Il Consorzio dell`agnello Igp trova alleati tra i Corsi e i Baschi,CON
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Il Consorzio dell`agnello Igp trova alleati tra i Corsi e i Baschi,CON
Il Consorzio dell’agnello Igp trova alleati tra i Corsi e i Baschi E’ la sintesi emersa dalla giornata di confronto che si è tenuta nei giorni scorsi a Corte in Corsica tra il Consorzio dell’agnello di Sardegna Igp, il Consorzio di tutela dell’agnello da latte dei Pirenei Igp e il gruppo promotore per il riconoscimento della Igp per l’agnello della Corsica. “E’ stato un incontro fecondo – sintetizza il presidente del Consorzio dell’agnello Igp di Sardegna – in cui è emerso che è fondamentale allargare le collaborazioni anche oltre i confini sardi e stringere alleanze con i colleghi visto che abbiamo gli stessi interessi”. Fondamentale in questo gioco di squadra è la certificazione “per questo tifiamo perché anche gli agnelli corsi possano ottenere il riconoscimento dell’Igp” rivela Cualbu “in questo modo è più facile allearsi e tutelare i nostri prodotti”. L’esempio arriva proprio dall’agnello corso, il 60 per cento dei quali (390mila) è venduto in Sardegna: “la certificazione fugherebbe ogni dubbio sull’origine, tutelando quel prodotto e anche gli altri da eventuali furbi che potrebbero dargli cittadinanze diverse in base alle proprie esigenze”. Sul confronto dei dati non c’è stata partita. La Sardegna, regina degli ovini, ha messo sul tavolo numeri imponenti visto che si allevano due pecore per abitante (oltre 3milioni), il 40 per cento del patrimonio ovino italiano. “Il nostro Consorzio – ha raccontato Battista Cualbu – conta al suo interno un terzo della aziende sarde (4mila su 12 mila) e certifica circa la metà degli agnelli prodotti: 650mila su circa 1,2 milioni”. Numeri che sovrastano quelli piccoli della Corsica dove si allevano 90 mila pecore da cui nascono ogni anno 65mila agnelli circa. “Aldilà dei numeri – spiega il presidente del Consorzio sardo – dobbiamo fare i conti con le nuove abitudini dei consumatori. Oggi gli agnelli sardi, che rappresentano il 20 per cento del reddito che deriva dalle pecore (il restante 80 per cento dal latte) si concentrano soprattutto nel periodo di Natale (50 per cento) e Pasqua (82 per cento). Mentre dall’altra il mercato richiede prodotto anche d’estate, quando cioè non abbiamo agnelli”. Su questo il Consorzio sardo sta lavorando da tempo per trovare delle soluzioni, coinvolgendo anche l’Università e il mondo della ricerca. “Stiamo cercando di studiare un modo per garantire l’agnello tutto l’anno – spiega Battista Cualbu -. Cambiare la stagione dei parti è difficile ed improbabile per diversi motivi, ma oggi esistono diverse tecnologie che consentono di conservare, per brevi periodi, la carne, senza modificarne la qualità. Uno di questi è il surgelamento che potrebbe garantirci l’agnello anche d’estate piuttosto che esportazioni in Paesi lontani”. Altro argomento affrontato è la ricerca di nuovi mercati. “L’export è importante – ha ribadito anche in Corsica il presidente Cualbu – ma altrettanto importante il consumo interno, a cominciare dalle mense”. Gli allevatori delle altre due razze di agnelli hanno condiviso l’analisi e i progetti portati avanti dal Consorzio dell’agnello sardo Igp. Anche perché riscontrano un calo dei consumi di carne e del tradizionale consumo dell’agnello. In Corsica l’agnello sta perdendo valore e spesso viene svezzato alla nascita, concentrandosi sulla produzione del latte. Per questo, si è concluso “dobbiamo proseguire nella strada della collaborazione e della condivisione dei progetti, ribadendo l’importanza della certificazione per il riconoscimento delle peculiarità regionali e e il contrasto delle contraffazioni”. CON.T.A.S. Il Consorzio agnello Igp è una realtà in crescita ma occorre ancora fare tanto Il Consorzio per