Approfondimento Capitolo 3
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Approfondimento Capitolo 3
CAPITOLO 3 – APPROFONDIMENTO IL “BUCO DELL’OZONO” IL “BUCO DELL’OZONO” L’ozono (O3) è un gas la cui molecola è composta di 3 atomi di ossigeno, di odore pungente e che presenta un duplice effetto. A livello del suolo è tossico per gli organismi, causa gravi danni alle cellule e rallenta notevolmente lo sviluppo delle piante. Negli strati più alti dell’atmosfera ha invece una importantissima funzione di assorbimento dei raggi ultravioletti, che sono nocivi per l’uomo. Nella stratosfera si estende tra i 20 e i 50 km di altitudine una fascia di ozono senza la quale non sarebbe possibile la vita sulla Terra. Questo strato, a causa delle presenza di gas inquinanti, va sempre più assottigliandosi. Il fenomeno è conosciuto come “buco dell’ozono”. Allarme ozono Il “buco dell'ozono” si sta allargando a dismisura e gli scienziati affermano che sull’Europa centrale la fascia d’ozono si è assottigliata del 50%. Le prime avvisaglie del fenomeno risalgono al 1974. All’assemblea annuale dell’Unione Europea di Geoscienza (EGU) tenutasi nel mese di maggio 2005 a Vienna, il geologo Markus Rex ha annunciato che “dall’Artico il buco si è esteso fino a lambire la Mitteleuropa, il Nordamerica e l’Asia”. Secondo questo scienziato tra le cause principali non c’è soltanto l’inquinamento da cloro-fluoro-carburi, ma anche il riscaldamento del clima mondiale per effetto del quale gli strati più bassi dell’atmosfera si vanno riscaldando, mentre quelli più alti della stratosfera si raffreddano: ed è proprio la drastica riduzione delle temperature che favorisce la distruzione delle molecole di ozono ad opera dei gas CFC. Formazione dell’ozono L’ozono si forma nella stratosfera in due momenti successivi. 1 In un primo momento, per l’effetto dei raggi ultravioletti (UV) si verifica la dissociazione dell’atomo di ossigeno: O2 + UV ➞ O + O 2 Successivamente, per reazione chimica di una molecola di ossigeno con una di ossigeno dissociato, in presenza di una molecola di altro composto (M) con funzione catalitica, si forma una molecola di ozono: O2 + O + M + energia ➞ O3 + M L’ozono assorbe gran parte delle radiazioni ultraviolette provenienti dallo spazio, in particolare i raggi UV con lunghezza d’onda compresa tra i 260÷320 nm che sono molto pericolosi per le nostre cellule, per questo la sua presenza è indispensabile per la vita sul pianeta. Studi recenti hanno dimostrato che basterebbe l’1% di riduzione dello strato di ozono per causare all’uomo gravi problemi (incremento di tumori della pelle, aumento delle malattie oftalmiche) e provocare una forte moria di organismi. Molte specie di fito- e zooplancton scomparirebbero con incalcolabili conseguenze ambientali (la perdita di un anello nella catena alimentare provocherebbe la scomparsa degli individui appartenenti al livello trofico superiore; la perdita di produzione causerebbe la riduzione della disponibilità di cibo e questo acuirebbe il problema della fame nel mondo). C. Cavalli, Nuovo Ecologia e geopedologia, © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2012 1 CAPITOLO 3 – APPROFONDIMENTO IL “BUCO DELL’OZONO” Le cause della riduzione dello strato di ozono I principali artefici dell’assottigliamento della fascia di ozono sono i clorofluorocarburi (CFC). I CFC sono gas utilizzati per la fabbricazione di isolanti termici, come il gas refrigerante dei frigoriferi (tra essi il Freon, CFCl3) oppure come propellenti nelle bombolette spray. Questi gas sono stati per anni un vanto della chimica. Erano ritenuti utili perché inodori, non tossici, non infiammabili e chimicamente inerti. I CFC rimangono in sospensione nell’atmosfera anche per decenni, una volta però raggiunta la stratosfera iniziano a distruggere le molecole di ozono. Queste sono facilmente distrutte dal cloro (Cl) e dal bromo (Br) secondo le seguenti reazioni: 2 (Cl + O3) ➞ 2 (ClO + O2) oppure Br + O3 ➞ BrO + O2 È stato calcolato che un solo atomo di cloro può distruggere 60.000÷70.000 molecole di ozono. Nella figura 1 è schematizzata la reazione che porta alla rottura della molecola di ozono. Figura 1 Schema semplificato della distruzione della molecola di ozono da parte del cloro. CFC raggi UV esempio O2 . Cl + O3 CFCl3 . ClO + O O2 Cl CFCl2 . reazione a catena Nel 1985 è stato individuato nella zona sovrastante l’Antartide un vero e proprio buco nella fascia di ozono. Questa scoperta ha allarmato la comunità mondiale tanto che due anni dopo, nel 1987, si è tenuto a Montreal un congresso, a cui hanno partecipato 23 Paesi tra cui l’Italia, al termine del quale è stato stipulato un accordo per ridurre del 30% il consumo dei CFC entro il 1999. La situazione era così grave che nel 1990 gli stessi Paesi hanno deciso (conferenza di Londra) di sospendere la produzione di CFC entro l’anno 2000 (figura 2). migliaia di tonnellate Figura 2 Andamento (valori medi) della produzione mondiale di CFC. Nonostante la produzione sia effettivamente diminuita non è però completamente cessata. 1400 1200 1000 800 600 400 200 0 1970 2 1975 1980 1985 1990 anni 1995 2000 2005 2010 C. Cavalli, Nuovo Ecologia e geopedologia, © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2012 CAPITOLO 3 – APPROFONDIMENTO IL “BUCO DELL’OZONO” Il problema però non è di così facile risoluzione. I CFC prodotti in passato continueranno ancora per decenni a distruggere molecole di ozono. Inoltre, la mancanza di una normativa internazionale non assicurerà per il futuro la sospensione a livello mondiale della produzione dei CFC. La situazione attuale non è certo promettente. Lo conferma un’ipotesi, formulata dalla NASA alla fine degli anni Novanta, secondo la quale la distruzione dell’ozono stratosferico potrebbe subire un’accelerazione con le conseguenze che tutti sanno. L’assottigliamento della fascia d’ozono è dovuto anche a reazioni chimiche che vedono coinvolti, oltre ai CFC, gas come CH4, CO, NOx, SO2 e N2O. Di questi i più pericolosi sono il NO che reagisce direttamente con la molecola d’ozono (NO + O3 ➞ NO2 + O2) e l’NOx che provoca la scissione dell’acido cloridrico (HCl) con la conseguente produzione di cloro (figura 3). Figura 3 Effetto dei gas prodotti dalle attività antropiche sulla fascia di ozono. L’assottigliamento maggiore della fascia di ozono si è verificato sulla regione antartica dove la quantità di ozono si è ridotta del 50%. Assottigliamento minore, circa 1÷2%, interessa la zona artica ed equatoriale. Diminuzione della quantità di ozono dal 1957 a oggi (in %) 1,5-2 circa 5 2,1-2,5 10,6 2,5-3,1 > 50 N 2O CH4 CO CFC SO2 C. Cavalli, Nuovo Ecologia e geopedologia, © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2012 equatore NOx 3