosna,
compagni nella grande avventura dello scautismo e organizzatori del convegno sul
cosiddetto “metodo Giungla” nel lupettismo, promosso dal Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani (Cngei) e svoltosi a Reggio Emilia il 12-13
settembre 2012, visto che proprio questo convegno mi ha permesso di ripensare
alcuni temi kiplinghiani.
Ringrazio anche Fulvio De Giorgi, professore ordinario di storia della pedagogia con il quale ho l’onore e il grande piacere di collaborare qui a Reggio Emilia,
che ha promosso e animato il convegno “150 anni di Unità educativa. I libri che
hanno educato gli Italiani”, patrocinato dall’allora Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (Reggio Emilia, 3-4
18
novembre 2011): è stata questa, infatti, l’occasione per cominciare a fare i conti con
Emilio Salgari.
Infine, ringrazio Elisa Massari, per la tenacia con la quale realizza i suoi propositi di giovane scrittrice e giovane studiosa, visto che senza questa tenacia non
sarebbe nato l’ultimo capitolo di questa edizione, quello su Bianca Pitzorno.
Non lo dico retoricamente, ma è chiaro però che questo testo non sarebbe mai
nato e non sarebbe mai stato perfezionato nelle tre edizioni che ha visto, se dieci
coorti di studenti e soprattutto di studentesse, dal 2004 al 2013, non mi avessero pazientemente ascoltato a lezione, ponendomi domande e offrendomi pareri e
suggerimenti su cosa dire, come dirlo e perché: l’ultimo grazie, allora, va proprio
a loro.
Reggio Emilia, dicembre 2013
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Parte I
LA LETTERATURA PER L’INFANZIA
COME PRATICA SOCIALE E COME DISCIPLINA ACCADEMICA