La svolta di Don Mazzi: «Chi ha condannato

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La svolta di Don Mazzi: «Chi ha condannato
ANNO LXII N.62
d’Italia
domenica 16/3/2014
VOTO IN PIEMONTE, IL CENTRODESTRA CERCA
IL CANDIDATO UNICO. SI RAFFORZA LʼIPOTESI CROSETTO
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Franco Bianchini
In Piemonte il centrodestra cerca
di recuperare tempo e individuare il candidato alla presidenza della Regione da
contrapporre allʼex sindaco di Torino Sergio Chiamparino. Nel capoluogo piemontese sono giunti
contemporaneamente i leader di
Forza Italia, Nuovo Centrodestra
e Lega, ciascuno impegnato in
un appuntamento del proprio
partito in vista dellʼelection day
del 25 maggio. Ma mentre Giovanni Toti, Angelino Alfano e
Matteo Salvini facevano rimbalzare da una convention allʼaltra
dure parole legate al braccio di
ferro in corso sulla scelta del
candidato, nello schieramento
avverso Chiamparino svelava il
suo simbolo, il Monviso, durante
una visita elettorale nel cuneese.
«Crediamo nelle primarie e le vogliamo anche in Piemonte», ha
esordito il leader di Ncd, Alfano.
«Siamo disponibili a qualsiasi ragionamento ma non sul nome
del candidato – ha replicato Toti,
consigliere politico di Berlusconi
– siamo il primo partito e rivendi-
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chiamo il ruolo di guidare la battaglia per la Regione». Il segretario
della Lega Salvini, che in Piemonte vede «nuvoloso…», si è
detto però «fiducioso che il centrodestra se la possa giocare».
Il nodo del contendere è che gli
azzurri vogliono imporre la candidatura del loro coordinatore regionale Gilberto Pichetto, mentre
Fratelli dʼItalia propone il proprio
coordinatore nazionale Guido Crosetto, sul quale potrebbe conver-
gere anche Ncd. Il Carroccio per
ora ha fatto il nome dellʼassessore
uscente Claudio Sacchetto, esponente leghista rimasto indenne
nella bufera giudiziaria che si è
abbattuta sulla Regione. Le trattative fervono, e i bene informati assicurano che la decisione sarà
presa entro i primi giorni della
prossima settimana.
«Fratelli dʼItalia-An ha cercato fin
dallʼinizio di costruire le condizioni
affinché il centrodestra potesse
concorrere a vincere anche nelle
elezioni regionali piemontesi. Abbiamo chiesto di individuare insieme il metodo migliore per
scegliere il candidato della coalizione. Abbiamo proposto le primarie, ma abbiamo offerto la nostra
disponibilità anche ad altri meccanismi, purché lʼobiettivo fosse lʼindividuazione del candidato più
forte. Abbiamo sondato tutti i possibili candidati e, senza possibilità
di smentita, il candidato più competitivo è risultato quello che noi
abbiamo proposto fin dallʼinizio:
Guido Crosetto. Chiediamo ora
agli altri partiti della coalizione di
convergere sulla candidatura di
Crosetto, oppure di spiegare per
quali ragionamenti politici o per
quali altri motivi il centrodestra
non dovrebbe trovare lʼunità sullʼunico candidato che può davvero
risultare competitivo ai fini della
vittoria», ha detto Giorgia Meloni.
«Fare una scelta diversa significherebbe negare il metodo sempre proclamato nel centrodestra e
dallo stesso Silvio Berlusconi e
aver dato per persa la sfida in Piemonte».
La svolta di Don Mazzi: «Chi ha condannato Berlusconi
non avrà mai il mio perdono»
Francesco Signoretta
«Mai perdono a chi ha condannato
Berlusconi. È venuto il momento in cui
tutti coloro che hanno giudicato Berlusconi si facciano un serio esame di
coscienza su quello che hanno fatto.
Sarei capace di perdonare chi ammazza qualcuno se chiede il perdono,
ma un magistrato che ha in mano un
potere così forte e che lo usa solo per
suo interesse, commette un peccato
grave». A parlare così è don Antonio
Mazzi rispondendo a Klaus Davi nel
programma KlausCondicio. E pensare che appena cinque mesi fa, nellʼottobre del 2013, quando si parlava
di “umiliare” il Cavaliere con i servizi
sociali, lo stesso Don Mazzi si era
fatto avanti: «Venga da noi, gli faccio
pulire i bagni e raccogliere i pomo-
dori». Un deciso cambio di opinioni,
che fa onore al prete tv con spiccate
simpatie per il centrosinistra. «Secondo me – ha detto don Mazzi – è
stato perseguitato dai magistrati. È
una magistratura che ha giocato sullʼuomo, come anche in altri casi, diciamocelo. Questa magistratura per
certi versi la amo, per altri la critico –
ha aggiunto il sacerdote – è venuto il
momento in cui tutti coloro che hanno
giudicato Berlusconi si facciano un
serio esame di coscienza su quello
che ha fatto». Si riferisce alla Boccassini? «Mi riferisco a tutti i magistrati»,
ha risposto. Alla domanda di Davi se i
giudici abbiano commesso peccati
contro Silvio, Don Mazzi ha replicato:
«Altroché, peccati imperdonabili…
Non capisco perché si possano usare
attenuanti nei riguardi di pedofili e assassini seriali, e poi ci si accanisca
contro Berlusconi. O cʼè una linea che
al di là della giustizia capisce la storia
di ogni uomo e cerca di interpretarla…
Ma se la giustizia vale per se stessa,
e davanti non ha più una storia o un
uomo, ma soltanto una esecuzione
fredda, mi spiace, ma io non ci sto».
