pesci - Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva
Transcript
pesci - Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva
Zoonosi parassitarie di origine ittica tra passato e futuro Maria Letizia Fioravanti e Andrea Gustinelli Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Patologia Animale Università degli Studi di Bologna 1 Zoonosi parassitarie di origine ittica: - a livello mondiale oltre 500 milioni di persone a rischio - malattie neglette nell’ambito della Sanità Pubblica a causa di difficoltà diagnostiche, scarsa conoscenza del loro reale/potenziale peso economico e sanitario e complessità delle attitudini culturali delle popolazioni coinvolte nei diversi areali geografici - necessità di chiarire biologia, epidemiologia, diffusione, aspetti clinici di numerosi agenti di zoonosi di origine ittica al fine di migliorare le misure di prevenzione e controllo a livello individuale e collettivo - aumento del rischio a seguito di crescente movimentazione di prodotti ittici a livello internazionale, flussi demografici e cambiamenti delle abitudini alimentari 2 Gli animali acquatici rivestono spesso un ruolo importante nel ciclo biologico di parassiti a ciclo indiretto (eteroxeni) che allo stadio adulto o larvale sono in grado di determinare patologia nell’uomo. L’uomo può comportarsi come: Ospite definitivo Ospite accidentale * Casi umani segnalati in Italia • Difillobotriasi* • Heterofidosi e Centrocestosi • Opisthorchiasi* • Anisakiasi* • Clinostomiasi 3 Difillobotriasi o plerocercosi • Malattia parassitaria sostenuta da Cestodi dell’ordine Pseudophyllidea, famiglia Diphyllobothriidae • Diphylllobothrium latum: unica specie segnalata al momento in Italia • Altre specie descritte nel mondo: D. pacificum, D. dendriticum, D. nihonkaiense • L’uomo è l’ospite definitivo elettivo di D. latum + cane, gatto ed altri mammiferi ittiofagi 4 C iclo biologico di Diphyllobothrium latum (Invernizzi, 2005) (uovo-uovo: 11 sett.) 5 Specie ittiche più frequentemente parassitate da Diphyllobothrium latum allo stadio larvale in Italia: Pesce persico ospite d’elezione Luccio Bottatrice ospiti paratenici Specie ittiche idonee all’infestazione di D. latum Coregonus spp. ? Salmo spp. Oncorhynchus spp. 6 Difillobotriasi o plerocercosi Larva plerocercoide 7 aspetto filetti positivi 8 Difillobotriasi o plerocercosi D. latum: adulto 9 Difillobotriasi o plerocercosi • Distribuzione geografica: zone temperate e subartiche dell’emisfero settentrionale (Scandinavia, Siberia, Grandi laghi, Giappone, Europa centrale). Segnalazioni anche in Brasile, Cile, Peru e Argentina • Casi umani di difillobotriosi da D. latum: 5 milioni in Europa 30 anni fa 4 milioni in Asia 100.000 in America oggi casi sporadici (in aumento negli ultimi anni) 10 Da Chai et al. (2005), Int. J. Parasitol., 35: 1233-1254. 11 Difillobotriasi o Plerocercosi •In base a indagini recenti (Peduzzi e Boucher-Rodoni, 2001): in zone lacustri al confine italo-svizzero - feci umane: positività intorno a 6,5% - pesci (Perca fluviatilis): positività tra 7,8 e 33,3% •In queste zone la difillobotriosi si considerava eradicata dal 1970, poi un nuovo caso si è registrato nel 1983 e da allora: 31 nuovi casi Nel Lago Lemano tra Svizzera e Francia: 70 casi dal 1993 al 2002 12 13 Difillobotriasi o Plerocercosi in Italia Zoonosi ben conosciuta fin dall’800 in Italia Casi sporadici negli ultimi decenni 8 casi segnalati presso l’Ospedale Valduce di Como nel 2001 (Terramocci et al., Infection 29 (2):93-95) 23 casi segnalati presso l’Ospedale Manzoni di Lecco nel 2002-2007 Difillobotriasi SOTTOSTIMATA in Italia Area sub-alpina (Laghi