berlusconiincampo:forzaitaliaènellastoria di tutti noi
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d’Italia BERLUSCONI IN CAMPO: FORZA ITALIA È NELLA STORIA DI TUTTI NOI. E FITTO: CONFRONTO UTILE PER FARE OPPOSIZIONE ANNO LXII N.230 Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Valerio Pugi Silvio Berlusconi ha preso carta e penna per smentire di persona le indiscrezioni, apparse sui giornali, circa la sua presunta intenzione di far fallire Forza Italia per far nascere un altro partito. Le definisce «notizie senza alcun fondamento». Per il Cavaliere è «una fantasiosa indiscrezione» l’ipotesi di «indebitamento del movimento», come pure quella «di un cambiamento del nome. Forza Italia è ormai nella storia di tutti noi – scrive l’ex premier – Rimango letteralmente sconcertato nel leggere alcune vere e proprie fantasie riportate in alcuni articoli di cosiddetto “retroscena”, e in particolare su “La Repubblica”, “Il Giornale” e “Libero”, notizie senza alcun fondamento, circa una mia presunta volontà di chiudere Forza Italia. Niente di più falso. Fra le motivazioni di questa fantasiosa indiscrezione – prosegue la nota – ci sarebbe WWW.SECOLODITALIA.IT anche l’indebitamento del movimento. Ma dovrebbe essere noto a tutti che i costi di venti anni di battaglie azzurre per la libertà sono stati garantiti da mie fideiussioni, delle quali risponderei dunque personalmente. Del tutto infondata – prosegue l’ex premier – anche l’ipotesi di un cambiamento del nome: Forza Italia è ormai nella storia di tutti noi. La recente decisione di far confluire i club in Forza Italia, così come l’impegno che in queste settimane stiamo profondendo per la ricostruzione di una coalizione dei moderati, anche in vista delle imminenti elezioni regionali – conclude Berlusconi – dimostra che il movimento continuerà a svolgere pienamente un ruolo da protagonista per ritrovare l’unità del centrodestra nell’interesse del Paese». In merito poi alla polemica con Fitto è stato quest’ultimo a intervenire: domenica 5/10/2014 «Il confronto avuto l’altro giorno» con Silvio Berlusconi, «al di là dei toni, ha segnato un passo molto importante perché si è passati dalla “morbilità” sul governo Renzi o sull’entrare o meno al governo, al come fare opposizione». Parlando a Matera, l’europarlamentare di Forza Italia ha aggiunto: «Questo è quello che vogliono sentire i nostri elettori, ed è il messaggio da lanciare al Paese». La politica “canina”: c’è chi lancia l’operazione «Rin Tin Tin vs Lassie». Ma sbaglia lettura Antonella Ambrosioni Siamo all’assurdo, o forse solo al ridicolo. Certo che quando i cani vengono usati come termometro politico le parole servono davvero a poco. Solo a manifestare stupore, forse. Rin Tin Tin e Lassie diventano così la pietra angolare delle scelte strategiche e i nomi dei due protagonisti di film e serie tv, entrano a pieno titolo nel lessico politico. Questa iperbole canina la dobbiamo a Gaetano Quagliariello, il coordinatore nazionale del Nuovo Centrodestra, che da Ancona, dove è andato a presentare i nuovi dirigenti delle Marche in vista delle regionali, lancia proprio «l’operazione Rin Tin Tin», da lui contrapposta all’«operazione Lassie», che sostiene essere «un fallimento completo». Cosa vorrà dire? Non ci vuole particolare scienza e dottrina per andare fuor di metafora: negli arditi ragionamenti di Quagliariello il “Torna a casa Lassie” si riferisce naturalmente a chi si sarebbe comportato come un “cane” rientrando in “casa” Forza Italia. La vicenda da cui la metafora è quella di Giacomo Bungaro, coordinatore delle Marche, licenziato da Quagliariello dopo un selfie galeotto con il Cav scattato in un incontro a Palazzo Grazioli. Bungaro aveva postato su Twitter la foto con Berlusconi e dato conto del suo incontro in termini positivi e costruttivi. Apriti cielo. La richiesta immediata fu: fai le le valige e vattene. Purtroppo per il pugnace coordinatore, il fatto è che altre defezioni si stanno verificando nel Ncd. Con Bugaro infatti “altri Lassie” hanno abbandonato e sono in odor di rientro nella casa madre: il con- sigliere regionale Daniele Silvetti e vari presidenti di circolo. Ma Quagliariello ostenta tranquillità e continua il suo ragionamento delirante.«A dispetto degli annunci, l’operazione Lassie è un fallimento completo. Meglio correre liberi senza collare come Rin Tin Tin, piuttosto che tornare a casa come Lassie: ecco, da Ancona lanciamo “l’operazione Rin Tin Tin”». Povero coordinatore, mai analogia fu più sgraziata. Quasi una gaffe. Non per fare dell’etologia spicciola, ma tutti i cani hanno un padrone. Che poi per Quagliariello il padrone Berlusconi sia più disdicevole di altri padroni è un suo problema. Ognuno c’ha il padrone che si merita. Ma c’è di più, il “libero” Rin Tin Tin, cane dell’esercito americano, di padroni ne aveva addirittura tre, come sappiamo: oltre al padroncino Rusty c’erano il tenente Masters e il sergente O’Hara. Uno in più dell’ Arlecchino che era notoriamente servitore di due padroni. Siamo certi che Quagliariello si sia sbagliato. O, forse, ci ha semplicemente svelato un desiderio del suo inconscio. Che dopo Berlusconi e oltre Alfano ne stia cercando un terzo? Alleanze,FdIeLega:«Sia chiaro,nessuncompromesso