Gennaio 2009 - Pilo Albertelli

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Gennaio 2009 - Pilo Albertelli
Gennaio 2009
Anno II - Numero 3
Non c on v e n t i on a l Pi l o
Il lato oscuro
del fast­food
- Il giornale del Pilo Albertelli -
NO! Agli alleva­
menti di anima­
li da pelliccia
Cecilia Lugi, V B
Argomento assai controverso è il “cibo spazzatura”.
Inutile ripetere che negli USA, e sempre più spesso
anche in Europa, il fenomeno obesità, in vertiginoso
aumento, sia causato e aggravato dalla consuetudine a consumare i pasti presso i fast-food . E questo
non è l'unico effetto negativo che tale alimentazione
provoca sulla nostra salute: disfunzioni fisiche,
danni irreversibili al fegato e ad altri organi vitali sono le conseguenze principali che il futuro di clienti
di Wimpy, Burger King e McDonald's ci riserva.
Segue a pagina 4
Pag 7
Blow­Up
Si può fare
Lorenzo Raffio
L'uomo delle stelle
Elisabetta Raggio
Pag 8
Le ragazze di
Sanfrediano
Chiara Antoniucci
I gatti lo sapranno
di Giovanni Ricciardi
Prof Andrea Monda
Pag 9
Sara Manini, III E
Soko
Keira
Thriller: Gli album che hanno
fatto la storia della musica
Claire
Piombo Fuso
a pagina 6
Armando Pitocco
Luca Davoli V A
Kaki King
Valeria Tiburzi, IVC & Flavia Tiburzi, VB
“È di 1 .330 morti e 5.450 feriti il bilancio definitivo dei 22
giorni di offensiva israeliana nella Striscia di Gaza. [..] sono
morti tra gli altri 437 bambini sotto i 1 6 anni, 1 23 anziani,
1 1 0 donne, 1 4 medici e 4 giornalisti. Tra i feriti, 200 dei quali
sono in condizioni gravi, ci sono 1 .890 bambini. Sul versante
israeliano sono morti 3 civili e 1 0 soldati, a cui si aggiungono
decine di feriti.” Agi, 23 gennaio 2009
Nella Mishnà (la codificazione della Torah orale), così è descritta una pena capitale : due boia stringono un sudar (telo)
intorno al collo del condannato, costringendolo ad aprire la
bocca, e un terzo boia versa del piombo fuso nelle sue viscere. 1 “Piombo Fuso” è appunto il nome dell'offensiva dell'esercito di Israele nella Striscia di Gaza.
Segue a pagina
4
Uno spettro si
aggira per
l'Europa (e per
il mondo)...
red-iguana 91
Intervista
doppia
Amati­
Foglietta
a pagina 6
a pagina 3
l
Inside the School O nda­2­nomaA
Lingue Più
A
Giorgia Fanari
nche
quest’anno
stanno per partire i
corsi di lingua inglese
(P.E.T. ed F.C.E.), francese e
spagnolo (primo e secondo livello). La classe si riunirà
una volta a settimana (martedi, mercoledi o giovedi) per
due ore alla fine dell’orario
scolastico. Le lezioni saranno tenute da Carlos, un
professore argentino laureato in lingue, molto bravo
e simpatico! Per esperienza,
consiglio questi corsi a
chiunque è intenzionato a
imparare in modo semplice,
comodo ed economico le
lingue. La nostra scuola
offre a tutti una grande
opportunità per avvicinarsi,
Iniziative di solidarietà
in molte scuole di Roma
Natale Solidale
«
Trionfo all'Albertelli
Armando Pitocco
Magari tutte le scuole
fossero così». Non sono ancora entrato nel mercatino natalizio di Emergency
che già una decina di amici,
tutti volontari dell'ONG, si sono congratulati per il grande
successo dell'Albertelli. Siamo già un mito!
Giovedì 1 8 dicembre
2008, il nostro liceo festeggia l'arrivo delle vacanze
natalizie. Concerto, cibo e...
divertendosi e stando in
compagnia, di studiare le
lingue: spesso infatti ci si rivolge ad istituti per i corsi
di lingue, in cui si spendono molti soldi e dove a
volte è difficile trovare orari
adatti. L’obiettivo che si
pongono questi corsi è
quello di fornire una preparazione valida da poter
conseguire
alla
fine
dell’anno degli esami che vi
daranno la possibilità di
ottenere scolastici, di avere
un certificato che potrà
tornare utile anche in alcune università e, soprattutto,
di avere una grande soddisfazione a livello personale!Info: prof.ssa Emanuela
Turchetti (succursale) o segreteria
della
centrale.
un banchetto di Emergency!
Ebbene sì, la festa è stata dedicata a quest'organizzazione,
che porta servizi sanitari in
paesi afflitti da guerra e povertà, un'opera di solidarietà
in tono con l'originale sentimento del Natale. Con i biglietti d'ingresso Anomalia
Collettiva è riuscita a raccogliere ben 1 600€, 500€ sono
stati utilizzati per le spese, poco meno di 200€ sono
andati alle casse del collettivo, e 800€ sono stati la donazione alla ong. In più il
banchetto è riuscito a raccogliere altri 200€. In totale
dall'Albertellil sono usciti
ben 1 000€ tondi tondi per
Emergency. Una bella cifra,
CineAlbertelli
Armando Pitocco
D
urante quest'anno scolastico s'è attivato un
gruppo di studenti per mettere in piedi un cineforum , il
quale ha già proiettato alcuni film di grande rilievo. Per
esempio “Tutta la vita davanti”, di Virzì, eccezionale
ritratto dei tempi moderni,
della precarietà del lavoro e
della mentalità di massa; o
“ Mamma Roma”, di Pasolini, viaggio nelle periferie romane; o quelli proiettati i primi giorni del nuovo anno:
“A sud di Lampedusa” e “ Come un uomo sulla terra”,
entrambi girati da Andrea Segre, il secondo insieme a
Dagmawi Yimer. Questi documentari, di straordinaria
importanza, ci hanno illuche nessun'altra scuola è riuscita a mettere insieme.
Anche in altre scuole di
Roma ci sono stati iniziative
di solidarietà simili. Al
mercatino natalizio del liceo
classico Manara sono stati
raccolti 500€, sempre per
Emergency. Anche al liceo
classico Augusto nella festa
di Natale sono stati raccolti
500€, questa volta per un
progetto di solidarietà con il
Malawi.
Speriamo che si ripeta questa magnifica esperienza
anche i prossimi Natali, e
perché no, anche nelle feste
di fine anno.
Grazie a tutti!
Gallery Art
I
Lettera d'amore
Anno II - Numero3
[email protected]
strato storie sconosciute, i
viaggi dei migranti, attraverso il deserto del Sahara
(ma anche attraverso carceri,
torture, violenze gratuite,
sfruttamento, discriminazione). Ed è stato proprio
Dagmawi Yimer, studente
etiope di giurisprudenza ad
Addis Abeba, a Roma rifugiato politico e insegnante
alla scuola per stranieri Asinitas, che ci ha presentato
l'ultimo film, “Come un uomo sulla terra”. È stata
un'esperienza unica quella
di poter parlare, di persona,
con una persona simile,
grande per le sue esperienze, e per i suoi pensieri.
Rimane però il grande
dispiacere di non aver avuto
la giusta partecipazione da
parte delle varie componenti
S
Studenti nel
Pallone
ta partendo il torneo di
calcio a 5 del Pilo
Albertelli!
Le squadre possono essere al
massimo di 7 calciatori, 2 possono essere esterni alla scuola.
Si giocherà presso gli impianti
"Cisco Roma" e "Partenope", in
via Gordiani, e "Tata Giovanni", vicino la metro B Piramide. Ogni squadra dovrà
contribuire alla spesa dell'affito dei campi con 30€. Inoltre
dalle casse del Liceo Pilo
Albertelli arriverà un contributo di 900€!
Per iscrivervi contattate:
Nicolò Di Matteo, II F:
3342209082
Giacomo La Porta, II A:
3489276509
l prof. Pronuncia la parola “nenia”, l’unica che sento, l’unica espressiva di questa ora infinita. Quest’ora che mi separa da
te;spero che almeno oggi arriverò in tempo per te, per trovarti ancora lì. Ultimamente faccio sempre tardi. Quando arrivo tu ti
stai già allontanando. Rincorro la tua ombra, forse credendo di poterti riprendere per la scia, ma già non ci sei più, scomparso e
inghiottito da un paesaggio fin troppo conosciuto. E più ti rincorro, più tu mi scappi. In amore vince chi fugge, e tu mi sfuggi, e
tu non mi aspetti. Tu che quando parti non ti fermi più e tutti ti guardano andare, andare più veloce di chi ti cammina a fianco.