svizzeri, francesi e italiani): >200 casi tra 1987 e 2002 (Dupouy-Camet e Peduzzi, 2004) 330 casi tra 2002 e 2007 (Wicht et al.) + nuovi casi in Austria, Repubblica Ceca, Belgio, Olanda e Spagna 14 Difillobotriasi o plerocercosi Sintomatologia e lesioni nell’uomo: • spesso paucisintomatica • infiammazione catarrale dell’ileo e del digiuno (nei siti di attacco del parassita) • dolori epigastrici, diarrea o costipazione, vomito, anoressia • anemia perniciosa (per carenza di vit. B12) • sintomatologia conclamata spt. in soggetti di età superiore a 30 anni • rapida remissione dei sintomi dopo terapia Terapia nell’ospite definitivo: Praziquantel 5-10 mg/Kg 15 Presenza di larve plerocercoidi di D. latum in pesce persico del Lago di Como 1 Domaso 2 Carate Urio 3 Mandello del Lario 4 Bellagio 5 Faggeto Lario 16 DIAGNOSI nell’ospite pesce 17 Diagnosi morfologica di larve plerocercoidi di D. latum Diagnosi molecolare PCR e sequenziamento 18 Cambio delle abitudini culinarie = consumo di prodotti ittici crudi o affumicati o marinati a freddo PRINCIPALE FATTORE DI RISCHIO Uomo= Serbatoio asintomatico Persico = Ospite d’elezione DIFFICILE CONTROLLO Luccio e Bottatrice = Ospiti paratenici Fecalizzazione Acque Interne Salmonidi = Ruolo da investigare Serbatoi selvatici da investigare Controllo sanitario dei prodotti ittici = Fattori di rischio e punti di intervento Normativa di difficile applicazione nelle realtà della pesca in acqua dolce e dell’industria legata agli ambienti lacustri 19 Prevenzione e controllo 1 Trattamento reflui (depurazione e canalizzazione) 2 CONTROLLO ISPETTIVO dei pesci provenienti da zone a rischio 3 Congelamento (-18°C per 24h) Cottura (56°C per 5’) RAPIDA DEVITALIZZAZIONE DELLE LARVE PLEROCERCOIDI Malattia ittica inserita nel Regolamento di Polizia Veterinaria del 1954 20 Opisthorchiasi Zoonosi parassitarie di origine ittica sostenute da trematodi digenei (metacercarie) appartenenti a diverse specie della famiglia Opisthorchiidae - Opisthorchis felineus segnalato per la prima volta in Italia nel 1884 nel gatto e nel cane da Rivolta 1,7 milioni di persone colpite nell’Europa orientale - Opisthorchis viverrini ( + Clonorchis sinensis) 15 milioni di persone colpite in Estremo Oriente 21 Distomi epatici Da Chai et al. (2005), Int. J. Parasitol., 35: 1233-1254. 22 Ciclo biologico di Opistorchis felineus 23 Opisthorchiasi SINTOMATOLOGIA NELL’UOMO Localizzazione epatica (a livello dei dotti biliari) Decorso di solito asintomatico A volte febbre, dolori addominali, disturbi gastrointestinali, sintomi simil-epatitici, eosinofilia Rare le complicazioni quali: colangite ascendente colangiocarcinoma fibrosi epatica B. Sripa / Acta Tropica 88 (2003) 209–220 24 Opisthorchiasi B. Sripa / Acta Tropica 88 (2003) 209–220 25 Opistorchiasi in Italia 26 Opisthorchiasi Nel periodo 2003-2008 >30 casi umani nella zona del Lago Trasimeno (PG) e Lago di Bolsena (VT) Opisthorchiasi diagnosticata grazie al rinvenimento di uova mediante esame coprologico per arricchimento + PCR 2003: due pazienti che all’anamnesi riferivano il recente consumo di tinca marinata presso un ristorante locale (Lago Trasimeno) (Crotti et al., 2004) 2005: otto pazienti che all’anamnesi riferivano il recente consumo di tinca, carpa e persico marinati artigianalmente presso un ristorante locale (Lago Trasimeno) (Crotti et al., 2006) 2007: 20 casi di opistorchiasi umana correlati al consumo di tinca (e coregone) marinati provenienti dal Lago di Bolsena (VT) (Armignacco et al., 2008) Tutti i pazienti sono stati trattati con praziquantel e/o albendazolo ed i successivi controlli per uova di Opisthorchis