The Lady - Cinema Verdi

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The Lady - Cinema Verdi
Cineforum G. Verdi - Breganze
38°anno
www.cineverdi.it
The Lady
L’amore per la libertà
CAST TECNICO ARTISTICO
Regia: Luc Besson.
Sceneggiatura: Rebecca Frayn.
Fotografia: Thierry Arbogast
Montaggio: Julien Rey
Scenografia: Hugues Tissandier
Costumi: Olivier Bériot
Musica: Eric Serra
Produttore: Luc Besson, Andy
Harries, Didier Hoarau, Virginie Silla,
Jean Todt
Casa di
produzione: EuropaCorp, Left Bank
Pictures, France 2 Cinéma
Distribuzione: Good Films
FRA - GB (2011)
Durata: 132'
INTERPRETI E PERSONAGGI
Michelle Yeoh: Aung San Suu Kyi
David Thewlis: Michael Aris
Jonathan Raggett: Kim Aris
Jonathan Woodhouse: Alexander
Aris
Susan Wooldridge: Lucinda Philips
Benedict Wong: Karma Phuntsho.
La Birmania è stata colonia inglese
per lungo tempo. Nel 1942 i
giapponesi la invadono. A facilitare
l’operazione ci fu Aung San eroe
nazionale e padre di Aung San Suu
Kyi. La speranza di avere il sostegno
giapponese per conseguire
l’indipendenza dagli inglesi fu la
ragione del suo appoggio. Le mire dei
giapponesi erano, però molto diverse
e la funzione della Birmania sarebbe
potuta diventare addirittura peggiore
con la dominazione nipponica. Perciò
Aung San contrattò un accordo
segreto con gli inglesi. Finita la
guerra, la Birmania non ebbe subito
l’indipendenza, dovette aspettare il 4
gennaio 1948. Ma Aung San non
ebbe mai la soddisfazione di vedere il
suo paese libero, perché appena
nominato primo ministro, fu ucciso nel
1947 da un rivale politico birmano.
The Lady – L’amore per la libertà –
del regista Luc Besson inizia
raccontando quest’ultimo episodio. In
una bellissima casa di Ragoon, la
bambina Aung San Suu Kyi è
coccolata dal padre in un ambiente
sereno e pieno d’amore. Ma è l’ultima
volta in cui lo vede vivo. Il resto della
8° film
storia racconta la vita della donna,
divisa in due realtà: per la prima metà
birmana e per la seconda inglese. Da
ragazza trasferita in Inghilterra per gli
studi, si sposò con un professore
universitario Michael Aris con il quale
ebbe due figli. Nel 1988 lascerà
Oxford per tornare temporaneamente
a Ragoon ad assistere la madre
morente. Un volta lì scoprì con i propri
occhi gli orrori e le violenze che
ancora oggi tengono in ginocchio il
suo paese. A quel punto per lei
divenne quasi doveroso riprendere in
mano il lascito politico e morale
lasciatole dal padre e ricominciare la
lotta là dove il padre era stato
costretto ad abbandonare. Una lotta
che Aung San Suu Kyi portò avanti
con l’aiuto del suo popolo e della sua
famiglia. Quelli che seguiranno, per
Suu Kyi, saranno anni di glorie, come
la schiacciante vittoria alle elezioni del
1990 e l’assegnazione del Premio
Nobel l’anno seguente; ma anche di
grandi difficoltà a seguito della ripresa
del potere da parte della dittatura
militare e il successivo periodo di
arresti domiciliari. Non riuscirà più a
tornare in Inghilterra neppure per
assistere il marito gravemente malato.
Una storia intrisa di valori
profondissimi incarnati da una donna,
insieme gracile e forte, che non a
caso è stata battezzata orchidea
d’acciaio.
La fedeltà familiare e la vocazione a
preservare i diritti delle comunità sono
i valori che sostengono il film di
Bresson. La figura di Suu Kyi
racchiude tutte le qualità delle eroine
femminili transitate nei film di Bresson.
Il regista dopo aver letto la
sceneggiatura di Rebecca Frayn ne è
rimasto molto commosso, così ha
deciso di ricostruire il più fedelmente
possibile la vita di Suu Kyi. Secondo
quanto da lui stesso dichiarato la
caccia alle informazioni non è stata
facile, non c’erano libri da consultare,
c’erano solo i suoi familiari, ai quali ha
dovuto chiedere il permesso di girare
il film. Di grande aiuto è stato il
contributo offerto da Amnesty
International e da alcuni giornalisti che
hanno messo a disposizione del
regista 2 ore di girato, così da questo
materiale si sono potuti ricreare le
ambientazioni e i costumi. Le
immagini con la rivolta dei monaci
vengono da lì.