Ma tu non hai occhi per vedere e forse non hai neanche un cuore per renderti conto che io esisto. Aspettami! Almeno oggi,
aspettami. Eccola, finalmente, la campanella suona. Mi alzo scusandomi, devo andare –mi dispiace prof., ho fretta, non posso
aspettare che finisca, c’è chi non mi aspetta-. Devo arrivare prima che se ne vada, devo sbrigarmi. Scendo i gradini a due a due,
pensando a come sarebbe bello se potessi arrivare in un battito d’ ali dovunque. Ma non mi serve nessun luogo, nessun dove,
mi basta raggiungerti. Il mio ovunque è dove sei tu. Esco di fretta, passo veloce, lo zaino mi rimbalza sulle spalle. I minuti non si
fermano, i secondi passano, ma tu non andare, ti prego, almeno oggi, aspettami! Ok, ci sono. Ti vedo da lontano, non andare,
non oggi, non chiudermi tutte le porte in faccia. Eccomi ci sono. Quella sensazione di vittoria mi attraversa in un brivido la schiena quando sono sopra di te. Sì, ci sono, ho il fiato corto, ma sono sopra di te ed è quello che conta. Ora puoi andare, ora possiamo andare. Ora riportami a casa, treno. (lettera d'amore ad un treno puntuale).
scolastiche. Si cercherà di
fissare i prossimi appuntamenti in giorni più favorevoli (rimane comunque la limitazione dei 3 giorni
d'apertura fissi della scuola,
cioè martedì, mercoledì e
giovedì). Forse si approfitterà delle ore successive alle
assemblee d'istituto per proiettare qualche film in tarda
mattinata.
In ogni caso il consiglio rimane uno e urlato a chiare
lettere: PARTECIPATE!
Teatro
dell'Opera
giovedì 1 9 febbraio 2009,
ore 1 0.00-1 3.00
• IPHIGÉNIE EN AULIDE,
Tragédie-opèra di C. Willibald Gluck, regia, scene e
costumi di Yannis Kokkos
Relatore: Carlo Cavalletti
• IL PENSIERO FILOSOFICO-MUSICALE NEL SETTECENTO
Relatore:
Ferdinando
Abbri
giovedì 1 9 marzo 2009,
ore 1 0.00-1 3.00
• IL RE NUDO, opera di
Luca Lombardi, libretto di
Sandro Cappelletto, regia di
Dmitri Bertman
Relatori:
Sandro
Cappelletto,
Luca
Lombardi, Elio delle Storie
Tese
giovedì 26 marzo 2009,
ore 1 0.00-1 3.00
•
TRITTICO
(CASSANDRA Monodramma per
attrice, ensemble strumentale e elettronica di Michael
Jarrel,
regia di Pamela Hunter,
FOR YOU, opera in due atti
di Michael Berkley, regia di
Pamela Hunter,
EISLEMATERIAL, opera di
Heiner Goebbels, regia di
Heiner Goebbels).
Relatore:
Giordano
Montecchi
lunedì 6 aprile 2009, ore
1 0.00-1 3.00
• LES BALLETS RUSSES,
direttore Zoltán Peskó
Relatori: Luca Aversano,
Concetta Lo Iacono, Gaetano
Santangelo,
con
l’intervento di Beppe Menegatti
Gennaio 2009
www.ondanomalapilo.com
O
Amati vs Foglietta
7. Perché ha scelto la
matematica?
1. Nome, cognome e
data di nascita
F: Sergio Foglietta, 26/05/67
V: Viviana Amati, 25 novembre 1 964
2. Il periodo della vita
per cui prova nostalgia
F: Gli anni '80, quelli del primo periodo universitario
V: per aspetti diversi un po’
tutti i periodi della mia vita,
perché ognuno ha avuto cose
belle e cose più difficili da superare. Forse non vorrei che nessun periodo tornasse. In ogni caso mi sono divertita molto durante gli ultimi anni di liceo e
all’università
3. Il gruppo musicale preferito
F: Sicuramente gli U2!
V: dal punto di vista musicale
sono molto legata ai Beatles;
sinceramente i gruppi più recenti li seguo poco! Anche i
Pink Floyd sono un gruppo che
amo e ascolto spesso.
4. Dove compra i vestiti?
F: Boutique, non nei grandi
magazzini...
V: In più posti!...ma quali rimarrà un mio piccolo segreto!
5. Look "comodo" o accurato?
F: Accurato, curo il look ma
riesco anche a renderlo "comodo".
V: Comodo! Però con
qualche accortezza ai dettagli!
6. Cibo preferito
F:La pasta asciutta e i primi
piatti in generale, perché nel cucinarli data la sostanza della pasta si concentra l'attenzione solo sul gusto!
V: a me piace veramente
tutto: l’italiano, il cibo etnico…
vado molto a periodi anche con
il cibo! Sono una buona
forchetta!
A Inside the School
ndanomal
­3­
F: In realtà ho scelto la fisica,
preferisco infatti il come al
perché!
V: In realtà sono laureata in fisica (indirizzo biofisica). La fisica per me è stata una scelta di
curiosità, mi interessava capire
come funziona il mondo, mi ponevo molte domande. Per
quanto riguarda la matematica sicuramente mi diverte, e al
tempo stesso è una parte e uno
strumento fondamentale della fisica.
8. È superstizioso?
F: No!
V: Assolutamente no! Anche
se conosco persone che, pur
avendo menti scientifiche, sono
molto superstiziose e che se vedendo cadere il sale in tavola cominciano a disperarsi!
9. Che voti aveva a scuola?
F: La media dell'otto...
V: Ero la classica “potrebbe fare di più”!!! avevo buoni voti,
ma sempre senza strafare.
10. Capelli lunghi o
corti... perché?
F: Corti, perché mi stanno meglio!
V: Sempre corti! Soltanto da
piccola ho avuto i capelli molto
lunghi, ma dall’età di 5 anni li
ho tagliati e li ho sempre portati
corti, sia per comodità che per
estetica: mi ci vedo molto meglio! In generale devo dire che
mi piace molto anche vedere le
persone con i capelli corti.
11. Argomento di attualità che segue con maggior
interesse
F: Crisi mediorientale...
V: mi interesso molto di politica interna, di ciò che succede
nel nostro Paese in particolare riguardo alla scuola, e di politica
estera, quindi in questo momento in particolare soprattutto
della guerra. Poi seguo sempre
ciò che accade negli Stati Uniti.
Stamattina riflettevo su questa
intervista e riguardo ciò che la
nostra generazione vi lascerà: vi
abbiamo preparato un futuro
davvero pericolo e difficile riguardo a molti aspetti. Cercavo
di immaginare come potrebbero
migliorare le cose e forse proprio la figura di Obama negli
Usa potrebbe rappresentare uno
spiraglio di speranza per un
cambiamento di rotta.
12. Mezzo di trasporto
con cui si muove di solito?
F: Due ruote!
V: Bicicletta o motorino
13. A casa fa la raccolta
differenziata?
F: Sì, anche se non viene minimamente sostenuta dal comune!!
V: si
14. Tre aggettivi per descrivere il suo rapporto
con i ragazzi!
F: Sincero, sentimentale e di
stima reciproca
V: per me è arricchente, stimolante e coinvolgente anche se a
volte un po’ stressante per
voi…vi lascio la parola!
15. Ha animali domestici?
F: No, a parte le (odiose)
formiche in balcone...
V: no
16. Ha figli?
F: Claudia, un anno!
V: Si, 2, una femmina di 1 1
anni e un maschio di 8
17. Giradischi o mp3?
(della serie...conservatrice
o all'avanguardia nella
tecnologia)
F: Giradischi tutta la vita!
V: ormai mp3! Anche di ultima generazione, ho un buon
rapporto con la tecnologia!
18. Dolce o salato?
F: Salato!
V: Come ho già detto, mi piace mangiare tutto, ma se dovessi
scegliere, forse rinuncerei al
dolce piuttosto che al salato
19. Mare o montagna?
F: Montagna!
V: Tutti e due! Per aspetti diversi mi piacciono entrambi. In
montagna durante l’estate faccio
molte passeggiate.
20. Come passa il tempo
libero? Fa sport?
F: Faccio sport e gioco con
Claudia!
V: Per quanto riguarda lo
sport faccio nuoto, vado in bicicletta e d’inverno scio. Quando
ho del tempo libero mi piace
trascorrerlo con i miei figli che
porto a fare passeggiate o gite,
in bicicletta e altre attività
adatte a loro. Poi ho il tempo libero tutto per me che dedico
prevalentemente alla lettura, al
cinema, a mostre, a passeggiate
in bici o a piedi, alla cucina
ogni (ma sempre meno in
realtà!) e a coltivare e a
conservare i miei rapporti di
amicizia a cui tengo molto.
