riflessioni ed esperienze dalle mobilita` comenius
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riflessioni ed esperienze dalle mobilita` comenius
RIFLESSIONI ED ESPERIENZE DALLE MOBILITA’ COMENIUS MARTINA VERLUCCA - studentessa Ciao a tutti, vorrei fare una premessa: il progetto COMENIUS, per me, non ha significato solo aver potuto prendere parte alla mobilità, nell’isola di Chios , in Grecia. Io ho lavorato molto per questo progetto, sin dall’estate scorsa, quando mi è stato chiesto di preparare una presentazione riguardante il nostro paese. Devo ringraziare di aver avuto questa possibilità, infatti, non solo il progetto mi ha divertito molto, ma mi ha insegnato a cogliere le occasioni che mi vengono proposte, mi ha insegnato ad avere costanza negli impegni che si prendono perché, nonostante sia stata una cosa bellissima, abbiamo dovuto impegnarci molto affinché potesse realizzarsi. L’esperienza della mobilità mi ha resa estremamente felice e mi ha dato l’opportunità di imparare ad arrangiarmi, anche nel comunicare con persone che non solo parlano una lingua diversa dalla nostra, ma che hanno anche una cultura differente dalla mia. Ho imparato ad apprezzare le opportunità che mi vengono proposte e ad avere più fiducia in me; vorrei che tutti potessero prendere parte ad un’esperienza del genere, poiché a me è servita moltissimo: ho inoltre potuto conoscere ragazzi provenienti da paesi diversi, che nonostante la differenza di lingua e di cultura sono esattamente uguali a noi. KRISTEL BENA –studentessa Per me il progetto Comenius e la mobilità in Grecia sono state molto utili perché sono riuscita a sviluppare più sicurezza nell’esporre in lingua inglese e ad imparare molto su aspetti relativi ad altre nazioni che prima mi erano sconosciuti; per esempio in relazione alle scelte alimentari, alle tradizioni e in parte anche alla storia. Oltretutto ho conosciuto anche molte persone con le quali mi tengo in contatto ancora oggi. Grazie a questo progetto mi è venuta voglia di visitare le altre nazioni che fanno parte del programma, per vedere l’ambiente in cui vivono i ragazzi che ho conosciuto e saperne di più … Ho anche imparato a cucinare cose che non avrei mai pensato di preparare (anche se con un po’ di fatica!). È stato davvero divertente! ALESSANDRO TOSCO-studente Il progetto Comenius a cui abbiamo aderito ha dato la possibilità a tutti noi, sia direttamente che indirettamente, di poter fare un'esperienza più unica che rara dal punto di vista culturale, dal momento che abbiamo visitato un luogo completamente nuovo e attraverso questo viaggio abbiamo avuto la possibilità non solo di capire e vivere la cultura di un’isola greca a due passi dalla costa turca, ma anche di poterla confrontare con i ritmi di vita di Atene, la sua capitale. Durante l'esperienza inoltre abbiamo migliorato il nostro inglese e la stima di noi stessi, perché parlare in inglese davanti a centinaia di persone per introdurre le caratteristiche della cucina italiana è stata un’esperienza bellissima e allo stesso tempo che ti toglie il fiato. Per me questa è stata sicuramente un'esperienza indimenticabile che mi ha permesso di arricchire il mio bagaglio culturale e capire come altre nazioni valorizzino il cibo e i loro prodotti. MATTEO BIANCHI- studente Certamente la mobilità in Grecia, a cui è stato utile ed educativo partecipare, mi ha aiutato molto nello sviluppo di un più consapevole e fluente utilizzo della lingua inglese. Sempre alla ricerca di nuove esperienze enogastronomiche, grazie a questo viaggio ho avuto modo di acquisire alcune conoscenze sui particolari piatti, simili eppure così diversi dai nostri, preparati in questo paese dalle molte strane tradizioni. Ho avuto anche modo di esportare un po’ di cucina italiana nel mondo, seppur non poi così lontano, e di avere pareri esterni sul basket italiano ed internazionale, in special modo in un paese con solide tradizioni in questo sport!! È stata un’esperienza