i sindaci pd scoprono il problema “rom”: nella

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i sindaci pd scoprono il problema “rom”: nella
d’Italia
I SINDACI PD SCOPRONO IL PROBLEMA “ROM”: NELLA STAZIONE
DI FIRENZE COMPAIONO LE TRANSENNE PER BLOCCARLI
ANNO LXII N.166
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Anna Clemente
Chi ricorda un Nichi Vendola
commosso che, a Milano, dopo
la vittoria di Giuliano Pisapia, incoraggiava: «E ora abbracciamo
i nostri fratelli rom?». Ecco, chi lo
ricorda sappia che è un pezzo di
una storia che si va estinguendo.
A sinistra, ora, i “fratelli rom” li
sgomberano tra le contestazioni,
come avvenuto a Roma, o li mettono dietro alle transenne, come
da qualche giorno avviene alla
Stazione Santa Maria Novella di
Firenze.
Certo, a prendere queste iniziative è la sinistra desinistrizzata
del Pd, e non quella caritatevole
di Laura Boldrini & co, ma la vicenda merita comunque menzione, anche perché non è
passato poi così tanto tempo da
quando una dirigente del Pd romano denunciava «le solite incredibili file di Rom» che
votavano alle primarie per il sindaco vinte da Ignazio Marino. E
ancora meno ne è passato da
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quando, ad aprile di quest’anno, il
primo cittadino della Capitale ha
emanato una circolare da cui bandiva il termine «nomadi» dagli atti
del Comune per sostituirlo con la
formula «rom, sinti e caminanti».
Appena una settimana fa, invece,
Marino si è messo a difendere lo
Riforme, Gasparri insiste sul presidenzialismo.
Apertura della Boschi: «In agenda
dopo l’approvazione del nuovo Senato»
Giovanna Taormina
Nonostante l’appello all’unità lanciato da Renzi, nel Pd c’è chi dice
senza peli sulla lingua che non voterà in aula il testo sulle riforme.
«Non esiste una democrazia
senza cittadini. Compito nostro dovrebbe essere non chiuderla in
piccole stanze di addetti ai lavori».
È il monito del senatore “dissidente” del Pd Vannino Chiti, che
nel suo intervento in aula ha difeso
la scelta a favore dell’eleggibilità di
Palazzo Madama ed ha ammonito
sul presidenzialismo: «Ci si rende
conto di quel che si fa o si scherza
con il futuro del Paese?». Prima in
un’intervista alla Stampa aveva
annunciato che «se il testo manterrà questi limiti non lo voterò per
rispondere alla mia coscienza»
anche se aveva escluso di la-
sciare il partito: «Perché dovrei?».
Ma il tema del presidenzialismo
l’ha rilanciato stamane in aula
Maurizio Gasparri. Durante il suo
intervento il senatore azzurro ha
puntualizzato che «non è una questione di tigna, ma è la difesa di un
principio di democrazia partecipativa. Viviamo da anni in una condizione
di
presidenzialismo
sostanziale. D’altra parte la nomina di un senatore a vita che poi
il giorno dopo diventa presidente
del Consiglio cosa altro è se non
un atto di presidenzialismo sostanziale? Chiedo che si discuta in
aula questo tema. Ho ripresentato
emendamenti in tal senso e mi auguro si possano votare per contribuire in maniera costruttiva al
processo di riforme». In uno, pur
sgombero del campo nomadi abusivo di Montesacro in nome del
bene superiore della legalità. Più o
meno lo stesso spirito del sindaco
di Firenze Dario Nardella, che ha
invocato il pungo di ferro contro gli
sciami di rom alla Stazione Santa
Maria Novella. «A che servono i no-
non cambiando le attuali funzioni
del capo dello Stato, ha spiegato
ancora Gasparri, si prevede che il
corpo elettorale sia composto da
tutti gli italiani. «Un altro, invece,
prevede che sia il Parlamento a
eleggere il presidente della Repubblica ma, qualora alla terza votazione non si raggiunga il quorum, si
passi la parola ai cittadini. Chiedo
che su questo ci si confronti».
Forza Italia, ha detto ancora Gasparri, «non si è iscritta al partito del
no. Vuole che le riforme si facciano,
anche se questa è una riforma parziale. Non rinuncia a poter discutere
giovedì 17/7/2014
stri sforzi sulla città se vince il degrado nella stazione Santa Maria
Novella? Siamo oltre il limite! Mercoledì ne parlerò all’ad di Fs», ha
cinguettato qualche giorno fa il sindaco, dopo mesi di polemiche sulla
presenza di bande organizzate di
rom che prendevano di mira i viaggiatori. Detto fatto, Ferrovie dello
Stato e la Questura di Firenze
hanno provveduto a collocare transenne e agenti della Polizia ferroviaria in numero ingente. Non si
passa se non si ha il biglietto, ma la
misura rivela un animo un tantino
classista: riguarda solo i binari dell’Alta velocità. Così i viaggiatori dei
treni “di lusso” sono al riparo dal rischio borseggi e delle attenzioni indesiderate dei facchini abusivi,
mentre i viaggiatori dei treni regionali, per lo più pendolari, vedono la
loro situazione notevolmente peggiorata: ora le attenzioni non richieste dei rom si concentrano tutte su
di loro.
di presidenzialismo perché è un
tema attualissimo».
