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n° 306 - luglio 2002
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Direttore Responsabile Lucia Aleotti - Redazione, corrispondenza: «Minuti» Via Sette Santi n.1 - 50131 Firenze - www.fondazione-menarini.it
Giotto. Immersione virtuale
“Credette Cimabue
nella pittura tener lo
campo,
ed ora ha Giotto il grido,
sì che la fama di colui è
oscura”
(Dante, Purgatorio,XI)
Dante e Giotto. Due personalità geniali, ognuna
nel proprio campo, letteratura e pittura. Entrambi col merito di aver
trasposto nell’espressione
artistica la verità della realtà. E, scrive Serena Colombo, «Dante in una
sola terzina esprime e condensa il valore della rivoluzione operata dal pittore fiorentino nell’arte
del Trecento».
Oggi la realtà virtuale,
paradossalmente, ci aiuta
a leggere e capire la verità della realtà scritta nel
capitolo più importante
e largamente autonomo
del maestro: gli affreschi
padovani della cappella
di Enrico Scrovegni all’Arena (1304-1306).
Una realtà nuova, quella
virtuale che, con i restauri
appena conclusi, darà
nuova voce al grido giottesco.
Nell’immersione virtuale
nel tempo e nell’arte di
Giotto si potrà infatti assaporare la bellezza degli affreschi e leggerne
i contenuti. Si vedrà come
Giotto, in questi affreschi, attenui l’incisività
del contorno, renda più
morbida e sfumata la
forma, e come il tono
drammatico, pur nel
ritmo pacato, diventi più
robusto.
E’ questa la promessa del
Wiegand Multimedia
Center (la Wiegand Fondation è una Fondazione
americana con sede a
Reno, in Nevada), ci informa l’ANSA dei Beni
Culturali, che ha messo
a punto una soluzione
tecnologica capace di salvaguardare gli affreschi
appena restaurati e ora in
grado di permettere a un
altissimo numero di persone di godere dell’emozione dell’arte giottesca.
Da due anni le visite alla
cappella degli Scrovegni
sono disciplinate dal
“corpo tecnologico” che
consente di filtrare all’ingresso gli agenti inquinanti apportati dai visitatori che però, proprio
per questo motivo, non
possono essere più di venticinque per visita e possono visitare la Cappella
solo per breve tempo, per
non più di quindici minuti.
Da ottobre però in una
sala multimediale ospitata nell’ambiente sotterraneo prospiciente l’ingresso al museo degli Eremitani, il visitatore troverà un percorso conoscitivo del tutto innovativo
dove le più sofisticate tecnologie, come la realtà
virtuale (il progetto è voluto dal Comune di Padova e messo a punto da
CNR, Archè srl di Bologna, Aracnet di Roma,
No Real di Torino e
ARC.A.DIA di Padova),
saranno usate per moltiplicare gli effetti del reale.
Un cammino all’interno
dell’arte, della cultura e
della storia del Trecento
che permetterà di cogliere
tutta la complessità del-
Giotto: Incontro alla porta Aurea - Padova, Cappella degli Scrovegni
l’arte di Giotto.
Una eccezionale “scatola
cognitiva” che per contenuti e tecnologia è unica
al mondo.
La visita virtuale ha una
durata minima di mezz’ora, ma può essere ulteriormente approfondita. Nella memoria del
computer ci sono gli affreschi prima del restauro:
possono essere ammirati
in modo ravvicinato, cosa
impossibile nel reale. Una
consolle semplificata e
un mouse permetteranno
di navigare in un menu
strumentale e in uno tematico, dando così risposta alle mille curiosità del
visitatore che poi, a testa
in su, dal vivo, senza guida
e nel totale silenzio, potrà ammirare gli straordinari affreschi giotteschi.
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Il modello tridimensionale della Cappella degli Scrovegni
all’interno dell’applicazione di realtà virtuale
E quindici minuti allora
basteranno per provare
l’emozione di vederli,
perché lo studio, la sintesi della loro conoscenza
è già stata garantita, o
approfondita successivamente se si preferisce,
dalla visita virtuale.
Nel percorso virtuale si
alternano momenti di
godimento passivo ad altri in cui il visitatore può
attivamente intervenire,
scegliendo tra le differenti tematiche proposte, utilizzando gli strumenti informatici appositamente realizzati (realtà virtuale, multime-
diale, filmati interattivi)
o entrando in spazi fisicamente ricostruiti (ad
esempio la casa, la bottega del maestro).
L’alto grado di interattività permetterà di immergersi totalmente nella
ricostruzione virtuale dell’affascinante mondo giottesco, esplorando e interrogando gli affreschi.
Ogni tematismo sarà accompagnato da musica
di sottofondo ispirata ai
temi di quella trecentesca, che potenzia la forma
comunicativa che le immagini già di per sé possiedono e che rendono
più immediato e profondo
il coinvolgimento.
Così sarà possibile, ad
esempio, vivere attraverso
lo schermo la suggestione
di ammirare gli affreschi
nella luce tenue che si riflette sulle aureole in foglia d’oro e sulle stelle
nella penombra suggestiva degli azzurri.
Un’immersione del cuore
e della mente, del virtuale e del reale, della manualità e della tecnologia, del silenzio e della
musica. Magie tecnologiche.
maria siponta de salvia