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STRUMENTI
23-02-2006
Provincia Autonoma di Trento
Assessorato all’Istruzione
e alle politiche giovanili
[email protected]
www.ilgiocodeglispecchi.org
Vivere altre vite
Capire altre storie
Cinema e narrativa raccontano le diversità
Vivere altre vite - Capire altre storie
Copertina vite
gennaio 2006
STRUMENTI
VIVERE ALTRE VITE
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Vivere altre vite. Capire altre storie
Cinema e narrativa raccontano le diversità
dicembre 2005
didascalie STRUMENTI
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Provincia Autonoma di Trento
Assessorato all’Istruzione e alle politiche giovanili
Dipartimento Istruzione
I testi della pubblicazione sono di:
Chiara Xodo per la parte filmografica
Maria Rosa Mura per la bibliografia
dell’Associazione A.T.A.S. - Cultura di Trento
Comunicazione e iniziative editoriali
Mario Caroli - coordinatore
Tel. 0461/497268
Composizione e Stampa: Litografica Editrice Saturnia - Roncafort di Trento
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PRESENTAZIONE
L’esperienza quotidiana insegna che le diversità esistono, e che non
si diventa uguali semplicemente negando questo assunto. Le diversità ci sono, sono un aspetto della vita e proprio per questo vanno
accettate.
Non si può negare che ogni essere umano non è eguagliabile ad altri
per caratteristiche innate o culturali, ed è riconosciuto che in nessun
luogo della terra esistono persone fra loro perfettamente identiche.
Ogni individuo, di fatto, è un complesso insieme di caratteristiche
che lo definiscono e, al contempo, lo diversificano. Talune diversità
fisiche, come il colore della pelle, la statura o il colore degli occhi,
hanno origine dal patrimonio genetico che ogni persona eredita dai
propri genitori e, per questo, si possono dire innate. Anche il carattere varia da persona a persona, ma è invece il risultato di influenze
apportate dall’ambiente sociale e dall’educazione ricevuta. Infine,
ogni essere umano ha proprie specificità culturali.
Può accadere che in alcune circostanze le diversità degli altri non ci
piacciano e ci mettano a disagio, ma questo in sé non è sbagliato.
È invece grave pretendere che gli altri siano uguali a noi e che assumano i nostri stessi comportamenti. Basterebbe imparare a superare la paura, il più delle volte, la diffidenza nei confronti delle diversità e sforzarsi di sperimentare ciò che è diverso nella situazione
data, ciò che si discosta dal nostro modo d’intendere la normalità.
Non bisogna quindi temere di prendere atto delle diversità e nemmeno di manifestare le ragioni per cui alle volte le si trova sgradevoli. Le diversità si possono affrontare ed anche accettare.
Partendo però da un’analisi di quanto si ha in comune, e non di ciò
che ci allontana, si ottengono maggiori risultati, si crea una piattaforma di simpatia umana che permette di affrontare più serenamente le diversità senza creare da subito sterili contrapposizioni. Si crea
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quella zona di scambio in cui può affermarsi una soluzione prima
impensata e nascere una nuova, più ricca, cultura.
Lo scopo di questo fascicolo è quello di offrire ad insegnanti, operatori ed educatori sociali che intendono formare i più giovani alla
accettazione della diversità, una pubblicazione ragionata: filmografia e bibliografia insieme.
Quanto alla scelta del linguaggio, il cinema e la narrazione sono
strumenti d’eccezione per comprendere i luoghi ed i tempi di cui
non si ha esperienza diretta. Essi stimolano infatti sentimenti di
empatia che legano definitivamente lo spettatore/lettore alle situazioni che gli vengono presentate.
Si raccomanda agli insegnanti una visione preliminare delle pellicole di seguito indicate, in modo da adattarle al gruppo di giovani e
da prepararli in modo adeguato. Allo stesso modo anche l’età consigliata per ogni singolo film non deve essere intesa in modo rigido,
ma discussa rispetto agli spettatori.
La selezione dei testi letterari è stata pensata come approfondimento per gli adulti, può essere utilizzata anche con i giovani sempre
previa lettura e/o selezione di pagine. Per facilitare questo compito
vengono anche fornite indicazioni di racconti e di singole pagine
che evidenzino il tema trattato.
Infine, per rendere più semplice la reperibilità dei film, la quasi totalità delle proposte di questo volume è stata selezionata tra i materiali disponibili presso il Centro Audiovisivi della Provincia Autonoma
di Trento.
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Questo lavoro si inscrive all’interno del progetto Il Gioco degli
Specchi dei volontari dell’associazione a.t.a.s. Cultura.
Il Gioco degli Specchi è un colloquio con l’altro, è la riflessione sulla
propria storia. Ascoltare le voci di autori ed artisti, emozionarsi al
vissuto dei personaggi di un film è essenziale per considerare gli
altri come persone, riconoscere i pregiudizi che ciascuno si porta
addosso e creare le premesse per costruire un modello di società più
giusta, pacifica, democratica e solidale.
Il Gioco vuole coinvolgere in profondità il tessuto sociale, in primo
luogo quello trentino da cui nasce, ma non solo. Non si accontenta
di organizzare dall’alto eventi, chiede alle associazioni, alle scuole, ai
media, a gruppi, a singoli di partecipare facendo conoscere qualche
loro personale iniziativa coordinata nel progetto.
A Trento propone ad anni alterni un Festival di letteratura migrante ed una rassegna cinematografica, con attenzione anche al vissuto degli emigrati italiani. Di continuo, nel corso dell’anno, organizza incontri con autori e studiosi, letture. spettacoli, laboratori,
mostre e tutte le attività che stimolino la conoscenza reciproca, il
dialogo ed uno scambio tra tutte le persone che compongono la
società.
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INDICE
L’uso del linguaggio cinematografico:
una scelta metodologica
p. 9
PERCORSI
1. Disabilità fisiche e mentali/cognitive
p. 13
La petite vendeuse de soleil di Djibril Diop Mambety
Kenny di Claude Gagnon
Frankie delle stelle di Michael Lindsay-Hoog
L’ottavo giorno di Jaco Van Dormael
Pauline & Paulette di Lieven Debrauer
Bibliografia collegata al tema
2. Diversità generazionali
p. 29
Yaaba di Oueodraogo Idrissa
Kolya di Jan Sverak
Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano di François Dupeyron
Da quando Otar è partito di Julie Bertucelli
Bibliografia collegata al tema
3. Diversità culturali
p. 41
Sognando Beckham di Gurinder Chadha
Fa’ la cosa giusta di Spike Lee
Un’anima divisa in due di Silvio Soldini
Mio figlio il fanatico di Udayan Prasad
Bibliografia collegata al tema
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4. Diversità “razziali”
p. 55
Arrivederci ragazzi di Louis Malle
Pomodori verdi fritti alla fermata del treno di Jon Avnet
La paura mangia l’anima di Rainer Werner Fassbinder
Bibliografia collegata al tema
5. Diversità di genere
p. 65
Il colore viola di Steven Spielberg
Osama di Siddiq Barmak
L’albero di Antonia di Marleen Gorris
Bibliografia collegata al tema
INQUIETANTI ESTRANEITÀ
Pagine di lettura
p. 77
UGUAGLIANZA DEI DIRITTI UMANI
La dichiarazione universale dei diritti umani
p. 85
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L’uso del linguaggio cinematografico:
una scelta metodologica
La selezione dei film che in questo fascicolo viene presentata è strutturata in cinque percorsi specifici che hanno lo scopo di guidare il
lettore/spettatore attraverso alcuni modi in cui la diversità si manifesta. La proposte filmografiche di seguito descritte, tuttavia, possono essere slegate dai percorsi e presentate anche singolarmente, a
maggior ragione se si considera che diversi film racchiudono nella
trama più aspetti della diversità: è per esempio il caso del film di
Fassbinder che tratta di “diversità razziali” ma anche generazionali e
di genere, o della storia di Pomodori verdi fritti scelta per parlare di
razzismo, ma che riguarda anche la disabilità fisica.
L’obiettivo di questo fascicolo, si è detto, è lo sviluppo di una tematica di discussione, la diversità, e pertanto è possibile proporre oltre
alla visione integrale dei film anche l’analisi congiunta di sequenze
tratte da alcune delle pellicole proposte, che permetta di costruire
facilmente mappe cognitive su cui muoversi per affrontare alcuni
temi specifici da diversi punti di vista.
La proposta di questa visione antologica, se da un lato interrompe
la trama e priva del gusto di “vedere come la storia va a finire”, dall’altro allenta il legame emotivo con la vicenda e diminuisce il processo di identificazione con i personaggi, facilitando il raggiungimento della distanza critica necessaria per la rielaborazione personale dell’argomento specifico analizzato.
L’alternanza continua dei due tipi di visione, integrale ed antologica, sembra essere tuttavia la scelta metodologica più idonea per
questa proposta di film perché crediamo permetta di immedesimarsi nelle storie dei personaggi e, al contempo e per astrazione, di
poter giungere a delle considerazioni generali sull’argomento.
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I percorsi
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Percorso n.1
Disabilità fisiche e mentali/cognitive
Da stime ISTAT risulta che oggi in Italia vi siano circa 2 milioni
824 mila disabili, il 5% circa della popolazione, e più del 90% di
essi vive con la propria famiglia. Di queste persone i due terzi sono
donne e un terzo uomini e hanno prevalentemente un’età uguale o
superiore ai 60 anni.
Ma che cosa si intende con il temine disabile?
La definizione di disabilità proposta dall’Organizzazione Mondiale
della Sanità nella Classificazione Internazionale delle Menomazioni,
Disabilità e Handicap del 1980 nasce da una precisa sequenza di
definizioni che parte dal concetto di menomazione per giungere a
quello di handicap. Secondo tale sequenza la menomazione è il
danno biologico che una persona riporta a seguito di una malattia
(congenita o meno) o di un incidente; la disabilità è l’incapacità di
svolgere le normali attività della vita quotidiana a seguito della
menomazione, l’handicap è lo svantaggio sociale che deriva dall’avere una disabilità.
Secondo queste definizioni quindi una persona costretta a muoversi su sedia a rotelle è sicuramente disabile, ma potrebbe potenzialmente non essere handicappata se venissero eliminate tutte le barriere architettoniche e non le fosse precluso l’accesso a nessun settore della vita sociale.
Secondo tale accezione, quindi, se è evidente che si può quantificare il numero delle persone disabili in un dato territorio, non si può
definire la numerosità delle persone in condizione di handicap in
quanto tale condizione è prettamente soggettiva: dipende dalle
aspettative e dalle esigenze della persona disabile e dalle possibilità
concrete e contingenti di realizzarle.
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Le disabilità ed i problemi ad essa conseguenti sono vari e diversificati. Le disabilità possono essere visibili o nascoste, profonde o leggere, uniche o multiple, croniche o intermittenti. Tra i tipi di disabilità figurano i disturbi motori, i disturbi mentali/cognitivi, i
disturbi dell’udito, della parola e della vista, e proprio per questo
motivo non possiamo considerare i disabili come un gruppo omogeneo.
Le proposte filmografiche a seguire hanno lo scopo di illustrare
parte di questa varietà, contro le generalizzazioni e l’insorgere di
pregiudizi. Tutte le storie proposte, di fatto, intendono far emergere l’unicità di ogni essere umano e l’attenzione ed il rispetto che ciascuna persona merita.
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La petite vendeuse de soleil
di Djibril Diop Mambety
Interpreti: Lissa Baléra, Tairou M’Baye,
Oumy Samh, Moussa Baldé, Dieynaba Laam, Martin N’Gom
Senegal, 1999, 45’.
Versione originale: wolof (con sottotitoli in italiano)
La trama
Sili è una ragazzina che vive nella periferia di Dakar chiedendo l’elemosina per sé e per la nonna non vedente, ha gravi problemi di deambulazione e per questo è costretta a camminare con le stampelle.
Un giorno come tanti altri, dopo aver assistito all’umiliazione di
un suo coetaneo sulla sedia a rotelle da parte di una banda di
ragazzi, decide di dare una svolta alla sua vita: inizia a lavorare vendendo per le strade della capitale il giornale “Le Soleil”.
Grazie alla sua dolcezza e alla scelta dei luoghi giusti, esaurirà
ogni giorno le sue copie, scatenando l’invidia della stessa
banda, che cercherà più volte di vendicarsi, inutilmente.
La petite vendeuse de soleil è la storia di un’emancipazione.
Di una ragazzina dallo sguardo penetrante: fiera ed orgogliosa, che riscopre attraverso il lavoro le sue reali potenzialità.
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Itinerari didattici ed elementi per la discussione
Sul piano tematico:
• Sili sembra aver accettato la sua disabilità e cerca di
affrontarla al meglio. Alcune persone attorno a lei la aiutano e la sostengono mentre altre la prendono in giro e le
fanno del male. Qual è il rapporto della gente di Dakar nei
confronti di Sili? Quale il rapporto della nostra società nei
confronti dei disabili?
• Sili è una bambina con una grave disabilità fisica che limita la sua vita. A questo si aggiunge la sua povertà in un
paese che, a causa di gravi problemi economici, non ha
servizi a sostegno delle persone. Quale confronto si può
fare in questo senso tra Senegal e Italia?
Altre idee:
• il lavoro minorile.
• i bambini di strada.
• il bullismo e le prevaricazioni.
• i diritti dei minori.
• “La Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia”.
Sul piano del contesto:
• Il Senegal e l’Italia. Due realtà a confronto: la città, la vita
della strada, i lavori, i bambini.
• La situazione socio-economica del paese. Analisi dei dati
statistici (siti UNICEF, WHO, ...).