irripetibile, che consiglio vivamente a chiunque! CHIARA TOMATIS - studentessa L’esperienza in Portogallo è stata davvero spettacolare! Il Portogallo è un paese eccezionale, pieno di paesaggi meravigliosi. La ragazza che mi ospitava era gentilissima e anche i suoi genitori: mi hanno fatto sentire proprio a casa mia. La scuola era davvero divertente, molto attrezzata e moderna, gli insegnanti tutti disponibili e simpatici. Ognuno dei portoghesi con noi è stato di una gentilezza impressionante, qualsiasi cosa chiedevi erano pronti a risponderti. Questa esperienza mi ha insegnato moltissimo dal punto di vista comunicativo perché ha messo alla prova il mio inglese ed è stato interessante scoprire le tradizioni di un paese di cui si sente parlare poco. Sono pronta a partire anche domani per un’altra esperienza simile! Quando in aprile verranno in Italia i ragazzi degli altri Paesi noi li faremo sentir e a casa loro, esattamente come hanno fatto con noi! ERIKA ANTONACCI - studentessa Questa mobilità in Portogallo è stata un’esperienza spettacolare dal punto di vista scolastico ed educativo. È stata molto utile per l’apprendimento di nuovi vocaboli del mio inglese e per il confronto con altre persone che provavano a esprimersi nella medesima lingua. Mi sono trovata bene con la ragazza che mi ospitava, peccato vivesse distante dal paese dove è ubicata la scuola! La scuola era meravigliosa e la cucina, luogo più importante per me, era un ambiente eccezionale! È stato anche molto divertente preparare i loro piatti tipici, ma anche tutta la parte teorica svolta a scuola. Non vedo l’ora che arrivi il prossimo aprile per organizzare al meglio la mobilità in modo che i ragazzi stranieri si trovino bene come ci siamo trovati noi in Portogallo. Per questo motivo ci impegneremo a fondo perché ciò accada. BEATRICE FRANZOSO- studentessa La Mobility in Portogallo mi ha permesso di scoprire un paese fantastico sotto ogni punto di vista: paesaggi, cibo (dolci!) e soprattutto persone. Stare in famiglia ti permette di conoscere subito e da vicino gli usi, i costumi e le tradizioni di un paese. Sono stata molto fortunata perché la mia “ospitante” è stata meglio di quanto potessi mai sperare! Ha cercato di farmi sentire a casa fin dal primo momento e per una settimana ho vissuto da vera portoghese. Ho anche potuto migliorare il mio inglese e ho imparato a buttarmi, senza paura di sbagliare … al massimo si comunicava con i gesti! Sono convinta che il prossimo anno, in Italia, sarà altrettanto coinvolgente e ricco di opportunità. SOFIA MILAN – studentessa La Mobility in Portugal é stata una bellissima esperienza che mi ha dato molte emozioni. Ho conosciuto delle persone fantastiche e gentilissime che ci hanno insegnato le loro tradizioni e il loro modo di vivere. Credo che sarà un’esperienza che mi porterò dentro per sempre perché è stata una settimana piena di gioia e condivisione, amicizia e serenità. Essa non è solo stata fantastica per le persone che abbiamo conosciuto ma anche perché con questa esperienza ho potuto migliorare le mie conoscenze della lingua inglese ed il suo utilizzo pratico, al di fuori delle lezioni in classe. Tutto è stato wonderful ! ELISABETTA VAL- studentessa L’opportunità offertami dal progetto Comenius di poter visitare un posto diverso dall’Italia, come il Portogallo, è stata un’occasione molto interessante, istruttiva e divertente. Interessante perché non ti capita tutti i giorni di poter andare in un altro Paese e conoscerne da vicino le usanze, le abitudini, la vita; istruttiva perché, essendo in un posto straniero dove non si parla la tua lingua madre devi sforzarti ad usare abbastanza bene l’inglese che ti aiuta a socializzare con gli abitanti del luogo, migliorando così la tua scorrevolezza nel parlare e la comprensione orale. L’esperienza è infine stata divertente perché si instaura subito un rapporto di amicizia tra noi studenti, e non solo con chi ti ospita ma anche con tutti gli altri ragazzi della