Caso Morandi e banca di Fiorano
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Caso Morandi e banca di Fiorano
32 Provincia L’ECO DI BERGAMO SABATO 21 GENNAIO 2017 Caso Morandi: «In banca un clima di sudditanza» VARIE «Cattura» il ladro con la bomboletta al peperoncino I milioni spariti. Nella sentenza le testimonianze degli impiegati di Fiorano Ma per il giudice «l’imprenditore Gamba sapeva dei movimenti sui conti» VITTORIO ATTANÀ STEFANO SERPELLINI Benvenuto Morandi è colpevole di aver sottratto milioni di euro dai conti correnti di alcuni clienti della filiale di Fiorano della Intesa SanPaolo Private Banking di Fiorano, che dirigeva, ma «va mandato assolto» per i soldi prelevati dai depositi intestati al primo dei suoi accusatori, l’imprenditore di Gazzaniga Gianfranco Gamba, parte offesa nel procedimento ma ritenuto «inattendibile». Lo scrive il giudice Vito Di Vita nelle motivazioni alla sentenza di condanna a quattro anni di reclusione, emessa in abbreviato lo scorso 29 settembre nei confronti dell’ex direttore di banca (ed ex sindaco di Valbondione). Ricapitolando in 55 pagine lo svolgimento delle udienze in camera di consiglio (a porte chiuse), il giudice ripercorre le testimonianze del personale bancario, che dipingono «una situazione di sudditanza degli impiegati rispetto alle richieste che venivano formulate da Benvenuto Morandi» e fanno emergere «la circostanza che somme di denaro contanti e assegni senza distinta debitamente sottoscritta venivano consegnati all’imputato», ritenuto «persona stimabilissima». Condotte, queste, che però Morandi avrebbe «sostanzialmente ammesso», confessando anche di aver propinato rendicontazioni fittizie ad alcuni suoi clienti (47 secondo la Procura, con prospettati guadagni per 20 milioni di euro, che in realtà nascondevano perdite e incauti investimenti). «Ti prego di perdonarmi per il casino che ti ho provocato, non ho la forza e il coraggio di risponderti al telefono», scrive l’ex direttore di banca in un sms a uno dei suoi clienti che lo cercava con insistenza, subito dopo lo scoppio della bufera, nel giugno 2013. La stessa espressione «ho creato un casino» viene replicata in un bliglietto di scuse spedito a un altro cliente. Truffa, per il giudice: Morandi va condannato. Così come deve essere riconosciuto colpevole di efJfznfTvwFpBrais7hQhCBizNyoSfGKsoBW4RRIhYQ= Benvenuto Morandi all’uscita del Tribunale di Bergamo Il verdetto Furto e truffa Condannato a quattro anni L’ex direttore di banca ed ex sindaco di Valbondione, Benvenuto Morandi, dopo tre anni sotto inchiesta, lo scorso 29 settembre è stato condannato a quattro anni di reclusione e settecento euro di multa, riconosciuto colpevole di furto di denaro dai conti correnti di alcuni suoi facoltosi clienti e di truffa, per aver sottoposto a decine di loro rendicontazione fittizia riguardo all’andamento degli investimenti. È stato interdetto per cinque anni dai pubblici uffici. È stato invece assolto «perché il fatto non sussiste» da alcune contestazioni, fra cui quella di truffa, che lo vedeva accusato di aver predisposto una polizza da 5 milioni di euro per conto di Gianfranco Gamba, a sua insaputa. furto di denaro tramite prelevamenti e bonifici dai conti di alcuni facoltosi investitori della filiale Private, senza il loro permesso, persino con falsificazione delle loro firme. Fra questi nomi ci sono quelli della moglie e della figlia dell’imprenditore Gamba, ma non quello di Gianfranco, che pure, protestando per un bonifico da 400 mila euro eseguito a sua insaputa, aveva fatto scattare le indagini. Per il giudice «non è attendibile» la versione di Gamba. «Non può prestarsi fede – si legge in sentenza – alla versione di chi, sebbene benestante, dichiari di avere subito ammanchi sui propri conti correnti pari ad oltre 10 milioni di euro in 12 o 13 anni senza rendersene conto. Deve solo essere affermato che, a differenza dei suoi familiari, Gianfranco Gamba era cliente così importante (melius, il più importante) della filiale di Fiorano, da avere accesso non solo alla posta domiciliata, che aveva modo di controllare quasi quotidianamente, ma addirittura alla MEGLIO AFFRETTARSI CHE PENTIRSI. Trescore cassetta di sicurezza» di cui possedeva anche il passepartout. «Gianfranco Gamba – si legge nelle carte – aveva la possibilità di pieno controllo dei movimenti e la circostanza che non si sia reso conto di ammanchi mensili per 100 mila euro, oltre ad essere davvero incredibile, è sintomatica della piena consapevolezza della persona offesa in ordine alla destinazione dei fondi», in larga parte diretti verso le casse delle società dello sci di Valbondione , la Mountain Security Srl e la Sviluppo turistico Lizzola (Stl). «Morandi non avrebbe avuto interesse – ragiona poi il giudice – a