conla sinistra».Isondaggipunisconoil Ncd 2 Antonio La Caria Si discute di alleanze. Ed è già un risultato, un primo passo per chiarire le posizioni. Berlusconi ha detto chiaro e tondo che due sono i principali interlocutori: Fratelli d’Italia e Lega. Questo significa innanzitutto mettere un punto fermo sulla scelta di essere all’opposizione del governo Renzi ed essere coerenti con le battaglie tradizionali del centrodestra, come la lotta all’immigrazione selvaggia, il no alle nozze gay (che di sicuro non esclude la questione dei diritti degli omosessuali) e in economia il “meno tasse”, gli incentivi alle aziende, il no alla politica della Merkel. Le prime reazioni sono state caute ma propositive: «Noi siamo di estrema coerenza – ha dichiarato Giorgia Meloni – in questi anni spesso siamo rimasti a fare gli interessi delle idee del centrodestra in totale solitudine. Questo mentre qualcuno governava con la sinistra, qualcun altro ci faceva gli accordi su questioni fondamentali. Noi crediamo che il bipolarismo sia stata una grande conquista, Secolo d’Italia continueremo a stare nel centrodestra. Ho sentito Berlusconi dire che vuol fare alleanze con chi è nel centrodestra: è un buon inizio». Poi ha aggiunto: «Spero che questo significhi che non si governa né direttamente né indirettamente con il centrosinistra se si vuol fare il centrodestra. E poi credo nella cultura dell’alternanza». In ballo c’è anche il no al Nuovo Centrodestra di Alfano. Un no che è frutto di una ferita non ancora rimarginata. E nel Ncd c’è chi reagisce: «Siamo alternativi alla sinistra – ha detto Maurizio Lupi – e non accettiamo che si facciano esattamente le stesse cose vecchie nei metodi, nei modi, nelle persone. Non ci piacciono. Quello su cui stiamo cercando di lavorare è dare un segnale forte con una coalizione di centrodestra che includa anche Forza Italia e tutto il centrodestra, che però dia un grande segnale di novità». Il problema è individuare il segnale di novità, visto che le posizioni restano distinte e distanti, con il continuo tentativo degli alfaniani di ribadire l’importanza della loro presenza nel governo Renzi. Tant’è che Alfano insiste: «Se Forza Italia vuol definitivamente distruggere il centrodestra è libera di farlo». Gli azzurri, in risposta, fanno presente che è stato proprio il Ncd a dare l’aut aut O con noi o con la Lega, ripetendo quello schema che la sinistra utilizza un po’ ovunque, in Francia con Marine Le Pen e in Italia con il Carroccio. La realtà è diversa, l’opinione pubblica non si fa più condizionare da questi giochetti verbali. Ed è il punto cruciale perché – come dimostrano gli ultimi sondaggi (Ixè per Agorà) – a conquistare fiducia sono proprio i partiti guidati dalla Meloni (dal 2,9 al 3,2%) e da Salvini (dal 7,8 all’8%), mentre il Ncd è sceso al 2,2%. E la gente vuole un centrodestra che sia davvero un centrodestra. Non una sinistra annacquata. Con Hashtag #iostoconipasseggini, tante mamme e tanti papà romani – capitanati da Gianluigi De Palo, ex assessore capitolino alla Famiglia e padre di quattro figli – hanno manifestato contro la stangata «messa in atto da Marino senza che nessuno lo sapesse». «I genitori, dopo aver concluso l’iscrizione per i figli al nido con la certezza di dover pagare una certa cifra – ha spiegato De Paolo, disposto a portare la manifestazione a Palazzo Chigi pur di farsi ascoltare – sono stati avvisati che non esisteva più l’esenzione per il terzo figlio e che avrebbero dovuto pagare di più. Siccome questa è una truffa, noi abbiamo fatto un ricorso al Tar che risponderà il 22 ottobre». «Pensavamo fosse gratis, poi ci hanno chiamato dicendo che dovevamo presentare l’Isee per calcolare una tariffa», ha raccontat0 Lucia, madre di tre figli. «Noi con quei soldi facciamo fare sport e musica ai bambini», aggiunge Silvia. «I passeggini sono metafora delle difficoltà delle famiglie – ha aggiunto De Palo – e vuoti rappresentano l’immagine di una crisi demografica inarrestabile se il governo non riuscirà a fare un ragionamento più ampio. Vorremmo mandare un messaggio a Renzi: la “fabbrica degli italiani” sta chiudendo. Probabilmente lo scenario che si presenterà nel futuro sarà quello che vediamo qui oggi: dei passeggini vuoti». “Daje Marino, vattene”: in piazza contro il sindaco di Roma anche i passeggini con mamma e papà Francesco Signoretta Daje, Marino, ne hai combinata un’altra. Un’altra delle tue. L’ironia impazza sul web, tra sfottò e battute pungenti. Per il sindaco di Roma – raffigurato per la gaffe sulla droga, come “sindaco peracottaro” da Krancic in una vignetta che sta avendo condivisioni a raffica su Facebook – le giornate nere non finiscono mai. Anche perché non ne azzecca una. Anzi, tra un sorrisetto e una passeggiata in bici, stanga e complica la vita alle famiglie, che già di per sé stentano ad andare avanti. Non bastavano gli aumenti delle strisce blu, dei permessi per entrare nel centro storico (che hanno colpito i lavoratori, non certo i perditempo), i tagli degli autobus, il caos delle case agli immigrati, le proteste per i campi nomadi, il ritorno della prostituzione per le strade e dei vu lavà ai semafori. Ora ci si mettono anche gli aumenti delle tariffe degli asili nido, una mazzata