dal primo settembre la raccolta di firme

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dal primo settembre la raccolta di firme
d’Italia
RIFORME, BERLUSCONI RILANCIA SUL “PRESIDENTE ELETTO
DAL POPOLO”. DAL PRIMO SETTEMBRE LA RACCOLTA DI FIRME
ANNO LXII N.142
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Redazione
“Torna in campo Berlusconi,
smentendo quanti in queste ore
lo danno per totalmente assorbito dallʼappello del processo
Ruby. E torna per dire no alla
“damnatio memoriae” dei governi da lui presieduti e soprattutto per rilanciare la battaglia
sul presidenzialismo. Il Cavaliere la annuncia in tre mosse in
unʼapposita conferenza stampa
alla Camera: attraverso gli
emendamenti già presentati al
Senato, primo firmatario Maurizio Gasparri; con un ddl di modifica alla Costituzione ed infine
attraverso un proposta di legge
dʼiniziativa popolare per la
quale già prevede “qualche milione di firme” a fronte delle cinquantamila necessarie da
raccogliere presso i gazebo.
Cʼè già una data: “Dal primo
settembre tutti in campo”. Sullʼesito della mobilitazione il Cavaliere è ottimista, come
sempre: “Ce la faremo”.
I problemi, in realtà, non vengono dai gazebo ma dal rapporto con gli altri partiti e
soprattutto con il Pd di Renzi.
Un incontro con il premier –
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spiega Berlusconi – è subordinato
allʼesito del lavoro che il capogruppo forzista Romani, da un
lato, ed il ministro Boschi, dallʼaltro, stanno portando avanti con
lʼobiettivo di trovare “un punto che
vada bene a entrambi”. ”Se lʼaccordo non verrà trovato, ci incontreremo direttamente con Renzi”.
La questione, ovviamente, non è
di metodo quanto di merito. Ed il
Cavaliere non manca di evidenziarlo partendo proprio dalla situazione attuale: “Abbiamo un Capo
dello Stato – sono le sue parole –
che è oggi passato al di là delle
funzioni previste dalla Costituzione”, un passaggio “che è diventato fisiologico”. Nello schema
immaginato da Forza Italia, “la ri-
forma complessiva deve avere un
perno, e il presidente della Repubblica eletto direttamente a suffragio universale sia questo perno”
e valga anche da “contrappeso
necessario” al federalismo regionale. Con il sistema attuale, invece, ”il Capo dello Stato non è
espressione della volontà dei cittadini ma viene deciso a seguito di
molte discussioni, contrasti e compromessi, da due, tre, quattro segretari di partito, in un stanza
chiusa e nella maggior parte pure
di notte, con le idee quindi non
chiarissime”. Comunque sia, a chi
gli chiedeva se il pacchetto di proposte sul presidenzialismo fosse
da considerare “conditio sine qua
non” per il via libera alle riforme
presentate dal governo, Berlusconi ha sgombrato il campo dagli
equivoci: “Assolutamente no, abbiamo preso un impegno sul titolo
V, sul Senato e la legge elettorale
e li manterremo”. Una precisazione che, in ogni caso, non gli ha
impedito di criticare aspramente la
riforma del Senato caldeggiata da
Renzi: “Squilibra lo Stato a favore
dellʼAnci e lo consegna alla sinistra”, ha spiegato il leader forzista.
Ma il presidenzialismo è servito a
Berlusconi anche per lanciare
messaggi al resto del centrodestra, a cominciare dal partito di Alfano, il Ncd che con Cicchitto ha
previsto tempi lunghi per il percorso immaginato dal Cavaliere.
Che, dal canto suo, mostra fair
play: “Il Ncd vuole il presidenzialismo? Bene, fa piacere vedere che
le nostre proposte sono apprezzate anche da altri”. E proprio agli
uomini di Alfano sembra riferirsi
Berlusconi quando rivendica la disponibilità a collaborare: “Siamo
coerenti e responsabili e quindi
pur sapendo prima che qualcuno
avrebbe criticato la nostra posizione dicendo ʻnon siamo né
carne né pesceʼ, abbiamo detto sì
alle riforme per il bene del Paese”.
Unʼalleanza sul presidenzialismo
per ricostruire il centrodestra
Italo Bocchino
Il Secolo dʼItalia è stato il primo giornale italiano, a suo tempo, a proporre il presidenzialismo. Ai tempi le
risposte della politica furono quasi
tutte negative perché i tempi non
erano maturi e si aveva timore dellʼuomo solo al comando.
Oggi lʼelezione diretta del capo
dello Stato è un tema che riguarda
tutti, perché sia a destra sia a sinistra sanno che la democrazia diretta garantisce miglior governo del
paese e maggiore alternanza. Il
momento adesso è maturo e la proposta lanciata ieri da Silvio Berlusconi offre una grande occasione a
tutto il centrodestra, che può trovare
nellʼelezione diretta del presidente
della Repubblica un nuovo e forte
tema utile a riunire la coalizione.
Il leader di Forza Italia ha proposto
un percorso con tre diversi strumenti: emendamenti alla riforma
costituzionale attualmente allʼesame del Senato, disegno di
legge costituzionale e proposta di
legge di iniziativa popolare. La
prima proposta è la migliore perché
avrebbe tempi brevi, ma richiederebbe il consenso della sinistra o di
una parte di essa, la seconda è
lunga e di natura parlamentare, la
terza spinge il popolo ad esprimersi
e può diventare un momento per
fare iniziative comuni di tutto il centrodestra per spiegare il progetto e
raccogliere le firme.