la tutela della Igp agnello di Sardegna cresce in maniera esponenziale e lavora non solo per la tutela del marchio ma anche per la ricerca di nuovi mercati. E’ quanto emerso ieri mattina a Borore, nel ristorante le Cupole, dove si è riunita l’assemblea regionale del Consorzio convocata per approvare il bilancio, eleggere il nuovo collegio sindacale e discutere alcune modifiche allo statuto: cambio di sede da Nuoro a Macomer ed accorciare i tempi di convocazione dell’assemblea regionale. L’assemblea è stata l’occasione per fare un bilancio dell’attività del Consorzio ed in particolare del nuovo direttivo guidato, da poco meno di un anno, da Battista Cualbu. “In dieci anni siamo passati da 251 iscritti a 3903 – ha detto Battista Cualbu illustrando i dati – mentre i capi certificati, cioè gli agnelli venduti marchiati Igp, sono passati da 69mila del 2015 a 650mila. Una crescita importante che non ci appaga ma anzi ci stimola a crescere ancora di più, allargando la base associativa con i pastori che ancora non hanno ancora aderito: più siamo e più rafforziamo uno dei prodotti principe dei nostri allevamenti, l’agnello”. “Nel Consorzio sta emergendo che uno dei punti di forza è l’unità della filiera – ha proseguito Antonello Salis, membro del direttivo -. Abbiamo superato le vecchie divisioni con i trasformatori con i quali oggi collaboriamo per allargare il mercato interno (inserendoci anche nelle mense pubbliche) e in quello internazionale, soprattutto in quelli ancora inesplorati”. Il presidente ha poi mostrato anche dati sulla misura del premi accoppiato che quest’anno ha portato nelle tasche dei quasi 4mila soci 4.101.500 euro, 6,31 euro ad agnello certificato. Si tratta del 74 per cento degli oltre 5,5 milioni di euro destinati agli agnelli Igp italiani (oltre al sardo, ne usufruiscono l’abbacchio romano Igp e l’Igp del centro Italia. “Questo è un motivo di orgoglio – ha sottolineato Cualbu – perché il patrimonio ovino sardo rappresenta circa il 45 per cento (oltre 3 milioni su circa 7 milioni di pecore presenti in tutta la Penisola) riceve il 74 per cento del premio accoppiato. Significa che in Sardegna crediamo più degli altri nell’Igp”. Contas. Tour tra i luoghi e i sapori dell’agnello Igp Il Consorzio dell’agnello sardo Igp partecipa domani alla manifestazione Il Treno dei sapori, mini educational tour, promosso in collaborazione con la cooperativa Esedra. L’unico marchio Igp della Sardegna farà conoscere la prelibatezza della carne d’agnello e i luoghi dove viene allevato con un tour tutto particolare: a bordo del trenino verde che partendo da Bosa attraverserà parte della Planargia e del Marghine per giungere a Macomer. “E’ un programma che punta a far conoscere l’agnello igp non solo per il suo gusto ma anche nell’ambiente dove nasce e cresce: i pascoli del nostro territorio, forgiati dalla pastorizia, sono luoghi simbolo di questo prodotto, gli conferiscono infatti bontà e proprietà nutritive eccellenti – afferma Patrizia Pitzalis direttrice del Contas –. Per il turista sarà un modo per fare sua un’esperienza tra mare e montagna”. Grazie alla collaborazione con la cooperativa Esedra che gestisce il trenino, domani i turisti potranno percorrere il tragitto Bosa Macomer facendo una tappa a Tresnuraghes dove potranno gustare i dolci locali con la malvasia. Proseguiranno poi fino all’antica abbazia cistercense di Santa Maria di Corte in territorio di Sindia, e da lì fino a Macomer dove li attenderà il convegno informativo alle 16,30 a cura del Consorzio intitolato “5 buoni motivi per scegliere la carne di agnello di Sardegna”. “Stiamo portando avanti la politica del mangiare consapevole – afferma Battista Cualbu presidente del Consorzio –. In un periodo dove abbiamo pochissime certezze su ciò che mangiamo, della sua provenienza e del percorso che lo ha portato sullo scaffale del