non da poco. Il sindaco s’è beccato quindi un’altra protesta, stavolta particolare: mille “passeggini” hanno invaso la piazza del Campidoglio contestando appunto gli «aumenti delle tariffe degli asili nido e la scomparsa della gratuità per il terzo figlio». DOMENICA 5 OTTOBRE 2014 Federconsumatori lancia l'allarme: in crisi anche gli acquisti a rate DOMENICA 5 OTTOBRE 2014 Secolo d’Italia 3 Venezia, rischio per i bambini dai bocconi anti topo Redazione La crisi incide anche sugli acquisti a rate, perché le famiglie, sempre più in difficoltà, rinunciano anche agli acquisti coi pagamenti dilazionati che sono calati nel 2013 del 6% e si avviano a registrare una contrazione simile, del 5% anche quest'anno. E' quanto emerge dai dati rilevati dall'Onf - Osservatorio Nazionale Federconsumatori sull'andamento del credito al consumo, cioè dell'indebitamento delle famiglie, dal 2002 al 2013, nonché le previsioni 2014. «È fondamentale - dicono il presidente Rosario Trefiletti e Elio Lannutti, presidente di Adusbef - che il Governo agisca immediatamente per un rilancio del potere di acquisto delle famiglie soprattutto attraverso un piano straordinario di investimenti per l'occupazione». «Come avevamo ampiamente previsto le consistenze del credito al consumo, che registra i debiti delle famiglie per acquisti rateali, hanno registrato nel 2013 una contrazione del 6%». E «nel 2014 tale andamento prosegue con una ulteriore contrazione che si può prevedere nell'anno un - 5% circa, con un debito complessivo quindi di 99,5 miliardi di Euro». «Si conferma così un andamento estremamente grave e preoccupante, che denota chiaramente la situazione di profonda crisi che le famiglie stanno vivendo» sottolineano i leader, che spiegano: «La contrazione degli acquisti a rate contribuisce ad accrescere la forte crisi dei consumi, che come rilevato dal nostro osservatorio nel triennio 2012-2013-2014 registrerà un impressionante calo del -10,7%, pari ad una diminuzione complessiva della spesa delle famiglie di circa 80 miliardi di euro». Redazione Ci sarebbe il racket dell'elemosina e una vendetta per angherie subite dietro al pestaggio di quattro clochard avvenuto il 25 gennaio scorso nella centrale piazza Piccapietra a Genova. In quattro facevano parte del gruppo di picchiatori che «scaricarono» sugli «avversari» non meno di una sessantina colpi di spranga, rischiando di ucciderli. Il leader del commando per ingaggiare i complici li avrebbe pagati «pochi spiccioli», dicono gli investigatori. Dopo un primo arresto avvenuto a luglio, gli agenti della squadra mobile di Genova hanno arrestato gli altri tre componenti della banda. Michail Krahulec, slovacco di 24 anni, il primo ad essere stato arrestato, a Bologna, e ritenuto l'organizzatore del raid punitivo, aveva detto: «Mi avevano maltrattato, picchiato, per questo ho reagito». Era stato incastrato dal Dna trovato su un passamontagna abbandonato vicino al luogo dell'aggressione. Ma gli agenti ritengono che il vero motivo sia legato al racket dell'elemosina: i senza tetto picchiati avrebbero occupato uno spazio di marciapiede che rende molto e Krahulec non voleva. In manette sono finiti anche Martin Krocka, slovacco di 32 anni residente a Sarzana, Ahmed Dridi, italiano di origini tunisine di 21 anni, e Karlo Bilani, italiano di origini tedesche di 20 anni, entrambi residenti in Versilia. Dridi è stato fermato mentre cercava di partire per la Tunisia, a suo dire per partecipare a una festa religiosa. Bilani lavora come cameriere in un ristorante. Krahulec, Dridi e Bilani si sarebbero conosciuti in una palestra di arti marziali. Il primo avrebbe chiesto agli altri due e a Krocka di unirsi a lui per punire i clochard e loro, per riconoscenza e pochi spiccioli, lo avrebbero seguito in un viaggio in macchina dalla Versilia a Genova la sera del 25 gennaio. I quattro quella notte posteggiarono l'auto in centro e si diressero verso la piazza. Appena individuate le vittime fecero allontanare un quinto clochard e poi cominciarono a colpire. Poi si divisero per ritrovarsi all'auto e tornare in Toscana. C'era il racket dell'elemosina dietro al pestaggio dei clochard Redazione Un autentico pericolo per i bambini più piccoli e inconsapevoli quello provocato da un ignoto che ha cosparso il Campo di Santa Maria Formosa, a Venezia, di decine e decine di bocconi avvelenati anti topo. Venezia da sempre deve fare i conti con i ratti, anche di grandi dimensioni, ma nonostante gli interventi pubblici è scattato il 'fai da te' di un ignoto in una zona poco lontana da San Marco e frequentata dai più piccoli. L'autore non si è reso conto che però i bocconi, in cellophan con contenuto azzurro che attira lo sguardo, sono però pericolosi per gli altri animali (a cominciare da quelli domestici) ma possono essere letali anche per i bambini più piccoli che possono scambiarli per caramelle. La polizia ambientale del Comune ha provveduto a rimuovere i bocconi e ha avviato un indagine per risalire all'autore del gesto su segnalazione dei residenti della zona che peraltro hanno documentato il tutto sui social network fin da ieri mattina. In città non è la prima volta che contro i topi si usa il 'fai da te' ma raramente in queste misure. Un caso eclatante