• La storia del Senegal: lo schiavismo, il colonialismo, l’indipendenza.
Film adatto a partire dagli otto anni, non tanto per la tematica o le scene, che potrebbero essere affrontate anche da
bambini più piccoli, ma per la presenza dei sottotitoli.
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Kenny
di C. Gagnon
Interpreti: Kenny Easterday, Caitlin Clarke,
Liane Curtis, Alain St. Alix, John Carpenter,
Zach Grenier, Easterday jr.
USA/Canada/Giappone, 1987,100’.
La trama
Nella periferia di Pittsburgh (Stati Uniti) vive Kenny, un tredicenne intelligente e vivace che per una malformazione fisica
è privo degli arti inferiori dalla nascita. Kenny però sembra
avere accettato tale condizione e vuole vivere la sua vita nel
modo più normale ed indipendente possibile: “camminando”
sulle sue mani e scorrazzando per le vie del quartiere con il
suo skate-board.
La vita, per lui e la sua famiglia, tuttavia non è così semplice
e il film ne analizza tre aspetti in particolare.
La protesi. I genitori, spinti dal direttore della scuola di Kenny,
che pensa che il ragazzo per il suo aspetto fisico possa creare imbarazzo tra i compagni, vorrebbero fargli mettere “le
gambe nuove”, ovvero una protesi artificiale. Kenny si rifiuta
perché sostiene che proprio quelle protesi che dovrebbero
aiutarlo in realtà lo limitano nei movimenti e, inoltre, si rende
conto che tali insistenze sull’argomento servirebbero solo ad
alleviare un problema a chi gli sta intorno e non a lui.
L’handicap in Televisione. L’ennesima troupe televisiva, questa
volta venuta appositamente dalla Francia, vuole girare un
documentario su Kenny e non si fa scrupoli a falsare la realtà
per renderla più drammatica e spettacolare. Kenny e la sua
famiglia recitano con abilità di attori la loro parte, a volte divertiti e a volte un po’ seccati.
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Il rapporto fratello-sorella. Kenny ha un fratello di poco più
grande di lui e una sorella maggiore che da molti anni non vive
più con la sua famiglia a causa di un complesso sentimento di
odio e amore nei confronti di Kenny.
Kenny interpreta se stesso in questo film originale, sincero e
coraggioso.
Itinerari didattici ed elementi per la discussione
Sul piano tematico:
• Kenny si accetta, non gli importa se i compagni di classe
o il direttore della scuola si imbarazzano nel vedere il suo
corpo, ciò che conta per lui sono la sua indipendenza e la
sua libertà. Cosa significa accettare la propria disabilità?
Quale percorso richiede?
• Che cosa pensano i vicini di casa di Kenny?
• I rapporti interni alla famiglia di Kenny non sono semplici,
anzi spesso densi di sofferenze. Qual è il rapporto tra
Kenny e i suoi genitori? E quello tra Kenny e i suoi fratelli?
• Perché la sorella di Kenny non vive con la famiglia? Quali
sentimenti l’hanno spinta ad andarsene?
• Il film racconta anche dell’ennesimo reportage televisivo
sulla vita di Kenny. Come vuole la troupe rappresentare il
ragazzo e la sua famiglia? Perché deve falsare la realtà?
Anche la televisione italiana strumentalizza le disabilità?
• Kenny non vuole “le gambe nuove”, non ne ha bisogno
perché fin da piccolo ha imparato a muoversi senza. Che
cosa significa utilizzare una protesi, per il disabile e per la
società che lo circonda?
Kenny è un film adatto a tutte le età
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Frankie delle stelle
di Michael Lindsay-Hoog
Interpreti: Matt Dillon, Corban Walker,
Alan Pentony, Anne Parillaud,
Julian Wadham, Niall, Toibin, Gabriel Byrne.
Francia/Gran Bretagna/Irlanda/USA, 1995, 100’.
La trama
Il film narra la vita di Frankie, uomo affetto da nanismo, dalla
sua nascita all’età adulta, e della sua lotta per conquistare il
rispetto della gente.
Francoise, detto “Frankie”, ormai adulto e scrittore di successo, racconta nel libro che lo ha portato alla notorietà la sua esistenza, non facile ma sempre affrontata con grande forza
d’animo e dignità. Ripercorre così in continui flash-back la sua
storia: dalla descrizione di sua madre Bernadette, scioccata
dagli orrori della guerra, che durante il secondo conflitto mondiale arrivò in Irlanda, a Cork, incinta, e si innamorò prima di un
ufficiale irlandese e poi di un soldato americano, alle discriminazioni per la sua disabilità che lo hanno accompagnato per
tutta la vita, alla solitudine tanto da bambino quanto da adulto, fino alla passione per l’astronomia, al riscatto sociale e al
riconoscimento delle sue abilità.
“Frankie delle Stelle” è tratto dal romanzo “The Dork Of Cork”
dell’irlandese Chet Raymo.
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Itinerari didattici ed elementi per la discussione
Sul piano tematico:
• Che cos’è il nanismo?
• Una costante di tutta la vita di Frankie è la solitudine. Chi
sono le poche persone che gli stanno vicino? Che relazione c’è tra la solitudine di Frankie e la sua passione per
l’astrologia?
• Quali altri personaggi noti della storia hanno affrontato la
loro emarginazione e solitudine con la scienza?
• Qual è il significato del termine “riscatto sociale”? In quale
altro modo Frankie avrebbe potuto raggiungerlo?
Sul piano del contesto:
• Il regista Michael Lindsay-Hoog dà un’immagine per niente caricaturata dell’Irlanda della seconda metà del ventesimo secolo, ma qual era la situazione socio-economica
delle città europee dopo la seconda guerra mondiale?
Film adatto dagli 11 anni.
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L’ottavo giorno
di Jaco Van Dormael
Interpreti: Daniel Auteuil, Pascal Duquenne,
Miou-Miou, Henry Garcin, Michèle Maes, Laszlo Harmati
Francia/Belgio/Gran Bretagna, 1996, 118’.
La trama
Harry vive a Bruxelles, è un docente di successo che insegna
comunicazione aziendale. Ha vissuto una esistenza frenetica
votata esclusivamente al lavoro e al “far carriera” e per questo la sua famiglia lo ha lasciato ed ora si trova solo.
Georges è un ragazzo down che sogna una vita normale e
l’amore di una famiglia. È scappato dall’istituto dove l’ha ricoverato la sorella che, dopo la morte della madre, non desidera
prendersi cura di lui.
I due, diversi sotto tutti i punti di vista, si incontrano casualmente, Georges vuole restare con Harry che, senza rendersene conto e senza volerlo, finirà per non poter più fare a meno
di lui.
Oltre al rapporto tra i due protagonisti il film sottolinea il dolore profondo di George per la scomparsa recente della figura
materna e la canzone “Boum”, che lui canticchia spesso e che
fa da colonna sonora al film (motivo che fu popolare anche in
Italia negli anni ‘50 con il titolo “Tu sei per me la più bella del
mondo”), è dedicata a lei.
“L’ottavo giorno della Creazione, il Signore fece le sue cose
migliori, probabilmente perché il settimo si riposò. Quel giorno
creò i suoi angeli più belli e ce li accostò con l’inganno, facendoci credere che fossero stupidi”.
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Itinerari didattici ed elementi per la discussione
Sul piano tematico:
• Che cos’è la sindrome di Down?
• Quali pregiudizi negativi verso George si riscontrano nel
film? Quali nelle società in cui noi viviamo?
• Per i genitori di una persona affetta da una qualche disabilità il pensiero della vita del figlio dopo la loro morte è
una delle preoccupazioni maggiori. Come può intervenire
a riguardo la società e come sostiene queste famiglie?
Altre idee:
• Harry e George sono due persone che hanno da poco
subito un abbandono. In che modo si possono mettere a
confronto i loro sentimenti?
• In questa storia chi aiuta chi? In che modo Harry è utile a
George e viceversa?
Film adatto dagli 11 anni.
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Pauline & Paulette
di Lieven Debrauer
Interpreti: Dora van der Groen, Ann Petersen,
Rosemarie Bergmans, Idwig Stephane, Julienne De Bruyn
Belgio/Francia/Olanda, 2001, 1978, 78’.
La trama
Pauline è una donna di sessantasei anni, anche se il suo modo
di comportarsi e di ragionare è quello di una bambina: parla
con incertezza e soprattutto non è autonoma.
Ha vissuto tutta la sua vita in un piccolo paese del Belgio
fiammingo prendendosi cura delle piante del giardino della
sorella maggiore Martha, ma la sua vera passione è recarsi al
negozio di abbigliamento dell’altra sorella, Paulette, che è
appassionata di operetta e si contorna di fiori e paillette.
Un giorno, improvvisamente, Martha muore (“si addormenta
per terra e non si alza più” - la morte secondo Pauline) e lascia
una disposizione testamentaria: la sua eredità ed il ricavato
della vendita della sua abitazione andranno a quella delle due
sorelle rimaste che deciderà di prendersi cura di Pauline al suo
posto.
Né Paulette né Cecile, che vive a Bruxelles e ha una vita più
mondana, vogliono caricarsi di questo fardello, ma ...l’eredità
fa gola a entrambe e per il bene di Pauline si dovrà prendere
una decisione al più presto. Tra ospitalità temporanee e forzate, discussioni e minacce, sarà comunque la candida Pauline a
scegliere con chi delle due stare.
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Itinerari didattici ed elementi per la discussione
Sul piano tematico:
• Come si può definire il deficit mentale di Pauline?
• Per le due sorelle di Pauline si prospetta la scelta tra una
vita comoda, ordinata ma affettivamente vuota ed una
appesantita dall’aver accanto una persona socialmente
scomoda che però può dar loro amore. Quali fattori positivi e quali difficoltà può crear loro ospitare Pauline?
• La vita trascorsa in famiglia e quella vissuta in un istituto
per disabili. Quali vantaggi e quali svantaggi?
Film adatto dagli 11 anni.
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Bibliografia collegata
al percorso “Disabilità fisiche e mentali/cognitive”
Ursula HEGI
Come pietre nel fiume,
Feltrinelli, I Narratori, 1999
Universale Economica Feltrinelli, 2001
La protagonista affronta fin da bambina non solo il peso della sua
diversità perché è nana, ma anche la sofferenza di aver provocato la pazzia della madre. Ambientato nella Germania che si avvia
al nazismo e poi lo vive con la guerra e le devastazioni connesse,
il romanzo si snoda in un ampio affresco della vita in un piccolo
centro renano dal 1915 al 1949 ed è ricco di emozioni e di intensi rapporti di amicizia e di amore.
Nella prima parte del romanzo, quando l’autore descrive l’infanzia
e l’adolescenza della protagonista, si possono ritrovare pagine
particolarmente intense che esprimono i suoi pensieri ed i suoi più
intimi desideri di persona diversa dalle altre.
Ursula Hegi è nata in Germania nel 1946. A diciott’anni si trasferisce definitivamente negli Stati Uniti, dove insegna scrittura creativa alla Eastern
Washington University. È autrice di quattro romanzi e di una raccolta di
racconti. Insegna scrittura creativa a Washington.
Questo libro ha ricevuto nel 2000 il premio Grinzane Cavour.
Feltrinelli ha pubblicato nel 2000 anche La visione di Emma Blau.
_________________
Giuseppe PONTIGGIA
Nati due volte
Mondadori, 2000
L’io narrante si racconta come padre di un figlio disabile, con minuziosa, profonda e non pietosa autoanalisi. Dalla nascita all’ossessiva fisioterapia al rapporto tra uomini, ripercorre il doloroso vissuto per finire nella progressiva scoperta della ricchezza della sua
vita. Incontra medici incompetenti, dirigenti scolastici burocrati o
ricattatori, ma la disabilità è una cartina di tornasole anche per
scoprire e far emergere le doti di insegnanti e di fisioterapiste
appassionate.
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Un racconto che non nasconde il dolore, le difficoltà, gli ostacoli,
sia nell’individuo che nella coppia che nei legami familiari, ma che
delinea un bilancio ampiamente positivo e offre una lucida comprensione dell’esistenza fino ad abbracciare quelle fasi della vita
in cui tutti diventiamo inesorabilmente ‘meno abili’.
Da questo libro prende spunto il film di Gianni Amelio Le chiavi di casa.
Italia/Francia/Germania, 2004, 01 Distribution.
Giuseppe Pontiggia nasce a Como il 25 settembre 1934 e muore a Milano
il 27 giugno 2003 all’età di 68 anni, stroncato da un collasso cardiocircolatorio.
Nome famoso della letteratura italiana contemporanea ha esordito nel
1959 con La morte in banca e continuato con opere spesso premiate, da
La grande sera, Premio Strega 1989, a Vite di uomini non illustri, Premio
Super Flaiano 1994, a I contemporanei del futuro, Premio Brancati e
Premio Regium Julii 1999, per citarne solo alcune.
... e in breve
Miguel Angel GARCIA
Il virus del colore, racconto pubblicato nella raccolta Il doppio
sguardo. Culture allo specchio, antologia del VII concorso
Eks&Tra, adnkronos, 2002, pagg. 13-20
Storia surreale di un italiano che, dopo una vacanza esotica, progressivamente cambia il colore della pelle fino ad assumere l’aspetto fisico di un “negro”: per sopravvivere e lavorare deve inventarsi una nuova identità e fingere di essere un extracomunitario.
Sociologo di origine argentina, dove è nato nel 1938, García viene in esilio
in Italia nella metà degli anni ‘70. Nel decennio che segue lavora nell’ambito della cooperazione internazionale con l’America Latina andina. In seguito, verso la fine degli anni ‘80, si trasferisce come docente all’Universidad
Autónoma de la Baja California e svolge studi e ricerca nell’UCLA (Univ.
della California a Los Angeles).
