i sindaci pd scoprono il problema “rom”: nella
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d’Italia I SINDACI PD SCOPRONO IL PROBLEMA “ROM”: NELLA STAZIONE DI FIRENZE COMPAIONO LE TRANSENNE PER BLOCCARLI ANNO LXII N.166 Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Anna Clemente Chi ricorda un Nichi Vendola commosso che, a Milano, dopo la vittoria di Giuliano Pisapia, incoraggiava: «E ora abbracciamo i nostri fratelli rom?». Ecco, chi lo ricorda sappia che è un pezzo di una storia che si va estinguendo. A sinistra, ora, i “fratelli rom” li sgomberano tra le contestazioni, come avvenuto a Roma, o li mettono dietro alle transenne, come da qualche giorno avviene alla Stazione Santa Maria Novella di Firenze. Certo, a prendere queste iniziative è la sinistra desinistrizzata del Pd, e non quella caritatevole di Laura Boldrini & co, ma la vicenda merita comunque menzione, anche perché non è passato poi così tanto tempo da quando una dirigente del Pd romano denunciava «le solite incredibili file di Rom» che votavano alle primarie per il sindaco vinte da Ignazio Marino. E ancora meno ne è passato da WWW.SECOLODITALIA.IT quando, ad aprile di quest’anno, il primo cittadino della Capitale ha emanato una circolare da cui bandiva il termine «nomadi» dagli atti del Comune per sostituirlo con la formula «rom, sinti e caminanti». Appena una settimana fa, invece, Marino si è messo a difendere lo Riforme, Gasparri insiste sul presidenzialismo. Apertura della Boschi: «In agenda dopo l’approvazione del nuovo Senato» Giovanna Taormina Nonostante l’appello all’unità lanciato da Renzi, nel Pd c’è chi dice senza peli sulla lingua che non voterà in aula il testo sulle riforme. «Non esiste una democrazia senza cittadini. Compito nostro dovrebbe essere non chiuderla in piccole stanze di addetti ai lavori». È il monito del senatore “dissidente” del Pd Vannino Chiti, che nel suo intervento in aula ha difeso la scelta a favore dell’eleggibilità di Palazzo Madama ed ha ammonito sul presidenzialismo: «Ci si rende conto di quel che si fa o si scherza con il futuro del Paese?». Prima in un’intervista alla Stampa aveva annunciato che «se il testo manterrà questi limiti non lo voterò per rispondere alla mia coscienza» anche se aveva escluso di la- sciare il partito: «Perché dovrei?». Ma il tema del presidenzialismo l’ha rilanciato stamane in aula Maurizio Gasparri. Durante il suo intervento il senatore azzurro ha puntualizzato che «non è una questione di tigna, ma è la difesa di un principio di democrazia partecipativa. Viviamo da anni in una condizione di presidenzialismo sostanziale. D’altra parte la nomina di un senatore a vita che poi il giorno dopo diventa presidente del Consiglio cosa altro è se non un atto di presidenzialismo sostanziale? Chiedo che si discuta in aula questo tema. Ho ripresentato emendamenti in tal senso e mi auguro si possano votare per contribuire in maniera costruttiva al processo di riforme». In uno, pur sgombero del campo nomadi abusivo di Montesacro in nome del bene superiore della legalità. Più o meno lo stesso spirito del sindaco di Firenze Dario Nardella, che ha invocato il pungo di ferro contro gli sciami di rom alla Stazione Santa Maria Novella. «A che servono i no- non cambiando le attuali funzioni del capo dello Stato, ha spiegato ancora Gasparri, si prevede che il corpo elettorale sia composto da tutti gli italiani. «Un altro, invece, prevede che sia il Parlamento a eleggere il presidente della Repubblica ma, qualora alla terza votazione non si raggiunga il quorum, si passi la parola ai cittadini. Chiedo che su questo ci si confronti». Forza Italia, ha detto ancora Gasparri, «non si è iscritta al partito del no. Vuole che le riforme si facciano, anche se questa è una riforma parziale. Non rinuncia a poter discutere giovedì 17/7/2014 stri sforzi sulla città se vince il degrado nella stazione Santa Maria Novella? Siamo oltre il limite! Mercoledì ne parlerò all’ad di Fs», ha cinguettato qualche giorno fa il sindaco, dopo mesi di polemiche sulla presenza di bande organizzate di rom che prendevano di mira i viaggiatori. Detto fatto, Ferrovie dello Stato e la Questura di Firenze hanno provveduto a collocare transenne e agenti della Polizia ferroviaria in numero ingente. Non si passa se non si ha il biglietto, ma la misura rivela un animo un tantino classista: riguarda solo i binari dell’Alta velocità. Così i viaggiatori dei treni “di lusso” sono al riparo dal rischio borseggi e delle attenzioni indesiderate dei facchini abusivi, mentre i viaggiatori dei treni regionali, per lo più pendolari, vedono la loro situazione notevolmente peggiorata: ora le attenzioni non richieste dei rom si concentrano tutte su di loro. di presidenzialismo perché è un tema