2015.12 Newsletter Mag-Dic

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2015.12 Newsletter Mag-Dic
Maggio - Dicembre 2015 ~ notizie dal confine
Mae We
30 dicembre 2015
Cari Amici,
come sempre in ritardo nel mandare notizie, prendo l’occasione del mio stacco di fine d’anno nel piccolo villaggio di Mae
We, dove non arrivano i fili della luce né i ripetitori dei cellulari né tantomeno i cavi per internet, per raccogliermi un po’ con
l’aiuto della splendida natura che mi circonda, e rivedere e soffermarmi su immagini e volti degli incontri fatti in quest’anno
che si chiude.
Sono talmente numerosi, che fare una selezione non è impresa facile. Eccovi dunque una piccola carrellata dei tanti incontri
che abbiamo avuto la gioia di fare in questi mesi.
Avrete tutti penso seguito un po’ le elezioni in Birmania, il novembre scorso. Il partito d’opposizione, con a capo Aung San
Suu Kyi, ha stravinto, lasciando al partito dei militari solo pochi seggi in parlamento, a parte quelli che hanno per diritto
costituzionale (ben il 25%!). Un po’ ce l’aspettavamo tutti, ma forse non che ci fosse una tale partecipazione e una tale
disfatta dei militari anche nelle zone di solito da loro molto controllate. E questo nonostante le migliaia e migliaia di persone
che non hanno potuto votare: le popolazioni delle aree Kachin e Shan dove c’è tuttora guerra, tutti i musulmani Rohyngia,
cui non viene riconosciuta la cittadinanza, e moltissimi Karen (e probabilmente anche persone di altre etnie) che, andati al
seggio, si sono sentiti dire che il loro nome non era registrato, o che il nome del padre non era quello giusto. Ora bisogna
vedere cosa sarà possibile manovrare a Aung San Suu Kyi, visti i difficili ostacoli che certamente ci sono perché il
parlamento eletto abbia veramente qualche potere. Intanto, per strane regole, il “cambio ufficiale” ci sarà solo fra tre mesi,
dunque per ora il vecchio regime è ancora al potere. Poi, per costituzione, il 25% dei seggi parlamentari è attribuito ai
militari. Infine, tre ministeri sono “di diritto”, sempre per la costituzione, dei militari, anche se non hanno preso voti a
sufficienza: ministero della difesa, ministero dell’interno, ministero degli “affari di confine” (e dunque tutti i rapporti con le
etnie). Questi importanti ministeri non rispondono al presidente del consiglio, ma direttamente al capo dell’esercito (!). Ultimo
scoglio: sempre per costituzione Aung San Suu Kyi non potrebbe diventare Presidente, visto che ha figli con passaporto
straniero. Molte dunque le incertezze, molti gli incontri preliminari che stanno avvenendo in questi mesi. Molte le speranze,
di tutti, per un vero cambiamento. Riuscirà Aung San Suu Kyi a trovare un modo per controllare l’esercito? Per ora i mortai e
le bombe che continuano a scendere in territorio Kachin e Shan e i campi “di concentramento” per i musulmani Rohyngia
sono una realtà da cui politici e investitori stranieri non dovrebbero distogliere lo sguardo.
Poche settimane prima delle elezioni, i Karen, insieme ad altri sette gruppi etnici, hanno firmato in una cerimonia molto
propagandata, un “Cessate al fuoco nazionale”. E’ stato un cessate al fuoco molto discusso, poiché senz’altro ha poco del
“nazionale”, visto che tanti grandi gruppi etnici non sono andati alla firma, e che non dà sicurezze per i punti più cari al
popolo Karen: proprietà della terra, presenza delle truppe birmane in territorio karen, gestione delle risorse, scuola che
mantenga la lingua materna. Divisioni profonde stanno succedendo all’interno della gerarchia karen. C’è chi dice che gli
attuali leaders karen non avevano scelta, stretti fra due dittature militari, quella birmana da un lato e quella tailandese
dall’altro. E in effetti, tutti i gruppi che hanno acconsentito a firmare sono quelli alla frontiera tailandese. Per gli sviluppi si
dovrà probabilmente aspettare che il nuovo governo si installi.