era stato registrato tempo fa al Parco di San Giuliano a Mestre. Il Comune da parte sua avvia periodiche campagne di derattizzazioni ma il problema non è mai stato risolto in modo radicale. La crisi si dirige sul Brasile: dopo le elezioni rischia il baratro 4 Secolo d’Italia Sono cinque gli ostaggi occidentali decapitati dai terroristi dell'Isis Redazione Parte della nascente classe media brasiliana, uno dei risultati più positivi delle politiche presidenziali degli ultimi anni, rischia di sprofondare di nuovo nella povertà a causa di un mix di scarsa crescita e inflazione e altri rischi dell'economia globale. L'analisi è emersa da economisti, manager ed esperti intervenuti ad un recente convegno svoltosi a Roma in vista delle elezioni presidenziali brasiliane. Quella parte di popolazione brasiliana che è "diventata classe media" è "appena uscita" dalla miseria "e scivola facilmente al di sotto della linea di povertà", ha avvertito Antonella Mori, del Dipartimento di analisi delle Politiche e management pubblico dell'Università Bocconi di Milano. "Basta un po' di inflazione e di recessione e sono di nuovo sotto: basta poco", ha detto intervenendo all'incontro "Verso le elezioni presidenziali in Brasile, continuità o cambiamento?" svoltosi a Montecitorio. "Non possiamo pensare che siano traguardi raggiunti" e "dormire tranquilli", ha avvertito Mori. Nel 2010 il Brasile aveva una crescita del 7,5% ma "progressivamente" questa percentuale "è andata riducendosi e oggi si danno delle previsioni al di sotto dell'1%", ha ricordato Maurizio Bezzeccheri, responsabile area America Latina di Enel Green Power. Un rallentamento causato fra l'altro, secondo il governo, della "crisi a livello mondiale" e da una "grande siccità" che ha provocato un forte aumento del prezzo dell'energia, ha ricordato ancora il manager. "Questi ultimi due anni" sono stati "molto difficili per il Brasile" e "ormai siamo in recessione tecnica", ha sottolineato Mori notando come l'inflazione sia "al di sopra dell'obiettivo". "Uno dei principali fattori positivi della crescita economica degli ultimi 10-15 anni in America Latina è stata proprio la riduzione della povertà che ha portato ad una crescita della classe media", ha ricordato l'ambasciatore Giorgio Malfatti, segretario generale dell'Istituto Italo-Latino Americano (IILA) accreditando la stima che il Brasile abbia "generato circa 40 milioni di membri della classe media". "Questa consistente frangia della popolazione però", ha confermato anche Malfatti, è "la più vulnerabile" e "può salire o scendere" socialmente "a seconda della situazione economica del paese": lo lascia temere il fatto che in alcuni stati dell'America latina con "alta inflazione" il ceto medio ha "perso praticamente tutto ciò che aveva guadagnato". Peraltro si tratta di una classe non tanto "media" ma di "non più poveri", ha notato Donato Di Santo, coordinatore delle Conferenze Italia-America Latina per evitare una visione troppo positiva delle condizioni di vita di questo ceto di brasiliani. Un rischio per l'economia brasiliana viene inoltre dalla situazione finanziaria di Caracas: "il Venezuela forse è vicino a un default di quelli classici come quello argentino del 2001" e "questo è un grave problema per il Brasile", ha sostenuto Alfredo Somoza, presidente dell'Istituto di cooperazione economica internazionale. Redazione Cauta apertura del premier spagnolo Mariano Rajoy al presidente catalano Artur Mas sul futuro della Catalogna. "La soluzione è la legge e il dialogo", ha detto il premier, ricordando che il presidente della Generalitat, che punta a un referendum indipendentista il 9 novembre "deve rispettare la legge" e "non può fare quello che vuole". Come si legge sul El mundo online, in un discorso a Guadalajara Rajoy ha detto che "avviare un dialogo significa avanzare fino ad un punto di incontro. Ma c'è solo una condizione: farlo nel rispetto della legge", in quanto "la Costituzione si può modificare ma con l'accordo di tutti, non perché lo hanno deciso alcune persone". Il premier ha concluso affermando che "le leggi si possono cambiare e le leggi cambiano, ma le leggi non si violano" ma "se qualcuno vuole cambiarle deve farlo seguendo le regole stabilite". Secondo il governo di Madrid, che ha fatto ricorso, il referendum sull'indipendenza catalana convocato per il 9 novembre pur avendo valore esclusivamente consultivo è fuorilegge. Come si ricorderà, invece, il presidente della Generalitat della Catalogna, Artur Mas, ha confermato la convocazione del referendum sull'indipendenza il 9 novembre nonostante la sospensione del tribunale costituzionale spagnolo. Tribunale che nei giorni scorsi ha accolto la richiesta del governo di Madrid, secondo cui lo scrutinio è illegale sebbene abbia valore consultivo. Per definire una strategia unitaria dei partiti indipendentisti, Mas (CiU) ha convocato oggi una riunione con i tre suoi partiti alleati - tra cui Erc (Esquerra Republicana de Catalunya), la sinistra repubblicana sempre più popolare tra gli elettori catalani - ma l'intesa non appare facile. Obiettivo dell'incontro era in particolare evitare la spaccatura tra indipendentisti moderati e radicali che potrebbe portare a elezioni anticipate