attualissimo». A distanza è arrivata la risposta del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, che sul presidenzialismo ha aperto, ma per il futuro: «Oggi il tema è il nuovo Senato e io sono serena: il treno corre. Mi auguro che non ci siano slittamenti: si deve votare e andare avanti con il nostro lavoro. Insisto: il nuovo Senato e la riforma del Titolo V sono un’urgenza per il Paese. Una volta approvata la riforma del Senato possiamo mettere a tema il presidenzialismo». Renzi concede il bis e “stecca” di nuovo: neanche la candidatura di D’Alema convince l’Europa 2 Lando Chiarini Si fa più ingarbugliato del previsto il dossier relativo alla nomina di Mr Pesc, cioè il capo della diplomazia europea. Una postazione fermamente rivendicata dal governo italiano che ha proposto il ministro degli Esteri Federica Mogherini e, in subordine, Massimo D’Alema. I due nomi, tuttavia, non convincono i partner europei. Alla prima viene contestata soprattutto la sua inesperienza internazionale ed un rapporto troppo cordiale con la Russia di Putin. Al secondo viene invece imputata una visione eccessivamente filoaraba nell’infuocato scacchiere mediorientale. La situazione è a rischio impasse tanto è vero che fonti bene informate non escludono un rinvio del vertice odierno al prossimo 23 luglio, complice la crisi israelo-palestinese ed il dossier relativo a possibili nuove sanzioni contro Mosca Secolo d’Italia che potrebbero indurre i leader a posticipare la vicenda delle nomine. Solo dagli esiti di queste riunioni dei maggiori partiti e della cena di lavoro tra i leader, si capira’ il patto bipartisan PpePse, già sperimentato con successo nell’elezione di Jean-Claude Juncker alla guida della Commissione, potrà funzionare anche nel quadro delle scelte degli altri “top job”, cioè il futuro presidente del Consiglio e dell’eurogruppo. Un’azienda italiana conquista Las Vegas. Che tristezza: prima esportavamo arte e genio, ora slot-machine Luca Maurelli Basta mettere dei soldini e tirare una leva, si vince o si perde (e quasi sempre si perde) senza motivo, senza abilità, in un battito di ciglia. Si chiamano “slot machine”e in questo giochino per amanti del brivido l’azienda Italia stavolta ha vinto: da oggi – vi piaccia o no – possiamo affermare tranquillamente di essere i campioni del mondo del cazzeggio elettronico. La notizia è che l’italianissima GTech, con un accordo da 4,7 miliardi di dollari, ha acquisito l’International Game Technology (Igt), leader globale nel settore dei casinò e del social gaming con sede a Las Vegas, in Nevada. Domanda da un miliardo di dollari: come italiani, dobbiamo festeggiare o farci venire un po’ di magone? La tristezza nasce dal fatto che lì dove hanno fallito le giacche di Ar- mani, le birre Peroni, i cioccolattini Pernigotti, i fusilli di Garofalo e il Galbanino della Parmalat – marchi doc dell’eccellenza italiana finiti inesorabilmente nelle mani di predatori esteri – ci hanno vendicato le slot machine, le macchinette mangiasoldi che spesso troviamo (purtroppo) dietro i paraventi di bar nei quali bisognerebbe al massimo prendere caffè. È anche vero che fuori casa, in genere, le buschiamo di santa ragione, quando si tratta di sfondare le barriere protezionistiche e le trincee finanziarie dei colossi internazionali sul mercato, ma stavolta la Gtech (ex Lottomatica), specializzata in scommesse di tutti i tipi, il colpaccio lo ha fatto proprio tra i maestri dell’azzardo. E grazie a un patrimonio “italiano” di tecnologia sofisticata, sia chiaro, sofisticatissima, quella che sta dietro ai giochini, roba da es- GIOVEDì 17 LUGLIO 2014 Ma la partita di Renzi è tutta incentrata sul Mr, anzi Mrs Pesc. Il premier sembra non disposto accedere e confida nel pieno appoggio della Merkel. Dalla sua il premier ha il 40,8 per cento ottenuto alle elezioni europee che rende il Pd il partito più forte nonché l’unico vittorioso nella famiglia degli eurosocialisti. Tuttavia, il premier i problemi li ha anche in Italia. La difesa a spada tratta della Mogherini non convince nessuno. Forza Italia chiede a Renzi di non “impuntarsi” mentre Giorgia Meloni esorta il governo ad aggiustare la mira e a pretendere il commissario per l’Immigrazione. Corrado Passera va oltre e in un tweet propone il nome di Enrico Letta come candidato italiano “non divisivo”. Le contorsioni europee non lasciano indifferente la stampa americana. Nella polemica interviene anche il Wall Street Journal e lo fa per bocciare la candidata italiana. L’analisi dell’editorialista, Sohrab Ahmari, è a tratti impietosa. Mogherini, scrive, “ha frequentato le scuole giuste, ha seguito i corsi di laurea giusti, ha fatto gli stage giusti, è stata membro dei giusti gruppi socialisti giovanili, tuttavia