21. Un messaggio da lasciare a noi ragazzi:
F: "Due sono, a mio avviso, i
valori principali di un uomo: la
salute e la cultura. La prima - e
solo quella - grazie a Dio me
l'ha regalata la natura..."
V: ragazzi anche se non sono
il tipo da fare discorsi e in genere quando li faccio mi vengono
sempre male! Come avete osservato anche voi in parte la riflessione che ho fatto sopra
condiziona il mio pensiero adesso, per cui credo che lascerò
parlare Antonio Gramsci in una
citazione che ritengo molto
appropriata in questo momento:
"Agitatevi perché avremo bisogno di tutto il vostro coraggio.
Organizzatevi perché avremo
bisogno di tutta la vostra forza.
Studiate perché avremo bisogno
di tutta la vostra intelligenza." e
poi ovviamente non perdete la
speranza e non fatevi sopraffare
dall'indifferenza! ....Mi rendo
conto che il compito è arduo
ma ho fiducia in voi: ...quindi,
tanto per continuare nelle citazioni: YES! YOU CAN!
l
O nda­4­nomaA
Fuori dal Pilo
Il lato oscuro del fast­food
Piombo Fuso
Armando Pitocco
(segue dalla prima pagina)
Risulta da subito complesso definire ciò che è
stato a Gaza tra il 27 dicembre e il 1 8 gennaio.
Guerra, massacro, legittima difesa? Chi è la vittima, chi è il carnefice? La situazione è in verità
troppo complicata, in 60 anni troppo sangue è
stato versato, e appena si prova a dividere in buoni e cattivi si offende il dolore di qualcuno. Per
districare questo groviglio di odi, e fare chiarezza
sulla situazione, ci vorrebbero informazioni
oggettive. Ma spesso i giornali ci riportano una
realtà alterata, parziale, o perché sono incastrati
anch'essi nella spirale di odio, o perché sono
sottomessi. E così alcuni descrivono Hamas, partito che governa nella striscia di Gaza, solamente
come organizzazione terrorista, e Israele come
vittima. Altri invece descrivono una situazione
opposta. Perfino nelle singole parole troviamo la
scorrettezza dell'informazione: gli israeliani sono
uccisi, mentre i palestinesi muoiono semplicemente2 . E del resto è stato molto difficile avere
informazioni dalla Striscia di Gaza durante l'invasione. I giornalisti non riuscivano a entrare, 4 sono stati uccisi, 35 feriti, gli uffici dei giornali
bombardati. Inoltre Hamas impedisce la libera
informazione3 . Cerchiamo allora di fare luce, risalendo alle origini di questo specifico conflitto.
Enrico Piovesana4 ne trova la causa nelle elezioni democratiche del gennaio 2006, quando Hamas vinse con il 44% dei voti. Così scriveva
William Sieghart, inviato del 'Times' di Londra:
Anno II - Numero3
[email protected]
C
Cecilia Lugi, VB
(Segue dalla prima pagina)
ostituisce un esempio emblematico Super Size Me, un documentario di Morgan Spurlock
passato letteralmente inosservato nelle sale (estate
2004). L'idea del film trae spunto da un episodio di
cronaca: nel 2002 due cittadini americani citarono
in giudizio il colosso McDonald's accusandolo di
aver loro provocato la sfavorevole condizione di
obesità. Spurlock decise perciò di proporsi come
cavia di un folle esperimento. Si costrinse, così, a
un mese di sole “specialità” McDonald's. Dopo 30
giorni accumulò ben 1 1 kg riportando una serie di
alterazioni e lesioni al proprio sistema cardio-circolatorio - ipertensione ed ipercolesterolemia comprese - guaribili solo grazie a una l enta e progressiva
“disintossicazione”.
Non bisogna trascurare che alla base di tali problematiche risulta evidente la smaniosa ricerca del
profitto da parte delle già nominate grandi catene,
non solo a discapito degli ignari (?) consumatori,
ma anche a svantaggio di coloro che lavorano
nell'industria del junkfood. Ma se Super Size
Me sottolinea specialmente gli aspetti sanitari, culturali e sociali legati al largo consumo di hamburger negli
USA, Fast food Nation,
tratto dall'omonimo romanzo-denuncia
di
Eric Schlosser, e diretto
da Richard Linklater
(School of Rock), porta
lo spettatore a riflettere
sul funzionamento del
complicato meccanismo produttivo della
carne bovina, a partire
dall’allevamento del
bestiame fino alla macellazione, dal confezionamento delle polpette alla cottura, dalla promozione del prodotto alla scarsa serietà dei
controlli sanitari. Nella struggente pellicola del
"La leadership politica di Hamas è probabilmente
la più qualificata nel mondo. Può vantare nelle
sue file più di cinquecento laureati, formati nelle
università occidentali, senza odi ideologici contro
l'Occidente”4. Le votazioni vengono elogiate da
tutti, tranne che da Usa (Bush) e Israele (Olmert),
il quale fomenta il conflitto tra Hamas e Fatah (il
partito che ha sempre governato nei Territori Palestinesi), che durerà per oltre un anno, dopo centinaia di morti. Tra marzo e giugno 2007 i due
partiti si uniscono in un governo di unità nazionale, ma gli scontri continuano. Dopo la battaglia di
Gaza, Abu Mazen (leader di Fatah) scioglie il governo e proclama lo stato d'emergenza. Hamas
allora insedierà militarmente nella Striscia di Gaza il governo di Ismail Haniyeh, mentre Fatah (ritenuta da alcuni una “forza di polizia israeliana” 5 ) pone Abu Mazen a governo della West
Bank (la parte di Cisgiordania dei Territori Palestinesi, l'unico altro territorio oltre alla Striscia di
Gaza). Nel settembre 2007 Hamas comincia i
lanci di razzi Qassam, Israele risponde ponendo
1 Da “Piombo fuso: propaganda fin dalle origini”,
di Maso Notarianni, 5-1-09, http://it.peacereporter.net (dopo solo “Peacereporter”)
2 Vedi “Eyeless in Gaza”, di Muhammad Idrees
Ahmad, 22-1-09, www.adbusters.org
3 Vedi “Gaza, le 2 verità”, frutto della visita della
federazione internazionale dei giornalisti (IFJ) a Gaza, dopo la tregua, di Paolo Serventi Longhi, 26-1-
Su internet girano immagini che collegano foto della shoah con
quelle delle stragi in Palestina
sotto embargo Gaza e nel marzo 2008 la invade
per pochi pochi, uccidendo 1 1 2 persone di cui 58
civili. Nel giugno 2008 Hamas e Israele una tregua
di 6 mesi. Il lancio dei razzi cessa, ma l'embargo
continua. Quindi il 4 novembre 2008 6 approfittando della distrazione dei media per le elezioni
americane, l'esercito israeliano compie un incursione nella Striscia di Gaza, uccidendo alcuni miliziani di Hamas. Israele ha rotto la tregua, e Hamas il
giorno dopo ha ripreso a lanciare razzi.
Il 27 dicembre comincia l'operazione Piombo Fuso (“Cast Lead”), l'attacco a Gaza, che si conclude
domenica 1 8 gennaio 2009. Gaza è un fazzoletto
Note
09, Articolo21
4 Vedi “La road map della guerra”, di Enrico Piovesana, 7-1-09, Peacereporter
5 Vedi “Chomsky: indebolendo Gaza”, intervista
di Sameer Dossani (di Foreign Policy In Focus) a
Noam Chomsky sulla guerra di Gaza, tradotto da
Daniele Mannella, 21-1-09, Peacereporter
6 Vedi “Gaza truce broken as Israeli raid kills six
di terra lungo 40km, largo 1 0km. Abitato da un milione e mezzo di persone, quindi con una densità
di 4mila ab/km 2 . Il 70% della popolazione ha meno di 1 8 anni. Bombardare e invadere significa fare una strage, indiscriminata. Infatti durante l'invasione vengono colpite 20 scuole dell'ONU, moschee, migliaia e migliaia di abitazioni rase al suolo. Nonché le migliaia di vittime. Per giunta è stato
verificato che Israele ha sperimentato armi illegali,
come le atroci bombe al fosforo (usate nel 2004
anche a Falluja, bruciano ogni molecola d'acqua,
“prosciugano” le vittime, lasciando intatti i vestiti).