Con una forte battaglia per il presidenzialismo potrebbero superarsi incomprensioni e divisioni ed i partiti
alternativi alla sinistra – o che tali si
dichiarano – potrebbero gettare le
basi programmatiche per un percorso comune, tenuto conto che il sistema presidenziale favorirebbe al
contempo sia la tenuta del bipolarismo sia la coesione del centrodestra.
Dopo la proposta di Berlusconi, però,
servono fatti concreti ed il primo potrebbe essere la nascita di un “Comitato 1del centrodestra per il
presidenzialismo” con dentro i partiti
che lo condividono, ma anche Fondazioni, associazioni, giornali e costituzionalisti. Un percorso di lavoro
comune, una nuova “officina” per
giovedì 19/6/2014
gettare le basi per disegnare assieme lʼarchitettura della Terza Repubblica, dove il centrodestra può
tornare ad essere maggioritario.
Forza Italia ha avanzato la proposta
formalmente, Fratelli dʼItalia già
aveva annunciato la sua intenzione
di fare iniziative in tal senso, la Lega
ha tutto lʼinteresse per un sistema
che si sposa con il federalismo e che
già votò nella ultima bicamerale per
le riforme. Infine anche il Nuovo centrodestra si è espresso a favore e
con un percorso in comune con gli
altri su un grande tema istituzionale
si smarcherebbe un poʼ dallʼappiattimento sul governo Renzi che rischia
di farlo apparire poco nuovo e poco
di centrodestra.
La Boldrini chiede a Gad Lerner perché “è antipatica”,
poi invoca il “dentro tutti” per gli immigrati
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Secolo
d’Italia
GIOVEDì 19 GIUGNO 2014
Redazione
Nel giorno i cui trapela la notizia
di un suo “consulto” con comunicatori (tra cui Gad Lerner) e
psicologi per comprendere
come mai risulti antipatica a tutti,
Laura Boldrini regala lʼennesima
intervista “politically correct” sul
tema dellʼimmigrazione, al grido
di: dentro tutti…
«LʼItalia è un posto sicuro, qui
non vi succederà nulla, nessuno
vi torturerà, nessuno vi ammazzerà, nessuno vi perseguiterà
più, ma ʻnon riposate sugli allori,
perché bisogna essere realistici,
lʼItalia può fare molto, ma non
può fare tutto», è il messaggio
che il presidente della Camera
Laura Boldrini, intervistata dalla
Stampa, rivolge ai rifugiati che
approdano nel nostro Paese. «Il
senso della mia visita in Sicilia
(venerdì per la Giornata mondiale del rifugiato, ndr) è proprio
questo – spiega -: rendere omaggio ai Corpi dello Stato che
stanno lavorando in modo strenuo per salvare le persone e difendere principi sacrosanti del
diritto internazionale. Ma vado
anche a dare solidarietà a una
regione che si sta prendendo il
carico più grande dei flussi di richiedenti asilo». Poi arriva lʼattacco a Maroni: «Quando era
agli Interni, aveva lanciato il progetto di una equa ridistribuzione
tra Regioni. Oggi che è presidente della Regione però sembra non pensarla più così». Il
Mediterraneo, aggiunge, è diventato ”via dellʼasilo: oggi la gran
parte delle persone soprattutto siriani, eritrei, somali scappano
dalla morte”. «Ci sono carenze
nel nostro sistema, le stesse di
sempre. La realtà è che gli arrivi
via mare sono un dato strutturale,
non possono essere gestiti come
emergenze. Ci vuole una cabina
di regia capace di far colloquiare
tutti gli attori e un monitoraggio
che impedisca quello che avvenne nel 2011, quando si spesero tantissimi soldi per
lʼaccoglienza, ma furono spesi
male». E lʼoperazione “Mare nostrum”? Raddoppiarla, potenziarla, perché “da sola non
basterà mai, bisogna prevedere
nei Paesi di transito sedi diplomatiche dellʼUe attrezzate per accogliere domande dʼasilo e per
trasferire legalmente le persone
nei Paesi di destinazione…”.
Girolamo Fragalà
Solo una sana e inconsapevole
festosa libidine salva Ignazio Marino non solo dallʼAzione cattolica
ma anche dallʼira del Pd e dalle
ironie pungenti del centrodestra.
Lui si mostra sempre contento,
qualsiasi cosa accada. Figuriamoci adesso, con Charles Aznavour che terrà il primo luglio un
concerto-evento al Foro Italico di
Roma («è un artista straordinario, capace di toccarci il cuore»).
La sinistra, quella più settaria, ha
evitato di commentare, magari
consigliando al sindaco di essere
più cauto nei suoi entusiasmi. Ma
lui, lʼinconsapevole Marino, ha
continuato e lʼha buttata in politica: «Aznavour ha avuto la capacità di affrontare temi
importanti come lʼomosessualità
in anni in cui pochissimi avevano
il coraggio di parlarne». Un autogol, con il Pd in forte tensione
perché buttarla in politica è pericoloso, il cantante-mito francese
ha più volte espresso il suo pensiero finendo nel mirino proprio
della sinistra, che non lʼha mai
amato. E molti sono gli episodi
che hanno creato un certo imbarazzo tra i democratici. A cominciare da quanto lo stesso
Aznavour disse in merito alla cittadinanza degli immigrati: «Va
data solo a chi la merita». Un
esempio negativo? «Il padre di
Leonarda (la quindicenne kosovara espulsa dalla Francia con la
sua famiglia perché in situazione
irregolare) che fa figli perché è un
modo per avere diritti e denaro, è
abominevole». Eppure Aznavour
è di origini armene: «Sono il solo
membro della mia famiglia ad essere nato in Francia – ha raccontato spesso il cantante, tra i
simboli della chanson francaise –
Ma dopo tanti anni mi sento
meno armeno che francese. Si
tengano solo gli immigrati che lo
meritano. Essere francese è sposare la lingua della Francia, la
sua cultura, e non volere essere
altro». Concetti, questi, che il Pd
non ha mai sposato. Per la sinistra, poi, Aznavour è doppia-
mente colpevole, in quanto è
anche amico di Berlusconi: «Mi
piace perché è matto e io ho
sempre amato i matti. È stato
condannato per frode fiscale?
