Report finale del progetto

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Report finale del progetto
Report finale del progetto “I PRIMI MATTONI”
Ottobre-dicembre 2013
Premessa
Il progetto oggetto del presente report si inserisce nell’ambito dell’ampliamento delle attività di
mediazione sociale all’interno dei Servizi Sociali Polifunzionali del Comune di Cento, gestiti dalla
Cooperativa Sociale Camelot Officine Cooperative.
Il lavoro realizzato nel trimestre sopra indicato si è posto in continuità con l’azione intrapresa al
Campo di Santa Liberata nel mese di giugno 2012, in corrispondenza dell’immediata emergenza
relativa al sisma avvenuto il 20 maggio.
All’epoca, un gruppo di volontari prevalentemente psicologi e counselor della Scuola di
Biosistemica di Bologna, ha ottenuto l’autorizzazione dall’USL di Ferrara e dall’Assessorato ai
servizi sociali del Comune di Cento a fornire supporto psico-pedagogico alle persone presenti nella
tendopoli allestita al campo.
Il lavoro svolto, con la supervisione di Medici Senza frontiere, ha permesso di incrementare i fattori
di protezione a fronte della sintomatologia post-traumatica generata dal sisma.
Si è dato spazio alla realizzazione di interventi psicosociali - prevalentemente di gruppo, volti ad
incrementare le reti sociali - e al lavoro sui vissuti e le emozioni in contesti gruppali, ritenendo
questo approccio più efficace di quello basato su approccio individuale; inoltre sono state
focalizzate le attività sulle seguenti fasce di età e generi: bambini, adolescenti, adulti uomini e adulti
donne.
Un costante lavoro di coordinamento interno e con le Istituzioni, ha permesso di fronteggiare
tempestivamente gli imprevisti e le problematicità legate all’emergenza.
Il progetto “I primi Mattoni” nasce come proposta di continuità della Cooperativa Sociale Camelot
rispetto all’attività già sviluppata nelle tendopoli durante l’immediato post-sisma, con riferimento al
nuovo contesto dei Moduli Abitativi Temporanei presenti a Cento dal Gennaio 2013 e consegnati a
gran parte delle famiglie presenti al Campo di Santa Liberata (vedi allegato schema Moduli
Abitativi).
Corrispondenza tra obiettivi di progetto e attività svolte
Si descrivono di seguito gli obiettivi proposti dal progetto e relative azioni realizzate:
1) Rilevare lo stato dell’arte delle famiglie presenti nei MAT attraverso una fase di assessment e di ascolto dei bisogni da parte delle famiglie presenti e di quelle dei cittadini delle zone limitrofe a quelle della zona di appartenenza dei MAT. I profili di comunità analizzati saranno quello territoriale, demografico, politico‐amministrativo, antropologico, psicologico, delle attività produttive e dei servizi per il futuro. Attività realizzate:
gli operatori sociali, i pedagogisti, gli psicologi, gli educatori e i counselor hanno condotto questa
prima fase del progetto, attraverso un’attività di ascolto e di osservazione delle dinamiche e dei
bisogni delle famiglie residenti presso i moduli abitativi temporanei.
Prospettive di continuità:
occorre lavorare sulla raccolta dei bisogni più propriamente centese e non limitata al villaggio dei
moduli in modo da creare una reale integrazione tra e nelle comunità.
2) Attivazione di un MAT come luogo di incontro e di confronto tra i cittadini di nazionalità straniera e di Cento finalizzato a diventare luogo di attivazione di idee e di azioni di ricostruzione attiva sia a carattere psicosociale sia di idee imprenditoriali. Attività realizzate: seppure fosse già a disposizione uno sportello di prossimità e ascolto a disposizione dei residenti,
nel Villaggio non era presente al momento dell’avvio del progetto un luogo specificamente dedicato
all’aggregazione dei residenti e prevaleva uno stato di isolamento delle singole famiglie presenti.