A distanza è arrivata la risposta del
ministro delle Riforme Maria Elena
Boschi, che sul presidenzialismo ha
aperto, ma per il futuro: «Oggi il
tema è il nuovo Senato e io sono
serena: il treno corre. Mi auguro
che non ci siano slittamenti: si deve
votare e andare avanti con il nostro
lavoro. Insisto: il nuovo Senato e la
riforma del Titolo V sono un’urgenza per il Paese. Una volta approvata la riforma del Senato
possiamo mettere a tema il presidenzialismo».
Renzi concede il bis e “stecca” di nuovo: neanche
la candidatura di D’Alema convince l’Europa
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Lando Chiarini
Si fa più ingarbugliato del previsto il dossier relativo alla nomina di Mr Pesc, cioè il capo
della diplomazia europea. Una
postazione fermamente rivendicata dal governo italiano che ha
proposto il ministro degli Esteri
Federica Mogherini e, in subordine, Massimo D’Alema. I due
nomi, tuttavia, non convincono i
partner europei. Alla prima
viene contestata soprattutto la
sua inesperienza internazionale
ed un rapporto troppo cordiale
con la Russia di Putin. Al secondo viene invece imputata
una visione eccessivamente filoaraba nell’infuocato scacchiere mediorientale.
La situazione è a rischio impasse tanto è vero che fonti
bene informate non escludono
un rinvio del vertice odierno al
prossimo 23 luglio, complice la
crisi israelo-palestinese ed il
dossier relativo a possibili
nuove sanzioni contro Mosca
Secolo
d’Italia
che potrebbero indurre i leader
a posticipare la vicenda delle
nomine. Solo dagli esiti di queste riunioni dei maggiori partiti e
della cena di lavoro tra i leader,
si capira’ il patto bipartisan PpePse, già sperimentato con successo
nell’elezione
di
Jean-Claude Juncker alla guida
della Commissione, potrà funzionare anche nel quadro delle
scelte degli altri “top job”, cioè il
futuro presidente del Consiglio e
dell’eurogruppo.
Un’azienda italiana conquista Las Vegas.
Che tristezza: prima esportavamo
arte e genio, ora slot-machine
Luca Maurelli
Basta mettere dei soldini e tirare
una leva, si vince o si perde (e
quasi sempre si perde) senza motivo, senza abilità, in un battito di
ciglia. Si chiamano “slot machine”e in questo giochino per
amanti del brivido l’azienda Italia
stavolta ha vinto: da oggi – vi
piaccia o no – possiamo affermare tranquillamente di essere i
campioni del mondo del cazzeggio elettronico. La notizia è che
l’italianissima GTech, con un accordo da 4,7 miliardi di dollari, ha
acquisito l’International Game Technology (Igt), leader globale nel
settore dei casinò e del social gaming con sede a Las Vegas, in
Nevada. Domanda da un miliardo
di dollari: come italiani, dobbiamo
festeggiare o farci venire un po’ di
magone?
La tristezza nasce dal fatto che lì
dove hanno fallito le giacche di Ar-
mani, le birre Peroni, i cioccolattini Pernigotti, i fusilli di Garofalo
e il Galbanino della Parmalat –
marchi doc dell’eccellenza italiana
finiti inesorabilmente nelle mani di
predatori esteri – ci hanno vendicato le slot machine, le macchinette mangiasoldi che spesso
troviamo (purtroppo) dietro i paraventi di bar nei quali bisognerebbe al massimo prendere caffè.
È anche vero che fuori casa, in
genere, le buschiamo di santa ragione, quando si tratta di sfondare
le barriere protezionistiche e le
trincee finanziarie dei colossi internazionali sul mercato, ma stavolta la Gtech (ex Lottomatica),
specializzata in scommesse di
tutti i tipi, il colpaccio lo ha fatto
proprio tra i maestri dell’azzardo.
E grazie a un patrimonio “italiano”
di tecnologia sofisticata, sia
chiaro, sofisticatissima, quella che
sta dietro ai giochini, roba da es-
GIOVEDì 17 LUGLIO 2014
Ma la partita di Renzi è tutta incentrata sul Mr, anzi Mrs Pesc.
Il premier sembra non disposto
accedere e confida nel pieno
appoggio della Merkel. Dalla
sua il premier ha il 40,8 per
cento ottenuto alle elezioni europee che rende il Pd il partito
più forte nonché l’unico vittorioso nella famiglia degli eurosocialisti. Tuttavia, il premier i
problemi li ha anche in Italia. La
difesa a spada tratta della Mogherini non convince nessuno.
Forza Italia chiede a Renzi di
non “impuntarsi” mentre Giorgia
Meloni esorta il governo ad aggiustare la mira e a pretendere
il commissario per l’Immigrazione. Corrado Passera va oltre
e in un tweet propone il nome di
Enrico Letta come candidato
italiano “non divisivo”.