Oggi è una cosa banale». E ancora: «Sì che lo conosco, o meglio lo conoscevo prima che
entrasse in politica. Una volta mi
ha regalato duecento bottiglie di
vino. Ama la buona musica, ha
una stupenda collezione di quadri e parla bene il francese.
Come può non piacermi?». Altro
delitto commesso dallʼartista
francese: il duetto con il Cav sulla
terrazza del Duomo. Sul sito del
Partito democratico scrissero che
per festeggiare era stato scongelato Aznavour. Altro che mito,
quindi, il grande Charles era considerato un artista finito nel freezer. Per non parlare poi dei
problemi tecnici allʼaudio che finirono per sabotare il concerto del
cantante francese in piazza San
Marco. Chi era il sindaco? Giorgio Orsoni, proprio lui, lʼuomo finito nei guai per lo scandalo del
Mose. E allʼepoca, proprio per
come fallì lʼevento veneziano, il
centrodestra chiese le dimissioni
del primo cittadino. Con Aznavour alla sinistra è andata sempre male. Ma forse Marino non lo
sa. E non sa neppure che è difficile costringere lʼartista francese
a parlare solo dei gay. Ma lui è un
sindaco inconsapevole e perciò
incolpevole.
Aznavour, lʼamico del Cav, in concerto
a Roma. Lʼinconsapevole
Marino gioisce, il Pd tentenna
Aumentano le imprese “socialmente impegnate”.
Ma la metà lo fa per migliorare visibilità e reputazione
GIOVEDì 19 GIUGNO 2014
Secolo
d’Italia
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Il 40% dei medici
under 40
è precario
Redazione
Aumenta il numero di imprese italiane impegnate nella cosiddetta
responsabilità sociale ma si
spende meno e con interventi mirati e misurabili. Le nuove strategie
aziendali sono incentrate sul coinvolgimento dei dipendenti: lotta agli
sprechi, ottimizzazione dei consumi energetici e ciclo dei rifiuti.
Dal 2011 a oggi, la consapevolezza
dell'importanza della Corporate social responsibility si è fatta più diffusa tra le nostre aziende e ha
permeato la loro stessa identità.
A spingere al cambiamento sono i
consumatori, mentre le istituzioni
nazionali "latitano" e non danno seguito alla richiesta di incentivare fiscalmente le buone pratiche.
«Questa rilevazione - spiega Roberto Orsi, direttore dell'Osservatorio Socialis che ha partecipato alla
ricerca tradotta nel VI rapporto di
indagine sull'impegno sociale delle
aziende in Italia - ci restituisce l'immagine di un tessuto imprenditoriale che dalla crisi ha assimilato
soprattutto questo: le risorse sono
preziose, i processi, determinanti.
E orientare l'impatto sociale di impresa richiede una strategia precisa». Fatto sta che se nel 2011,
anno di riferimento del precedente
rapporto, le imprese che dichiaravano di impegnarsi nella responsa-
bilità sociale d'impresa erano il 64
per cento del campione ora questo
dato cresce: ad attuare una strategia di Corporate social responsibility è il 73 per cento delle imprese
italiane con più di 80 dipendenti.
La prima motivazione che spinge a
fare responsabilità sociale è "reputazionale" segno che è stata colta
la centralità della responsabilità sociale nella costruzione del posizionamento dell'immagine aziendale.
In seconda battuta viene segnalato
l'effetto sul business e, quindi, sul
clima interno. A un terzo livello si
trovano poi le motivazioni di ordine
morale (la responsabilità sociale
come contributo d'impresa allo sviluppo sostenibile) e il rapporto con
amministrazioni e stakeholders.
Coerentemente, il principale criterio di scelta delle iniziative da so-
stenere o attuare è la loro visibilità,
poi l'area geografica ovvero il legame con il territorio, a sottolineare
l'obiettivo di influire nei rapporti con
i soggetti sociali locali. Seguono la
possibilità di coinvolgere il personale e quella di misurare i risultati
dell'iniziativa.
Nonostante la spiccata motivazione verso il rafforzamento della
Corporate Reputation, il primo vantaggio realmente riconosciuto dalle
imprese che hanno fatto responsabilità sociale è nel miglioramento
del clima interno e nel coinvolgimento dei dipendenti: a pensarla
così è il 46 per cento delle aziende
ma solo il 36 per cento registra invece il verificarsi dell'effettivo ritorno reputazionale prospettato
all'inizio.