scuola e alla fine ci si diverte insieme, imparando l’uno dall’altro. ILARIA SPLENDIDI- studentessa Grazie a questa esperienza di mobilità in Portogallo ho raggiunto degli obiettivi: ho superato una mia paura, ovvero riuscire a tenere un discorso davanti a tante persone senza agitarmi e ho sviluppato le mie capacità linguistiche. Inoltre grazie a questo viaggio ho conosciuto altre abitudini, tradizioni e piatti diversi da quelli italiani. Ho avuto l’opportunità di stare con una famiglia, che mi ha trattata bene e coccolata come la mia vera famiglia, ed è stata l’occasione per conoscere nuove persone. Adesso non vedo l’ora che arrivi il prossimo anno, per accogliere una ragazza in casa mia e per ripetere con lei questa fantastica esperienza. ANIELLO SERRAPICA- dirigente scolastico Quando nell'istituto si elaborano progetti o si partecipa a concorsi provo sempre una grande soddisfazione perché ciò mi dà una rappresentazione della scuola come di una realtà viva, creativa e aperta. Il progetto Comenius rientra in questa categoria. Ho partecipato alla prima mobilità in Belgio con la prof.ssa Masi ed è stata un'esperienza molto interessante. Pur se informato sugli argomenti oggetto dell'incontro, mi confrontavo per la prima volta con tutti gli altri dirigenti delle scuole partner anch'essi assistiti da uno o più docenti. Come un motore non tenuto in funzione per lungo tempo, il mio inglese ha manifestato inceppamenti per mancanza di oleatura, ma mi son sentito in buona compagnia perché mi è sembrato che i miei colleghi avessero gli stessi problemi. Comunque ho cercato di essere coerente con lo spirito del progetto di utilizzare sempre l'inglese come lingua veicolare, ma talvolta in riunione mi son lasciato andare e ho parlato in francese. Le decisioni da prendere erano già state in parte elaborate via e-mail dalla prof.ssa Masi e dai docenti referenti delle altre scuole. Si trattava però di formalizzare e non sempre è stato semplice. Ciò che mi ha colpito di più è stata la lunga discussione per la definizione dei tempi delle mobilità. Le diversità dei calendari scolastici, delle feste religiose e civili, dei tempi degli esami e delle valutazioni periodiche dei cinque paesi partner sono stati messi a confronto e ciascuno ha fatto le proprie proposte. Le differenze sembravano un ostacolo, ma alla fine si sono individuati i punti di incontro e la soluzione è stata trovata. Ebbene, tale circostanza mi è parsa (in misura ridotta, ovviamente) un esempio di Europa, dei grandi sforzi a tutti i livelli per la sua costruzione nel senso di dover tener conto delle esigenze di ciascuno e del raggiungimento dell'obiettivo comune. La nostra presenza in Belgio, a Marcinelle nei pressi di Charleroi, non lontano da Bruxelles, è stata significativa in tal senso per aver evocato un passato di emigrazione, per il contatto con una realtà sociale realmente multiculturale, travalicante i confini europei, e per il riferimento anche simbolico alla città sede di molte istituzioni dell’Unione Europea. È attraverso la conoscenza degli altri e l’esperienza delle differenze che si costruisce il futuro in cui abbiano posto tolleranza, cultura e rispetto e nel quale la libertà e la democrazia siano valori non solo dichiarati, ma realmente esercitati. Questo è per me il progetto Comenius. MARINA MASI – docente A differenza di tutte le altre persone che in queste pagine hanno fornito il loro contributo sulla base di un’esperienza effettuata in un’unica scuola all’estero, io ho potuto visitare le realtà scolastiche e territoriali di Belgio, Grecia e Portogallo, in qualità di coordinarice dell’intero progetto e del gruppo italiano, facendomi un’idea più approfondita di come si lavori in istituti omologhi all’estero. Ho partecipato alle working sessions di persona con i colleghi degli altri Paesi, dopo averlo fatto quasi quotidianamente via email e gruppo chiuso in Facebook per un anno, al fine di approntare ed avviare il progetto Comenius WE ARE