non c’è niente nel suo curriculum che si possa indicare come crogiolo di leadership”. La partita di Renzi si da davvero difficile. serne orgogliosi, se non fosse per quel sottile confine che separa il divertimento dal rischio di “ludopatia”.I numeri sono stellari, da non credere, se commisurati ad altre operazioni basate su prodotti reali, manufatti doc, roba di economia reale, non di soldi virtuali a forma di banana e e arance che compaiono su schermi in angoli di sale oscure. Solo per fare un esempio, il fondo Charme di Luca Cordero di Montezemolo ha ceduto quest’anno la storica azienda italiana Poltrona Frau alla statunitense Haworth per circa 240 milioni di euro. Nel caso dell’operazione GTech, si parla di quasi cinque miliardi di dollari. Sì, miliardi. Sì, dollari, avete capito bene. Qualcuno si meraviglierà di come l’Italia possa avere conquistato la leadership mondiale nel settore dei giochi d’azzardo, nonostante una tradizione non proprio storica e una legislazione restrittitiva sui casinò. In realtà sul fronte delle scommesse, del lotto e di tutto ciò che attiene al mondo dei “grattini” e dei giochi presunti “light”, l’Italia da tempo è particolarmente generosa di permessi, licenze e autorizzazioni. Il mercato è libero, forse troppo, visto che “azzardomarket” legale è il terzo settore in Italia, con un fatturato di quasi 90 miliardi l’anno. Di tutto ciò hanno beneficiato colossi come Lottomatica, che sono cresciuti e hanno allargato negli anni il proprio raggio d’azione anche grazie al trattamento non proprio malevolo ricevuto dai governi italiani negli ultimi anni. Come quel condono che ha consentito ai principali operatori del settore di chiudere il contenzioso con la Corte dei Conti con il pagamento del 25% di una multa da 2,5 miliardi di euro. Un colpaccio, anche quello. Adozionisoloacoppieetero:bocciatamozionediFdI. Meloni:raccoglieremofirmeperunapropostadilegge GIOVEDì 17 LUGLIO 2014 Redazione "Con la bocciatura della mozione di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, che impegnava il governo a consentire l'adozione solo a coppie composte da persone di sesso diverso e unite in matrimonio, il governo Renzi e la maggioranza confermano quello che temevamo: obiettivo ultimo dell'attività del governo in materia di unioni civili è consentire alle coppie dello stesso sesso di poter adottare bam- Secolo d’Italia bini". Lo dice la presidente di FdI Giorgia Meloni. "Non è un caso infatti - aggiunge - che nella quasi totalità degli Stati che hanno normato questo tipo di unioni ci sia anche la possibilità di adottare. Una eventualità contro la quale Fratelli d'italiaAlleanza nazionale intende battersi fuori e dentro le aule parlamentari. Rifiutiamo una società nella quale i capricci vengono confusi con diritti. Comprimere il diritto sacrosanto di un bambino di avere un padre e una madre per appagare il desiderio di genitorialità delle coppie omosessuali significa privilegiare le ragioni di chi ha voce per difenderle rispetto a chi di quella voce non dispone. Ma uno Stato giusto tutela il diritto del più debole, non di quello che vota. Proprio per questo Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale sta raccogliendo le firme per una proposta di legge di iniziativa popolare che vin- cola le adozioni al sesso diverso dei genitori adottanti e invitiamo gli italiani a firmarla. Siamo invece contenti che dopo aver depositato la nostra proposta di legge, la maggioranza abbia deciso di inserire anche nel suo testo la parte relativa al pieno rimborso delle spese sostenute da parte delle coppie adottanti per le adozioni internazionali attraverso meccanismi di detraibilità fiscale".Sul fronte della difesa della famiglia tradizionale è attiva anche l'associazione italiana genitori (Age) che critica la volonta del Ministero della Pubblica istruzione di proseguire con le direttive Unar contro l'omofobia. "Con grande preoccupazione osserviamo che, dalle quattro righe del comunicato stampa del Miur, sembra che il ministro intenda proseguire la Strategia Unar e sia intenzionato a farlo senza coinvolgere le associazioni genitori e quelle dei docenti, perseverando nella linea dei precedenti governi. Non ci lasceremo mai espropriare conclude l'Age - del nostro prioritario diritto alla libertà educativa". atto d'accusa all'esecutivo, cui l'ad di Ntv chiede se «questo governo, in una situazione già tanto grave, vuole davvero mettere a rischio un miliardo di euro di investimenti pri- vati e oltre mille giovani lavoratori?». «Se è davvero così si assume una responsabilità gravissima: uccidere la concorrenza e tornare al Medioevo nel trasporto ferroviario. Francamente - ha aggiunto Perricone - le attese su questo governo erano ben altre, non certo quelle di