Speciale Pesca (24 settembre 2013)
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Speciale Pesca (24 settembre 2013)
agenzia quotidiana di informazioni direttore: giovanni martirano direttore responsabile: letizia martirano agra press editrice cooperativa OUTSIDER Via in Lucina 15 - 00186 ROMA Tariffa ROC: "Poste italiane spa - Spedizione in a.p. - DL 353/2003 (convertito in legge 27/02/2004 n. 46 ) art. 1 comma 1 DCB ROMA" ANNO L - N. 264 www.agrapress.it mercoledi' 24 settembre 2013 SPECIALE PESCA L'Economia e la politica della pesca nel mondo FRANCIA: PESCA IN ACQUE PROFONDE, IL DIVIETO E' LONTANO – LE MONDE 20 settembre 2013 – Questa volta, Claire Nouvian cambia tattica. Per difendere gli abitanti delle profondita' marine, la fondatrice dell'associazione Bloom tira fuori delle foto affascinanti: svela delle immagini rare del regaleco – il piu' grande pesce osseo del mondo, che puo' raggiungere gli 11 metri di lunghezza – firmate Jean-Charles Granjon, cosi' come delle riprese inedite del polpo "Dumbo", che depone le uova sui coralli delle profondita' marine. [...] Questo esemplare di regaleco e' stato filmato in altissima definizione – e' la prima volta – dalla societa' Saint-Thomas productions, che ha messo le proprie riprese a disposizione della Bloom per sostenere la sua battaglia a favore degli oceani. [...] Lunedi' 16 settembre, [Claire Nouvian] ha riunito al Grand Palais a Parigi, scienziati, eletti, personalita' impegnate come Richard Branson, il fondatore di Virgin, intorno a queste specie emblematiche per lanciare, ancora una volta, un appello a favore degli oceani e contro la pesca in acque profonde, dato che nel praticarla i pescherecci raschiano i fondali e distruggono gli habitat naturali. Non e' un caso se questo evento mediatico ha avuto luogo a qualche giorno di distanza dalla Conferenza ambientale del 20 e 21 settembre. A priori, la fine della pesca a svariate centinaia di metri di profondita' dovrebbe rientrare nel campo delle istanze europee. Nel luglio 2012, il commissario Maria Damanaki aveva avanzato una proposta di regolamento, che avrebbe dovuto sfociare in una forte limitazione di questo tipo di pesca da qui al 2014. Tuttavia, da allora, la pratica non avanza. Il Parlamento Europeo prende tempo e non decide nulla: la presidenza lituana non l'ha nemmeno inserito nell'ordine del giorno dei prossimi consigli dei ministri della pesca. Tutto sembra coniugarsi per rinviare la questione a dopo le elezioni europee. O alle calende greche. […] Nel 2011, la Commissione Europea aveva censito in seno all'Unione solamente 11 navi che catturavano specie di acque profonde piu' di tre giorni l'anno...tra cui 9 pescherecci francesi. [...] L'8 giugno un altro appello lanciato da Bloom, pubblicato su Le Monde, portava la firma di numerosi scienziati, centri di ricerca, di eletti, di ONG. Da allora, l'associazione e' all'origine di una petizione. Dalla nomina di Philippe Martin al ministero dell'ecologia, a luglio, Bloom, Greenpeace e altre ONG gli hanno scritto per esortarlo a tenere fede alle promesse formulate dalla Francia davanti alla comunita' internazionale, in particolare durante la conferenza di Rio+20, in cui si e' impegnata a "difendere l'integrita' della biodiversita' marina e degli ecosistemi marini profondi". Senza nessuna reale risposta fino ad ora. [Martine Valo, quotidiano – a cura di agra press (gin)] (ap) - n. 264 2./.. FRANCIA: UNA PAUSA-PESCA NEL CENTRO DI PARIGI CON LO "STREET FISHING" - "LE POINT" 13 settembre 2013 – Non c'e' bisogno di andare in campagna per dedicarsi alla pratica della pesca. In citta', e' del tutto possibile e ha un nome: street fishing. Cos'e' lo street fishing? Nella traduzione letterale: pesca di strada. Si', si tratta proprio di pescare