La svolta di Don Mazzi: «Chi ha condannato
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La svolta di Don Mazzi: «Chi ha condannato
ANNO LXII N.62 d’Italia domenica 16/3/2014 VOTO IN PIEMONTE, IL CENTRODESTRA CERCA IL CANDIDATO UNICO. SI RAFFORZA LʼIPOTESI CROSETTO Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Franco Bianchini In Piemonte il centrodestra cerca di recuperare tempo e individuare il candidato alla presidenza della Regione da contrapporre allʼex sindaco di Torino Sergio Chiamparino. Nel capoluogo piemontese sono giunti contemporaneamente i leader di Forza Italia, Nuovo Centrodestra e Lega, ciascuno impegnato in un appuntamento del proprio partito in vista dellʼelection day del 25 maggio. Ma mentre Giovanni Toti, Angelino Alfano e Matteo Salvini facevano rimbalzare da una convention allʼaltra dure parole legate al braccio di ferro in corso sulla scelta del candidato, nello schieramento avverso Chiamparino svelava il suo simbolo, il Monviso, durante una visita elettorale nel cuneese. «Crediamo nelle primarie e le vogliamo anche in Piemonte», ha esordito il leader di Ncd, Alfano. «Siamo disponibili a qualsiasi ragionamento ma non sul nome del candidato – ha replicato Toti, consigliere politico di Berlusconi – siamo il primo partito e rivendi- WWW.SECOLODITALIA.IT chiamo il ruolo di guidare la battaglia per la Regione». Il segretario della Lega Salvini, che in Piemonte vede «nuvoloso…», si è detto però «fiducioso che il centrodestra se la possa giocare». Il nodo del contendere è che gli azzurri vogliono imporre la candidatura del loro coordinatore regionale Gilberto Pichetto, mentre Fratelli dʼItalia propone il proprio coordinatore nazionale Guido Crosetto, sul quale potrebbe conver- gere anche Ncd. Il Carroccio per ora ha fatto il nome dellʼassessore uscente Claudio Sacchetto, esponente leghista rimasto indenne nella bufera giudiziaria che si è abbattuta sulla Regione. Le trattative fervono, e i bene informati assicurano che la decisione sarà presa entro i primi giorni della prossima settimana. «Fratelli dʼItalia-An ha cercato fin dallʼinizio di costruire le condizioni affinché il centrodestra potesse concorrere a vincere anche nelle elezioni regionali piemontesi. Abbiamo chiesto di individuare insieme il metodo migliore per scegliere il candidato della coalizione. Abbiamo proposto le primarie, ma abbiamo offerto la nostra disponibilità anche ad altri meccanismi, purché lʼobiettivo fosse lʼindividuazione del candidato più forte. Abbiamo sondato tutti i possibili candidati e, senza possibilità di smentita, il candidato più competitivo è risultato quello che noi abbiamo proposto fin dallʼinizio: Guido Crosetto. Chiediamo ora agli altri partiti della coalizione di convergere sulla candidatura di Crosetto, oppure di spiegare per quali ragionamenti politici o per quali altri motivi il centrodestra non dovrebbe trovare lʼunità sullʼunico candidato che può davvero risultare competitivo ai fini della vittoria», ha detto Giorgia Meloni. «Fare una scelta diversa significherebbe negare il metodo sempre proclamato nel centrodestra e dallo stesso Silvio Berlusconi e aver dato per persa la sfida in Piemonte». La svolta di Don Mazzi: «Chi ha condannato Berlusconi non avrà mai il mio perdono» Francesco Signoretta «Mai perdono a chi ha condannato Berlusconi. È venuto il momento in cui tutti coloro che hanno giudicato Berlusconi si facciano un serio esame di coscienza su quello che hanno fatto. Sarei capace di perdonare chi ammazza qualcuno se chiede il perdono, ma un magistrato che ha in mano un potere così forte e che lo usa solo per suo interesse, commette un peccato grave». A parlare così è don Antonio Mazzi rispondendo a Klaus Davi nel programma KlausCondicio. E pensare che appena cinque mesi fa, nellʼottobre del 2013, quando si parlava di “umiliare” il Cavaliere con i servizi sociali, lo stesso Don Mazzi si era fatto avanti: «Venga da noi, gli faccio pulire i bagni e raccogliere i pomo- dori». Un deciso cambio di opinioni, che fa onore al prete tv con spiccate simpatie per il centrosinistra. «Secondo me – ha detto don Mazzi – è stato perseguitato dai magistrati. È una magistratura che ha giocato sullʼuomo, come anche in altri casi, diciamocelo. Questa magistratura per certi versi la amo, per altri la critico – ha aggiunto il sacerdote – è venuto il momento in cui tutti coloro che hanno giudicato Berlusconi si facciano un serio esame di coscienza su quello che ha fatto». Si riferisce alla Boccassini? «Mi riferisco a tutti i magistrati», ha risposto. Alla domanda di Davi se i giudici abbiano commesso peccati contro Silvio, Don Mazzi ha replicato: «Altroché, peccati imperdonabili… Non capisco perché si possano usare attenuanti nei riguardi di pedofili e assassini seriali, e poi ci si accanisca contro Berlusconi. O cʼè una linea che al di là della giustizia capisce la storia di ogni uomo e cerca di interpretarla… Ma se la giustizia vale per se stessa, e davanti non ha più una storia o un uomo, ma soltanto una esecuzione fredda, mi spiace, ma io non ci sto». Don Mazzi ha poi risposto «certo» alla domanda se fosse o meno disposto a perdonare il Cavaliere. «Non lʼho mai giudicato, anzi – ha