Ad oggi i residenti percepiscono un senso di appartenenza al luogo “villaggio” come possibilità di
incontro e scambio reciproco di idee e proposte rivolte alla comunità. Nello specifico il Modulo
Abitativo n° 10, assegnato dal Comune come spazio per gli interventi, ha ospitato i laboratori
programmati e tre “riunioni condominiali” rivolte rispettivamente al confronto su:
‐ tema del risparmio energetico e del costo delle utenze trovando le strategie più adeguate per un
dialogo con il Comune. Tale criticità è stata ritenuta dall’équipe un’occasione importante per
contattare la comunità su un tema condiviso molto sentito da tutti i residenti. Ciò ha permesso:
- di realizzare un vademecum di buone prassi per il risparmio energetico;
- di attivare il processo di mediazione previsto come ponte tra i residenti e i servizi di
riferimento del Comune;
- di condividere la programmazione delle attività da realizzare al villaggio con
relativa gestione operativa delle stesse.
Prospettive di continuità:
il Villaggio non è ancora percepito dalla cittadinanza centese come spazio a cui poter
accedere per attività di partecipazione e ideazione di iniziative comuni.
3) Rafforzare la partecipazione dei membri della comunità, cercando di promuovere l'organizzazione interna di questa, perseguendo la creazione e la divisione dei ruoli, la creazione e l'attivazione di reti, in modo da incoraggiare interventi attivi dei membri della popolazione. Così si cerca di installare un modello di partecipazione attiva, autosufficiente e sostenibile nel tempo. Attività realizzate:
Questi tre mesi hanno permesso al gruppo di lavoro di entrare in contato con le famiglie residenti
sviluppando una relazione di fiducia reciproca. Tale dinamica ha facilitato l’avvio di un processo di
co-costruzione in particolare stimolando la partecipazione attiva di alcune persone del villaggio che
si sono poste come referenti spontanei delle attività che sono state attivate.
Prospettive di continuità:
‐ promuovere la partecipazione di un maggior numero di residenti, dedicando una particolare
attenzione ai soggetti più vulnerabili;
‐ promuovere l’auto-organizzazione della comunità e l’empowerment dei singoli e dei gruppi
facilitandone la sostenibilità.
4) Sensibilizzazione, attraverso incontri di formazione/scambio sulle buone prassi già attivate in zone colpite dal terremoto (l’Aquila ad esempio) o su iniziative di progetti di integrazione socio‐culturale presenti in altri luoghi della Regione Emilia Romagna finalizzati alla ideazione di azioni di contesto pensate direttamente dalla cittadinanza con l’aiuto e il sostegno delle istituzioni. Attività realizzate:
sono state realizzate due giornate di formazione con tavole rotonde dedicate al progetto con la
partecipazione di Attori privilegiati che si occupano di emergenze e metodologie psicopedagogiche
per affrontare territori e persone colpite da fenomeni sismici; in particolare hanno aderito
all’iniziativa di confronto:
‐ Medici Senza Frontiere con la partecipazione di Anna Nava, coordinatrice progetti di
emergenza internazionali;
‐ Alessandro Vaccarelli, pedagogista impegnato in progetti di sostegno e empowerment nei
territori dell’Aquila;
‐ Vittoria Ardino, docente alla London School of Economic, esperta in sindromi post
traumatiche da stress;
‐ Duccio Demetrio, esperto di metodologie autobiografiche.
La supervisione e la moderazione è stata curata dal prof. Antonio Genovese - Università di Bologna,
Scuola di Psicologia e Scienze della Formazione (allegato con locandina e riflessioni di sintesi).
Prospettive di continuità:
i due momenti formativi sono stati la base per comprendere come il Sistema Regionale abbia in
realtà bisogno di modelli organizzativi e formativi che supportino in modo integrato le
problematiche legate al post-sisma che rischiano di diventare molto profonde se non accolte e
supportate fin dai primi momenti dopo gli eventi sismici ma soprattutto nel lungo periodo; solo un
confronto costante e una rete realmente integrata può offrire supporti efficaci e questo progetto ha
permesso tali riflessioni che si cercherà di portare in tavoli istituzionali territoriali a vari livelli,
inserendosi come buone prassi di lavoro sul tema delle emergenze.
L’esigenza di ulteriori momenti di confronto e approfondimento su tali tematiche, ancora poco
affrontate e sviluppate a livello di letteratura e ricerca, verrà mantenuta anche in successivi step di
lavoro di équipe.