Questa newsletter sarà particolarmente povera in fotografie, poiché ho perso la mia macchina fotografica lo scorso aprile e
ne ho comprata una nuova solo pochi giorni fa! Le foto che ci sono mi sono state date da altri.
A tutti un augurio carissimo per un inizio d’anno sereno e profondamente gioioso nonostante tutte le difficoltà che ognuno di
noi ha nella sua vita,
Elisabetta
Maggio - Ci chiama Eh Ku, giovane donna che conosciamo da tanti anni, da quando aspettava il suo secondo bambino. Entriamo nella sua casetta, costruita alla
bell’e meglio dietro una nuova casa con enorme giardino
di qualche ricco tailandese. Ha un’artrite acuta a tutte le
articolazioni e non riesce nemmeno ad alzarsi. Aung Tu
e Tò Tò la seguiranno con cura nei prossimi giorni e settimane, finché, con terapia adeguata, il quadro clinico
migliorerà completamente, per fortuna.
Maggio – Lena è un’americana che vive con il marito e i
figli da sette anni verso nord, in un grande complesso /
collegio per bambini karen. Spesso passiamo a salutarla per vedere Ke Gyi, la ragazzina con artrite reumatoide che sua figlia ha preso con sé quando nessuno la voleva (cfr. newsletters precedenti). Nella sua grande casa
ha accolto con il marito Paul circa venti bambini che sono stati abbandonati. Mi contatta: una coppia di karen le
ha lasciato il bambino che avevano preso in adozione
dopo la nascita. E’ gravemente disabile e Lena si rende
conto che non ce la farà a stargli dietro, né ha le compe-
tenze adatte per farlo. E’ andata da tutte le organizzazioni possibili, ma nessuna le ha dato risposte concrete. Mi
viene in mente di contattare una suora italiana che a
Bangkok ha messo sù un centro di aiuto per bambini tailandesi poveri e disabili. Mi dice: “Portamelo e vedremo
cosa possiamo fare”. E così parto con Lena, sua figlia e
Cio La Mu, che per
fortuna dorme quasi tutto il tempo. E’
un’esperienza veramente toccante
alla “Casa degli Angeli”. Le mamme
dei figli disabili che
vivono in questa
piccola
comunità
accolgono questo
bambino come se
fosse loro. Sanno
bene di quante cure e attenzioni avrà
bisogno, ma il loro cuore è aperto, mostrando una
generosità fuori dal comune. E’ il primo bambino senza
documenti del Centro, e ringrazio suor Angela per il suo
coraggio, ma lei semplicemente mi risponde: “Come
possiamo chiudere la porta al Bambino Gesù?”.
Giugno – Con giugno il mio numero di assistenti si allarga con Po La Min, che ci ha chiesto ripetutamente di poter lavorare con noi. Conosciamo sua zia da tanti anni, è
un giovane che vive in una di quelle casupolette che visitiamo ogni giorno, ha fatto formazione come infermiere
in Birmania, ma lavora in una fabbrica. Sembra genuinamente interessato a imparare e lavorare nel nostro stile,
ma ho la sensazione che non lo avremo per molto
tempo: è troppo giovane e “ambizioso” per restare in un
piccolo umile programma come è il nostro. Ma, come
dice apertamente, vuole imparare. Questo mi piace e mi
dico, perché non dare un’opportunità a uno dei ragazzi di
questa povera comunità? Purtroppo possiede, come
documento, solo un permesso di soggiorno, che non gli
permette di prendere la patente. Mi consulto con Aung
Tu e Tò Tò e decidiamo di assumerlo a uno stipendio
ridotto, e vedere come va. Dopo un periodo di prova, si
può sempre pensare a un servizio in bicicletta. Ci fa
sicuramente bene un po’ di giovinezza e entusiasmo, il
suo sorriso contagioso e la sua voglia di non arrendersi
davanti a situazioni veramente difficili.