WHAT WE EAT. A parte le normali divergenze di opinioni, lavorare in gruppi internazionali è molto stimolante e produttivo, soprattutto quando si hanno intenti comuni. Vedere come le prime apprensioni degli studenti in mobilità man mano lascino il posto all’entusiasmo e alla voglia di conoscere la nuova realtà che li ospita ed i loro pari è una bella soddisfazione; sentirli riferire di essere stati accolti dalle famiglie ospitanti con “questa è casa tua, non avere alcun timore di chiedere tutto ciò di cui hai bisogno” vuol dire che anche le famiglie sono pienamente coinvolte nello spirito del progetto. CLELIA DI MAURO –docente L’esperienza COMENIUS, mobilità a Chios, è stata una vera e propria “boccata di ossigeno”. Personalmente ha rappresentato un’attività didattica al di fuori della routine, l’occasione di confronto con realtà scolastiche diverse, un’eccellente occasione di valorizzazione delle reciproche diversità, l’incontro con altre culture e in ultimo ma non ultimo l’occasione di rispolverare la lingua inglese. Numerose le ricadute didattiche, gli stimoli e la voglia di fare che ne sono scaturiti. Esito di ciò: L ’attività di peer-education/CLIL L ‘indagine sugli snack attraverso tre generazioni Questi lavori ci hanno portato a incontrare oltre 300 studenti di altri ordini scolastici e i dati emersi sono stati presentati nella successiva mobilità Comenius in Portogallo. Ma non finisce qui, c’è da pensare al prossimo anno quando saremo noi ad organizzare l’incontro finale del progetto; le idee cominciano a concretizzarsi, si pensa alle classi da coinvolgere, a cosa fare … TANTA VOGLIA DI METTERSI IN GIOCO! UGO MASSAGLIA – docente Caro Comenius, come sai la vita mi ha portato spesso, mio malgrado, a viaggiare in paesi vicini e lontani per portare la mia testimonianza relativa all’enogastronomia italiana; questa volta grazie a te ho avuto la possibilità di essere il fruitore della conoscenza, dell’esperienza e della passione di altri professionisti della formazione che, come me, attraverso le scuole alberghiere cercano concretamente di trasmettere e diffondere agli studenti tutte quelle informazioni che consentiranno loro di diventare non solo dei validi esecutori, ma anche, profondi conoscitori della “cultura gastronomica” dei nostri Paesi. A Santarém grazie all’atmosfera, alla cordialità e al calore che mi hanno colpito e attraversato in ogni momento della permanenza ho potuto gioire della felicità e dell’orgoglio dei ragazzi della “Escola Professional Vale do Tejo” e farli miei. Attraverso il lavoro premuroso e ben organizzato degli allievi e dei loro insegnanti ho imparato a conoscere e apprezzare un territorio e la sua gente. Grazie Comenius, hai aperto in me un nuovo orizzonte e mi hai dato nuovi stimoli! IVO MAGLIOLA- docente Santarem, o meglio la "Mobilità in Portogallo del Progetto Europeo Comenius We are what we eat", mi ha dato da pensare. La prima, e forse più scontata, considerazione è semplice: quante volte occorrerebbe viaggiare - in altri paesi, in altre scuole - per rompere il guscio del nostro nazionalismo, che altro non è che una forma di provincialismo? Ben vengano dunque Masi, il suo Comenius ed altre esperienze simili, per uscire dal nostro piccolo mondo. La seconda riguarda i nostri allievi: quelli che hanno partecipato sono stati bravi ma pochi (per ovvi motivi di finanziamento). Dovrebbero essere molti di più, non solo nella nostra scuola ma in tutte le scuole, favoriti e incoraggiati a viaggiare. Perché l'Europa, se un giorno si ritroverà davvero unita, lo sarà grazie alla capacità dei giovani di capirsi e di sentirsi europei. Una terza e ultima considerazione: la scuola che ci ha ospitati a Santarem è un piccolo istituto alberghiero ma è una grande macchina organizzativa. Per una settimana tutto ha funzionato alla perfezione. Imparare significa anche osservare i colleghi di un altro paese lavorare a pieno ritmo e svolgere alla perfezione un compito niente affatto facile.