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UNA DONNA SENZA IMPORTANZA di FRANCESCA BERTI - UNA DONNA SENZA IMPORTANZA – [email protected] Posta in arrivo - Hai un nuovo messaggio da: [email protected] Ciao caro, questo è il mio ultimo messaggio, poi non ti cercherò più e tu sai bene che mantengo le mie promesse. Come quella che ti feci un anno fa, di non rivelare mai a nessuno e per nessun motivo il nostro rapporto. E’ che mi sembrava brutto separarsi così, con quella tua mail fredda, stereotipata come gli sms che si mandano agli amici per Natale. Tu non mi avevi promesso mai niente, per cui non farò storie e sparirò nell’ombra in cui sono vissuta, perché chi accetta l’ombra firma un contratto per la solitudine. Comprendo la tua decisione di tornare con lei. Vi conoscete da anni, e lei, titolare di uno studio legale, potrà dare una spinta alla tua non proprio brillante carriera di avvocato. E poi, come hai detto tu, chissà che fra un po’ di tempo noi due non possiamo ricominciare a vederci. Con discrezione, s’intende. Come da tue istruzioni, questa mattina sono andata a casa tua a prendere le mie cose rimaste là, e a riportare le chiavi, a proposito, le ho messe nel primo cassetto in alto della credenza, come tu mi hai detto di fare. Per dimostrarti che non ho alcun risentimento nei tuoi confronti, ti ho portato una piccola ghiottoneria, il mio cheese cake alle fragole che ti piace tanto. Sei già in cucina, vero? La sera leggi sempre la posta mangiando un dolcetto, è quasi un rito per te, e io ti conosco così bene … . Troverai anche una bottiglia di Brachetto d’Acqui, il tuo preferito. Me lo hai insegnato tu (ricordi?) che l’aroma di rosa bulgara del Brachetto si avvolge alla sensuale dolcezza della panna e intimidisce l’asprigno delle fragole in una spirale voluttuosa di piacere, quasi come fare l’amore. Ho provato un brivido quando ho preso dalla cassettiera la mia sottoveste nera di seta. Come ti piaceva farmela indossare. Volevi che mettessi il mio profumo, dicevi che lo avresti riconosciuto fra mille. Ma lasciamo stare. Immagino ti senta stanco, è normale dopo una giornata di lavoro, e poi fa così caldo. Ah, ho cambiato le lenzuola, te ne sei accorto? Avevi lasciato quelle dove abbiamo dormito l’ultima volta e ho dato una pulita dappertutto, così, mi andava di farlo, amavo questa casa, non è mai stata la mia casa, ma mi piaceva pensare che la mia presenza qui avesse una sua ragione, una sorta di legittimità decretata dai sentimenti. Sarò una sciocca romanticona ma mi rende triste dover ammettere il senso unico di tali sentimenti. E mi rende triste anche quello che sta per succedere. Ti senti come stordito, non è così? Non è colpa del vino e neppure del caldo. Il cheese cake conteneva una dose efficace di un veleno potentissimo, prodotto da un ragno grosso e stizzoso che se la spassa nelle foreste del centroamerica. Come me lo sono procurato? Mio cugino Luigi, il tossicologo. Ha un’intera collezione di questi veleni e mi ha spiegato tutto in proposito. La caratteristica di questa sostanza è la volatilità, non lascia tracce nell’organismo a distanza di poche ore dall’assunzione e l’alcol etilico contenuto nel vino ne accelera l’effetto. Non riesci più a muoverti? E’ normale, il veleno provoca una paralisi progressiva della muscolatura. Significa che tra pochi minuti il tuo cuore smetterà di battere. Arresto cardiaco, dovuto allo stress, troppo lavoro, succede agli uomini della tua età, questa sarà la diagnosi. Fra un paio d’ore, quando sarà buio, verrò a casa tua. Ho fatto una copia delle chiavi, i vicini sono in 1/2 vacanza, nessuno mi vedrà. Ho ripulito tutto questa mattina, non ci sono mie impronte e comunque nessuno sa di me, non è così? Cancellerò dal tuo pc tutto ciò che mi riguarda, farò sparire la bottiglia di vino e il piatto del dolce. Nel tuo messaggio di addio mi hai definita “una donna senza importanza”. Verissimo. Oh, caro, non giudicarmi male! Non ho avuto una parte importante nella tua vita, e così mi sono riservata il ruolo della protagonista almeno nella tua morte! 2/2