E molte armi sembra che siano state fornite dagli
Stati Uniti, con la complicità della Grecia e forse
Hamas gunmen”, di Rory McCarthy, 5-1-09,
www.guardian.co.uk
7 Ci si riferisce al caso della Wehr Erbe, cargo carico d'armi che partito dagli Usa ha vagato per il mediterraneo, di cui poi si sono perse le tracce mentre
viaggiava in direzione della Puglia. Vedi “Cooperazione internazionale”, a cura di Peter Danssaert,
Sergio Finardi, Pavlos Nerantzis, Carlo Tombola e
Gennaio 2009
www.ondanomalapilo.com
O
A
ndanomal
­5­
2006 emerge, inoltre, il punto di vista di chi opera
in un laboratorio, intento a cercare tra centinaia di
additivi “l'essenza” giusta per rendere la carne più
appetitosa, oppure la fragile esistenza dei desperados messicani che ogni giorno tentano di varcare il
confine statunitense nella speranza di un lavoro qualunque esso sia - e di una vita migliore. L' incipit
del film è dedicato a un’analisi di laboratorio che
avrebbe accertato la sostanziosa presenza di coliformi fecali (letame) nella carne macinata degli
hamburger provenienti da una famosa catena di fast-food...
Vogliamo veramente essere quello che mangiamo?
dell'Italia7. Inoltre l'esercito israeliano (IDF) ha
impedito l'ingresso degli emissari ONU, come Richard Falk, incarcerato per 1 5 ore, che ora non ha
dubbi: “Israele ha commesso crimini di guerra”8.
Hamas ha risposto con la resistenza armata, causando la morte di 1 0 soldati israeliani, e di 3 civili
continuando a lanciare razzi sulle città israeliane.
È la guerra. Una spirale d'odio inghiottisce tutto e
tutti, confondendo vittime e carnefici . Sì, certo, se
per giudicare e dividere in “buoni” e “cattivi”
confrontassimo solamente i numeri, le “quantità” di
sofferenza generate, certamente lo Stato d'Israele sarebbe il male. Ma la morte di un essere umano può
ridursi a un numero? Possiamo forse dire che le
singole persone morte a Gaza, siccome sommate
sono in maggior numero, valgono più delle persone
morte in Israele? Ma alla fine, è possibile dividere
l'umanità in tanti gruppi, in palestinesi, israeliani,
civli, militari, donne, uomini, bambini, vecchi, non
siamo forse tutti esseri umani? È chiaro, la violenza
è il nostro male, ed è ancora più chiaro che se si
contrappone altra violenza, il male raddoppia.
L'unica soluzione sarebbe spezzare la spirale di
odio, il circolo vizioso. E la mente va ad alcuni
simboli della nonviolenza di queste settimane. Va a
Vittorio Arrigoni, pacifista dell'International Solidarity Movement (ISM), a novembre sequestrato e poi
espulso dall'IDF in novembre, minacciato di morte
durante “Piombo Fuso” in un sito americano9 . Va a
Omer Goldman 1 0, 1 9 anni, ragazza ebrea che ha ri-
Note
con il contributo di Mike Lewis della Omega
Foundation, 22-1-09, Peacereporter
8 Vedi “Crimini di guerra a Gaza? Relatore onu
non ha il minimo dubbio”, fonte MISNA, 23-1-09,
http://www.nenasili.cz/it/ (Nonviolenza)
9 Vedi “Gaza, eliminate il pacifista Arrigoni”, Peacereporter
1 0 Vedi “Rifiuto di Servire”, di Dheera Suhan,
Fuori dal Pilo
Bombe al fosforo su una
scuola ONU
a Beit Lahiya,
nel Nord
della Striscia
di Gaza.
Queste armi
sono vietate
dalle
convezioni
internazionali.
fiutato di servire la leva militare (che a quanto pare
in Israele è obbligatoria, e lo è anche per le donne)
e a tutti gli obiettori coscienza come lei. È stata in
carcere e fuori subisce l'odio della società (ha subito anche un'aggressione). Va a Dignity, la nave del
Free Gaza movement, che è approdata finalmente
nella Striscia rompendo l'assedio. 1 1
Ora c'è la tregua, e i soldati israeliani si ritirano.
Olmert grida vittoria: “obbiettivi raggiunti”. “Quali
erano questi obbiettivi?” si chiede Lorenzo
Galbiati, nella “ipotesi per la tonnara di Gaza”. 1 2 Li
analizza Gideon Levy, nell'articolo “La guerra di
Gaza è una totale sconfitta per Israele” 1 3 : se Israele
voleva interrompere il lancio dei razzi Qassam, ha
fallito, i razzi si sono fermati solo con il cessate-ilfuoco; se voleva interrompere il contrabbando
(che prevalentemente riguarda il cibo) che spezzava l'embargo, ha fallito (anzi, la guerra ha dimostrato che il contrabbando di armi ne porta solo di
rudimentali, non pericolose come annunciato); se
l'esercito israeliano voleva ristabilire la propria credibilità, ha fallito, colpevole di un'immane strage.
Solo su un punto sembrano tutti concordare: come
ha detto Olmert, è stata “una giustificata guerra
d'opportunità”, cioè fatta con lo scopo di vincere
le prossime elezioni in Israele. E infatti Benjamin
Netanyahu, leader del partito di destra Likud,
sembra avere aumentato i consensi.
Tuttavia, dice Galbiati, questo non basta. C'è
anche una “follia morale”, un disturbo “sociopatico”. E questo smarrimento dei principi morali
dell'intera società israeliana deriverebbe dalla negazione della pulizia etnica, dalla quale, dice
Galbiati, Israele trae origine. “Per gli israeliani, rico-
stenziali sulla psiche degli ebrei israeliani: dovrebbero riconoscere di essere divenuti l’immagine speculare dei loro incubi peggiori.”1 4Insomma
fonte thttp://www.radionetherlands.nl/, radotto da
Maddalena Parolin, 26-1-09, www.peacelink.it (dopo solo Peacelink)
1 1 Vedi www.freegaza.org/
1 2 Vedi “Ipotesi per la tonnara di Gaza, di Lorenzo Galbiati, 19-1-09, www.nazioneindiana.com
1 3 Vedi “La guerra di Gaza è una totale sconfitta
per Israele”, Gideon Levy, fonte Ha'aretz, tradotto
da Ines Gramigna, 23-1-09, Peacelink
1 4 Partim, da Ilan Pappé, “La pulizia etnica della
Palestina”, Fazi editore, pag. 292.
1 5 Vedi “Israele, i partiti arabi esclusi: «Un
attacco politico ai nostri diritti. Pronti a boicottare il
voto»”, di Michele Giorgio, Il Manifesto, 14-1-09,
pubblicato su www.osservatorioiraq.it/
noscere i palestinesi come vittime delle azioni di
Israele è fonte di profondo turbamento, almeno per
due motivi. Sia perché metterebbe in dubbio gli
stessi miti fondanti dello Stato di Israele, sia perché
[… ] scatenerebbe anche ripercussioni morali ed esi-
sarebbe un inconscio razzismo alla base della società Israeliana, a generare la guerra.
E allora, interpretando alla luce di ciò le risposte di Noam Chomsky nell'intervista già citata5 ,
queste sembrano dire che Israele (la società o come minimo il governo) all'interno di una “follia
morale”, comunque opera lucidamente, con
strategie e furbizie. La soluzione alla questione
palestinese potrebbe essere un accordo, la stabilizzazione di uno Stato Palestinese. Tuttavia Israele, prima di raggiungere un accordo definitivo,
vuole creare una situazione vantaggiosa,
cambiando le carte in tavola, di volta in volta,
violando qualsiasi legge internazionale (giacché
la potenza militare glie lo consente). E così indebolisce Gaza, diventata un recinto con solo palestinesi all'interno, da attaccare a piacimento. Si
espande con nuove colonie nel West Bank, crea
checkpoint all'interno dei villaggi palestinesi, costruisce il muro, rende la vita dei Palestinesi invivibile, discrimina gli arabi cittadini d'Israele (recente la notizia dell'esclusione dalle prossime elezioni di due partiti arabi 1 5 ). Dopo tutto questo logorio lento e progressivo dei Palestinesi il
territorio di Israele coinciderà con la Palestina, e
sarà così ben radicato che i futuri accordi dovranno accettare quella situazione. Ai Palestinesi
non resterà che andarsene, oppure rimanere: “potrebbero servire da attrazione turistica - magari la
silhouette di un pastore che conduce una capra
su una collina [...] Questo è l'obiettivo. Ed è esplicito. Non si può accusarli di inganno perché è
esplicito. Ed è un obiettivo che da queste parti è
acclamato.“5
altRa cultura
NO! Agli allevamenti
di animali da pelliccia
S
Valeria Tiburzi, IVC & Flavia Tiburzi, VB
guardi spenti, musi sofferenti, guaiti disperati:
ques to e’ ciò che si potrebbe vedere negli allevamenti di
animali da pelliccia. Essi infatti non considerano minimamente
le esigenze naturali dell’animale, puntando esclusivamente
all’ottenimento di un manto folto e di bell’aspetto.