sp. sono risultati negativi 27 Opisthorchiasi A seguito dei focolai di infezione umana sono state effettuate, nelle zone lacustre coinvolte, indagini conoscitive su: Gasteropodi acquatici Specie ittiche recettive OSPITI INTERMEDI Lago Trasimeno: 249 pesci (182 tinche) 9,3% delle tinche positive Lago di Bolsena: 800 pesci - 83,1% delle tinche esaminate positive Lago Trasimeno: 422 (solo 1 Bithynia leachi): tutti negativi Mammiferi ittiofagi (gatti) OSPITI DEFINITIVI Lago Trasimeno: 23,5% in campioni fecali di gatto Lago di Bolsena: 40% in campioni fecali di gatto 28 Opisthorchiasi Procedure diagnostiche nell’ospite pesce: Ricerca metacercarie - Compressione di piccole porzioni di muscolo + osservazione microscopica (diametro metacercarie: circa 200 micron) - Digestione cloropeptica di porzioni di muscolo + osservazione microscopica Identificazione su base morfologica e molecolare 29 Opisthorchiasi PROFILASSI • Educazione sanitaria • Divieto di vendita/consumo di pesce e prodotti ittici crudi o poco cotti Nota del Ministero della Salute del febbraio 2008: • Informazione adeguata del personale veterinario del SSN, degli addetti al settore e di categorie potenzialmente a rischio • Commercializzazione controllata indicando ”da consumarsi previa cottura o congelamento a -20°C per una settimana” • monitoraggio epidemiologico sul pescato nazionale con particolare riguardo ai ciprinidi 30 Opisthorchiasi Fattori condizionanti la realizzazione del ciclo biologico e la trasmissione della parassitosi all’uomo 31 Opisthorchiasi Controllo a livello di popolazione • Ambientale • Sanitario • Normativo • Socio-Culturale Controllo individuale • Scarsa resistenza delle larve plerocercoidi a cottura e congelamento • Notevole resistenza delle metacercarie a cottura e congelamento 32 Tecniche di devitalizzazione di stadi larvali di parassiti zoonosici presenti in prodotti ittici dulciacquicoli e relativa fonte bibliografica Metodo Parassita Parametri -6°C Diphyllobothrium latum -18°C -1 / -5°C -6,5 / -8°C sol. salina -16 / -17°C Opisthorchis felineus “Metacercarie” Clonorchis sinensis Heterophyidae D. latum Opisthorchis viverrini Cottura C. sinensis Heterophyidae 7gg in lucci di 9 kg / 6gg in lucci di 2 kg / 3gg in lucci di 0,7 kg 4gg in lucci di 2 kg / 2gg in lucci di 0,5 kg 24 ore > 1 mese Riferimento bibliografico Titova, 1955 Titova, 1955 Acha e Szyfres (2003) Eguchi (1973) 12 ore Eguchi (1929) -8 / -12°C -20°C -28°C -35°C -40°C 5 gg 48 ore 6 ore 5-12 gg - (efficace) 20 ore 8 ore 2 ore -28°C 32 ore -40°C 7 ore -10°C -20°C -10°C -12°C -20°C -10 / -20°C >3 gg >2 gg 5 gg >18 gg >7 gg 30 ore Senoo et al. (1925) Acha e Szyfres (2003) Eguchi (1973) WHO (1995) WHO (1995) Fattakhov (1989) Fattakhov (1989) Fattakhov (1989) Ministero della Salute, USSR (1990) Ministero della Salute, USSR (1990) Einawawl et al. (2000) Einawawl et al. (2000) WHO (1979) Fan (1998) Fan (1998) Hamed e Elias (1970) 56°C 70°C 80°C 5 minuti 30 minuti 5 minuti 39-40°C 150 minuti 55°C 15 minuti 65°C 3 minuti 50°C 100°C 180 minuti 10 minuti -10°C Congelamento Periodo di sopravvivenza Acha e Szyfres (2003) Waikagul et al. (1974) Waikagul et al. (1974) Shimazono e Hasui (1916) Kakei e Fukase (1921) Shimazono e Hasui (1916) Hamed e Elias (1970) Hamed e Elias (1970) 33 O. felineus Salagione O. viverrini C. sinensis O. viverrini Marinatura C. sinensis Irradiazione Metacercarie di Opisthorchiidae e Heterophyidae 13,6% (fermentato) 20% 5% 10% 30% 3% acido acetico+sale 6% ac. acet.