particolarmente penalizzanti per Convergencia i Unio, il partito di Mas, se si va in ordine sparso. Secondo gli ultimi sondaggi Erc, il partito di Oriol Junqueras, è diventato infatti il primo partito con quasi il 20% delle intenzioni di voto se si votasse oggi. CiU sarebbe quasi 7 punti sotto, intorno al 13%. Per Mas si tratta di una situazione particolarmente scomoda. Il presidente della Generalitat ha sempre affermato di volersi muovere nel rispetto delle regole, ma così facendo ha finora perso consensi in Catalogna, dove il 71% si dice favorevole al referendum. Confermando la convocazione del 9-N (come viene ormai chiamato il referendum in Spagna), Mas, secondo alcuni esperti costituzionali, si è per la prima volta messo fuorilegge: è stata annunciata anche l'istituzione della commissione elettorale in vista del referendum, contro la quale il governo di Madrid ha annunciato un ricorso immediato. Che la situazione sia difficile in seno ai partiti indipendentisti catalani lo conferma il fatto che dopo circa tre ore e mezzo la riunione al Palau de la Generalitat è stata sospesa, per poi essere riconvocata. Tra le accuse che Jonqueras muove a Mas spicca quella di puntare una elezione plebiscitaria attraverso una lista comune ai due partiti (dalle politiche economiche totalmente divergenti), per poi accettare una riforma della costituzione spagnola che conceda maggiori autonomie al posto dell' indipendenza. Catalogna,Rajoytentadidialogare congliindipendentisti. Maanchelorosonospaccati DOMENICA 5 OTTOBRE 2014 Redazione Quattro dall'Isis e uno dal gruppo da loro affiliato in Algeria. Salgono a cinque dopo l'esecuzione di Alan Henning da parte dell'Isis in Siria gli occidentali barbaramente uccisi dai jihadisti. È il 19 agosto quando i tagliagole dello Stato islamico diffondono un video dove mostrano la decapitazione del giornalista americano James Foley. Il freelance, 40 anni, aveva realizzato molti reportage per l'Afp e per numerosi altri media. Era stato rapito nel nord-ovest della Siria il 22 novembre 2012. Nel video il reporter appariva nel deserto, in ginocchio, con una tuta arancione e con un terrorista vestito di nero e col volto coperto, che gli premeva un coltello alla gola. Il 2 settembre l'Isis rilascia il video dal titolo "Secondo messaggio all'America" in cui viene mostrata l'esecuzione del cittadino americano Steven Sotloff. Il reporter di 31 anni era stato mostrato al termine del video della decapitazione di James Foley. Il 14 settembre una nuova terribile esecuzione. I jihadisti tornano a diffondere attraverso il web un nuovo video che mostra la decapitazione dell'ostaggio britannico David Haines, 44 anni. Lavorava come esperto della sicurezza per diverse organizzazioni non governative, e per questo era stato in molti Paesi segnati da conflitti, come la Libia e il Sud Sudan. Nel rivendicare la responsabilità dell'esecuzione del cooperante scozzese David Haines i jihadisti hanno sottolineato che si tratta di una rappresaglia per l'ingresso del Regno Unito nella coalizione. Il 24 settembre la stessa sorte tocca a Hervé Gourdel, guida alpina di 55 anni, sposato con due figli, originario di Nizza. L'uomo era andato in Algeria per fare trekking quando venne individuato dagli jihadisti tramite la sua pagina Facebook in cui descriveva gli spostamenti e poi venne rapito nelle montagne. La crisi morde ancora il turismo: le previsioni in autunno sono ai minimi DOMENICA 5 OTTOBRE 2014 Secolo d’Italia 5 La musica tra i banchi di scuola, se ne parla al Miur Redazione Una rondine non fa primavera, anche nel turismo. Se infatti il secondo trimestre dell'anno sembrava mostrare una tiepida ripresa,le previsioni per l'autunno sono tutt'altro che rosee visto che la propensione degli italiani al viaggio diminuisce a settembre per il secondo mese consecutivo e tocca il minimo da quando la rilevazione è cominciata, a maggio. Il quadro emerge dall'indagine mensile sulla fiducia del viaggiatore italiano di Confturismo-Confcommercio, che crolla da 58 a 56 su 100, e dalle rilevazioni dell'Istat sul secondo trimestre che - pur riportando un aumento nelle presenze e negli arrivi - vanno lette tenendo presente la assai diversa collocazione delle vacanze pasquali: a marzo nel 2013 e ad aprile inoltrato quest'anno. «In attesa dei dati ufficiali di Istat sul terzo trimestre già chiuso - commenta Luca Patanè, presidente Confturismo-Confcommercio - assumono rilevanza quelli del nostro sistema, in particolare l'indice di fiducia che registra un'estate non positiva e soprattutto una riduzione significativa della propensione degli italiani a fare vacanze, proiettata tanto sul prossimo trimestre quanto, più in generale, sui mesi a venire». L'indice di fiducia del viaggiatore Confturismo è in diminuzione di due punti rispetto ad agosto a causa della crisi e delle basse prospettive di crescita dell'economia. Continua a essere sensibilmente più elevato tra i più giovani e tra chi vive nei grandi centri e al Nord. Il top si raggiunge nel Nord-est, dove arriva a un valore di 60 su 100. Inoltre i venti di guerra presenti in diversi Paesi del mondo hanno un impatto negativo sulla propensione al viaggio degli italiani. La paura che scoppino nuovi conflitti su scala internazionale