Giugno – Questo mese ci porta come sempre l’apertura
delle scuole. Dare anti-parassitari a migliai di bambini: ci
vuole una bella pazienza ogni sei mesi! Quest’anno per
le scuole la situazione è di nuovo molto dura. Molte hanno dovuto chiudere i battenti per mancanza di fondi, altre
vanno avanti non si sa come, con pochissimi soldi per gli
stipendi. Alcuni donatori italiani e francesi da me contattati negli anni scorsi continuano generosamente il loro
aiuto per sei scuole. Altri donatori statunitensi, canadesi
e giapponesi ne finanziano altre, ma molte sono ora
dipendenti da una donazione di una famiglia canadese
abbiente che, se da un lato permette loro di restare
aperte, dall’altro gli stipendi dei maestri rasentano la
miseria (meno di un terzo del minimo riconosciuto in
Tailandia), fatto che ci dà solo amarezza. Per la nostra
cara scuola di Elpis non abbiamo ancora trovato donatori stabili, a parte qualche piccola donazione. Non so
bene come He Tu e il marito Wiwat facciano ad andare
avanti, ma non vogliono assolutamente pensare di chiudere: dove andrebbero i 350 bambini che ogni mattina
Wiwat passa a prendere? Con le donazioni che ricevo
posso finanziare un semplice pasto alla scuola (riso e
lenticchie) e i legumi e verdure per il collegio dei ragazzi,
aiutato da una coppia di inglesi che non sembrano avere
idea di quanto mangino 50 adolescenti!
Luglio - Aung Tu mi porta a visitare una nuova famiglia
arrivata dalla Birmania. Vivono vicino alla scuola di Hsa
Thu Lei. Ce l’ha indicata la moglie di Po Pi, che andiamo a trovare per controllare i suoi gemellini. Ci ha detto:
“Venite a trovare me, ma qui accanto c’è una donna che
ha avuto anche lei gemelli, ma è molto più povera di me,
non ha niente!”. E così entro in questa casa che non è
una casa, talmente è piccola, malmessa e cadente, con
il tetto quasi inesistente. E mi chiedo: ma come fanno a
starci qui, mamma, papà e questi due bellissimi piccolini? Sono abituata a tante cose ormai, ma ancora, ancora il cuore si stupisce a cosa gli esseri umani possono
abituarsi. Visito i picicini, che sono belli e in salute. Faccio domande. Per questo tugurio devono anche pagare
l’affitto… Aung Tu mi guarda, la decisione è presa. Vado
a parlare con chi “controlla” il pezzo di terra accanto e
che per fortuna conosco. Poi parliamo con il padre. Aung
Tu domani andrà a comprare del semplice materiale così
che il papà, aiutato dai vicini, possa costruire una
casetta decente per la sua famiglia.
Luglio – Père Alain, un missionario francese, è di passaggio. In un villaggio lo hanno portato a vedere un signore che si è fratturato la gamba ben due mesi fa, ma
che nessuno ha avuto il coraggio di portare all’ospedale
perché non ha documenti e ci sono tanti posti di blocco
militari per la strada. Ci possono essere gravi ripercussioni per un autista che trasporta persone clandestine.
Mi dice che tutto il polpaccio è molto gonfio. Penso al
dolore di quest’uomo e al fatto che non potrà più camminare. Gli dico: se dal villaggio lo portano alla strada principale, lo vado a prendere io, non mi fermano mai. E’
stagione delle piogge, la strada che porta al villaggio è
crollata in parte: per poter passare useranno un elefante!
