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AFRICA DEL NORD
La mia educazione è consistita nel rendermi conto dei diversi mezzi d’espressione del colore e del
disegno. L’educazione classica mi ha portato naturalmente a studiare i Maestri, ad assimilarli quanto
più potevo considerando sia il volume, sia l’arabesco, sia i contrasti sia l’armonia, e a riportare quelle
riflessioni nel lavoro dal vero, finché mi sono reso conto della necessità di dimenticare il mestiere dei
Maestri o piuttosto di comprenderlo, ma in un modo tutto mio. [...] Poi vennero la conoscenza e
l’influenza delle arti orientali.
Henri Matisse, da Note di un pittore sul suo disegno, 1939
La storia degli scambi commerciali e delle influenze scientifiche e culturali tra Europa e Medio Oriente è
lunga e articolata ed è strettamente connessa con i difficili rapporti politici ed economici da sempre
intercorsi tra le due aree. Si pensi, ad esempio, alle eredità della dominazione islamica in Spagna che
conserva ancora luoghi come l’Alhambra di Granada o la Grande Moschea di Cordova. Terminata la fase di
dominazione politica, l’Europa continuò per secoli a importare dai paesi islamici affacciati sul Mediterraneo
stoffe, tappeti, metalli lavorati, miniature, ceramiche e arredi; testimonianze di queste presenze si ritrovano
anche nei dipinti dei pittori di età rinascimentale e barocca.
Nel corso della seconda metà dell’Ottocento l’approccio enciclopedico della cultura di matrice eclettica
mantenne viva la passione per il mondo turco, islamico e arabo-moresco.
Un altro veicolo fondamentale per la diffusione dell’arte islamica in Europa fu rappresentato dalle numerose
mostre che, a partire dall’Esposizione universale di Londra nel 1851, iniziarono a essere organizzate con
regolarità in tutta Europa. Accanto alle Esposizioni universali e internazionali, in cui non mancavano mai
padiglioni dedicati alle colonie africane e ai paesi mediorientali, iniziarono a essere organizzate mostre
specifiche di arte musulmana. Le suggestioni derivate dalle colonie dell’Africa del Nord si manifestarono in
ambito pittorico attraverso una nutrita serie di opere ambientate all’interno di stanze popolate da
conturbanti odalische e rivestite di piastrelle islamiche e tessuti orientali.
Ne sono prova i disegni e i dipinti realizzati per tutti gli anni dieci e venti del Novecento da Matisse, nati in
seguito al viaggio monacense, compiuto nel 1910 per visitare la fondamentale mostra “Meisterwerke
Muhammedanischer Kunst” (Capolavori dell’arte maomettana), e ai soggiorni in Andalusia, in Algeria e in
Marocco che lo misero in contatto diretto con la cultura araba e islamica.
In quegli stessi anni anche la moda risentì di tali influenze, come dimostrano gli abiti, gli accessori e i tessuti
ideati negli atelier parigini di Paul Poiret, che propose l’immagine della donna odalisca, vestita con pantaloni
harem e turbante, e che nel 1911 organizzò una memorabile festa in maschera ispirata alle Mille e una notte.
Henri Matisse
Il paravento moresco, 1921, Olio su tela, cm 91,9 x 74,3
Philadelphia Museum of Art. Lascito di Lisa Norris Elkins, 1950