è salita al 45%, mentre diminuisce leggermente la paura di prendere l'aereo. Nel secondo trimestre 2014 secondo l'Istat gli arrivi negli esercizi ricettivi sono stati 30,2 milioni e le presenze (il numero delle notti trascorse dai clienti) 94 milioni, con incrementi, rispetto allo stesso periodo del 2013, rispet- tivamente del 3,6%, e del 2,8%. Le presenze sono aumentate per entrambe le componenti della clientela: quelle dei residenti (che rappresentano il 45% delle presenze totali) sono cresciute dell'1,9% e quelle dei non residenti del 3,5%. Per tipologia di esercizio ci sono stati incrementi sia per le strutture alberghiere +2,6%, rappresentative del 69,5% delle presenze totali, sia per quelle extralberghiere +3,3% (categoria che include campeggi, villaggi turistici, alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale, agriturismi, ostelli per la gioventù, rifugi di montagna, e bed and breakfast). Su base annuale, diminuisce lievemente la permanenza media, che passa da 3,14 giornate nel secondo trimestre del 2013 a 3,12 nello stesso periodo del 2014. Redazione Manca davvero poco, ma Samantha Cristoforetti sa già cosa accadrà. Sa che entrare per la prima volta nella Stazione Spaziale significherà per lei tornare bambina e avere tutto da imparare. «All'inizio sarò come una bambina che deve imparare ogni cosa prima di poter diventare una space woman»: l'astronauta che sta per affrontare la missione Futura, la seconda di lunga durata dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) sa che saranno sei mesi intensi, ai quali si sta preparando da una vita. Futura è fra le missioni frutto dell'accordo bilaterale Asi-Nasa del 1997 per la fornitura di tre moduli pressurizzati abitativi. Per il presidente dell'Asi, Roberto Battiston, «nessun'altra agenzia spaziale ha questo accordo privilegiato e lo dobbiamo alla capacità scientifica e industriale dell'Italia». Il lancio è previsto per il 23 novembre e la missione durerà quasi sei mesi, ma per Samantha il conto alla rovescia per lei è già cominciato. Nata a Milano 37 anni fa, vissuta a Trento, questa donna è capitano dell'Aeronautica Militare e nel 2009 è entrata a far parte del corpo astronauti dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa). «Potrei dire di essere contenta - ha osservato e che non vedo l'ora di essere nello spazio, ma sarebbero cose davvero banali rispetto a un'esperienza così profonda». Tra le cose che l'astronauta ha deciso di portare nello spazio «ci sono indumenti comodi e caldi, soprattutto tanti calzini perchè la dotazione di bordo ne prevede solo tre paia ogni due settimane». C'è anche la bandiera del team WeFly, unica pattuglia al mondo dove due dei tre piloti sono disabili: «dallo spazio vorrò lanciare un messaggio sull'importanza di superare le barriere». Agenzia spaziale italiana, per Samantha Cristoforetti il conto alla rovescia è già iniziato Redazione Il mondo della cultura e della musica in campo per “La Buona Scuola”. Lunedì prossimo, 6 ottobre, esperti di settore presenteranno al Ministero dell'Istruzione, in un convegno-evento (dalle 14.30 alle 17.30) la loro proposta al Governo per un Piano nazionale per la musica a scuola. La proposta arriverà dal Comitato nazionale per l'apprendimento pratico della musica per tutti gli studenti. L'iniziativa si inserisce nell'ambito della consultazione indetta dal Ministero su "La Buona Scuola". La proposta sarà illustrata dal Presidente del Comitato, il professor Luigi Berlinguer, accompagnato dai musicisti e testimonial della giornata Paolo Fresu, Danilo Rea e Paolo Damiani. Interverranno, in quanto aderenti all'iniziativa, numerosi esponenti del mondo culturale, musicale e istituzionale italiano fra cui: il Mibac, il Teatro dell'Opera di Roma, la Fondazione San Carlo di Napoli, l'Orchestra Verdi di Milano, la Fondazione Gioventù Musicale e Accademia del Teatro alla Scala di Milano, il Teatro La Fenice di Venezia, Tempo Reale (fondata da Luciano Berio), la Conferenza dei Direttori dei Conservatori Italiani, le Associazioni Musicali del Terzo settore, il Forum per l'educazione musicale, le Bande Militari e le Bande autonome, la Fondazione Gioventù musicale italiana, le Associazioni delle scuole di musica italiane, l'Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma. Parteciperanno inoltre rappresentanti dell'editoria musicale, delle Fondazioni bancarie, dei Coordinamenti dei docenti di musica e strumento delle scuole italiane, della Rete nazionale dei Licei musicali, dirigenti scolastici e docenti di scuole musicali e di reti di scuole, pedagogisti, musicologi, ricercatori, esperti di didattica. Bologna, Forza Italia denuncia il completo abbandono del Parco del Velodromo 6 Redazione ««Il Parco del Velodromo, a Bologna, è in stato di abbandono perché il presidente del Quartiere Porto pensa alla poltrona in Consiglio regionale! – lo afferma una nota di Forza Italia, a firma di Marco Mingrone e Lorenzo Tomassini – E' davvero esilarante apprendere dagli organi di informazione che la presidente del Quartiere Porto si è resa disponibile “a essere inserita nella lista del Pd alle prossime elezioni regionali” e che “sui temi della riqualificazione urbana e delle politiche alla sicurezza intende ora