Don Mazzi ha poi risposto «certo» alla
domanda se fosse o meno disposto a
perdonare il Cavaliere. «Non lʼho mai
giudicato, anzi – ha proseguito – io lo
assolverei in cinque minuti. Lʼuomo
per un verso è stato sottovalutato, e
ha sviluppato la parte più superficiale
di se stesso, ma ha grandi qualità e
verrà rivalutato».
Parenti-serpenti: tra Ncd e Forza Italia
botta e risposta al vetriolo sul voto utile
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Secolo
d’Italia
DOMENICA 16 MARZO 2014
Redazione
«È il voto utile lʼultima frontiera
dello scontro tra il Nuovo centrodestra e Forza Italia. «Il
vero voto inutile è per quei
partiti che non sono né carne
né pesce», ha detto Angelino
Alfano, parlando di Forza Italia. «Oggi – ha aggiunto il leader del Ncd – non può fare
opposizione a Renzi, ma non
fa parte della maggioranza».
Con lʼapprossimarsi delle europee e la necessità di differenziarsi, dunque, i toni tra i
due partiti continuano ad alzarsi. E, non a caso, lʼattacco
di Alfano è arrivato da una manifestazione già, di fatto, elettorale: la convention “La
scommessa europea”, che si è
svolta a Torino. «Quando Berlusconi parla dei piccoli partiti
si trova in una condizione paradossale: il suo è un partito
più grande, ma non sa dove
andare; il nostro è più piccolo,
ma sa benissimo dove andare», ha proseguito Alfano,
che a stretto giro ha ricevuto la
replica di Giovanni Toti. «Francamente ritengo che quello a
Forza Italia sia lʼunico voto
utile, serve per dare una voce
forte ai moderati in Europa. Ma
anche in Italia, perché – ha
detto il consigliere politico di
Silvio Berlusconi - le sentinelle
anti-tasse del Nuovo centrodestra, che avevano promesso ai moderati di restare al
governo per impedire aumenti
della pressione fiscale, si sono
addormentati al posto di guardia, e da quando Forza Italia è
uscita sono aumentate almeno
quattro o cinque tasse diverse».
Da qui in poi è scaturito un
botta e risposta al vetriolo, cui
hanno partecipato diverse voci
dellʼuno e dellʼaltro partito. «Alfano? Inutile parlarne. Di lui si
occuperà lo sbarramento», ha
scritto su twitter il deputato azzurro Daniele Capezzone, al
quale poi ha replicato la senatrice del Ncd e sottosegretario
allo Sviluppo Economico Simona Vicari. «Nessuno sbarramento si occuperà di Alfano,
perché Nuovo Centrodestra
non teme alcuna soglia. Piuttosto, quello che invece è sicuro è
che nessuno si occuperà di Capezzone, che al massimo potrà
essere ricordato per aver definito Silvio Berlusconi novello
Wanna Marchi».
Luca Maurelli
Trenta-quarantamila euro investiti in spot per ringraziare il premier Renzi di aver varato
provvedimenti che non ha ancora varato e che chissà mai se
e quando varerà. Incredibile ma
vero, in Italia ormai funziona
così: da quando sʼè messo in
moto il carro del rottamatore
fioccano poesie, celebrazioni di
intimità familiare, coretti infantili, corsivetti smaliziati, è tutto
un pullulare di agiografie sul
premier che gioca a calcetto,
che si alza allʼalba e che trebbia frasi su Twitter in pigiama.
La pubblicità a pagamento,
però, ci mancava.
“Ben fatto!”, è scritto a caratteri
cubitali su due pagine acquistate da unʼassociazione di imprenditori italiani, a caro
prezzo, su Repubblica e Corriere della Sera. Ma “ben fatto”
cosa? Mistero. A leggere i giornali, almeno nelle pagine non
pubblicitarie, a Palazzo Chigi
non è ancora successo nulla, a
parte la conferenza stampa
con le slides che annunciano
misure di riduzione della pressione fiscale. Forse a fine
aprile, forse a maggio, comunque in un futuro prossimo venturo. Eppure unʼautorevole
associazione che riunisce
35mila aziende industriali e distributive nel settore dei beni di
largo consumo ha ritenuto di
investire un poʼ delle quote dei
propri associati in uno spottone
di ringraziamento anticipato al
premier. Con tanto di richiamo
dellʼhashtag renziano “laSvoltabuona”. È il primo caso al
mondo di “endorsment paranormale”, un sostegno preventivo basato su percezioni
extrasensoriali. Si scherza, ov-
viamente.
Eppure questʼansia di celebrare lʼavvento del nuovo, di incoronare lʼex sindaco di
Firenze, di esaltare misure fiscali ed economiche che non
sono state ancora adottate (nè
tantomeno coperte) è preoccupante, forse al pari di quei coretti cantati per Matteo dai
bambini in una scuola siciliana.
Denota confusione, sbandamento, incertezza, voglia di trovare sponde. Niente di male,
sia chiaro. Ma che tristezza.
Non si capisce se dietro lʼiniziativa dellʼassociazione di imprenditori ci sia la volontà di
cavalcare un ritrovato ottimismo da trasmettere ai propri
iscritti o di accreditarsi come categoria alla nuova classe dirigente italiana che ha il volto
giovane e sorridente di Matteo
Renzi. Il quale, non dimentichiamolo, sta volando in Europa accompagnato dai grandi manager
delle aziende di Stato o dei colossi privati (da Fulvio Conti dellʼEnel a Mario Greco delle
Generali e Giovanni Aleotti di
Menarini) , alcuni impegnati
nello sforzo di farsi confermare,
altri nel tentativo di strappare
aiuti sul cuneo fiscale. Ben fatto,
Matteo. Ma, per favore, spiega
agli industriali che cʼè un modo
migliore per investire i soldi che
parlarsi dai giornali, esistono pur
sempre i telefoni.
