16°edizione2009-10 1 rassegna - Il cineforum "Il posto delle fragole"

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16°edizione2009-10 1 rassegna - Il cineforum "Il posto delle fragole"
1° Rassegna 16° EDIZIONE 2009 – 2010
www.cineforumoleggio.it
15 ottobre 2009
MILK di Gus Van Sant – Usa, 2009, 128 min.Premio
Oscar 2009
Miglior Attore
Protagonista a Sean Penn, Emile Hirsch, James Franco,
Josh Brolin, Diego Luna, Alison Pill, Victor Garber, Denis
O'Hare, Joseph Cross, Stephen Spinella. Dist Bim
IL FILM: Attivista del movimento dei diritti degli omosessuali.
Amico. Amante. Unificatore. Politico. Combattente. Icona. Ispiratore.
Eroe. La sua vita ha cambiato la storia, e il suo coraggio ha cambiato
la vita di tante persone. Nel 1977, Harvey Milk è stato eletto
supervisor (consigliere comunale) a San Francisco, divenendo il
primo omosessuale dichiarato ad avere accesso a una importante
carica pubblica in America. Harvey Milk ha incarnato per molti –
dagli anziani agli iscritti al sindacato - una nuova figura di militante
per i diritti civili...
LA RECENSIONE: Ciò che colpisce particolarmente del film è la
perfetta ricostruzione dell' epoca e la scelta di un tono sobrio ed
essenziale, che minimizza la retorica, con la possibile eccezione dell' uso della musica lirica nei momenti più
drammatici. Le forze violente e ottuse della reazione appaiono per lui (come per Van Sant) un tradimento dell' idea
stessa di America. (Antonio Monda – la Repubblica)
Straordinaria operazione di equilibrismo formale e politico quella di Gus Van Sant, per rendere giustizia
all’uomo e al suo lascito senza rinunciare alla commozione. Autentico period piece cui la fotografia
dell’immenso Harris Savides (Zodiac, American Gangster) conferisce volumi, colori e forme impeccabili.
Film TV
22 ottobre 2009
STELLA di Sylvie Verheyde – Francia, 2008, 102 min.
Festival di Venezia 2008, con Léora Barbara, Karole Rocher, Benjamin Biolay, Mélissa Rodriguez,
Laetitia Guerard, Guillaume Depardieu, Johan Libéreau, Jeannick Gravelines, Dist. Sacher
IL FILM: Parigi, 1977. Stella è una ragazzina di undici anni che
vive in un quartiere operaio. Ammessa a frequentare una
prestigiosa scuola parigina, incontra Gladys, figlia di esuli ebrei
argentini. Prima che Gladys le offra le parole che le mancano,
Stella è cresciuta con i testi del juke-box, per casa un rumoroso
bar di periferia e per famiglia una schiera di disadattati e
alcolisti... La fatica e la bellezza del crescere, dal punto di vista
di una giovane alunna “fuori posto”.
LA RECENSIONE: Delicata storia di formazione che si
consuma tra gli ambienti rudi e fumosi di un bar con partite a
biliardo e tradimenti coniugali, e il valore dell’istruzione come
vettore d’indipendenza ed emancipazione. Nel mezzo i rapporti
con una compagna di classe della borghesia che non la
discrimina, con un’amica che vive l’asprezza di una vita rurale e
l’amore impossibile per il bel tenebroso Alain- (Massimo
Zanichelli – Fuorischermo.net)
Diretto da Sylvie Verheyde, che giura essersi ispirata alla sua
biografia, e ambientato in una Ville Lumière perfettamente calata
nel suo abito vintage, Stella appartiene a un sottofilone del
cinema francese che potremmo definire del “romanzo di
formazione”, con le sue regole e i suoi riti, in questo caso tutti
rispettati, e che se declinato al femminile ha un capostipite, Zazie nel metrò di Louis Malle (1959), qui
debitamente omaggiato.FilmTV
30 ottobre 2009
TI AMERÓ SEMPRE di Philippe Claudel
Germania 2008, Dur 115 min
con Kristin Scott Thomas, Elsa Zylberstein, Serge Hazanavicius, Laurent Grévill, Frédéric
Pierrot, Claire Johnston, Catherine Hosmalin, Jean-Claude Arnaud, Olivier Cruveiller, Lise
Ségur. Prodotto in Francia, Germania.. Dist. Mikado
IL FILM: Dopo aver trascorso quindici anni in prigione, la
quarantenne Juliette torna in libertà e viene accolta dalla
sorella Léa nella sua famiglia. Poco a poco, tra le due, si
scioglie il gelo creato da anni di distanza, e si instaura di
nuovo un rapporto basato sulla reciproca fiducia.un film
sulla forza delle donne, sulla loro capacità di resistere, di
rimettere insieme i pezzi delle loro vite e di rinascere.