Le contorsioni europee non lasciano indifferente la stampa
americana. Nella polemica interviene anche il Wall Street
Journal e lo fa per bocciare la
candidata italiana. L’analisi dell’editorialista, Sohrab Ahmari, è
a tratti impietosa. Mogherini,
scrive, “ha frequentato le scuole
giuste, ha seguito i corsi di laurea giusti, ha fatto gli stage giusti, è stata membro dei giusti
gruppi socialisti giovanili, tuttavia non c’è niente nel suo curriculum che si possa indicare
come crogiolo di leadership”. La
partita di Renzi si da davvero
difficile.
serne orgogliosi, se non fosse per
quel sottile confine che separa il
divertimento dal rischio di “ludopatia”.I numeri sono stellari, da
non credere, se commisurati ad
altre operazioni basate su prodotti
reali, manufatti doc, roba di economia reale, non di soldi virtuali a
forma di banana e e arance che
compaiono su schermi in angoli
di sale oscure. Solo per fare un
esempio, il fondo Charme di Luca
Cordero di Montezemolo ha ceduto quest’anno la storica azienda
italiana Poltrona Frau alla statunitense Haworth per circa 240 milioni di euro. Nel caso
dell’operazione GTech, si parla di
quasi cinque miliardi di dollari. Sì,
miliardi. Sì, dollari, avete capito
bene.
Qualcuno si meraviglierà di come
l’Italia possa avere conquistato la
leadership mondiale nel settore
dei giochi d’azzardo, nonostante
una tradizione non proprio storica
e una legislazione restrittitiva sui
casinò. In realtà sul fronte delle
scommesse, del lotto e di tutto ciò
che attiene al mondo dei “grattini”
e dei giochi presunti “light”, l’Italia
da tempo è particolarmente generosa di permessi, licenze e autorizzazioni. Il mercato è libero,
forse troppo, visto che “azzardomarket” legale è il terzo settore in
Italia, con un fatturato di quasi 90
miliardi l’anno. Di tutto ciò hanno
beneficiato colossi come Lottomatica, che sono cresciuti e
hanno allargato negli anni il proprio raggio d’azione anche grazie
al trattamento non proprio malevolo ricevuto dai governi italiani
negli ultimi anni. Come quel condono che ha consentito ai principali operatori del settore di
chiudere il contenzioso con la
Corte dei Conti con il pagamento
del 25% di una multa da 2,5 miliardi di euro. Un colpaccio, anche
quello.
Adozionisoloacoppieetero:bocciatamozionediFdI.
Meloni:raccoglieremofirmeperunapropostadilegge
GIOVEDì 17 LUGLIO 2014
Redazione
"Con la bocciatura della mozione di Fratelli d'Italia-Alleanza
Nazionale, che impegnava il governo a consentire l'adozione
solo a coppie composte da persone di sesso diverso e unite in
matrimonio, il governo Renzi e
la maggioranza confermano
quello che temevamo: obiettivo
ultimo dell'attività del governo in
materia di unioni civili è consentire alle coppie dello stesso
sesso di poter adottare bam-
Secolo
d’Italia
bini". Lo dice la presidente di
FdI Giorgia Meloni. "Non è un
caso infatti - aggiunge - che
nella quasi totalità degli Stati
che hanno normato questo tipo
di unioni ci sia anche la possibilità di adottare. Una eventualità
contro la quale Fratelli d'italiaAlleanza nazionale intende battersi fuori e dentro le aule
parlamentari. Rifiutiamo una società nella quale i capricci vengono confusi con diritti.
Comprimere il diritto sacrosanto
di un bambino di avere un padre
e una madre per appagare il desiderio di genitorialità delle coppie
omosessuali
significa
privilegiare le ragioni di chi ha
voce per difenderle rispetto a
chi di quella voce non dispone.
Ma uno Stato giusto tutela il diritto del più debole, non di
quello che vota. Proprio per
questo Fratelli d'Italia-Alleanza
nazionale sta raccogliendo le
firme per una proposta di legge
di iniziativa popolare che vin-
cola le adozioni al sesso diverso dei genitori adottanti e invitiamo gli italiani a firmarla.
Siamo invece contenti che dopo
aver depositato la nostra proposta di legge, la maggioranza
abbia deciso di inserire anche
nel suo testo la parte relativa al
pieno rimborso delle spese sostenute da parte delle coppie
adottanti per le adozioni internazionali attraverso meccanismi di detraibilità fiscale".Sul
fronte della difesa della famiglia
tradizionale è attiva anche l'associazione italiana genitori
(Age) che critica la volonta del
Ministero della Pubblica istruzione di proseguire con le direttive Unar contro l'omofobia.
"Con grande preoccupazione
osserviamo che, dalle quattro
righe del comunicato stampa
del Miur, sembra che il ministro
intenda proseguire la Strategia
Unar e sia intenzionato a farlo
senza coinvolgere le associazioni genitori e quelle dei docenti, perseverando nella linea
dei precedenti governi. Non ci
lasceremo mai espropriare conclude l'Age - del nostro prioritario diritto alla libertà educativa".
atto d'accusa all'esecutivo, cui l'ad
di Ntv chiede se «questo governo,
in una situazione già tanto grave,
vuole davvero mettere a rischio un
miliardo di euro di investimenti pri-
vati e oltre mille giovani lavoratori?».
«Se è davvero così si assume una
responsabilità gravissima: uccidere
la concorrenza e tornare al Medioevo nel trasporto ferroviario.