azioni così dure contro il libero mercato». A proposito della relazione dell'Autorità dei trasporti, Perricone ha parlato di «discorso ineccepibile con belle e condivisibili intenzioni per il futuro», ma che ora vanno tradotte in fatti. «Ci auguriamo - ha concluso Perricone - che si passi il più velocemente possibile alla pratica. E per noi è già molto tardi. A parole, in sede elettorale, tutti sono sempre a favore della concorrenza, quando però occorre dimostrarlo nei fatti arrivano i problemi». L’Ad di Italo contro Renzi: «Il decreto competitività ci riporta al Medioevo e addio concorrenza» Redazione Si è rivolto direttamente a Matteo Renzi per sapere se «sia a conoscenza del provvedimento sull'energia del suo governo, con il quale si mette a tappeto la concorrenza nel trasporto viaggiatori sull'alta velocità». A lanciare l'allarme sul rischio che il settore torni al monopolio è stato Antonello Perricone, il presidente e ad di Ntv, la società proprietaria di Italo. «Siamo molto molto preoccupati per il decreto competitività: è tutto scaricato sulle imprese ferroviarie e questo per noi è del tutto inaccettabile», ha proseguito Perricone che, intervenendo a margine della relazione dell'Autorità dei trasporti, ha osservato che «caricare su Ntv un costo di circa 20 milioni di euro annui per i maggiori oneri della bolletta elet- trica, significa cambiare, in corsa e in peggio, le regole del gioco e aprire le porte al ritorno di una situazione di monopolio». L'intervento di Perricone suona come un 3 Strage di Srebrenica, dopo vent’anni la Corte di giustizia dell’Aja condanna i caschi blu olandesi 4 Secolo d’Italia Redazione La giustizia dell'Aja riconosce l'Olanda civilmente responsabile per la morte di centinaia di musulmani a Srebrenica. Per il giudice "lo Stato è responsabile della perdita subita dai familiari dei deportati dai serbi di Bosnia dal Dutchbat a Potocari nel pomeriggio del 13 luglio 1995" perché i caschi blu avrebbero dovuto proteggerli. Per i giudici, l'Olanda è responsabile per la deportazione di 300 uomini e ragazzi musulmani che si trovavano preso il quartier generale del Dutchbat (battaglione olandese), ma non non per tutti gli 8000 che vennero portati via ed uccisi dalle forze serbe, come sostenuto dall'accusa. Secondo la corte dell'Aja, nel pomeriggio del 13 luglio, il Dutchbat "non avrebbe dovuto lasciar andare gli uomini che si trovavano presso i loro edifici" ha affermato il giudice, sottolineando come i soldati olandesi avrebbero dovuto tenere conto della possibilità che "sarebbero stati vittime di un genocidio". Tuttavia, anche se i soldati olandesi avrebbero dovuto denunciare direttamente i crimini di guerra, lo stato olandese non può esser giudicato responsabile complessivamente della strage perché tale iniziativa non avrebbe comportato "un'intervento militare diretto dell'Onu" e non avrebbe perciò impedito il genocidio. L'Olanda è già stata condannata nei mesi scorsi a risarcire i familiari di tre musulmani uccisi dopo essere stati cacciati da una base militare dei caschi blu olandesi, diventando così il primo paese sanzionato per il comportamento dei suoi militari in missione su mandato Onu. I parenti delle vittime avevano intentato una causa contro i «peacekepers» dei Paesi Bassi ma solo poche famiglie saranno risarcite. La somma non è stata ancora resa Redazione Condanne tra i 20 anni di reclusione e l'ergastolo sono state inflitte a nove imputati nell'ambito di processi celebrati al Cairo per abusi sessuali perpetrati a piazza Tahrir l'8 giugno scorso durante i festeggiamenti per l'insediamento del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Lo riferiscono fonti giudiziarie sottolineando che uno dei quattro processi ha riguardato gli abusi subiti da una giovane donna aggredita da un gruppo di uomini come testimoniato un video che suscitò indignazione. Sette imputati sono stati condannati al carcere a vita e due a 20 anni di reclusione, riferiscono le fonti che però non precisano chi sia stato condannato, e a quale pena, per l'aggressione alla giovane attaccata e denudata nella piazza simbolo del Cairo. La donna, indicata col nome di "Madga", come aveva riferito in aula un avvocato, era stata aggredita da "più di 50 persone". Una responsabile del Consiglio nazionale per le donne che le aveva reso visita in ospedale ha riferito che la giovane aveva riportato vaste ustioni causate da acqua bollente per il te' offerto in piazza e una frattura in tre punti alla mano destra. Le ustioni erano visibili nel video che, confusamente, riprendeva il momento in cui la ragazza nuda veniva strappata da poliziotti alla furia del branco. Anche Sisi aveva visitato "Magda" in ospedale e aveva chiesto la punizione "con la più grande fermezza" degli