Ora è di nuovo in Italia come consulente dell’Osservatorio Regionale per le
Immigrazioni della Regione Emilia-Romagna e direttore dello Studio
García&Salibra-Bove, specializzato nella realizzazione di ipertesti e ipermedia.
Risulta più volte vincitore nei concorsi Eks&Tra, anche con Il maestro di
tango e altri racconti, Eks&Tra Editore, 2005
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Percorso n.2
Diversità generazionali
Le generazioni si pongono di fronte alla vita, quella quotidiana
come i grandi eventi, in modi programmaticamente dissimili.
È infatti per i giovani un’affermazione della propria identità personale cercare di differenziarsi trovando nuove soluzioni o nuovi modi
di presentarsi. Per questo motivo ci sono spesso incomprensioni,
discussioni, anche drammatiche chiusure.
Oltre al bisogno giovanile di risolvere in modo nuovo e personale gli
stessi problemi già affrontati dagli adulti, le diversità nascono anche
dal cambiamento, a volte rapido, delle situazioni da affrontare.
La norma non è però la divisione traumatica, la frattura tra due
mondi diversi ed incompatibili, ma invece i legami affettivi, familiari e sociali consentono i mutamenti e costruiscono dalle diverse
visioni nuove soluzioni e nuove realtà ibride.
Ed è proprio all’interno dei sentimenti, negli scontri e negli incontri, inevitabili o occasionali, che i differenti protagonisti dei film
riconoscono le esigenze degli altri e, nel confronto, ritrovano se stessi. I testi di narrativa propongono esiti diversi: nell’uno l’accelerazione storica provocata dal colonialismo precipita la società in una
grave contraddizione, sostanzialmente per l’incapacità dei giovani di
mediare e di restare fedeli se non alla cultura almeno ai valori principali delle generazioni precedenti; nell’altro i legami generazionali
si rivelano assai più forti di quanto i vari personaggi non pensino e
li accomunano nello stesso destino.
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Yaaba
(nonna)
di Idrissa Ouedraogo
Interpreti: Fatimata Sanga, Noufou Ouedraogo, Roukietou Barry
Burkina Faso, 1989, 90’,
versione originale Moore sottotitolata in italiano
La trama
Bila è un ragazzino sveglio e intraprendente che vive in un villaggio del Burkina Faso.
Sana, invece, è una donna anziana e sola che abita ai margini
della comunità perché ritenuta da tutti una strega, incolpata
dei fatti spiacevoli che accadono al villaggio.
Bila, ancora libero dalle superstizioni e dalle paure degli adulti,
si rifiuta di credere alle maldicenze su Sana e decide, contro il
volere di tutti, di frequentarla. Il ragazzo tiene spesso compagnia alla donna: le procura del cibo, ne ascolta le storie e la
chiama affettuosamente yaaba, cioè nonna, cosa che nessuno ha mai fatto con lei e che le fa molto piacere.
Mentre la vita del villaggio scorre normalmente fra pettegolezzi, liti, amori e tradimenti, in un divertente affresco composto
da diversi personaggi, capita che Nopoko, la piccola amica di
Bila, ferita dal coltello arrugginito di alcuni monelli, venga colpita dal tetano. Nopoko è molto grave e sta per morire, ma proprio in questo momento, inaspettatamente, entra in scena l’anziana donna. Sana ha grande dimestichezza con i segreti delle
piante e degli animali e, sebbene venga lei stessa accusata
della malattia di Nopoko, decide di curarla.
La vecchia “Yaaba” guarirà la bambina e da allora sarà riabilitata agli occhi di tutti.
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Itinerari didattici ed elementi per la discussione
Sul piano tematico:
• Quali caratteristiche emergono del carattere di Bila?
• Attraverso quali passaggi si costruisce l’amicizia fra il
ragazzo, Bila, e la vecchia Sana?
• Quali sono le superstizioni e i pregiudizi degli adulti del villaggio? Che fondatezza hanno queste superstizioni?
• Le ragioni di Bila si scontrano con quelle degli adulti ma lo
scontro non sempre è un fatto negativo. Si può commentare questa affermazione?
Altre idee:
• Pregiudizi e superstizioni sono purtroppo causa di fatti
negativi nel mondo. È possibile trovare degli esempi nell’attualità?
• Come trascorre la vita quotidiana dei protagonisti del
film? Come si può confrontare con la vita dei bambini di
qui?
• Che cosa significa “Capro espiatorio”? Una volta data la
definizione si possono fare degli esempi?
Sul piano del contesto:
• Il Burkina Faso, ex Alto Volta. Dove è collocata l’ ambientazione del film? Quali la geografia del territorio e/o la
situazione economica e politica di questo stato?
Film adatto a partire dagli otto anni, non tanto per la tematica ma per la presenza dei sottotitoli.
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Kolya
di Jan Sverak
Interpreti: Zdenek Sverak, Andrej Chalimon,
Libuse Safrankova
Rep. Ceca, 1996, 105’.
La trama
Il film Kolya è ambientato a Praga nel 1988, in un periodo quindi precedente il crollo del comunismo.
Louka è un violoncellista di mezza età, cacciato a suo tempo
dall’Orchestra Filarmonica Ceca, presumibilmente (si intuisce
soltanto) a causa di una divergenza con qualche funzionario di
partito e ora è ridotto a suonare ai funerali per sopravvivere.
Oltre alla passione per la musica Louka coltiva puntualmente
quella per le donne e non manca di sedurre le varie studentesse che frequentano le sue lezioni di violoncello.
La vita non è molto facile per Louka che si trova costantemente in ristrettezze economiche. Dopo alcuni tentennamenti
accetta quindi di sposare per denaro una donna russa, madre
di Kolya, per permetterle di acquisire la cittadinanza ceca.
Una volta ottenuti i documenti però Klara emigra in Germania
ovest dal suo amante, lasciando il bambino, che ha soli cinque
anni, a Praga con la nonna che poco tempo dopo muore.
In seguito alla morte della nonna, Louka, a questo punto parente più prossimo di Kolya, si vede depositare a casa il piccolo.
Il rapporto tra i due inizia sulla base della diffidenza reciproca:
Louka parla solo ceco e Kolya soltanto russo. Anche i cuori
più duri però con il tempo si inteneriscono e scatta l’affetto tra
quest’uomo che non ha mai avuto o desiderato un figlio e un
bambino solo, ancora molto piccolo, lontano dalla madre e da
qualsiasi altra persona conosciuta.
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In un momento storico significativo per il popolo ceco il rapporto tra i due è reso ancora più interessante dal fatto che, dei
due, il più forte appartiene al popolo più debole, oppresso,
mentre il piccolo Kolya al popolo degli invasori, ed è assolutamente divertente vedere il piccolo compiacersi nel sentire i
soldati russi invasori che parlano la sua lingua madre.
Si può imparare ad amarsi anche quando si è molto diversi: è
questo il messaggio del film di Sverak; per dialogare non
occorre parlare la stessa lingua, basta prendersi per mano.
Itinerari didattici ed elementi per la discussione
Sul piano tematico:
• Quali sono le caratteristiche salienti del personaggio di
Louka? Che vita ha condotto prima dell’arrivo di Kolya?
• Che tipo di relazione si instaura tra Louka e Kolya? Quali
fasi deve attraversare il loro rapporto di conoscenza?
• Che cosa cambia nella vita di Louka con l’avvento di
Kolya?
• Come riescono a superare il limite della lingua nella loro
comunicazione?
Altre idee:
• Perché la mamma di Kolya ha dovuto sposare un uomo
ceco? Il disfacimento del blocco sovietico e le migrazioni
dall’est Europa.
Sul piano del contesto:
• La “rivoluzione di velluto” e la formazione della Repubblica
Ceca.
Film adatto a partire dai 10 anni.
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Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano
di François Dupeyron
Interpreti: Omar Sharif,
Pierre Boulanger, Isabelle Adjani
Francia, 2003, 94’
La trama
Sono gli anni ‘50. Momo è un ragazzino ebreo di dodici anni.
Abita solo con suo padre, per la verità poco presente, dopo
che la madre, quando Momo era ancora piccolo, li ha lasciati.
Ibrahim è un uomo ormai anziano, originario della Turchia, ma
che da molti anni vive a Parigi. Ha un piccolo emporio in un
quartiere popolare della città, dove vive anche Momo.
È proprio nel negozio di Ibrahim che i due protagonisti si incontrano, tra i furtarelli di Momo e gli sguardi dolci e privi di rimprovero dell’anziano arabo, anzi, turco musulmano di confessione Sufi, come ama precisare con pacatezza Ibrahim.
Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano però non è un film sulla
religione, o meglio, non è un film sull’astio tra religioni diverse.
Certo, la vicenda che narra di un bambino ebreo che viene iniziato alla serenità e alla vita da un vecchio mussulmano
potrebbe far pensare a un discorso sulle religioni, ma non è
proprio così. Piuttosto è un film che cerca nelle diversità degli
esseri umani, qualsiasi esse siano, i loro punti di contatto per
trarne fuori gli spunti positivi.
Momo riceverà dall’esperienza di Ibrahim i fiori della sua saggezza, che dovrà imparare a coltivare in modo da rendere fertili i consigli per la sua vita adulta. Avrà anche in dono quella
serenità che la vita non gli aveva riservato. “Sorridere rende
felici” ripeteva sempre Ibrahim.
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Itinerari didattici ed elementi per la discussione
Sul piano tematico:
• Come possono essere descritti i personaggi dei due protagonisti? Quali sono i loro caratteri salienti?
• Che vita conducevano prima di conoscersi Momo e
Ibrahim?
• In che modo si definisce il rapporto tra Ibrahim e Momo?
Che cosa mancava all’uno che poteva avere l’altro?
• Quali insegnamenti apprende Momo da Ibrahim?
• Qual è il significato simbolico che assume il viaggio verso
la Turchia?
Altre idee:
• Ibrahim afferma di professare la confessione Sufi, di che
si tratta?
• Il fenomeno dell’immigrazione in Francia: da un passato
coloniale alle caratteristiche del fenomeno attuali.
Film adatto dai 12 anni.
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Da quando Otar è partito
di Julie Bertucelli
Interpreti: Esther Gorintin, Nino Khomasuridze,
Dinara Drukarova, Temur Kalandadze,
Rusudan Bolqvadze, Sasha Sarishvili, Duta Skhirtladze
Francia/Belgio, 2003, 102’
La trama
La madre Eka, la figlia Marina e la nipote Ada sono le tre generazioni, tutte al femminile, della stessa famiglia. Vivono a Tblisi,
in Georgia, in un vecchio appartamento dove spesso mancano la luce e l’acqua. Sono tre caratteri forti, carichi di speranze e di sogni: Eka, più di ogni altra cosa, vorrebbe riabbracciare suo figlio Otar, partito molti anni prima per Parigi, Marina
desidera una vita più appagante mentre Ada è stanca della
miseria del suo quotidiano e sogna di cambiare.
Contrariamente ai desideri però la vita delle tre donne scorre
lenta e senza cambiamenti evidenti tra battibecchi e dispetti,
tenerezze e affetto, fino a quando, un giorno, le notizie che
giungono dalla Francia sono terribili: Otar, questo personaggio
che mai appare ma attorno al quale ruota tutta la storia, purtroppo è morto in un incidente.
Per non dare un dispiacere ad Eka, Marina e Ada, con l’intento di proteggere la nonna da un dolore per lei immenso, fanno
di tutto per nascondere la tragedia. A partire da quel momento, però, le loro vite cambieranno per sempre fino a quando
Eka non scoprirà la verità.
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Itinerari didattici ed elementi per la discussione
Sul piano tematico:
• Che descrizione si può fare dei personaggi di Eka, Marina
e Ada?
• Quale rapporto c’è tra loro? Lo possiamo confrontare con
i rapporti madre-figlia-nipote nelle nostre famiglie?
• Perché Ada e Marina decidono di mentire ad Eka?
• Che cosa rappresenta per ciascuna delle tre donne questo figlio/fratello/zio Otar partito tempo prima per la
Francia?
Sul piano del contesto:
• La Georgia. Dove è collocato questo stato? Quale la sua
storia recente?
• In quali condizioni socio-economiche versa attualmente la
Georgia? Rispecchiano la vita delle tre protagoniste del
film?
Film adatto dagli 11 anni.
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Bibliografia collegata
al percorso “Diversità generazionali”
Chinua ACHEBE - Ormai a disagio
in Dove batte la pioggia (Il crollo, La freccia di Dio, Ormai a disagio)
Jaka Book, 1977.
Nella trilogia Achebe racconta, dalla parte dei nigeriani, la storia di
tre generazioni. Il forte guerriero Okonkwo che, vista l’impossibilità di resistere all’avanzata di nuovi costumi, pone fine alla sua vita
in modo ritenuto vergognoso per la sua cultura. Il saggio sacerdote Ezeulu che vuole conoscere la cultura dei bianchi e spera di
poter convivere con loro: ma i bianchi non sono venuti per capire.
In particolare in Ormai a disagio si indagano le profonde spaccature che si vengono a creare tra le generazioni in presenza delle
vicende postocoloniali. Obi Okonkwo, il nipote del guerriero, che il
villaggio ha mandato a studiare in Inghilterra, ora oscilla tra i due
mondi, fino a perdere i riferimenti tradizionali ed acquisire insensibilmente i lati peggiori del nuovo modo di vivere a Lagos.