Lo porto direttamente a fare una radiografia: la tibia è
completamente spezzata in due punti, rottura netta, l’osso è in tre pezzi. E’ stato tenuto in buona posizione da
un tutore fatto industriosamente al villaggio: hanno selezionato un bambù della dimensione del polpaccio e tagliato un pezzo dell’esatta lunghezza. Non dimenticherò
facilmente il visto bianco dal dolore di quest’uomo dagli
occhi miti che non si lamenta mai. L’operazione è fissata
per l’indomani. Inseriscono chiodi e una placca di metallo. Ora c’è solamente da pregare che l’osso si riunisca.
Agosto – il Rotary di Pattaya ci porta in donazione ben
300 filtri d’acqua per le nostre famiglie. Li distribuiremo a
poco a poco durante i mesi seguenti. Certo è che la nostra stanza-ufficio-deposito è piena di filtri fino al soffitto.
Ma che benedizione per tante famiglie! Fra luglio e settembre distribuiremo i filtri a tante famiglie che non hanno accesso ad acqua potabile
Agosto - E’ la nostra giornata per i villaggi del nord. La
mamma di Ti Mu viene a scovarci da un paese vicino.
“Per favore, venite a vedere la mia bambina? Ha una
massa dietro il ginocchio e non riesce quasi a camminare”. Sulla via del ritorno ci fermiamo in questo grande villaggio che sorge lungo la strada e che è composto da famiglie provenienti tutte dalla Birmania. Ti Mu, dieci anni
e occhi timidi, ha un notevole rigonfiamento dietro il ginocchio. Impossibile dire cosa sia. Combiniamo perché
venga a Mae Sot per fare un’ecografia. Ma anche all’ecografia la diagnosi non è chiara. Bisognerà fare una
tac, che ci possiamo permettere visto che mi sono arrivate diverse donazioni inaspettate. Questa mostrerà un
ammasso di vasi sanguigni. Riesco a farla accettare da
un programma che sponsorizza operazioni per bambini
birmani all’ospedale universitario di Chiang Mai. Verrà
operata il mese prossimo. Passiamo a vederla dopo
qualche mese, ed è un gran sorriso che ci accoglie e che
ci ringrazia per le mille telefonate, le varie corse per uffici
e ambulatori, i passaggi in moto e in macchina per i vari
appuntamenti.
Settembre – Tò Tò mi chiede di andare a vedere un signore che è arrivato da poco in uno dei “nostri” gruppetti
di famiglie. Non è sicuro, ma sospetta che abbia la lebbra. Partiamo insieme con i motorini. Li lasciamo sulla
stradina sterrata, vicino alla casa di Meddy Htu, e ci avviamo a piedi. Passiamo per campi di mais, attraversiamo un ruscello, arriviamo a una piccola casa solitaria,
dove U Tin Luin vive insieme alla moglie. I figli sono
grandi, vivono in Birmania o sono andati a lavorare a
Bangkok. U Tin Luin ha sguardo ansioso, mani deformate, ulcere ai piedi. Penso, bravo Tò Tò, ottima diagnosi;
ma perché le persone che lo hanno già visto hanno chiuso gli occhi all’evidenza? Ha già una lesione al nervo del
piede per cui non riesce a tenerlo in posizione orizzontale. Riusciremo a farla rientrare con dosi massicce di cortisone? Cominciamo antibiotici per le ferite infette e cortisone per la reazione al nervo periferico. Per la terapia
specifica organizziamo di portarlo all’ospedale, l’unico
posto dove possiamo trovare le medicine adatte. Dopo
tre mesi il quadro è già molto migliorato: le ferite sono
tutte chiuse, la sensibilità alle mani è in gran parte ritornata, il deficit del piede è quasi completamente scomparso. Dovrà continuare la cura per due anni, ma la
prospettiva di guarire non fa pesare la lunghezza della
terapia.
Ottobre – Aung Tu mi chiama: i due bambini di Mya Eh,
che di solito vivono con il nonno in Birmania, sono venuti
a trovare la mamma. Vuole che veda la bambina, che è
molto magra e spesso molto stanca. Lo raggiungo in
questa povera casetta di bambù, che però è lindissima.