abusi perpetrati durante i festeggiamenti per il suo insediamento Egitto, pene pesanti ed ergastoli contro gli autori degli stupri commessi in piazza Tahrir GIOVEDì 17 LUGLIO 2014 nota dal giudice. Il massacro di Srebrenica è stato un genocidio inquadrato nel contesto della guerra nella ex Jugoslavia. Migliaia di musulmani bosniaci furono uccisi l'11 luglio 1995 da parte delle truppe serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladic, con l'appoggio dei gruppi paramilitari guidati da Arkan nella zona protetta di Srebrenica, si trovava al momento sotto la tutela delle Nazioni Unite. Anche se durante la guerra ciascuno dei tre gruppi nazionali in conflitto (serbi, croati e musulmani bosniaci) si rese protagonista di crimini di guerra e di operazioni di pulizia etnica, questo fu di gran lunga il più efferato e numericamente consistente massacro avvenuto. Le vittime del massacro furono 8.372, sebbene alcune associazioni per gli scomparsi e le famiglie delle vittime affermino che furono oltre 10.000. Al momento (marzo 2010), grazie al test del Dna, sono state identificate 6.414 vittime, mentre migliaia di altre salme esumate dalle fosse comuni attendono ancora di essere identificate. seguito alla vittoria elettorale di fine maggio. Un rapporto shock delle Nazioni unite pubblicato nell'aprile dell'anno scorso aveva rilevato che il 99% delle donne egiziane ha subito molestie sessuali. Un recrudescenza del fenomeno è stata rilevata dopo la caduta del presidenterais Hosni Mubarak. Idea salva-nozze della Caritas: abiti da sposa in affitto alle spose per fronteggiare la crisi GIOVEDì 17 LUGLIO 2014 Redazione Anche i fiori d'arancio devono fare i conti con la crisi economica, e convolare a nozze, specie al Sud, ha raggiunto costi esorbitanti: per questo motivo la Caritas della parrocchia di Sant'Anna, a Potenza, ha deciso di mettere a disposizione delle future "sposine" un dono ricevuto da una nota boutique della città, ovvero una trentina di nuovissimi abiti bianchi che tutti possono noleggiare gratuitamente per il "fatidico sì". L'iniziativa, ci tengono però a precisare i volontari della Caritas, non è nata solo per far fronte alla povertà e alla crisi che, stringendo i cordoni della borsa, si abbatte sui giovani e sui loro sogni per il futuro: «È prima di tutto una lezione, un messaggio che vuole portare a tutti i valori della sobrietà e del risparmio». Anche perché in molti, pur di avere nozze da favola, spesso si indebitano e, a volte, rischiano di cadere nelle mani degli usurai per far fronte alle spese. «Noi vogliamo invece dare un segnale», hanno spiegato gli ideatori del progetto: appena ricevuti i nuovi abiti da sposa, hanno immediatamente pensato di metterli a disposizione di tutti, a prescindere dal reddito o dalla condizione familiare. Il sistema è semplice e discreto. Basta comporre il numero telefonico della parrocchia, prendere un appun- Secolo d’Italia Anche l'Italia verso il numero unico "europeo” sulle emergenze tamento e scegliere il vestito della misura adatta. E se non è perfetto, ecco a disposizione una sarta che, armata di ago e filo, lo farà calzare come un guanto. E dopo il matrimonio? Si lava, si riporta in parrocchia, ed è a disposizione della prossima marcia nuziale. «Non etichettatelo semplicemente come un aiuto alle poverelle ci tengono ad evidenziare i parrocchiani - perché per noi questo progetto significa il ritorno ai valori veri di un matrimonio, che non sono quelli dello sfoggio, e ai concetti di sobrietà e di risparmio, che il nostro sacerdote, don Franco Corbo, porta avanti da anni»: e lo affermano orgogliosamente, perché questi valori cercano di "inculcarli" anche ai più piccoli, durante il catechismo, spiegando loro quanto è importante il risparmio energetico, "ad esempio chiudendo il rubinetto dell'acqua o spegnendo la luce quando necessario", o a conservare correttamente il cibo per non buttarlo. In fondo anche queste sono politiche anticicliche. delle gambe dei piccoli pazienti. È costituito da quattro componenti principali: l'esoscheletro che viene indossato dal bambino e ne controlla il cammino, il tapis-roulant che si muove in sincronia con i passi del paziente, un sistema per alleggerire il peso e ridurre la fatica e l'interfaccia con la realtà virtuale (che consente un approccio ludico alla terapia e motiva i bambini). A pieno regime il Lokomat potrà essere utilizzato da almeno 6 pazienti al giorno che effettueranno sedute di circa un'ora e mezza. «Siamo orgogliosi - ha di- chiarato durante la presentazione il presidente della Fondazione Roma, Emmanuele Francesco Maria Emanuele - di donare questo macchinario di ultima generazione, che consentirà a bambini con disabilità motorie di tornare a camminare». «Siamo