A tale proposito, il progetto FEI Azioni Integrate per l’Empowerment Comunitario Post Sisma, con
Capofila la Cooperativa Camelot e la partnership del Comune di Cento, ha avviato un lavoro di
ricerca-azione interprovinciale sulla gestione dell’emergenza sismica in ambiti interculturali.
5) Attivazione di azioni di inclusione sociale e di integrazione tra cittadini stranieri Attività realizzate:
nei tre mesi al Villaggio si sono organizzati quattro momenti di inclusione sociale e di integrazione
tra i residenti. In particolare:
‐ un incontro di presentazione dell’équipe di lavoro e di condivisione degli obiettivi da
intraprendere nei tre mesi;
‐ due riunioni “di condominio” nate dall’esigenza da parte della comunità di confrontarsi su
alcune problematiche comuni (esigenza di comprendere il consumo elettrico molto elevato
in termini economici, con formulazione di vademecum sulle buone prassi di consumo;
organizzazione dei laboratori);
‐ un incontro per l’organizzazione della festa finale di comunità e dei mercatini di Natale in
città con esposizione dei prodotti realizzati nella sartoria;
‐ un evento di Playback Theatre, rivolto sia ai residenti sia alla comunità cittadina di Cento
(vedi allegato volantino iniziativa più breve report);
‐ Festa di Natale della Comunità aperta alla cittadinanza. A tale proposito, sabato 21 dicembre
dalle ore 14,00 i MAT erano aperti alla cittadinanza di Cento. Diverse famiglie hanno deciso
di aprire le loro case accogliendo gli ospiti con delle specialità culinarie dei loro Paesi
d’origine. La partecipazione è stata molto alta: più della metà delle famiglie residenti si è
resa disponibile e si è attivata in prima persona fornendo il proprio contributo per la
realizzazione dell’evento (vedi allegato mappa distribuita alla cittadinanza).
Ospite d’onore della festa è stato Gianni Morandi che ha visitato personalmente le famiglie
che avevano aperto le loro case.
L’evento si è aperto con la proiezione pubblica, all’interno del modulo abitativo 1, del video
clip “Siamo i terremotati del mondo” scritto e realizzato da un residente e
interpretato/cantato da due residenti. Il video è oggi visionabile anche su youtube. Ne è
seguito lo spettacolo di giocoleria dei ragazzi del centro socio-educativo “Anni Verdi” del
Comune di Bologna. In fine è stato proiettato per la prima volta il video realizzato dal
gruppo adolescenti: “Cento Roar” (disponibile su youtube ). All’evento è stata data una
particolare visibilità dai giornalisti presenti della Repubblica e del Resto del Carlino.
Prospettive di continuità:
i processi di inclusione non possono sicuramente consolidarsi in soli tre mesi. Come già ribadito
per altri obiettivi, la finalità di un proseguimento tenderà a consolidare e ad ampliare i processi di
integrazione avviati che, seppur positivi, hanno bisogno di supporto e osservazione nonché di
ampliamento costante almeno fintanto che le persone coinvolte sono in fase di trasformazione
(trasferimento dal campo ai moduli ad altre soluzioni abitative non permanenti).
Inoltre si è riscontrata una scarsa partecipazione della cittadinanza alla festa finale, indice di un
lavoro ancora tutto da costruire in termini di partecipazione e integrazione.
6) Attivazione di attività specifiche di laboratorio e costruzione di percorsi di prevenzione del disagio in continuità con le azioni già attivate nel campo di Santa Liberata in fase di emergenza su diversi target di utenza (bambini, adolescenti, donne e adulti in generale). Attività realizzate:
A partire dal 1° ottobre il gruppo di lavoro ha organizzato, secondo lo schema presente nella
seguente tabella, una suddivisione di attività, concordate con la comunità di cui di seguito vengono
descritte le attività specifiche realizzate:
Giornate Target Martedì 15‐19 Gruppo adolescenti Attività Sostegno compiti Realizzazione lip‐dub Giovedì 9‐13 Gruppo donne Venerdì 9‐13 Gruppo adulti uomini e donne Lab cucina/lab cucito Sportello di ascolto/ lab orto Gruppo donne
Il gruppo era volto all’empowerment delle donne residenti, che erano particolarmente in difficoltà,
sia economicamente che psicologicamente. Si è lavorato, in primo luogo, sulla rabbia e sul senso di
sfiducia e impotenza percepito come donne e madri. I gruppi erano volti a creare una nuova
consapevolezza delle proprie risorse e della propria capacità di azione.