continuare ad impegnarsi in Secolo d’Italia Consiglio regionale”. Noi di Forza Italia, che attribuiamo al termine “continuare” niente più e niente meno che il significato letterale, chiediamo all’aspirante consigliere regionale di “cominciare” ad occuparsi dei temi e dei problemi connessi alle responsabilità già assunte con i cittadini del Quartiere Porto, problemi che, nonostante le quotidiane sollecitazioni, continua ad ignorare dando prova di impareggiabile indolenza ed incapacità amministrativa. Da oltre due mesi – continua la nota – uno dei parchi più frequentati del Quartiere Porto è in letterale stato di abbandono perché «la presi- dente aspirante consigliere regionale” ha lasciato scadere la convenzione senza preoccuparsi di indire un nuovo bando e, quindi, di dare continuità ad un servizio che non può prescindere dalla presenza quotidiana e continuativa di un gestore che abbia cura dei luoghi ludico-ricreativi, del verde e delle attrezzature per bambini. Il Parco del Velodromo di via Pasubio e di via Piave, che per otto anni è sempre stato vigilato e custodito, dal mese di agosto ha perduto la propria anima: l’interruzione del servizio bar ha comportato la perdita dei servizi igienici, della pulizia delle aree e dei cassonetti. In più, i bambini hanno perduto la disponibilità del campetto da calcio e, ovviamente, la manutenzione del verde e la raccolta dei rifiuti sono ritornati a carico della collettività, con un evidente onere e danno economico per il Comune di Bologna. Chiediamo alla “presidente aspirante consigliere regionale” – conclude la nota di Forza Italia – di interrompere, anche per un solo giorno, l’impegnativa ricerca delle preferenze personali e di dedicarlo alla predisposizione di un nuovo bando. Siamo certi che, oltre a noi, molti bambini, molti nonni e molte mamme gliene sarebbero grati». aggiunto: «Si tratta di un'infrastruttura fondamentale che la precedente amministrazione di centrodestra ha voluto fortemente per il bene della città, mentre Pisapia si è dimostrato totalmente incapace di ottenere da Roma le risorse necessarie e di realizzare la M4 in tempo per Expo. Ora almeno riesca a garantire l’avvio dei lavori. Ci auguriamo, quindi, che i cantieri partano il prima possibile, ma l’attuale amministrazione deve impegnarsi affinché i disagi per i cittadini vengano ridotti al minimo. Per questo diciamo no al cosiddetto “cantiere di calazio" delle talpe al Parco Solari, che sconvolgerebbe totalmente la vita dei residenti, e proponiamo soluzioni alternative, come lo spostamento del cantiere in una zona meno popolata o la realizzazione di cantieri più piccoli dislocati nell’area interessata. Per questa ragione il gruppo consiliare di Forza Italia di Zona 6, insieme al sottoscritto e ad altri consiglieri comunali, è accanto ai comitati di cittadini della zona che hanno organizzato un banchetto per raccogliere le firme contro questo mega cantiere, che presenteremo al sindaco Pisapia. Anche in questo caso – ha concluso Gallera – Forza Italia è al fianco dei cittadini per difendere i loro diritti e far valere le loro ragioni dinnanzi a un’amministrazione disinteressata ai reali problemi della città». Milano: sì alla linea 4 della metro, no al cantiere di Parco Solari Redazione «La realizzazione della linea 4 della metropolitana rappresenta per Milano un importante balzo in avanti per recuperare terreno rispetto alle altre capitali europee; auspico, quindi, che al più presto vengano avviati i lavori». Così ha dichiarato il coordinatore Forza Italia Milano, Giulio Gallera, che ha DOMENICA 5 OTTOBRE 2014 Perugia, aumentate le pattuglie dei carabinieri Redazione La chiusura della caserma dei Carabinieri di Ponte D’Oddi con il trasferimento dei militari nel presidio dell’acropoli non è stato certamente un evento sottovalutato dall’amministrazione Romizi e dalle forze dell’ordine. “Il tema della sicurezza - spiega il consigliere comunale di Forza Italia Carlo Castori - ampiamente affrontato dal sindaco nella stesura delle linee programmatiche di questo mandato, è uno degli argomenti più sentiti dalla cittadinanza. Per queste ragioni continua Castori - il quartiere perugino, che ha visto venir meno un presidio che tanto aveva restituito in termini di percezione di sicurezza e di reale controllo del territorio, aveva la necessità di non sentirsi abbandonato a se stesso. Così non è stato e il plauso per questa grande sensibilità va proprio alle forze dell’ordine che hanno comunque, sempre, saputo garantire la loro massiccia presenza nel territorio. Tutti hanno potuto notare i frequenti stazionamenti e posti di blocco di pattuglie del reparto Radiomobile dei carabinieri proprio nei pressi del vecchio presidio. Un aspetto non certo di poco conto – conclude il consigliere di Forza Italia - e utile deterrente alla criminalità. E’ proprio da scelte di questo tipo che si apprezza la lungimiranza e il mantenimento di promesse fatte ai cittadini dall’amministrazione comunale e dalle forze dell’ordine”. “Guardiani della Galassia”, ironia e azione approdano al Festival del Film di Roma Secolo DOMENICA 5 OTTOBRE 2014 d’Italia Priscilla Del Ninno L'ultimo nato dal prolifico rapporto tra fumetto e cinema è Guardiani della Galassia di James