Algebra lineare - Matematica e Informatica
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Algebra lineare - Matematica e Informatica
LAUREA IN MATEMATICA Esame di profitto di Geometria 2 Modulo di Algebra lineare aprile 2014 1. Per un dato intero n > 1, siano {e1 , . . . , e2n } una base dello spazio vettoriale V := C2n , f l’endomorfismo C-lineare di V definito dalle posizioni f (ei ) = e2n−i+1 , i = 1, . . . , 2n, ed U il sottospazio di V generato dai vettori ej + e2n−j+1 , j = 1, 2, . . . , n. Osservato che f muta in sé U , individuare l’affermazione corretta: (a) f non è diagonalizzabile; (b) la struttura di C[T]-modulo definita su V dalla posizione Tv = f (v) ∀v ∈ V è ciclica; (c) f ha n divisori elementari uguali a T − 1 ed n divisori elementari uguali a T + 1; (d) f induce l’identità sia in U che in V /U . Soluzione: Palesemente risulta f 2 = idV e f 6= ±idV cosicché f ha polinomio minimo T2 − 1, un polinomio certamente di grado inferiore al grado 2n del polinomio caratteristico di f , visto che si sta supponendo n > 1. U ha come complemento il sottospazio W generato dai vettori ej − e2n−j+1 , j = 1, 2, . . . , n, e si ha f (u) = u ∀u ∈ U e f (w) = −w ∀w ∈ W . Ciò significa che U è l’autospazio di 1 e che W è l’autospazio di −1 e quindi che V ha una base di autovettori. Si può concludere che f induce l’identità in U , ma non nello spazio quoziente V /U . Che la (c) è un’affermazione vera segue dal fatto che dimC U = dimC W = n. 2. Si denoti con V l’R-spazio vettoriale delle matrici 3×3 a coefficienti reali e siano f un endomorfismo di V avente polinomio minimo (T4 −1)2 ed U un sottospazio di V stabile sotto f . Tra le seguenti condizioni: • dimR U = 6; • dimR U = 7; • dimR U = 8; quelle compatibili col fatto che f induce l’identità nello spazio quoziente V /U sono • la prima e la seconda; • la seconda e la terza; • la prima e la terza; • tutte. Soluzione. I fattori irriducibili del polinomio minimo di f sono T2 + 1, T − 1 e T + 1, ciascuno con molteplicità 2. Questo vuol dire che f si può rappresentare con una matrice che presenta sicuramente i seguenti blocchi: 0 1 1 0 1 0 0 1 1 1 −1 1 , , . 0 0 0 1 0 1 0 −1 0 0 1 0 1 Incollando diagonalmente questi blocchi si ottiene una matrice M di dimensioni 8 × 8 avente lo stesso polinomio minimo di f : tenuto conto che dimR V = 9, per ottenere una rappresentazione di f occorre completare M aggiungendo nella diagonale un blocco 1×1 che può essere solo (1) oppure (−1) perché ±1 sono i soli autovalori (reali) di f . Poiché il polinomio minimo dell’endomorfismo indotto da f sul quoziente V /U deve dividere il polinomio minimo di f , se f induce su V /U l’identità, V /U può avere al più dimensione 2 e conseguentemente U deve avere almeno dimensione 7. 3. Siano f1 ed f2 due endomorfismi di uno spazio vettoriale V di dimensione 5 sul campo dei numeri complessi aventi in c1 , c2 ∈ C gli unici autovalori. Indicare tra le seguenti condizioni quella che garantisce l’esistenza di g ∈ GL(V ) tale che f1 g = gf2 : (a) c1 = 0, c1 = 1 e f1 ed f2 sono ambedue idempotenti; (b) f1 ed f2 hanno stesso polinomio minimo e stesso polinomio caratteristico; (c) dimC ker(f1 − c1 idV ) = dimC ker(f2 − c1 idV ) = 4; (d) dimC ker(f1 − c1 idV ) = dimC ker(f2 − c1 idV ) e dimC ker(f1 − c2 idV ) = dimC ker(f2 − c2 idV ). Soluzione. Esiste g ∈ GL(V ) tale che f1 g = gf2 esattamente quando f1 ed f2 sono simili ovvero quando hanno la stessa rappresentazione in forma canonica di Jordan. Possono essere fatte le seguenti considerazioni: - le matrici 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 e 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 sono ambedue idempotenti, ma non sono simili; - le matrici c1 0 0 0 0 0 c2 0 0 0 0 1 c2 0 0 0 0 0 c2 0 0 0 0 1 c2 e c1 0 0 0 0 0 c2 0 0 0 0 0 c2 0 0 0 0 0 c2 0 0 0 0 1 c2 non sono simili, ma hanno stesso polinomio caratteristico e polinomio minimo; - le matrici c1 0 0 0 0 0 c1 0 0 0 0 1 c1 0 0 0 0 0 c2 0 0 0 0 0 c2 e c1 0 0 0 0 0 c1 0 0 0 0 0 c2 0 0 0 0 0 c2 0 non sono simili, ma ambedue soddisfano la condizione (d); 2 0 0 0 1 c2 - la condizione (c) invece richiede che f1 ed f2 hanno medesima rappresentazione in forma canonica di Jordan data dalla matrice c1 0 0 0 0 0 c1 0 0 0 0 0 c1 0 0 . 0 0 0 c1 0 0 0 0 0 c2 4. L’endomorfismo R-lineare f : R4 → R4 , (x, y, z, t) 7→ (t, x, y, z), ha divisori elementari: (a) T − 1, T + 1, T2 ; (b) T − 1, T − 1, T2 + 1; (c) T − 1, T − 1, T2 ; (d) T − 1, T + 1, T2 + 1. Soluzione. Palesemente f 4 = idR4 cosicché il polinomio minimo µf di f è da ricercare tra i divisori di T4 − 1: si controlla a vista che nessuno dei divisori proprı̂ di T4 − 1 valutato in f dà l’endomorfismo nullo, dunque µf (T) = T4 − 1. Essendo il grado di µf pari alla dimensione di R4 , µf è anche il polinomio caratteristico di f e, conseguentemente, i suoi divisori danno tutti i divisori elementari di f . 5. Il gruppo abeliano G presentato dalla matrice 1 2 2 A= 2 2 1 2 4 1 è isomorfo a: (a) Z ⊕ Z2 ; (b) Z2 ⊕ Z3 ; (c) Z5 ; (d) Z2 ⊕ Z6 . Soluzione. Diagonalizzando A otteniamo la matrice 1 0 0 0 1 0 , 0 0 6 che presenta il gruppo Z6 ' Z2 ⊕ Z3 . 6. Nello spazio vettoriale reale delle matrici 3 × 3 a coefficienti reali si consideri la classe di similitudine [A]∼ individuata dalla matrice 0 0 1 A = 1 0 −3 . 0 1 3 3 Individuare tra le seguenti matrici l’unica appartenente ad [A]∼ : 1 (a) 0 0 1 1 0 0 0 ; 1 1 (b) 0 0 1 1 0 0 1 ; 1 1 (c) 0 0 1 1 0 0 0 ; 0 0 (d) 0 0 1 0 0 0 0 . 1 Soluzione. La matrice A e la matrice in (b) sono, rispettivamente, la forma canonica razionale e la forma canonica di Jordan di un endomorfismo di R3 avente (T − 1)3 come polinomio minimo. Le matrici (a), (c) e (d) sono invece le forme canoniche di Jordan di endomorfismi di R3 i cui polinomi minimi sono rispettivamente (T − 1)2 , T(T − 1)2 e T2 (T − 1). 4