+sale 6% ac. acet. per 4 ore +sale Aceto Soluzione salina satura 0,15 KGy 24 ore Kruatrachue et al. (1982) 5 ore 3-5 ore >7 gg 8 gg Tesana et al. (1986) Shimazono et al. (1916) WHO (1979) Fan (1998) Inefficace Zviagina e Beer (1997) 6 volte più efficace Zviagina e Beer (1997) Efficace Zviagina e Beer (1997) 6 gg Kakei e Fukase (1921) > 2 gg Kakei e Fukase (1921) Efficace FAO/IAEA (1991) 34 Anisakiasi • Sostenuta da nematodi Anisakidae allo stadio larvale (3° stadio) assunti accidentalmente dall’uomo mediante ingestione di pesci e cefalopodi marini crudi, poco cotti o sottoposti a preparazioni culinarie non sufficienti ad inattivare le larve • Uomo = ospite non idoneo, dove le larve ingerite vanno incontro a devitalizzazione nel giro di pochi giorni o poche settimane. Possono però penetrare attivamente nella mucosa gastrica o intestinale e determinare la formazione di granulomi eosinofilici e/o reazioni flemmonose + sindromi allergiche • Prima segnalazione ufficiale nell’uomo: Van Thiel (1960) descrive in Olanda anisakiosi umana in correlazione all’abitudine di consumare aringhe affumicate a freddo (“green herring”). Da allora >20.000 casi descritti nel mondo. 35 UOMO Pseudoterranova Phocascaris Contracaecum? Contracaecum Anisakis Hysterothylacium Ciclo biologico di nematodi Anisakidae 36 Anisakiasi Pesci in cui le larve anisakidi si localizzano soprattutto in cavità peritoneale e visceri aringa suro sgombro Pesci in cui le larve anisakidi si localizzano a livello muscolare anche intra vitam: nasello merlano scorfano triglidi Specie ittiche dei mari italiani in cui si è rinvenuta la presenza di larve di Anisakis • pesce sciabola (100%) • nasello • lanzardo • pagello fragolino • triglia di scoglio • gallinella • ricciola • molva • busbana • aguglia • pesce tamburo • murena • alice • sardina • sgombro • boga • pagro • scorfano • suro • pesce s.pietro • melù • rana pescatrice • tombarello • pesce castagna • tracina Le larve di Pseudoterranova vengono reperite in prodotti ittici d’importazione (es. coda di rospo, merluzzo atlantico, halibut, ecc.) 37 Anisakiasi Larve di Anisakis sp. in pesce sciabola Larve di Anisakis sp. in alici Larve di Hysterothylacium sp. in sardina Le larve Anisakidae dopo la morte dell’ospite pesce tendono a migrare verso l’esterno (migrazione post mortem), penetrando nel muscolo laterale. 38 Anisakiasi Indagini condotte su alici e sardine commercializzate presso Mercati Ittici della costa adriatica 2003-2005 • 2636 alici esaminate • 1314 sardine esaminate 700 (26,6%) positive per larve Anisakidae 544 (41,4%) positive per larve Anisakidae 7,7% alici positive per larve di Anisakis e 98,6% per Hysterothylacium (6,3% coinfezione) 0,4% sardine positive per larve di Anisakis e 99,6% per Hysterothylacium DSPVPA 39 Anisakiasi Infestazione da larve di Anisakis simplex sensu stricto in spigole (Dicentrarchus labrax) pescate in zona FAO 27 (Atlantico nordorientale): percentuale di positività tra 66% (1-2 Kg) e 100% (3-5 Kg) (Bernardi et al., 2008) 40 Struttura del ventricolo in larve di 3° stadio di Anisakis Struttura dell’apparato ventricolare in larve di 3° stadio di Hysterothylacium 1 mm 1 mm CI V V AP V Struttura del ventrico+cieco intestinale in larve di 3° stadio di Pseudoterranova CI DSPVPA 41 PE PE PE PE Larve di 3° stadio di Anisakis Larve di 3° stadio di Hysterothylacium DSPVPA 42 Anisakiasi Casi di Anisakiosi umana segnalati nel mondo: • Olanda: dal 1955 al 1968 prevalentemente da Anisakis) 160 casi (sostenuti • Giappone: 16.090 casi diagnosticati fino al 1990 (sostenuti prevalentemente da Anisakis - solo circa 50 casi da Pseudoterranova) (circa 2000 casi / anno) • Usa: circa 10 casi/anno diagnosticati frequentemente da larve di Pseudoterranova) (sostenuti • Francia: si osservano circa 6-7 