prima di norme e controlli l`etica del consulente

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prima di norme e controlli l`etica del consulente
20.01.2004
LA REGIONE
Andrea Manna
“PRIMA DI NORME E CONTROLLI
L’ETICA DEL CONSULENTE”
Così il direttore dell’Associazione bancaria dopo le considerazioni del Tribunale penale
« Il settore bancario svizzero è già oggi sufficientemente regolamentato: da un lato ci sono le leggi
dello Stato, per esempio quella contro il riciclaggio; dall’altro le direttive della Commissione federale
delle banche. Ma norme e controlli, interni ed esterni, non mettono completamente al riparo gli istituti
di credito da eventuali azioni illecite di propri collaboratori. Soprattutto la professionalità e quindi la
correttezza del singolo operatore bancario evitano situazioni negative. Come Abt non escludiamo di
organizzare prossimamente corsi ad hoc, cioè dei seminari sull’etica professionale ». Il direttore
dell’Associazione bancaria ticinese Franco Citterio reagisce così alle considerazioni fatte dalla giudice
Agnese Balestra-Bianchi nel bilancio dell’attività 2003 del Tribunale penale cantonale.
Alcuni processi per reati economico- finanziari celebrati in Ticino l’anno scorso che hanno coinvolto
il ramo bancario, scrive la presidente del tribunale ( vedi l’edizione di sabato), «hanno ancora una
volta evidenziato come, nel settore medio- piccolo, presso taluni istituti non siano ancora nel recente
passato state predisposte sufficienti misure di controllo nei confronti dei propri quadri dirigenti, che
hanno così potuto delinquere per lungo periodo e danneggiare l’istituto in modo rilevante, sfruttando
una troppo ampia autonomia e una fiducia praticamente cieca.
Stando al magistrato, in alcune piccole/ medie banche le «misure di controllo » sono dunque a
tutt’oggi insufficienti.
« In generale – osserva Citterio – l’attuazione di un apparato di controllo interno che sia efficace può
comportare per un piccolo istituto costi importanti. Questo, chiaramente, non giustifica la rinuncia a
un valido sistema di verifiche, necessario in particolare quando i mercati vanno male. Mercati al
ribasso possono infatti indurre il consulente a commettere atti penalmente rilevanti nel tentativo di
recuperare le perdite. D’altronde in questi anni anche banche dove vigeva, e vige, un oliato sistema di
controlli hanno conosciuto casi di malversazioni commesse da collaboratori infedeli. D’altronde le
verifiche possono essere eluse. Così come è difficile se non impossibile per una banca controllare ogni
operazione, che spesso il funzionario gestisce col cliente per telefono o fuori dell’istituto. Ecco perché
occorre puntare sull’aspetto etico ».
Di qui l’idea dell’Associazione bancaria ticinese di dar vita a corsi specifici...
« Esatto. Da tempo l’Abt, attraverso il suo Centro di studi bancari a Vezia, promuove periodicamente
dei seminari per aggiornare gli operatori finanziari del bancario e del parabancario sulle novità in
ambito giuridico che interessano i rispettivi settori. Sono corsi che registrano un buon numero di
iscrizioni e nei quali durante l’esposizione del tema principale si pone l’accento su professionalità e
correttezza. Ora è possibile che nei prossimi mesi vengano indetti dei seminari consacrati
esclusivamente all’etica di colui che, dirigente o no, è attivo in ambito bancario. Il richiamo ai valori
etici comunque non basta per tenere alla larga consulenti disonesti».
Si spieghi meglio.
« Come associazione auspichiamo che la magistratura inquirente, una volta venuta a conoscenza
dell’illecito, su denuncia della banca o del cliente, proceda rapidamente all’acquisizione delle
informazioni e concluda l’inchiesta in tempi ragionevolmente brevi. Auspichiamo poi che la
magistratura giudicante, in caso di colpevolezza, pronunci anche pene esemplari quando la fattispecie
è grave » .
Pene esemplari: non si rischia di passare per ‘ forcaioli’?
« È un’obiezione facile. La certezza della pena è senz’altro un deterrente, ma ritengo che lo sia pure
l’entità della sanzione. Certi episodi che approdano a un’aula di tribunale non hanno solo un eco sugli
organi di informazione ticinesi. Le generalizzazioni e il conseguente danno d’immagine per una
piazza finanziaria – che è sempre più sotto pressione, anche per la forte concorrenza estera, e che nel
contempo vuole puntare sull’affidabilità dei suoi operatori – sono inevitabili» .