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ANIMA Top News – Novembre 2013
CorrierEconomia
18 novembre 2013
“Fondi Comuni - Gestori oltre la crisi:
ecco le società con il «bollino blu»”
CorrierEconomia
18 novembre 2013
“Palma d’oro ai globe-trotter dei listini”
CorrierEconomia
18 novembre 2013
“I campioni d’equilibrio dei mercati”
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CORRIERECONOMIA
LUNEDÌ 18 NOVEMBRE 2013
Osservatorio Risparmio gestito
Test L’analisi dell’Istituto Tedesco Qualità e Finanza su dati di Morningstar
Flexible Investments
in Global Financial
Markets
Obbligazionari
Fondi comuni Gestori oltre la crisi:
ecco le società con il «bollino blu»
Bond, viaggio
nella tempesta
al ritmo del 5%
I
l calo dei rendimenti dei titoli pubblici e delle emissioni
societarie, che lo scorso anno
ha procurato performance superiori al 10% per molti dei fondi specializzati in queste categorie di bond, se spalmato sull’arco dei cinque anni che vanno da gennaio 2008 a settembre 2013 non produce risultati
altrettanto eclatanti. Ecco dunque che anche i migliori fondi
obbligazionari, secondo l’analisi dell’Istituto Tedesco Qualità
e Finanza, nel corso del quinquennio si devono «accontentare» del pur apprezzabile risultato di rendimenti medi annui compresi fra il 5 e il 7%.
Non dimentichiamo la vecchia regola aurea del mercato
del reddito fisso: quando i tassi
di mercato scendono (salgono) le quotazioni dei titoli già
emessi salgono (scendono).
Tuttavia, su un periodo pro-
Anima, Eurizon, Pioneer, Schroder, Carmignac e Franklin Templeton
sono i migliori asset manager per rendimento e controllo del rischio
DI GIUDITTA MARVELLI
I
l miglior
g gestore
g
nella lunga
g crisi del debito? Anima, la società di fondi controllata da Clessidra, Montepaschi
p
e Banca Poppolare di Milano, è in cima alla classifica
che mette insieme risultati e controllo del rischio costruita dall’Istituto Tedesco Qualità e
Finanza per CorrierEconomia. La sgr, che sta
progettando lo sbarco in Piazza Affari, è seguita da altre cinque fabbriche del risparmio insignite del titolo «top», che hanno meritato un
punteggio inferiore ma competitivo. Nell’ordine: Eurizon, la fabbrica di fondi targata Intesa
Sanpaolo, Pioneer (gruppo Unicredit), la francese Carmignac, la britannica Schroder e l’americana Franklin Templeton.
Il Gran Premio delle scuderie
Le migliori società di gestione del risparmio
Certificato
Azionari
Palma d’oro
ai globe-trotter
dei listini
R
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Flexible Investments
in Global Financial
Markets
PEGASO CAPITAL STRATEGIC TREND
www.pegasocapitalsicav.com
Prima dell'adesione leggere il Prospetto depositato alla Consob, disponibile sul nostro sito e presso i collocatori in Italia.
Borse mondiali
Risultati
Per valutare i risultati sul campo sono state
calcolate le performance medie annue del quinquennio di tutti i fondi aperti venduti in Italia
e appartenenti a nove categorie, le più rilevanti per il nostro mercato: gli azionari specializzati su Italia, Europa, Mercati Emergenti, globali,
i bilanciati prudenti, aggressivi e flessibili, gli
obbligazionari governativi europei e quelli invece che, sempre in Europa, investono in obbligazioni societarie. Gli italiani preferiscono da
sempre i fondi obbligazionari (42,3% del totale), mentre gli azionari sono in continuo declino dal 2002 e oggi rappresentano solo il 14%
degli asset. «I risultati storici non sono indicativi di quelli futuri ma rappresentano una misura importante della qualità del fondo, della capacità del gestore e dei costi, visto che la commissione di gestione viene scorporata dal rendimento del fondo», spiega la ricerca. Il secondo criterio è il MaxDrawdown, la massima perdita di periodo calcolata in percentuale: un parametro piuttosto pratico per avere un’idea
della volatilità e quindi del rischio associato a
ciascun fondo.
Le classifiche sono state quindi compilate
ponderando i due criteri in modo differente: al
rendimento (66,6%) è stato attribuito un peso
doppio rispetto a quello della massima perdita
(33,3%). «Un rendimento medio annuo alto e
una bassa percentuale di perdita portano ad
un buon piazzamento del fondo nelle classifiche rispetto al mercato, mentre un rendimento
basso ed un’alta percentuale di perdita massima declassano il fondo», chiariscono gli esperti tedeschi. Per stilare le classifiche finali sono
stati considerati i primi venti prodotti di tutte
e nove le categorie. Ammessi alla gara tutti i
fondi vendibili in Italia (classe retail) con cinque anni di vita e un patrimonio di almeno 7,5
milioni di euro. Il campione estratto dal database di Morningstar su cui sono state fatte le
elaborazioni contiene 19.778 fondi. La classificazione Morningstar non corrisponde a quella
dell'Istituto Tedesco Qualità Finanza.