Francamente - ha aggiunto Perricone - le attese su questo governo
erano ben altre, non certo quelle di
azioni così dure contro il libero mercato». A proposito della relazione
dell'Autorità dei trasporti, Perricone
ha parlato di «discorso ineccepibile
con belle e condivisibili intenzioni
per il futuro», ma che ora vanno tradotte in fatti. «Ci auguriamo - ha
concluso Perricone - che si passi il
più velocemente possibile alla pratica. E per noi è già molto tardi. A
parole, in sede elettorale, tutti sono
sempre a favore della concorrenza,
quando però occorre dimostrarlo nei
fatti arrivano i problemi».
L’Ad di Italo contro Renzi: «Il decreto competitività
ci riporta al Medioevo e addio concorrenza»
Redazione
Si è rivolto direttamente a Matteo
Renzi per sapere se «sia a conoscenza del provvedimento sull'energia del suo governo, con il
quale si mette a tappeto la concorrenza nel trasporto viaggiatori sull'alta velocità». A lanciare l'allarme
sul rischio che il settore torni al monopolio è stato Antonello Perricone, il presidente e ad di Ntv, la
società proprietaria di Italo. «Siamo
molto molto preoccupati per il decreto competitività: è tutto scaricato
sulle imprese ferroviarie e questo
per noi è del tutto inaccettabile», ha
proseguito Perricone che, intervenendo a margine della relazione
dell'Autorità dei trasporti, ha osservato che «caricare su Ntv un costo
di circa 20 milioni di euro annui per
i maggiori oneri della bolletta elet-
trica, significa cambiare, in corsa e
in peggio, le regole del gioco e
aprire le porte al ritorno di una situazione di monopolio». L'intervento di Perricone suona come un
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Strage di Srebrenica, dopo vent’anni la Corte
di giustizia dell’Aja condanna i caschi blu olandesi
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Secolo
d’Italia
Redazione
La giustizia dell'Aja riconosce
l'Olanda civilmente responsabile per la morte di centinaia di
musulmani a Srebrenica. Per il
giudice "lo Stato è responsabile
della perdita subita dai familiari
dei deportati dai serbi di Bosnia
dal Dutchbat a Potocari nel pomeriggio del 13 luglio 1995"
perché i caschi blu avrebbero
dovuto proteggerli. Per i giudici,
l'Olanda è responsabile per la
deportazione di 300 uomini e
ragazzi musulmani che si trovavano preso il quartier generale del Dutchbat (battaglione
olandese), ma non non per tutti
gli 8000 che vennero portati via
ed uccisi dalle forze serbe,
come sostenuto dall'accusa.
Secondo la corte dell'Aja, nel
pomeriggio del 13 luglio, il Dutchbat "non avrebbe dovuto lasciar andare gli uomini che si
trovavano presso i loro edifici"
ha affermato il giudice, sottolineando come i soldati olandesi
avrebbero dovuto tenere conto
della possibilità che "sarebbero
stati vittime di un genocidio".
Tuttavia, anche se i soldati
olandesi avrebbero dovuto denunciare direttamente i crimini
di guerra, lo stato olandese non
può esser giudicato responsabile complessivamente della
strage perché tale iniziativa non
avrebbe comportato "un'intervento militare diretto dell'Onu" e
non avrebbe perciò impedito il
genocidio. L'Olanda è già stata
condannata nei mesi scorsi a risarcire i familiari di tre musulmani uccisi dopo essere stati
cacciati da una base militare
dei caschi blu olandesi, diventando così il primo paese sanzionato per il comportamento
dei suoi militari in missione su
mandato Onu. I parenti delle
vittime avevano intentato una
causa contro i «peacekepers»
dei Paesi Bassi ma solo poche
famiglie saranno risarcite. La
somma non è stata ancora resa
Redazione
Condanne tra i 20 anni di reclusione e l'ergastolo sono state inflitte a nove imputati nell'ambito
di processi celebrati al Cairo per
abusi sessuali perpetrati a
piazza Tahrir l'8 giugno scorso
durante i festeggiamenti per l'insediamento del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Lo
riferiscono fonti giudiziarie sottolineando che uno dei quattro
processi ha riguardato gli abusi
subiti da una giovane donna aggredita da un gruppo di uomini
come testimoniato un video che
suscitò indignazione. Sette imputati sono stati condannati al
carcere a vita e due a 20 anni di
reclusione, riferiscono le fonti
che però non precisano chi sia
stato condannato, e a quale
pena, per l'aggressione alla giovane attaccata e denudata nella
piazza simbolo del Cairo. La
donna, indicata col nome di
"Madga", come aveva riferito in
aula un avvocato, era stata aggredita da "più di 50 persone".
Una responsabile del Consiglio
nazionale per le donne che le
aveva reso visita in ospedale ha
riferito che la giovane aveva riportato vaste ustioni causate da
acqua bollente per il te' offerto
in piazza e una frattura in tre
punti alla mano destra. Le
ustioni erano visibili nel video
che, confusamente, riprendeva
il momento in cui la ragazza
nuda veniva strappata da poliziotti alla furia del branco.