“Ben fatto!”. Dopo i coretti a scuola,
ecco le paginate di pubblicità
per ringraziare Renzi in anticipo…
Salute,scandaloAvastin,laprocuraaccelera:indagati
imanagerdiRocheeNovartispertruffaecorruzione
DOMENICA 16 MARZO 2014
Secolo
d’Italia
Redazione
La Procura di Roma sta accelerando nell'inchiesta che ha nel mirino lo scandalo delle case
farmaceutiche Roche e Novartis,
protagoniste, secondo l'Antitrut, di
una campagna di denigrazione del
farmaco oftalmico Avastin in favore
di un prodotto molto più costoso, il
Lucentis. Monta la rabbia. Truffa ai
danni del servizio sanitario, aggiotaggio ma anche disastro doloso
per immissione sul mercato di prodotti che possono aver messo in
pericolo i pazienti e associazione a
delinquere. Questi i reati contestati
per la vicenda dei due farmaci usati
nelle cure oftalmologiche. I magistrati di piazzale Clodio hanno
iscritto nel registro degli indagati i
manager e amministratori delle due
aziende. Si tratta del primo atto
istruttorio, nella capitale, dopo l'avvio del procedimento, avvenuto
qualche giorno prima della multa da
180 milioni di euro, comminata dall'Authority. I pm romani proseguiranno la loro attività di indagine
anche sul copioso materiale che
l'Antitrust in queste settimane sta
facendo recapitare agli uffici di piazzale Clodio. Ma la vicenda giudizia-
ria cammina, di pari passo, su una
questione anche legata alla competenza, a chi cioè ha la titolarità ad
indagare sul comportamento tenuto
da Roche e Novartis. Ritenendo
che l'illecito sia avvenuto nella Capitale, la Procura si accinge, infatti,
a chiedere ai colleghi di Torino, titolari di un analogo procedimento, di
inviare per competenza territoriale i
loro atti secondo quanto previsto
dall'articolo 54/bis del codice di procedura penale. Nell'eventualità in
cui il procuratore aggiunto di Torino,
Raffaele Guariniello, e il suo pool ritenessero di non aderire alla richiesta di Roma, dovrà essere avviata
la procedura che porta al contrasto
di attribuzione davanti alla Cassazione. L'oggetto dell'indagine delle
due procure verte sulla politica di
«svalutazione delle capacità curative» dell'Avastin. Il farmaco è stato
a poco a poco estromesso dal
grande giro a favore del Lucentis
(brevettato ancora dalla Genentech
ma sviluppato insieme a Novartis),
molto più costoso, che l'Aifa ha inserito il 4 dicembre 2008 nella famiglia dei medicinali coperti dal
Servizio sanitario nazionale. Con
un grave disagio, secondo quanto
accertato anche dall'Antitrust, per le
casse dello Stato. Gli oftalmologi
della Soi stimano che il presunto
accordo Roche-Novartis per imporre l'esclusiva del Lucentis ha
provocato al Servizio sanitario nazionale una maggiorazione di costi
di 400 milioni all'anno.
Redazione
Anche i “cugini” francesi si mettono l'abito da sera per festeggiar il bimillenario della morte
dell'imperatore Augusto, avvenuta il 19 agosto del 14 dopo
Cristo. E lo fa allestendo una
bella mostra “Moi, Auguste, Empereur de Rome” che aprirà i
battenti mercoledì prossimo al
Grand Palais. L'esposizione dedicata al primo imperatore della
Città Eterna presenta circa 200
opere - alcune erano già state
esposte alle Scuderie del Quirinale - con prestiti eccezionali
dei maggiori musei internazionali, e ripercorre le tappe dell'inarrestabile
ascesa
di
Augusto: gli anni del principato,
le riforme d'importanza cruciale
per i secoli a venire, l'emergere
di nuovi linguaggi estetici. In
mostra statue, ritratti, arredi domestici in bronzo, argento e
vetro, gioielli in oro e pietre preziose. C'è anche il bronzo proveniente dal Museo di Atene, il
ritratto del British Museum, i
busti dei numerosi partenti, la
moglie Livia, la sorella Ottavia,
e quelli dei nipoti Marcello,
Lucio Cesare e Gaio Cesare
(appartenenti alla Fondazione
Sorgente Group), adottati per
garantire la successione sul
trono di Roma, ma morti precocemente, assieme ai ritratti di
Augusto e della famiglia imperiale. Oltre a gruppi scultorei e
documenti dell'arte decorativa.
La rassegna è stata organizzata
dall'Azienda Speciale Palaexpo,
Scuderie del Quirinale e i Musei
Capitolini di Roma, in collaborazione con la Reunion des musees nationaux, il Grand Palais
e il Louvre. Anche al Grand Palais i visitatori potranno gustare
tre capolavori per la prima volta
messi a disposizione del pubblico: i ritratti di Marcello, Gaio
Cesare e Lucio Cesare, i nipoti
che Austo aveva designato suoi
eredi: le tre opere rappresentano una tappa importante del
percorso della mostra. L'integrità dei volti, l'identificazione
certa e la conoscenza di questi
tre ritratti hanno contribuito ad
arricchire gli studi archeologici
sull'iconografia dei discendenti
di Augusto. Marcello, presentato
per la prima volta al Museo Nazionale Romano in Palazzo
Massimo alle Terme nel 2008 è
riconosciuto dagli studiosi come
uno dei maggiori capolavori
della prima età augustea.
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I 25 anni del world wide web:
la rivoluzione che gli scienziati
non avevano capito
Augusto fa il suo ingresso in Francia:
Parigi apre le porte del Grand Palais
Redazione
Compie 25 anni il World wide web e
in pochi credevano che avrebbe cambiato il mondo. Inventato dall'informatico britannico Tim Berners-Lee al
Cern di Ginevra, il progetto che aprì
la strada alla rivoluzione di Internet, in
quel marzo 1989, fu accolto con un
certo scetticismo dagli altri scienziati.