M. SAB.
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Bond
Lo scudetto blu della massima qualità va
quindi al gestore con un azionariato bancario,
ma diffuso, che ha totalizzato 118 punti con 11
prodotti piazzati nei primi venti posti di tutte
le gare di specialità. Al secondo e al terzo troviamo con 68 e 65 punti e sei prodotti ciascuna
i due colossi nazionali (se così si possono chiamare), le due società di emanazione bancaria
possedute, rispettivamente, dai big italiani del
credito. Con 64 e 62 punti e con cinque fondi a
testa in posizione di eccellenza, ecco due gestori esteri impegnati da tempo sul mercato italiano e con una vocazione indipendente dal sistema bancario. Sia Carmignac che Schroder, infatti, hanno come unico business l’asset management. Infine anche l’ultimo premio «top», la
statunitense Franklin Templeton, (60 punti, 4
fondi nei primi venti di tutte le classifiche) è
un gestore «puro».
L’analisi dell’Istituto — un’attività decennale in Germania nella comparazione e nell’analisi dei prodotti finanziari — è stata condotta su
dati Morningstar, leader globale nello studio
dei fondi comuni. I conti in tasca ai gestori sono stati fatti nel periodo compreso tra il primo
ottobre 2008 e il 30 settembre 2013, i cinque
anni in cui si è sviluppata e protratta la grande
crisi finanziaria da cui non siamo ancora usciti.
«Due i criteri della nostra analisi — spiega lo
studio dell’Istituto — il rendimento del capitale e la tutela del risparmio».
lungato anche un calo di
tre-quattro punti percentuali
viene riassorbito dal tranquillo
tran-tran dei rendimenti cedolari (oggi molto bassi).
Nel duello tra le performance di medio periodo vincono le
gestioni «corporate», i fondi
specializzati sulle emissioni societarie. In questa categoria il
Nordfondo obbligazionario corporate realizza un rendimento
medio annuo del 7,04%. Al confronto la migliore gestione in titoli governativi, il fondo Natixis Souverains Euro conquista un risultato di circa un punto e mezzo inferiore, collocandosi a un livello di performance media annua del 5,64%.
In definitiva questi risultati
di medio periodo non fanno
che confermare le leggi fondamentali dei mercati finanziari.
Il rendimento delle azioni (vedi fondi obbligazionari) battono di 3-4 punti percentuali il
rendimento dei bond. E in secondo luogo le emissioni societarie, mediamente più rischiose dei titoli governativi, pagano un premio di rendimento.
ealizzare performance a
doppia cifra nel difficile
quinquennio che va da gennaio 2008 al settembre 2013 non
è certamente un risultato scontato. Soprattutto se a raggiungere questo obiettivo sono i
fondi azionari.
E questo perché le borse di
tutto il mondo sono state dapprima duramente colpite dalla
recessione e dalla crisi finanziaria (non dimentichiamo i minimi assoluti del marzo 2009), e
successivamente beneficiate
dalla politica espansiva delle
banche centrali, primo fra tutti
il «quantitative easing» della
Fed, e da un ripresa economica
ovunque un po’ asfittica, ma reale.
Questo movimento in due
tempi spiega dunque il buon
andamento prima di tutto delle
gestioni globali, che rappresentano una sorta di «media», fra
le performance dei paesi emergenti e di quelli sviluppati. In
questa categoria l’Istituto Tedesco Qualità e Finanza colloca al
primo posto il fondo CS S1
Equity Global, del Credit Suisse, con un risultato annualizza-
to dell’11,23%. Tuttavia la palma del rendimento va alla gestione di Franklin Templeton,
Global Small and mid cap, un
+13,94% annuo. La maggiore
variabilità di risultato di questo fondo spiega il fatto che
non sia in vetta alla classifica.
Leggermente migliore l’andamento dei fondi specializzati
sui paesi emergenti, penalizzati sull’arco dei cinque anni dall’arretramento di questo difficile 2013. Il migliore è il fondo
First State Global Emerging
markets in sterline, un risultato medio anno del 14,85%.
Al contrario la debole Europa ha conosciuto un risveglio
proprio in questi ultimi dieci
mesi. Ecco dunque il +12,40%
del fondo Comgest Growth Europe e i risultati a due cifre di
tutte le gestioni eccellenti. Fanalino di coda l’Italia. Qui il
7,78% di rendimento medio annuo del fondo Lemanik High
Growth ha qualcosa di «miracoloso», viste le difficili condizioni del Paese.
Vale pena osservare che, in
media, le gestioni azionarie
hanno offerto nel quinquennio
rendimenti di 3-4 punti percentuali al di sopra dei fondi obbligazionari. Il che è coerente con
l’aspettativa di un guadagno
maggiore in corrispondenza di
un rischio più elevato.
