Frutta secca: mangiarne di più per vivere meglio
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Frutta secca: mangiarne di più per vivere meglio
Frutta secca: mangiarne di più per vivere meglio Durante la stagione invernale la frutta secca ricompare sulle nostre tavole: è il momento giusto per scoprirne il valore e farla diventare una buona e sana abitudine Anche se la definizione corretta sarebbe di frutta oleosa, quando si parla di frutta secca sono noci, nocciole e mandorle a venire subito in mente. Il termine “oleoso”, con cui sarebbero correttamente indicate, è ben giustificato dall’alto contenuto di grassi reperibili in esse. Grassi sì, ma monoinsaturi e polinsaturi, i cosiddetti grassi “buoni”, che aiutano a ripulire il sangue. Ed è questo che rende questi frutti così benefici per il nostro organismo. Dentro al guscio sono racchiusi così tanti elementi preziosi da poter parlare di veri e propri integratori naturali. Vitamine e sali minerali presenti hanno un elevato potere antiossidante, che protegge dagli effetti negativi della formazione dei radicali liberi: invecchiamento cellulare, malattie cardiovascolari e varie forme tumorali. Ognuno di questi frutti ha proprietà particolari, ma tutti, se consumati con moderazione, aiutano a mantenere in forma sistema cardio-circolatorio, pelle, cervello, capelli e muscoli. Noci Le noci sono una delle rare fonti naturali di acido alfa linoleico, un acido grasso essenziale appartenente alla famiglia degli Omega-3 (ne contengono più del salmone) e di Omega-6, che aiutano ad abbassare il colesterolo LDL, quello prosaicamente definito “cattivo”, e a proteggere cuore, arterie, cervello e sistema nervoso. Ricche di vitamina E, acido folico e molti minerali, tra cui zinco, rame e calcio, sono adatte soprattutto in particolari fasi della vita, come la menopausa e la gravidanza. Utili anche per chi fa sport: non solo forniscono moltissima energia immediatamente utilizzabile, ma contengono anche un aminoacido, l’arginina, che contribuisce ad apportare il giusto quantitativo di sangue ai muscoli. Contengono elevate quantità di polifenoli (in media 500 mg/100 g), con un primato per la noce di Sorrento, che arriva a valori di 1400 mg/100 g. Nocciole Nutritive ed energetiche, le nocciole sono le più digeribili tra i frutti oleosi. Grazie agli elevati valori di vitamina E, aiutano a idratare e mantenere giovane la pelle, contrastando i segni dell’invecchiamento. Le vitamine del gruppo B, invece, ne rendono adatto il consumo soprattutto da parte di vegetariani e vegani. Così come le noci sono fonte di fitosteroli, sostanze nutritive importanti per la prevenzione di malattie cardiovascolari. Mandorle Tra la frutta a guscio le mandorle sono le meno caloriche. Ricche di vitamina E, dalle ormai comprovate virtù antiossidanti, contengono anche calcio, potassio, rame, fosforo e ferro, che aiutano a contrastare l’anemia, a migliorare la concentrazione e a sedare l’ansia. Sgranocchiare qualche mandorla prima di dormire apporta una buona dose di magnesio, tranquillante naturale dalle proprietà sedative, che regolarizza i battiti cardiaci e diminuisce i livelli di adrenalina. …e tutti gli altri Le arachidi, al naturale o tostate, fanno bene soprattutto ai bambini: contengono vitamina E, fosforo e arginina, un aminoacido fondamentale per la crescita. Gli anacardi, con la loro alta percentuale di acido folico, vitamine B1 e B2 si rivelano utili in caso di lieve depressione. I pistacchi sono ricchi di vitamine del gruppo B (B1 e B6), ferro, fosforo, calcio, manganese, potassio e rame. Sono diuretici, anticolesterolo, e aiutano a proteggere dalle infezioni e dall’ansia. Unica avvertenza: per veder prevalere gli effetti positivi su quelli negativi bisogna scegliere quelli senza sale. Consumo regolare e moderato Studi recenti hanno rivelato una relazione tra il consumo di frutta secca a guscio e una diminuzione di vari fattori di rischio cardiovascolare. È emerso che chi consumava noci abitualmente non solo aveva un maggior apporto di nutrienti “positivi”, come fibre, potassio e magnesio, ma aveva - ed è questo che è interessante - un minore apporto di zuccheri, grassi saturi e sodio rispetto a chi non le consumava. Inoltre, chi mangiava con regolarità frutta secca mostrava una pressione sistolica inferiore, minori valori di colesterolo ed era più magro. Mangiare frutta