«Non avevamo assolutamente capito
la portata di quello che stava facendo», racconta il fisico Gaetano
Maron, oggi a capo del Centro nazionale dell'istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) per la ricerca nel campo
delle tecnologie informatiche applicate alla fisica. Allora Maron lavorava
al Cern, a un esperimento sull'antimateria. «Tim Berners-Lee lavorava
invece a un software per la comunicazione fra computer», spiega il fisico
italiano, ricordando che «era una persona timida e schiva, perfino un po'
sottotono, ma era piacevole avere a
che fare con lui». Era stato lo stesso
Berners-Lee a coniare il nome "World
wide web" e il suo obiettivo iniziale
era mettere in comunicazione i ricercatori impegnati nello stesso campo.
Si trattava di rendere il più semplice e
immediato possibile lo scambio di informazioni e grafici fra chi seguiva alcuni degli esperimenti allora in corso
nel Lep (Large Electron Positron), il
predecessore del più grande acceleratore di particelle del mondo, l'Lhc
(Large Hadron Collider). «È stato per
favorire la comunicazione fra i ricercatori che Tim Berners-Lee ha cominciato a sviluppare il protocollo
http», prosegue Maron, spiegando
che mentre l'informatico «lavorava al
suo progetto con un grandissimo entusiasmo e c'era la percezione di
qualcosa di completamente nuovo,
per molti stava facendo un lavoro inutile».
Ucraina, non passa all'Onu la risoluzione anti-russa contro
il referendum. La Crimea al voto per l'indipendenza
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Secolo
d’Italia
Antonio Pannullo
Mentre l'Unione europea fa firmare a
Kiev in fretta e furia (il 21 marzo
prossimo) un accordo di associazione libero scambio (in genere per
l'adesione ci vogliono anni) e il Consiglio di Sicurezza dell'Onu presenta
una risoluzione anti-russa, Mosca fa
sapere che riceve dall'Ucraina «numerosi appelli con la richiesta di difendere i cittadini pacifici» e che li
esaminerà: lo rende il ministero degli
Esteri russo in relazione alle voci che
da Kharkiv sarebbe in arrivo a Donetsk e a Lugansk una colonna di
militanti armati del "Settore destro"
dopo l'annuncio dell'apertura di un
Fronte dell'est. La polizia ucraina ha
arrestato circa 30 persone accusate
di essere coinvolte nella sparatoria
di venerdì notte a Kharkiv tra filorussi
e militanti di Settore destro. Lo rende
noto il ministro dell'Interno ucraino,
Arsen Avakov, precisando che due
persone sono state uccise nei combattimenti e molte sono state ferite,
tra cui un poliziotto che versa in gravi
condizioni.
Intanto si è appreso che la risoluzione presentata al Consiglio di Sicurezza dell'Onu contro il
referendum in Crimea non passa per
il veto posto dalla Russia. La Cina si
è astenuta, mentre gli altri 13 Paesi
hanno votato a favore. La risoluzione
sull'Ucraina era stata presentata
dagli Stati Uniti e co-sponsorizzata
da 41 Paesi tra cui l'Italia. Il documento avrebbe dichiarato «l'invalidità del referendum» sullo status
della Crimea. Referendum - si legge
- che non è stato autorizzato dall'Ucraina e «quindi non può avere alcuna
validità».
Come
se
l'autoproclamazione di indipendenza
del Kosovo avesse dovuto essere
autorizzata dalla Serbia... Inoltre, il
testo riaffermava «l'impegno dell'organo Onu per il mantenimento dell'unità e dell'integrità territoriale»
dell'Ucraina ed esortava tutte le parti
«a trovare immediatamente una so-
luzione pacifica». Il veto della Russia alla risoluzione era stato annunciato all'inizio della riunione dei
Quindici al Palazzo di Vetro l'ambasciatore di Mosca Vitaly Churkin. Intanto si è saputo che i risultati
preliminari del referendum in Crimea
saranno disponibili poco dopo la
chiusura dei seggi, domenica sera
alle 20 (le 19 italiane). Lo ha reso
noto Mikhailo Malyshev, presidente
del comitato organizzatore della consultazione. I risultati definitivi del
voto, che inizia domenica alle 8 locali, saranno invece resi noti lunedì
mattina. Ci saranno oltre 600 giornalisti e 135 osservatori stranieri provenienti da ben 23 Paesi.
Redazione
Almeno sei soldati egiziani sono stati uccisi all'alba a un check-point militare a
Mostorod, nel governatorato di Kaliubeya,
nel Delta del Nilo a nord del Cairo. Lo riferisce l'agenzia Mena citando fonti mediche. I soldati sono stati freddati da un
gruppo armato che poi ha piazzato una
bomba e vari esplosivi al posto di blocco.
