pannello 20 13-2

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pannello 20 13-2
20
La Roggia Angarana e il Maglio Micheletto
Progetto realizzato
con il contributo di
te qui
voi sie
Percorso Colceresa
• su sentiero
• su asfalto
© COMPAGNIA GENERALE RIPRESE AEREE SPA
In ordine, da sinistra a destra:
· La roggia Angarana
· Il maglio Micheletto
· La ruota in ferro a cucchiaio
Il sentiero della Mariana sbocca
nella vallata del torrente Laverda,
uno dei siti storico-artigianali più
interessanti del nostro territorio.
Lungo le rive del torrente sorgono
antichi insediamenti che testimoniano l’attrazione esercitata dalla forza
motrice dell’acqua sull’uomo, che
s’impegnò nella creazione di microstrutture idrauliche con differenti
funzioni industriali. Nel corso dei
secoli sono sorte rogge scavate per
prelevare l’acqua dal torrente e dai
ruscelli e far funzionare macine,
pestarini e pile per macinare l’orzo,
ma anche magli, seghe, folloni e trebbie. A monte, nel versante est, scorre
una roggia artificiale, denominata
Roggia Angarana, sorta per volontà
dei feudatari, laici ed ecclesiastici,
allo scopo di costruire mulini lungo il
suo corso per ricavare grosse rendite in
natura o in denaro.
La prima citazione della presenza di
una roggia appare nel Regestum
Possessionum Comunis Vincencie del
1262 che ricorda la presenza di due
mulini a Laverda, ad ovest di
Costavernese.
Nella carta topografica del Comune di
Torrente Laverda
Molvena del 1981, nella parte che
unisce la strada comunale MureLaverda con il ponte Scalabrin, si individua via Foglia, il cui nome deriverebbe dal tardo latino fodia,
fodiare, variante del classico fodere che significa scavare, che farebbe riferimento al sistema di
rogge che dal Medioevo in poi deviarono l’acqua del Laverda per alimentare una serie di mulini.
Numerose sono le citazioni dal 1500 in poi.
Una mappa del 1667 parla di una supplica rivolta al Ministero dei beni Inculti della Serenissima dal
conte Martio Angaran per l’approvvigionamento idrico dei privati da farsi mediante una seriola che
conduceva l’acqua al mulino situato
Francesco Micheletto al lavoro
lungo la strada comunale tra Mason e
Molvena.
I mulini erano un anello importante
del sistema fiscale della Repubblica di
San Marco e nei secoli di dominio
Ruota di mulino
alcuni decreti regolarono le tasse sulla
macina e il consumo dei cereali degli
abitanti.
Lo storico Maccà, nella sua pubblicazione del 1812, riferendosi all’ultimo
computo della Repubblica Veneta,
contava 8 poste da mulino a Mure e 4
a Costavernese, per un totale di 17
ruote; il Rivo, che esce dal Laverda,
faceva girare a Mason 8 ruote di mulino da grano, una sega da legname e un
maglio per il ferro.
L’inchiesta fondiaria degli Atti
Preparatori del Catasto austriaco del
Laghetto di Villa Angaran delle Stelle-Cattaneo
1826 riporta che dal corso del Laverda
veniva estratta acqua per il funzionamento di 8 poste da mulino composte da 18 ruote. Le Mappe del
Catasto austriaco del 1829, del 1836 e del 1855 nominano il Canale dei Mulini; raccogliendo l’acqua
del torrente, che partiva dall’antico mulino detto Làverda ai confini di Marostica e Salcedo, attraversava Contrà Laverda di Sotto, oggi via Fogliati, fiancheggiava ad ovest il colle di Costavernese e rientrava nel torrente prima della sua uscita in pianura. Nel suo percorso alimentava nel comune di Mure
4 mulini da grano e un maglio da ferro, indi serviva per l’irrigazione dei campi nel piano.
La Roggia Angarana era gestita da un Consorzio, nato il 5 Maggio 1880, i cui 20 soci possedevano degli
opifici o dei campi da irrigare. Tra i nomi degli aderenti vi erano mugnai e ricchi possidenti e comparivano gli eredi degli Angaran, i nobili Trevisan Giacomo e Giobatta; il nome Angarana potrebbe quindi dipendere dalla quota consortile di costoro, ma si suppongono anche antiche investiture della
Repubblica Veneta.