Descrivendo l’agghiacciante
situazione politica ed economica
14 – 15 – 16 - 17 Novembre 2012
birmana Luc Bresson ha messo in
risalto le abissali differenze tra la
gente comune e i militari. Per strade
ci sono persone che muoiono di
fame, mentre le famiglie dei soldati
e dei militari hanno una quantità
enorme di denaro. Possiedono auto
di lusso che non possono neppure
circolare perché le strade sono
malmesse e piene di buche. Un
vero insulto alla democrazia. Ha
dichiarato testualmente: “Nei paesi
in cui i diritti umani vengono
rispettati, tutto sembra naturale. La
libertà e la democrazia non vanno
mai date per scontate. La
democrazia è come l’amore: va
curata, coccolata sennò scivola
nella dittatura. Ogni dittatura prima
era una democrazia e il
cambiamento in peggio avviene nel
preciso momento in cui si priva un
popolo della cultura e
dell’informazione”. E’ una politica di
divulgazione che secondo Bresson
va adottata per accendere i riflettori
su certe situazioni spesso troppo
trascurate. “E’ la rinuncia fatta da
Suu Kyi ad una vita normale – ha
dichiarato Bresson – che
rappresenta un atto assoluto
d’amore e d’impegno da divulgare”.
Alessandra Sperotto
Il film della prossima settimana
Le paludi della morte
Di Ami Canaan Mann
Durata 109’
Texas City. Ispirato a fatti realmente accaduti.
L'ispettore della Omicidi Mike Sounder e il
suo collega Brian Heigh, originario di New
York, sono chiamati in aiuto dall'ex moglie di
Mike, l'ispettore Pam Stall, per risolvere il
caso di una ragazzina la cui macchina
abbandonata è stata trovata nei Killing Fields.
I Killing Fields sono una spianata costiera
paludosa (che tutti dicono essere infestata dai
fantasmi) dove sono stati ritrovati i corpi di
quasi sessanta vittime, per lo più giovani
donne. Nel corso delle indagini emergono
due gruppi di indiziati, ma si aggiungono altre
vittime. Quando ad essere rapita è Little
Anne, una ragazzina di strada di cui Mike si
sta prendendo cura, Brian e Pam sono
costretti ad avventurarsi nel cuore dei Killing
Fields nel tentativo di salvarla. Un thriller
drammatico diretto dalla figlia di Michael
Mann e ispirato a vicende realmente
accadute. il film vede nel cast Sam
Worthington, Jeffrey Dean Morgan e la
splendida Jessica Chastain.
Cineforum G. Verdi - Breganze
38°anno
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8° film
14 – 15 – 16 - 17 Novembre 2012
L’ ATTRICE
IL REGISTA
Scheda film
The Lady
La locandina
Film d'apertura del Festival di Roma
2011
Nonostante la passione per il suo
progetto, Luc Besson ha incontrato
notevoli difficoltà fin da subito, per la
precisione nel momento in cui ha
cominciato
la
sua
caccia
alle
informazioni: “Non c’erano libri da
consultare e tutti i più cari amici di Suu
erano morti. C’erano i suoi familiari, a cui
ho dovuto chiedere il permesso di fare il
film, ma non avevo voglia di disturbarli.
Mi ha aiutato soprattutto Amnesty
International, che mi ha mandato
un’esaustiva
e
dettagliata
documentazione.
Alcuni
giornalisti
internazionali mi hanno poi messo a
disposizione 2h di girato, che mi hanno
consentito di ricreare ambientazioni e
costumi. Le immagini finali con la rivolta
dei monaci vengono da lì. Ho letto infine
i racconti di svariati detenuti, che,
contrariamente a quanto si vede nel film,
venivano rinchiusi in piccole gabbie
insieme a dei cani”.
L'attrice Michelle Yeoh, protagonista
del film The Lady, ha dovuto imparare
da zero la lingua birmana per
interpretare il ruolo dell'attivista Aung
San Suu Kyi. In particolare, l'attrice ha
studiato bene il famoso discorso di San
Suu Kyi a Shwedagon, da lei riprodotto nel
film.
NOME: Luc Besson
DATA DI NASCITA: 18/03/1959
LUOGO DI NASCITA: Parigi
(2011)
(2011)
(2009)
(2006)
(2005)
(1999)
(1997)
(1994)
(1991)
(1990)
(1988)
(1985)
(1983)
The Lady
Arthur e la guerra dei due mondi
Arthur e la vendetta di Maltazard
Artur e il popolo dei Minimei
Angel - A
Giovanna D’Arco
Il Quinto Elemento
Leon
Atlantis
Nikita
Le Grand Bleu
Subway
Le Dernier Combat
La colonna sonora
Due notazioni musicali: l’inserimento di
alcuni passi di Walk On di Bono degli U2
proprio sulle uniche immagini d’archivio
delle manifestazione dei monaci è un
modo per omaggiare il cantante che fece
di tutto all’inizio degli anni ’90 per
sostenere la leader della non violenza;
invece le note di Mozart suonate da
Aung San Suu Kyi nella casa del padre e
poi fatte risuonare durante la cerimonia
di assegnazione del premio Nobel sono la
testimonianza della volontà di
documentare quanto accadde in quelle
due occasioni fondamentali per la vita e
per l’evoluzione nella lotta al regime
della leader asiatica.
NOME: Michelle Yeoh
DATA DI NASCITA: 06/08/1963
LUOGO DI NASCITA: Ipoh
Malesia
(2011)
(2010)
(2008)
(2008)
(2007)
(2007)
(2005)
(2004)
(2000)
(1997)
(1992)
(1986)
(1985)
The Lady
La congiura della pietra nera
Babylon A.D.
La Mummia – La tomba dell’imperatore
Far North
Sunshine
Memorie di una Geisha
Silver Hawk
La tigre e il dragone
007 Il domani non muore mai
Supercop
Caccia spietata
Bambole e botte