Gli artificieri sono riusciti a disinnescare
gli esplosivi prima che esplodessero. Il
gruppo qaedista Ansar Beit el Maqdis, i
Partigiani di Gerusalemme'attivo nel
Sinai, ha rivendicato l'attentato contro i
militari in cui hanno perso la vita i sei soldati di leva. Lo ha reso noto lo stesso
gruppo sul suo account twitter aggiungendo che i «combattenti hanno fatto un
grande sforzo perché quest'operazione
riuscisse». Il movimento ha anche annunciato la morte di uno dei suoi leader,
Tawfiq Mohamed Fareej, rimasto ucciso
accidentalmente nei giorni scorsi dallo
scoppio di una bomba che stava maneg-
giando. Secondo il comunicato diffuso dal
movimento, Tawfiq Mohamed Fareej
(alias Abu Abdallah) si era recato in Egitto
all'inizio del 2013 dove aveva organizzato
il gruppo che ha condotto numerose operazioni contro le autorità egiziane. Tra
queste il tentativo di omicidio del ministro
dell'Interno Mohamed Ibrahim il cinque
settembre scorso. Il gruppo afferma inoltre che Tawfiq Mohamed Fareej è stata
una delle menti del violento attacco contro Israele nell'agosto del 2011 che causò
la morte di otto persone, oltre ad altri attentati contro i gasdotti tra l'Egitto e
Israele. Uno dei leader della Confraternita
dei Fratelli musulmani ha subito «condannato fortemente» l'attentato a nord del
Cairo. Amr Drague sul suo account Twitter ha poi aggiunto che tali atti sono estranei al popolo egiziano, sottolineando che
non è corretto avere accusato i Fratelli
musulmani senza alcuna prova. Poche
ore prima il portavoce delle forze armate
aveva indicato come responsabile del-
l'agguato un gruppo armato dei Fratelli
musulmani. In Egitto i disordini e gli attentati si susseguono da quando i militari
hanno deposto il presidente eletto Mohammed Morsi e insaurato al potere un
direttorio militare. Si è poi appreso che è
stato nuovamente aggiornato a lunedì
prossimo il processo che vede imputato il
deposto presidente egiziano insieme a 14
sostenitori dei Fratelli musulmani per l'uccisione dei dimostranti nelle manifestazioni di fronte al palazzo presidenziale nel
dicembre 2012 al Cairo. Lo ha deciso la
Corte d'appello del Cairo in seguito alla richiesta di ricusazione dei giudici presentata da Essam el Eryan, esponente di
primo piano della Fratellanza.
DOMENICA 16 MARZO 2014
Bomba nel centro
di Mogadiscio, numerose
vittime. I bersaglieri
vanno a Gibuti
Egitto, sei militari di leva muoiono in un attentato
qaedista. La Fratellanza condanna
Redazione
Un'autobomba è esplosa nel centro di
Mogadiscio, la capitale della Somalia.
Lo riferiscono la polizia e alcuni testimoni che parlano di numerose vittime. L'autobomba è esplosa vicino
all'ingresso posteriore dell'hotel Maka
Al Mukarama, nel centro della capitale somala, provocando diverse vittime ancora non quantificate.
L'attacco non è stato ancora rivendicato, ma potrebbe esserci la mano
dei miliziani islamici Shebab, legati ad
al-Qaeda, che da tempo insanguinano la Somalia. La zona della città
in cui si è verificato l'attentato è frequentata soprattutto da funzionari governativi e uomini d'affari ed è stata
presa di mira da diversi attentati negli
ultimi tempi. Lo stesso hotel era stato
attaccato da un'autobomba lo scorso
novembre, uccidendo diverse persone. E malgrado i nostri marò siano
ancora prigionieri in India, l'Italia continua a partecipare alle missioni antipirateria: è partito dal porto di Cagliari
un plotone di 30 militari del 3° Reggimento Bersaglieri che sarà schierato
a Gibuti dal 17 marzo per garantire la
sicurezza della nuova base italiana di
supporto logistico interforze alla missione antipirateria "Atalanta" e
"Ocean Shield". La missione, condotta nel quadro delle principali risoluzioni delle Nazioni Unite, prevede
attività di carattere addestrativo e formativo a favore delle Forze Armate
della Repubblica di Gibuti per la stabilizzazione della Somalia. L'impiego
del 3° Reggimento in Africa avviene
al termine di cinque intensi mesi di
addestramento e a poco più di vent'anni dal suo rientro dall'operazione
"Restore Hope" in Somalia dove
l'unità era inquadrata nel contingente
Italiano "Ibis 2".
Affitti in nero: la Consulta boccia le norme
sull'emersione “per eccesso di delega”
DOMENICA 16 MARZO 2014
Redazione
La Consulta cancella gli "sconti"
previsti per gli affittuari che denunciavano contratti in nero e permettevano agli inquilini di registrare di
propria iniziativa il contratto d'affitto
presso un qualsiasi ufficio delle
Entrate. Una bocciatura che censura l'eccesso di delega da parte
del governo nel confezionare una
norma su richiesta del Parlamento
che doveva occuparsi di federalismo fiscale. Ma che travolge uno
dei capisaldi della cedolare secca
sugli affitti: quella che stabiliva che
ai contratti non registrati si applica
un canone annuo pari al triplo della
rendita catastale, più l'adeguamento Istat. Una somma, quindi,
inferiore fino al 70-80% rispetto alle
cifre di mercato. Di fronte alle
cause promosse da numerosi proprietari, diversi tribunali - quelli di
Secolo
d’Italia
Salerno, Palermo, Firenze, Genova, Roma - hanno rimesso la
questione alla Corte Costituzionale. Nel mirino alcune disposizioni del decreto legislativo 2011
sul federalismo fiscale municipale:
nel dettaglio, i commi 8 e 9 dell'art.
3 sulla cedolare secca sugli affitti.