in citta', perche' di pesci, ce n'e' una pletora a Parigi. Trentadue specie differenti soltanto nella Senna per essere precisi. Da notare che negli anni 1970 solo tre specie erano censite dal Sindacato interdipartimentale per il risanamento dell'agglomerato parigino (SIAAP). Gli sforzi per migliorare la qualita' dell'acqua hanno quindi dato i loro frutti. Oggi, pesce persico, lucci, pesce gatto e altri abitanti acquatici condividono gli spazi per la grande gioia degli appassionati. E' il caso della squadra del negozio French Touch Fishing, pioniere del genere e specializzato nella pesca con l'esca artificiale. Tutti praticano la tecnica del "no kill", che consiste nel rimettere il pesce dentro l'acqua. A Parigi, questo e' anche un imperativo sanitario, perche', se la pesca e' autorizzata, non immaginate nemmeno di poter mangiare le vostre catture. Come ricorda Fred Miessner, il creatore di French Touch fishing: "Il consumo di pesce e' anche vietato, perche' i pesci hanno accumulato nel loro corpo metalli pesanti, PCB, cose che sono estremamente tossiche". [Mathilde Sagaire, settimanale – a cura di agra press (g)] ESTONIA: IL PIANO STRATEGICO RACCOMANDA DI AUMENTARE DI DIECI VOLTE LA PRODUZIONE ITTICA - "BALTIC-COURSE.NET" 12 settembre 2013 – La produzione delle aziende estoni che producono pesce e gamberi dovrebbe essere dieci volte maggiore di quanto non sia attualmente, e il settore nazionale dell'acquacoltura potrebbe ottenere una quota del 50% del mercato locale, si legge nel piano strategico estone per lo sviluppo dell'acquacoltura nel periodo 2014-2020, presentato mercoledi', come riportato dal LETA/Postimees Online. "Con il sostegno della European Fisheries Foundation, negli ultimi anni, e' stata raggiunta una grande capacita' produttiva nel settore estone dell'acquacoltura. Il volume produttivo massimo dei progetti finanziati e' pari a 4.300 tonnellate l'anno", ha dichiarato il ministro dell'Agricoltura Helir-Valdor Seeder. "Attualmente, le aziende estoni del settore dell'acquacoltura vendono quasi 400 tonnellate di gamberi e di pesce d'allevamento l'anno. Pertanto, la produzione delle nostre aziende ittiche potrebbe essere dieci volte maggiore, rispetto a quanto non sia oggi", ha spiegato Seeder. Il piano strategico sottolinea come il settore dell'acquacoltura si trovi ad affrontare la sfida di garantire un vantaggio competitivo al pesce allevato localmente, rispetto al pesce d'importazione. Il piano strategico propone una serie di provvedimenti affinche', entro il 2020, il settore estone dell'acquacoltura possa ottenere una quota del mercato interno pari al 50%, ed essere in grado di esportare maggiori quantita' della sua produzione. La principale chance per il settore e' la cooperazione, sia con le organizzazioni di produttori maggiormente incentrate sullo sviluppo della produzione e sulla commercializzazione, sia con gli scienziati. [portale – a cura di agra press (f)] FRANCIA: IN AQUITANIA I PESCATORI PULISCONO IL MARE - "LA DEPECHE DU MIDI" 10 settembre 2013 – E se i pescatori pulissero il mare dai rifiuti di plastica che lo inquinano? Questa e' l'esperienza che hanno appena fatto Frank e Michel Duhaa, il capo e il proprietario della "Arc-en-Ciel" di Capbreton, nel contesto di un progetto istituito dal Comitato Nazionale della Pesca in collaborazione con la Federazione della Plastica. Dopo una settimana trascorsa in mare, tra Capbreton e la foce dell'Adour al largo di Bayonne, la conclusione dei due uomini e' inappellabile. "Fin'ora non avevamo mai realizzato che ci fosse cosi' tanta plastica galleggiante" dice Michel, con oltre quarant'anni di pesca nel Golfo di Biscaglia. "Abbiamo riportato a terra - spiega Frank - circa 500 kg di maxi rifiuti plastici molto diversi: copertoni, pezzi di reti, lattine, scarpe da immersione, borse, armadietti… Anche le loro origini sono molto differenti: belga, svedese, spagnola, (ap) - n. 264 3./.. francese, britannica… Ora questi rifiuti saranno presi in carico dalla societa' Paprec Recyclage per analizzarli e studiare le possibilita' di valorizzazione". I due pescatori di Capbreton partecipano volontariamente all'esperimento del Comitato Nazionale della Pesca, condotto in parallelo in Normandia e sulla costa del Var. "Il mare per noi e' tutto. Facciamo gia' molte cose per pulire le spiagge, ma niente fin'ora per il mare! La nostra attivita' principale deve naturalmente rimanere la pesca, ma questo puo' generare un complemento di attivita', addirittura creare occupazione, oltre ad essere utile per l'ambiente marino", sottolinea Michel Duhaa. (…) Per questa pesca molto particolare, una rete speciale a strascico e' stata prodotto dalla societa' Thomsea. Consente di "raccogliere" i rifiuti galleggianti tra la superficie e 50 metri di profondita'. Per il Comitato Nazionale della Pesca "questo progetto e' particolarmente innovativo poiche' si avvantaggia delle competenze dei pescatori, unisce la raccolta dei rifiuti solidi in mare per impedire che raggiungano e inquinino le spiagge, al riciclo dei rifiuti solidi una volta sbarcati a terra". La fase sperimentale dovrebbe durare fino al 2014. La speranza e' di vedere nascere a breve una nuova filiera. [Pierre Sauvey, quotidiano – a cura di agra press (g)] GRAN BRETAGNA: LA PRODUZIONE SCOZZESE DI SALMONE AI MASSIMI LIVELLI DAL 2003 - "THEFISHSITE.COM" 9 settembre 2013 – Nel 2012, la produzione scozzese di salmone affumicato ha registrato il livello piu' alto degli ultimi nove anni, con 162.223 tonnellate prodotte. Lo scorso anno, il valore alla produzione del salmone affumicato e' stato pari a 537 milioni di sterline. L'aumento della produzione del 2,7%, segnato nel 2011, fa seguito agli aumenti registrati negli ultimi anni. Paul Wheelhouse, ministro per l'Ambiente e i Cambiamenti Climatici, ha dichiarato: "La Scozia e' rinomata per il pesce d'allevamento e i frutti di mare, squisiti, di alta qualita', e sani. Siamo noti in tutto il mondo per le migliori pratiche nel campo dell'acquacoltura. Il salmone rappresenta il nostro prodotto alimentare maggiormente esportato, e sono soddisfatto per la continua crescita della produzione nel 2012. "Anche il numero delle persone che lavorano nel settore dell'acquacoltura ha registrato segno positivo, con una crescita del 5%, e piu' di 1.500 persone impiegate in tutta la Scozia, molte delle quali in comunita' remote e rurali. "Il governo scozzese sostiene pienamente la crescita sostenibile del settore nel rispetto dell'ambiente marino – come dimostrato nel nostro Aquaculture and Fisheries (Scotland) Act 2013. Cio' consentira' alla Scozia di mantenere gli obiettivi di una crescita sostenibile dell'acquacoltura entro il 2020, cosi' come disposto nel recente documento Marine Plan Consultation. Non vedo l'ora di impegnarmi ulteriormente, con il settore, e con i principali soggetti interessati, allo sviluppo del comparto, attraverso il Gruppo Ministeriale sull'Acquacoltura Sostenibile". [portale – a cura di agra press (f)] FRANCIA: UN ACCORDO PER RIDURRE LA PESCA DEL TONNO ROSSO - "LE FIGARO" 5 settembre 2013 – Alcune nazioni dell'Asia-Pacifico giovedi' hanno deciso di ridurre del 15% il volume della pesca dei giovani tonni rossi nella zona, un accordo giudicato da Greenpeace insufficiente per proteggere questa specie in via di estinzione. Nove paesi e territori, tra cui il Giappone, gli Stati Uniti, la Cina, la Corea del Sud e Taiwan, hanno concluso l'accordo dopo un incontro di quattro giorni nell'ambito della Commissione per la pesca del Pacifico