Chinua Achebe è nato in Nigeria nel 1930 da genitori ibo. Suo nonno ha
visto i primi missionari e suo padre è stato insegnante e catechista per la
chiesa locale. Ha studiato all’università di Ibadan ed è diventato uno dei
più affermati scrittori in lingua inglese della Nigeria. I testi della trilogia sono
usciti separatamente: Il crollo nel 1958, Ormai a disagio nel ’60 e La freccia di Dio nel 1964, in Italia sono arrivati nel 1977 riuniti in unico volume
dalla Jakabook secondo l’ordine del ciclo e le intenzioni dell’autore.
Achebe ha scritto altri romanzi (I viandanti della storia, ed. Lavoro, 1991),
poesie e libri per ragazzi (Il flauto e il tamburo, Junior, Mondadori, 1995).
È considerato uno dei massimi scrittori al mondo, presente ormai nelle
antologie della letteratura inglese. Nel 2002 è stato insignito del Premio
per la Pace nel corso della Fiera del Libro di Francoforte.
I romanzi di Achebe formano una sequenza, e riflettono i cambiamenti
avvenuti nella società ibo, e, per estensione, nella vita in Nigeria, come
esito di quello che viene definito ”incontro fortuito” tra Europa e Africa.
_______________________
Nuruddin FARAH - Chiuditi sesamo
Edizioni Lavoro, Roma, 1992
Ultimo libro della trilogia Variazioni sul tema di una dittatura africana, ambientata negli anni della dittatura di Siad Barre con Latte
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agrodolce e Sardine (entrambi editi per le Edizioni Lavoro, Roma,
1993) rievoca lo stesso clima di sospetti, torture, tentativi di opposizione, servilismo creato dalla dittatura del Generale.
Il protagonista è un vecchio eroe della lotta contro i colonizzatori
italiani, coinvolto ora, suo malgrado, nell’attività sovversiva di un
gruppo di giovani intellettuali oppositori del regime. Nel testo
acquista rilievo la profonda religiosità di quest’uomo, la sua vita di
vecchio tra ricordi, riflessioni, rimpianti e visioni.
In primo piano sono sempre la delicatezza dei rapporti familiari, in
particolare con i figli cresciuti durante la sua prigionia, con la nuora
straniera, con il giovane nipote e le difficili scelte che devono prendere di volta in volta le diverse generazioni.
Nurrudin Farah è nato nel 1945 a Baidoa in Somalia, ha studiato a
Mogadiscio, poi in India e in Inghilterra.
Esule dal suo Paese perché oppositore della dittatura di Siad Barre, ha vissuto in Italia dal 1976 al 1979 e poi è tornato in Africa, soggiornando per
lunghi periodi in Nigeria, Uganda, Gambia e Sudan.
In genere scrive in inglese, lingua in cui ha pubblicato otto romanzi, racconti, testi teatrali e sceneggiature cinematografiche, ottenendo numerosi
riconoscimenti, fra cui il Premio Grinzane Cavour e il Neustadt Prize. In
somalo ha composto soltanto poesie.
Gode di prestigio internazionale come scrittore africano di lingua inglese ed
ha insegnato in numerose università africane, statunitensi ed europee.
Attualmente vive a Città del Capo in Sud Africa.
... e in breve
Merrill Joan GERBER - Anna
Le Lettere, 2003,
traduzione di Aglaia Viviani,
Che forza, pagg. 7-19
Si tratta del primo capitolo di questo romanzo (titolo originale
“Anna in Chains”) in cui la protagonista si confronta con i nipoti
adolescenti e le loro ‘esotiche’ abitudini.
Questa è la prima opera tradotta in italiano, ma la scrittrice è molto nota,
e premiata, in patria.
Nata nel 1938, vive in California dove insegna scrittura creativa all’Institute of Technology.
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Percorso n.3
Diversità culturali
Nel film ‘Sognando Beckham’ c’è una sequenza brillante che alterna le scene di allegria relative ad un matrimonio con la sfrenata felicità della protagonista che è scappata dalla festa di nozze per giocare una importante (per lei) partita di calcio: ci sono tanti modi
diversi e tutti gioiosi per realizzarsi come persone.
Ci sono tanti modi di affrontare piccoli e grandi problemi, differenti modi di sentire. Per una famiglia della classe media anglosassone
americana i genitori dormono insieme e mai i bambini disturbano
la coppia, per le famiglie indù di casta elevata dello stato di Orissa
in India la coppia non è sacra mentre è invece estremamente importante che i bambini non dormano da soli.
Il fatto più importante di fronte alle differenze culturali è la spirale
di domande e di risposte che si possono scatenare e che stimolano
l’apertura mentale e la scoperta di nuove soluzioni ai problemi della
vita. (Giuseppe Mantovani, Intercultura, Il Mulino, 2004, pag. 46 e
sgg.)
Invece storicamente si è affermata la teoria evoluzionista delle culture che vengono considerate lungo una via ascendente, la via del
progresso. Vi si inscrivono dunque dei popoli con cultura progredita, avanzata, mentre altri sono sistemati più in basso per le loro culture primitive, proprie di ‘razze’ inferiori.
Queste teorie si manifestano in un momento storico preciso che
corrisponde alla affermazione delle ideologie imperialiste della
seconda metà dell’Ottocento. Corrispondono alla propaganda dell’alta borghesia capitalista e imprenditoriale che vuole guadagnarsi
‘culturalmente’ il consenso per accreditare la politica imperialista.
Sono saldamente penetrate nella mentalità comune e sono tuttora
vigenti anche se con qualche variazione determinata dal corso degli
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eventi: il diritto-dovere (il fardello dell’uomo bianco di Conrad)
delle nazioni progredite di civilizzare i popoli primitivi viene ancora usato come elemento di base a giustificare ingiustificabili azioni
di guerra (Renato Monteleone, Le radici dell’odio, edizioni Dedalo,
2002 e ancora Mantovani, op.cit. , pag. 29 sgg.).
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Sognando Beckham
di Gurinder Chadha
Interpreti: Parminder K.Nagra,
Keira Knightley, Jonathan Rhys-Meyers.
UK/Germania, 2002, 112’.
La trama
Jess ha 18 anni ed è una ragazza di origine indiana che vive a
Londra insieme alla sua famiglia. Il suo unico, grande sogno è
quello di diventare una calciatrice come il suo idolo, David
Beckham, il noto centrocampista del Manchester United. Ma
i suoi genitori hanno tutt’altri progetti per lei e le tradizioni
indiane alle quali la costringono a sottostare le creano non
pochi problemi. Non riescono proprio a comprendere perché
non si “sistemi”, come sta per fare sua sorella Pinky che è
fidanzata con un giovanotto molto per bene, inizi a studiare
legge e impari a cucinare un buon chapatti, il tradizionale pane
indiano.
Tramite la sua amica Jules entrerà a far parte di una squadra
di calcio femminile, assaporando fra l’altro la possibilità di
andare negli Stati Uniti con una borsa di studio a giocare a calcio, dando così inizio ad un susseguirsi di casi, coincidenze e
divertentissimi equivoci che andranno ad intrecciarsi con l’ancor più tortuoso matrimonio della sorella che dietro candide
apparenze sta riservando a tutti delle sorprese.
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Itinerari didattici ed elementi per la discussione
Sul piano tematico:
• Come si possono descrivere i personaggi di Jess e Jules?
Come si relazionano con la società e con le loro famiglie?
• Cosa vorrebbe per Jess la sua famiglia?
• Che cosa vorrebbe fare Jess della sua vita?
• A quali culture sentono di appartenere Jess e la sua famiglia? Da cosa lo si capisce?
• In quale quartiere vive Jess?
Altre idee:
• Come il film Mio figlio il fanatico anche Sognando Beckham
è ambientato dell’Inghilterra contemporanea. Si può fare
un confronto sull’ambientazione dei due film?
Film adatto dagli 11 anni.
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Fa’ la cosa giusta
di Spike Lee
Interpreti:Spike Lee, Frankie Faison,
Richard Edson, Samuel L. Jackson,
Ossie Davis, John Turturro, Rosie Perez
Stati Uniti d’America, 1989, 120’.
La trama
Bedford Stuyvesant, Brooklyn, New York. Una giornata di
caldo torrido inizia con il solito bighellonare nella pizzeria di Sal,
un italo-americano che la gestisce aiutato dai figli Vito e Pino
e da Mookie (lo stesso Spike Lee), un afro-americano addetto alle consegne a domicilio.
Le solite facce bevono birra e perdono tempo, fino a quando
un certo Buggin Out, attaccabrighe di professione, frequentatore del locale, provoca Sal accusandolo di non voler appendere nella sua pizzeria ritratti di artisti di colore, ma solo di
italo-americani famosi, da Sinatra a Stallone.
La disputa supera i limiti del battibecco e sfocia in violenza
incontrollabile fino all’arrivo della polizia. Nel tumulto generale
Raheem rimarrà ucciso da un agente e il locale di Sal verrà svaligiato, dato alle fiamme e praticamente distrutto dagli abitanti
del quartiere che lo avevano frequentato fino alla sera prima.
All’alba, il film dura l’arco di un giorno, neri, italiani, portoricani
e coreani dovranno pur continuare a convivere, ma la vita non
sarà più la stessa.
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Itinerari didattici ed elementi per la discussione
Sul piano tematico:
• Come possono essere descritti i personaggi del film?
Quali sono le loro origini e i loro ruoli nella società americana?
• Che descrizione si può fare del quartiere in cui è ambientato il film?
• Perché scatta la rissa? Quale motivo ha fatto insorgere la
reazione incontrollata di Sal?
• Gli amici d’improvviso diventano nemici: come si può spiegare?
Altre idee:
• Gli Stati Uniti d’America sono da sempre un paese a forte
pressione immigratoria. Quali politiche il governo ha adottato in passato e in tempi più recenti?
• Spesso si parla di “Melting Pot”, di che cosa si tratta?
• La storia dell’emigrazione italiana verso gli Stati Uniti.
Film adatto dai 14 anni.
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Un’anima divisa in due
di Silvio Soldini
Interpreti: Fabrizio Bentivoglio, Maria Bakò,
Philippine Leroy-Beaulieu, Jessica Forde, Felice Andreasi
Francia/Italia/Svizzera, 1993, 124’.
La trama
Pietro è un uomo solo e insoddisfatto. Ha trentasette anni,
vive a Milano e lavora come addetto alla sicurezza in un noto
magazzino del centro. Ha un figlio di cinque anni che può
vedere solo il fine settimana da quando si è separato da sua
moglie.
Pabe è un’affascinante ragazza zingara che ogni giorno percorre in lungo e in largo le strade di Milano.
Un giorno, nel negozio in cui lavora, Pietro sorprende Pabe a
rubare e sarà quella l’occasione del loro primo incontro.
Il loro sarà un amore intenso ma, costantemente, su piani culturali difficilmente conciliabili.
Insieme con Pabe, Pietro concepisce la fuga, rito matrimoniale che caratterizza il popolo dei rom. Viaggiano verso il sud
dell’Italia, lungo la costa adriatica fino a fermarsi in un piccolo
paese dove per loro inizia una nuova vita, totalmente da reinventare. Pabe, in particolare, dovrà lentamente adattarsi,
cambiare aspetto, abbigliamento, accettare un lavoro in fabbrica, claustrofobico per lei abituata a trascorrere il tempo
all’aria aperta.
Un grande amore, diverso però, diverso da quello della maggior parte delle coppie, perché le differenze culturali, riscoperte giorno dopo giorno fin nei più piccoli gesti quotidiani, pesano come macigni su questa relazione, tanto da essere più forti
dell’amore.
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Itinerari didattici ed elementi per la discussione
Sul piano tematico:
• Chi sono Pietro e Pabe? Milano è la città che li ospita
entrambi, ma come la vivono, quali vite conducono?
• Pietro e Pabe si innamorano l’uno dell’altra come probabilmente migliaia di coppie ogni giorno, ma la loro storia si
deteriora per motivi particolari, quali? A tal riguardo si possono selezionare alcune sequenze del film in cui le diversità culturali tra i due sono più evidenti?
• Pabe è quella dei due che deve maggiormente modificare
il suo stile di vita, quali sono i cambiamenti più profondi
che deve affrontare?
Altre idee:
• Tutti accorpati indistintamente nello stereotipo degli “zingari”, in Italia si distinguono le culture dei rom, dei sinti e
dei camminati. Come si differenziano questi grandi gruppi
al loro interno, da quali aree geografiche provengono, in
quali regioni transitano o si sono stabiliti? Quali sono le loro
peculiarità culturali?
Film adatto dai 14 anni.
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Mio figlio il fanatico
di Udayan Prasad
Interepreti: Om Puri, Gopi Desai,
Akbar Kurtha, Rachel Griffiths, Stellan Skarsgard
Gran Bretagna, 1997, 88’.
La trama
Parvez è un pakistano emigrato in Inghilterra da ormai trenta
anni. Vive a Breadford, nel centro del paese, fa il tassista, è
sposato con Minoo e ha un figlio, Farid. È un uomo pienamente integrato nella società inglese e ne condivide appieno gli stili
di vita. Sogna per il suo unico figlio un avvenire sicuro, una
piena integrazione, un diploma da ragioniere per riuscire a conseguire un buon posto di lavoro e una brava ragazza, magari
inglese.
Farid è un adolescente come tanti in Inghilterra, fino a quando comincia ad avere comportamenti strani: lascia improvvisamente la sua ragazza inglese, si sbarazza di tutto, dai libri
alla chitarra, si ritira in una vita ascetica intenzionato a tornare in modo radicale ai valori del suo popolo e del suo Dio.
Parvez, visti i comportamenti insoliti del figlio, di primo acchito
pensa che si tratti di droga, ma ben presto capisce che il suo
ragazzo ha preso la strada del fanatismo religioso.