Le povere creature vivono in gabbie dalle dimensioni ridottissime, in cui anche il pavimento é in rete per facilitare la pulizia.
Sono costretti a subire correnti d’aria e freddo, per favorire
l’infoltirsi del pelo e le femmine divengono spesso “macchine”
forzate alla riproduzione.
I metodi di soppressione in allevamento cambiano a seconda
delle dimensione dell’animale. Nel caso di animali più grossi,
come le volpi si usa l’ elettricità infilando elettrodi nell’ano e
nella bocca, oppure un proiettile nella nuca, o il soffocamento
da gas.
Per gli animali di taglia più piccola, come i visoni, si utilizza
un colpo di martello sul muso, un chiodo conficcato nella fronte
oppure si annega l’animale precedentemente tramortito. Altri metodi diffusi sono l’ avvelenamento con la stricnina e il soffocamento con il cloroformio.
Molto diffusi, soprattutto nel nord della Cina, sono gli allevamenti di cani e gatti. Qui muoiono ogni anno oltre 2 milioni di
vittime. Le condizioni di questi allevamenti sono spaventose, e
gli animali affrontano un vero e proprio calvario fino alla fine
dei propri giorni. I cani vengono sgozzati e fatti morire dissanguati, oppure bastonati sulla testa. I gatti vengono spesso
impiccati con cappi metallici. In Italia l’allevamento, l’importazione e il commercio di pelli di cane e di gatto e’ illegale (Legge
1 89/04 sui maltrattamenti degli animali).
Tuttavia bisogna prestare attenzione al fatto che, per nasconde-
re la provenienza delle pelli ai consumatori, sull’ etichetta
(quando presente) vengono utilizzati pseudonimi o nomi di fantasia. Tra i più importanti cercate di ricordare i seguenti: asian
wolf, dogue of China, fox of Asia, housecat, mountain cat, special skin ecc.
Se non vuoi essere complice di queste inutili sofferenze, non
acquistare capi di pelliccia o accessori (giacche, stivali, guanti...)
che contengono inserti di pelliccia!! La nostra vanità non provoca che sofferenza ad animali innocui, che non hanno alcuna
colpa! DECIDETE DA CHE PARTE STARE !
Noi abbiamo scelto la parte degli animali, la parte della civiltà!
l
O nda­6­nomaA
Anno II - Numero3
[email protected]
Uno spettro si aggira per l'Europa
(e per il mondo)...
S
red-iguana 91
eneca diceva: ”la globalizzazione accompagna chi non
vi si oppone, trascina chi vi si
oppone”
Sembrerebbe una descrizione
soltanto parziale di questo fenomeno. Tuttavia ne coglie
l’aspetto più sottovalutato ma nondimeno rilevante: la globalizzazione è una realtà con
la quale volenti o nolenti dobbiamo
rapportarci, perché è entrata nelle nostre vite e se ne è impadronita attraverso ogni nostra azione quotidiana. Questo fenomeno,detto
anche
mondializzazione,
comprende
molteplici
aspetti
tutti
interconnessi tra loro come il turismo,le comunicazioni la rete degli scambi,ed ha preso forma negli ultimi anni del novecento modificando radicalmente, anche se spesso
non ce ne accorgiamo, il nostro modo di vivere, la nostra cultura ed ha avvicinato i popoli e le nazioni. L’aspetto forse più
importante, che potremmo intendere come
la più recente metamorfosi compiuta dal
capitalismo, è senz’altro quello economico
e dei sistemi di comunicazione, si tratta
,infatti, di un fenomeno per il quale i prodotti messi in vendita nei mercati nazionali
sono il risultato di un processo di produzione che si è svolto in diverse parti del
mondo, grazie ad un complesso sistema di
integrazione e collaborazione.
I principali fautori, promotori ed esecutori
di questa evoluzione sono state le compagnie e le società transnazionali che, con il
crollo del sistema economico pianificato, vigente nei paesi del blocco sovietico, insieme ai nuovi mercati, hanno ottenuto
immense opportunità di guadagno. Ovviamente anche i Governi, che avevano già iniziato ad adottare come unico modello l’economia di mercato, hanno garantito
l’espandersi e la “colonizzazione” di quasi
tutto il mondo, trasformando così quelle società in vere e proprie imprese multinazionali .
Queste società, a volte con centinaia di migliaia di dipendenti e con bilanci superiori a
quelli di molti stati, hanno favorito spesso lo
sviluppo industriale nei paesi in cui si erano
stabilite,ma avendo come unico scopo il guadagno ad ogni costo, il più delle volte calpestano i diritti dei lavoratori e deturpano
l’ambiente. Inoltre, quando si rivela poco
conveniente mantenere una filiale o uno stabilimento in un paese, hanno la possibilità
di chiudere e di spostare in un altro luogo la
produzione, lasciando dietro di sé disoccupazione e crisi economica. Ad incentivare queste malsane “metodologie di lavoro” è
senz’altro la dilagante ignoranza dei fatti da
parte dei cittadini-consumatori, ma anche
dei governi locali che ,dal canto loro, non
sono abbastanza potenti da
contrastare lo strapotere di queste società e il più delle volte
mostrano indifferenza o addirittura sono conniventi.
Così per cercare di regolare
meglio gli squilibri della globalizzazione e le multinazionali
ed i governi hanno istituito enti internazionali, quali il Fondo Monetario Internazionale (IMF), la Banca Mondiale e l’organizzazione del commercio Mondiale (WTO).
L’economista Joseph Stiglitz (“La globalizzazione e i suoi oppositori”, Einaudi) sottolinea come queste istituzioni hanno fallito
nel loro compito, che era, oltre che favorire
l’apertura dei mercati, anche garantire tutele e aiuti ai paesi sottosviluppati, in procinto di aderire agli accordi di libero
scambio; così facendo hanno promosso
politiche economiche sorpassate e inadeguate, che invece di bilanciare gli squilibri
economici e sociali nazionali e internazionali, hanno dato la massima priorità agli
interessi dei paesi è più avanzati,penalizzando di gran lunga i paesi sottosviluppati.
Esempio della fragilità di questo sistema
economico è la crisi finanziaria improvvisa
e inaspettata, esplosa negli Stati Uniti ha tradito l’intero sistema speculativo, che non
ha mai recepito come proprie l’etica e l’onestà professionale. Le persone comuni che
hanno perso la casa e i risparmi sono state
truffate due volte, prima dai propri istituti di
credito, poi dai loro stessi governi che si sono resi complici delle banche, della speculazione e del capitalismo selvaggio, e ora
invocano aiuti di stato e protezionismo.
Fortunatamente la globalizzazione non è
solo questo e sarebbe ingiusto non valutarne anche gli aspetti positivi come la
grande occasione di arricchimento reciproco tra tutte le culture, che ora sono più vicine che mai; infatti grazie a trasporti e comunicazioni possiamo spostarci da una parte
all’altra del mondo e mantenere contatti,
possiamo conoscere aspetti del mondo
straordinari e sempre nuovi e stringere relazioni con chiunque, ovunque ci troviamo.
Si tratta di un’opportunità straordinaria,
basti pensare alle scarse o addirittura inesistenti possibilità che avevano i nostri nonni
o bisnonni. Tuttavia, per realizzare completamente queste possibilità dobbiamo
renderci cittadini consapevoli di tutti i
meccanismi e di tutte le modalità di produzione che la mondializzazione ingloba,
correggendo quelli che sono gli effetti
collaterali del sistema. Se lo faremo, la globalizzazione potrà rivelarsi un utile strumento di progresso per la civiltà.
Gennaio 2009
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Film
Blow­up
Michelangelo
Antonioni, (1966)
Luca Davoli, V A
I
nghilterra, seconda metà degli anni sessanta. In
un periodo di grandi sconvolgimenti sociali durante il quale soprattutto i giovani si riconoscevano in nuovi sentimenti e consapevolezze e diversi
modelli di comunicazione, Michelangelo Antonioni ci offre un’istantanea sulla vita e i modi della
giovane generazione occidentale. Protagonista
dell’opera è la giornata di un fotografo il quale, assorbito dalla quotidianità, casualmente scopre di
aver immortalato l’ omicidio di un uomo che alcune ore prima, era stato soggetto di alcuni scatti
dello stesso artista. La vicenda si articola proprio
intorno a questo episodio, e vedrà il fotografo
londinese piuttosto impegnato a provare l’accaduto, essendo infatti l’unico testimone.