supermercato, abbiamo la certezza di un agnello bene identificabile, nato e allevato al pascolo brado in un territorio meraviglioso come la nostra terra che trasmettono all’agnello freschezza e salubrità. L’agnello sardo è un prodotto da far conoscere al grande pubblico, e questa è una di quelle occasioni”. Sempre a Macomer nel museo etnografico “le arti antiche” domani si potrà visitare una tipica casa dove sono custoditi utensili legati all’attività pastorale e degustare le carni dell’agnello di Sardegna. L’agnello di Sardegna Igp a Primavera nel Marghine tra street food e degustazioni in treno Continua l’operazione di promozione della carne di agnello di Sardegna Igp. Questa volta il Consorzio di tutela ha sposato la manifestazione promossa dalla Camera di Commercio di Nuoro e dall’Aspen, “Primavera nel Marghine”, evento che con la formula sperimentata in tanti anni di organizzazione, catapulta tanti turisti nei paesi interessati dal calendario di eventi. Street food e piccoli prezzi, “per sdoganare la carne d’agnello dal luogo comune che la vede come carne per la tavola delle feste – afferma Patrizia Pitzalis direttrice del Contas – in realtà è un alimento che si presta perfettamente per pasti veloci, come vedremo questo fine settimana, grazie alla maestria dei cuochi”. Tanti gli appuntamenti in programma: a Macomer dalla sera di sabato e fino a domenica 29, in quattro ristoranti (La Cascina, Sinatra, Marghine e Su Talleri) in collaborazione con il Consorzio e l’amministrazione comunale si proporranno preparazioni di agnello di Sardegna Igp con la formula dello Steet-food. Pietanze da passeggio per tutti ma dedicate in particolare ai giovani a prezzi contenuti. Per domenica invece sul Trenino verde Bosa-Macomer si potrà gustare la carne d’agnello grazie alla cooperativa Esedra che con il Consorzio ha ideato “Un treno di sapori – cibi antichi per tempi moderni: mandigos lestros – street food”. “Sono iniziative che il Consorzio ha deciso di portare avanti per destagionalizzare il consumo dell’agnello e per incentivare il suo consumo tra i giovani – spiega Battista Cualbu presidente del Consorzio dell’agnello di Sardegna Igp – perché la carne, dal sapore delicato si può facilmente cucinare in modi diversi accostandola ad altre pietanze. Inoltre, trattandosi di un alimento ricco di proprietà organolettiche, promuoviamo per la dieta dei nostri figli dei nutrienti fondamentali per la crescita e lo sviluppo”. Tutte le qualità della carne d’agnello saranno descritte accuratamente durante un incontro informativo “5 buoni motivi per scegliere la carne di agnello di Sardegna IGP” previsto per domenica alle 16,30 nel centro Culturale Casa Attene in Piazza Santa Croce a cura del Consorzio di Tutela. Infine spazio all’artigianato: nel percorso urbano tra musei, mostre e centro storico si potrà visitare anche il laboratorio artigianale di lavorazione delle pelli dove saranno esposti manufatti in pelle d’agnello. Contas. “L’agnello di Sardegna Igp sarà presente alla fiera campionaria di Cagliari” L’agnello sardo certificato Igp è presente anche alla fiera campionaria internazionale di Cagliari, grazie alla cooperativa 27 febbraio di Samassi. I soci del Consorzio per la tutela dell’agnello di Sardegna Igp faranno conoscere in fiera la prelibatezza della carne d’agnello Igp associato al sapore del carciofo. Un’associazione che ha trovato il consenso dei consumatori anche in altre occasioni, ma che risponde soprattutto alle nuove strategie di promozione messe in atto dal Consorzio: “l’agnello di Sardegna Igp ha un potenziale molto alto e purtroppo ancora inespresso dal punto di vista dei mercati – spiega Battista Cualbu presidente del Consorzio -. La collaborazione con le altre realtà agricole e alimentari sarde non può che darci una mano a farlo conoscere”. “L’abbiamo fatto qualche giorno fa a Macomer