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Strasburgo, il Parlamento Europeo consegna il Premio Sakharov a due attiviste yazide. Sono Nadia Murad e Lamiya Aji Bashar, simbolo della resistenza alle brutalità dell’Isis P. 14 Fondata da Antonio Gramsci nel 1924 Questo giornale ha rinunciato al finanziamento pubblico l €1,40 Anno 93 n. 283 Venerdì, 28 Ottobre 2016 unita.tv Europa, non voltarti dall’altra parte l La sicurezza di case e scuole e l’accoglienza dei migranti valgono più del rapporto deficit-pil l Il governo: quelle spese fuori dal patto di stabilità. Ma l’Ungheria dei muri attacca l’Italia P. 2-5 Cara amica, perché voto Sì L’occasione di Casa Italia C Erasmo D’Angelis y(7HD9B7*KKMKKT( +.!#!z!$!{ Marcelle Padovani ara Guillemette, cara amica mia. Ci conosciamo da più di trent’anni, e da più di trent’anni cerco regolarmente di spiegarti la situazione italiana: con esiti altalenanti. Ti ho spiegato il terrorismo rosso, la mafia e l’antimafia, il comunismo à l’italienne e il populismo. Ed ogni volta mi hai rimproverato di essere diventata «troppo italiana». Può darsi che la tua accusa sia giustificata. Comunque, da «troppo italiana» tenterò di rispondere alle tue ultime domande. Mi chiedi come mai Matteo Renzi, giovane, brillante, spregiudicato leader del centrosinistra, applaudito meno di tre anni fa come il possibile grande rinnovatore della politica italica, possa oggi «suscitare tanto odio». Bella domanda. Di errori di stile e di comportamento ne ha fatti tanti: la sua arroganza, la sua sbrigatività nelle proposte, la sua disinvoltura. Ricordati, Guillemette: non ero particolarmente incantata quando sbarcò a Palazzo Chigi dopo aver “pugnalato” un Enrico Letta che trovavo personalmente decente e difendibile. Aggiungo che a questi “difetti” formali, Renzi ne aggiungeva altri di fondo: la sua ignoranza o sottovalutazione di tutto quanto i cosiddetti “corpi intermedi” avevano accumulato come riflessioni, informazioni, analisi e proposte, cioè tutto l’apporto di partiti, movimenti, associazioni, amministrazioni esistenti prima del suo avvento. Per poi essere capace di avanzare proposte e riforme sulle quali in fine dei conti gli capitò, spesso, di fare marcia indietro. Dunque, per tutti questi motivi, non vidi svilupparsi favorevolmente il renzismo. Ne testimoniano i primi pezzi che scrissi per Le Nouvel Observateur, uno dei quali si intitolava «Le Florentin», e non era tenero sulla genesi del potere di Renzi. Poi il tempo è passato. Le cose si sono sviluppate, strutturate, irrigidite. I populismi, di destra e di sinistra, si sono prepotentemente affermati. Il mio intuito però mi dice che né il leghismo né il berlusconismo sono oggi in grado di amalgamare questo vasto rigetto della politica: possono farlo soltanto Grillo e il M5S , che dopo un breve periodo in cui si era potuto pensare fossero capaci di diventare un partito come gli altri, sono ri-scivolati in un format impressionante per la sua capacità attrattiva di tutti i delusi, di tutti gli scettici e gli antagonisti dell’antipolitica e dell’antisistema che esistono sul territorio. Segue a pag. 11 Il nostro europeismo Terremoto, dopo la paura la sfida della ricostruzione P. 2-3 P. 2 Andrea Romano O ggi il Partito Democratico, e con esso il governo italiano, hanno una responsabilità in più: quella di difendere i valori dell’Europa comunitaria dalla minaccia che ovunque in Italia e all’estero si rivolge contro l’europeismo. Accade nel nostro Paese, dove ormai nessun partito tranne il PD rivendica l’Europa come orizzonte ideale e dove qualunque forza politica diversa dalla nostra è impegnata in un esercizio quotidiano di demolizione dell’ispirazione comunitaria. Ma accade anche al di fuori dei nostri confini nazionali, con i movimenti populisti che si rafforzano proprio nel rifiuto della solidarietà europea, e a ben guardare persino dentro la famiglia socialista. Se infatti in tutti i principali paesi europei (Francia, Spagna, Germania e Gran Bretagna) i partiti progressisti sono in profondissima crisi elettorale e identitaria, è altrettanto vero che in alcune importanti aree dell’Europa centrale e orientale sono gli stessi partiti socialisti a partecipare alla nuova retorica dei muri e della critica all’integrazione comunitaria. Se dunque il PD è l’unica forza europeista rimasta in Italia - e il principale argine contro la tentazione dell’antieuropeismo all’interno della stessa famiglia socialista - è ancora più importante il senso della manifestazione di domani a Roma. Segue a pag. 6 Una notte in Italia. La popolazione di Camerino sistemata in un magazzino, ma dalla prossima notte saranno ospitati in alberghi della zona Staino Il diritto di alzare la voce Quella fotografia curda di un popolo sui tetti Pd: Italicum accordo vicino In 50mila domani alla manifestazione Adriano Sofri U n pomeriggio del 2015 mi ero innamorato di una fotografia. L’avevo trovata esposta al museo dei tessuti, nella Cittadella, il qalat, di Erbil. P. 8-9 Domani Sofri sul mattatoio Mosul, l’imbarazzo di Obama e l’avventurismo di Erdogan Umberto De Giovannangeli A lzare la voce a Bruxelles non è un diritto, è un dovere per l’Italia. Il dovere di mettere i partner europei di fronte ad una responsabilità morale ancorché politica. P. 5 P. 6 L’olio, bene democratico Marco Noferi S enti che bellezza!- ha detto Tamara passandomi l’assaggio dell’olio nuovo. Ha detto proprio così: senti che bellezza, forse senza accorgersene, e m’è sembrato che ci fosse tutto in quelle parole. P. 15 Radar: si apre Lucca Comics, un’edizione colossale per i 50 anni del festival che celebra il fumetto P. 12