casi all’anno, dovuti soprattutto a larve di Anisakis. • + casi sporadici in Spagna, Germania, Danimarca, Inghilterra, Norvegia, Belgio, Cile, Canada 43 Anisakiasi Anisakiosi umana in Italia Il 1° caso ad eziologia certa risale al 1996, la paziente presentava una violenta epigastralgia associata a vomito e diarrea. + 25 casi diagnosticati su base istologica/morfologica o su base sierologica riportati in letteratura + in Abruzzo dal 1998 al 2002: almeno 32 casi sospetti (oltre 20 confermati) osservati presso l’ospedale di Pescara Un caso di infestazione da Pseudoterranova decipiens complex segnalato nel 2002 Dall’anamnesi di tutti i soggetti risultava il consumo di pesce crudo o poco cotto pochi giorni prima il manifestarsi dei sintomi Sono stati descritti alcuni casi di sindromi allergiche da Anisakis in seguito ad ingestione o inalazione. + possibile malattia professionale immunoallergica? 2000) (Balletta et al., 44 Anisakiasi Patologia nell’uomo • Le larve di terzo stadio infettanti possono - non invadere la mucosa gastro-intestinale e venire eliminate - invadere la mucosa gastrica - discendere nel lume intestinale e penetrare nella parete La maggior parte rimane nella sottomucosa, ma alcune riescono a raggiungere la cavità addominale penetrando nell’intero spessore della parete. • Dopo aver provocato edema, iperemia e talvolta sanguinamento al momento della penetrazione, inducono una reazione infiammatoria con infiltrazione di eosinofili e linfociti, seguita da proliferazione connettivale con conseguente formazione di granuloma. • Invasione della parete dello stomaco più frequente di quella intestinale; nell’intestino, l’ileo sembra essere più spesso coinvolto. DSPVPA 45 Anisakiasi Forma gastro-enterica • La forma ACUTA gastrica è caratterizzata da forti dolori, nausea, vomito, diarrea ed insorge poche ore dopo l’ingestione del pesce parassitato; quella intestinale invece si manifesta dopo 6-7 giorni ed è difficilmente differenziabile da una appendicite acuta. La forma CRONICA, sia gastrica che intestinale, mostra sintomi aspecifici, difficili da differenziare da altre patologie infiammatorie croniche. Questa forma è stata classificata in 4 stadi conseguenziali: FLEMMONE, ASCESSO, ASCESSO-GRANULOMA, GRANULOMA. • La prima infestazione procede in genere in modo piuttosto lieve, ma quando si dovesse verificare una successiva infestazione si potrebbe avere grave reazione infiammatoria di natura essudativa e costrizione del lume gastrico ed intestinale. DSPVPA 46 Anisakiasi Forma allergica Risultano segnalati numerosi casi umani dovuti all’azione allergizzante sostenuta da Anisakis simplex (ipersensibilità di tipo I, IgE mediata): i sintomi essenziali consistono in orticaria ed angioedema, raramente shock anafilattico. Sembra che gli allergeni del parassita siano termostabili, resistendo quindi sia al congelamento sia alla cottura. Non è stato ancora stabilito se sia necessaria o meno una precedente infestazione gastro-intestinale da A. simplex Sono ancora da definire i possibili effetti allergizzanti dei nematodi appartenenti agli altri generi della famiglia Anisakidae DSPVPA 47 Diagnosi di anisakiasi umana Anisakiasi • Nel passato si sono spesso verificati casi di diagnosi errata (cancro gastrico, ulcera gastrica, ulcera duodenale, appendicite, colecistite, ecc.) ma l’utilizzo di adeguate tecniche diagnostiche ha permesso di condurre un approccio più idoneo. Raggi X Endoscopia Diagnosi istologica Diagnosi sierologica • Per le sindromi allergiche da Anisakis: IgE totali IgE specifiche Skin prick test • L’anamnesi è molto importante (abitudine di consumare prodotti