in collaborazione con l’amministrazione comunale locale, all’interno della Fiera degli ovini con le ricette delle comunità di immigrati – continua Patrizia Pitzalis direttrice Contas – e continueremo a farlo in altre occasioni, dove coinvolti saranno i produttori ai quali daremo supporto logistico e promozionale”. A Cagliari sarà presente al Padiglione H: “domani, venerdì, e domenica faremo una degustazione gratuita – racconta Romeo Scanu, presidente della Cooperativa -. Prepareremo l’agnello con il carciofo e lo offriremo ai presenti. Tutt’e due i giorni dalle 12 alle 15”. Contas. L’agnello Igp filo sottile che unisce tante culture del mondo Una festa all’insegna delle tradizioni culinarie con un unico denominatore comune: l’agnello Igp di Sardegna. Alla decima mostra degli ovini di razza sarda di Macomer, evento riuscitissimo per pubblico e organizzazione, è stato un successo il momento che ha visto la comunità di immigrati macomeresi alle prese con la cottura dell’agnello secondo la loro tradizione, confrontandosi con gli anziani dell’Auser, che invece hanno cucinato l’agnello secondo le consuetudini del Marghine. Un’esperienza nuova per i tanti visitatori, quella di gustare la carne cucinata con cus cus, prugne, uova, mandorle e sesamo, peperoni e riso, carota, ceci, cavolo, spezie, zucca e semi di grano duro. In diverse ricette che esaltavano il sapore della carne in un modo totalmente sconosciuto. Emozionante anche per le partecipanti che hanno fatto conoscere un pezzettino della loro casa, facendo partecipi i macomeresi e non solo di uno dei tanti tesori della loro cultura. “Soddisfazione per aver preso atto che ciò che tuteliamo con l’indicazione di origine protetta – afferma Battista Cualbu, presidente del Consorzio – non è solo qualità e uno dei principali prodotti della tradizione pastorale sarda, ma è anche un filo sottile che lega tante culture del mondo. L’agnello, è un simbolo che ha sempre avuto un significato molto profondo nella storia dei popoli, e il suo consumo ancora oggi, molto più che nella nostra tradizione, rappresenta qualcosa di molto importante, soprattutto per quelle comunità che vivono lontane dai loro paesi d’origine”. “Da noi in Marocco – sottolinea infatti Siam, una delle partecipanti nella preparazione del piatto tradizionale – tutti i venerdì si cucina agnello, è sacro”. Le rappresentanti di due comunità africane, nigeriana e marocchina, hanno dato luogo a una dimostrazione internazionale di cucina, attirando curiosi e tanti veri e propri turisti del gusto, interessati a conoscere i sapori di tradizioni non troppo lontane dalla nostra, ma comunque diverse. “E’ stato un momento di integrazione che ha premiato l’idea di inserire all’interno della fiera il confronto culinario tra popoli – afferma Patrizia Pitzalis direttrice del Contas –. Un momento esaltante, che ha abbattuto i muri dell’indifferenza e ci ha fatti sentire una grande famiglia: per Macomer, come per tanti centri di media grandezza sardi colpiti da questa grave crisi, la comunità di immigrati per certi versi sono stati fondamentali”. “A partire dal mondo delle campagne – le fa eco Battista Cualbu – dove molte aziende si sono salvate negli anni scorsi, solo grazie alla manodopera venuta da fuori. E sarà al carrello della spesa delle comunità straniere che punteremo nella promozione del nostro agnello Igp. E’ un mercato potenzialmente importante, verso il quale ci rivolgeremo puntando sulle caratteristiche che sono proprie di questa carne: genuinità, proprietà nutrizionali e tradizione”. Intanto un nuovo tassello è stato aggiunto al progetto di promozione dell’agnello Igp, che vede nella agire comune delle varie forze gastronomiche presenti in Sardegna, la via per esportare la nostra cultura culinaria: l’aver preso contatto con le comunità di stranieri, non è altro che l’inizio di una