A tal fine, si sono realizzate presso i MAT una serie di attività che svolte ogni giovedì:
a) Un gruppo di ascolto e di auto-mutuo aiuto;
b) Un corso di cucina, svolto con dimostrazioni e degustazioni di ricette proposte da alcuni
residenti. Soprattutto nelle prime settimane di progetto, l’attività si è dimostrata
particolarmente importante per creare dei momenti di socializzazione e condivisone in uno
spazio comune. Le ricette proposte durante il corso sono state poi proposte all’evento finale
della Festa di Natale, quando le singole famiglie hanno aperto le proprie case ai visitatori
esterni.
c) Un laboratorio di sartoria, sulla scia di quello già proposto, e accolto positivamente, nel
corso dell’emergenza terremoto presso il Campo di via Santa Liberata. Dai primi gruppi di
donne era infatti emerso come molte partecipanti possedessero precedenti esperienze,
personali, lavorative o di formazione, nel settore. Si è, pertanto, pensato di ripresentare un
laboratorio di sartoria anche in questa occasione ma, con una modalità più strutturata. Presso
il Mat 14 del Comune, messo a disposizione per la realizzazione del progetto nel mese di
novembre, è stato allestito il laboratorio di sartoria equipaggiato con due macchine da cucire
industriali (una data in prestito alla comunità da una donna residente e l’altra acquistata dalla
Cooperativa Camelot) grazie alla formazione di un istruttore che ha portato una macchina
“taglia e cuci” a disposizione delle donne. Si è proceduto anche all’acquisto di tutto il
materiale necessario per l’avviamento del laboratorio. Una delle donne residenti, con
esperienza lavorativa nel campo, ha assunto il ruolo di responsabile del laboratorio.
Questo laboratorio, appena avviato, richiede di essere sviluppato in una seconda fase del
progetto.
d) Un mercatino dei prodotti realizzati. I prodotti ideati e confezionati nel corso del laboratorio
sono stati esposti il 14 e 15 dicembre presso i consueti mercatini di Natale organizzati dalla Pro
Loco di Cento con allestimento di un banchetto in corso Guercino, con materiali di diffusione e
sensibilizzazione al Progetto e con offerta libera per l’acquisto di prodotti “Made in MAT” alla
cittadinanza e, successivamente, anche alla festa di Natale del 21 dicembre (in allegato
volantino dell’iniziativa).
Prospettive di continuità:
le attività realizzate hanno rappresentato un collante sociale tra i residenti, tuttavia proprio per le
dinamiche di conoscenza e confronto non accora approfondite tra le persone partecipanti, questi
laboratori necessiterebbero di una impostazione più attenta all’aspetto di possibilità formativalavorativa, che visti i tempi non è stato possibile realizzare. Occorrerebbe approfondire la rete
dei contatti con la scuola e le agenzie per il lavoro alla ricerca di possibili percorsi strutturati
come possibilità di formazione-lavoro per i residenti e altre persone in difficoltà lavorativa della
comunità centese nel complesso.
Anche il bisogno di approfondimento sul piano comunicativo e di ascolto necessita di un
progetto che accolga e accompagni le donne in un percorso di maggiore consapevolezza rispetto
alle competenze genitoriali e di rafforzamento dell’autostima in generale con spazi di incontro e
ascolto mirati.
Gruppo adulti uomini
Attività realizzate:
a) Un orto comune. Quella dell’orto è stata una attività che ha rappresentato immediatamente
un’ottima fonte di aggregazione per gli uomini adulti che hanno visto la
partecipazione/collaborazione di alcuni adolescenti. Selezionata un’area utile allo scopo in
prossimità delle abitazioni, è stato arato, ripulito e fertilizzato il terreno. Dopo una settimana
circa, in attesa del responso della valutazione bio-chimica del suolo, si è proceduto alla
semina delle piante: finocchi, cavoli rossi, sedani, rape, radicchi, salvia, rosmarino, timo;
tutte piante di stagione.