Redazione
Duecentocinquantamila euro versati a un giudice e a un avvocato
per “aggiustare” un processo in
appello relativo a un duplice omicidio: è quanto rivelato dal pentito
dei casalesi Antonio Iovine in un
interrogatorio depositato dai pm
della Direzione distrettuale antimafia. Secondo il pentito dei casalesi esisteva una «struttura che
girava per il tribunale di Napoli»
per corrompere le toghe. I casi di
presunta corruzione sono stati trasmessi, secondo quanto si è appreso, alla procura di Roma,
competente a indagare sui magistrati partenopei. Nello specifico,
Iovine ha dichiarato che il suo legale, avvocato Michele Santonastaso, attualmente detenuto per
un'altra inchiesta, gli disse che occorreva la somma di 250mila euro
da consegnare a un giudice e a
un avvocato per ottenere l'assoluzione in appello in un processo
per duplice omicidio. Il pentimento
di Iovine è avvenuto dal 13 maggio: O' Ninno (il bambino), come è
soprannominato l'ex rampollo che
con Michele Zagaria prese il controllo del clan dopo la cattura di
Francesco Schiavone e Francesco Bidognetti, in considerazione
del suo ruolo da ''ministro dell'economia'' dell'organizzazione
potrebbe aiutare soprattutto a ricostruire la rete di affari, estesa
dal Casertano a varie zone del
centro-nord, dove negli ultimi anni
è stato riciclato il fiume di denaro
ricavato dal traffico di droga, dal
racket delle estorsioni e dalle infiltrazioni negli appalti pubblici. Questo l'auspicio dei magistrati della
Dda che hanno convinto il boss a
recidere i legami con la malavita
organizzata e hanno già riempito
pagine e pagine di verbali con le
sue dichiarazioni, dopo aver provveduto ad assicurare la protezione ai familiari. La decisione di
Iovine, per quanto riguarda gli assetti criminali, potrebbe avere sull'organizzazione gli stessi effetti
che negli anni Novanta ebbero le
defezioni di boss del calibro di
Carmine Alfieri e Pasquale Galasso sul destino del sodalizio
Nuova Famiglia, protagonista
della lunga guerra senza quartiere
con la Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo.
250mila euro per aggiustare un processo:
le rivelazioni di Iovine
scuotono il tribunale di Napoli
Redazione
In Italia su settemila medici
under 40 del Ssn circa tremila
hanno un contratto atipico.
Una cifra che rappresenta
circa il 40%. Numeri illustrati
da Domenico Montemurro,
medico internista di 38 anni di
Vicenza, che dal 12 giugno è
diventato responsabile del
settore Anaao Giovani. Il laboratorio Anaao nasce proprio per affrontare più da
vicino il tema della difesa e
della tutela dei diritti dei giovani camici bianchi under 40.
Un settore che sarà articolato
sia a livello regionale che
aziendale. «Il nostro obiettivo
a breve termine – ha annunciato Montemurro – è costruire un Libro Bianco che
mostri le criticità dei giovani
camici bianchi del Ssn, anche
per avere un censimento
serio e preciso dei contratti
atipici e una vision più ampia
sulle problematiche che affrontano i giovani professionisti». Per il responsabile
Anaao Giovani occorre «pensare a costruire contratto flessibile. Ma non flessibile senza
tutele. Il contratto dovrà guardare le specificità del medico,
perché è assurdo che un medico precario prenda mille
euro a fronte di tante responsabilità». Infine, una battuta
anche sul numero chiuso:
«Diciamo no al modello francese, il numero chiuso ci deve
essere ma deve seguire l'andamento dei professionisti
che vanno in pensione, serve
programmazione».
«Un errore cercare l'indulgenza dei media».
Jean-Marie Le Pen torna all'attacco della figlia
Secolo
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d’Italia
Redazione
La «forza» del Front National è «restare diversi»,
Marine ha torto a «cercare il consenso, o peggio,
l'indulgenza del sistema mediatico-politico»: lo
dice, in un'intervista a Paris Match, il fondatore del
Front National, Jean-Marie Le Pen, dopo il duro
scontro con la figlia Marine. La settimana scorsa,
padre e figlia - rispettivamente fondatore ed attuale
presidente del Front National - si sono duramente
scontrati attraverso i media dopo la battuta dalle
forti connotazioni antisemite pronunciata da JeanMarie Le Pen rispetto al popolare cantante francese di origini ebraiche, Patrick Bruel («Critica il
Fn? La prossima volta ne faremo un'infornata...»).
Per la prima volta, Marine - forte dell'exploit nelle
elezioni europee, dove il Fn si è imposto come
primo partito di Francia - ha reagito alle provocazioni del padre, accusandolo di aver commesso un
«errore politico». Marine Le Pen ha anche deciso
di eliminare dal sito ufficiale del Front National il
controverso videoblog settimanale del padre, già
condannato più volte per le sue derive razziste e
antisemite. Giovedì scorso, in una lettera aperta,
rivolta alla figlia, Jean Marie ha definito il gesto «un
elemento di discordia di cui chiedo riparazione
vista la mia totale innocenza: il ritiro del mio blog»
dal sito del Fronte. L'europarlamentare ottanta-
cinquenne ha deplorato quindi «l'ingiustizia» di cui
si sente «vittima» tornando a dire che la sua battuta sul cantante di origini ebraiche, non aveva
nessun carattere antisemita. Questa denuncia
«banale» delle sue parole, ha argomentato, «non
sarebbe tanto cresciuta se tale calunnia odiosa
non fosse stata accreditata dai commenti maldestri» di alcuni esponenti del partito, tra cui il vicepresidente (e compagno di Marine) Louis Aliot. Le
Pen si è detto vittima di un'interpretazione malevola e diffamatoria che è stata fatta da nemici politici, o da degli «idioti utili», secondo cui il vero
«errore politico» e' stato da parte di quei dirigenti
Fn che hanno supportato la lettura antisemita delle
sue parole, ricordando alla figlia come anche lei sia
stata criticata per il paragone tra le preghiere islamiche di strada e l'occupazione nazista della Francia. «Ammettere la sanzione, significherebbe
ammettere la propria colpevolezza», ha sostenuto
ancora il fondatore del Front National, dicendo che
dopo lo scoppio delle polemiche non è stato contattato da nessuno, né dalla figlia Marine né tantomeno dalla nipote Marion, anch'ella esponente di
spicco del partito: «La cosa un po' sorprendente, è
che nessuno abbia pensato di farmi una chiamata».