nuova e fattiva collaborazione. Contas: “Facciamo squadra per promuovere il nostro agnello”. Il Consorzio per la tutela della Igp agnello di Sardegna sarà presente anche quest’anno a Bidonì in occasione della Sagra de S’Anzone. Il comune del piccolo borgo sulle rive dell’Omodeo assieme alla Proloco locale, ha organizzato infatti per il 28 marzo, giorno di Pasquetta, la 18esima sagra riservata alla valorizzazione della pregiata carne d’agnello. Nelle intenzioni degli organizzatori c’è la creazione di un evento che unisca la tradizione culinaria del centro Sardegna con il patrimonio ambientale e naturalistico che Bidonì vanta. “La carne d’agnello che sia arrosto o in umido, è il piatto tipico della tradizione pasquale – commenta Battista Cualbu, presidente del Consorzio – e volentieri prestiamo la nostra collaborazione per eventi che promuovono il consumo di un prodotto d’eccellenza che rappresenta anche una fonte di reddito per uno dei settori trainanti dell’economia sarda”. Nella pineta di Istei, sarà possibile dalle 11,30 assaggiare la carne d’agnello in tutte le varianti proposte, in particolare in associazione con il carciofo spinoso, altro prodotto d’eccellenza dell’isola sarda, protetto da denominazione d’origine, e tutelato da un consorzio con il quale il Contas ha stretto una forte collaborazione. “Una squadra non conoscerebbe vittorie se ogni suo componente andasse per conto proprio: e la Sardegna della grande tradizione culinaria può e deve fare squadra per vincere nei mercati – sottolinea invece Patrizia Pitzalis, direttrice Contas –. A Bidonì, come è successo in altre occasioni, la carne d’agnello potrà essere gustata con il carciofo spinoso, grazie alla maestria dei bravissimi cuochi locali che ne sapranno esaltare gusto e sapore”. “E’ un’occasione importante per far conoscere la carne d’agnello – conclude Battista Cualbu – e come presidente del Contas va il mio plauso agli organizzatori per l’impegno e per mettere al centro un prodotto fondamentale per l’economia delle zone interne”. Consorzio agnello Igp: La carne di agnello fa bene e va incentivato il suo consumo “L’avevamo detto quando si era diffuso l’allarme dell’OMS, e ora anche un altro studio da una delle più importanti università del mondo, conferma ciò che abbiamo sempre sostenuto: la carne rossa non fa male, anzi il suo consumo è fondamentale per la corretta alimentazione”. Lo afferma il presidente del Consorzio di Sardegna per la tutela dell’agnello Igp Battista Cualbu, che si fa forte anche dell’ultima pubblicazione sulla rivista scientifica Nature a firma di Katherine D. Zink e Daniel E. Lieberman, del Dipartimento di Biologia evolutiva dell’Università Harvard: secondo i loro studi la carne è stata fondamentale nel processo di evoluzione della specie umana, perché quando l’uomo ha iniziato a trattarla, cucinandola e tagliandola, questo gli ha permesso un migliore apporto di calorie e quindi un migliore sviluppo intellettivo e anatomico. In particolare il consumo di carne e il fatto che venisse tagliata prima di cucinarla, ha consentito all’uomo un maggiore apporto di calorie a fronte di una minore masticazione che invece prima era necessaria per consumare quantità elevatissime di vegetali: questo gli ha consentito di modificare l’apparato dentario, che è diventato più piccolo, modificando così le ossa del collo e del cranio e favorendo lo sviluppo del cervello. “Senza il consumo di carne, che a partire da 500 mila anni fa si è avvalso anche della tecnica della cottura, non saremmo quello che siamo – continua Battista Cualbu – ed è ancora più fondamentale oggi, per lo sviluppo e crescita dei bambini e dei ragazzi”. I recenti studi dell’Università di Sassari, ad opera del professor Giuseppe Pulina, individuano nella costante assunzione di carne, il presupposto fondamentale per una corretta crescita dei nostri