proseguito – io lo assolverei in cinque minuti. Lʼuomo per un verso è stato sottovalutato, e ha sviluppato la parte più superficiale di se stesso, ma ha grandi qualità e verrà rivalutato». Parenti-serpenti: tra Ncd e Forza Italia botta e risposta al vetriolo sul voto utile 2 Secolo d’Italia DOMENICA 16 MARZO 2014 Redazione «È il voto utile lʼultima frontiera dello scontro tra il Nuovo centrodestra e Forza Italia. «Il vero voto inutile è per quei partiti che non sono né carne né pesce», ha detto Angelino Alfano, parlando di Forza Italia. «Oggi – ha aggiunto il leader del Ncd – non può fare opposizione a Renzi, ma non fa parte della maggioranza». Con lʼapprossimarsi delle europee e la necessità di differenziarsi, dunque, i toni tra i due partiti continuano ad alzarsi. E, non a caso, lʼattacco di Alfano è arrivato da una manifestazione già, di fatto, elettorale: la convention “La scommessa europea”, che si è svolta a Torino. «Quando Berlusconi parla dei piccoli partiti si trova in una condizione paradossale: il suo è un partito più grande, ma non sa dove andare; il nostro è più piccolo, ma sa benissimo dove andare», ha proseguito Alfano, che a stretto giro ha ricevuto la replica di Giovanni Toti. «Francamente ritengo che quello a Forza Italia sia lʼunico voto utile, serve per dare una voce forte ai moderati in Europa. Ma anche in Italia, perché – ha detto il consigliere politico di Silvio Berlusconi - le sentinelle anti-tasse del Nuovo centrodestra, che avevano promesso ai moderati di restare al governo per impedire aumenti della pressione fiscale, si sono addormentati al posto di guardia, e da quando Forza Italia è uscita sono aumentate almeno quattro o cinque tasse diverse». Da qui in poi è scaturito un botta e risposta al vetriolo, cui hanno partecipato diverse voci dellʼuno e dellʼaltro partito. «Alfano? Inutile parlarne. Di lui si occuperà lo sbarramento», ha scritto su twitter il deputato azzurro Daniele Capezzone, al quale poi ha replicato la senatrice del Ncd e sottosegretario allo Sviluppo Economico Simona Vicari. «Nessuno sbarramento si occuperà di Alfano, perché Nuovo Centrodestra non teme alcuna soglia. Piuttosto, quello che invece è sicuro è che nessuno si occuperà di Capezzone, che al massimo potrà essere ricordato per aver definito Silvio Berlusconi novello Wanna Marchi». Luca Maurelli Trenta-quarantamila euro investiti in spot per ringraziare il premier Renzi di aver varato provvedimenti che non ha ancora varato e che chissà mai se e quando varerà. Incredibile ma vero, in Italia ormai funziona così: da quando sʼè messo in moto il carro del rottamatore fioccano poesie, celebrazioni di intimità familiare, coretti infantili, corsivetti smaliziati, è tutto un pullulare di agiografie sul premier che gioca a calcetto, che si alza allʼalba e che trebbia frasi su Twitter in pigiama. La pubblicità a pagamento, però, ci mancava. “Ben fatto!”, è scritto a caratteri cubitali su due pagine acquistate da unʼassociazione di imprenditori italiani, a caro prezzo, su Repubblica e Corriere della Sera. Ma “ben fatto” cosa? Mistero. A leggere i giornali, almeno nelle pagine non pubblicitarie, a Palazzo Chigi non è ancora successo nulla, a parte la conferenza stampa con le slides che annunciano misure di riduzione della pressione fiscale. Forse a fine aprile, forse a maggio, comunque in un futuro prossimo venturo. Eppure unʼautorevole associazione che riunisce 35mila aziende industriali e distributive nel settore dei beni di largo consumo ha ritenuto di investire un poʼ delle quote dei propri associati in uno spottone di ringraziamento anticipato al premier. Con tanto di richiamo dellʼhashtag renziano “laSvoltabuona”. È il primo caso al mondo di “endorsment paranormale”, un sostegno preventivo basato su percezioni extrasensoriali. Si scherza, ov- viamente. Eppure questʼansia di celebrare lʼavvento del nuovo, di incoronare lʼex sindaco di Firenze, di esaltare misure fiscali ed economiche che non sono state ancora adottate (nè tantomeno coperte) è preoccupante, forse al pari di quei coretti cantati per Matteo dai bambini in una scuola siciliana. Denota confusione, sbandamento, incertezza, voglia di trovare sponde. Niente di male, sia chiaro. Ma che tristezza. Non si capisce se dietro lʼiniziativa dellʼassociazione di imprenditori ci sia la volontà di cavalcare un ritrovato ottimismo da trasmettere ai propri iscritti o di accreditarsi come categoria alla nuova classe dirigente italiana che ha il volto giovane e sorridente di Matteo Renzi. Il quale, non dimentichiamolo, sta volando in Europa accompagnato dai grandi manager delle aziende di Stato o dei colossi privati (da Fulvio Conti dellʼEnel a Mario Greco delle Generali e Giovanni Aleotti di Menarini) , alcuni impegnati nello sforzo di farsi confermare, altri nel tentativo di strappare aiuti sul cuneo fiscale. Ben fatto, Matteo. Ma, per favore, spiega agli industriali che cʼè un modo migliore per investire i soldi che parlarsi dai giornali, esistono pur sempre i telefoni. “Ben fatto!”