ittici crudi o poco cotti + tempo intercorso tra il pasto con prodotti ittici crudi o poco cotti e l’insorgenza della sintomatologia) DSPVPA 48 Anisakiasi Terapia nell’uomo Il miglior sistema terapeutico rimane l’asportazione chirurgica in corso di endoscopia quando la diagnosi viene condotta rapidamente. In caso contrario andrebbe effettuata una terapia antinfiammatoria. In alcuni casi sono risultati efficaci prodotti antielmintici (es. tiabendazolo). DSPVPA 49 Pseudoterranoviasi spesso asintomatica con eliminazione del verme con le feci o per “risalita” del tratto esofageo. In Italia 1 caso umano nel 2002 in cui il paziente riferiva all’anamnesi il consumo di alcuni soggetti poco cotti di Solea senegalensis acquistati al mercato ittico di Savona (Fioravanti et al., 2002) 50 Anisakiasi Ricerca di larve anisakidi nei pesci • Esame visivo (Regolamenti CE 853 e 854 e relative rettifiche, Regolamento CE 2074) • Transilluminazione di piccoli frammenti di muscolo (max. 5 mm) o di filetti (Regolamento CE 2074) • Digestione cloro-peptica di porzioni di muscolo (per esaminare pool) 51 Anisakiasi Metodi di prevenzione e controllo Educazione alimentare Eviscerazione dopo la pesca per evitare la migrazione delle larve post-mortem nel muscolo Controllo ispettivo (Regg. CE “Pacchetto Igiene”) Trattamenti del prodotto ittico atti a devitalizzare le larve di Anisakis sp.: • Alte temperature: 70°C (1”) 50°C (15’) 45°C (78’) Basse temperature: -35°C (15 ore) -20°C (24-48 ore) -10°C (oltre 7 giorni) 52 Anisakiasi Affumicatura: 28°C (87,5% sopravvivenza) 40°C (14,4% sopravvivenza) 60°C (devitalizzazione totale) Marinatura: 4% ac.acetico + 6% NaCl (sopravvivenza per 26 giorni) Salagione: 20° baumè (devitalizzazione totale in 10’) Aceto: devitalizzazione in 14 giorni Mostarda dolce: devitalizzazione in 4-7 giorni Salsa di soya: devitalizzazione in 21 giorni Wasabi (2 g/20 ml): devitalizzazione in 1’ Zenzero: devitalizzazione in 17 ore DSPVPA 53 Punti critici • Uno dei fattori che più influiscono sulla prevalenza delle zoonosi parassitarie di origine ittica nelle popolazioni è rappresentato dalla consuetudine alimentare di consumare prodotti ittici crudi o inadeguatamente cotti • Aumento del flusso di popolazioni con abitudini alimentari che prevedono il consumo abituale di pesce crudo o poco cotto • Importanza di: educazione sanitaria / controlli ispettivi di natura parassitologica •Necessità di corretta diagnosi parassitaria (identificazione a livello di genere/specie) nei pesci destinati al consumo alimentare • La movimentazione internazionale di prodotti ittici e di materiale biologico per ripopolamento rappresenta un importante fattore di rischio per l’introduzione di patogeni zoonotici da aree di endemia 54 Prospettive • Affinamento delle moderne tecniche diagnostiche molecolari da associare agli studi morfologici per l’identificazione degli stadi larvali di parassiti ittici potenzialmente zoonotici • Miglioramento delle conoscenze sulla presenza e diffusione di parassiti ittici zoonotici nelle popolazioni ittiche indigene e nei prodotti ittici d’importazione • Implementazione dell’acquacoltura moderna a livello mondiale (non risultano descritti parassiti agenti di zoonosi in pesci d’allevamento intensivo) 55 Diagnosi differenziale: parassiti ittici non zoonotici 56 Larve plerocercoidi di cestodi Triaenophorus spp. (Cestoda, Pseudophyllidea) 57 Infestazioni da Myxozoa: Henneguya spp. 58 Infestazioni da Myxozoa: Myxobolus spp. 59 Infestazioni da Myxozoa: Kudoa spp. 60 Infezioni da Microsporidi 61 Infestazioni da cestodi Trypanorhyncha 62 Infestazioni da crostacei Pennellidae 63