Questi due commi stabilivano durata (quattro anni rinnovabili) e canone ridotto nei casi in cui il
contratto non sia stato registrato
entro i termini di legge, sia stato indicato un affitto inferiore a quello
effettivo e sia stato registrato un
contratto di comodato fittizio. La
Corte Costituzionale li ha dichiarati
illegittimi e, con la sentenza n.50
ora depositata e redatta dal giudice
Paolo Grossi, li ha cancellati. La
causa è che le misure predisposte
dal governo e contenute in quelle
disposizioni vanno oltre il perime-
tro fissato dal Parlamento nella
legge delega, violando l'articolo 76
della Costituzione. La Consulta
chiarisce che nel merito «la disciplina oggetto di censura» è «sotto
numerosi profili “rivoluzionaria" sul
piano del sistema civilistico vigente». Allo stesso tempo, però,
«emerge con chiarezza» come
quella disciplina «si presenti del
tutto priva di “copertura" da parte
della legge di delegazione». Soddisfatta Confedilizia, promotrice di
alcuni dei giudizi, secondo cui la
norma «sanzionava in modo eccezionalmente pesante perfino il
caso della registrazione di un contratto di locazione con un giorno di
ritardo. La Consulta - commenta il
presidente di Confedilizia, Corrado
Sforza Fogliani - presidia con fermezza i principi di certezza e correttezza del diritto anche con
riguardo ai decreti legislativi,
campo nel quale il legislatore ha
negli ultimi tempi fatto, al pari che
in certe leggi, incursioni demagogiche intollerabili. La Corte, in questa sentenza, tutela anche il
principio della proporzionalità delle
sanzioni al fatto sanzionato, sottolineando che la mera inosservanza
del termine per la registrazione di
un contratto di locazione non può
legittimare addirittura una novazione quanto a canone e a durata».
tile. A spiegarlo è Luigi Ferini
Strambi, presidente eletto della
World Association of Sleep Medicine e responsabile del Centro
del Sonno dell'ospedale San Raffaele di Milano, che aggiunge:
«Se si verificano ogni 6 mesi va
bene ma, se più frequenti, meglio
rivolgersi a un centro specializzato per fare una videoregistrazione notturna». Non sono rari –
ricorda in occasione della Giornata mondiale del Sonno – disturbi del ritmo sonno-veglia: «In
questa categoria abbiamo “gufi e
allodole" e i problemi possono
essere di natura individuale o
avere cause esterne, come nel
caso di persone obbligate a turni
notturni o che scontano il jetleg».
Ci sono poi «disturbi di movimento correlati al sonno, o mioclonia ipnica, ovvero “le gambe
senza riposo", che interessano
un buon 2% della popolazione
generale e maggiormente le
donne»: piccoli spasmi muscolari costanti, ogni 30-40 secondi,
che si verificano dopo l'addormentamento, spesso correlati al
formicolio alle gambe. «A differenza dei comuni scatti che si
verificano al momento di addormentarsi - sottolinea l'esperto questi intervengono durante il
sonno e provocano veri e propri
risvegli incoscienti, di cui il soggetto non si accorge» ma che
provocano senso di stanchezza
al mattino. Ci sono poi altre patologie importanti come “le
apnee morfiche ostruttive", cioè
il russare dovuto al restringimento delle prime vie aeree durante il sonno: «Interessa il 4%
degli uomini e il 2% delle donne,
anche se, con la menopausa, la
differenza di genere si abbatte.
Insonni 12 milioni di italiani
ma con 80 disturbi diversi
Redazione
Il 10% degli italiani soffre di insonnia, con ripercussioni durante
la giornata. Non è però da confondere con “la privazione di
sonno", ovvero soggetti che dormono poco perché hanno altre
cose da fare e che rappresentano un altro 12% della popolazione. I problemi legati al sonno
interessano complessivamente
12 milioni di italiani e contano in
tutto circa 80 patologie diverse.
Tra le più diffuse ci sono le ipersonnie, che riguardano chi dorme
troppo o si addormenta durante
la giornata, e le “parasonnie" cioè
i sonnambulismi, disturbi abbastanza frequenti, che interessano
il 3-4% della popolazione infan-
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Colpo grosso di Prada:
acquistata una storica
pasticceria milanese
Redazione
E alla fine Prada ha mangiato il
panettone: il colosso del lusso
aveva nel suo mirino la mitica insegna Cova, finita lo scorso giugno in mani francesi, entrando
nella galassia Lvmh, e ora si toglie l'amaro dalla bocca con l'annuncio dell'acquisizione dell'80%
della Angelo Marchesi Srl, proprietaria della storica pasticceria
milanese fondata nel 1824. L'antico locale di Corso Magenta è famoso non solo per pasticceria e
cioccolato di qualità ma soprattutto per il suo panettone, che
viene venduto tutto l'anno. Con i
suoi soffitti a cassettoni dorati e il
bancone in acciaio e ottone, la
pasticceria Marchesi è uno dei
luoghi di ritrovo della Milano
“bene”, proprio come Cova nel
quadrilatero della moda. L'acquisizione – spiega Prada – punta
alla valorizzazione e al rafforzamento strategico del marchio nell'ambito di futuri progetti di
sviluppo sia a Milano – nei nuovi
spazi di Prada in Galleria Vittorio
Emanuele II – sia a livello internazionale. Angelo Giovanni Marchesi continuerà a essere
coinvolto nella gestione della società in qualità di amministratore
delegato per assicurarne la continuità e il corretto processo di integrazione con Prada. «Il nostro
obiettivo - spiega Marchesi - è
quello di garantire lo sviluppo e la
continuità del nostro storico marchio sugli stessi principi di qualità
ed eccellenza che lo hanno sempre identificato nei suoi quasi due
secoli di storia. Prada, milanese
nel cuore e nella tradizione come
noi, ci ha dato queste garanzie
ed è quindi con soddisfazione e
fiducia nel futuro che ho siglato
questo accordo».