davvero grati alla Fondazione Roma - ha dichiarato il Presidente dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Giuseppe Profiti - per questa donazione che ci consente di rispondere in maniera importante ad una domanda di salute, in questi casi particolarmente complessa e drammatica. La casistica di bambini con deficit delle funzioni motorie e della deambulazione è molto ampia, sia per le patologie congenite che per quelle acquisite. Le famiglie hanno bisogno di una risposta adeguata sia dal punto di vista dell'eccellenza clinica che da quello dell'accoglienza, che come Ospedale ci impegniamo a dare loro». Al Bambin Gesù arriva il robot che aiuta i bambini disabili a camminare Redazione Un robot per aiutare almeno 100 bambini ogni anno a tornare a camminare. È il “Lokomat”, un vero e proprio macchinario robotizzato di ultima generazione progettato per consentire il recupero della funzionalità delle gambe nei pazienti con disabilità motorie dovute a danni neurologici, congeniti o acquisiti. Il robot è stato donato dalla Fondazione Roma al MARLab, il laboratorio di robotica e analisi del movimento dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Santa Marinella in provincia di Roma. Il robot è usato nei centri nazionali e internazionali di riabilitazione più avanzati, e ora - primo nel Lazio - anche al Bambino Gesù. Il Lokomat può essere adattato alla lunghezza degli arti dei bimbi durante la crescita, a partire dai 3 anni e offre la possibilità di controllare ogni fase del passo, supportando e correggendo i movimenti 5 Redazione Dalle emergenze al servizio di guardia medica. L'Italia fa un passo verso l'Europa e accelera sull'attivazione del numero verde unico Ue per tutte le urgenze (112) e quello per l'assistenza medica per i casi non urgenti (116.117). Lo prevede il Patto per la Salute 2014-2016 appena sottoscritto dal Governo e dalle Regioni che intende accelerare sul tema. In primis, il Patto, per le emergenze sanitarie, prevede che le Regioni adeguino i sistemi e le tecnologie delle centrali del 118 per garantire l'attivazione del numero unico europeo '112' per le emergenze (pronto soccorso, forze dell'ordine, pompieri). Una misura con cui si spera di dare piena attuazione alla direttiva Ue che risale al 2002. "Al momento si legge sul sito del Dipartimento Politiche europee della presidenza del Consiglio - , in ogni caso, solo alcuni Stati membri (Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Malta e Svezia) hanno adottato il 112 come principale numero di emergenza, mentre nella maggior parte degli altri Stati membri il 112 funziona in parallelo con i numeri di emergenza nazionali (in Italia il 113, 115, 118)". Il servizio di utilità sociale ha l'obiettivo di consentire ad ogni cittadino Ue, da qualunque paese, in qualsiasi momento, di poter contattare i servizi di emergenza chiamando il 112. In ogni caso gli adeguamenti dovranno essere conformi alle indicazioni del Ministero dell'Interno che ha poteri d'indirizzo e coordinamento sul 112. Yara, Bossetti continua a negare: «Le telecamere hanno ripreso il mio furgone? Passavo sempre da lì» 6 Secolo d’Italia GIOVEDì 17 LUGLIO 2014 Coppia di anziani rapinati in casa. Arrestato il nipote Redazione Massimo Giuseppe Bossetti è in isolamento dal 16 giugno con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio. Ogni volta che i suoi avvocati gli fanno visita dice: «Sono innocente e voglio dimostrarlo a costo di rischiare l’ergastolo». Secondo quanto scrive il "Corriere della Sera" Bossetti è chiuso in cella, senza vita comune con gli altri detenuti, guarda la televisione e legge i giornali. Sostiene fermamente di aver una lettura alternativa a quella della polizia e dei carabinieri per tutti gli elementi raccolti a sostegno della prova regina, cioè il suo Dna sugli slip e sui leggings della tredicenne uccisa. Intanto gli esperti della polizia scientifica di Roma sono ancora al lavoro sul Dna trovato sugli indumenti di Yara. Ne è stato isolato altro sui leggins, con tracce "miste" formate da più Dna. Se tra queste ci sia ancora quello di Massimo Giuseppe Bossetti non si sa. Ma – secondo quanto scrive il Tgcom24 – trapela dagli investigatori la convinzione di trovarlo. Per quanto riguarda i colleghi era stato detto che avrebbe fatto un nome e alla fine Bossetti, ne ha fatti due. Parlando con il pm Letizia Ruggeri sembra che il muratore abbia indicato due col- leghi che avevano lavorato con lui al cantiere di Palazzago nei giorni della scomparsa della tredicenne di Brembate Sopra. Bossetti non avrebbe indicato i due colleghi come possibili autori del delitto ma solo perché ritiene che essi possano fornire elementi utili alle indagini. Bossetti tiene duro anche sul furgone. C'è l'immagine