Gunn, titolo che è riuscito a trovarsi uno spazio d'attenzione nel pubblico nonostante l'ingorgo di produzioni intestate alle gesta dei mitici salvatori della patria. Infatti, proprio quando negli Stati Uniti fioriva il dibattito sull'overdose di avventure supereroiche, la Marvel ha azzerato polemiche e confronti con il successo di critica (che ha apprezzato il sapiente mix di action e ironia) e il trionfo al botteghino per Guardiani della Galassia di James Gunn, trasposizione in 3d da 170 milioni di dollari del fumetto creato nel 1969 da Arnold Drake e Gene Colan, e rinnovato nel 2008 da Dan Abnett e Andy Lanning. Tra gli interpreti il divo emergente Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista, Vin Diesel e Bradley Cooper. Il film, che ha incassato finora nel mondo circa 644 milioni, sarà in anteprima il 21 ottobre ad Alice nella città, sezione autonoma e parallela del Festival Internazionale del Film di Roma, e in sala dal 22 ottobre con Disney. La pellicola, per cui è già annunciato il sequel, in uscita il 28 luglio 2017, riprende la versione del fu- metto realizzata da Abnett e Lanning, più segnata da un umorismo dark. Protagonista, nel ruolo di sgangherato eroe/antieroe, è Peter Quill, anche noto come Star-Lord (Pratt), rapito sulla Terra da bambino, nel 1988, dopo la morte della madre, dai pirati spaziali, i Ravagers, che l'hanno tenuto con loro e “educato” tra scorribande e furti. Con l'inseparabile walkman a cassette che gli aveva regalato la mamma (la trascinante colonna sonora è a colpi di Jackson Five, Marvin Gaye, Raspberries, David Bowie, The Runaways, e così via), Peter ruba su commissione l'Orb, una preziosa e misteriosa sfera dai poteri inimmagi- 7 nabili. Si ritrova però inseguito dalle truppe del Kree Ronan (Lee Pace), che vuole usare la sfera per farsi aiutare dal Titano Thanos (Josh Brolin) a distruggere l'impero Nova, difeso dal Comandante Rael (Glenn Close). Nella fuga Quill si vede costretto ad allearsi con quattro improbabili compagni d'avventura, con cui si ritroverà alleato in una battaglia per salvare la galassia: impresa difficile tra incontri e scontri, fra gli altri, anche con il Collezionista di specie rare Taneleer Tivan (Benicio Del Toro), e Nebula (Karen Gillan), vendicativa sorella adottiva di Gamora. Tra virtuosismi digitali e prodigi virtuali, lo spettacolo è assicurato. Genesi (e curiosità) di un rito quotidiano: in mostra la storia della Moka Redazione Viaggio intorno alla galassia del caffé, mitica bevanda a cui è intestato il rito della tazzina dalle alchemiche proprietà rigeneranti. E allora, dal chicco al consumo, la cultura di questa bevanda è complessa, piena di segreti, leggende e tradizioni antiche, in cui molta parte occupa la creatività italiana. Una creatività che può diventare storia, come nel caso di Alfonso Bialetti, inventore, nel lontano 1933, della celebre Moka Express, la madre di tutte le successive e moderne evoluzioni della macchinetta del caffè. In omaggio a questo emblema del Made in Italy, dunque, ha appena aperto i battenti a Roma, dove sarà di scena fino al 12 ottobre, la seconda tappa dell'esposizione La Moka si mette in mostra. Un'intuizione geniale diventata mito, allestita alle Scuderie di Palazzo Ruspoli. Un linguaggio semplice e accattivante caratterizza il percorso espositivo, che si configura come un vero e proprio viaggio nelle tradizioni legate al caffè, visto attraverso gli occhi della moka. Si comincia dunque con la scoperta della pianta e la sua diffusione, a partire dalla città di Al Mocha nello Yemen, dal XV al XVII secolo porto principale del commercio del caffè. Proprio in onore del luogo in cui il mito ebbe inizio, Alfonso Bialetti decise di chiamare Moka la sua macchinetta, la cui forma però ha un'altra fonte di ispirazione: fu la moglie dell'industriale (la testa, le spalle larghe, la vita stretta, il braccio sul fianco e la gonna a plissé) a dare le sembianze alla prima Moka Express, visibile nella mostra. Ma il percorso si configura tutto come un insieme di curiosità. C'è la leggenda della benedizione di Clemente VIII che, si dice, tolse alla fine del 1500 l'onta del “demoniaco” a una bevanda di certo eccitante ma tanto gustosa; ci sono le mappe con i Paesi produttori nel mondo e le pubblicità che, dagli anni '50 in poi, testimoniano per la Bialetti il passaggio da azienda a industria, grazie all'intelligenza di Renato, figlio di Alfonso. Fu merito suo (e della penna di Paul Campani) che nacque il testimone d'eccezione della Moka, il celeberrimo Omino coi baffi, il marchio che differenziava ogni macchinetta dalle imitazioni e che di fatto rappresentava proprio la figura di Renato. E da Carosello in poi, l'Omino coi baffi e la Moka sono diventati un cult dall'aspetto familiare, arrivando dapprima nelle case degli Italiani, poi in quelle di tutto il mondo. Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO D’ITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Ugo Lisi (Vicepresidente) Antonio Giordano (Amministratore delegato) Italo Bocchino Antonio Tisci Direttore Editoriale Italo Bocchino Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Vicecaporedattore Francesco Signoretta Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250