divulgare nella stazione montana di Lizzola, frequentata assiduamente da Gamba, sciatore ed alpinista, la circostanza che i finanziamenti effettuati dalla società provenivano da “San Gamba” (espressione utilizzata da uno dei testimoni, ndr), se avesse voluto nascondere che i prelievi provenivano dal suo conto corrente». E non avrebbe utilizzato strumenti tracciabili «quali bonifici o assegni». «Nella sentenza – contesta l’avvocato Giovanni Bertino, che assiste Gamba – il giudice dimentica però che le operazioni compiute sui conti di Gamba recano tutte firme falsificate. Lo stesso Morandi ammette di averle falsificate, tenta di giustificarsi dicendo di averlo fatto “per non disturbare Gamba” ma si contraddice, perché è emerso che i due si vedevano quasi tutti i giorni. Il giudice ha omesso poi che pure a Gamba erano state esibite false rendicontazioni. Per non parlare delle deleghe a partecipare alle assemblee di Stl, mai utilizzate perché Gamba veniva dato presente fisicamente, quando invece non c’era». Di segno opposto il commento dell’avvocato Angelo Capelli, difensore di Morandi insieme alla collega Maria Laura Andreucci: «Questa sentenza porta la lettura della vicenda a una maggior corrispondenza con la realtà, rispetto alle ipotesi iniziali». Al cimitero, le aveva sfilato il portafogli: l’anziana gli lancia contro la bomboletta e lo individuano poco dopo Un’impavidapensionata ha sventato un furto, ieri mattina, al cimitero di Trescore. La signora ha messo in fuga il ladruncolo che le aveva sottratto il portafogli, non solo a suon di urla e parole, ma soprattutto lanciandogli contro una bomboletta di spray al peperoncino, che aveva con sé. La reazione ha avuto un effetto immediato: il giovane le ha subito restituito il portafogli ed è fuggito a piedi. La sua corsa non è valsa a molto, perchè è stato identificato poco dopo grazie alle telecamere comunali. Si tratta di un giovane della zona. La signora, ieri, stava cambiando l’acqua ai fiori sulla tomba di un familiare e aveva lasciato a terra, incustodita, la borsetta. Il giovane, che molto probabilmente la stava tenendo d’occhio da qualche minuto, le si è avvicinato e le ha rubato il portafogli dalla borsa. L’anziana lo ha seguito, lanciando- Bomboletta al peperoncino gli la bomboletta di spray al peperoncino. Il giovane e inesperto ladro, temendo che la signora gli spruzzasse addosso la sostanza urticante, ha rinunciato alla refurtiva facendo cadere a terra il portafogli. Infine è scappato, ma la fuga è durata poco. È stato identificato dopo un’ora grazie ai filmati delle telecamere di videosorveglianza, appena installate per tenere lontani i ladri di rame che nei mesi scorsi hanno razziato più volte il cimitero. Sul posto, ieri mattina, è intervenuta la polizia locale di Trescore per gli accertamenti. Monica Armeli Maltratta la moglie Resta in carcere Fara Gera d’Adda Convalidato l’arresto per il 52enne che aveva scagliato il batticarne contro la donna e il figlio Resterà per ora in carcere il cinquantaduenne di Fara Gera d’Adda finito in manette l’altro giorno con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, in particolare per aver aggredito con un batticarne moglie e figlio. Lo ha deciso ieri il gip, sciogliendo la riserva sulla convalida: l’uomo è stato interrogato in carcere martedì e aveva fornito al magistrato la sua versione dei fatti. La vicenda prende avvio da una chiamata fatta dai vicini, allarmati dalle forti grida: all’arrivo dei carabinieri l’uomo, in stato di ebbrezza (e non sotto l’effetto di stupefacenti, come inizialmente emerso, non avendone mai fatto uso) si sarebbe scagliato contro di loro anche con un coltello. Portato in carcere, ha parzialmente ammesso l’accaduto, ma cercando di ridimensionarlo. Il giudice ha deciso di convalidare l’arresto e la custodia in carcere. T. T. ©RIPRODUZIONE RISERVATA SOLO A GENNAIO 208 Active 5 porte 82 CV PureTech i-Cockpit® 7’’ • Bluetooth • Climatizzatore • Cerchi in lega • Fari a LED diurni • Volante in pelle UNICO CONCESSIONARIO UFFICIALE PEUGEOT per BERGAMO e TREVIGLIO • Peugeot • Touchscreen Valori massimi ciclo combinato, consumi: 5,4 l /100 km; emissioni CO2: 125 g/km. a 10.900 € Nuova 208 Active PureTech 5P 82 Euro6 con Pack Silver. Prezzo di listino € 15.600; prezzo promo € 10.900, chiavi in mano, IVA e messa su strada incluse, comprensivo di contributo rottamazione di vettura intestata da almeno 6 mesi (IPT e imposta di bollo su conformità escluse). Offerta valida per vetture con contratto entro il 31/01/2017 e immatricolazione entro il 28/02/2017. “CITTADELLA DELL’AUTO” www.cittadelladellauto.it Bergamo Tel. 035/314350 Treviglio Tel. 0363/49223 PEUGEOT 208 PORTE APERTE SABATO 21 E DOMENICA 22. Romano di Lombardia Tel. 0363/913206 Clusone/Ponte Nossa Tel. 035/706148