Malgrado il film sia composto da una sceneggiatura che trova la sua efficacia proprio
nell’ essenzialità, suscitando così una velata atmosfera onirica, il ritmo dell’intreccio e piuttosto sostenuto. Inoltre la rappresentazione non lascia pochi interrogativi allo spettatore; è infatti interessante notare come lo svolgersi degli eventi faccia
permeare sempre più un senso di estraneazione
dalla realtà, percepito in primo luogo dal protagonista, e, in conclusione della vicenda, anche un
sentimento di impotenza e disadattamento, sottolineando così l’ incapacità dell’uomo di comunicare
con i propri simili.
Blow-up (“ingrandimento”) è una raccolta di
impressioni e di spunti (ispirata, fra le altre fonti,
anche da un racconto di Julio Cortàzar, La bava
del diavolo) geniale nella sua accuratezza, anche
se probabilmente qualcuno lo troverà tedioso e privo di logica.
O
A
ndanomal
­7­
Si può Fare
Giulio Manfredonia
N
Lorenzo Raffio
ello, malvisto dal sindacato, viene retrocesso ed esiliato in una cooperativa di
malati mentali. L'iniziale scetticismo lascia spazio
all'entusiasmo e al suo spirito costruttivo, e Nello
inizia a socializzare con i suoi nuovi "dipendenti",
impegnati fino a quel momento in (inutili) attività assistenziali. Il nuovo direttore propone subito alla
cooperativa di cimentarsi per la prima volta in un lavoro vero. Iniziano così a delinearsi i vari personaggi, le storie e i problemi di ognuno. Nello, per
niente scoraggiato ed intimorito da questi ostacoli
(tutt'altro che insuperabili) raccoglie le idee di tutti
e con entusiasmo esclama:
"Si può fare!". I "soci",
dapprima scettici e quasi
affezionati agli inutili (ma
semplici e rodati) lavori assistenziali, iniziano a credere nel progetto, partecipando attivamente. La Cooperativa 1 80 (in onore
della legge 1 80/78, di
Franco Basaglia), inizia a
respirare un'aria nuova, e
ognuno trova un proprio
spazio per esprimersi,
anche non avendo le parole.
La Cooperativa riesce ad
andare avanti e a conqui-
altRa cultura
starsi una fetta di mercato, e con essa anche i ragazzi iniziano a ritrovare la "normalità", scoprendo
le proprie potenzialità e riacquistando fiducia in loro stessi . Vanno a vivere da soli, riducono l'assunzione di psicofarmaci e cominciano ad avere i
problemi delle persone "normali" (innamoramento,
sesso, vita di coppia, vita sociale, ecc) ma l'aria
idilliaca e perfetta di questo inaspettato cambiamento si dissolve improvvisamente, imbattendo in
qualcuno troppo fragile per abituarsi così rapidamente a questa nuova vita. Emerge così anche il
dramma dell'oppressione familiare e di una realtà
poco incline all' accettazione del "diverso", che si
ferma spesso alle apparenze, rifiutando qualsiasi
apertura verso chi più difficilmente riesce ad
ambientarsi in questa società chiusa e menefreghista.
Il film, ambientato proprio negli anni in cui venivano chiusi
i primi manicomi, si addentra
in un mondo spesso trascurato
dal cinema, fatto di esseri umani che provano sentimenti e vivono (almeno ci provano) come noi.
L'uomo delle stelle
Giuseppe Tornatore
U
Elisabetta Raggio
na tristezza indiscreta e una risata amara si fondono in l’uomo delle stelle. Le
aspirazioni, i sogni e le verità dei siciliani finiscono
in una macchina da presa ingannatrice. Il suo proprietario, Joe Morelli , truffa la povera gente, facendogli sostenere un falso provino per 1 .500 lire, in cambio gli
regala qualcosa in cui credere:
l’aspirazione di recitare in un
film, grazie all’ Universalia cinematografica . Il pastore, il carabiniere, l’ultimo dei mille, la figlia
della Vergine Maria si aggrappano alla speranza di poter cambiare vita, di uscire dalla loro realtà
e approdare in un altro mondo,
anche non magico, ma almeno
migliore. E Joe Morelli, se pur
con i rimorsi di coscienza, li asseconda nelle loro ambizioni, non
solo per soldi. Il falso talent-scout
ha infatti bisogno dei guai degli
altri, delle loro aspettative e soprattutto ha bisogno della loro ve-
“In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il
problema è che la società, per
dirsi civile, dovrebbe accettare
tanto la ragione quanto la
follia, invece incarica una
scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo
scopo di eliminarla” (Franco
Basaglia)
rità. Ha bisogno del segreto dei piccoli e dei grandi
per riuscire ad ammettere il suo…
La disperata fuga dall’entroterra siciliano del
1 953 diventa anche l’ossessione di salvezza di
Beata, una trovatella che arriva a nascondersi nel
furgone di Joe per seguirlo. La più piccola fra i siciliani, con la perseveranza e l’amore di chi non ha
altro in cui credere, riuscirà ad aprire uno spiraglio
nella in scalfibile figura dell’uomo delle stelle. Il
ruolo del protagonista, Joe,
è affidato a Sergio Castellitto che interpreta magistralmente l’immobilismo
di una terra in cui la volontà di diventare una star
convive con la mancanza
dell’acqua per dissetare i
campi. Il film del 1 995, diretto da Giuseppe Tornatore, vanta una nomination
agli oscar come miglior
film
straniero.
Una
struggente malinconia, un
disincantato realismo, un
fulminante umorismo, lasciano
addossa
la
drammaticità di un passato
che è ancora presente.
altRa cultura
Libri
I gatti lo sapranno
Giovanni Ricciardi
Prof. Andrea Monda*
Dal giornale Il Foglio del
18 luglio 2008
D
iceva Pietro Germi che in Italia, rispetto agli USA, era molto più difficile fare film polizieschi credibili, perché
negli USA la gente ha timore della polizia, mentre in Italia sui carabinieri si
fanno le barzellette. Ottavio Ponzetti
non è un carabiniere e infatti non fa ridere, anche se è un commissario così italiano, anzi romano, che più romano non si
può, eppure sembra uscito da un film
noir americano, di quelli di Sidney Lumet
o Don Siegel, con il volto di un Mitchum
o di un Robert Ryan. Già l’incipit rende
tangibile quell’atmosfera inconfondibile,
rigorosamente in bianco e nero: “ Chiamatemi sbirro. Sono vecchio del mestiere, per queste cose non mi offendo più.
Chiamatemi come volete, insomma. Non
mi manca il senso dello humour per sapere come a volte mi guarda la gente”.
Tutto il libro di Giovanni Ricciardi fin dal
titolo, I gatti lo sapranno, è pieno di umorismo ma che non sfocia mai nella risata
di derisione che accompagna le
disavventure dei nostri tutori dell’ordine,
un umorismo appunto molto romano, come l’autore, pieno cioè di quello strano
mix di disincanto, rassegnazione e pietas.
Sappiamo poco di Ricciardi, visto che
questo è il suo romanzo d’esordio: è un
giovane professore di latino e greco presso il liceo di Roma Pilo Albertelli
all’Esquilino, il dato topografico è
importante visto che il protagonista vero
della vicenda è l’Esquilino stesso, l’antico
quartiere della capitale ormai diventato
quasi una Chinatown . “ I negozi non sono
più gli stessi.” osserva il protagonistanarratore all’inizio della storia, “ Ma il
confine italiano, il vero confine tra Roma
e Chinatown, è segnato da Fassi, solo un
poco più in là, sullo stesso marciapiede.
Palazzo del freddo. Sembra l’insegna di
uno stadio di pattinaggio su ghiaccio. Il
gelato è ancora quello di una volta. Ci vado, a volte, con Gisella, la mia figlia
maggiore, negli intervalli tra un fidanzato
e l’altro. Fidanzato è la parola che uso io,
si capisce. Subito prima due negozi sono
stati uniti per ricavarne una chiesa
evangelica. Mia moglie dice che è un be-
l
O nda­8­nomaA
Anno II - Numero3
[email protected]
Le ragazze di Sanfrediano
L'atroce vendetta delle belle del quartiere
Q
Chiara Antoniucci
Dall'omonimo film
uante di voi hanno conosciuto dei
casanova? Immagino molte. Le loro di Valerio Zurlini,
1954
caratteristiche sono sempre le stesse: alti,
magri, affascinanti e ovviamente belli da
Scritto da
togliere il fiato. Anche Bob era così, ma
l'unica cosa che lo rendeva “speciale”
Vasco
era il fatto di abitare a Sanfrediano, una
via senz'altro non indifferente. Sanfrediano era una pittoresca via di Firenze, una
Pratolini
di quelle tante vie popolari dove ad ogni
passo ti rendi conto di quanto la gente
1949
fatichi per guadagnarsi un pezzo di pane,
una via malfamata, una via povera. E lì
tra i vecchi sdentati ed ubriachi e le madri indaffarate sto gioco era destinato a durar poco perché non appenelle loro faccende, si muovevano leggiadre le “belle na le belle del quartiere scoprirono di essere state predel quartiere”, impossibile confonderle perché «belle se in giro dal bel ragazzo con le ciglia lunghe, il loro
o brutte che siano, coi porri in viso o con gli occhi di orgoglio superò la loro devozione, perché dovete sapemadonna, le riconoscete dalle mani. Sono il loro miste- re che «le ragazze di Sanfrediano non prendono i rifiuro, il loro orgoglio più segreto e la loro dote; sono ti di nessuno», sanno essere dure e decise e anche se
bianche, di latte, con le dita lunghe e affusolate»; ed è giovani e innocenti: « Furie o Baccanti , al momento
proprio con quelle mani che le ragazze di Sanfrediano opportuno, un po' tutte lo sarebbero diventate».