di una telecamera a circuito chiuso di un distributore di benzina che immortala un furgone bianco molto simile a quello suo che transita alle 18.01 del 26 novembre proprio davanti al centro sportivo di Yara. Gli inquirenti, grazie a un particolare tipo di catarifrangente montato sull'Iveco del muratore e su quello ripreso dalla telecamera, sono sicuri che si tratti di Bossetti. Ma lui continua a negare: «Non capisco tutta questa attenzione alle telecamere. E se anche avessero ripreso il mio furgone? Passavo sempre da lì». Redazione Dopo trentatré anni potrebbe aprirsi uno spiraglio nella vicenda sulla presunta vincita milionaria al Totocalcio, mai corrisposta a Martino Scialpi, commerciante di Martina Franca (Taranto), perché si sostiene che negli archivi di Bari e Roma non siano mai arrivati né la matrice e né lo spoglio della schedina. Il gip del tribunale di Roma, accogliendo l'opposizione della difesa alla richiesta di archiviazione dell'indagine del pm Barbara Zuin, ha fissato l'udienza camerale per il 4 novembre, durante la quale ci sarà la discussione delle parti. Dopo la discussione il giudice deciderà se archiviare o meno il procedimento. Sono indagati, con l'accusa di aver prodotto documenti falsi, l'avvocato Luigi Condemi del Coni, l'avvocato Enrico De Francesco di Taranto e l'ex responsabile Coni per la zona di Bari Mario Bernacca. Secondo le prime ipotesi accusatorie, per le quali lo stesso pm ha chiesto poi l'archiviazione, i tre avrebbero esibito documenti che sapevano falsi perché già dichiarati tali da una doppia perizia nell'ambito di un incidente probatorio del tribunale di Bari. «Documenti – spiega l'avvocato Guglielmo Boccia, difensore di Scialpi – che sarebbero stati confezionati circa 12 anni dopo la vincita. Sono gli stessi documenti che hanno indotto in errore il giudice di Roma Assunta Canonaco, che ha respinto le nostre richieste in un altro procedimento civile». Il 61enne commerciante il primo novembre del 1981 sbancò il Totocalcio con un 13 da poco più di un miliardo di lire (con la rivalutazione oggi ammonterebbe a circa nove milioni di euro), ma non ha mai incassato la vincita. Il 19 settembre, intanto, è prevista l'udienza in cui si dovrà decidere sul procedimento di pignoramento, avviato dal legale del commerciante ai danni del Coni, per un ammontare di oltre tre milioni di euro, su beni immobili e presso terzi riconducibili al Comitato Olimpico. Totocalcio, vincita milionaria negata da 33 anni. Tre indagati a Roma Redazione Due anziani coniugi sono stati picchiati, sequestrati e rapinati in casa venerdì scorso a Roma da una banda di cui faceva parte anche il nipote, che in passato aveva avuto gravi dissapori con la coppia. L'uomo, 36 anni, è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo Investigativo della capitale. Si cercano i due complici. Le due vittime, lui 85enne e la moglie 67enne, residenti in via del Fontanile Arenato, sono stati aggrediti e malmenati. L'uomo è stato sopraffatto nel garage da due uomini, a volto scoperto e armati di pistola, che lo hanno legato e imbavagliato per sottrargli le chiavi di casa. Dentro erano presenti la moglie e la domestica. I rapinatori, a cui si era aggiunto un terzo individuo travisato da un cappuccio, hanno malmenato brutalmente l'anziana per indurla ad aprire una cassaforte. Al rifiuto della donna la cassaforte veniva smurata e aperta con attrezzi da lavoro trovati in casa. Dopo circa un'ora e mezza i malviventi scappavano con un bottino di circa centomila euro. L'anziana è stata ricoverata in ospedale e dimessa dopo alcuni giorni. Le indagini hanno consentito di individuare uno dei tre rapinatori, il nipote delle vittime, che prima ha fatto il "palo" fuori della casa e poi è entrato con il volto travisato. L'uomo era stato ripreso da una telecamera di sorveglianza di un bar. Shakespeare, Tango e Casanova: in scena a teatro i mille volti del mito Secolo GIOVEDì 17 LUGLIO 2014 d’Italia Redazione Dalla magia di Shakespeare alle atmosfere sulfuree del tango argentino, passando per il mito di Casanova: propone davvero di tutto, di più, il carnet degli appuntamenti teatrali di questo fine settimana estivo. A cominciare dalla Dipartita finale di Franco Braciaroli tra La Versiliana e Milano; proseguendo con la Dodicesima notte del Bardo, ma secondo Carlo Cecchi a Verona; passando per Roberto Herlitzka alle prese con Casanova a Milano, mentre Michele Placido in coppia con Luis Bacalov sul palco del Ravello Festival rievocano – grazie a Con el respiro del Tango – le magiche notti di balli e seduzioni di Buenos Aires. E allora, forse nemmeno Beckett aveva osato un cast tanto blasonato: eppure, ecco che dopo il Finale di Partita del 2006, Franco Branciaroli presenta ora il suo Dipartita