Albania, si arrende il capo dei ribelli
del villaggio simbolo della marijuana
Redazione
Si è consegnato alla polizia
Gate Mahmutaj, il presunto capo
dei ribelli di Lazarat, il villaggio
simbolo della coltivazione illegale della marijuana. I ribelli si
sono opposti con le armi alla
vasta operazione intrapresa
dalle forze dell'ordine. Mahmutaj, numerosi precedenti penali
alle spalle, era stato sospettato
nel 2004 per gli spari contro un
elicottero della polizia italiana
che stava effettuando un volo di
ricognizione su Lazarat. Ma per
quella vicenda non è stato mai
processato. In numerose interviste telefoniche ai media di Tirana Mahmutaj ha negato di
essere a capo del gruppo che
sta facendo resistenza armata.
La polizia invece sostiene che i
primi attacchi contro gli agenti
sono partiti proprio dalla sua abitazione. Martedì nei terreni di
sua proprietà la polizia ha scoperto sette piantagioni di marijuana, con circa diecimila piante,
mentre in un capannone da lui
posseduto sono state sequestrate altre mille piante pronte ad
essere interrate. E mercoledì
sono state sequestrate altre
dieci tonnellate di marijuana.
Altre 60mila piante, di cui tremila
pronte a essere interrate, sono
state distrutte durante le perquisizioni in trenta abitazioni. Intanto nelle zone ancora non
controllate dalla polizia, gli abitanti hanno cominciato a bruciare la marijuana, per evitare di
essere sorpresi. Mentre nell'abitazione del fratello di Mahmutaj
sono state scoperte attrezzature
per il trattamento della marijuana. Un altro ricercato è stato
invece arrestato mentre tentava
di lasciare il villaggio sotto falsa
identità. Sale così a otto il numero delle persone finite in manette. Tre i feriti invece dagli
scontri a fuoco, dei quali un
agente delle unità speciali, e
due giovani pastori. Il ministro
dell'Interno Saimir Tahiri ha promesso che «l'operazione non si
concluderà fino a quando ogni
centimetro quadrato di Lazarat,
non sarà sotto il controllo della
polizia».
GIOVEDì 19 GIUGNO 2014
Grecia, medici in sciopero
contro la messa in mobilità
Redazione
Un nuovo sciopero dei medici e
dei paramedici greci. Gli ospedali pubblici della Grecia per
ventiquattr'ore sono stati a ranghi ridotti a causa di uno sciopero indetto dalla Federazione
nazionale Medici Ospedalieri
(Oenge) e da quella dei Dipendenti degli Ospedali Pubblici
(Poedin) contro il sistema di
messa in mobilità dei lavoratori
attuato dal ministro della Riforma Amministrativa che
spesso prelude al licenziamento. La Oenge ha chiesto il
ritiro «dei criteri arbitrari della
valutazione del personale degli
ospedali che portano ai licenziamenti e l'immediata copertura dei posti del personale
medico e paramedico che sono
vacanti». La Poedin, da parte
sua, ha sostenuto che «i dipendenti del settore non accettano
il nuovo sistema di valutazione
del personale in quanto almeno
il 15 per cento dei dipendenti di
ogni settore viene obbligatoriamente classificato in una graduatoria bassa e viene messo
in continua mobilità». Anche
l'Adedy, uno dei due maggiori
sindacati greci che raggruppa i
dipendenti statali, ha organizzato un'astensione dal lavoro
dalle 12 di mercoledì fino a fine
turno per poter permettere ai
dipendenti del settore di partecipare alla manifestazione di
protesta organizzata da Poedin
e Oenge.
Il festival di villa Adriana apre con “Verso
Medea”, a Firenze il protagonista è Leopardi
GIOVEDì 19 GIUGNO 2014
Secolo
d’Italia
Redazione
Isa Danieli, Danilo Rea e gli ''Amati
fogli sparsi'' di Eduardo al Ravello
Festival e il ''Verso Medea'' di
Emma Dante a Tivoli ; il ''Dolore
sotto chiave'' ancora di Eduardo
con Tony Laudadio al Napoli Teatro
Festival Italia, fino a ''Lavia dice
Leopardi'' a Firenze: sono alcuni
degli appuntamenti teatrali in cartellone nei prossimi sette giorni.
Con l'inedita coppia Isa Danieli e
Danilo Rea, apre sabato la 62/a
edizione del Ravello Festival: un
calendario di più di 50 eventi tra
musica, teatro e danza, che andranno avanti per tutta l'estate, fino
al 13 settembre. Primo appuntamento al Belvedere di Villa Rufolo,
il debutto di ''Amati fogli sparsi'',
omaggio a Eduardo De Filippo nel
trentennale della scomparsa, tra
parole e musica che la signora del
teatro Isa Danieli e il re del jazz Danilo Rea hanno cucito insieme su
testi dello stesso Eduardo. Una
sorta di jam session per pianoforte
e voce, ''affettuosa ed eclettica''. Il
21 giugno.
È invece con il ''Verso Medea'' di
Emma Dante che si è aperta ieri la
sesta edizione di festiVAl - Festival
Internazionale di Villa Adriana. In
programma, un mese di teatro, musica, circo, perfoming arts sul palcoscenico delle Grandi terme
dell'imperatore romano, a partire
dal fortunato spettacolo-concerto in
cui la Dante riesplora il mito dell'eroina tragica per eccellenza.