La tutela e la cura dell’orto è stata affidata agli abitanti; la ridistribuzione dei prodotti al
momento del raccolto sarà effettuata in nostra presenza.
Prospettive di continuità:
il laboratorio è certamente un ottimo esempio di partecipazione collettiva in grado di combinare
attività e soddisfazione dei bisogni. Con l’arrivo della bella stagione si prevede un utilizzo ancora
maggiore del terreno disponibile in vista di una produzione finale che possa accontentare tutte le
famiglie.
Al laboratorio sarebbe particolarmente indicato affiancare altre attività per il gruppo uomini adulti:
la creazione di un luogo di incontro all’aperto che consenta di ritrovarsi liberamente, la
realizzazione di un forno ad uso della collettività e di un laboratorio di bricolage e riciclo creativo
saranno i prossimi progetti del gruppo.
Gruppo adolescenti
Il gruppo era volto alla creazione di un luogo di incontro per gli adolescenti residenti, poco propensi
ad incontrarsi fra loro. Si è lavorato sull’accettazione ed il rispetto reciproco, sul senso di sfiducia e
impotenza percepito, sulla ghettizzazione avvertita nei confronti del resto della città. Il laboratorio,
volto a creare una nuova consapevolezza delle proprie risorse e della propria capacità di azione ha
visto una partecipazione via via sempre crescente. Il laboratorio ha pertanto aiutato i ragazzi a
diminuire i problemi di aggressività manifesta, riscontrati in fase iniziale ai Moduli.
A tale proposito, si sono realizzate, presso il MAT 10, una serie di attività calendarizzate ogni
martedì.
Attività realizzate:
a) Sostegno compiti. Un’attività di sostegno scolastico è stata rilevata e percepita come
particolarmente importante. E’ stato attivato quindi un gruppo pomeridiano che alleggerisse
il compito delle famiglie e consentisse ai ragazzi un aiuto alla preparazione scolastica. Nel
corso dei mesi l’orario dedicato al sostegno compiti è stato limitato per consentire anche lo
svolgimento di altre attività (come richiesto dagli adolescenti).
Prospettive di continuità:
l’attività ha consentito di entrare rapidamente in un rapporto di fiducia con il gruppo dei
ragazzi. Si è reso necessaria una limitazione oraria, ma l’esigenza di un sostegno dopo la
scuola permane.
b) Un laboratorio creativo. Da novembre, anche in previsione dell’attività di cui al punto c, i
ragazzi hanno partecipato ad un laboratorio che ha portato innanzitutto alla creazione di un
Logo che potesse unire tutti ed essere utilizzato per tutte le attività del progetto. Sono stati
inoltre realizzati oggetti natalizi con materiale povero e di riciclo e la scenografia del video
di cui al punto c.
Prospettive di continuità:
l’attività è risultata la più indicata allo scopo di aggregare in maniera artistica; è sicuramente
fondamentale garantirne continuità in maniera dinamica, percependo le istanze dei ragazzi e
realizzando lavori che piacciano e coinvolgano, come ad esempio il progetto che potrebbe
portare alla creazione di una radio on line.
c) Un video clip realizzato dai ragazzi (14-15 dicembre). Con la partecipazione di un team di
professionisti è stato realizzato un video clip sulla base di una canzone (“Roar” di Katy
Perry) scelta dal gruppo. Il testo della canzone è stato tradotto in italiano per comprenderne
appieno i significati, studiato e sviscerato allo scopo di ricreare un video a partire da esso; è
stata realizzata la sceneggiatura, pensata la scenografia, realizzate le riprese del video. Il
compito del montaggio è stato curato dall’equipe di esperti. Il prodotto finito è stato
proiettato in prima visione il 21 Dicembre in occasione della festa di Natale, alla presenza di
un nutrito pubblico e dell’ospite d’onore Gianni Morandi.