Fino alla metà del secolo scorso l’acqua della roggia Angarana rendeva la vallata del Laverda la comunità più produttiva della zona. Carri trainati da bestie da soma, carriole e carrette, uomini e donne
col bigólo o la derla si affrettavano lungo i trodi, le caredà, i teraj o il letto del Laverda, portando
carichi di legname, secchi d’acqua, di grano e di tutto ciò che si raccoglieva nei boschi, nelle radure, nei frutteti e nei vigneti. Stradine comunali come la
Stradona e il Sonco, vicinali come la Mariana, il sentiero
dei Lanaro, la Costa d’Olivo, lo Scandolare, ecc… supplivano alla mancanza della strada Laverda, che fu aperta
solo nel 1922.
La Roggia Angarana inizia nel confine tra Salcedo, Fara e
Marostica, quando una briglia di deviazione toglie una
parte dell’acqua al torrente Laverda presso il ponte del
Famòlo, lungo la strada che da Laverda conduce a Mure,
nei pressi della proprietà Pivotto, a circa 100 metri dalla
Segheria Covolo. Prosegue quindi in alto sui colli, a ovest
di Mure e una volta alimentava una serie di riserve d’acqua che, a cascata, fornivano forza motrice a grandi
ruote di mulino, garantendo il funzionamento delle
macine anche in caso
di siccità. Durante il
Paratoia
suo corso verso valle
si rifornisce delle
acque di copiose
risorgive mentre il
flusso delle brentane
viene regolato da boe
situate 2-3 m prima
degli impianti ancora
esistenti. Presso il
vecchio mulino di
Antonio Gasparotto,
in via Fogliati a
Molvena, e presso il
ponte di via Braglio a
Comune di
Mason
Vicentino
Comune di
Molvena
Comune di
Pianezze
San Lorenzo
Pro Loco
Mason
Vicentino
Pro Loco
Pianezze
San Lorenzo
Consulta
delle
Associazioni
Consulta
Associazioni di Molvena
MOLVENA
Istituto
Comprensivo
“Don L. Milani”
Mason Vic.no
Regione
del Veneto
Provincia
di Vicenza
Percorsi in fase
di completamento
1
Tabellone informativo
Punto sosta
Mason l’acqua può essere deviata verso il torrente Laverda per permettere la manutenzione del canaFu Pietro Francesco ad avviare l’officina da fable e dei mulini. Severe norme regolano l’utilizzo dell’acqua, consentendo modesti prelievi per l’irribro. Aveva acquisito abilità ed esperienza dal
gazione delle colture solo in pianura. Nei pressi del maglio Micheletto, in via Lavarda a Molvena, la
padre e dal nonno e, sfruttando il corso della
Roggia attraversa il letto del Laverda e la strada per dirigersi in località Barco, a Mason. Prosegue
Roggia Angarana, in un vecchio mulino che aveva
interrata lungo i prati dei Lanaro e scende lungo via Ferretti. All’imbocco di via Tarquinia riattraverprecedentemente acquistato, nel 1958 costruì lo
sa la strada per dirigersi verso il Caseificio Sociale del paese. Quivi segue il torrente lateralmente per
scivolo e installò una grande ruota, a cucchiaio, in
attraversare la Vecchia Gasparona nei pressi del ponte di via Braglio e giungere, dopo l’Oratorio della
ferro, per azionare la dinamo di un motore.
Trasfigurazione, nel laghetto di villa Angaran Delle Stelle, ora Cattaneo. All’uscita della nobile dimoNel 1960 acquistò il primo maglio usato e creò una
ra si biforca. Un tratto, ora intubato, dopo aver raccolto i ruscelletti del colle del Castellare e della
turbina per produrre la corrente elettrica per gli
Chiesa Parrocchiale si dirige a San Biagio. L’altro ramo costeggia il Laverda per riattraversare il suo
altri macchinari. Nella forgia il fabbro arroventa il
letto presso il ponte di via Cantarana e, diramandosi in numerosi giri di boa, irriga i terreni segnanmetallo, lo pone sotto il maglio che, ad ogni giro
do i confini dei campi, si dirige in Breganzina per sfociare poi nel Mandaran. Lungo il suo corso si
di ruota, dà una martellata all’oggetto da modellare, su un robusto piano di ferro. Muovendolo con
potevano contare, nel corso del 1900, nove mulini da grano e da sorgo, due segherie, un maglio, tre
abilità, precisione e rapidità si ottiene la forma
falegnamerie e tre postazioni con trebbie per frumento e sementi.
desiderata.