La ribellione di Farid assume proporzioni intollerabili quando
una sorta di santone, per suo volere, si insedia prepotentemente nella casa di suo padre e inizia ad istigare dei giovani
compagni di Farid alla rivolta contro il fenomeno della prostituzione, prendendo di mira proprio un’amica di Parvez.
In questo film, che realmente parla di scontro culturale, peraltro all’interno della stessa famiglia ed escludendo quindi una
volta tanto il connubio “origine-cultura”, un padre e un figlio
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decidono di vivere due vite diverse, dividendo nel mondo i
componenti dell’intera famiglia.
Hanif Kureishi, autore anglo-pakistano dal cui romanzo è tratta questa pellicola, affibbia al figlio la parte del conservatore,
del “fanatico”, in modo originale e contro tendenza.
Itinerari didattici ed elementi per la discussione
Sul piano tematico:
• Breadford è una città inglese ad alta densità di immigrati.
Che caratteristiche ha il quartiere in cui vive la famiglia di
Parvez?
• Che descrizione si può fare del personaggio di Parvez?
Come trascorre le sue giornate? Quali persone frequenta? Che cosa desidera per sé e per la propria famiglia?
• Che rapporto ha Parvez con Minoo?
• Qual è il comportamento di Farid? Che tipo di vita svolgeva prima di decidere di cambiare? Che cosa gli succede?
Chi inizia frequentare e come si comporta adesso?
• Come si confrontano padre e figlio sulla scelta di quest’ultimo?
Altre idee:
• I legami storici tra Pakistan ed Inghilterra: da un passato
coloniale ai flussi migratori del XX secolo.
• Dimensioni e tendenze dell’immigrazione in Gran Bretagna.
Film adatto dai 14 anni.
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Bibliografia collegata
al percorso “Diversità culturali”
Albert MEMMI
La statua di sale
Costa & Nolan, 1991
Il protagonista racconta i diversi passaggi della sua esistenza nella
sua città, Tunisi: dal vicolo vicino al ghetto, dal chiuso del mondo
ebraico impaurito da anni di progrom alla possibilità di studiare e
primeggiare negli studi. La cultura occidentale lo allontana però
dal suo mondo, Mordecai si vergogna del suo stesso nome, non è
più a suo agio con gli ebrei, non lo è con i musulmani né con gli
occidentali. Ha rifiutato l’oriente e la cultura dei suoi avi, ma l’occidente rifiuta lui (durante la II guerra mondiale nell’esercito francese non vengono accettati i volontari ebrei). Mordecai non sa più
chi è né perché vive. Non gli resta che giocare un’ultima carta dall’esito incerto: partire per realizzare con un amico un sogno sudamericano.
Il testo è largamente autobiografico. Albert Memmi è nato a Tunisi nel
1920. Vive in Francia a Parigi. Docente di antropologia, è stato vincitore
di premi prestigiosi per la sua opera di riflessione in particolare sui temi del
razzismo. Su questo argomento Costa&Nolan ha pubblicato nel 1989 una
sua raccolta di brevi saggi: Il razzismo. Paura dell’altro e diritti della differenza ancora di grande attualità.
___________________________
Ravinder RANDHAWA
Una vecchia signora malvagia
‘Astrea’, Giunti, 1990
La colta e sensibile donna di origine indiana, che vive a Londra dall’infanzia, si nasconde sotto vesti da barbona. Insicura, rifiuta di
vivere il suo ruolo sociale di moglie e di madre in un annichilimento
dolente delle sue capacità. Nella sua vita non è riuscita a conciliare la cultura indiana della sua famiglia e quella inglese assorbita in
tutta la sua esistenza completamente londinese.
Nel racconto la protagonista si muove come spettatrice curiosa
ed ironica, analizzando anche le sofferenze psicologiche degli
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immigrati che frequenta, non solo la sua, ma butterà alla fine la
maschera dietro cui si ripara, per tornare all’azione e affrontare
ancora la mostruosità del razzismo sempre presente.
Ravinder Randhawa, nata nel Punjab ed emigrata in Gran Bretagna all’età
di sette anni, si è laureata a Londra. Sposata e con due figli, è impegnata
nel Collettivo delle scrittrici asiatiche.
Questo è l’unico libro pubblicato in Italia.
... e in breve
Lily-Amber Laila WADIA
Spaghetti allo scoglio in Il burattinaio e altre storie extra-italiane,
Kumacreola, Scritture migranti, Cosmo Iannone Editore, Isernia,
2004, pagg. 99-110.
Un italiano non sa come presentare la moglie tibetana ai parenti.
In questo testo 15 racconti dipingono molti personaggi dell’immigrazione in
Italia. Il figlio del burattinaio indiano che diventa allevatore in val Padana;
un altro indiano, plagiato da un amico, inizia una prestigiosa e remunerativa carriera di guru; la ragazzina di colore vince un concorso letterario promosso da razzisti; la nonna indiana finisce i suoi giorni in una casa di riposo di Verona, tra una calabrese che biascica preghiere ed una albanese
che parla un italiano infarcito di slogan pubblicitari; la donna del nord Italia
trasferitasi per amore in Sicilia vive con difficoltà in un ambiente culturalmente diverso; legami storici e culturali attraversano la frontiera di Trieste
per unire indissolubilmente le persone.
E molto altro ancora, con guizzi di ironia, felici svolgimenti delle brevi vicende ed una particolare attenzione alle seconde generazioni, al loro modo
giovane ed allegro di districarsi tra differenti culture.
L’autrice è nata a Bombay. Traduttrice e interprete, vive a Trieste dove collabora come esperta linguistica con l’Università.
Ha vinto il concorso Eks&Tra nel 2004.
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Percorso n.4
Diversità “razziali”
Per razza umana si intende un gruppo di individui con caratteri fisici comuni che si trasmettono ereditariamente. Gli studi dell’umanità su queste basi sono abbastanza recenti e collegati con i grandi
viaggi dalle Americhe all’Oceania che permettono comparazioni a
livello mondiale. I fondamenti di questi studi sono gettati nel XVIII
secolo dal naturalista Buffon e da Carlo Linneo. Si cercava di classificare l’umanità in base ai suoi caratteri morfologici, colore della
pelle, dei capelli, dell’iride, la statura, la fisionomia ... e di capire le
motivazioni di queste differenziazioni. Ma lo sforzo di classificazione tuttavia non corrisponde alla complessità delle situazioni.
Abbiamo indicato la parola ‘razziale’ tra virgolette, perché è comunemente usata, ma in realtà la ‘razza’ non esiste. Da un punto di
vista scientifico il concetto è stato rimosso: apparteniamo tutti alla
‘mista razza umana’, anche se tuttavia è impossibile negare che esiste quel concetto emotivo, psicologico e sociale che è il razzismo.
Quello di razza, di fatto, è un concetto utilizzato per fini di predominio, per progetti di sopraffazione ed egemonia dei più forti su
altri, per vari motivi, più deboli. La teoria delle razze si intreccia a
quella evoluzionista delle culture che vengono considerate lungo
una via ascendente, la via del progresso.
Testi e film di questo percorso trattano di questa ‘pretesa’ diversità
razziale, un’idea che ha portato, e porta ancora, infiniti lutti all’umanità.
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Arrivederci ragazzi
di Louis Malle
Interpreti: Gaspard Manesse, Raphael Fejto,
Philippe Morier-Genoud
Francia, 1987, 103’.
La trama
In Francia, nel collegio di gesuiti di Fontainebleau, per lo più
frequentato da figli di famiglie benestanti, Julien, undici anni,
fa amicizia con Bonnet, un ragazzo ebreo poco più grande di
lui, iscritto alla scuola sotto falso nome perché è il 1944 e la
Francia è occupata dai nazisti.
Tra Bonnet e Julien si stabilisce un delicato rapporto di amicizia: il primo insegna all’altro trucchi nei giochi e lo inserisce a
pieno titolo nel gruppo dei compagni; il secondo, più dotato ed
intelligente, gli mostra come sia facile suonare il piano e gli presta dei libri interessanti.
Intanto la vita al collegio scorre normalmente: si proiettano film
divertenti, si va a fare la doccia ai bagni municipali. I ragazzi si
fanno dispetti, nutrono antipatie più o meno evidenti, avvertono i primi turbamenti della pubertà. Gli insegnanti cercano di
essere abbastanza comprensivi e fanno del loro meglio per
educare cristianamente gli studenti.
L’amicizia tra Bonnet e Julien, così come la tranquillità forse
solo apparente del collegio, verrà però stroncata dalla denuncia di un compagno, che, punito per aver praticato il mercato
nero, decide di vendicarsi in questo modo del rettore, pur
sapendo di coinvolgere così anche gli altri collegiali. La
Gestapo arresterà il direttore della scuola, padre Jean, e tutti
i ragazzi ebrei che vi sono nascosti.
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Itinerari didattici ed elementi per la discussione
Sul piano tematico:
• Come si possono descrivere i due protagonisti? In che
cosa sono simili e in che cosa diversi?
• Che rapporto si stabilisce tra loro? E tra loro ed i compagni?
• Quale personaggio adulto del film è parso il più significativo? Perché?
Altre idee:
• Altri film trattano del tema proposto da Arrivederci ragazzi? Quali confronti si possono fare?
• L’antisemitismo non è purtroppo del tutto scomparso,
come hanno dimostrato recenti fatti accaduti in Italia e nel
mondo. Recuperando alcune notizie dai giornali e dalla
televisione si può aprire una discussione in classe (o all’interno del gruppo di compagni).
• Non solo gli Ebrei sono stati perseguitati nel mondo.
Ancora oggi molte popolazioni vengono perseguitate per
“motivi razziali”. Una ricerca sul tema.
Sul piano del contesto:
• In quale periodo storico si svolge la vicenda? Perché i
tedeschi erano in Francia? Che governo c’era nel paese?
Che cosa sono stati Auschwitz e Mathausen?
• Che cosa è stato il Nazismo per l’Europa e per il mondo?
A quali conseguenze ha portato?
Film adatto dai 10 anni.
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Pomodori verdi fritti
(alla fermata del treno)
di Jon Avnet
Interpreti: Mary Stuart Masterson,
Mary Louise Parker, Kathy Bates, Jessica Tandy,
Gailard Sartain, Stan Shaw, Cicely Tyson,
USA, 1991, 130’.
La trama
Quella di Pomodori verdi fritti, tratta dall’omonimo romanzo di
Fanny Flag, è la storia di Evelyn, una casalinga con un matrimonio oramai governato dalla noia e dall’indifferenza, che
incontra in una casa di riposo un’anziana signora, Ninny.
Questa, per la voglia di chiacchierare con qualcuno, inizia a
raccontare proprio a lei la storia di Idgie Threadgoog, una giovane donna dell’Alabama razzista degli anni ‘20, e della grande amicizia che l’ha legata per tutta la vita a Rut Jameson.
Idgie, dopo la morte del fratello, avvenuta quando lei era ancora bambina, ha deciso di vivere una vita da ribelle, ai margini
della società dei bianchi.
Ruth, invece, figlia di amici di lunga data della famiglia
Threadgoode, ha avuto un’adolescenza più tranquilla e come
le brave ragazze dell’epoca, si è sposata ed ha un bambino.
La sua vita matrimoniale ben presto però le crea dei problemi
e dopo che il marito la picchia, per l’ennesima volta, lei decide
di lasciarlo e di raggiungere la grande casa dei Threadgoode,
accanto alla quale alla fermata del treno aprirà con Idgie il
Whistle Stop Cafè.
A questa storia di amicizia si interseca un giallo: è stato ucciso un uomo bianco, ma chi è stato? Il Ku klux Klan entra in
scena in questa cittadina dell’Alabama e si teme per la vita del
personale di colore del Cafè.
Ninny, ripercorrendo con minuziosa precisione la storia di questo forte legame fra le due donne, darà ad Evelyn la forza e
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la determinazione di analizzare la propria vita e di trovare il
coraggio per cambiarla.
Itinerari didattici ed elementi per la discussione
Sul piano tematico:
• Perché accusano Big George dell’omicidio?
• Che cos’è il Ku Klux Klan. Come si manifesta nel film?
• Idgie riconosce tra gli incappucciati alcuni amici frequentatori del Cafè, che cosa li muove a tanta violenza? nel
film si spiegano le ragioni dei loro comportamenti?
Altre idee:
• La schiavitù negli Stati Uniti. Quando inizia? Quando si
conclude? Che cosa ne rimane oggi?
• Che cosa si intende con segregazione razziale?
• Chi era Martin Luther King? Che cosa fece?
Film adatto dai 10 anni.
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La paura mangia l’anima
di Rainer Werner Fassbinder
Interpreti: Brigitte Mira,
El Hedi Ben Salem, Barbara Valentin,
Irm Hermann, Elma Karlowa, Walter Sedlmayr
Germania, 1973, 91’.
La trama
Emmi è una vedova tedesca di sessant’anni che lavora come
donna delle pulizie. Vive sola, non parla mai con nessuno e non
riceve visite, neppure quelle dei suoi figli che sembrano averla dimenticata. Una sera, in un locale, Emmi conosce Alì. A farli
incontrare è la solitudine e l’emarginazione.
Alì è un trentenne operaio marocchino che soffre l’isolamento
degli stranieri.
Contro le resistenze dei rispettivi ambienti sociali, i due decidono di sposarsi, ma le pressioni sono sempre più forti e la
situazione pesantissima. Emmi viene emarginata dalla famiglia
e dai vicini: ciò che li fa uscire dai gangheri è il fatto che una
“buona donna tedesca“ si sia scelta un uomo di colore. Alì
viene condannato per aver sposato una donna più anziana.