rivestono le sedie e sfiorano il viso di quel ragazzo che
Il libro offre un interessante spaccato della vita dei
egualmente fa battere il cuore a tutte: Bob. Il suo regno quartieri poveri fiorentini, narrati in ogni singolo dettalì era sconfinato, sapeva come toccare ognuna di loro, glio come solo Pratolini sa fare; scorrendo tra le pagisapeva cosa dire, sapeva come guardarle... le conosce- ne sembra di vedere quelle mani giovani e
va una per una.
bianche,ma già solcate dal lavoro,sembra di sentire
Ma il suo regno infinito era in realtà limitato da «quel l'odore del vino inacidito delle osterie, le grida dei
grosso mucchio di case tra la riva sinistra del fiume, la bambini che giocano tra le vecchie pietre di Sanfrediachiesa del Carmine e le pendici di Bellosguardo» fuori no, e di intravedere in lontananza quel viso, conosciudi lì era solo un comune bel ragazzo, ciò però non gli to da tutti lì, bello, sbarbato e sorridente, un viso
importava, a lui bastava sapere di avere in mano il cuo- inconfondibile, il viso di Bob. Oltre alla grande capacire di ciascuna ragazza di Sanfrediano, gli bastava sape- tà descrittiva,va anche sottolineato come l'autore riere che erano tutte “sue”. Così ogni giorno si dilettava sca a cogliere e rendere al meglio con un linguaggio
a saltare da una all'altra, ad incastrare orari e luoghi e semplice e diretto, la faticosa e semplice quotidianità
a mormorare ad ognuna nell'orecchio le stesse parole di quei luoghi,in quella città che fu la sua culla per
d'amore, facendole sentire uniche e speciali. Ma que- anni e il suo “protagonista” preferito: Firenze.
ne, almeno quelli sono cristiani. In non sono così
convinto”. Come spesso
capita (sempre?) anche questo romanzo parla di un
mondo al tramonto, di un
passaggio di epoca.
Il commissario Ponzetti è
un uomo “al valico” tra due
mondi , tra due ere inconciliabili. Riuscirà, faticosamente e tenacemente, a risolvere il complicato caso
che gli si spalanca davanti
quando la sora Giovanna, la
“gattara” della zona, viene
investita da un’auto in via
Turati, ma quella Roma non
è più la sua città e quella figlia parla una lingua che lui non
comprende più: entrambe, la vecchia Roma e la giovanissima Gisella, sono distanti,
molto lontane da quest’uomo di mezza età
in cui si nasconde l’autore (accennando un
sorriso sotto la sigaretta) che, pur essendo
I gatti lo sapranno, Giovanni Ricciardi
Fazi Editore,
2008, pp.157,
14,50 euro
alla sua prova d’esordio, dimostra di essere
“vecchio del mestiere” come il suo protagonista (forse anche troppo, a volte “il mestiere” prende il sopravvento e la scrittura si
fa bozzetto, quadretto oleografico). Ma,
oltre il sapore e il colore, il giallo c’è e tiene.
E come i buoni gialli che si rispettano, la
storia lascia trapelare molto di più del mero plot poliziesco. C’è, tra le altre cose,
una domanda squisitamente religiosa che
l’autore pone al lettore, “incarnata” nella
sorprendente figura di Suor Elvira (finalmente una figura di suora non caricaturale) e nella preghiera che l’anziana suora
recita quotidianamente per ottenere la grazia di evitare la morte improvvisa: è la domanda sulle cose ultime e sulla (im)possibilità di vivere tutta una vita nella tensione
continua verso di esse. Forse questa di
Ottavio Ponzetti non sarà l’ultima avventura, ma la prima di una lunga serie. Almeno
così ci auguriamo.
*Andrea Monda, professore di Religione
Cattolica del Ginnasio Liceo Pilo Albertelli
Gennaio 2009
www.ondanomalapilo.com
Musica
A
Claire
più di ventisei anni dal suo concepimento,
“Thriller” di Michael Jackson conserva, con le
sue 60 milioni di copie, il primato di album più
venduto della storia della musica. E' stato leggenda
quasi da subito, e non solo per lo straordinario numero di copie venduto, ma anche perché fu un
esempio di novità e record incredibili, dai suoi 7
Grammy e altri i nnumerevoli riconoscimenti , a elementi meno incisivi che riguardavano per esempio
la pubblicizzazione del disco. Thriller contiene
nella sua preziosissima tracklist tracce che solo
nelle loro trasposizioni visive hanno segnato
un'epoca: creato in un periodo in cui i videoclip iniziavano ad avere un peso enorme nella distribuzione del prodotto musicale, (qualcuno, tre anni prima, cantava che i video avevano ucciso le star
della radio) quello del pezzo omonimo dell'album
ha mantenuto il record di più lungo cortometraggio mai realizzato per una canzone per più di
un ventennio; quello di Billie Jean è stato il primo
video di un cantante di colore a essere trasmesso
nella rete neonata di Mtv America, oltre che la prima dimostrazione delle innovative tecniche di
danza di Michael.
“Thriller” ,seppur un episodio fuori del comune,
fu però tutt'altro che un'esplosione di genialità
spontanea.
Il sogno dichiarato di Michael Jackson era creare
un disco commercialmente perfetto, cioè il prodotto di un elaborato compromesso tra easy-liste-
Kaki King
Dreaming ofRevenge
Sara Manini, III E
E
O
A
ndanomal
­9­
altRa cultura
Thriller: come il Royal Pop divenne
(e rimase) campione di vendite
Gli album che hanno fatto la storia della musica
ning e qualità, che garantisse all'album non solo
l'apprezzamento generale di tutti, ma anche eterna
validità nel tempo.
Così, il giovane Jackson scelse il momento più favorevole della sua già avviatissima carriera, in modo da poter permettersi la scelta di una squadra di
professionisti e di una serie di collaborazioni più
che selettive. Beat It, capolavoro di simbiosi di generi, trovò la magnifica esecuzione dell 'assolo in
Van Halen , e più tardi le esibizioni live furono affidate alle sapienti mani di Slash . Un Paul
McCartney maturo, in uno dei ricorrenti momenti
spenti della sua carriera solista, decise di avvicinarsi a Jackson in una canzone che forse non meritò l'unione di due nomi così importanti, ma che
vinse per simpatia di testo e originalità di intento,
“The Girl is Mine”. Da parte loro, le sorelline
Jackson , come LaToya e Janet, conferirono un tono
famigliare al disco, con il loro piccolo contributo
nel coro di “P.Y.T.(Pretty Young Thing)”. Con l'aiuto del suo team, Michael, inoltre, rese armoniosa
la successione delle canzoni, che si dimostrarono
il risultato di un giusto connubio tra rock, r'n'b e
pop, genere del quale dettò per almeno un decennio i canoni, validi e insuperabili ancora oggi.
Forse non tutti sanno, per esempio, che il tormentone di Rihanna “Please don't stop the music” è stato
reso meno insopportabile alle nostre orecchie dal
sample di “Ma ma-se, ma ma-sa, ma ma-coo-sa” rubato all' opening track di Thriller, “Wanna Be
Startin' Somethin'”. Per l'ambizioso progetto di Michael, inoltre, divenne indispensabile persino la selezione di foto nel libretto all'interno dell' LP, e più
di esse l'immagine della copertina, che avrebbe determinato l'impatto immediato col pubblico.
indie-rock e la tradizione malinconica di poeti della
6corde quali Elliot Smith o Nick Drake sono integrati
ad arte, con un tocco di femminilità spesso estraneo
a questi generi. I pochi pezzi cantati sanno molto di
Cranberries, con qualche eco carmenconsoliano; fra
tutti spicca il fortunato singolo “Pull Me Out Alive”,
colonna sonora di ogni situazione imprecisa e opprimente.