occidentale e centrale (WCPFC) a Fukuoka (Giappone meridionale). Queste nove economie si sono accordate per ridurre del 15% nel 2014 le loro catture di tono rosso sotto i tre anni, in rapporto alla media delle catture tra il 2002 e il 2004, si e' appreso da un responsabile dell'Agenzia giapponese della pesca. L'accordo dovra' essere approvato all'assemblea annuale della Commissione, prevista per dicembre in Australia. L'associazione per la difesa dell'ambiente Greenpeace ha giudicato questa riduzione insufficiente, chiedendo un divieto totale della pesca al tonno rosso, almeno fino a quando le scorte non inizieranno a ricostituirsi. (ap) - n. 264 4./.. Greenpeace dice di sperare che il Giappone, di gran lunga il primo consumatore di tonno rosso, possa adottare misure efficaci per "garantire la sostenibilita' della pesca al tonno rosso nel Pacifico". L'associazione sottolinea che la pesca su scala industriale uccide troppi giovani tonni, prima che si siano riprodotti, col rischio di annientare questa specie particolarmente apprezzato dagli amanti del sushi, in Giappone e altrove. [AFP/Figaro Nautisme, quotidiano – a cura di agra press (g)] GIAPPONE: LA COREA DEL SUD VIETA I PRODOTTI ITTICI PROVENIENTI DALLA REGIONE DI FUKUSHIMA - "BIGSTORY.AP.ORG" 5 settembre 2013 – La Corea del Sud sta vietando tutte le importazioni ittiche provenienti dalla regione giapponese di Fukushima, in conseguenza della crescente preoccupazione dell'opinione pubblica per la contaminazione radioattiva che, stando a quel che si dice, ha determinato un netto calo del consumo di pesce. Venerdi', il Ministero degli Oceani e della Pesca ha dichiarato di aver adottato il provvedimento a causa delle informazioni insufficienti provenienti da Tokyo, in merito a cio' che accadra' in futuro con l'acqua contaminata che fuoriesce nel Pacifico da una centrale nucleare danneggiata. Seoul ha imposto un divieto parziale sul pesce giapponese dopo il terremoto e lo tsunami del marzo del 2011, che hanno causato una fusione del nocciolo nella centrale di Fukushima. Tutti i prodotti ittici provenienti da Fukushima e da sette altre prefetture vicine sono, oggi, vietati. Gli scienziati hanno rilevato alti livelli di cesio radioattivo nel pesce pescato vicino all'impianto nucleare. La pesca al largo di Fukushima e' chiusa. [portale – a cura di agra press (f)] GERMANIA: I TEDESCHI CONSUMANO MENO PESCE, MA PIU' CARO - "DIE WELT" 3 settembre 2013 - Nell'anno passato il costo del pesce e' fortemente salito: mentre i prezzi dei prodotti alimentari sono mediamente cresciuti del 3,4 per cento, il prezzo del pesce ha subito un aumento di circa il 5 per cento. Le conserve ittiche, in particolare, hanno conosciuto un forte rincaro, pari in media al 12 per cento. Cio' sarebbe da attribuire all'aumento dei prezzi delle materie prime e ai crescenti costi di trasformazione, stima il Centro d'informazione sui pesci di Amburgo [Fiz], secondo cui il trend al rialzo continuera' anche quest'anno (…). Le conseguenze si sono fatte immediatamente sentire: ogni tedesco ha mangiato lo scorso anno 15,2 chili di pesce, ovvero 300 grammi in meno rispetto all'anno precedente, quando gia' si era registrata una diminuzione dei volumi consumati, ma di soli 100 grammi. L'industria ittica tedesca prevede, tuttavia, per il 2013 una ripresa dei consumi. Solo per fare un confronto: l'anno scorso, secondo le stime della Fao (...), il consumo pro capite a livello mondiale ammontava a 19,2 chili. (…) Il settore ittico tedesco non ha pero' ragione di lamentarsi. Nell'anno passato, anche a causa dei rincari dei prezzi, la spesa dei tedeschi per i prodotti ittici ha infatti raggiunto un nuovo record, toccando quota 3,3 miliardi di euro: un buon 1 per cento in piu' rispetto all'anno