Ultimo week end per il Napoli Teatro
Festival Italia che questa sera torna
a omaggiare Eduardo De Filippo,
nel trentennale della scomparsa,
con ''Dolore sotto chiave'', suo atto
unico ricco di echi pirandelliani, diretto al San Ferdinando da Francesco Saponaro con Tony Laudadio
protagonista (il 19 e 20 giugno).
Enzo Moscato porta invece al Teatro Nuovo ''Istruzioni per minuta
servitù'', testo nato da uno studio
sui rapporti sociali tra classi deboli e
classi di potere, e sul concetto di
servitù secondo autori come Genet,
Strindberg, Swift, Scarpetta (il 1920). E per chiudere, gli ultimi due
capitoli dedicati alla drammaturgia
di Cechov: ''Un gabbiano'' con Anita
Bertolucci e Pietro Biondi diretti da
Gianluca Merolli al Sannazaro (1920) e lo ''Zio Vanja'' di Rimas Tuminas con il Teatro Accademico
Vakhtangov al Mercadante (21-22).
A Firenze invece è di scena Leopardi. “Le poesie di Leopardi sono
talmente belle e profonde che basta
pronunciarne il suono, non ci vuole
altro. Da ragazzo volli impararle a
memoria, per averle sempre con
me”. Così Gabriele Lavia presenta il
suo ''Lavia dice Leopardi'', recital
dedicato al poeta di Recanati,
ospite da sabato del cartellone dell'Estate al Bargello, il festival di teatro, musica e danza nel cortile del
Museo Nazionale del Bargello. Un
titolo scelto non a caso, spiega il regista, perché, appunto, Lavia dice
Leopardi, non lo legge né interpreta, ma riversa sul pubblico, in un
modo assolutamente personale
nella forma e nella sostanza, le più
sue più intense liriche, da ''A Silvia''
a ''Passero solitario'', dal ''Canto
notturno di un pastore errante dell'Asia'' a ''La sera del dì di festa''. Il
21 e 22 giugno.
Redazione
A bordo, si parte alla volta delle
Case Dipinte. Da sabato i quartieri
più lontani di Ostia Antica saranno
raggiungibili su quattro ruote dai visitatori anziani a disagio con le lunghe distanze. Ad offrire passaggi
gratuiti saranno golf-car, ricaricate
da una tettoia fotovoltaica e guidate dal personale della Soprintendenza speciale ai beni
archeologici di Roma, per coprire
una distanza di oltre mille metri. Il
servizio è disponibile su prenotazione e, in via sperimentale, si
svolgerà il sabato con un turno al
mattino e uno al pomeriggio. Tre i
posti disponibili su ogni vettura,
oltre a quello per l'autista, venti-
quattro al giorno gli individui trasportati nella fase iniziale del progetto. «La città antica di Ostia
garantisce un viaggio nel tempo –
spiega il Soprintendente Mariarosaria Barbera – ti trovi circondato
da 33 ettari di panorama urbano
dell'impero romano, tra case, botteghe, monumenti, affreschi e mosaici, in un parco naturale
meraviglioso sulla riva del fiume.
Ora, con l'aiuto della Direzione generale per la Valorizzazione, possiamo invitare anche le persone
che affronterebbero con disagio la
lunga passeggiata verso le propaggini più distanti dall'ingresso.
Ma si tratta di luoghi eccezionali
che meritano una visita. Il servizio
per ora è disponibile solo una volta
a settimana – continua – Sarà
esteso non appena avremo un incremento di personale che consenta di dedicare stabilmente due
unità per turno al trasporto su
gomma». Un'iniziativa unica che è
stata già commentata positivamente dai cittadini e dagli anziani.
Le prenotazioni nominative, specificando l'eventuale presenza di accompagnatori, dovranno pervenire
allo 06 5635804.
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Pisa, scoperto “buco”
nella Asl: 70.000 ticket
sanitari non pagati
Archeologia, a Ostia Antica golf-car
per accompagnare i nonni
Redazione
Controlli effettuati dalla guardia
di finanza presso la Asl di Pisa
e l'azienda ospedaliero universitaria Pisana, hanno permesso di «accertare 70.000
casi di mancato pagamento del
ticket sanitario, consentendo
un recupero di contributi non
versati per un totale di 3,2 milioni di euro».
Lo ha rivelato il generale della
Gdf Giuseppe Vicanolo, incontrando i giornalisti a Firenze in
occasione del suo trasferimento dall'incarico di comandante regionale della Toscana
e quello di comandate regionale della Puglia.
Le indagini, ha spiegato Vicanolo, sono state avviate circa
due anni fa dalle Fiamme gialle
della tenenza di Volterra, «che
ha sottoposto a screening tutto
il sistema di gestione del pagamento dei ticket nella provincia
di Pisa» riscontrando poi il
grave ammanco.
«In generale - ha proseguito Vicanolo - sono soddisfatto del
lavoro fatto dai nostri reparti nel
campo della spesa sanitaria.
Siamo partiti con il buco da 224
milioni della Asl di Massa - ha
detto - e da qui si è sviluppata
un'ampia indagine su tutte le
Asl. Abbiamo appurato che il
fenomeno non si è ripetuto altrove. Ci sono state irregolarità
di altro tipo su Siena e Pistoia,
ma il sistema sanitario toscano
non è messo in dubbio da contabilità opache o omissive».