Anche Sisi aveva visitato
"Magda" in ospedale e aveva
chiesto la punizione "con la più
grande fermezza" degli abusi
perpetrati durante i festeggiamenti per il suo insediamento
Egitto, pene pesanti ed ergastoli
contro gli autori degli stupri
commessi in piazza Tahrir
GIOVEDì 17 LUGLIO 2014
nota dal giudice. Il massacro di
Srebrenica è stato un genocidio
inquadrato nel contesto della
guerra nella ex Jugoslavia. Migliaia di musulmani bosniaci furono uccisi l'11 luglio 1995 da
parte delle truppe serbo-bosniache guidate dal generale
Ratko Mladic, con l'appoggio
dei gruppi paramilitari guidati
da Arkan nella zona protetta di
Srebrenica, si trovava al momento sotto la tutela delle Nazioni Unite. Anche se durante la
guerra ciascuno dei tre gruppi
nazionali in conflitto (serbi,
croati e musulmani bosniaci) si
rese protagonista di crimini di
guerra e di operazioni di pulizia
etnica, questo fu di gran lunga il
più efferato e numericamente
consistente massacro avvenuto. Le vittime del massacro
furono 8.372, sebbene alcune
associazioni per gli scomparsi e
le famiglie delle vittime affermino che furono oltre 10.000. Al
momento (marzo 2010), grazie
al test del Dna, sono state identificate 6.414 vittime, mentre migliaia di altre salme esumate
dalle fosse comuni attendono
ancora di essere identificate.
seguito alla vittoria elettorale di
fine maggio. Un rapporto shock
delle Nazioni unite pubblicato
nell'aprile dell'anno scorso
aveva rilevato che il 99% delle
donne egiziane ha subito molestie sessuali. Un recrudescenza
del fenomeno è stata rilevata
dopo la caduta del presidenterais Hosni Mubarak.
Idea salva-nozze della Caritas: abiti da sposa
in affitto alle spose per fronteggiare la crisi
GIOVEDì 17 LUGLIO 2014
Redazione
Anche i fiori d'arancio devono fare i
conti con la crisi economica, e convolare a nozze, specie al Sud, ha
raggiunto costi esorbitanti: per questo motivo la Caritas della parrocchia
di Sant'Anna, a Potenza, ha deciso di
mettere a disposizione delle future
"sposine" un dono ricevuto da una
nota boutique della città, ovvero una
trentina di nuovissimi abiti bianchi
che tutti possono noleggiare gratuitamente per il "fatidico sì". L'iniziativa,
ci tengono però a precisare i volontari della Caritas, non è nata solo per
far fronte alla povertà e alla crisi che,
stringendo i cordoni della borsa, si
abbatte sui giovani e sui loro sogni
per il futuro: «È prima di tutto una lezione, un messaggio che vuole portare a tutti i valori della sobrietà e del
risparmio». Anche perché in molti,
pur di avere nozze da favola, spesso
si indebitano e, a volte, rischiano di
cadere nelle mani degli usurai per far
fronte alle spese. «Noi vogliamo invece dare un segnale», hanno spiegato gli ideatori del progetto: appena
ricevuti i nuovi abiti da sposa, hanno
immediatamente pensato di metterli
a disposizione di tutti, a prescindere
dal reddito o dalla condizione familiare. Il sistema è semplice e discreto.
Basta comporre il numero telefonico
della parrocchia, prendere un appun-
Secolo
d’Italia
Anche l'Italia verso
il numero unico "europeo”
sulle emergenze
tamento e scegliere il vestito della misura adatta. E se non è perfetto, ecco
a disposizione una sarta che, armata
di ago e filo, lo farà calzare come un
guanto. E dopo il matrimonio? Si
lava, si riporta in parrocchia, ed è a
disposizione della prossima marcia
nuziale. «Non etichettatelo semplicemente come un aiuto alle poverelle ci tengono ad evidenziare i parrocchiani - perché per noi questo progetto significa il ritorno ai valori veri di
un matrimonio, che non sono quelli
dello sfoggio, e ai concetti di sobrietà
e di risparmio, che il nostro sacerdote, don Franco Corbo, porta avanti
da anni»: e lo affermano orgogliosamente, perché questi valori cercano
di "inculcarli" anche ai più piccoli, durante il catechismo, spiegando loro
quanto è importante il risparmio energetico, "ad esempio chiudendo il rubinetto dell'acqua o spegnendo la
luce quando necessario", o a conservare correttamente il cibo per non
buttarlo. In fondo anche queste sono
politiche anticicliche.
delle gambe dei piccoli pazienti. È costituito da quattro componenti principali: l'esoscheletro che viene
indossato dal bambino e ne controlla
il cammino, il tapis-roulant che si
muove in sincronia con i passi del paziente, un sistema per alleggerire il
peso e ridurre la fatica e l'interfaccia
con la realtà virtuale (che consente
un approccio ludico alla terapia e motiva i bambini). A pieno regime il Lokomat potrà essere utilizzato da
almeno 6 pazienti al giorno che effettueranno sedute di circa un'ora e
mezza. «Siamo orgogliosi - ha di-
chiarato durante la presentazione il
presidente della Fondazione Roma,
Emmanuele Francesco Maria Emanuele - di donare questo macchinario
di ultima generazione, che consentirà
a bambini con disabilità motorie di
tornare a camminare». «Siamo davvero grati alla Fondazione Roma - ha
dichiarato il Presidente dell'Ospedale
Pediatrico Bambino Gesù, Giuseppe
Profiti - per questa donazione che ci
consente di rispondere in maniera
importante ad una domanda di salute, in questi casi particolarmente
complessa e drammatica. La casistica di bambini con deficit delle funzioni motorie e della deambulazione
è molto ampia, sia per le patologie
congenite che per quelle acquisite.