NOTE DI REGIA: «Scrivo romanzi con lo spirito di un
regista ma giro film come un romanziere. I lettori spesso mi
dicono che i miei romanzi sono molto “visivi”. In questo
caso è esattamente l'opposto, ho adattato tecniche narrative
ad un racconto per immagini. Volevo rimanere fermo sui
volti e dare agli attori il tempo di rivelare le sfumature più
intime del proprio personaggio. La scelta delle
inquadrature e il ritmo del montaggio sono stati altrettanto
fondamentali: sono stufo del cinema odierno “sincopato”,
che ci bombarda con i montaggi ultra rapidi, con le sue immagini e i movimenti di camera in
ogni direzione. Penso che sia importante tornare a imparare l'arte di aspettare, di avere
pazienza e persino di guardare . (Philippe Claudel)
Claudel dipana sapientemente i contorni di un mistero, lo riempie di luci e di ombre, offre in
sacrificio il volto sofferto di Kristin Scott Thomas. In ogni immagine si può ritrovare qualcosa
di vero, e questo ci può bastare. (Film TV)
Venerdì 6 novembre 2009
IL GIARDINO DI LIMONI di Eran Riklis - Israele, 2008, 106 min.
Festival di Berlino 2008 – Premio del Pubblico Hiam Abbass, Doron Tavory, Ali Suliman, Rona
Lipaz-Michael, Tarik Kopty, Amos Lavi, Amnon Wolf, Smadar Jaaron, Danny Leshman, Hili
Yalon. Prodotto in Francia, Germania, Israele. Durata: 106 minuti. Distribuito in Italia da Teodora
IL FILM: Salma, una vedova palestinese che vive in un
villaggio della Cisgiordania, scopre che il suo nuovo
vicino di casa è il Ministro della Difesa israeliano.
Quando, per ragioni di sicurezza, le viene intimato di
abbattere quel giardino di limoni che rappresenta il suo
unico sostentamento e le sue stesse radici, la donna non
si dà per vinta e porta la causa in tribunale.
LA
RECENSIONE: Dal regista de La sposa siriana, una
storia emozionante sul coraggio di una donna in lotta
per la libertà e un appassionato messaggio di speranza.
È un film sull’altro, sul desiderio di incontro, sulla
necessità di difendere la propria identità. Un valore che
troppo spesso si smarrisce nelle finte relazioni.»
(Matteo Mazza – Fuorischermo.net I territori “esteri”
coincidono con il giardino di chi ci vive accanto, lo stato
straniero e ostile si identifica con una donna che
innaffia le sue piante: con questa forzatura Riklis riesce
a far esplodere le contraddizioni, la follia e la demenza
della situazione mediorientale. Una regia asciutta e
controllata, attori magnifici pieni di orgoglio: il film, nel contrarre forzatamente i confini
dello stato israelo-palestinese dentro i limiti di un giardino, comprime anche il dolore, la
rabbia e le fobie psicologiche dei popoli. Un film più estremo di quello che sembra. FilmTV
12 novembre 2009
IL MIO VICINO TOTORO di Hayo Miyazaki
dur 86’ distr Luky Red
IL FILM: Le vicende del film sono ambientate
nell'hinterland di Tokyo nei primi anni cinquanta.
Protagoniste due bambine, Satsuki di undici anni, e Mei di
quattro, che si trasferiscono con il padre nel villaggio di
campagna di Matsu no go per stare più vicini alla loro
mamma, ricoverata in ospedale. Per le due bambine è un
viaggio alla scoperta della natura e delle sue forze. Satsuki e
Mei incontreranno per primi i makkurokurosuke (nel libro
definiti susuwatari), spiritelli della fuliggine che infestano le
vecchie case abbandonate e che solo i bambini possono
vedere; successivamente Mei farà la conoscenza di Totoro,
uno spirito buono nascosto dentro un albero di canfora. Un
essere dall'aspetto un pittoresco: un incrocio tra una talpa, un
orso e un topo. Totoro, il guardiano della foresta.
LA RECENSIONE: L’universo di Miyazaki è un grande
zoo composto da creature magnifiche e fantastiche, una sorta
di libro disegnato dalle forme e colori fuori dall’immaginario.