Ali ed Emmi decidono quindi di partire per una breve vacanza
e al loro ritorno miracolosamente troveranno l’ambiente che li
circonda totalmente cambiato.
Alì ed Emmi sono il centro di questa pellicola di Fassbinder e
sono gli unici esseri umani che egli decide di rappresentare.
Certo sono circondati da altri personaggi, ma questi ultimi
sono solo delle caricature di cui il regista si serve per illustrare le contraddizioni della società contemporanea.
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Itinerari didattici ed elementi per la discussione
Sul piano tematico:
• Come possono essere descritti i due protagonisti?
• Dopo aver descritto anche gli altri personaggi che contornano la storia di Emmi ed Ali, quale valore simbolico ha
voluto dare il regista alle persone rappresentate nel film?
• In quale contesto sociale sono inseriti e che ruoli sociali
ricoprono Ali ed Emmi?
• Quali sono le loro relazioni con il resto del mondo?
• Perché dopo il loro viaggio tutto cambia attorno a loro?
Quali nuove tensioni si creano a questo punto?
Sul piano del contesto:
• Così come gli Stati Uniti d’America anche la Germania è
stato per molto tempo un paese a forte attrazione di
manodopera straniera. Con quali dimensioni e quali tendenze nel tempo?
Film adatto dai 14 anni.
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Bibliografia collegata
al percorso “Diversità razziali”
Richard RIVE
District six
Edizioni Lavoro, Roma, 1990
Una piccola comunità multirazziale che si conosce da tempo vive
insieme, solidale, in vecchie case, villette fatiscenti dai nomi altisonanti. La zona è degradata, ma il quartiere è centrale e quindi
appetibile e da valorizzare.
Una legge dello stato lo dichiara riservato ai bianchi ed i suoi abitanti vengono costretti ad andarsene, a disperdersi in periferie
prive di ogni servizio e violente.
Nel nostalgico ricordo del narratore rivivono tanti personaggi
appartenenti alla sua giovinezza, in una atmosfera leggera e briosa. L’ombra dell’apartheid si affaccia con discrezione nel racconto, in ‘piccoli incidenti’ che non turbano molto la quotidianità – fino
ad esplodere però nella distruzione finale del quartiere e nella
disgregazione dolorosa della sua comunità.
Richard Rive, meticcio, non ha mai conosciuto il padre. È nato nel 1931 a
Città del Capo e questo suo romanzo è autobiografico. Grazie alla sua bravura atletica riuscì a studiare, a frequentare l’università, a perfezionarsi a
Londra e Parigi, a Oxford e alla Columbia University.
Insegnante di latino e inglese, allenatore di atletica leggera, pubblicò i suoi
primi racconti African songs nel 1963. Ha curato una antologia di scrittori africani anglofoni, Modern African Prose e altri due romanzi, Emergency
e Emergency II, riguardanti il massacro di Sharpeville del 1960. Quando
ormai era una delle figure di maggior spicco nel mondo letterario sudafricano viene assassinato da ignoti nella sua casa nel 1989.
___________________
Sally MORGAN
La mia Australia
Theoria, 1997
Il titolo originale è My place: in un libro autobiografico l’autrice
ricerca con ostinazione nella memoria dei suoi familiari, contro la
loro stessa volontà, la propria appartenenza, le proprie origini,
nascoste per paura e vergogna.
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Scopre così di essere in parte aborigena e lo proclama con orgoglio, innanzitutto per ripagare della sua vita dolorosa la sua vecchia cara nonna ‘blackfella’, ma anche per combattere l’ingiustizia
e ridare dignità ad un popolo schiavizzato e oppresso dal razzismo
ancora in tempi recenti.
Ricostruendo le vite di sua madre, della nonna e dello zio, ricostruisce in un clima emozionato e affettivo le sofferenze ed i valori culturali di persone che hanno conosciuto il genocidio e ci dà un quadro terribile dell’Australia bianca.
È il parallelo di quanto ci offrono le Vie dei canti di Chatwin e La
riva fatale, L’epopea della fondazione dell’Australia, di Robert
Hughes, con in più l’andamento del giallo e del romanzo.
Sally Morgan, nata a Perth, nell’Australia occidentale, nel 1951, è sposata
ed ha tre figli.
Laureata in psicologia, è pittrice e scrittrice.
La mia Australia, scritto nel 1987, è stato il suo romanzo d’esordio. Best
seller internazionale, vincitore nel 1988 del prestigioso Weickhardt Award,
è stato pubblicato in undici paesi.
... e in breve
Bharati MUKHERJEE
Il mondo secondo Hsü, in Episodi isolati, Feltrinelli, 1992, pagg.
32-47; dove ci si può ritenere al sicuro in un mondo che suddivida
i cittadini in base a criteri ‘razziali’?
Siamo nel Nord America e sullo sfondo di questa società donne,
uomini, ragazzi nati od originari dell’India e del Pakistan, cercano il
loro posto nel mondo, in un faticoso oscillare tra vecchi costumi e
nuove identità. Sono emigrati di successo e di buona cultura, integrati, nel bene e nel male, nella società statunitense oppure isolati ed impauriti in quella canadese.
Bharati Mukherjee è nata a Calcutta, ha studiato in Inghilterra, Svizzera e
Stati Uniti, dove vive attualmente dopo un soggiorno di quattordici anni in
Canada. Insegna scrittura creativa al Queens College e alla New York
University. Questa raccolta di racconti è l’unico suo testo attualmente
pubblicato in Italia. Ha scritto anche due saggi e tre romanzi.
Con la raccolta di racconti Middleman and Other Stories ha vinto il
National Book Critics Circle Award.
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Percorso n.5
Diversità di genere
Sulla diversità fisica dei generi si è innestata, nel tempo e per gran
parte del pianeta, una sovrastruttura culturale che impedisce la serena realizzazione delle persone. Ciò crea difficoltà e problemi non
solo alle donne, ma anche agli uomini e blocca a ben vedere lo sviluppo dell’intera società che poggi su questa situazione di iniquità.
Il gruppo che limita o impedisce l’espressione delle capacità delle
donne, in pratica, rinuncia all’apporto di buona parte dei suoi componenti.
Quando la diversità tra uomo e donna viene rimarcata continuamente e presa come base per giustificare una condizione di subordinazione, nelle donne stesse si creano sensi di inferiorità che si consolidano ed interiorizzano come veri, tanto da alimentare questa
situazione.
Dunque come alcune ‘razze’ anche il genere femminile è escluso dal
potere e ciò provoca tensioni ed irrequietezze.
Le donne ricercano campi in cui potersi comunque liberamente
esprimere e sono infiniti e complessi i sistemi messi in atto, non
sempre immediatamente percepibili.
Ancora in troppe situazioni essere nate donne risulta un vero e proprio handicap.
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Il colore viola
di Steven Spielberg
Interpreti: Whoopi Goldberg, Danni Glover,
Margaret Avery, Oprah Winfrey, Willard E.Pugh,
Akosua Busia, Desreta Jackson.
Stati Uniti d’America, 1985, 152’.
La trama
Il colore viola è ambientato nello stato della Georgia agli inizi
del XX secolo, quando non era certo facile essere delle persone ‘di colore’ e per di più donne.
Celie è poco più che adolescente quando in seguito alle violenze del presunto padre mette al mondo due figli, che però ben
presto le vengono sottratti. Viene quindi ceduta in sposa ad
Albert, un vedovo, anche lui di colore, che si porta in dote ben
quattro bambini. L’uomo si rivela essere fin dal principio un
uomo violento e sfruttatore e tratta Celie come una schiava.
Chiusa in questa trappola dalla quale non riesce a fuggire a
Celie non resta che l’affetto per Nettie, la sorella minore, che
un giorno si presenta a casa sua e inizia a vivere con loro.
Per Celie la presenza di Nattie è una benedizione, ma solo fino
a quando suo marito non inizia a molestarla. Vedendosi respinto dalla cognata, però, Albert un giorno si infuria e dopo poco
caccia Nattie di casa. Narttie, tra le lacrime, promette a Celie
di scriverle delle lettere per restarle in qualche modo vicina.
La perversità dell’uomo non sembra avere limiti e arriva al
punto di nascondere le missive spedite per anni da Nettie ad
una Celie, che continua a condurre una misera esistenza.
Quando Albert un giorno torna a casa con una nuova amante,
una cantante blues di colore di nome Shug Avery, questa
diventa amica di Celie e rappresenta un nuovo punto di riferimento per la protagonista. Alla fine con molta pazienza la
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donna troverà dentro di sé la forza di reagire, andare avanti e
dare, malgrado tutto, una svolta positiva alla sua vita.
Itinerari didattici ed elementi per la discussione
Sul piano tematico:
• Quale passato conduce Celie al matrimonio con Albert?
• Perché Albert accetta di sposare Celie?
• Perché Celie non può determinare la sua vita?
• In che modo Celie capirà di potersi “vendicare” di Albert?
• Contrariamente alle aspettative Celie diventerà amica dell’amante di suo marito, come si può descrivere questo
rapporto?
Altre idee:
• Come nel film Pomodori verdi fritti, “Il colore viola” racconta delle violente discriminazioni nei confronti delle popolazioni di colore agli inizi del XX° secolo negli Stati Uniti
d’America. Quale fatto in particolare è narrato in questo
film?
Film adatto dai 14 anni.
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Osama
di Siddik Barmak
Interpreti: Marina Golbahari,
Arif herati, Zubaida Sahar.
Afghanistan/Giappone/Irlanda, 2003, 82’.
La trama
Kabul, l’Afghanistan è in ginocchio dopo ventitré anni di guerra
nella quale l’Occidente ha avuto grandi responsabilità. I Talebani
mantengono il loro potere e le donne sono sottoposte a leggi
crudeli: non possono lasciare scoperto anche un solo lembo del
loro corpo e soprattutto non possono lavorare o uscire di casa
se non in presenza di un uomo della famiglia. Le vedove prive
di figli o parenti stretti maschi, quindi, possono fare meno di
niente e sono ridotte alla fame. Chi disubbidisce alle regole subisce pene severissime, in genere la morte per lapidazione.
È in questo mondo pieno di dolore che si inscrive la storia di
Maria, una dodicenne orfana di padre, costretta dalla madre e
dalla nonna a travestirsi da bambino, da maschio, per poter
lavorare e portare a casa il pane. Maria diventa Osama e
trova lavoro presso il negozio di un vecchio amico di suo
padre, morto durante la guerra.
Durante una preghiera a cui Osama è costretta ad andare
come tutti i maschi, qualcuno sospetta di lei, per i suoi modi
incerti durante il rito. Scoperto l’inganno, i Talebani decidono di
commutare la pena dandola in sposa al vecchio mullah della
moschea.
È la storia amara e tragica del periodo più orrendo dell’Afghanistan, quello in cui nessuno aveva il diritto di decidere qualcosa. Così il regista afgano Siddik Barmak definisce Osama, il
suo primo lungometraggio.
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Itinerari didattici ed elementi per la discussione
Sul piano tematico:
• Che vita conduce Maria?
• Qual è la condizione delle donne a Kabul? Quale, in particolare, in questa famiglia?
• Come avviene l’idea del travestimento per Maria?
• Come viene scoperto il segreto di Osama?
• Quale destino attende Osama?
Sul piano del contesto:
• Ventitré anni di guerra per l’Afghanistan: quali conflitti si
sono succeduti? Contro chi?
• Perché l’Afghanistan è stato il fuoco del mirino di così
tante guerre?
• Che cosa è cambiato dopo gli attacchi americani? Quale
vita si vive oggi in Afghanistan?
• E la condizione delle donne oggi è cambiata?
Film adatto dai 14 anni.
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L’albero di Antonia
di Marleen Gorris
Interpreti: Veerle Van Overloop, Jan Decleir
Willeke Van Ammelroy, Els Dottermans
Olanda/Belgio/Gran Bretagna, 1995, 102’.
La trama
È da poco finita la seconda guerra mondiale e Antonia, rimasta vedova, torna con sua figlia Danielle al villaggio in cui è
nata, per stabilirsi nella vecchia casa di famiglia e cercare in
quel luogo tranquillo di riprendere la sua vita. Antonia, con
l’aiuto di Danielle e di Willem, un uomo del luogo che ha delle
disabilità mentali, inizia a coltivare il terreno ereditato, scrutando incuriosita la vita della bizzarra comunità che li circonda.
Diventata adulta Danielle decide di avere una figlia, senza
però volere un uomo, contatterà un ragazzo per il concepimento e da quell’unione nascerà Thérèse, la terza generazione di questa famiglia tutta al femminile. Thérese sarà una
bambina prodigio, esperta di matematiche e di formule astronomiche. Una volta adulta Thérèse genererà Sarah, ritratto
vivente della bisnonna.
Ormai anziana Antonia una mattina si sveglia con la sensazione che quello sarebbe stato l’ultimo giorno della sua vita.
Serenamente lo comunica a tutta la famiglia e agli amici e
muore così circondata dai suoi affetti e tra i ricordi della sua
esistenza felice: gli amori, la religione, il lavoro, il sesso, ma
anche l’odio, la guerra e la vendetta.
Una visione surreale della morte, così come è surreale la vita
di Antonia che Marleen Gorris ci ha regalato: una vita in cui a
detenere il potere e a guidare le regole del gioco sono in tutto
e per tutto le donne.
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Itinerari didattici ed elementi per la discussione
Sul piano tematico:
• Che caratteristiche hanno i personaggi di Antonia,
Danielle, Thérèse e Sarah?
• Di che tipo di persone si circondano?
• Che tipo di personaggi maschili la regista di questo film ha
deciso di affiancare alle protagoniste della storia?
• Quali momenti del film sono particolarmente felici per questa famiglia, quali tristi?