Prospettive di continuità:
il video è da considerare un importante elaborato che può essere presentato in ambiti
diversi. E’ oggi visibile su you tube col titolo “Cento Roar”, la cantante internazionale Katy
Perry ha dato visibilità mondiale al prodotto tramite i social network ed è stata attivata una
raccolta fondi specifica per l’acquisto di materiali e attrezzature a favore della popolazione.
Le metodologie utilizzate
L’importanza di una Equipe multidisciplinare
Configurandosi l’esperienza come un progetto di comunità, è importante sottolineare come la
valenza pedagogica e qualitativa sia stata garantita dalla diversità di figure professionali all’interno
del gruppo di lavoro che, oltre al lavoro sul campo, ha cercato di mantenere un monitoraggio e un
filo conduttore di tutte le attività grazie a:
coordinamenti bimensili del gruppo; report giornalieri e di sintesi sull’organizzazione degli eventi
comunitari; una figura di coordinamento del gruppo e due supervisori esterni (MSF e Università).
Questo modello ha permesso una costante programmazione basata su punti di vista e di
osservazione diversi dando anche la possibilità di suddivisione di ruoli importanti al
raggiungimento dei diversi obiettivi.
Il coordinamento generale ha permesso anche un lavoro di costante confronto con i mandatari del
progetto (Comune) e con le figure di riferimento gestionale della Cooperativa Camelot, al fine di
consentire un lavoro di rete con i servizi del Comune che si occupano di mediazione e integrazione
sociale.
Il lavoro di rete
In particolare il lavoro di rete è stato realizzato attraverso incontri specifici (in data 17 ottobre, 7
novembre, 5 dicembre e 12 dicembre) con i diversi referenti dell’Ufficio Stranieri finalizzati alla
presentazione del progetto allo staff dell’ufficio stranieri, agli assistenti sociali del Comune e i
responsabili di altri sevizi del territorio che condividevano l’uso del MAT con il personale del
progetto (servizio SPRAR e Sportello Mediazione Sociale).
L’approccio con l’utenza
L’approccio al lavoro con l’utenza si è basato sui principi di un ascolto attivo, non giudicante ed
ecologico e su di una impostazione fenomenologica delle relazioni in cui è stato fatto valere il
principio Husserliano del “realizzare se stessi realizzando gli altri”. L’esperienza ha favorito un
profondo scambio relazionale seppur nella consapevolezza di portare avanti un percorso di
autonomia dei singoli verso la costruzione di senso di un proprio personale percorso di vita.
Prospettive di continuità: Il lavoro di costruzione della partecipazione, affinché divenga radicato ed
efficace, deve proseguire il più possibile grazie a tavoli congiunti tra l’equipe di lavoro e il Comune
sia in fase di programmazione che in fase di realizzazione delle attività.
Il raccordo con i servizi territoriali
L’attività è stata costantemente coordinata con mandato dell'Assessorato ai Servizi alla persona,
Associazionismo, Volontariato e Politiche Familiari e in collaborazione con l’Ufficio stranieri del
Comune di Cento che ha offerto un confronto/servizio costante in tutte le fasi del progetto. Si è
rivelata particolarmente efficace e utile la partecipazione di alcune volontarie del servizio civile in
collaborazione con l’OLP di riferimento del Comune e il contributo della Caritas di Penzale.
La complessità burocratico-amministrativa è stata in certi momenti fattore di criticità dei processi
piuttosto che facilitatrice dell’avanzamento lineare delle attività a discapito dei tempi di
realizzazione del progetto nella sua interezza.
La documentazione
Obiettivi:
costruire una memoria dei processi attivati all'interno del contesto e non solo dei prodotti finali, per
dare testimonianza degli imprevisti, dei conflitti, delle scelte che il gruppo di operatori e
partecipanti ha vissuto; favorire processi di riflessività e auto-riflessività degli operatori e dei
partecipanti; fornire un supporto alla valutazione in itinere e in fase conclusiva.
Attività realizzate:
il lavoro del gruppo è stato supportato da una reportistica giornaliera. Gli operatori hanno curato,
alla fine di ogni giornata, un diario di bordo (vedi allegato) in cui sono state via via riportate le
prime informazioni raccolte dagli abitanti dei MAT (importanti nel delineare una mappatura delle
diverse situazioni abitative e familiari), le azioni svolte quotidianamente, i problemi incontrati, le
nuove idee. I documenti prodotti sono stati condivisi via mail, così da permettere a tutti i membri di
essere tempestivamente aggiornati sull'avanzamento del progetto.