. Dopo i coretti a scuola, ecco le paginate di pubblicità per ringraziare Renzi in anticipo… Salute,scandaloAvastin,laprocuraaccelera:indagati imanagerdiRocheeNovartispertruffaecorruzione DOMENICA 16 MARZO 2014 Secolo d’Italia Redazione La Procura di Roma sta accelerando nell'inchiesta che ha nel mirino lo scandalo delle case farmaceutiche Roche e Novartis, protagoniste, secondo l'Antitrut, di una campagna di denigrazione del farmaco oftalmico Avastin in favore di un prodotto molto più costoso, il Lucentis. Monta la rabbia. Truffa ai danni del servizio sanitario, aggiotaggio ma anche disastro doloso per immissione sul mercato di prodotti che possono aver messo in pericolo i pazienti e associazione a delinquere. Questi i reati contestati per la vicenda dei due farmaci usati nelle cure oftalmologiche. I magistrati di piazzale Clodio hanno iscritto nel registro degli indagati i manager e amministratori delle due aziende. Si tratta del primo atto istruttorio, nella capitale, dopo l'avvio del procedimento, avvenuto qualche giorno prima della multa da 180 milioni di euro, comminata dall'Authority. I pm romani proseguiranno la loro attività di indagine anche sul copioso materiale che l'Antitrust in queste settimane sta facendo recapitare agli uffici di piazzale Clodio. Ma la vicenda giudizia- ria cammina, di pari passo, su una questione anche legata alla competenza, a chi cioè ha la titolarità ad indagare sul comportamento tenuto da Roche e Novartis. Ritenendo che l'illecito sia avvenuto nella Capitale, la Procura si accinge, infatti, a chiedere ai colleghi di Torino, titolari di un analogo procedimento, di inviare per competenza territoriale i loro atti secondo quanto previsto dall'articolo 54/bis del codice di procedura penale. Nell'eventualità in cui il procuratore aggiunto di Torino, Raffaele Guariniello, e il suo pool ritenessero di non aderire alla richiesta di Roma, dovrà essere avviata la procedura che porta al contrasto di attribuzione davanti alla Cassazione. L'oggetto dell'indagine delle due procure verte sulla politica di «svalutazione delle capacità curative» dell'Avastin. Il farmaco è stato a poco a poco estromesso dal grande giro a favore del Lucentis (brevettato ancora dalla Genentech ma sviluppato insieme a Novartis), molto più costoso, che l'Aifa ha inserito il 4 dicembre 2008 nella famiglia dei medicinali coperti dal Servizio sanitario nazionale. Con un grave disagio, secondo quanto accertato anche dall'Antitrust, per le casse dello Stato. Gli oftalmologi della Soi stimano che il presunto accordo Roche-Novartis per imporre l'esclusiva del Lucentis ha provocato al Servizio sanitario nazionale una maggiorazione di costi di 400 milioni all'anno. Redazione Anche i “cugini” francesi si mettono l'abito da sera per festeggiar il bimillenario della morte dell'imperatore Augusto, avvenuta il 19 agosto del 14 dopo Cristo. E lo fa allestendo una bella mostra “Moi, Auguste, Empereur de Rome” che aprirà i battenti mercoledì prossimo al Grand Palais. L'esposizione dedicata al primo imperatore della Città Eterna presenta circa 200 opere - alcune erano già state esposte alle Scuderie del Quirinale - con prestiti eccezionali dei maggiori musei internazionali, e ripercorre le tappe dell'inarrestabile ascesa di Augusto: gli anni del principato, le riforme d'importanza cruciale per i secoli a venire, l'emergere di nuovi linguaggi estetici. In mostra statue, ritratti, arredi domestici in bronzo, argento e vetro, gioielli in oro e pietre preziose. C'è anche il bronzo proveniente dal Museo di Atene, il ritratto del British Museum, i busti dei numerosi partenti, la moglie Livia, la sorella Ottavia, e quelli dei nipoti Marcello, Lucio Cesare e Gaio Cesare (appartenenti alla Fondazione Sorgente Group), adottati per garantire la successione sul trono di Roma, ma morti precocemente, assieme ai ritratti di Augusto e della famiglia imperiale. Oltre a gruppi scultorei e documenti dell'arte decorativa. La rassegna è stata organizzata dall'Azienda Speciale Palaexpo, Scuderie del Quirinale e i Musei Capitolini di Roma, in collaborazione con la Reunion des musees nationaux, il Grand Palais e il Louvre. Anche al Grand Palais i visitatori potranno gustare tre capolavori per la prima volta messi a disposizione del pubblico: i ritratti di Marcello, Gaio Cesare e Lucio Cesare, i nipoti che Austo aveva designato suoi eredi: le tre opere rappresentano una tappa importante del percorso della mostra. L'integrità dei volti, l'identificazione certa e la conoscenza di questi tre ritratti hanno contribuito ad arricchire gli studi archeologici sull'iconografia dei discendenti di Augusto. Marcello, presentato per la prima volta al Museo Nazionale Romano in Palazzo Massimo alle Terme nel 2008 è riconosciuto dagli studiosi come uno dei maggiori capolavori della prima età augustea. 