• Perché questo film è stato definito “surreale”?
• Come Antonia e la sua famiglia si confrontano con la sua
morte?
Altre idee:
• L’omosessualità.
Film adatto dai 14 anni.
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Bibliografia collegata
al percorso “Diversità di genere”
Shahrnush PARSIPUR - Donne senza uomini
collana Melting Pot, AIEP EDITORE, San Marino, 2000
Mahdokht che non riesce ad accettare la confusione dell’amore e
della vita e vuole diventare un albero. Fa’ize che fa di tutto per
sposare il fratello di un’amica. Munes, la vecchia ragazza che
muore due volte e ancora rinasce e con la sua faccia tonda e stupida capisce quello che gli altri pensano. Tutte col problema di una
preziosa, e sconosciuta, verginità da mantenere.
La ricca signora annoiata che prende in odio il marito e alla sua
morte se ne va da Teheran comprando la casa di Karaj, un luogo
di villeggiatura, dove vive l’albero Mahdokht. Qui si riuniscono
tutte le protagoniste, compresa una prostituta che partorendo
diventa puro cristallo di luce. Unico personaggio maschile ammesso in questo microcosmo è il ‘giardiniere gentile’.
Storie di donne raccontate nella loro semplice verità con mezzi
surreali e di poetica fantasia. Riflessione su una società, sui suoi
tabù, sui rapporti tra i sessi e in generale tra gli esseri umani.
Shahrnush Parsipur, figlia di un procuratore legale del Ministero della
Giustizia, nasce nel 1946 in Iran. Si laurea in Sociologia all’università di
Teheran nel 1973. Compiuti gli studi in patria ha seguito corsi di specializzazione in Francia e negli Stati Uniti. Ha cominciato a pubblicare nel 1969
e ha dovuto subire lunghi periodi di detenzione sotto il vecchio ed il nuovo
regime. Ha raggiunto la notorietà verso la fine degli anni ‘80.
Questo testo è del 1989, in italiano possiamo leggere, della sua ricca produzione, solo un racconto Il macello delle pecore nella raccolta I pendenti
di cristallo. Parole svelate. Racconti di donne persiane. Padova,
Imprimatur, 1998 a cura di Anna Vanzan. Nel 1993 l’autrice riceve il
Premio Lillian Hellman/Dashiell Hammett per il coraggio mostrato contro la
repressione dei diritti umani. Tutti i suoi romanzi, eccetto uno, sono banditi dall’Iran. Shahrnush Parsipur vive attualmente negli Stati Uniti.
________________________
Rachid BOUDJEDRA - La pioggia
Edizioni Lavoro, 1989
La pioggia ritma la scrittura di questa dottoressa insonne che
passa la notte ad annotare pensieri e sensazioni e preannuncia
quella pioggia di lacrime a cui alla fine, in modo del tutto inconsueto, riesce ad abbandonarsi. È una famiglia quella che si conosce
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da questa scrittura, in parte la stessa di Timimun e de Il ripudio,
altri testi dello stesso autore. Una vecchia rigida nonna che si fa
fotografare sul letto di morte, un padre sempre assente, una
madre tollerante fino all’apatia, due fratelli e lei, la donna che, dal
tempo della pubertà, non riesce più ad accettarsi, così come non
la accetta come donna il suo ambiente.
Rachid Boudjedra è nato nel 1941 in Algeria, ha studiato in un collegio prestigioso a Tunisi.
Diciassettenne interrompe gli studi liceali per prendere parte attivamente
alla rivolte che porteranno l’Algeria all’indipendenza dalla Francia.
Laureato in Filosofia all’università di Algeri e alla Sorbona di Parigi, è stato
un attivo rappresentante a Madrid del Fronte di Liberazione Nazionale
Algerino durante gli anni della lotta contro il colonialismo. Diventato professore liceale di filosofia, ha insegnato nell’Africa del Nord, in Europa e negli
Stati Uniti, per poi dedicarsi esclusivamente alla letteratura. Dal 1982
dichiara di voler scrivere solo in arabo.
Nel 1969 pubblica con molto scandalo Il ripudio, in cui il protagonista, figlio
di una donna ripudiata, lotta a suo modo per tutta la vita contro un padre
autoritario, risultandone alla fine distrutto. In italiano sono usciti anche
Timimun, La lumaca testarda, Topografia ideale per un’aggressione caratterizzata. A causa della sua opposizione agli integralisti islamici, è stato
costretto ad abbandonare l’Algeria per vari anni.
... e in breve
Marjane SATRAPI - Taglia e cuci
Lizard edizioni, Roma, 2003
Dopo il pranzo in famiglia gli uomini vanno a fumare e le donne,
dopo aver riordinato, bevono il tè e si mettono a chiacchierare.
Nel racconto delle loro vite e di quelle delle loro amiche uno spaccato sociale vivace e denso di riflessioni sul senso della vita e delle
relazioni tra uomo e donna.
Marjane Satrapi è nata sulle rive del Mar Caspio, a Rasht, il 22 novembre
1969, e ha vissuto a Teheran, Vienna, Strasburgo e Parigi. Di famiglia nobile, ha ereditato da madre e nonno, attivisti politici, la passione per l’attualità e l’impegno politico.
Ha trascorso l’infanzia a Teheran, dove ha vissuto il periodo della rivoluzione e della guerra contro l’Iraq. Durante il conflitto, Marjane ha dovuto
lasciare il suo Paese, con l’appoggio della sua famiglia, che mal sopportava il clima oppressivo instaurato dal nuovo regime. Esule con la famiglia a
Parigi, usa il fumetto per raccontare l’ambiente in cui è nata e le sue vicissitudini.
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Inquietanti estraneità
pagine di lettura
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Il razzismo è la valorizzazione,
generalizzata e definitiva,
di differenze, reali o immaginarie,
a vantaggio dell’accusatore e ai danni della vittima,
al fine di giustificare una aggressione o un privilegio.
Albert Memmi, Il razzismo,
Costa e Nolan, 1989
Le differenze, di ogni tipo, esistono, è una forma naturale di difesa
anche averne paura, è razzismo generalizzarle, deriderle, usarle a
proprio vantaggio. Partendo da questa definizione, ragionata ed
indagata da Memmi nel suo testo, possiamo chiederci quale immagine della diversità emerge dai media, dal linguaggio comune, come
viene percepita la diversità, dagli italiani o da altri gruppi, e a quali
fini.
Attraverso alcuni testi di narrativa si può fare una analisi dei comportamenti negativi rispetto alla diversità:
Emecheta Buchi, Cittadina di seconda classe, ‘Astrea’ Giunti, 1987.
Solo al suo arrivo in Gran Bretagna scopre la sua diversità, la sua
pelle nera.
• La diversità viene scimmiottata, derisa, disprezzata:
- Genèviève Makaping, Traiettorie di sguardi. E se gli altri foste voi?
Rubettino, 2001, pag. 30 e sg., 100 e sgg..
- Kossi Komla Ebri, Imbarazzismi, ed. Dell’Arco-Marna, 2002, pag.
17 e 21.
- AA.VV. Destini sospesi di volti in cammino, Fara, 1998, antologia del
IV concorso Eks&Tra, racconto Una lezione a metà, pagg. 221-235.
I vocaboli baluba e zulu sono usati come termini derisori, derivanti
dall’oppressione coloniale.
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• Presentata come marchio d’infamia sociale:
- Morgan Sally, La mia Australia, Theoria, 1997, pag. 143,
- Marion Benassuti, Un lavoro per papà, Temi, 1999, pag. 78-80.
• Interiorizzata dal soggetto come colpa, vergogna:
John Fante, L’odissea di un wop in Figli di due mondi, a cura di
Francesco Durante, Avagliano editore, 2002, pagg. 39-56.
• Sopravvalutata, mitizzata anche dall’interessato, per ritrovare una
propria identità quando vive su uno spartiacque:
- Ravinder Randhawa, Una vecchia signora malvagia, ‘Astrea’,
Giunti, 1990, pag. 15 sgg., 36-45, 80 sgg. La colta e sensibile donna
indiana, che vive a Londra dall’infanzia, e si dibatte tra i vari aspetti della sua identità.
- Lily-Amber Laila Wadia, Viaggio in India, in Il burattinaio e altre
storie extra-italiane, Kumacreola, Scritture migranti, Cosmo Iannone Editore, Isernia, 2004, pagg. 133-145. Il vecchio immigrato
che torna in un’India che esiste solo nei suoi ricordi.
• Inventata:
- Latife Tekin, Fiabe dalle Colline dei Rifiuti, Astrea’, Giunti, 1995,
pag. 99. Le zingare ritenute tutte grasse.
- Malika Mokeddem, Gente in cammino, ‘Astrea’, Giunti, 1990, pag.
116 sg.. Gli arabi considerati tutti ignoranti dai colonizzatori francesi per cui stupisce la piccola araba brava a scuola.
• Generalizzata ignorando lo spettro di diversità,
passata dal singolo al gruppo:
- Stefano Galieni, Antonella Patete Frontiera Italia, Città aperta,
2002, pag. 97 sg.. Una prostituta ucraina = ucraine tutte prostitute.
- Karim Metref, Il razzismo benpensante delle sorelle C e Hamid
Barole Abdu, Come in spiaggia non farsi scambiare per un venditore
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di accendini, in Migrantemente. Il popolo invisibile prende la parola, a
cura di Sabatino Annecchiarico, EMI, 2005, rispettivamente pagg.
121-124 e pagg. 175-180. I negri tutti vù cumprà e gli immigrati
tutti pericolosi.
- Assia Djebar, La donna senza sepoltura, Il Saggiatore, 2002. Le
musulmane tutte uguali dietro il velo. Parla solo di alcune donne
algerine.
- GianAntonio Stella, L’orda, Rizzoli, pag. 87 sg., AA.VV. Storia dell’emigrazione italiana, Partenze, Donzelli, 2001, pag. 265 sg..
Analoghi i pregiudizi generalizzati sulle donne italiane emigrate.
- Patrizia Salvetti, Corda e sapone, Donzelli editore, 2003, pag. XXI
sgg.. Gli italiani tutti mafiosi, quasi negri e degni del linciaggio.
- Giose Rimanelli, La stanza grande, Avagliano editore, 1996, pagg.
133-143. Il grande linciaggio di New Orleans (pag. 11 e sgg.) viene
descritto con precisione.
• Ritenuta definitiva:
- Marisa Fenoglio, Vivere altrove, Sellerio, 1999. Il discorso a pranzo con il liberal tedesco innamorato dell’Italia, ma che non accetta
una donna italiana colta e con un’opinione politica, e la respinge nel
suo limbo di straniera senza voto, pag. 163-170.
• Sottolineata per escludere:
- Nelida Milani, Anna Maria Mori, Bora, Frassinelli, 1998, l’una
divenuta straniera nella sua terra, l’altra straniera perché profuga,
pag. 132, 134, 160, 189.
- Wanda Ramos, Percorsi, Guaraldi-Aiep, 1996, pag. 26-28; 79 sg..
I rapporti coloniali tra portoghesi e angolani.
- Wadia, L’ultima mail, in Il burattinaio e altre storie extra-italiane,
pag. 127-131. Diversità che esclude anche se tutto il resto sembra
unire, compresa la comune esperienza di esclusione.
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• Considerata nociva, scandalosa e quindi nascosta, taciuta:
- Alicia Yanez Cossìo, La città addormentata, Zanzibar, 1994, pag.
28-30. In casa si conserva ancora con venerazione il ritratto della
antenata india, vestita come una gran dama e con la pelle bianca:
l’immagine di quello che avevano voluto che fosse.
- Ken Saro-Wiwa, Foresta di fiori, Edizioni Socrates, 2004, Un
affare di famiglia, pag. 41, Il rogo, pag. 48. Il matto che è una vergogna per la famiglia, il giovane che parla poco e viene isolato e
attaccato.
• Utilizzata per l’oppressione, la prevaricazione del dominante:
- Lia Luft, L’ala sinistra dell’angelo, AIEP, 1993, pag. 20 sg.. La
madre brasiliana dominata dalla nonna emigrata tedesca.
- Erich Hackl, Addio a Sidonie, Marcos y Marcos, 1991¸ pag. 26 sg.,
61, 90, 95. La pelle scura che tradisce l’origine zingara e porta al
campo di concentramento.
- M. Mokeddem, Gente in cammino, pag.199- 200. Tradisce l’antenata ‘schiava’ disprezzata come tutti i neri.
- Giovanna Covi, Voci femminili caraibiche e interculturalità,
Imoinda, ed. Università degli Studi di Trento, 2003, pag. 131-135.
Ancora una pelle nera di schiava.
- Pietro Di Donato, Cristo tra i muratori, Il Grappolo, 2001, pag.
88-92, 100. Paolo, muratore di dodici anni, viene pagato meno
anche se si riconosce che il lavoro effettuato è lo stesso di un adulto.
• Usata per far paura, sottolineata per assolvere il razzismo:
- Daniel Pennac, La fata carabina, Feltrinelli, pagg. 13-15. In tema
di autoassoluzioni.
- Marco Aime, Eccessi di culture, Einaudi, 2004, pag.47 sgg.; Cultura
e differenze in Mantovani, op. cit., pagg. 27-66.
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Nel mondo moderno si è avuta una accelerazione dei flussi di persone, idee e merci, sono saltati i confini culturali ed aumentati i
“nomadi”, le persone difficilmente classificabili, mentre d’altra parte
noi continuiamo ad utilizzare vecchi schemi e, spesso, a “etnicizzare” le diversità.