Le famiglie hanno bisogno di una risposta adeguata sia dal punto di vista
dell'eccellenza clinica che da quello
dell'accoglienza, che come Ospedale
ci impegniamo a dare loro».
Al Bambin Gesù arriva il robot
che aiuta i bambini disabili a camminare
Redazione
Un robot per aiutare almeno 100
bambini ogni anno a tornare a camminare. È il “Lokomat”, un vero e proprio macchinario robotizzato di ultima
generazione progettato per consentire il recupero della funzionalità delle
gambe nei pazienti con disabilità motorie dovute a danni neurologici, congeniti o acquisiti. Il robot è stato
donato dalla Fondazione Roma al
MARLab, il laboratorio di robotica e
analisi del movimento dell'Ospedale
Pediatrico Bambino Gesù di Santa
Marinella in provincia di Roma. Il
robot è usato nei centri nazionali e internazionali di riabilitazione più avanzati, e ora - primo nel Lazio - anche al
Bambino Gesù. Il Lokomat può essere adattato alla lunghezza degli arti
dei bimbi durante la crescita, a partire dai 3 anni e offre la possibilità di
controllare ogni fase del passo, supportando e correggendo i movimenti
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Redazione
Dalle emergenze al servizio di
guardia medica. L'Italia fa un
passo verso l'Europa e accelera
sull'attivazione del numero verde
unico Ue per tutte le urgenze
(112) e quello per l'assistenza
medica per i casi non urgenti
(116.117). Lo prevede il Patto per
la Salute 2014-2016 appena sottoscritto dal Governo e dalle Regioni che intende accelerare sul
tema. In primis, il Patto, per le
emergenze sanitarie, prevede
che le Regioni adeguino i sistemi
e le tecnologie delle centrali del
118 per garantire l'attivazione del
numero unico europeo '112' per
le emergenze (pronto soccorso,
forze dell'ordine, pompieri). Una
misura con cui si spera di dare
piena attuazione alla direttiva Ue
che risale al 2002. "Al momento si legge sul sito del Dipartimento
Politiche europee della presidenza del Consiglio - , in ogni
caso, solo alcuni Stati membri
(Danimarca, Finlandia, Paesi
Bassi, Portogallo, Romania,
Malta e Svezia) hanno adottato il
112 come principale numero di
emergenza, mentre nella maggior parte degli altri Stati membri
il 112 funziona in parallelo con i
numeri di emergenza nazionali
(in Italia il 113, 115, 118)". Il servizio di utilità sociale ha l'obiettivo
di consentire ad ogni cittadino
Ue, da qualunque paese, in qualsiasi momento, di poter contattare i servizi di emergenza
chiamando il 112. In ogni caso gli
adeguamenti dovranno essere
conformi alle indicazioni del Ministero dell'Interno che ha poteri
d'indirizzo e coordinamento sul
112.
Yara, Bossetti continua a negare: «Le telecamere
hanno ripreso il mio furgone? Passavo sempre da lì»
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Secolo
d’Italia
GIOVEDì 17 LUGLIO 2014
Coppia di anziani rapinati
in casa. Arrestato il nipote
Redazione
Massimo Giuseppe Bossetti è in
isolamento dal 16 giugno con
l’accusa di aver ucciso Yara
Gambirasio. Ogni volta che i
suoi avvocati gli fanno visita
dice: «Sono innocente e voglio
dimostrarlo a costo di rischiare
l’ergastolo». Secondo quanto
scrive il "Corriere della Sera"
Bossetti è chiuso in cella, senza
vita comune con gli altri detenuti, guarda la televisione e
legge i giornali. Sostiene fermamente di aver una lettura alternativa a quella della polizia e dei
carabinieri per tutti gli elementi
raccolti a sostegno della prova
regina, cioè il suo Dna sugli slip
e sui leggings della tredicenne
uccisa. Intanto gli esperti della
polizia scientifica di Roma sono
ancora al lavoro sul Dna trovato
sugli indumenti di Yara. Ne è
stato isolato altro sui leggins,
con tracce "miste" formate da
più Dna. Se tra queste ci sia ancora quello di Massimo Giuseppe Bossetti non si sa. Ma –
secondo quanto scrive il
Tgcom24 – trapela dagli investigatori la convinzione di trovarlo.
Per quanto riguarda i colleghi
era stato detto che avrebbe fatto
un nome e alla fine Bossetti, ne
ha fatti due. Parlando con il pm
Letizia Ruggeri sembra che il
muratore abbia indicato due col-
leghi che avevano lavorato con
lui al cantiere di Palazzago nei
giorni della scomparsa della tredicenne di Brembate Sopra.
