Test di Stamey

Test di Stamey
Il test di Stamey prende il nome di uno degli autori che oltre 40 anni fa, ha lanciato una proposta
concreta per la diagnosi clinica differenziale tra diversi tipi di prostatite (Meares & Stamey,
1968). Questo metodo è salito al rango di un “golden standard” ed è stato per molti decenni
l’unico metodo per accertare la diagnosi di prostatite. Il test e’ anche noto come “il test dei quattro bicchieri”, descritto per la prima volta da Meares e
Stamey nel 1968 e viene utilizzato per formulare una diagnosi sulla base delle informazioni
ricevute da campioni di urina e secreto prostatico (EPS). Il test è positivo quando si riscontra un
numero elevato di leucociti in EPS e / o in campione di urine post- massaggio prostatico (VB3),
rispetto a quelli riscontrati nell'urina del primo getto (VB1) e alla metà del flusso urinario (VB2).
Dal momento che le persone normali hanno alcuni leucociti nel loro EPS, si è definito che il test
è positivo quando sono presenti almeno 10 leucociti per campo ad alto ingrandimento (40X).
I campioni raccolti per l'esecuzione (VB1, VB2, EPS, VB3) sono poi sottoposti ad esame
batteriologico separatamente a completamento dell'indagine. Come per la conta dei leucociti, anche per la diagnosi di infezione prostatica vale il principio che
il numero delle colonie batteriche deve essere almeno 10 volte superiore il EPS e VB3 rispetto
a VB1 e VB2.
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