Finanziaria 2011 e Bilancio di previsione dello Stato, il Governo non
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Finanziaria 2011 e Bilancio di previsione dello Stato, il Governo non
NARDUCCI DALL‘ ITALIA PER NOI Finanziaria 2011 e Bilancio di previsione dello Stato, il Governo non ama gli italiani all'estero La legge finanziaria (legge di stabilità 2011) è stata approvata dalla maggioranza della Camera dei Deputati ed è ora all'esame del Senato. Il passaggio alla Camera non ha prodotto modificazioni rilevanti per via emendativa, tese a miglioramenti della legge finanziaria varata dal Ministro Tremonti, che ancora una volta ha piegato il resto del Consiglio dei Ministri alla sua linea, senza nulla concedere. Al riguardo giova ricordare le parole del superministro che all'inizio della crisi finanziaria sottolineava ad ogni piè sospinto l'esigenza inderogabile di tenere rigidamente in ordine i conti pubblici senza fare "macelleria sociale". Ma la reiterata logica dei tagli lineari ha prodotto proprio quella macelleria che il Ministro diceva di voler evitare. di Franco Narducci, parlamentare, già presidente ACLI Svizzera È stata conferma dunque, anche in questa occasione, il refrain degli annunci altisonanti, adeguatamente amplificati a livello mediatico, soprattutto televisivo, puntualmente smentito dai fatti, senza che quegli stessi media intervengano per informare correttamente l'opinione pubblica. E intanto si tira a campare senza una politica industriale degna di questo nome, come ha sottolineato ripetutamente nelle ultime settimane Emma Marcegaglia, Presidente di Confindustria; non si intravedono le riforme promesse che avrebbero dovuto affrontare i nodi strutturali dell'economia italiana e sono stati abbandonati al proprio destino i precari e i disoccupati senza l'ombrello protettivo della cassa integrazione. Insomma, si brucia la legna per vendere la cenere. Sul versante delle comunità italiane residenti all'estero la considerazione del Governo continua ad essere scarsa, per non dire nulla. Un atteggiamento denunciato da molti interventi che hanno biasimato, tra l'altro, la mancanza di avvedutezza, rasentante l'autolesionismo, con cui sono stati bocciate le proposte emendative per estendere ai non residenti le detrazioni per i carichi di famiglia, per reintegrare i contributi alla stampa italiana all'estero o per le erogazioni liberali in favore della stampa italiana pubblicata all'estero e di pubblicazioni edite in Italia e diffuse prevalentemente all'estero, tanto per citarne alcune. Da una parte c'è una comunità che in ogni parte del mondo promuove il sistema Italia e il Made in Italy consumando e diffondendo i nostri prodotti, sostiene le nostre esportazioni e crea impresa all'estero collegandosi al sistema produttivo italiano, e 8 il dialogo 5/10 dall'altra vi è un Governo che quando va bene dà per scontato e immodificabile il ruolo positivo della nostra rete di presenze nel mondo, altrimenti tratta gli italiani residenti all'estero come fastidiosi rompiscatole. Ma il rigorismo a senso unico imposto da Tremonti finirà con il minare alla base il legame affettivo secolare che ha unito le due Italie. Difficilmente il Senato potrà modificare l'impianto della legge uscito dalla Camera anche se, come si dice, la speranza è l'ultima a morire. In vari interventi in Commissione affari esteri ho sottolineato in tutte le forme la necessità di una strategia per la promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo, superando la visione ragionieristica che il Governo ha applicato in questi due anni. Una visione che oltre agli Enti Gestori annovera tra le vittime la meritoria Società Dante Alighieri: 600 mila euro alla Dante fanno arrossire rispetto ai 220 milioni di euro stanziati dal Governo inglese per il British Council, ai 90 milioni stanziati dal Governo spagnolo per il Cervantes o ai 10,6 milioni di euro stanziati dalla Francia per l'Alliance Française. Siamo o non siamo la settima potenza industriale al mondo?