Bossetti non avrebbe indicato i
due colleghi come possibili autori del delitto ma solo perché ritiene che essi possano fornire
elementi utili alle indagini. Bossetti tiene duro anche sul furgone. C'è l'immagine di una
telecamera a circuito chiuso di
un distributore di benzina che
immortala un furgone bianco
molto simile a quello suo che
transita alle 18.01 del 26 novembre proprio davanti al centro
sportivo di Yara. Gli inquirenti,
grazie a un particolare tipo di catarifrangente montato sull'Iveco
del muratore e su quello ripreso
dalla telecamera, sono sicuri che
si tratti di Bossetti. Ma lui continua a negare: «Non capisco
tutta questa attenzione alle telecamere. E se anche avessero ripreso il mio furgone? Passavo
sempre da lì».
Redazione
Dopo trentatré anni potrebbe
aprirsi uno spiraglio nella vicenda sulla presunta vincita milionaria al Totocalcio, mai
corrisposta a Martino Scialpi,
commerciante
di
Martina
Franca (Taranto), perché si sostiene che negli archivi di Bari
e Roma non siano mai arrivati
né la matrice e né lo spoglio
della schedina. Il gip del tribunale di Roma, accogliendo l'opposizione della difesa alla
richiesta di archiviazione dell'indagine del pm Barbara Zuin,
ha fissato l'udienza camerale
per il 4 novembre, durante la
quale ci sarà la discussione
delle parti. Dopo la discussione
il giudice deciderà se archiviare
o meno il procedimento. Sono
indagati, con l'accusa di aver
prodotto documenti falsi, l'avvocato Luigi Condemi del Coni,
l'avvocato Enrico De Francesco
di Taranto e l'ex responsabile
Coni per la zona di Bari Mario
Bernacca. Secondo le prime
ipotesi accusatorie, per le quali
lo stesso pm ha chiesto poi l'archiviazione, i tre avrebbero esibito documenti che sapevano
falsi perché già dichiarati tali da
una doppia perizia nell'ambito
di un incidente probatorio del
tribunale di Bari. «Documenti –
spiega l'avvocato Guglielmo
Boccia, difensore di Scialpi –
che sarebbero stati confezionati circa 12 anni dopo la vincita. Sono gli stessi documenti
che hanno indotto in errore il
giudice di Roma Assunta Canonaco, che ha respinto le nostre
richieste in un altro procedimento civile». Il 61enne commerciante il primo novembre
del 1981 sbancò il Totocalcio
con un 13 da poco più di un miliardo di lire (con la rivalutazione oggi ammonterebbe a
circa nove milioni di euro), ma
non ha mai incassato la vincita.
Il 19 settembre, intanto, è prevista l'udienza in cui si dovrà
decidere sul procedimento di
pignoramento, avviato dal legale del commerciante ai danni
del Coni, per un ammontare di
oltre tre milioni di euro, su beni
immobili e presso terzi riconducibili al Comitato Olimpico.
Totocalcio, vincita milionaria negata
da 33 anni. Tre indagati a Roma
Redazione
Due anziani coniugi sono
stati picchiati, sequestrati e
rapinati in casa venerdì
scorso a Roma da una banda
di cui faceva parte anche il nipote, che in passato aveva
avuto gravi dissapori con la
coppia. L'uomo, 36 anni, è
stato arrestato dai carabinieri
del Nucleo Investigativo della
capitale. Si cercano i due
complici. Le due vittime, lui
85enne e la moglie 67enne,
residenti in via del Fontanile
Arenato, sono stati aggrediti
e malmenati. L'uomo è stato
sopraffatto nel garage da due
uomini, a volto scoperto e armati di pistola, che lo hanno
legato e imbavagliato per sottrargli le chiavi di casa. Dentro erano presenti la moglie e
la domestica. I rapinatori, a
cui si era aggiunto un terzo
individuo travisato da un cappuccio, hanno malmenato
brutalmente l'anziana per indurla ad aprire una cassaforte. Al rifiuto della donna la
cassaforte veniva smurata e
aperta con attrezzi da lavoro
trovati in casa. Dopo circa
un'ora e mezza i malviventi
scappavano con un bottino di
circa centomila euro. L'anziana è stata ricoverata in
ospedale e dimessa dopo alcuni giorni. Le indagini hanno
consentito di individuare uno
dei tre rapinatori, il nipote
delle vittime, che prima ha
fatto il "palo" fuori della casa
e poi è entrato con il volto travisato. L'uomo era stato ripreso da una telecamera di
sorveglianza di un bar.