precedente. Dall'inizio del 2013 i consumatori hanno inoltre speso ben il cinque per cento in piu' rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Qualche nota dolente si ravvisa invece nella classifica dei pesci maggiormente acquistati. (...) Al primo posto continua a rimanere il pollack d'Alaska, seguito dall'aringa, il salmone, il tonno e il pangasio. Quest'ultimo pesce d'allevamento, di cui si e' tanto dibattuto, potrebbe pero' essere spodestato quest'anno dalla sua quinta posizione, situandosi a una distanza di appena 0,1 punti percentuali dalla trota. Gli ambientalisti hanno infatti sollevato delle critiche riguardo ai metodi adoperati negli allevamenti ittici di questa specie, ad esempio in Vietnam, e anche alcuni cuochi preferiscono non utilizzarlo, in quanto, in molti casi, presenta un elevato contenuto di acqua. In fondo alla classifica vi sono poi la rana pescatrice, la tilapia d'allevamento e il merluzzo. (ap) - n. 264 5./.. Per quanto riguarda i volumi acquistati, si attesta in prima posizione il pesce surgelato, con una quota del 29 per cento, a cui seguono i prodotti ittici conservati e sott'olio. Nel quasi 50 per cento dei casi i prodotti sono stati acquistati nei discount. Le vendite di pesce fresco hanno invece subito un calo, dal 10 al 9 per cento, ponendosi alle spalle del pesce affumicato (...). Come rende noto lo stesso centro d'informazione, circa un terzo dei tedeschi consuma il pesce fuori casa: nei ristoranti o nei chioschi del pesce. Dal parte sua, l'organizzazione ambientalista Greenpeace osserva pero' come i grandi commercianti al dettaglio di prodotti alimentari spingano i prezzi del pesce verso il basso (...). "In Germania si paga troppo poco per un filetto di pesce. I consumatori non sono disposti a pagare un prezzo equo per i prodotti ittici", ha dichiarato la biologa marina di Greenpeace Iris Menn. Inoltre, numerosi stock ittici sono ancora a rischio, perche' non vengono gestiti in modo sostenibile. La maggior parte del pesce che viene venduto o trasformato in Germania proviene dall'estero: l'89 per cento deriva dalle esportazioni, mentre solo l'11 per cento dalla pesca locale. Il principale paese d'importazione verso la Germania e' la Polonia, che detiene una quota del 15 per cento, seguita da Cina e Norvegia, ciascuna delle quali con una quota che sfiora il 12 per cento. Da Usa e Vietnam proviene il 5,5 e il 4 per cento delle importazioni (...). I tedeschi del nord si confermano i principali consumatori di pesce: Amburgo e Meclemburgo-Pomerania anteriore hanno ulteriormente aumentato il loro consumo di pesce pro capite, raggiungendo rispettivamente i 7,2 e i 6,4 chili. Fanalini di coda tra gli stati federati rimangono, invece, il Saarland, l'Assia e il Baden-Wuerttemberg. La media nazionale e' pari a 5,2 chili. Tali cifre differiscono dai valori sopra menzionati in quanto a fornirle e' stata la Societa' per le ricerche sul consumo (GfK): esse si riferiscono al peso del prodotto, comprensivo anche della confezione in cui viene venduto, mentre il calcolo del Centro d'informazione sui pesci e' basato sul peso delle catture, ovvero sull'intero pesce. Di fronte alla grande importanza che il pesce riveste a livello nutritivo, l'industria ittica tedesca appare relativamente sviluppata. I dipendenti del settore ammontano a sole 42.000 unita', e appena nove sono i pescherecci impegnati nella pesca d'altura, a cui si aggiungono 1.540 tra pescherecci e altre imbarcazioni da pesca. (...) [Birger Nicolai, quotidiano - a cura di agra press (i)] GIAPPONE: FUKUSHIMA, TEPCO IMPOTENTE DI FRONTE ALLA RABBIA DEI PESCATORI - "LE POINT" 30 agosto 2013 – Naomi Hirose, responsabile di Tepco, ha detto ai pescatori giapponesi, che gli rimproveravano la sua incapacita' durante la gestione