La violenza sulle donne va affrontata a livello
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La violenza sulle donne va affrontata a livello
Lecco, 25 novembre 2014 Onorevole Tentori: "La violenza sulle donne va affrontata a livello culturale" Il deputato di origini lecchesi, Veronica Tentori, riflette su quanto si debba ancora lavorare per combattere la violenza sulle donne, a partire dall'educazione dei ragazzi Una foto che ritrae Veronica Tentori, originaria d'Oggiono Riceviamo e pubblichiamo quanto l'onorevole Veronica Tentori, nativa di Oggiono, scrive in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne: «Oggi è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne e ci ritroviamo a fare il punto della situazione, su ciò che si è fatto e su quanto, moltissimo, resta da fare. Alle spalle abbiamo un altro anno terribile come scrive il Rapporto Eures sul femminicidio: 179 donne uccise, il 70% in famiglia, il 92,4% per mano di un uomo. Inquietanti anche i dati della ricerca "Rosa Shocking": per un italiano su tre la violenza domestica sulle donne è un fatto privato, che si risolve in famiglia; per uno su cinque è accettabile denigrare una donna con uno sfottò a sfondo sessuale; uno su 10 pensa che se le donne non indossassero abiti provocanti non subirebbero violenza. Questi dati sono la conferma che la violenza contro le donne non è un problema di ordine pubblico, ma un fenomeno che va affrontato prima di tutto a livello culturale, promuovendo un modo diverso di concepire i rapporti nella vita pubblica e in quella privata, insegnando il valore positivo delle differenze a partire dalle nuove generazioni, rimuovendo discriminazioni, stereotipi e pregiudizi. Proprio su questo la sottoscritta ha presentato una proposta di legge per l'Introduzione dell'educazione di genere nelle attività didattiche delle scuole del sistema nazionale di istruzione e spero che il tema possa trovare spazio anche nel progetto #labuonascuola del Governo Renzi. Inoltre è importante ricordare che questo Parlamento ha approvato come primo atto la ratifica della Convenzione di Istanbul, entrata in vigore il 1 agosto 2014. L'Italia ha avuto un ruolo importante perché è stata il primo grande paese a sottoscriverla, ma resta uno di quelli con indicatori peggiori sulla condizione delle donne. La Convenzione riconosce per la prima volta la violenza sulle donne come una violazione fondamentale dei diritti umani ed è un grande passo avanti, se consideriamo che non è lontano il tempo in cui la violenza è diventata reato contro la persona (da reato contro la morale) e abbiamo abolito l’attenuante del delitto d’onore. Questo atto internazionale disegna una strategia articolata: politiche integrate, prevenzione, protezione e sostegno delle vittime, formazione degli operatori, punizione e "rieducazione" del colpevole, monitoraggio e controllo delle politiche. Con la legge 119 del 2013 sul femminicidio abbiamo recepito alcune misure della Convenzione, ma il lavoro di attuazione è ancora tanto da fare. In ogni caso, non bastano solo le leggi, dobbiamo promuovere una nuova cultura fondata sul rispetto reciproco, portiamola avanti tutti insieme, adesso, ogni giorno, uomini e donne, chiedendoci sempre "Se non io, chi? se non ora, quando?" A questo proposito vorrei qui riproporre il discorso commosso e determinato di Emma Watson alle Nazioni Unite in cui mi sono riconosciuta, perché possa essere ulteriore spunto di riflessione per tutti».