Shakespeare, Tango e Casanova:
in scena a teatro i mille volti del mito
Secolo
GIOVEDì 17 LUGLIO 2014
d’Italia
Redazione
Dalla magia di Shakespeare alle atmosfere
sulfuree del tango argentino, passando per il
mito di Casanova: propone davvero di tutto, di
più, il carnet degli appuntamenti teatrali di questo fine settimana estivo. A cominciare dalla
Dipartita finale di Franco Braciaroli tra La Versiliana e Milano; proseguendo con la Dodicesima notte del Bardo, ma secondo Carlo
Cecchi a Verona; passando per Roberto Herlitzka alle prese con Casanova a Milano, mentre Michele Placido in coppia con Luis Bacalov
sul palco del Ravello Festival rievocano – grazie a Con el respiro del Tango – le magiche
notti di balli e seduzioni di Buenos Aires. E allora, forse nemmeno Beckett aveva osato un
cast tanto blasonato: eppure, ecco che dopo il
Finale di Partita del 2006, Franco Branciaroli
presenta ora il suo Dipartita finale, domani in
prima nazionale al Festival La Versiliana, e da
martedì al Franco Parenti di Milano, di cui
firma anche la regia, e che interpreta insieme
a tre compagni come Gianrico Tedeschi, Ugo
Pagliai e Massimo Popolizio. Il testo mette in
scena la storia di tre clochard sulla riva di un
fiume, comicamente alle prese con le questioni ultime cui li costringe Toto, tragico travestimento della Morte. Rivisitare, dunque: e
allora, Verona ospita una Dodicesima notte ritradotta dalla poetessa Patrizia Cavalli e con i
costumi ispirati al pittore settecentesco Antoine Watteau, come coordinate di riferimento
narrativo del nuovo Shakespeare diretto e interpretato da Carlo Cecchi, nel ruolo di Malvolio, fresco di debutto al Festival
Shakespeariano del Teatro Romano. A Milano,
invece, dopo Il Soccombente di Bernhard, Roberto Herlitzka torna in teatro per un modernissimo Casanova, nel ritratto firmato da
Ruggero Cappuccio. In cartellone al Franco
Parenti, il gentiluomo veneziano, icona della
seduzione, si confronta con 11 donne che, nel
tentativo di far capitolare l'inossidabile libertino, ne sveleranno invece la grande capacità
di comprendere e amare il gentil sesso. Infine,
un musicista da premio Oscar e un'icona del
cinema e del teatro italiano, insieme a Ravello,
puntano a raccontare Buenos Aires: sono Luis
7
Bacalov e Michele Placido, domenica in anteprima al 62° Ravello Festival in Con el respiro
del Tango. Diretto da Carlos Branca, lo spettacolo vede Bacalov al pianoforte e Placido
voce recitante tra i versi dei più apprezzati
poeti argentini, scelti dal regista. Un viaggio intimo e passionale nella memoria di Buenos
Aires, capitale di un Sud del mondo capace di
evocare infiniti stimoli culturali.
Da Parma a Matera, da Hitchcock a Pasolini:
alla riscoperta dei capolavori del cinema
Redazione
Due maestri di ieri, artisti di sempre. Due, diverse, pietre miliari
della storia della settima arte. Per
il cartellone degli appuntamenti
estivi del weekend, Matera e
Parma puntano su Pasolini e Hitchcock. Su titoli del calibro de Il
Vangelo secondo Matteo e Marnie: due emblematici esempi
delle infinite metamorfosi del cinema. E allora, dal 21 luglio al 9
novembre, il Museo nazionale
d'arte medievale e moderna di
Palazzo Lanfranchi ospiterà la
mostra Pasolini a Matera. Il Vangelo secondo Matteo cinquant'anni dopo. Nuove tecniche di
immagine: arte, cinema, fotografia, mentre contestualmente, per
il cinquantenario di un altro capolavoro del cinema come Marnie,
Palazzo del Governatore a
Parma proporrà, sempre fino al 9
novembre, la mostra dal titolo Alfred Hitchcock nei film della Universal Pictures. Così, se a Matera
con il primo allestimento, realizzato per celebrare i 50 anni del
film-capolavoro di Pasolini, si intende mettere a fuoco, in maniera
particolarmente approfondita e
grazie a una narrazione originale,
la genesi della pellicola e il rapporto del regista con la città dei
Sassi che, nell'estate del 1964,
sotto un sole «ferocemente antico», divenne Gerusalemme; a
Parma con l'esposizione di oltre
70 fotografie e contenuti speciali
provenienti dagli archivi della Universal Pictures, si vuole offrire al
visitatore l'opportunità di immergersi nei backstage dei principali
film del mago della suspense,
scoprendo particolari curiosi sulla
realizzazione delle scene più celebri, sull'impiego dei primi effetti
speciali, su attori e vita privata del
grande maestro. Quasi un viaggio
espositivo parallelo, in due tappe,
tra Matera e Parma: e mentre
nella “città dei sassi” la mostra, divisa in sei sezioni, racconta la
storia e i luoghi del Vangelo in relazione al clima culturale e artistico lucano e italiano di quegli
anni – (per l'occasione, è stato
anche ricostruito il doppio contesto del film: quello dell'ideazione
ed elaborazione creativa tra
Roma e Assisi e la Palestina tra il
1962 e il 1964, e quello della realizzazione delle riprese, del montaggio e della produzione della
pellicola ) – nel capoluogo emi-
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
SECOLO D’ITALIA SRL
Fondatore
Franz Turchi
d’Italia
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Consiglio di Amministrazione
Tommaso Foti (Presidente)
Ugo Lisi (Vicepresidente)
Antonio Giordano (Amministratore delegato)
Italo Bocchino
Antonio Tisci
liano, lungo il percorso espositivo,
grazie al commento del critico cinematografico Gianni Canova, si
analizzano alcuni capolavori indimenticabili e inimitabili firmati Universal Pictures: come Psyco, La
finestra sul cortile, Gli Uccelli, La
donna che visse due volte e molti
altri, alla ricerca di nuovi aspetti
del genio hitchcockiano, e a conferma dell'intramontabilità delle
sue opere.
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7 agosto 1990 n. 250