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LUNEDÌ 18 NOVEMBRE 2013
Osservatorio Risparmio gestito
Il mix preconfezionato
N
eppure i fondi bilanciati,
quelle gestioni che accoppiano in percentuali variabili (e
talvolta modificabili a piacere)
la componente azionaria e quella obbligazionaria, riescono ad
avvicinarsi (al pari dei fondi a
reddito fisso puri) alle performance medie annue della categoria degli azionari.
E, risultato tutto sommato
sorprendente, le gestioni migliori di questo tipo non riescono a
collocarsi su un livello di rendimento intermedio tra i migliori
azionari e i migliori obbligazionari, come in definitiva ci si
aspetterebbe data la natura
«ibrida» di questi prodotti.
Eurizon Manager Selection
MS 70, il fondo eccellente nel
segmento dei bilanciati «aggressivi», quelli caratterizzati da una
quota azionaria superiore al
50%, ottiene nel periodo gennaio 2008-settembre 2013, un risul-
tato medio annuo del 6,40%,
molto lontano dalle performance a doppia cifra dei fondi azionari puri e leggermente inferiore rispetto ad alcune delle gestioni più efficienti del comparto del
reddito fisso. Stessa sorte, il che
pare ovvio, per i fondi bilanciati
«prudenti», che nella selezione
dei titoli in portafoglio privilegiano la quota in obbligazioni. La
migliore gestione di questo tipo
registra una performance di circa un punto e mezzo inferiore rispetto al miglior fondo bilanciato «aggressivo». CPR Croissance Prudente registra infatti un risultato medio annualizzato del
5,10%, tutt’altro che disprezzabile, ovviamente. I bilanciati flessibili, infine, quelle gestioni che
possono con un elevato grado di
libertà sovrapesare la componente azionaria, oppure quella
obbligazionaria, a seconda della
convenienza di mercato del momento, conquistano risultati di
poco superiori rispetto ai bilanciati «prudenti». Il miglior fondo, Anima Star Europa Alto potenziale, raggiunge un rendimento medio annuo del 5,60%.
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L’analisi
Educazione finanziaria,
tre consigli da Super Eroi
DI MATTEO MOTTERLINI
M
antenere le spese entro il
tuo budget è sempre molto importante» dice Iron-Man a
Spider-Man mentre fa esplodere
un rapinatore in un episodio dei
mitici Avengers (I vendicatori). Un
numero del tutto particolare, perché dedicato al risparmio e all'
educazione finanziaria dei ragazzi,
come si evince dal titolo: «Avengers Saving day #1». Il fumetto è
frutto della collaborazione tra Marvel Comic e Visa, e ha l'obiettivo di renderci più virtuosi nel prendere decisioni su carte di
credito, mutui, prestiti, investimenti eccetera. Ma servirà? Al di
là del conflitto d'interessi — Visa potrebbe mirare più a fidelizzare giovani clienti che non a renderli migliori decisori — resta il fatto che rendere efficaci gli interventi di educazione finanziaria è un problema molto sentito.
Che fare? L'idea che un corso di finanza trasformi le persone in risparmiatori più sofisticati, accorti e saggi è un mito,
come afferma il padre della finanza comportamentale Richard
Thaler sul «New York Times». Certo l'ABC va conosciuto e un
corso base è comunque un buon investimento, e andrebbe incoraggiato l'insegnamento dei rudimenti della gestione della
finanza personale a scuola. Ma il rischio è che poi ce li saremo
dimenticati proprio quando ne avremo bisogno. Chi si ricorda
ancora la trigonometria? Non solo: recenti ricerche mostrano
che chi fa un corso di finanza non è migliore di altri nel risparmiare il giusto per la pensione. Questi corsi inoltre sembrano
essere meno efficaci per chi ne avrebbe più bisogno: le persone con bassi redditi.
A tal proposito, Richard Thaler suggerisce tre ricette. La prima: dal momento che l'apprendimento scade in fretta, potrebbe essere più utile fornire interventi educativi al momento opportuno. Per esempio quando uno studente accende un prestito per l'università, o un padre di famiglia un mutuo per la
casa. Seconda: fornire semplici istruzioni per l'uso che fungano
da guida. Per esempio: «risparmia il 15% del tuo reddito»,
«fai un mutuo a 15 anni se ne hai già compiuti 50». Terza,
rendere il mondo finanziario più facile da usare. Farsi cioè aiutare dalla tecnologia e da app in modo che calcolare un mutuo
sia semplice come guardare che tempo fa a Timbuctù.
E se qualche banca o società finanziaria proverà a fregarci,
ci rivolgeremo ovviamente direttamente ai Vendicatori. Spider-Man aiutaci tu!
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Imagoeconomica
I campioni
d’equilibrio
sui mercati
Bilanciati
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