3 I 25 anni del world wide web: la rivoluzione che gli scienziati non avevano capito Augusto fa il suo ingresso in Francia: Parigi apre le porte del Grand Palais Redazione Compie 25 anni il World wide web e in pochi credevano che avrebbe cambiato il mondo. Inventato dall'informatico britannico Tim Berners-Lee al Cern di Ginevra, il progetto che aprì la strada alla rivoluzione di Internet, in quel marzo 1989, fu accolto con un certo scetticismo dagli altri scienziati. «Non avevamo assolutamente capito la portata di quello che stava facendo», racconta il fisico Gaetano Maron, oggi a capo del Centro nazionale dell'istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) per la ricerca nel campo delle tecnologie informatiche applicate alla fisica. Allora Maron lavorava al Cern, a un esperimento sull'antimateria. «Tim Berners-Lee lavorava invece a un software per la comunicazione fra computer», spiega il fisico italiano, ricordando che «era una persona timida e schiva, perfino un po' sottotono, ma era piacevole avere a che fare con lui». Era stato lo stesso Berners-Lee a coniare il nome "World wide web" e il suo obiettivo iniziale era mettere in comunicazione i ricercatori impegnati nello stesso campo. Si trattava di rendere il più semplice e immediato possibile lo scambio di informazioni e grafici fra chi seguiva alcuni degli esperimenti allora in corso nel Lep (Large Electron Positron), il predecessore del più grande acceleratore di particelle del mondo, l'Lhc (Large Hadron Collider). «È stato per favorire la comunicazione fra i ricercatori che Tim Berners-Lee ha cominciato a sviluppare il protocollo http», prosegue Maron, spiegando che mentre l'informatico «lavorava al suo progetto con un grandissimo entusiasmo e c'era la percezione di qualcosa di completamente nuovo, per molti stava facendo un lavoro inutile». Ucraina, non passa all'Onu la risoluzione anti-russa contro il referendum. La Crimea al voto per l'indipendenza 4 Secolo d’Italia Antonio Pannullo Mentre l'Unione europea fa firmare a Kiev in fretta e furia (il 21 marzo prossimo) un accordo di associazione libero scambio (in genere per l'adesione ci vogliono anni) e il Consiglio di Sicurezza dell'Onu presenta una risoluzione anti-russa, Mosca fa sapere che riceve dall'Ucraina «numerosi appelli con la richiesta di difendere i cittadini pacifici» e che li esaminerà: lo rende il ministero degli Esteri russo in relazione alle voci che da Kharkiv sarebbe in arrivo a Donetsk e a Lugansk una colonna di militanti armati del "Settore destro" dopo l'annuncio dell'apertura di un Fronte dell'est. La polizia ucraina ha arrestato circa 30 persone accusate di essere coinvolte nella sparatoria di venerdì notte a Kharkiv tra filorussi e militanti di Settore destro. Lo rende noto il ministro dell'Interno ucraino, Arsen Avakov, precisando che due persone sono state uccise nei combattimenti e molte sono state ferite, tra cui un poliziotto che versa in gravi condizioni. Intanto si è appreso che la risoluzione presentata al Consiglio di Sicurezza dell'Onu contro il referendum in Crimea non passa per il veto posto dalla Russia. La Cina si è astenuta, mentre gli altri 13 Paesi hanno votato a favore. La risoluzione sull'Ucraina era stata presentata dagli Stati Uniti e co-sponsorizzata da 41 Paesi tra cui l'Italia. Il documento avrebbe dichiarato «l'invalidità del referendum» sullo status della Crimea. Referendum - si legge - che non è stato autorizzato dall'Ucraina e «quindi non può avere alcuna validità». Come se l'autoproclamazione di indipendenza del Kosovo avesse dovuto essere autorizzata dalla Serbia... Inoltre, il testo riaffermava «l'impegno dell'organo Onu per il mantenimento dell'unità e dell'integrità territoriale» dell'Ucraina ed esortava tutte le parti «a trovare immediatamente una so- luzione pacifica». Il veto della Russia alla risoluzione era stato annunciato all'inizio della riunione dei Quindici al Palazzo di Vetro l'ambasciatore di Mosca Vitaly Churkin. Intanto si è saputo che i risultati preliminari del referendum in Crimea saranno disponibili poco dopo la chiusura dei seggi, domenica sera alle 20 (le 19 italiane). Lo ha reso noto Mikhailo Malyshev, presidente del comitato organizzatore della consultazione. I risultati definitivi del voto, che inizia domenica alle 8 locali, saranno invece resi noti lunedì mattina. Ci saranno oltre 600 giornalisti e 135 osservatori stranieri provenienti da ben 23 Paesi. Redazione Almeno sei soldati egiziani sono stati uccisi all'alba a un check-point militare a Mostorod, nel governatorato di Kaliubeya, nel Delta del Nilo a nord del Cairo. Lo riferisce l'agenzia Mena citando fonti mediche. I soldati sono stati freddati da un gruppo armato che poi ha piazzato una bomba e vari esplosivi al posto di blocco. Gli artificieri sono riusciti a disinnescare gli esplosivi prima che esplodessero. Il gruppo qaedista Ansar Beit el Maqdis, i Partigiani di Gerusalemme'attivo nel Sinai, ha rivendicato l'attentato contro i militari in cui hanno perso la vita i sei soldati di leva. Lo ha reso noto lo stesso gruppo sul suo account twitter aggiungendo che i «combattenti hanno fatto un grande sforzo perché quest'operazione riuscisse». Il movimento ha anche annunciato la morte di uno dei suoi leader, Tawfiq Mohamed Fareej, rimasto ucciso accidentalmente nei giorni scorsi dallo scoppio di una bomba che stava maneg- giando. Secondo il comunicato diffuso dal movimento, Tawfiq Mohamed Fareej (alias Abu Abdallah) si era recato in Egitto all'inizio del 2013 dove aveva organizzato il gruppo che ha condotto numerose operazioni contro le autorità egiziane. Tra queste il tentativo di omicidio del ministro dell'Interno Mohamed Ibrahim il cinque settembre scorso. Il gruppo afferma