il gazzettino tv 11.6.2012
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il gazzettino tv 11.6.2012
1F UTRIA Dopo la solidarietà del governatore Zaia, Vardanega incassa le critiche dei sindacati «Nascoste le colpe delle imprese » Cgil e Uil. «E nessuna parola di condanna sull'evasione fiscale» Mattia Zanardo ............................................................................... TREVISO Visto dal fronte opposto. All'assemblea di Unindustria c'erano anche loro, i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. Il presidente degli industriali Alessandro Vardanega, il cui grido di dolore è stato raccolto dal governatore Zaia che ha promesso di essere al loro fianco nelle future battaglie, ha parlato di impresa e lavoro non come antagonisti, «ma l'una in funzione dell'altra». Passaggio non a caso apprezzato dai sindacalisti. Che però mettono in evidenza altre "lacune" nella riflessione condotta dal palco. «Mi sarei aspettato un po' di autocritica -afferma Paolino Barbiero, leader della Cgil trevigianaTroppo facile criticare le banche e dimenticarsi che nei consigli di amministrazione delle banche ci sono moltissimi imprenditori. O sparare sul governo e sulla burocrazia, dimenticandosi che per 15 anni è stato a capo del governo uno degli imprenditori più importanti d'Italia. E quando si cita il debito pubblico, si dovrebbe guardare a quanto di quel debito è stato distribuito alle imprese in questi anni». Poi c'è la questio- BACCHETTATO I leader di Cgil e Uil hanno criticato l'intervento del presidente ne dell'evasione: «Ogni giorno le cronache riportano di imprenditori che eludono o evadono, ma non ho sentito un solo accenno di condanna a questi fenomeni». di Unindustria Alessandro Vardanega Non nasconde la delusione neppure Antonio Confortin: «Mi è sembrata una grande protesta, contro la politica e contro i poteri forti, di cui peraltro Confindustria è un rappresentante -nota il numero uno della Uil di Marca- Al contrario, non ho sentito una sola proposta: eppure era l'occasione giusta, con tutti i soggetti, politica, istituzioni, sindacati presenti. Vardanega è bravo e l'allestimento spettacolare, ma forse ci voleva un po' meno scenografia e qualche idea in più su come uscire dalla crisi». Franco Lorenzon, invece, condivide la necessità di un cambio culturale, dopo che la globalizzazione ha messo in discussione molti diritti dati per acquisiti: «I primi a farne le spese, ma non sempre a capirlo, sono stati i lavoratori -rimarca il segretario provinciale della CislOra tocca agli industriali, in particolare a quelli trevigiani, che per la verità mai si erano illusi sulla deriva finanziaria presa dal capitalismo globale, restando ancorati al proprio lavoro e radicati nel proprio territorio. Ma i risultati non hanno dato loro ragione. Almeno per ora». Una situazione paragonabile al secondo dopoguerra: «Anche oggi c'è tutto da ricostruire. Ma bisogna ripartire dalla responsabilità e dai valori costituzionali: lavoro, giustizia, legalità, coesione sociale, che vanno non più solo declamati ma prima di tutto praticati».