ragazzi: “i grassi di origine animale sono necessari nella dieta dei neonati e dei bambini per via del loro elevato apporto energetico: inoltre la carne è una fonte importante di acidi grassi essenziali, oltre che di ferro e zinco senza i quali si hanno ritardi nello sviluppo neuropsichico, motorio e cognitivo dei bambini”. Non consumare carne, specie in età infantile, comporta quindi “alterazioni della vista e dell’intelligenza nei bambini”. Tra le tipologie di carni individuate come quelle con le caratteristiche più adatte alla crescita dei nostri ragazzi c’è quella dell’agnello da latte “la più indicata quando si inizia lo svezzamento, perché digeribile e in grado di fornire gran parte di quei componenti essenziali che sono fondamentali in tenera età” afferma invece Patrizia Pitzalis, direttrice del Consorzio di tutela agnello di Sardegna. I maggiori esperti di alimentazione consigliano dunque di mangiare carne e di mangiare soprattutto carne di qualità proveniente da allevamenti allo stato brado e semibrado certificati e che rispettano il benessere animale: “abbiamo in Sardegna l’eccellenza per quanto riguarda la produzione di carne di agnello, che ha caratteristiche precise e definite nel disciplinare di produzione e che come Consorzio garantiamo su tutta la filiera, certificando con l’etichetta di indicazione geografica protetta, una carne sana, e adatta per tutte le età”. L’agnello Igp nei Marcati di Campagna Amica per la festa del carciofo Degustazioni fino a Martedì Grasso Buona la prima per l’agnello al carciofo nei mercati di Campagna Amica. Il primo dei sei appuntamenti del Consorzio per la tutela della Igp agnello di Sardegna nella festa del carciofo promosso da Coldiretti Sardegna si è rivelato un successo. In tutte le Provincie, grazie alla collaborazione tra Campagna Amica, il consorzio per la tutela della Igp agnello di Sardegna e gli agriturismo di Terranostra, fino a martedì prossimo gli agrichef proporranno un menù a base di agnello e carciofo. Dopo l’appuntamento di ieri a Cagliari, in piazza dei Centomila, le degustazioni si avranno ancora a Cagliari domaninel mercato di Campagna Amica a Quartu S. Elena di via Pitz’e Serra e domenica nel mercato di Selargius in Località Su Planu, nel centro commerciale I Mulini. A Oristano invece si potrà degustare l’agnello sardo con il carciofo il giorno di martedì grasso, nel pieno della festa del carnevale e dell’organizzazione della Sartiglia. L’iniziativa si terrà la sera, nel villaggio Sa Sartiglia, in piazza Cova. Anche Nuoro e Sassari hanno scelto martedì grasso (la mattina) e l’abbinamento con le maschere e i balli rispettivamente nei mercati in piazza Vittorio Emanuele ed all’Emiciclo. “Il binomio con il carciofo, che avevamo sperimentato nella rassegna gastronomica in Svizzera a gennaio – dice il dirigente del Consorzio dell’agnello di Sardegna Igp Leonardo Salis – si conferma fortunato anche nell’isola. Stiamo proseguendo con le iniziative congiunte con gli altri consorzi di tutela, le altre realtà agricole e le associazioni perchè, essendo l’agnello espressione di un territorio e di una cultura, pensiamo di dover investire del ruolo di promotori e valorizzatori tutti i sardi, compresi gli emigrati, con i quali abbiamo già promosso alcune iniziative”. “L’obiettivo – spiega il presidente del Consorzio Battista Cualbu – è quello di portare l’agnello sardo in tutte le mense pubbliche, ed in particolare in quelle scolastiche. Lo si deve fare accompagnandolo con l’educazione alimentare perchè oltre a dare un contributo importante all’economia locale e di prossimità, e far mangiare ai nostri figli un prodotto sano, sicuro e a km0, ci deve essere nei più giovani la consapevolezza di ciò che mangiano e che il cibo ha una funzione che va oltre il semplice soddisfare un bisogno fisiologico ma ha pure un valore sociale e culturale”.