inoltre che Tawfiq Mohamed Fareej è stata una delle menti del violento attacco contro Israele nell'agosto del 2011 che causò la morte di otto persone, oltre ad altri attentati contro i gasdotti tra l'Egitto e Israele. Uno dei leader della Confraternita dei Fratelli musulmani ha subito «condannato fortemente» l'attentato a nord del Cairo. Amr Drague sul suo account Twitter ha poi aggiunto che tali atti sono estranei al popolo egiziano, sottolineando che non è corretto avere accusato i Fratelli musulmani senza alcuna prova. Poche ore prima il portavoce delle forze armate aveva indicato come responsabile del- l'agguato un gruppo armato dei Fratelli musulmani. In Egitto i disordini e gli attentati si susseguono da quando i militari hanno deposto il presidente eletto Mohammed Morsi e insaurato al potere un direttorio militare. Si è poi appreso che è stato nuovamente aggiornato a lunedì prossimo il processo che vede imputato il deposto presidente egiziano insieme a 14 sostenitori dei Fratelli musulmani per l'uccisione dei dimostranti nelle manifestazioni di fronte al palazzo presidenziale nel dicembre 2012 al Cairo. Lo ha deciso la Corte d'appello del Cairo in seguito alla richiesta di ricusazione dei giudici presentata da Essam el Eryan, esponente di primo piano della Fratellanza. DOMENICA 16 MARZO 2014 Bomba nel centro di Mogadiscio, numerose vittime. I bersaglieri vanno a Gibuti Egitto, sei militari di leva muoiono in un attentato qaedista. La Fratellanza condanna Redazione Un'autobomba è esplosa nel centro di Mogadiscio, la capitale della Somalia. Lo riferiscono la polizia e alcuni testimoni che parlano di numerose vittime. L'autobomba è esplosa vicino all'ingresso posteriore dell'hotel Maka Al Mukarama, nel centro della capitale somala, provocando diverse vittime ancora non quantificate. L'attacco non è stato ancora rivendicato, ma potrebbe esserci la mano dei miliziani islamici Shebab, legati ad al-Qaeda, che da tempo insanguinano la Somalia. La zona della città in cui si è verificato l'attentato è frequentata soprattutto da funzionari governativi e uomini d'affari ed è stata presa di mira da diversi attentati negli ultimi tempi. Lo stesso hotel era stato attaccato da un'autobomba lo scorso novembre, uccidendo diverse persone. E malgrado i nostri marò siano ancora prigionieri in India, l'Italia continua a partecipare alle missioni antipirateria: è partito dal porto di Cagliari un plotone di 30 militari del 3° Reggimento Bersaglieri che sarà schierato a Gibuti dal 17 marzo per garantire la sicurezza della nuova base italiana di supporto logistico interforze alla missione antipirateria "Atalanta" e "Ocean Shield". La missione, condotta nel quadro delle principali risoluzioni delle Nazioni Unite, prevede attività di carattere addestrativo e formativo a favore delle Forze Armate della Repubblica di Gibuti per la stabilizzazione della Somalia. L'impiego del 3° Reggimento in Africa avviene al termine di cinque intensi mesi di addestramento e a poco più di vent'anni dal suo rientro dall'operazione "Restore Hope" in Somalia dove l'unità era inquadrata nel contingente Italiano "Ibis 2". Affitti in nero: la Consulta boccia le norme sull'emersione “per eccesso di delega” DOMENICA 16 MARZO 2014 Redazione La Consulta cancella gli "sconti" previsti per gli affittuari che denunciavano contratti in nero e permettevano agli inquilini di registrare di propria iniziativa il contratto d'affitto presso un qualsiasi ufficio delle Entrate. Una bocciatura che censura l'eccesso di delega da parte del governo nel confezionare una norma su richiesta del Parlamento che doveva occuparsi di federalismo fiscale. Ma che travolge uno dei capisaldi della cedolare secca sugli affitti: quella che stabiliva che ai contratti non registrati si applica un canone annuo pari al triplo della rendita catastale, più l'adeguamento Istat. Una somma, quindi, inferiore fino al 70-80% rispetto alle cifre di mercato. Di fronte alle cause promosse da numerosi proprietari, diversi tribunali - quelli di Secolo d’Italia Salerno, Palermo, Firenze, Genova, Roma - hanno rimesso la questione alla Corte Costituzionale. Nel mirino alcune disposizioni del decreto legislativo 2011 sul federalismo fiscale municipale: nel dettaglio, i commi 8 e 9 dell'art. 3 sulla cedolare secca sugli affitti. Questi due commi stabilivano durata (quattro anni rinnovabili) e canone ridotto nei casi in cui il contratto non sia stato registrato entro i termini di legge, sia stato indicato un affitto inferiore a quello effettivo e sia stato registrato un contratto di comodato fittizio. La Corte Costituzionale li ha dichiarati illegittimi e, con la sentenza n.50 ora depositata e redatta dal giudice Paolo Grossi, li ha cancellati. La causa è che le misure predisposte dal governo e contenute in quelle disposizioni vanno oltre il perime- tro fissato dal Parlamento nella legge delega, violando l'articolo 76 della Costituzione. La Consulta chiarisce che nel merito «la disciplina oggetto di censura» è «sotto numerosi profili “rivoluzionaria" sul piano del sistema civilistico vigente». Allo stesso tempo, però, «emerge con chiarezza» come quella disciplina «si presenti del tutto priva di “copertura" da parte della legge di delegazione». Soddisfatta Confedilizia, promotrice di alcuni dei giudizi, secondo cui la norma «sanzionava in modo eccezionalmente pesante perfino il caso della registrazione di un contratto di locazione con un giorno di ritardo. La Consulta - commenta il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani - presidia con fermezza i principi di certezza e correttezza del diritto anche con riguardo ai decreti legislativi, campo nel quale il legislatore ha negli ultimi tempi fatto, al pari che in certe leggi, incursioni demagogiche intollerabili. La Corte, in questa sentenza, tutela anche il principio della proporzionalità delle sanzioni al fatto sanzionato, sottolineando che la mera inosservanza del termine per la registrazione di un contratto di locazione non può legittimare addirittura una novazione quanto a canone e a durata». tile. A spiegarlo è Luigi Ferini Strambi, presidente eletto della World Association of Sleep Medicine e responsabile del Centro del Sonno dell'ospedale San Raffaele di Milano, che aggiunge: «Se si verificano ogni 6 mesi va bene ma, se più frequenti, meglio rivolgersi a un centro specializzato per fare una videoregistrazione notturna». Non sono rari – ricorda in occasione della Giornata mondiale del Sonno – disturbi del ritmo sonno-veglia: «In questa categoria abbiamo “gufi e allodole" e i problemi possono essere di natura individuale o avere cause esterne, come nel caso di persone obbligate a turni notturni o che scontano il jetleg». Ci sono poi «disturbi di movimento correlati al sonno, o mioclonia ipnica, ovvero “le gambe senza riposo", che interessano un buon 2% della popolazione generale e maggiormente le donne»: piccoli spasmi muscolari costanti, ogni 30-40 secondi, che si verificano dopo l'addormentamento, spesso correlati al formicolio alle gambe. «A differenza dei comuni scatti che si verificano al momento di addormentarsi - sottolinea l'esperto questi intervengono durante il sonno e provocano veri e propri risvegli incoscienti, di cui il soggetto non si accorge» ma che provocano senso di stanchezza al mattino. Ci sono poi altre patologie importanti come “le apnee morfiche ostruttive", cioè il russare dovuto al restringimento delle prime vie aeree durante il sonno: «Interessa il 4% degli uomini e il 2% delle donne, anche se, con la menopausa, la differenza di genere si abbatte. Insonni 12 milioni di italiani ma con 80 disturbi diversi Redazione Il 10% degli italiani soffre di insonnia, con ripercussioni durante la giornata. Non è però da confondere con “la privazione di sonno", ovvero soggetti che dormono poco perché hanno altre cose da fare e che rappresentano un altro 12% della popolazione. I problemi legati al sonno interessano complessivamente 12 milioni di italiani e contano in tutto circa 80 patologie diverse. Tra le più diffuse ci sono le ipersonnie, che riguardano chi dorme troppo o si addormenta durante la giornata, e le “parasonnie" cioè i sonnambulismi, disturbi abbastanza frequenti, che interessano il 3-4% della popolazione infan- 5 Colpo grosso di Prada: acquistata una storica pasticceria milanese Redazione E alla fine Prada ha mangiato il panettone: il colosso del lusso aveva nel suo mirino la mitica insegna Cova, finita lo scorso giugno in mani francesi, entrando nella galassia Lvmh, e ora si toglie l'amaro dalla bocca con l'annuncio dell'acquisizione dell'80% della Angelo Marchesi Srl, proprietaria della storica pasticceria milanese fondata nel 1824. L'antico locale di Corso Magenta è famoso non solo per pasticceria e cioccolato di qualità ma soprattutto per il suo panettone, che viene venduto tutto l'anno. Con i suoi soffitti a cassettoni dorati e il bancone in acciaio e ottone, la pasticceria Marchesi è uno dei luoghi di ritrovo della Milano “bene”, proprio come Cova nel quadrilatero della moda. L'acquisizione – spiega Prada – punta alla valorizzazione e al rafforzamento strategico del marchio nell'ambito di futuri progetti di sviluppo sia a Milano – nei nuovi spazi di Prada in Galleria Vittorio Emanuele II – sia a livello internazionale. Angelo Giovanni Marchesi continuerà a essere coinvolto nella gestione della società in qualità di amministratore delegato per assicurarne la continuità e il corretto processo di integrazione con Prada. «Il nostro obiettivo - spiega Marchesi - è quello di garantire lo sviluppo e la continuità del nostro storico marchio sugli stessi principi di qualità ed eccellenza che lo hanno sempre identificato nei suoi quasi due secoli di storia. Prada, milanese nel cuore e nella tradizione come noi, ci ha dato queste garanzie ed è quindi con soddisfazione e fiducia nel futuro che ho siglato questo accordo». Allarme a Parigi: troppo inquinamento, la torre Eiffel avvolta nello smog 6 Secolo d’Italia Redazione Stanno facendo il giro di tv, giornali e internet le foto panoramiche di Parigi, con la Tour Eiffel e il Sacro cuore avvolti da una fitta coltre di smog. Dopo l'allarme dei giorni scorsi le polveri sottili che soffocano Parigi e 30 dipartimenti della Francia - ma anche parte del Belgio e della Germania sono ancora sopra al livello di guardia. Dopo Parigi e la regione Ile-de-France anche