Guardo So K’Pò Pò, dieci anni e magrolina, sorriso dolce
e un po’ sperduto. Mi basta mettere una mano sul torace
per sentire la forte vibrazione di un enorme soffio
cardiaco. La diagnosi è fatta: deve avere un difetto
congenito del cuore, probabilmente un foro che mette in
comunicazione cavità cardiache che dovrebbero essere
separate. Concordiamo con la mamma di portarla a
vedere il pediatra la mattina seguente. Il mio sguardo si
posa anche sul fratellino, arrivato con la sorella: mi
soprendo a fare diagnosi solo a guardarlo: ha la talassemia, una malattia congenita del sangue. Meno male
sono venuti dalla Birmania a trovare la mamma, questi
due! Il mattino dopo il bambino riceve una trasfusione di
sangue e ogni mese ve lo porteremo per questo, come
facciamo per Meddy Htu. Un’ecografia al cuore conferma la diagnosi per So K’Pò Pò: ha un’apertura molto
grande fra i due atri del cuore: dovrebbe essere operata
d’urgenza. Telefono a un’organizzazione di Chiang Mai
che la accetta subito nel loro programma. Riusciamo ad
organizzare il viaggio per lei e la mamma. Tutto andrà
bene e lei ora già pensa a rientrare dal nonno e
ricominciare la scuola l’anno prossimo.
Novembre – ci passano parola che a novembre, in un
ospedale che si trova 100 km a sud di Mae Sot, due organizzazioni tailandesi sponsorizzano una settimana in
cui un’intera equipe farà protesi di gambe gratuitamente
a chiunque si presenterà, con o senza documenti. Noi
conosciamo tre persone che hanno bisogno di una
nuova protesi; passiamo a nostra volta parola e ce ne
vengono indicate altre tre. Una di loro è una giovane
ragazza cui hanno recentemente dovuto amputare una
gamba per un cancro all’osso. La vado a trovare in una
grande fabbrica fuori Mae Sot dove lavora e vive insieme
alla mamma. E’ decisa ad andare, ed è contentissima
quando torna… in jeans!
Settembre – A Lon, sguardo birichino e un po’ furbetto,
è ancora fra di noi dopo svariati anni. La sua fortuna è
stata di essere notato da una volontaria che, sospettando AIDS, mi chiamò e chiese se potevo fare qualcosa
per questo bambinetto vivace che si ammalava sempre.
E, nonostante mille difficoltà, eccoci di nuovo all’ospedale, nell’ambulatorio del pediatra dottor Pi Pat, che gli prescrive altri due mesi di terapia anti-retrovirale. Grazie alla
terapia, questo bambino, adottato alla nascita da una
coppia senza figli, cresce e va a scuola dando un bel
daffare con il suo carattere irrequieto e indipendente.
Ottobre – Tò Tò e Po La Min passano alla scuola di Hle
Bee, come tutti i venerdì. Hanno con sé la terapia per la
piccola Eh Mu. E’ da due anni che l’abbiamo in cura per
asma e da allora la mamma non deve più portarla di corsa in una clinica perché non riesce più a respirare. Il
prezzo degli inalatori è sceso considerevolmente e cambiato la vita dei pazienti con asma anche qui sul confine.
Novembre – Operation Smile arriva puntualmente il primo novembre. Anche quest’anno verranno operate più di
cento persone con labbro leporino, palatoschisi e altre
malformazioni facciali. Noi raccogliamo una decina di
bambini (e non) da entrambe le parti del confine. I risultati, come al solito, sono ottimi. Saremo per sempre
grati al dottor Apichai che continua a far venire a Mae
Sot, anno dopo anno, la sua ottima equipe di chirurghi
plastici, anestesisti e pediatri da diversi ospedali
universitari di Bangkok. Quest’anno hanno operato il loro
millesimo caso qui sul confine!