Sono stati curati anche materiali fotografici e video.
Le foto hanno permesso di registrare alcuni momenti salienti della vita quotidiana all'interno dei
MAT e i cambiamenti avvenuti nello spazio interno ed esterno alle singole strutture abitative.
Molto impegno è stato profuso anche nella realizzazione di alcuni video: da più semplici video
amatoriali, come un video-tutorial sulla preparazione di una torta, ad un cortometraggio curato
grazie alla collaborazione con una equipe di professionisti. Roar – Il ruggito dei terremotati di
Cento, questo il titolo del filmato, ha visto il coinvolgimento di tutta la cittadinanza, dai ragazzi agli
adulti, agli operatori che attraverso le immagini mostrano dettagli della loro vita quotidiana nel
campo e “cantano” il loro desiderio di reagire, di ruggire appunto. Il titolo riprende una nota
canzone di Katy Perry, cantante americana a cui è stata inviata la clip e che da oltreoceano ha
espresso la sua solidarietà agli abitanti dei MAT.
Prospettive di continuità:
La stesura della documentazione ha svolto un ruolo importante nella circolazione delle informazioni
all'interno del gruppo. In particolare è stata fondamentale la stesura del diario di bordo.
Data l'articolazione delle attività e la loro maggiore diversificazione, è necessario individuare
modelli di report più sintetici e strutturati in modo più schematico. La suddivisione del report in
sezioni differenti può ad esempio garantire un efficace passaggio delle informazione e una rapida
lettura dei contenuti d'interesse.
Oltre a perfezionare gli strumenti di comunicazione interni, utilizzati dai membri del gruppo, risulta
interessante poter articolare maggiormente gli strumenti di comunicazione esterni, rivolti alla
cittadinanza. Sia quelli rivolti nello specifico ai residenti nei MAT, per definire con e per loro il
senso delle azioni svolte e dell'impegno profuso, sia per la cittadinanza tutta, per raccontare i
percorsi intrapresi e condividerne la memoria.
Riflessioni finali
Nel corso di questo primo (e intenso) trimestre di progetto sono stati gettati i primi semi e già
qualche frutto è nato (e non solo nell’orto comune realizzato nei MAT!).
In primo luogo, molto è stato fatto per sviluppare il senso di comunità tra i residenti, e molto
andrebbe ancora fatto per mantenere la loro voglia di mettersi in gioco e partecipare attivamente al
processo di ricostruzione. Diverse attività che sono state attivate richiedono ora uno sguardo di
lunga veduta. In particolare, per lavorare al meglio sarà necessario superare l’ottica dell’emergenza
e condurre, piuttosto, un lavoro più profondo, costruttivo e di prevenzione nel lungo termine
congiuntamente all’amministrazione comunale. Non è stato possibile realizzare l’obiettivo di
collante con la cittadinanza, che richiede un lavoro più corposo di organizzazione di iniziative
aperte e costruzione di percorsi rivolti a tutti i cittadini.
Anche la coesione sociale al villaggio ha bisogno di un approfondimento delle dinamiche
relazionali, in particolare permettendo l’acquisizione di competenze di mediazione dei conflitti tra i
residenti.
Equipe di lavoro
Federica Gazzoli, coordinamento progetto, pedagogista
Ulisse Casartelli, counselor, educatore professionale
Farnaz Farahi, educatrice professionale
Claudia Filipetta, psicologa, educatrice professionale
Mara Wolnitzky, psicologa
Luca Brun, educatore professionale
Silvia Bruzzi, antropologa
Mara Silvestri, pedagogista
Supervisione e documentazione
Anna Nava (Medici Senza Frontiere)
Antonio Genovese, Erika Vassallo (Università di Bologna)
Gestione del servizio
Eris Gianella – coordinatore Centro di attività Mediazione Sociale Camelot
A cura di
Cooperativa Sociale Camelot – Officine Cooperative
Centro di attività Mediazione Sociale