Allarme a Parigi: troppo inquinamento,
la torre Eiffel avvolta nello smog
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Secolo
d’Italia
Redazione
Stanno facendo il giro di tv, giornali e internet le foto panoramiche
di Parigi, con la Tour Eiffel e il
Sacro cuore avvolti da una fitta
coltre di smog. Dopo l'allarme dei
giorni scorsi le polveri sottili che
soffocano Parigi e 30 dipartimenti
della Francia - ma anche parte
del Belgio e della Germania sono ancora sopra al livello di
guardia. Dopo Parigi e la regione
Ile-de-France anche altre città
francesi, come Lione e Bordeaux,
hanno annunciato la gratuità dei
mezzi pubblici per indurre i cittadini a lasciare l'auto. Il preoccupante livello di Pm10 (emissioni di
veicoli diesel, riscaldamento e industria), che colpiscono la Fran-
cia da qualche giorno, è favorito
da condizioni anticicloniche e
dalla successione di notti fredde
a giornate particolarmente calde
e assolate, senza un filo di vento,
che impediscono la dispersione
degli agenti inquinanti. La situazione dovrebbe progressivamente migliorare a partire dal fine
settimana, con il cambiamento
delle condizioni meteo. L'Agenzia
europea per l'Ambiente (Aee) ha
spiegato che il fenomeno riguarda
larga parte dell'Europa occidentale: oltre alla Francia, anche Germania e Belgio. «Il livello attuale
di inquinamento da Pm10 corrisponde agli episodi di inquinamento di città asiatiche» come
Pechino, dove a volte si regi-
strano livelli quattro o cinque volte
superiori a quelli dell'Europa, prosegue l'Aee. Oltre ai mezzi pubblici, Parigi ha deciso di mettere
gratis a disposizione dei cittadini
anche i Velib' (bike-sharing) e
l'Autolib' (auto elettriche a noleggio).L'aria è irrespirabile, soprattutto nelle zone più intasate dal
traffico. I bambini, gli anziani e chi
non è in forma fisica vengono invitati da cartelloni stradali, radio,
tv e giornali a limitare al minimo le
passeggiate o l'attività fisica all'esterno. Decretate anche la restrizione di determinate attività
industriali, la deviazione di mezzi
pesanti e la riduzione della velocità su alcune arterie. Parigi - che
ha visto la presenza di Matteo
Renzi per un incontro con il presidente Francois Hollande - rimane
una delle uniche metropoli europee a non aver mai adottato le
targhe alterne. Un atteggiamento
che suscita le critiche degli ecologisti. «C'è voluta una settimana
prima che il governo si decidesse
ad assumere timide misure d'urgenza», ha deplorato il quotidiano
“Le Monde", sottolineando che
«le polveri sottili, classificate dall'Organizzazione mondiale della
Sanità (Oms) come cancerogene,
riducono la speranza di vita della
popolazione, da sei a dieci mesi
a Parigi».
Redazione
Cinecittà, la nostra storica fabbrica
dei sogni, sta vivendo l'incubo peggiore: quello dell'abbandono lento e
graduale. Quello della dismissione
silente che preannuncia la fine. Una
fine cominciata molto tempo fa
ormai. Contrastata dalle maestranze
del cinema. Dai lavoratori dipendenti
che hanno presidiato il centro. Una
fine osteggiata dalle firme di punta
della nostra storia di celluloide, ma
ignorata, nei fatti, dall'agenda politica
dei vari premier che si sono succeduti, soprattutto da Monti in giù. Una
fine su cui sembra essere stata
messa la sordina di stampa e tv, almeno fino ad oggi: quando la Rete
ha rilanciato il caso degli Studios di
via Tuscolana, riaperto dall'Anac,
che ha fatto arrivare sulla scrivania
del ministro Franceschini un nuovo
sos. «Cinecittà sta morendo culturalmente e fisicamente»: è il grido d'allarme
lanciato
nuovamente
dall'Associazione nazionale autori cinematografici, che chiede al ministro
dei Beni culturali Franceschini che lo
stabilimento «torni a vivere del suo
lavoro», e annuncia la partecipazione, mercoledì 19 marzo alle 15,
alla manifestazione prevista in via
del Collegio Romano a Roma, davanti alla sede del ministero. «Dopo
più di due anni di licenziamenti e di
riduzione degli stipendi dei lavoratori,
e a seguito di un totale abbandono
delle costruzioni, delle apparecchiature tecniche e delle aree verdi di via
Tuscolana, con la chiusura di ogni
qualsiasi attività cinematografica –
sottolinea l'Anac in una nota – lo storico stabilimento è votato alla distruzione. Cinecittà sta morendo,
culturalmente e fisicamente. E gravi
sono il silenzio e l'indifferenza della
politica nei confronti di un progetto
speculativo che si propone di edificare su un terreno, sul quale, ricordiamolo, è stato costruito il primo
stabilimento cinematografico in Europa nel XX secolo, e che ha dato all'Italia e al mondo intero, esempio di
alta professionalità artigianale, artistica e culturale, diventando così patrimonio dell'umanità». Per gli autori
cinematografici, «la perdita di lavoro
dei dipendenti, e la perdita di un simbolo (e di un marchio) dell'Italia nel
mondo, non sono accettabili».
Sos Cinecittà: l'Anac riapre il caso degli Studios
romani e denuncia il silenzio della politica
DOMENICA 16 MARZO 2014
Test medici sbagliati,
la Regione Lombardia
fa causa
Redazione
La Regione Lombardia è pronta
a citare per danni l'azienda che
produce il kit che ha causato i
test clinici errati all'ospedale
Maggiore di Crema. «Certamente - annuncia l'assessore alla
Salute Mario Mantovani - ci si rivarrà nei confronti della casa farmaceutica perché rifonda i danni
provocati ai pazienti, oltre che
alla stessa azienda ospedaliera
di Crema». Era stata la stessa
azienda che produce i kit per il
sovradosaggio di paratormone un esame finalizzato a stabilire la
concentrazione di calcio - a informare l'azienda ospedaliera della
possibile inattendibilità degli
esami eseguiti su 2.467 utenti fra
il 7 febbraio del 2013 e lo scorso
14 febbraio. «Dopo che lo scorso
26 febbraio è pervenuta la comunicazione ufficiale dell'azienda
produttrice del kit - aggiunge
Mantovani - è stato predisposto
un piano d'azione così da informare nel più breve tempo possibile tutti i pazienti che erano stati
sottoposti alla somministrazione
del paratormone, attivando, nel
contempo, nuovi prelievi ad
hoc». Sono circa 3.500 i pazienti
richiamati dal laboratorio d'analisi
dell'ospedale di Crema perché gli
esami effettuati nel corso di un intero anno non erano attendibili. È
stato necessario ripetere l'esame
perché la Abbott, l'azienda che
produce il kit fornito dalla Fora
per effettuare il test, ha segnalato
che i risultati che vanno dal febbraio 2013 al febbraio 2014 potevano essere sovrastimati fino al
40 per cento.