Novembre – Giornata al nord, nel villaggio di Mo Kwi. Ci
ritroviamo spesso a distribuire occhiali da vista agli
anziani, che sono contenti di poter di nuovo infilare un
ago, tessere una gonna, leggere la Bibbia la sera.
Un’anziana, volto dolce pieno di rughe, che conosciamo
poco perché spesso alla risiera dall’altra parte del
confine, dice a Aung Tu che ci vede molto poco. Noto
che ha una cataratta a entrambi gli occhi. Con un po’ di
insistenza la convinciamo a venire a Mae Sot, dove
Frank, un oculista inglese, opera quasi tutti i giorni. Non
ama lasciare la risiera e la città, fa paura veramente alla
gente della montagna! Però ne è valsa la pena: che
differenza per lei dopo l’operazione; la sua soddisfazione
è evidente. Quando ripassiamo da Mo Kwi è già ritornata
alla risiera per continuare il raccolto, ma ha lasciato detto
che ritornerà per farsi operare all’altro occhio.
Dicembre – Mae Ka Pa (padre di Mae Ka) non è il paziente preferito di Aung Tu e Tò Tò: è sempre di malumore, sua moglie è un continuo lamento a voce altissima, la casetta è un disastro in quanto a pulizia e ordine,
non si sa se prenda regolarmente le medicine prescritte.
Ma… decisamente, la tosse che ha non se la inventa.
“Trascino” Tò Tò con me per visitarlo. Questa tosse non
mi piace, né la febbriciattola, né il suo aspetto. Il trattamento antibiotico dato da Tò Tò qualche settimana fa
non sembra averlo aiutato. Sei anni fa ha ricevuto trattamento anti-tubercolare. Possibile che non abbia finito i
sei mesi di cura? che sia una ricaduta? Bisogna far
esaminare lo sputo al microscopio. La mattina Tò Tò
porta a un laboratorio un campione di sputo e la diagnosi
è fatta in un quarto d’ora: è positivo per il bacillo di Koch.
Tò Tò riprende il motorino per cominciare la terapia.
Dicembre – Solita telefonata del lunedì mattina a Aung
Tu: “Puoi venire?”. E’ la moglie di Hla Uin questa volta.
Suo marito, noto bevitore incallito, si è rotto il braccio sabato scorso. Dice cadendo dalla bici, probabilmente in
un tafferuglio fra ubriachi, pensiamo noi. Sabato sono
andati alla clinica di Mae Tao: lì l’hanno guardato, messo
una benda, e detto: “Non possiamo fare niente per te,
vai all’ospedale”. All’ospedale, dopo pagamento, gli hanno fatto una radiografia, ri-applicata la benda, e detto:
“Hai le due ossa dell’avambraccio rotte, hai bisogno di
un’operazione per rimetterle insieme, se non hai soldi
non la possiamo fare, torna quando ce li hai”. Quanti
casi simili conosciamo. Le istituzioni con più soldi della
zona rimandano a casa i pazienti. Guardo Aung Tu. So
cosa pensa, cosa pensano un po’ tutti: “Sborsare tanti
soldi per un ubriacone?”. Ma se non lo aiutiamo non
potrà più girare il polso della mano destra e non troverà
più lavoro, e ha ben quattro bambini… Fissiamo un
appuntamento all’ospedale con l’ortopedico di cui ci
fidiamo di più, che inserirà due placche di metallo per
rimettere le ossa nella giusta posizione.
Dicembre – E’ Natale di nuovo, le feste si susseguono
nelle scuole e nei diversi “pensionati” di bambini e
ragazzi karen. Partecipiamo al Natale del pensionato di
He Tu, dove un giovane pastore americano ha
organizzato una giornata di giochi, regali e cibo a
volontà. E poi, immancabile, il passaggio a Hsa Thu Lei,
dove la sera, sul palco allestito per l’occasione, si
susseguono sketch, danze, canti, giochi, tante caramelle
e regali per tutti. Ci manca Po Re, che è negli Stati Uniti
con i suoi figli e che speriamo ritornerà presto fra di noi.