Totoro rappresenta sia il simbolico re del bosco che quel Dio pronto ad aiutare le due bambine nel
momento del bisogno. Mondo animale e umano coincidono quando l’occhio è puro come quello di
un fanciullo. Sono tanti i riferimenti, più o meno espliciti, all’iconografia e alla cultura nipponica,
come sempre accade per Miyazaki.
19 novembre2009
FROZEN RIVER di Courtney Hunt – Usa, 2009, 97 min.
Melissa Leo, Misty Upham, Michael O'Keefe, Mark Boone Junior, Charlie McDermott, James
Reilly, Dylan Carusona, Jay Klaitz, Michael Sky, John Canoe. Dist. Archibald Enterprise
IL FILM:Ray (Melissa Leo) è stata lasciata dal marito e sta per
perdere l'anticipo per la casa prefabbricata acquistata da poco che
dovrebbe sostituire quella ormai a pezzi dove vive con i suoi due
figli. Il suo lavoro di commessa non le basta per racimolare i
soldi che mancano e così, per trovare il denaro che le manca, si
unisce a Lila, una donna mohawk (Misty Upham), in un traffico
di clandestini dal Canada attraverso la riserva indiana lungo il
fiume San Lorenzo. Il rapporto occasionale e inizialmente duro
tra le due donne finisce però per mostrarsi destinale per
entrambe, mostrando la forza di una solidarietà interamente
femminile.
LA RECENSIONE: Sole e tragicamente private dei loro
compagni, Ray e Lila sono quasi virili nei loro bruschi modi e
nei loro silenzi, ma sono madri sopra ogni altra cosa. Ed è la
maternità il cuore di una pellicola che, girata con mezzi
estremamente limitati, riesce a raccontare questo bizzarro legame
con elementi di dramma, thriller e persino action. Lo script
dell'esordiente Courtney Hunt è interessante nella sua laconica
essenzialità e nell'appoccio onesto a personaggi ostici, induriti
dalla povertà che l'autrice non tenta minimamente di ingraziare
allo spettatore. (Alessia Starace) C’è la suspense di un buon thriller che sa evitare soluzioni scontate, ma
soprattutto vi si trova l’attenzione per i personaggi ai margini e l’ambiente, sociale e naturale, del miglior
cinema indipendente americano. Straordinarie le due interpreti. (Film TV)
26 novembre 2009
TUTTA COLPA DI GIUDA
- di Davide Ferrario del 2009, Durata: 102
con Kasia Smutniak, Luciana Littizzetto, Fabio Troiano, Gianluca Gobbi, Cecco Signa,
Cristiano Godano, Paolo Ciarchi, Linda Messerklinger, Angela Vuolo, Christian
Konabité.DistWarnerB.
IL FILM: Irena è una giovane regista che accetta l'invito di
Don Iridio, cappellano di un carcere, di realizzare con i
detenuti uno spettacolo in occasione della Pasqua. Ma la
rappresentazione ha un intoppo. Nessuno dei carcerati - per
motivi impliciti ma evidenti - accetta la parte di colui che ha
tradito: Giuda. E mentre Irena si trova a combattere con il
suo cuore e contro chi le rema contro, ha un'improvvisa
"rivelazione": e se nella storia non ci fosse Giuda? Se le cose
per una volta andassero in tutt'altro modo da come la
religione ci ha abituato a credere da 2000 anni?
LA RECENSIONE Una sorta di mockumentary riprodotto
in un carcere, dove il realismo gioca e flirta con una nuova
idea di cinema, una nuova cinepresa/telecamera, una
rinnovata voglia di andare a guardare al di là degli steccati
(culturali, professionali, umani) di cui si nutrono gli
stereotipi, i pregiudizi, le politiche esclusivamente repressive.
Oltre allo sguardo internazionale di Ferrario, l’opera si
alimenta del corpo e degli occhi di una freschissima Kasia Smutniak. E dei volti e delle facce
di decine e decine di detenuti veri. Film TV. La portata del pensiero laico di Ferrario, sempre
ironico è tagliente, risulta in tutta la sua forza da queste scelte, portate avanti senza che ci si
abbandoni mai nei dialoghi a toni didascalici e predicatori.
3 Dicembre
TERRA MADRE
di Ermanno Olmi del 2009. Italia. Durata: 78 minuti.
Distribuito in Italia da Bim Con Ampello Bucci, Maurizio Gelati, Carlo Petrini, Pier Paolo Poggio, Marco
Rizzone, Aldo Schiavone, Vandana Shiva, Angelo Vescovi.
