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FONDAZIONE INSIEME onlus.
Da IO DONNA del 14/7/2012, pag. 61 <<SE IL TRADIMENTO D’AGOSTO
METTE PACE IN FAMIGLIA>> di Angela Frenda, giornalista.
Per la lettura completa del pezzo si rinvia al settimanale citato.
Non siamo <<Quegli amori che consumano l’estate>>.
Emma (quella di Amici) stigmatizzò la categoria del
flirt/tradimento estivo (prima che il ballerino Stefano la
lasciasse per Belen.
In pieno inverno.) nella sua hit Davvero.
Una frase che probabilmente si sarebbe risparmiata se avesse
letto quanto scritto da Nora Ephron (scrittrice e sceneggiatrice
da poco scomparsa) nel suo pamphlet<<Non mi ricordo niente>>
(Rizzoli):
<<è impossibile conoscere la verità sul matrimonio di
qualcuno, compreso il proprio>>.
Massima corredata da un altro concetto per lei basilare:
<<Gli uomini tradiscono>>.
E la Ephron era una che di infedeltà coniugali se ne
intendeva davvero: su quella subita dal suo secondo marito, il
giornalista dello scandalo Watergate Carl Bernstein, ci aveva
scritto un libro, Hearthburn -Affari di cuore, e ispirato un film
di successo con Meryl Streep e Jack Nicholson.
Capitalizzando in maniera eccellente una sconfitta.
Cosa non da tutti: la maggioranza infatti si limita a
tradire.
E l’estate, dicono le statistiche, aiuta.
Una recente ricerca dello Ies (Istituto di evoluzione
sessuale) racconta che su 3mila persone (uomini e donne dai 18 ai
50 anni), il 65 per cento tradisce durante l’assenza o la
lontananza del partner.
Inoltre 4 persone su 5 ritengono che in questo periodo
dell’anno si tradisca di più.
Alcuni (il 52 per cento degli uomini e il 33 delle donne)
sono convinti che lo si faccia per colpa di un qualche incantesimo
erotico di stagione, mentre il 30 per cento degli uomini e il 48
delle donne pensa che si tradisca solo quando la coppia è in
crisi.
Una distrazione extraconiugale nata d’estate, secondo il 64
per cento, può diventare una storia seria.
In ribasso, tra gli oggetti del desiderio, bagnini e
istruttori di surf, mentre resiste un grande classico:
l’animatore.
Il tradimento estivo ai tempi della crisi, poi, sembra che
abbia anche una sua convenienza economica.
L’amante, in questa fase di recessione, sta diventando come
una sorta di sussidio sociale proprio per chi ha meno mezzi.
Gli ultimi dati Istat sull’argomento risalgono al 2009, però
l’esperienza sul campo racconta che divorziare costa (si parla di
cifre che vanno dai 2mila euro in su).
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Troppi per famiglie dove magari i soldi già scarseggiano e
dove aumentano litigi e tensioni, ingredienti ideali per favorire
la ricerca di distrazioni all’esterno del nucleo familiare.
Certo, anche queste sono legate ai mezzi economici, con quel
che ne consegue, come ha raccontato Silvio Soldini nel suo film
Cosa voglio di più, con Alba Rohrwacher e Pierfrancesco Favino:
tristezza, lacrime, la paura di venire beccati e magari
perseguitati ....
Tradire, comunque, è sempre più economico che divorziare.
Ed è forse per questo che il trend non accenna a diminuire.
In
particolare d’estate.
Maria Martello, psicoterapeuta e mediatrice di conflitti, nel
suo ultimo libro Sanare i conflitti (Guerini Studio) spiega bene
il perché della specificità vacanziera dei flirt extraconiugali:
<Si è liberi dai vincoli lavorativi e affiorano i bisogni
inappagati delle persone.
Insomma, si abbandona un ritmo
codificato giornaliero e in questo modo vengono fuori le esigenze
profonde.
Che possono sfociare in conflitti interpersonali.
Ecco perché i tradimenti sono dietro l’angolo.
Evitarli?
Basta imparare a esplicitare ciò che si desidera
con il partner>>.
Esercizio non semplice, in una coppia.
<<È vero, ma se ci si riesce, quello che può apparire un
periodo a rischio tradimento diventa una opportunità di crescita.
Basta coordinare il nostro desiderio con quello dell’altro>>.
Come ci si salva, dunque?
Solo con il dialogo, spiega Martello.
<<Purtroppo però quasi mai le coppie sono completamente
felici e appagate, e quasi mai dunque comunicano in maniera
efficace.
Per questo l’estate apre il coperchio delle insoddisfazioni
irrisolte e porta a tradire>>.
Una soluzione/scorciatoia che in qualche modo “benedice” il
tradimento estivo la offre la femminista Pamela Haag, nel suo
ultimo libro Marriage confidential.
Dove spiega che la nuova monogamia è costituita da coppie che
funzionano proprio attraverso le infedeltà, perseguite però con
regole da pigri.
Tipo: relazioni consentite solo a 50 miglia da casa
(sarebbero 80 chilometri, ma l’America è grande: in Italia
calcoliamone 10); scappatella sotto l’ombrellone quando il marito
è in città; abbassamento degli standard di romanticismo; stop agli
interrogatori tra coniugi.
<<È una diversa idea di fedeltà>> dichiara, candida,
l’autrice.
<<Ma fidatevi: la non monogamia maritale potrebbe essere per
il Ventunesimo secolo quello che il sesso prematrimoniale è stato
per il Ventesimo>>.
Con buona pace dei fedelissimi ...
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COME BERE UN APERITIVO E RISOLVERE I CONFLITTI
C’è un gioco che la mediatrice di conflitti Maria Martello suggerisce alle coppie
sull’orlo di una crisi pre-tradimento. Per farlo ci si dà appuntamento fuori casa, ad un
orario preciso, magari per un gelato o un aperitivo. Sono previste tre fasi.
PRIMA FASE
Uno dei due chiede all’altro se vuole giocare. In caso di risposta affermativa, si
iniziano a spiegare al partner i propri bisogni e desideri.
Senza limitarsi o aver paura del giudizio altrui.
Ma attenzione: prima parla uno, poi l’altro.
Non si può né interrompere, né giudicare.
Chi ascolta deve cercare di cogliere il significato che si nasconde dietro le parole
dell’altro.
Desiderare un’isola deserta, ad esempio, può sottintendere il bisogno di intimità.
SECONDA FASE
La seconda parte, invece, è quella dei perché.
Tocca a chi ha ascoltato cominciare a porre domande semplici per chiarire quanto ha
compreso.
Tipo: ma perché hai proprio questo desiderio? Queste domande si possono ripetere
più e più volte.
L’altro però deve accettare il gioco di introspezione, senza ritrarsi.
TERZA FASE
Infine si permette a chi si è espresso sui propri desideri, di precisare eventuali
fraintendimenti, e ritornare su alcuni concetti.
Insomma, ha diritto di parola.
La fase conclusiva arriva dopo l’ascolto reciproco: ci si dice i punti in comune e
quelli di divisione.
Con questi dati emersi si cercano soluzioni organizzative.
Si può poi decidere di tornare a casa e darsi un altro appuntamento.
Oppure invertire i ruoli. E ricominciare.