dell'acqua contaminata, che era "dispiaciuto". I pescatori giapponesi si sono arrabbiati contro il responsabile della compagnia di elettricita' Tepco, mentre tentava invano di spiegare loro le misure prese per far fronte alle perdite in mare di acqua radioattiva dalla centrale devastata di Fukushima. "Pensiamo che il modo con cui la vostra azienda gestisce l'acqua contaminata e' fallimentare", ha detto infastidito Hiroshi Kishi, capo di JF Zengyoren, federazione di oltre 1000 cooperative di pesca in Giappone. "Siamo estremamente preoccupati per l'impatto incommensurabile [di questa gestione] sul futuro della nostra industria", ha proseguito di fronte al responsabile di Tokyo Electric Power (Tepco) impotente. "Siamo davvero dispiaciuti, adotteremo le massime precauzioni", ha risposto quest'ultimo, Naomi Hirose. E' venuto a presentare il metodo col quale il suo gruppo conta di rimediare ai gravi problemi dovuti alla perdita di acqua inquinata da cesio, stronzio e altri elementi dannosi, nell'oceano Pacifico, vicino alla centrale distrutta dallo tsunami dell'11 marzo 2011. Tepco ha deciso di istituire una cellula di crisi e di rafforzare le squadre di terra per evitare che si ripeta un "grave incidente" come la recente fuga di 300 tonnellate di acqua altamente radioattiva da un serbatoio di raccolta. Una parte di questo liquido contaminato e' colato nell'oceano. La pesca al largo di Fukushima, che era stata parzialmente rilanciata dal giugno 2012, sara' nuovamente fermata dal primo settembre a causa degli accresciuti rischi di contaminazione (ap) - n. 264 6./.. dovuti alle perdite, alcune delle quali dal seminterrato della centrale, che durano in realta' da oltre due anni. Di fronte alla crescente preoccupazione non solo dei pescatori ma di tutta la popolazione nipponica e straniera, il governo giapponese non smette di promettere in questi ultimi giorni che interverra' direttamente per aiutare Tepco a risolvere questo drammatico problema dell'acqua contaminata. "Noi vogliamo che lo Stato si faccia seriamente carico di condurre le operazioni", ha insistito il rappresentante dei pescatori. In totale, Tepco deve gia' far fronte a circa 400.000 tonnellate di acqua inquinata sepolta nel sottosuolo o immagazzinata in serbatoi, un volume che aumenta ogni giorno di 400 tonnellate, senza contare le circa 300 tonnellate che vanno in mare tutti i giorni. "Il nostro primo dovere e' quello di proteggere l'ambiente e le persone, con l'adozione di misure per ridurre al minimo il rischio di incidenti e, se necessario, per evitare un aggravamento", ha dichiarato giovedi' in una conferenza stampa il capo dell'autorita' indipendente di regolamentazione nucleare, Shunichi Tanaka. "Non siamo di certo in una situazione in cui tutte le risorse marine sono contaminate dalla radioattivita', ma credo che sia necessario seguire cio' che sta accadendo in modo sistematico e fornire informazioni al pubblico. E' quanto stiamo iniziando a fare", ha assicurato Tanaka. Finora, i prelievi e i controlli dell'acqua di mare sono svolti da diverse istituzioni e nessuna sa a che santo rivolgersi. Mercoledi', Tepco aveva pubblicato gli ultimi risultati dei propri test su diverse specie di pesci catturati nel raggio di 20 chilometri al largo della centrale, ma queste misure sono estremamente limitate e non ispirano alcuna fiducia del pubblico. [fonte AFP, settimanale – a cura di agra press (g)] NOTIZIARIO TRASMESSO ALLE 11:20 E' vietata la riproduzione totale o parziale e la distribuzione con qualsiasi mezzo delle notizie di AGRA PRESS, salvo espliciti e specifici accordi in materia con citazione della fonte. I TESTI CITATI SONO DISPONIBILI CON RIFERIMENTO AL NUMERO DI NOTIZIA Tel 0668806721 - fax 0668807954 - email [email protected]