Unsmscontrolospaccioascuola.Alfano:«Lalottaalladroga
centraleanchenelsemestreitalianodipresidenzaUe»
6
Secolo
d’Italia
Redazione
Sarà esteso a tutte le scuole d'Italia il servizio di sms anti-spaccio
già attivo in via sperimentale a
Roma. A darne notizia è stato il ministro dell'Interno Angelino Alfano,
aprendo nella Capitale i lavori
della International drug enforcement conference (Idec), la riunione
annuale dei capi delle agenzie antidroga di tutto il mondo, che si incontrano per sviluppare una
strategia comune contro il traffico
di droga e il riciclaggio dei proventi
del narcotraffico. «L'intenzione è
quella di partire a settembre, si
tratta di un sistema che assicura
protezione a chi invia il messaggio
e consente alle forze dell'ordine di
intervenire velocemente», ha sottolineato Alfano, ribadendo la sua
«totale contrarietà» ad ogni forma
di legalizzazione e spiegando che
il "metodo sms" permette alle forze
di polizia di aggredire anche i «piccoli canali di spaccio», ultima filiera che è spesso quella che si
trova più a contatto con giovani e
giovanissimi. Ciò non significa che
verranno trascurati i "grandi canali". «La lotta alla droga e al riciclaggio dei proventi - ha detto
Alfano - è un tema fondamentale
del semestre italiano di presidenza
dell'Ue» ed è anche per questo
che diventa di primaria importanza
una «più stretta collaborazione»
tra tutti i soggetti coinvolti nella
lotta alla droga. Parole che il capo
della Polizia Alessandro Pansa ha
ribadito ai delegati di quasi 130
Paesi riuniti a Roma. Il sistema
unico per battere il traffico di droga
in maniera efficace è sommare le
nostre capacità e rischierarle insieme contro i narcotrafficanti», ha
detto Pansa, sottolineando che si
tratta di un compito che richiede
anche molti fondi visto che le organizzazioni criminali possono
contare su una montagna di denaro. Il volume complessivo dei
proventi del riciclaggio dei soldi
della droga rappresenta il 2,7% del
Pil mondiale e, in termini assoluti,
raggiunge gli 1,6 trilioni di dollari.
«Il fiume di denaro che proviene
del traffico di droga e le modalità
con cui questo è reimpiegato in attività imprenditoriali legali - ha chiarito il direttore della Direzione
centrale antidroga, Andrea De
Gennaro - rappresentano sotto il
profilo socio-economico temi di
estrema rilevanza, ove se ne consideri la capacità pervasiva e l'attitudine a inquinare l'economia di
interi stati, alterando le regole
stesse del libero mercato».
Redazione
Un sito pensato per fare musica,
come una sorta di grande xilofono. È
questa l'ultima ipotesi fatta sulla funzione del sito megalitico di Stonehenge, che si trova a Salisbury in
Inghilterra. A formularla i ricercatori
del Royal College of Art di Londra,
come spiegano nello studio pubblicato sulla rivista Time and Mind: The
Journal of Archaeology, Consciousness and Culture. Una teoria che si
aggiunge a quelle che nel corso dei
decenni gli hanno attribuito la funzione di tempio, osservatorio o
grande orologio solare, e che nasce
dalla scoperta del fatto che alcune
delle pietre del monumento possiedono delle inaspettate proprietà acustiche. Se colpite, emettono un forte e
fragoroso rumore. E questo forse
spiegherebbe, secondo gli studiosi,
perché queste particolari pietre sono
state scelte e trascinate da Preseli
Hills, nel Galles occidentale, per circa
200 miglia ben 4mila anni fa. L'idea
che questi enormi massi fossero
usati per fare musica - o rumore almeno - è venuta al team guidato da
Paul Devereux, durante una gita a
Preseli. Come insegnanti d'arte, stavano cercando di "curare" i loro studenti dalla dipendenza dai materiali
digitali, esponendoli a ciò «che gli
occhi e le orecchie dell'Età pietra percepivano». Così hanno scoperto che
in alcune aree di Preseli, una pietra
grigia o nera, la dolerite, una di quelle
presenti a Stonehenge, se "suonata",
produceva un suono simile a quello
di una campana metallica. A luglio
scorso, poi, gli studiosi hanno avuto il
permesso di testare alcune pietre di
dolerite con caratteristiche simili. «C'è
lo spazio aereo sufficiente intorno a
loro per avere la giusta risonanza -
continua Devereux - e diverse pietre
hanno chiaramente prodotto dei
suoni simili a quelli di una campana,
inoltre alcune pietre sembravano riportare i segni dei colpi inferti per essere suonate. Non dico che siano
tutte pietre sonore, ma alcune hanno
questa qualità».
GIOVEDì 19 GIUGNO 2014
Dal 2017 si viaggerà intorno
alla Luna: due cosmoturisti
hanno già prenotato. Al prezzo
di 150 milioni di dollari
Stonehenge come un grande xilofono. L'ultima
teoria sul sito più misterioso d'Inghilterra
Redazione
Non sarà forse comodo come
quello in una business class,
anche se il prezzo si aggira intorno ai 150 milioni di dollari, ma
lo spettacolo sarà insuperabile.
Arriva il viaggio spaziale di
Space Adventures e ci sono già
due persone che hanno versato
l'acconto per volare come turisti
intorno alla Luna, non prima del
2017. Lo ha annunciato la
stessa società privata americana, fondata nel 1998, che per
i suoi otto viaggi turistici verso la
Stazione Spaziale Internazionale (Iss) dal 2001, ha utilizzato
la capsula russa Soyuz. Per andare in orbita lunare utilizzando
sempre la Soyuz, una capsula
che ha fatto il suo esordio nello
spazio nel 1967, la Space Adventures ha chiesto alla società
Energhia, che le produce, delle
sostanziali modifiche per realizzare il viaggio. Il prezzo che pagheranno i due turisti, i cui nomi
sono al momento riservati, copriranno tutte le spese necessarie a modificare i sistemi di
navigazione e comunicazione e
a rinforzare lo scudo termico che
protegge i cosmonauti al rientro
nell'atmosfera terrestre. Nel loro
viaggio i turisti saranno accompagnati da un cosmonauta professionista.
