j g b j Alfredo Gavazzi, un bresciano alla guida della palla ovale
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j g b j Alfredo Gavazzi, un bresciano alla guida della palla ovale
II bresciano Gavazzi alla Guida del rugby Italiano Il Jl II II* I ili»* • l i • j g b j Alfredo Gavazzi, un bresciano alla guida della palla ovale italiana Fondatore ed ex patron del Calmano è stato eletto ieri presidente della Fir con il 55% dei voti. Trent'anni dopo un altro bresciano, il professor Invernici • L'imprenditore bresciano e patron del Calvisano Alfredo Gavazzi, è stato eletto ieri a Roma sedicesimo presidente della Federazione Italiana Rugby. Gavazzi, che ha 62 anni, succede a Giancarlo Dondi (acclamato ieri presidente onorario) e, più indietro nel tempo, a Maurizio Mondelli e Aldo Invernici, il primo bresciano alla guida del rugby italiano, dal 1978 al 1984. Gavazzi ha ottenuto il successo ai primo turno, con oltre il 54% delle preferenze, distanziando il presidente del Treviso Amorino Zatta (39%) e Gianni Amore (6%). Al voto si è presentato il 92% delle società, un record che testimonia quanto avvincente sia stata la competizio ne elettorale, nella quale il gigante Benetton per la prima volta ha messo tutto il proprio peso di mezzi e di energie a sostegno di Zatta. Fatte le debite proporzioni, è come se nel calcio si fosse candidato il presidente della Juventus, con alle spalle la Fiat, e a spuntarla fosse stato quello del... Chievo. Con la differenza che nel rugby, il Calvisano ha vinto molto più della squadra di Verona. Il nuovo governatore del rugby italiano eredita dal predecessore una federazione ricca (con un budget da circa 40 milioni di euro e sponsor di peso, l'ultimo arrivato è Adidas) e uno sport in crescita, sia nell'apprezzamento del pubblico che nel numero di praticanti Per Alfredo Gavazzi, abituato, come tutti coloro che si sono fatti da sé, ai metodi spicci e alle decisioni rapide, la sfida è ora quella di riuscire a impossessarsi completamente di un meccanismo che pure conosce bene: F uom o studiava da presidente eia almeno una decina di anni e mai si è rassegnato a un eterno presente da vice. Nemmeno quando la straordinaria longevità politica di Dondi sembrava condannarlo a un futuro da Principe Carlo d'Inghilterra, l'uomo che non riesce a farsi re. Ma Gavazzi è stato anche tra i primi a capire che la versione «grandi firme» del Calvisano dei primi scudetti (2005 e 2008, battendo in finale, guarda caso, proprio Treviso) non era più sostenibile nel tempo, e ha avuto il merito di saper indossare il saio della penitenza quando nel 2009 portò la squadra in A2 per iniziare una lunga marcia nelle serie inferiori il cui approdo è stato prima il terzo scudetto giallonero (afinemaggio) e ora la propria elezione a presidente federale. Conoscitore del rugby come pochi, accentratore dal carattere ruvido, ma anche organizzatore maniacale nell'attenzione a dettagli e particolari. Gavazzi potrà contare su un consiglio in cui almeno nove dei dieci componenti si erano apertamente schierati per lui: il livornese Sacca, Cantoni (Colorno), il siciliano Nicotra, il romano Luisi, il campano Manzo, SusannaVecchi (expresidente del Rovi- go) e il ligure Besio. Tra gli atleti entrano Paolo Vaccari e Maurizio Zaffiri, artefici del primo scudetto del Calvisano, con Fabrizio Gaetaniello rappresentante dei tecnici. «Sarei più contento se ci fosse stato anche il Treviso», aveva detto Gavazzi in occasione dello scudetto giallonero, la scorsa primavera. Stavolta Treviso c'era: il successo è completo. Gianluca Barca Alfredo Gavazzi da ieri è il presidente deità Federazione italiana rugby