Risulta necessario avviare un percorso di igiene mentale con una
analisi dei comportamenti positivi, riconoscendo in primo luogo il
diritto della diversità di esistere. È necessario aprire le finestre della
‘locanda balcanica’ in modo che si eliminino gli stereotipi che si formano nel fumo delle chiacchiere della sua clientela. La locanda,
questo ‘luogo’ filosofico più che reale, dove si mette alla berlina
chiunque sia diverso, non sopporta le correnti d’aria e gli scambi, la
riflessione e il pensiero. (Rada Ivekovic, Autopsia dei Balcani, Saggio
di psico-politica, Raffaello Cortina Editore, 1999, pag. 93-98)
È necessario decostruire e ridefinire il linguaggio corrente e dominante, portando alla luce tutta la complessità del reale.
Una semplice pietra di faido
Prendo in mano una di quelle pietre e chiedo ad un geologo, che segue
i lavori, se può descrivermela. Mi dice che quella tratta di galleria presenta una roccia di una grande uniformità. Mi fa poi vedere una sorta
di targa, posta sopra un masso-prototipo su cui hanno già dettagliatamente riportato l’analisi di quel materiale. Leggo con piacevole sorpresa e grande interesse quella descrizione che trascritta, con insignificanti
licenze, suona così: “Questo blocco di roccia è formato da Gneiss della
Leventina che è composto da: quarzo, feldspati, plagioclasi, biotite,
muscovite. In alcune piccole fessure, ma quasi uniformemente distribuite, si trovano: pirite, calcite, dolomite adularia. La struttura variabile
può essere: listata, pieghettata, granulare, occhiadina, con noduli di
quarzo. La roccia si rivela: dura, compatta, resistente, abrasiva…”
Beata semplicità di un sasso. Che riassume la storia del mondo. Che
contiene la descrizione di diluvi e glaciazioni, sollevazioni tettoniche e
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depositi marini, cataclismi ed eruzioni. E ancora: di resistenze ed intrusioni, deriva dei continenti ed immani temperature e pressioni. Questo
è quel sasso. Ogni sasso. Non di meno. Ma allora perché noi dovremmo
voler semplificare tutto: essere o venir costretti ad essere: solo bosniaci
croati e ortodossi, oppure solo bosniaci serbi e cattolici, oppure ancora
solo bosniaci “turchi” e musulmani? E altri perché solo confederati ticinesi? E altri solo celti e autonomisti friulani? E altri ancora solo afgani
talebani? O leghisti padani? Se un sasso può insegnare qualcosa…”
Leonardo Zanier, Punta secca, edizioni Ulivo, Balerna, Svizzera,
2003, pag.51 sg.
La realtà è sempre complessa, niente può essere classificabile in uno
schema binario.
- Sergej Dovlatov, in Regime speciale, Sellerio, 2002, descrive un
campo di prigionia e la sua varia umanità. Dal monolitico mondo
“russo” emergono le varie origini nazionali, ma i buoni e i cattivi, gli
animi nobili e le canaglie, i colti e gli ignoranti non sono mai in due
campi nettamente distinti.
Riconoscere la diversità come speculare.
- Daniel Pennac, il doppio sguardo de L’occhio del lupo. Per noi sono
pellerossa e noi per loro siamo visi pallidi.
Sapere che è legata ad un luogo determinato, e pur sempre mutevole.
- Mukherjee Bharati, Episodi isolati, Feltrinelli, 1992, pag. 35, 37 e
sgg.. Toronto è un inferno razzista per i “paki”, ma può esserlo
anche l’Africa per degli indocanadesi in vacanza.
Superare la paura con il sapere:
- Kossi Komla - Ebri, Imbarazzismi, pag. 7. C’è confusione geografica ed ignoranza.
- Salwa Salem, Con il vento nei capelli, Astrea’, Giunti, 1993, pag.
137. Dove il Togo diventa Congo e la Palestina diventa Africa.
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Vincere con l’amore la paura e l’odio per la differenza:
- Assia Djebar, la novella Il corpo di Felicie in Nel cuore della notte algerina, ‘Astrea’, Giunti, 1998, pgg. 147-225. Monologo dei figli intorno alla madre in coma, una francese che ha tanto amato il marito
algerino e la sua terra; il 5 luglio nei tumulti per l’indipendenza algerina, lei, francese e cristiana, è salvata da una collana con un piccolo
Corano d’oro pendente, accettato per amore del marito musulmano.
- Raffaexle Nigro, Malvarosa, Rizzoli, 2005. Sempre l’amore fa avvicinare il protagonista italiano di Malvarosa ad una giovane senegalese, di cui tra l’altro scopre continuamente, e con sorpresa, la cultura.
- AA.VV., Piviere, Rose del Cairo, pag. 98-113. Si racconta quanto
è difficile mantenere in vita l’amore superando l’estraneità.
- Mokeddem, Gente in cammino, pag. 147-151, 104-106, 188 sg.,
215-221. Leyla passa tra i diversi mondi contrapposti, separati, tramite l’affetto che la lega alle sue compagne e ad alcuni adulti.
Superare la dominanza sul diverso con la democrazia:
- Armando Gnisci, Una storia diversa, Meltemi, 2001, pagg. 99108. Nel definire i rapporti tra culture sono assai chiare le pagine
su multiculturalismo, intercultura e transcultura: quest’ultima crea
il ‘liberamente umano’, produce una nuova civiltà in cui l’uomo
non comanda sull’uomo.
Riconoscere la diversità come ricchezza:
- Alicia Yanez Cossìo, La città addormentata, Zanzibar, 1994, la protagonista recupera il rispetto per la antenata india, pag. 40 e riprende l’uso dell’antico nome Illacatu, pag. 25-28.
- Wanda Ramos, Percorsi, scopre il mondo meraviglioso della festa
indigena pag. 46-48.
- M. Sally, La mia Australia, pag. 430, 305-308, 484-486. Si manifesta l’orgoglio della differenza, dopo la paura che per due generazioni l’ha nascosta.
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- Mokeddem, Gente in cammino, pag. 200 sg.. Leyla esibisce la sua
diversità, la sua pelle scura dovuta all’antenata schiava.
Rispettare la diversità costituisce il fondamento della convivenza e
della pace:
- Ramos, Percorsi, pag. 80-82. Amica dei domestici neri pag. 34, 41.
Critica verso la politica coloniale portoghese.
- Kader Abdolah, Scrittura cuneiforme, Iperborea, 2003. Il rispetto
verso il marito e del figlio verso il padre sordomuto.
Ribaltare insomma gli atteggiamenti che sostengono il razzismo e
che sono essenzialmente comportamenti ‘bellici’, di tutti contro
tutti.
- Raimon Panikkar, Pace e disarmo culturale, Rizzoli, 2003. L’incontro nel dialogo con tutti senza presunzioni di superiorità ed autosufficienza.
Costruire a partire dalle diversità:
- Igiaba Scego, Rhoda, Sinnos editore, Roma, 2004, pag. 119. Aisha
cercava di capire quella gente. Parlava con loro, discuteva con loro e a
volte ci litigava a morte. Però non smetteva mai di cercare un confronto. Si sforzava di capire la loro cultura e spiegava con parole dolci e
chiare la sua. Era sempre al centro di un perenne scambio.
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Uguaglianza
dei diritti umani
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La dichiarazione universale
dei diritti umani
Può essere interessante, per gli educatori o gli insegnanti che faranno uso di questo fascicolo, ricercare e/o confrontare le singole tematiche trattate con “La dichiarazione universale dei diritti umani”.
È fondamentale, infatti, che la comprensione e l’accettazione delle
diversità vengano percepite non come atti caritatevoli nei confronti
di chi “è diverso” ma come diritti inviolabili di ogni essere umano.
PREAMBOLO
Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i
membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace
nel mondo;
Considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani
hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità, e che l’avvento di un mondo in cui gli esseri umani godano della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal
bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell’uomo;
Considerato che è indispensabile che i diritti umani siano protetti
da norme giuridiche, se si vuole evitare che l’uomo sia costretto a
ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e
l’oppressione;
Considerato che è indispensabile promuovere lo sviluppo di rapporti amichevoli tra le Nazioni;
Considerato che i popoli delle Nazioni Unite hanno riaffermato
nello Statuto la loro fede nei diritti umani fondamentali, nella
dignità e nel valore della persona umana, nell’uguaglianza dei dirit87
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ti dell’uomo e della donna, ed hanno deciso di promuovere il progresso sociale e un miglior tenore di vita in una maggiore libertà;
Considerato che gli Stati membri si sono impegnati a perseguire, in
cooperazione con le Nazioni Unite, il rispetto e l’osservanza universale dei diritti umani e delle libertà fondamentali;
Considerato che una concezione comune di questi diritti e di questa libertà è della massima importanza per la piena realizzazione di
questi impegni;
L’ASSEMBLEA GENERALE
proclama
la presente dichiarazione universale dei diritti umani come ideale
comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al
fine che ogni individuo ed ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con
l’insegnamento e l’educazione, il rispetto di questi diritti e di queste
libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere
nazionale e internazionale, l’universale ed effettivo riconoscimento
e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri, quanto fra
quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione.
Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti.
Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso
gli altri in spirito di fratellanza.
Articolo 2
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate
nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni
di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di
nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabi88
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lita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del
paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente,
o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.
Articolo 3
Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della
propria persona.
Articolo 4
Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.
Articolo 5
Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento
o a punizione crudeli, inumani o degradanti.
Articolo 6
Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della
sua personalità giuridica.
Articolo 7
Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna
discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti
hanno diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che
violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a
tale discriminazione.
Articolo 8
Ogni individuo ha diritto ad un’effettiva possibilità di ricorso a
competenti tribunali contro atti che violino i diritti fondamentali a
lui riconosciuti dalla costituzione o dalla legge.
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Articolo 9
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o
esiliato.
Articolo 10
Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad una
equa e pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente e
imparziale, al fine della determinazione dei suoi diritti e dei suoi
doveri, nonché della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga
rivolta.
Articolo 11
1. Ogni individuo accusato di un reato è presunto innocente sino
a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un
pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie
necessarie per la sua difesa.
2. Nessun individuo sarà condannato per un comportamento
commissivo od omissivo che, al momento in cui sia stato perpetuato, non costituisse reato secondo il diritto interno o
secondo il diritto internazionale. Non potrà del pari essere
inflitta alcuna pena superiore a quella applicabile al momento
in cui il reato sia stato commesso.
Articolo 12
Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie
nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesione del suo onore e della sua reputazione.
Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali
interferenze o lesioni.
Articolo 13
1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.
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2. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il
proprio, e di ritornare nel proprio paese.
Articolo 14
1. Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi
asilo dalle persecuzioni.
2. Questo diritto non potrà essere invocato qualora l’individuo
sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.
Articolo 15
1. Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza.
2. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua
cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza.
Articolo 16
1. Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di
fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all’atto del suo scioglimento.
2. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e
pieno consenso dei futuri coniugi.
3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e
ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.
Articolo 17
1. Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà sua personale o in comune con altri.
2. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua
proprietà.
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Articolo 18
Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di
religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di
credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in
pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell’insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell’osservanza dei riti.
Articolo 19
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione
incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e
quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
Articolo 20
1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.
2. Nessuno può essere costretto a far parte di un’associazione.
Articolo 21
1. Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese,
sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti.
2. Ogni individuo ha diritto di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio paese.
3. La volontà popolare è il fondamento dell’autorità del governo;
tale volontà deve essere espressa attraverso periodiche e veritiere
elezioni, effettuate a suffragio universale ed eguale, ed a voto
segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione.
Articolo 22
Ogni individuo, in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale, nonché alla realizzazione attraverso lo sforzo nazionale e
la cooperazione internazionale ed in rapporto con l’organizzazione e
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le risorse di ogni Stato, dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.
Articolo 23
1. Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell’impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.
2. Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale
retribuzione per eguale lavoro.
3. Ogni individuo che lavora ha diritto ad una rimunerazione
equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia
una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se
necessario, da altri mezzi di protezione sociale.
4. Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.
Articolo 24
Ogni individuo ha diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in
ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche
retribuite.
Articolo 25
1. Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a
garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia,
con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha
diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi
di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.
2. La maternità e l’infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini, nati nel matrimonio o fuori di esso,
devono godere della stessa protezione sociale.
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Articolo 26
1. Ogni individuo ha diritto all’istruzione. L’istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e
fondamentali. L’istruzione elementare deve essere obbligatoria.
L’istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l’istruzione superiore deve essere egualmente
accessibile a tutti sulla base del merito.
2. L’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti
umani e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la
comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le Nazioni, i
gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l’opera delle Nazioni
Unite per il mantenimento della pace.
3. I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di
istruzione da impartire ai loro figli.
Articolo 27
1. Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla
vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.
2. Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.
Articolo 28
Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel
quale i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione possano
essere pienamente realizzati.
Articolo 29
1. Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità.
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2. Nell’esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve
essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e il rispetto dei
diritti e delle libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell’ordine pubblico e del benessere generale in
una società democratica.
3. Questi diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitati in contrasto con i fini e principi delle Nazioni
Unite.
Articolo 30
Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso
di implicare un diritto di un qualsiasi Stato, gruppo o persona di
esercitare un’attività o di compiere un atto mirante alla distruzione
di alcuno dei diritti e delle libertà in essa enunciati.
_______________
Si voglia, in chiusura di questo lavoro, considerare l’art. 3 della
Costituzione della Repubblica Italiana:
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti
alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza
dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana
e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione
politica, economica e sociale del Paese.
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STRUMENTI
23-02-2006
Provincia Autonoma di Trento
Assessorato all’Istruzione
e alle politiche giovanili
[email protected]
www.ilgiocodeglispecchi.org
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