altre città francesi, come Lione e Bordeaux, hanno annunciato la gratuità dei mezzi pubblici per indurre i cittadini a lasciare l'auto. Il preoccupante livello di Pm10 (emissioni di veicoli diesel, riscaldamento e industria), che colpiscono la Fran- cia da qualche giorno, è favorito da condizioni anticicloniche e dalla successione di notti fredde a giornate particolarmente calde e assolate, senza un filo di vento, che impediscono la dispersione degli agenti inquinanti. La situazione dovrebbe progressivamente migliorare a partire dal fine settimana, con il cambiamento delle condizioni meteo. L'Agenzia europea per l'Ambiente (Aee) ha spiegato che il fenomeno riguarda larga parte dell'Europa occidentale: oltre alla Francia, anche Germania e Belgio. «Il livello attuale di inquinamento da Pm10 corrisponde agli episodi di inquinamento di città asiatiche» come Pechino, dove a volte si regi- strano livelli quattro o cinque volte superiori a quelli dell'Europa, prosegue l'Aee. Oltre ai mezzi pubblici, Parigi ha deciso di mettere gratis a disposizione dei cittadini anche i Velib' (bike-sharing) e l'Autolib' (auto elettriche a noleggio).L'aria è irrespirabile, soprattutto nelle zone più intasate dal traffico. I bambini, gli anziani e chi non è in forma fisica vengono invitati da cartelloni stradali, radio, tv e giornali a limitare al minimo le passeggiate o l'attività fisica all'esterno. Decretate anche la restrizione di determinate attività industriali, la deviazione di mezzi pesanti e la riduzione della velocità su alcune arterie. Parigi - che ha visto la presenza di Matteo Renzi per un incontro con il presidente Francois Hollande - rimane una delle uniche metropoli europee a non aver mai adottato le targhe alterne. Un atteggiamento che suscita le critiche degli ecologisti. «C'è voluta una settimana prima che il governo si decidesse ad assumere timide misure d'urgenza», ha deplorato il quotidiano “Le Monde", sottolineando che «le polveri sottili, classificate dall'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) come cancerogene, riducono la speranza di vita della popolazione, da sei a dieci mesi a Parigi». Redazione Cinecittà, la nostra storica fabbrica dei sogni, sta vivendo l'incubo peggiore: quello dell'abbandono lento e graduale. Quello della dismissione silente che preannuncia la fine. Una fine cominciata molto tempo fa ormai. Contrastata dalle maestranze del cinema. Dai lavoratori dipendenti che hanno presidiato il centro. Una fine osteggiata dalle firme di punta della nostra storia di celluloide, ma ignorata, nei fatti, dall'agenda politica dei vari premier che si sono succeduti, soprattutto da Monti in giù. Una fine su cui sembra essere stata messa la sordina di stampa e tv, almeno fino ad oggi: quando la Rete ha rilanciato il caso degli Studios di via Tuscolana, riaperto dall'Anac, che ha fatto arrivare sulla scrivania del ministro Franceschini un nuovo sos. «Cinecittà sta morendo culturalmente e fisicamente»: è il grido d'allarme lanciato nuovamente dall'Associazione nazionale autori cinematografici, che chiede al ministro dei Beni culturali Franceschini che lo stabilimento «torni a vivere del suo lavoro», e annuncia la partecipazione, mercoledì 19 marzo alle 15, alla manifestazione prevista in via del Collegio Romano a Roma, davanti alla sede del ministero. «Dopo più di due anni di licenziamenti e di riduzione degli stipendi dei lavoratori, e a seguito di un totale abbandono delle costruzioni, delle apparecchiature tecniche e delle aree verdi di via Tuscolana, con la chiusura di ogni qualsiasi attività cinematografica – sottolinea l'Anac in una nota – lo storico stabilimento è votato alla distruzione. Cinecittà sta morendo, culturalmente e fisicamente. E gravi sono il silenzio e l'indifferenza della politica nei confronti di un progetto speculativo che si propone di edificare su un terreno, sul quale, ricordiamolo, è stato costruito il primo stabilimento cinematografico in Europa nel XX secolo, e che ha dato all'Italia e al mondo intero, esempio di alta professionalità artigianale, artistica e culturale, diventando così patrimonio dell'umanità». Per gli autori cinematografici, «la perdita di lavoro dei dipendenti, e la perdita di un simbolo (e di un marchio) dell'Italia nel mondo, non sono accettabili». Sos Cinecittà: l'Anac riapre il caso degli Studios romani e denuncia il silenzio della politica DOMENICA 16 MARZO 2014 Test medici sbagliati, la Regione Lombardia fa causa Redazione La Regione Lombardia è pronta a citare per danni l'azienda che produce il kit che ha causato i test clinici errati all'ospedale Maggiore di Crema. «Certamente - annuncia l'assessore alla Salute Mario Mantovani - ci si rivarrà nei confronti della casa farmaceutica perché rifonda i danni provocati ai pazienti, oltre che alla stessa azienda ospedaliera di Crema». Era stata la stessa azienda che produce i kit per il sovradosaggio di paratormone un esame finalizzato a stabilire la concentrazione di calcio - a informare l'azienda ospedaliera della possibile inattendibilità degli esami eseguiti su 2.467 utenti fra il 7 febbraio del 2013 e lo scorso 14 febbraio. «Dopo che lo scorso 26 febbraio è pervenuta la comunicazione