Ma i virtuosismi e le felici intuizioni della King si
fanno decisamente più coinvolgenti nei pezzi strumentali : finalmente degli accostamenti di accordi
insoliti , soprattutto in composizioni quali “Open
Mouth” o “Can Anyone Who Has Heard This Music
Really Be a Bad Person”, in cui è possibile scorgere
talvolta delle melodie morbide assimilabili a quelle
di un certo signor Jeff Buckley. Quindi, 1 1 tracce da
ascoltare in un angolo assolato la domenica pomeriggio, ma non solo: i suoi trascorsi da batterista
fanno sì che la chitarra diventi anche uno strumento
a percussione, trasformando ogni nota apparentemente arrendevole in una pervicace resistenza.
cco la rivincita delle giovani donne non particolarmente carine che si cimentano nel suonare la
chitarra. Kaki King, originaria della Georgia, newyorkese d’adozione, con questo disco delicatamente
crudele si afferma come talento del finger picking dopo una lunga gavetta non proprio rose&fiori: partita
dal suonare nelle stazioni della metropolitana del
Village, è arrivata ad un contratto con la Universal ,
ma passando anche per quegli improbabili locali in
cui la gente non si accorge nemmeno che ci sia
qualcuno sul palco. E proprio questo travagliato [Kaki King suonerà il 13 marzo al Circolo degli Artipercorso le ha permesso di entrare in contatto con le sti… se vi intrigano gli schitarramenti puri e semplici
diverse anime musicali di New York, riscontrabili in esenti da pogo violento, fateci un salto.]
questo album prevalentemente acustico: blues, jazz,
Garanzia, unica condizione e collante necessario perché questi fattori dessero il risultato sperato
fu però Quincy Jones, che, allevato e istruito alla
Motown, era il produttore migliore che il giovane
Jackson potesse trovare.
Unico neo: Thriller, assurdamente, non ebbe mai
un tour live che gli rendesse giustizia. Michael
incoerentemente con le sue manie di protagonismo, scelse di partecipare al Victory tour con il
gruppo dei fratelli, i Jacksons, accontentandosi di
alcuni minuti che gli riservarono per la presentazione dei suoi brani solisti.
La longevità del primato del disco
“commercialmente perfetto” dimostra però che
Thriller fu più che un mero tentativo di record : è
un prodotto di qualità unico, è un caso eccezionale di consenso comune a pubblico e critica che
manterrebbe la sua straordinarietà anche se in futuro il disco dovesse perdere il titolo. Senza contare
che il tentativo di ripetersi da parte di Jackson, pur
rivelandosi vano, generò “Bad”, un album reso
ancor più unico da nomi come Stevie Wonder e
tracce come la celeberrima “Smooth Criminal”.
U
Soko
Keira
no dei casi più famosi di successo,
acquistato in Internet, è quello della
giovane parigina Soko, al secolo Stephanie
Sokolinski, franco-polacca di Bordeaux, già
conosciuta in patria come attrice. Lo scorso
anno, tuttavia, ha deciso di postare su MySpace una canzoncina molto orecchiabile
ed “home-made”, registrata in camera con
il cellulare e grazie all’accompagnamento
della chitarra del fratello. Ma grazie ai tremila contatti raggiunti in pochi mesi e alla
proposta di Stella McCartney di usare il motivetto come “theme” della serata di apertura della settimana della moda parigina, la
star si è data alla registrazione del suo primo cd online “Soko not Sokute”, naturalmente con un budget lowcost. Come
insegna la brava star della musica parigina
Internet sta giocando in questi giorni un ruolo fondamentale nella diffusione della musica dei gruppi emergenti e non.
Scatti da Matti
anomal
A
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IV ginnasio!
Anno II - Numero3
[email protected]
Gennaio 2009
www.ondanomalapilo.com
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ndanomal
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Scatti da Matti
Take it easy!
Redazione
Elisabetta Raggio III D (direttrice)
Chiara Antoniucci
Chiara Borrelli III A
Giorgia Fanari III F
anomal
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O nd­12­
Anno II - Numero3
[email protected]
Si ringraziano i collaboratori di questo numero: Ilaria Assenza (II D),
Luca Davoli (VA), Keira, Cecilia Lugi (V B), Sara Manini (III A), Prof.
Andrea Monda, Flavia Tiburzi (V B), Valeria Tiburzi (IV C), Alessandro
Varvaressos (III F)
Lorenzo Raffio I C (sito web)
Armando Pitocco II F (impaginazione)
La Posta
Ciao CHIARA! Anche se hai cambiato scuola, non ti scordar di noi! Un grande
abbraccio e tanti auguri di buona fortuna dalla redazione di OndanomalA
Peddy, Peddy ogni mattina entro in II ora
Solo per incrociare il tuo sguardo ancora
Ogni permesso che mi hai strappato
È stato un attimo donato
All’ossessività del mio amore,
Alla passionalità del tuo rancore…
Chiedo solo un’opportunità
Non tenga conto della mia età!
Adriano III F non so resisterti!
***
Per il ragazzo moro del I D: gli sguardi
che mi lanci mi bruciano dentro…
***
Lucilla mi lasci senza parole
***
La vita è la continua meraviglia di esistere insieme a te… E ora che sei diventato
grande, ti amo ancora un po’ di più!
***
Saraaaaa svegliati è primavera! Ma no, è
inverno…
***
Ormai tutti i prof. In bicicletta… C’è chi
se la monta addirittura!
***
Bella moretta del IV D, so che hai capito
chi sono, vieni ad incontrarmi alla
macchinetta ogni giorno alle 1 2.1 5… Ti
aspetterò!
***
Alzi la mano chi vorrebbe tappare la
bocca ad Armando!
***
Grazie Giulia per sopportare tutti i giorni
una compagna di banco inopportuna e
casinara come me!!! Betta
***
Gaia, Che Sarà, Sarà whatever will be,
will be!!!
***
Un saluto a Gigi, che mi chiede sempre
del giornale e mi chiama giornalista!
Claire
***
Complimenti al PIACIONE della C! Finalmente una sei riuscito a mantenertel
a...magari potevi scegliertela meno analfabeta!
***
Non riesco più a salutarti! Mi dispiace,
non odiarmi.
***
"Davide onesto, Davide probo, tralallalatralallalaleru, si innamorò perdutamente d'una che non lo amava niente!"
Si consiglia al suddetto di aprire gli
occhi e di ascoltare La Ballata dell'Amore Cieco di De Andrè per non fare la fine
di quello della canzone.
***
Shakespeare diceva: "Tutto il mondo è
un palcoscenico e gli uomini e le donne
sono solo degli attori". E aveva ragione...persephone***
ti prego dì addio alla vibrazione...la mia
pazienza ha un limite
***
continua, a distanza di mesi, a sognare
riccioli perfetti...
***
D’Artagnan sei proprio carino, sai?
***
Ragazza del III E avvistata in platino, moro, e rosso...A quando il rosa confetto?
***
A Marco del II E: ma anche nei momenti...porti gli occhiali???
***
Grazie a Hegel capisco perché tra noi
non avrebbe mai funzionato!
***
A Valerio del III E: sei proprio VIRILE!!!E...potente!!!
***
"Will I wait a lonely lifetime? If you want
me to-I will"BEATLESINE(VB)
***
Monda sei er più simpatico, er prof migliore!Un mito!!!Alunno 4A
***
Giuseppe IIB SEI IL NOSTRO IDOLO! Le
tue ammiratrici (C&G) VB
***
X la ragazza bionda del I F, 6 la + bella
di tutte
***
A Daniele del I F sei il mio sole quando
ti vedo mi illumino d'immenso. Anonima 93
***
Avvistato M. minacciare delle giovani
giornaliste. Ma sapete chi non si ferma
mai? Gossip Girl XOXO
***
Nel liceo C c'è uno zoo: Vipera, Cavallo, Orso, Pecora...Ci mettiamo anche
un Nano?
***
Eddy o come te chiami ritirati!!!
***
Non sporcate la cassetta di OndAnomala! Grazie.
***
Senza Mama niente di tutto ciò sarebbe
stato possibile!!Grazie infinite!!
Il ciclo "I dischi che hanno fatto la storia
della musica" continua, ma vi passa il testi-
mone. Scegliete un album che secondo il
vostro parere ha cambiato la storia della
musica contemporanea, scrivete la sua storia, arricchendola di aneddoti e particolarità che giustifichino la vostra scelta, e
mandatecela via email ( [email protected]) oppure infilandola
in una cassetta blu in centrale o succursale.I migliori articoli verranno pubblicati sui
prossimi numeri!
La redazione si scusa con la professoressa Coppini e con i lettori per un errore di stampa del numero di dicembre.
Nell'intervista doppia "Sommella-Coppini", il proverbio della prof.ssa Coppini era "In Cauda Veneno" (e non "in
causa veneno"), in riferimento al veleno nella coda dello scorpione. Ci scusiamo ancora