Il laboratorio “Giochiamo con le paure” è nato da

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Il laboratorio “Giochiamo con le paure” è nato da
COMUNE DI PRATO– SCUOLA D’INFANZIA SAN VINCENZO
INSEGNANTI: Anna Maria S. / Sandra L.
Mariana D. C./ Valentina M.
Operatori scolastici: Maria A. / Patrizia T.
Anno scolastico 2005/2006
RELAZIONE “
GIOCHIAMO CON LE PAURE”
5 settembre 2006
La scuola d’infanzia San Vincenzo è situata nel centro storico di Prato ed è
frequentata da molti bambini di provenienza da paesi stranieri.
Il laboratorio “Giochiamo con le paure”
è nato da un’ esigenza del gruppo di 5
anni. Pertanto è stato inserito nelle
attività
programmate
per
l’anno
scolastico 2005/2006 e si è sviluppato
nelle tre fasce d’età nell’autunno 2005.
Il bambino ogni giorno si confronta con un
mondo che è caratterizzato da regole e ritmi che
spesso per lui sono pesanti e non comprensibili
(es: alzarsi presto per venire a scuola, stare tanto
tempo dai genitori ecc…) Questo può generare
ansia che poi, può sfociare in vere e proprie
paure. Queste paure possono poi prendere forma
nell’elaborazione fantastica di mostri.
LA PAURA È LEGATA A CIÒ CHE NON SI CONOSCE E PER QUESTO
PROVOCA ANSIA E INSICUREZZA
“Io non ho paura”
Aiutiamo i bambini a conoscere meglio
queste emozioni con un percorso mirato a
dare un volto a ciò che più li spaventa. Se
si ha paura di ciò che non si conosce,
cercare di conoscerlo diventa un efficace
arma per vincere la paura.
Aiutare il bambino a dare forma, attraverso le rielaborazioni
simboliche della fantasia, alle proprie paure, diventa un efficace
controllo delle emozioni. Abbiamo proposto ai bambini un percorso
che si muove in questa direzione. Il primo passo è stato il raccontare,
durante il momento delle conversazioni in cerchio, quelle che sono
le paure di ognuno e di rappresentarle attraverso un disegno. Se
all’inizio il racconto della paura creava nel bambino ansia, via via
che il racconto procedeva si sentiva un’acquisizione di maggiore
sicurezza e una volta finito il disegno, la rappresentazione grafica e
tangibile della propria paura aveva reso il bambino più sicuro.
COSTRUIAMO IL SIGNOR DE’ MOSTRIS
I bambini sono stati raccolti intorno al tavolo e ad
ognuno di loro è stato chiesto di raccontare come
immaginava un mostro davvero pauroso. Le risposte
sono state delle più svariate, segno di una forte
partecipazione. Alla fine l’insegnante diretta dalle
indicazioni dei bambini ha disegnato quello che poi è
diventato il “ Signor De’ Mostris”. A piccoli gruppi,
ognuno di loro ha colorato con le tempere e incollato i
vari materiali (pasta, fili di lana), per rendere più
mostruoso quello che alla fine è diventato non più un
mostro pauroso ma addirittura simpatico.
C’ERA UNA VOLTA UN MOSTRO DI NOME… ARTURO DE’ MOSTRIS
C’era una volta un mostro che si chiamava Arturo De’ Mostris, abitava in una casa
vecchia e grande su due piani, con grandi finestre, i piatti piccoli e i bicchieri
grandi. Insieme a lui viveva sua moglie, la signora Genoveffa De’Mostris e la loro
figlia Cenerentola. Arturo lavorava nell’ufficio della banca dei mostri, la moglie
stava in casa e la bambina andava a scuola. Un giorno Arturo si era fatto male al
ginocchio ed era andato all’ospedale dei mostri. Il dottore mostro gli aveva messo
un bel cerottone e Arturo se ne era tornato a casa. Mentre aspettava di guarire,
decise di andare a fare una passeggiata nel bosco. Nel bosco stavano girovagando
anche due bambini un po’ birboni, che quando videro da lontano il signor Arturo,
decisero di fargli uno scherzetto. Si arrampicarono sull’albero e aspettarono che
Arturo passasse di sotto, a quel punto gli saltarono sulla schiena e cominciarono a
fargli il solletico. Arturo dalla paura cominciò a correre fino a casa, mentre i
bambini ridevano. Una volta arrivato a casa Arturo De’ Mostris decise che non
voleva più vedere un bambino perché erano troppo spaventosi.
…NON ABBIAMO PIÙ PAURA DEL MOSTRO!
I bambini hanno partecipato attivamente durante il percorso
didattico illustrato. Dalle prime conversazioni in cerchio
emergeva la voglia di fare partecipi gli altri e soprattutto
l’insegnante, in qualità di adulto delle proprie paure. L’ansia
che si poteva percepire nei primi colloqui andava sparendo
via via che i giorni passavano. I disegni delle proprie paure e
la realizzazione del cartellone inventato da loro, ha portato
all’acquisizione di una certa tranquillità nell’affrontare
l’argomento.
FILASTROCCA “SCACCIA MOSTRI”
Se i mostri scacciare tu vorrai
Segui queste regole e non te ne pentirai
1. Pensa a qualcosa di divertente
che faccia ridere veramente,
2. Anche un mostro è un po’ fifone
e se ha paura fa il frignone,
3. Prova a dargli un pizzicotto
e lui scappa goffo – goffo,
Ma la regola più importante sai qual è?
Diventa suo amico e la paura più non c’è!
ed ora divertiamoci col
“GIOCO DEL TRAVESTIRSI E A SPAVENTARE GLI ALTRI!”
Mettiamo un po’ di musica e diamo inizio alla festa scaccia paura.
Per i bambini il gioco del travestirsi e spaventare è uno stimolo a
smitizzare ed allontanare certe paure. Nello stesso tempo lo porta a
confrontarsi con quei problemi che prima o poi entreranno a fare
parte della vita da adulto. Inoltre, per i bambini indossare gli abiti
per il travestimento, significa abbandonare momentaneamente la
propria identità di bambino per acquisire un po’ di libertà dalla
sorveglianza dei grandi e dai rimproveri, attenuando così anche il
senso di paura nei confronti degli adulti.