Vivere con meno sarà il nuovo Rinascimento". Questo il motto del
regista Ermanno Olmi che, col suo Terra Madre. Il maestro Olmi ha
accettato la proposta di dirigere un documentario dedicato al meeting
internazionale organizzato da Slow Food che si è tenuto a Torino dal
26 al 30 ottobre 2006 e ne ha approfittato per proseguire con grande
coerenza un discorso intrapreso più di trent'anni fa con L'albero degli
zoccoli, capolavoro dedicato al mondo contadino. La risposta di Olmi
alla globalizzazione alimentare imperante nella società dello spreco, i
cui prodotti sono da un lato i ragazzini obesi dell'America opulenta e
dall'altro i bambini scheletrici dell'Africa, è la pratica dell'economia
locale. E' possibile un ritorno a un sistema agricolo ecocompatibile e a
misura d'uomo?
Dichiara Wanda Shiva: «Noi siamo il prodotto della madre terra, cioè
siamo cibo e se il cibo è felice saremo felici. Se è troppo, distribuito per
essere sprecato, e avvelenato, mal drogato, saremo avvelenati
dall'unico valore etico, ma geneticamente modificato, ormai
sopravvissuto, il profitto».
10 dicembre 2009
TEZA di Haile Gerima – Etiopia, 2008, 140 min.
con Abvetedla, Aaron Arefe, Takelech Beyene, Abiye Tedia. Dist. Ripley's Film
Festival di Venezia 2008 – Premio Speciale della Giuria e Miglior Sceneggiatura
IL FILM: Etiopia, 1990. Anberber è tornato al suo
villaggio senza una gamba e con la testa affollata dai
fantasmi. Lasciata l'Etiopia imperiale di Haile Selassie e
rientrato in quella socialista di Haile Mariam Menghistu,
Anberber ha studiato medicina nella Germania degli anni
Settanta, interessata da una massiccia immigrazione
africana e percorsa da tensioni e discriminazioni razziali. Il
suo sogno più grande è quello di ritrovare l'abbraccio
materno e di prendersi cura del suo popolo, afflitto dalle
carestie e vessato da secoli di regimi dispotici. Rimpatriato
e presa coscienza del disordine politico e sociale in cui
versa il suo paese, scampa a un linciaggio e cerca conforto
nel villaggio natio... LA RECENSIONE: il film percorre
solennemente la storia dell' Etiopia dal colonialismo
italiano alla dittatura filosovietica di Menghistu a oggi.
Attraverso la voce e il corpo narranti di un medico, la cui
esistenza è a sua volta attraversata da insostenibili
contraddizioni: tra l' emigrazione in Germania e il remoto
villaggio natale, tra l' idealismo progressista e l' arretratezza
autoritaria comunque sia ideologicamente colorata, tra gli
strumenti conoscitivi della modernità e quelli introspettivi della tradizione tribale. (Paolo
D’Agostini )
17 dicembre 2009
L’OSPITE INATTESO film di Thomas McCarthy del 2007, USA. Dur 103 ‘
con Hiam Abbass, Amir Arison, Danai Jekesai Gurira, Richard Jenkins, Maggie Moore, Tzahi
Moskovitz, Laith Nakli, Haaz Sleiman, Waleed Zuaiter, Marian Seldes. Dist. da Bolero Film
IL FILM:Walter Vale, professore universitario di Economia,
vive una vita monotona .Quando Walter di malavoglia accetta di
sostituire un collega a una conferenza a New York City, scopre
con sorpresa che il suo appartamento, da tempo disabitato, è
stato affittato con un imbroglio al siriano Tarek e alll’africana
Zainab. Dopo il primo momento di spavento e di sconcerto, si
stabilisce un dialogo e il professore accetta di dare loro
ospitalità. Il contatto casuale si trasforma in un'occasione
importante che cambierà le vite dei tre protagonisti.
LA RECENSIONE:L'ospite inatteso è un film d'incontri che
spiega come gli esseri umani possano cambiarsi le esistenze
quando la conoscenza e le emozioni intervengono nei rapporti
interpersonali. D'altra parte istituzioni e autorità provvedono
sistematicamente a distruggere sogni o anche solo quotidianità
serene: non importa se sei onesto o se la tua presenza è
importante per qualcun'altro, se hai sbagliato in qualche modo
devi essere punito e la legge va applicata senza chiedere il
permesso ai diritti fondamentali perché in un'epoca come
questa, ossessionata dal terrorismo, non c'è spazio per ascoltare
le tue giustificazioni.(Massimo Borriello) Richard Jenkins è il
vero maratoneta del film: approccio minimalista e rivelazione
graduale di sé. Il suo personaggio è lo specchio di un paese che
ha perso la capacità di accogliere l’altro, ma forse non del tutto l’energia e la fiducia nel domani. (Film TV)
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