Il Consorzio Angaran è retto da un Presidente, ha un custode ed è sostenuto dai soci, che ancora oggi
Francesco iniziò la sua attività creando catenacci,
periodicamente puliscono il letto della Roggia dai fanghi, curano gli argini e riassestano le masière.
inferiate per stalle, s-ciavine e rapeghe (erpici)
Al pagamento della quota annuale consortile della roggia si deve la probabile scomparsa delle numerose ruote che caratterizzavano i mulini della valle.
ed eseguendo riparazioni e saldature di vecchi
Fino agli anni cinquanta, invece, la florida vallata risuonava dei tanti suoni di carari, marangoni,
attrezzi. Estese poi la sua produzione artistica
agli oggetti d’arredamento come accessori da
munari, fàvari, botari, batimulini e mastelari. Nel periodo successivo, purtroppo, la gente non ha
caminetto, lampadari, letti e sedie. I suoi figli
manifestato molta sensibilità verso un patrimonio storico di archeologia industriale così ricco: le mole
continuarono l’attività artigianale del ferro battusono state sotterrate, gli impianti demoliti e parte del percorso della roggia è stato coperto.
to in un nuovo laboratorio a Mason; in quello del
Rimangono, a testimonianza delle passate tradizioni, alcuni giovani ed abili artigiani che, orgogliosi
padre essi operano ancora oggi con la forgia e i
delle proprie radici, mantengono caparbiamente in funzione le loro botteghe artigiane legate all’acmagli tradizionali.
qua della Roggia Angarana.
Seguendo la masièra in sasso che costeggia la valIl primo edificio che si trova scendendo da Laverda dopo il ponte del Famòlo è la Segheria e il mulino di Romano Covolo in via Fogliati a Molvena. Qui l’acqua della Roggia scorre veloce e il suo flusso
lata si raggiunge il canale della Roggia Angarana
che scorre veloce verso valle. Nei pressi del
è regolato da due paratoie, passa sotto l’edificio a monte e nel primo salto dà forza motrice ad una
maglio, sul lato posteriore dell’edificio, si trova lo
gigantesca ruota di legno. Tramite pulegge e cinghie essa alimenta, in una vecchia falegnameria, il
scivolo che, tramite un raccordo sulla paratoia,
movimento di una sega circolare, di un tornio alla gariavvia la caduta dell’acqua sulla ruota.
baldina, di una pialla e di una mola per affilare lame. La
Si consiglia di fare molta attenzione quando ci si
segheria alla veneziana, dei primi anni del 1900, è ancoaccosta alle rive della roggia perchè non hanno
ra completa e funzionante.
protezioni.
In via Lavarda si trova il Mulino di Severino Gasparotto.
Si ricorda inoltre che la proprietà è privata.
La struttura risale alla seconda metà del 1800. La macina in pietra è stata sostituita da un sistema di frantumazione a cilindri che è efficiente e produce dell’ottima
Si precisa che l’itinerario del Percorso
farina da polenta de sorgo maraneo.
Colceresa non si accosta al maglio e prosegue
lungo la strada bianca fino all’uscita di via
É un macchinario complesso che è rimasto inalterato
Laverda, dove costeggia l’argine del torrente in direzione di Mason.
nella sua struttura pre-industriale e si sviluppa, a ridosso
della Roggia, nei quattro piani del vecchio mulino.
Nell’interrato si trova il gigantesco albero di trasmissione
che dà forza motrice ai cilindri. Le granaglie scorrono in
lunghe canalette fino al quarto
L’officina Micheletto
piano, dove avviene il processo di Mulino a cilindri Gasparotto
pulitura. Nel trabato alcuni fori dividono i chicchi dai resti dei tutoli e
dai sassolini e vengono aspirati la
polvere, la pula, il terriccio e i rimasugli delle barbule delle pannocchie.
Segheria alla veneziana
Al piano terra una porticina in vetro
permette di controllare la frantuAntica trebbia
mazione dei chicchi che, macinati,
passano al piano superiore dove la
marsigliese o setacciatrice separa i
vari prodotti raccogliendo la parte
più raffinata della farina.
Produzioni in ferro battuto
Battitura del ferro
All’uscita del sentiero della
Mariana compare a destra il grande opificio della bottega da fabbro
Micheletto.
Attrezzi della
falegnameria Covolo
Progetto realizzato da
Percorsi complementari
• su sentiero
• su asfalto
Comunità
Montana
dall’Astico
al Brenta
UNPLI
Veneto
Comitato
Regionale
UNPLI
Vicenza
Comitato
Provinciale
Protezione
Civile
Intercomunale
Colceresa
Cavalieri
delle
Colline
Molvena
Gruppo
Escursionisti
B.M. Bedont
Pianezze S.L.
Gruppo
Podisti
“Il Ciliegio”
Mason Vic.no
Consorzio
di tutela
Ciliegia di
Marostica I.G.P.
© testo ed immagini
Istituto Comprensivo
“Don Lorenzo Milani”, Mason Vic.
• Editing grafico / produzione:
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