Per uno sviluppo �intelligente� della tecnologia
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Per uno sviluppo �intelligente� della tecnologia
3 Esperienze di vita – Scienza e tecnologia: quale futuro? Piero Angela Per uno sviluppo «intelligente» della tecnologia In questo brano, Piero Angela, noto al grande pubblico per i suoi programmi televisivi di divulgazione scientifica, affronta il problema dello sviluppo tecnologico. Dal momento che la tecnologia continuerà ad avanzare, come fare per difenderci dai rischi che essa comporta? 1. un boomerang: uno sviluppo che si ritorce contro l’uomo; il boomerang è propriamente un’arma da getto di legno, di origine australiana, che ha la proprietà di ritornare al punto di lancio quando non colpisce il bersaglio. 2. «vade retro»: e- spressione latina che significa «vai indietro» e si usa per respingere, allontanare qualcuno o per manifestare un rifiuto netto. Qui l’espressione è riferita al progresso tecnologico. 3. emancipazione: conquista di una maggiore indipendenza, libertà. 4. gerarchica: fondata su rigidi rapporti di supremazia e di subordinazione. Questo sviluppo sempre più tumultuoso, in cui la tecnologia trasforma, accelera, innova, modificando le aziende, il modo di produrre, il modo di lavorare, eccetera, non potrebbe essere in definitiva un boomerang1 e ritorcersi contro l’uomo, cioè contro noi stessi? Questa è una domanda che continuamente la gente pone: perché è chiara la preoccupazione di un cambiamento che aggiunga magari quantità ma sottragga qualità alla vita. Il problema è che nessuno di noi è in grado di fermare lo sviluppo tecnologico: perché è qualcosa che cammina per conto suo, attraverso sterminate ramificazioni che si estendono ormai in tutto il mondo. Sarebbe come voler arrestare il tempo, o il susseguirsi delle stagioni. Limitarsi a denunciare i rischi dello sviluppo tecnologico non è quindi sufficiente, perché, comunque, la tecnologia continuerà ad avanzare (e la gente ad usarla). Tra l’altro è così che nascono comportamenti contraddittori tra il «vade retro»2 tecnologico e l’utilizzo di tutti i suoi vantaggi diretti e indiretti (cui nessuno pensa in realtà di rinunciare). Quello che si può fare è prender atto di questa situazione e, per quanto possibile, governarla. Il problema, cioè, è quello di tentare di conciliare i vantaggi e gli svantaggi di questo sviluppo. Perché gli uni e gli altri sono ormai abbastanza chiari. Lo sviluppo tecnologico ha migliorato l’alimentazione e il reddito, ha diminuito la mortalità infantile e l’analfabetismo, ha aumentato la durata della vita e l’assistenza medica, ha accorciato (anzi addirittura dimezzato) gli orari di lavoro, e ha creato anche circolazione delle idee, emancipazione3, eccetera. Tutte cose che hanno contribuito a modificare la stessa struttura della società, che è passata da una forma a piramide (molto gerarchica4, con una larga base e un piccolo vertice) a una struttura a uovo (con un vertice meno ristretto, una grande zona intermedia e una zona bassa che tende a restringersi). In questo uovo sono sempre meno coloro che lavorano la terra, stanno diminuendo gli operai, e sono aumentati enormemente coloro che svolgono lavori cosiddetti a misura d’uomo, cioè insegnamento, assistenza, informazione, arte, spettacolo, turismo, eccetera. Rosetta Zordan, Il quadrato magico, Fabbri Editori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education 1 3 Esperienze di vita – Scienza e tecnologia: quale futuro? 5. nefaste: nocive, ne- gative. Questa tendenza potrà continuare, se sapremo utilizzare le nuove opportunità dello sviluppo. Ma la tecnologia può portare anche con sé i doni avvelenati che conosciamo bene. È possibile riuscire ad avere uno sviluppo equilibrato che permetta all’uomo di avere i vantaggi della crescita senza pagarli con un prezzo talora molto alto? Questa è senz’altro una sfida difficile; ma la possiamo affrontare. A una condizione: di capire con chiarezza quali sono le direzioni sbagliate. Per questo è necessario che si sviluppi una cultura moderna, che sia in grado di maneggiare, senza distruggere la casa, i fiammiferi, l’elettricità o le bombole del gas. O anche solo l’immondizia. Noi abbiamo nel nostro appartamento innumerevoli cose che possono distruggerci o avvelenarci, ma non per questo le rifiutiamo: perché ci sono utili e perché abbiamo imparato a usarle in modo razionale. Nelle nostre società, invece, ci comportiamo in modo del tutto diverso: scarichiamo l’immondizia nel salotto, avveleniamo l’acqua potabile, affumichiamo l’aria in camera da letto, lasciamo che i bambini giochino con i fiammiferi e con i fili scoperti dell’elettricità in bagno. In altre parole, gran parte delle conseguenze nefaste5 della tecnologia sono dovute in realtà alla stupidità umana e all’incapacità di far rispettare certe discipline basilari. Non serve pronunciare il «vade retro» allo scaldabagno o alla tintura dei capelli o al sacco dell’immondizia: dobbiamo regolarne bene l’uso. Difendendoci per esempio dal «selvaggismo» e promuovendo invece uno sviluppo intelligente della tecnologia. E facendo anche rispettare le regole del gioco. (da Quark Economia, Garzanti, Milano, rid.) 2 Rosetta Zordan, Il quadrato magico, Fabbri Editori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education