La “mission impossible” di Ricci: vincere
la sfida tv col “Medico in famiglia”
Secolo
DOMENICA 16 MARZO 2014
d’Italia
Priscilla Del Ninno
La sfida degli ascolti tv di questa sera entra
nel vivo: e se a viale Mazzini schierano la
squadra – riveduta, corretta e aggiornata – di
Un medico in famiglia (una delle serie più
amate del piccolo schermo), da Cologno Monzese si attrezzano e rispondono all'agone mediatico sguinzagliando la coppia ironica di
Luca e Paolo, nuovi alfieri della satira targata
Antonio Ricci, alle prese con Giass, (acronimo
di Great Italian Association), il nuovo varietà
di Canale 5. «Sappiamo bene che è una sfida
impossibile, ma stiamo tentando qualcosa di
nuovo e l'importante è divertirsi», ha detto Antonio Ricci, annunciando il debutto in veste di
autore dello show che si contenderà gli spettatori della prima serata di domenica con la
nuova serie di Un medico in famiglia su Raiuno. Il programma, condotto da Luca Bizzarri
e Paolo Kessisoglu – di cui sono previste cinque puntate – punterà tutto sullo stile comico
e spregiudicato dei due mattatori. Sulla scena
del “biscione” si avvicenderanno allora una
trentina di comici impegnati in monologhi, imitazioni, (tra le varie, in scaletta quella del presidente Napolitano e quella della presidente
della Camera, Laura Boldrini), a fare da perno
e da cornice a una gara tra le macro regioni,
valutata da una giuria di extracomunitari presieduta da Andy Luotto. Sul versante opposto,
invece, la famiglia televisiva, (modificata negli
anni da defezioni e new entry) e capitanata
dall'insuperabile nonno Libero-Lino Banfi, da
15 anni al timone della flotta Martini. Al via
dunque la nona serie: 26 episodi, per 13 prime
serate, in onda da domani sulla rete ammiraglia Rai. Accanto al capofamiglia tv, nonna En-
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rica (Milena Vukotic), e per un medico che va
a Parigi, Lele (Giulio Scarpati), un altro ne arriva dagli Usa, Lorenzo (Flavio Parenti), nipote di Libero. Un cast affiatato come davvero
una famiglia reale, con gli attori della serie
cresciuti sotto gli occhi degli spettatori: tutti,
amici, fidanzati, cugini, fratelli, cognati e coniugi del cast. Perché la protagonista è la famiglia, appunto: per quanto bistrattata, se non
purtroppo, addirittura rinnegata, un'istituzione
imprescindibile.
La fiaba immortale di "Pierino e il lupo" all'Auditorium Massimo di Roma
Bianca Conte
LʼOrchestra NuovaKlassica dà appuntamento, domenica 16 marzo
alle 17 allʼAuditorium del Massimo
di Roma, a un pubblico sempre più
vasto ed eterogeneo con unʼaltra
favola da raccontare attraverso le
parole e la musica: "Pierino e il
lupo" di Sergej Prokofiev. Rappresentante eccelso del neoclassicismo novecentesco, il russo
S.Prokofiev compose nel 1936 la
favola in musica "Pierino e il Lupo"
con una spontaneità compositiva
che affascina e coinvolge il mondo
dei piccoli ma anche quello dei
grandi. Il debutto avvenne il 2 maggio 1936, dall'esito infausto: scarso
pubblico e poca attenzione. Prokofev non poteva prevedere l'enorme
successo che avrebbe riscontrato
in seguito la sua opera, diventata
un classico apprezzatissimo da
adulti e bambini. La vicenda narrata
è considerata semplice ma al
tempo stesso coinvolgente, grazie
anche alla presenza di personaggi
comprimari quali il nonno, l'anatra e
il gatto. "Pierino e il Lupo" è
un'opera scritta per flauto, oboe,
clarinetto, fagotto, tre corni, tromba,
trombone, timpani, percussioni e
archi. Ogni personaggio della storia
è rappresentato da uno di questi
strumenti, che intervengono nella
vicenda con un motivo caratteristico. Da un classico sempre così
attuale, lʼAssociazione Nuovaklassica, attenta da sempre a una programmazione che contempli il
piano narrativo-ricreativo e didattico, presenta una versione dellʼopera di Prokofiev impreziosita
dalla scenografia multimediale di
Gianpaolo Bertoncin. Il perfetto
equilibrio tra musica e parola, narrazione e dimensione sonora, connotazioni timbriche e personaggi, si
alternano nel mirabile dipanarsi
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
SECOLO DʼITALIA SRL
Fondatore
Franz Turchi
d’Italia
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Consiglio di Amministrazione
Tommaso Foti (Presidente)
Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato)
Alessio Butti
Antonio Giordano
Antonio Triolo
Ugo Lisi
della favola che, nella sua semplicità narrativa, affascina, coinvolge
e convince. Lʼorchestra Nuovaklassica è diretta da Carlo Stoppoloni e
la voce narrante è affidata allʼattrice
Angela Di Sante. Ad aprire il concerto verrà eseguita la “Sinfonia dei
giocattoli” attribuita a Leopold Mozart.
Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà
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7 agosto 1990 n. 250