ufficiale dell'azienda produttrice del kit - aggiunge Mantovani - è stato predisposto un piano d'azione così da informare nel più breve tempo possibile tutti i pazienti che erano stati sottoposti alla somministrazione del paratormone, attivando, nel contempo, nuovi prelievi ad hoc». Sono circa 3.500 i pazienti richiamati dal laboratorio d'analisi dell'ospedale di Crema perché gli esami effettuati nel corso di un intero anno non erano attendibili. È stato necessario ripetere l'esame perché la Abbott, l'azienda che produce il kit fornito dalla Fora per effettuare il test, ha segnalato che i risultati che vanno dal febbraio 2013 al febbraio 2014 potevano essere sovrastimati fino al 40 per cento. La “mission impossible” di Ricci: vincere la sfida tv col “Medico in famiglia” Secolo DOMENICA 16 MARZO 2014 d’Italia Priscilla Del Ninno La sfida degli ascolti tv di questa sera entra nel vivo: e se a viale Mazzini schierano la squadra – riveduta, corretta e aggiornata – di Un medico in famiglia (una delle serie più amate del piccolo schermo), da Cologno Monzese si attrezzano e rispondono all'agone mediatico sguinzagliando la coppia ironica di Luca e Paolo, nuovi alfieri della satira targata Antonio Ricci, alle prese con Giass, (acronimo di Great Italian Association), il nuovo varietà di Canale 5. «Sappiamo bene che è una sfida impossibile, ma stiamo tentando qualcosa di nuovo e l'importante è divertirsi», ha detto Antonio Ricci, annunciando il debutto in veste di autore dello show che si contenderà gli spettatori della prima serata di domenica con la nuova serie di Un medico in famiglia su Raiuno. Il programma, condotto da Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu – di cui sono previste cinque puntate – punterà tutto sullo stile comico e spregiudicato dei due mattatori. Sulla scena del “biscione” si avvicenderanno allora una trentina di comici impegnati in monologhi, imitazioni, (tra le varie, in scaletta quella del presidente Napolitano e quella della presidente della Camera, Laura Boldrini), a fare da perno e da cornice a una gara tra le macro regioni, valutata da una giuria di extracomunitari presieduta da Andy Luotto. Sul versante opposto, invece, la famiglia televisiva, (modificata negli anni da defezioni e new entry) e capitanata dall'insuperabile nonno Libero-Lino Banfi, da 15 anni al timone della flotta Martini. Al via dunque la nona serie: 26 episodi, per 13 prime serate, in onda da domani sulla rete ammiraglia Rai. Accanto al capofamiglia tv, nonna En- 7 rica (Milena Vukotic), e per un medico che va a Parigi, Lele (Giulio Scarpati), un altro ne arriva dagli Usa, Lorenzo (Flavio Parenti), nipote di Libero. Un cast affiatato come davvero una famiglia reale, con gli attori della serie cresciuti sotto gli occhi degli spettatori: tutti, amici, fidanzati, cugini, fratelli, cognati e coniugi del cast. Perché la protagonista è la famiglia, appunto: per quanto bistrattata, se non purtroppo, addirittura rinnegata, un'istituzione imprescindibile. La fiaba immortale di "Pierino e il lupo" all'Auditorium Massimo di Roma Bianca Conte LʼOrchestra NuovaKlassica dà appuntamento, domenica 16 marzo alle 17 allʼAuditorium del Massimo di Roma, a un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo con unʼaltra favola da raccontare attraverso le parole e la musica: "Pierino e il lupo" di Sergej Prokofiev. Rappresentante eccelso del neoclassicismo novecentesco, il russo S.Prokofiev compose nel 1936 la favola in musica "Pierino e il Lupo" con una spontaneità compositiva che affascina e coinvolge il mondo dei piccoli ma anche quello dei grandi. Il debutto avvenne il 2 maggio 1936, dall'esito infausto: scarso pubblico e poca attenzione. Prokofev non poteva prevedere l'enorme successo che avrebbe riscontrato in seguito la sua opera, diventata un classico apprezzatissimo da adulti e bambini. La vicenda narrata è considerata semplice ma al tempo stesso coinvolgente, grazie anche alla presenza di personaggi comprimari quali il nonno, l'anatra e il gatto. "Pierino e il Lupo" è un'opera scritta per flauto, oboe, clarinetto, fagotto, tre corni, tromba, trombone, timpani, percussioni e archi. Ogni personaggio della storia è rappresentato da uno di questi strumenti, che intervengono nella vicenda con un motivo caratteristico. Da un classico sempre così attuale, lʼAssociazione Nuovaklassica, attenta da sempre a una programmazione che contempli il piano narrativo-ricreativo e didattico, presenta una versione dellʼopera di Prokofiev impreziosita dalla scenografia multimediale di Gianpaolo Bertoncin. Il perfetto equilibrio tra musica e parola, narrazione e dimensione sonora, connotazioni timbriche e personaggi, si alternano nel mirabile dipanarsi Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO DʼITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Antonio Triolo Ugo Lisi della favola che, nella sua semplicità narrativa, affascina, coinvolge e convince. Lʼorchestra Nuovaklassica è diretta da Carlo Stoppoloni e la voce narrante è affidata allʼattrice Angela Di Sante. Ad aprire il concerto verrà eseguita la “Sinfonia dei giocattoli” attribuita a Leopold Mozart. Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250