Il
miliardario
americano Dennis Tito, che fu il
primo nel 2001, ha pagato per
una settimana a bordo della Iss
circa 20 milioni di dollari mentre
oggi per un volo analogo la
Space Adventure ne chiede 52,
circa 38 milioni di euro.
Musical “Celeste”, dall'Isola Tiberina a Londra
Secolo
GIOVEDì 19 GIUGNO 2014
7
d’Italia
Redazione
«Sbancheremo
Londra
con
l'amore tra Lucifero e un'ostetrica».
La scommessa sembra ardita, ma
solo fino a quando si ascolta il
primo brano di ''Celeste'', il musical
ancora in lavorazione che ha
messo insieme il regista e autore
Francesco Gasperoni, il costruttore
Roberto Mezzaroma per la prima
volta in veste di produttore teatrale
e due esperti di musical come l'avvocato inglese John Cohen e Iain
Gillie, tra l'altro, produttore di un
successo mondiale come ''The
woman in black''. «Perché Londra?
Perché se per le mozzarelle di bufala vai a Napoli, con un musical
devi partire dal West End», spiega
Gasperoni, presentando il progetto
all'Ospedale Fatebenefratelli di
Roma.
Una location scelta non a caso,
perché Gasperoni è qui che da
anni si cura per la sclerosi multipla
e qui, sull'Isola Tiberina, al centro
del Tevere e all'ombra di San Pie-
tro, ha ambientato la sua più azzardata storia d'amore: quella tra
l'ex angelo Lucifero e Celeste,
«non una modella, ma una donna
normale che lavora e fa nascere
bambini», proprio nell'ultima settimana prima della fine del mondo. A
Londra il musical debutterà solo
nella primavera 2015. Intanto,
pronti i venti brani originali e scelto
il cast con Louise Dearman (applauditissima nel West End in
''Wicked'') nel ruolo principale, la
produzione cerca investitori tra In-
ghilterra e Italia. «Per capirne i
vantaggi – spiega Gasperoni –
basta guardare i numeri: Avatar è
costato 450 milioni di dollari e ne
ha portati 2 miliardi; il Fantasma
dell'opera, 15 milioni di sterline e
oggi siamo a 6 miliardi e 900mila».
«Celeste – aggiunge Cohen – è
una bellissima storia, con musiche
di respiro internazionale. E il fatto
che sia ambientato in Italia è un'ulteriore chiave di successo». Per
gareggiare ''ad armi pari'' sulla
scena londinese, il musical dovrà
avere un budget di 2-5 milioni di
euro, che la produzione conta di
raccogliere «con lo stesso modello
di fundrising utilizzato nel settore
tecnologie, come per Google». «In
Italia – commenta Mezzaroma –
non siamo abituati a investire. Se
hai un progetto, chiedi i soldi alla
banca.
Se fallisci, hai fallito tu. Se hai successo, guadagni tu. Anche io all'inizio ho dovuto capire il
meccanismo».
Per i 50 anni della Mostra del cinema di Pesaro il ricordo della Grande guerra
Valter Delle Donne
Arriva la 50ma edizione della Mostra internazionale del nuovo cinema di Pesaro (23/29
giugno) tra film in concorso (opere prime e
seconde), una retrospettiva dedicata al nuovo
cinema statunitense e una selezione sul cinema d'animazione. Infine un omaggio a Lino
Micciché. E ancora immagini della Mostra di
Pesaro nel corso degli anni ('68 compreso;
quando Jack Nicholson frequentava Pesaro).
Intanto il concorso dedicato alla memoria di
Lino Micciché, presenta sette film di giovani
registi emergenti con uno sguardo al road
movie fisico e spirituale. Troviamo "Liar's
Dice" della regista indiana Geethu Mohands;
"Raiz/Roots" del cileno Matias Rojas Valencia
e il colombiano "Tierra en la lengua" di Ruben
Mendonza. L'Italia è invece rappresentata da
"I resti di Bisanzio", esordio nel lungo di finzione di Carlo Michele Schirinzi. A completare
la selezione del concorso arrivano dall'Estonia il dramma esistenziale "Free Range" di
Veiko Ounpuu; dalla Turchia (in co-produzione con l'Italia) il politicamente impegnato
sulla causa curda "The Fall from heaven" di
Ferit Karahan e infine il surreale "Swim Little
Fish Swim" (Francia/Usa) di Lola Bessis e
Ruben Amar. C'è poi Panorama Usa una rassegna di circa trenta titoli in programma della
cinematografia americana sperimental-narrativa post 11 settembre. Tra i nomi il premio
Oscar John Canemaker (che terrà una Masterclass sull'animazione americana e Walt
Disney), Bill Morrison, Thomas Allen Harris,
Abigail Child, Julie Talen e James Franco.
L'evento speciale dedicato alle 50 edizioni
della mostra, vedrà la proiezione di quindici
dei film più importanti pescati e scelti nei suoi
primi dodici anni di vita. Cinema in piazza accoglierà invece anche quest'anno nello scenario di Piazza del Popolo una selezione di
opere provenienti da tutte le sezioni del festival, a cominciare dal film di apertura, l'opera
del concorso Swim Little Fish Swim, per poi
commemorare il 27 giugno i 100 anni dall'inizio della grande guerra con il collettivo "I ponti
di Sarajevo", composto da 13 episodi realizzati tra gli altri dai "nostri" Leonardo di Costanzo e Vincenzo Marra, ma anche da
Jean-Luc Godard e Aida Begic.
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
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Franz Turchi
d’Italia
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7 agosto 1990 n. 250