secca, è stato dimostrato, portava ad avere una migliore salute generale. Secondo il British Journal of Nutrition 4 manciate di noci, mandorle o arachidi a settimana arrivano a ridurre fino al 37% il rischio di cardiopatia legata al colesterolo, perché alzano i livelli di Hdl (colesterolo “buono”) e riducono quelli di Ldl (colesterolo “cattivo”). La letteratura scientifica degli ultimi anni ha dunque rivalutato il valore nutrizionale della frutta oleosa, che è entrata così a pieno titolo a far parte della dieta mediterranea. Visto però l’elevato corrispettivo calorico (100 g di frutta secca corrispondono in media a 500 kcal) è bene non esagerare. La dose giornaliera consigliata è di circa 20 g, che equivale, per fare un esempio, a 4 noci o a 20 mandorle. In cucina A livello gastronomico noci, nocciole e mandorle si prestano a diverse preparazioni. Sono i dolci a fare la parte da leone, ma anche l’abbinamento con il salato non andrebbe sottovalutato. Si possono aggiungere a fresche insalate, ma anche a primi e piatti più sostanziosi. Le mandorle accompagnano bene la carne, e dalla cucina asiatica e mediterranea ne arrivano molti esempi: il pollo alle mandorle cinese e le tagine marocchine. Le nocciole, se tritate e mescolate al burro, si abbinano ottimamente a pesci e crostacei. Le noci, invece, ben si prestano ai ripieni di pasta fresca e a essere accostate a sapori decisi, come radicchi, formaggi stagionati e miele. Spaghetti alle noci Un piatto semplice ma di sicuro effetto. Mentre cuociono gli spaghetti far bollire un tegame d’acqua e buttarvi 80 g di gherigli di noci. Lasciar cuocere per 5 minuti, poi scolare e asciugare bene. Preparare un condimento cremoso mettendo in una padella due cucchiai d’olio evo, uno spicchio d’aglio, le noci tritate, una manciata di pangrattato e 100 g di ricotta, diluendo il tutto con un cucchiaio di acqua di cottura della pasta. Il sapore del condimento cambierà a seconda o meno che peliate le noci una volta sbollentate: con noci sbucciate il gusto sarà più delicato, viceversa sarà più rustico e deciso. Brownies Dolcetti quadrati tipici americani realizzati con cioccolato fondente e frutta secca. Sciogliere in un tegame 175 g di burro con 200 g di cioccolato fondente e lasciar intiepidire. A parte montare 2 uova con 120 g di zucchero, aggiungendo poco alla volta 120 g di farina, un cucchiaino di lievito e un pizzico di sale. Unire a filo il cioccolato fuso e, infine 60 g di nocciole o noci tritate grossolanamente. Versare in uno stampo rettangolare e cuocere a 180° per circa 40 minuti. Una volta tiepida, tagliare la torta a quadrotti e servire. Nel guscio è meglio Per essere consumata al meglio deve essere gustata fresca: i grassi polinsaturi presenti nella frutta secca vanno facilmente incontro a processi ossidativi di irrancidimento. Il guscio rappresenta la migliore confezione disponibile: progettato dalla natura per conservare il suo frutto, funziona meglio di involucri sigillate e sottovuoto in cui spesso si trova la frutta già sgusciata. Se comprata con il guscio, bisogna accertarsi che al momento dell’acquisto siano pesante: col tempo, infatti, questi frutti tendono a seccare e a perdere consistenza e sapore. Una volta a casa si conservano bene chiusi in un sacchetto di carta e posti in luoghi freschi e asciutti. Amare ma non troppo Le mandorle si dividono in due varietà: dolci e amare. Queste ultime contengono amigdalina, una sostanza in grado di provocare un’intossicazione da cianuri una volta venuta in contatto con l’organismo. Nonostante la potenziale pericolosità, le mandorle amare a piccole dosi sono usate per la preparazione di alcuni dolci e liquori, come gli amaretti, l’Amaretto (liquore di mandorle) e alcuni torroni. In questi alimenti, sottoposti a cottura, il trattamento termico inattiva il veleno, pur lasciando il tipico sapore aromatico leggermente amarognolo. Il nero che inganna Le noci selvatiche una volta tolte dal mallo vedono annerire il proprio guscio: le varietà commercializzate vengono sottoposte a imbiancatura con anidride solforosa con l’unico fine di ovviare a questo inconveniente estetico. Se foste così fortunati da imbattervi in noci dal guscio scuro e dall’aspetto un po’ bruttino non lasciatevele scappare. Il guscio macchiato di nero dal succo del mallo è indice di freschezza e di noci non ancora sottoposte a trattamenti chimici.