finale, domani in prima nazionale al Festival La Versiliana, e da martedì al Franco Parenti di Milano, di cui firma anche la regia, e che interpreta insieme a tre compagni come Gianrico Tedeschi, Ugo Pagliai e Massimo Popolizio. Il testo mette in scena la storia di tre clochard sulla riva di un fiume, comicamente alle prese con le questioni ultime cui li costringe Toto, tragico travestimento della Morte. Rivisitare, dunque: e allora, Verona ospita una Dodicesima notte ritradotta dalla poetessa Patrizia Cavalli e con i costumi ispirati al pittore settecentesco Antoine Watteau, come coordinate di riferimento narrativo del nuovo Shakespeare diretto e interpretato da Carlo Cecchi, nel ruolo di Malvolio, fresco di debutto al Festival Shakespeariano del Teatro Romano. A Milano, invece, dopo Il Soccombente di Bernhard, Roberto Herlitzka torna in teatro per un modernissimo Casanova, nel ritratto firmato da Ruggero Cappuccio. In cartellone al Franco Parenti, il gentiluomo veneziano, icona della seduzione, si confronta con 11 donne che, nel tentativo di far capitolare l'inossidabile libertino, ne sveleranno invece la grande capacità di comprendere e amare il gentil sesso. Infine, un musicista da premio Oscar e un'icona del cinema e del teatro italiano, insieme a Ravello, puntano a raccontare Buenos Aires: sono Luis 7 Bacalov e Michele Placido, domenica in anteprima al 62° Ravello Festival in Con el respiro del Tango. Diretto da Carlos Branca, lo spettacolo vede Bacalov al pianoforte e Placido voce recitante tra i versi dei più apprezzati poeti argentini, scelti dal regista. Un viaggio intimo e passionale nella memoria di Buenos Aires, capitale di un Sud del mondo capace di evocare infiniti stimoli culturali. Da Parma a Matera, da Hitchcock a Pasolini: alla riscoperta dei capolavori del cinema Redazione Due maestri di ieri, artisti di sempre. Due, diverse, pietre miliari della storia della settima arte. Per il cartellone degli appuntamenti estivi del weekend, Matera e Parma puntano su Pasolini e Hitchcock. Su titoli del calibro de Il Vangelo secondo Matteo e Marnie: due emblematici esempi delle infinite metamorfosi del cinema. E allora, dal 21 luglio al 9 novembre, il Museo nazionale d'arte medievale e moderna di Palazzo Lanfranchi ospiterà la mostra Pasolini a Matera. Il Vangelo secondo Matteo cinquant'anni dopo. Nuove tecniche di immagine: arte, cinema, fotografia, mentre contestualmente, per il cinquantenario di un altro capolavoro del cinema come Marnie, Palazzo del Governatore a Parma proporrà, sempre fino al 9 novembre, la mostra dal titolo Alfred Hitchcock nei film della Universal Pictures. Così, se a Matera con il primo allestimento, realizzato per celebrare i 50 anni del film-capolavoro di Pasolini, si intende mettere a fuoco, in maniera particolarmente approfondita e grazie a una narrazione originale, la genesi della pellicola e il rapporto del regista con la città dei Sassi che, nell'estate del 1964, sotto un sole «ferocemente antico», divenne Gerusalemme; a Parma con l'esposizione di oltre 70 fotografie e contenuti speciali provenienti dagli archivi della Universal Pictures, si vuole offrire al visitatore l'opportunità di immergersi nei backstage dei principali film del mago della suspense, scoprendo particolari curiosi sulla realizzazione delle scene più celebri, sull'impiego dei primi effetti speciali, su attori e vita privata del grande maestro. Quasi un viaggio espositivo parallelo, in due tappe, tra Matera e Parma: e mentre nella “città dei sassi” la mostra, divisa in sei sezioni, racconta la storia e i luoghi del Vangelo in relazione al clima culturale e artistico lucano e italiano di quegli anni – (per l'occasione, è stato anche ricostruito il doppio contesto del film: quello dell'ideazione ed elaborazione creativa tra Roma e Assisi e la Palestina tra il 1962 e il 1964, e quello della realizzazione delle riprese, del montaggio e della produzione della pellicola ) – nel capoluogo emi- Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO D’ITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Ugo Lisi (Vicepresidente) Antonio Giordano (Amministratore delegato) Italo Bocchino Antonio Tisci liano, lungo il percorso espositivo, grazie al commento del critico cinematografico Gianni Canova, si analizzano alcuni capolavori indimenticabili e inimitabili firmati Universal Pictures: come Psyco, La finestra sul cortile, Gli Uccelli, La donna che visse due volte e molti altri, alla ricerca di nuovi aspetti del genio hitchcockiano, e a conferma dell'intramontabilità delle sue opere. Direttore Editoriale Italo Bocchino Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Vicecaporedattore Francesco Signoretta Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250