Aggiornamenti
Il piccolo Eh Ro viene finalmente operato. E’ un altro bambino quello
che esce dalla sala operatoria! Quanti viaggi abbiamo fatto a rotta di
colla con Eh Ro in fin di vita per una polmonite grave. Per ben tre volte l’operazione è stata cancellata per le polmoniti che si ripetevano e
che rendevano l’anestesia troppo rischiosa. Ma ora, finalmente, questo piccino può finalmente sorridere e cominciare a mangiare normalmente con labbro e palato rifatti all’ospedale di Chiang Mai.
Po Le Ti – ha finito la terapia anti-tubercolare e, finalmente, le
convulsioni sembrano essere sotto controllo. Non ci pare vero!
L’operazione al cuore di Zo Mi Twe è andata bene e lui è rientrato
contento e in salute.
So Mio Au sta facendo enormi progressi con la terapia anti-lebbra,
molte lesioni sono sparite, lui si sente molto meglio e continua a
restare in zona così da poter finire i due anni di cura
Mo Lo Nain ci ha lasciato. Dopo essere stato a trovare la mamma in
Birmania, è rientrato per un breve periodo, ma a scuola non era
contento e il desiderio di essere insieme alla mamma era troppo
forte. E’ tornato a stare insieme a lei in novembre. L’abbiamo seguito
per dieci anni. E’ un ragazzo quello che salutiamo, non più il piccino
malato che incontrammo la prima volta. Speriamo solo che si ricordi
di venire un paio di volte all’anno per una trasfusione.
In questo periodo abbiamo dovuto dire addio a diversi amici: il cuore
del piccolo K’Ti So non ce l’ha fatta a reggere, e il piccino si è spento
tranquillamente una notte di luglio. La stessa notte si è svegliato e ha
voluto giocare un po’ prima di addormentarsi di nuovo, come per dire
addio alla mamma, la zia e la nonna. Anche il cuore malato da tempo
dall’anziana No Bo ha ceduto all’insufficienza cronica che avevamo
cercato di controllare per tanti anni. Se ne è andata tranquillamente,
una sera di agosto. Il piccino di No Tu Eh non ha superato una
polmonite grave, nonostante la corsa all’ospedale
GRAZIE A TUTTI COLORO CHE CI AIUTANO
Per il programma sanitario: Anna Can., Anna Maria, Barbara e
Giulia, Benedetta, Buzz-Off Malaria, Carlo Ros., Congregazione
S.Angela Merici di Siena, don Silvano, Elisa e Clemente, Enrico
Spagn., Francesca, Francesco Meu., John May. Karen Aid,
Katia e Francesco, Laura Spagn., Luigi Lun., Luigi Ros.,
Maria Grazia Ros., Mark Ald., Mark And., Maria Teresa Bul.,
Mercatino di Compiobbi, MITHRA-Onlus, Orsola Sc., Paolo
Can., Pat McG, Regan, Rita e Gianfranco, Rotary Club
Pattaya, Sale della Terra–Onlus, Tito, Women with a Mission.
Per le scuole e i pensionati: APIBIMI-Fam. Lunelli, Amici della
Certosa, Chiesi Foundation, Elisabetta Nar., Fidenza for Children,
Fondazione Mazzocchi, Giacomo Arr., ICRA-Switzerland,
ICRA-International, Pieve di San Martino di Sesto Fiorentino,
Raffaella Pao.,
Donazioni possono essere fatte a:
Sara Bo., Scuola
Associazione “Sale della Terra - ONLUS”
Pascoli di Sesto
www.saledellaterra.it
IBAN IT94 T050 1802 8000 0000 0110 284
Fiorentino.
Causale: “Per progetti Karen in Tailandia”