Sottospazi vettoriali - Politecnico di Torino
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Sottospazi vettoriali - Politecnico di Torino
Politecnico di Torino. Sottospazi vettoriali. Nota Bene: Questo materiale non deve essere considerato come sostituto delle lezioni. Argomenti: • • • • • • Sottospazi. Generatori. Confrontando sottospazi: intersezione. Somma e somma diretta. Complemento e sottospazi complementari. Complemento ortogonale e proiezioni ortogonali. Esercizi: • http://cantor.polito.it/didattica/index2.php?percorso=Geometria/Rango%20e% 20dimensione 1 Sottospazi Sia V uno spazio vettoriale e sia W ⊂ V un sottoinsieme non vuoto di V. W e’ un sottospazio di V se e’ chiuso rispetto alle combinazioni lineari. Essere chiuso rispetto − − − alle combinazioni lineari significa che per qualsiasi vettori → v 1, → v 2, · · · , → v n ∈ W qualsiasi combinazione lineare − − − c1 → v 1 + c2 → v 2 + · · · + cn → vn e’ un vettore di W. Criterio del sottospazio. Sia W ⊂ V un sottoinsieme. Per sapere se W e’ un sottospazio di V basta verificare: 1) che il vettore nullo 0 di V appartenga a W; 2) che − − − − se due vettori → v ,→ w appartengono a W allora la loro somma → v +→ w appartenga a W; → − → − 3) che se il vettore v appartiene a W allora qualsiasi moltiplo r v appartiene a W. → − Nota Uno spazio vettoriale e’ sempre sottospazio di se stesso. Inoltre, l’insieme { 0 } e’ sempre un sottospazio di V e si chiama sottospazio banale ed e’ l’unico sottospazio di dimensione zero. Esempio 1.1. I sottospazi di R2 di dimensione 1 sono le rette passante per l’origene. I sottospazio di R3 di dimensione 2 sono i piani passanti per l’origene. Invece una retta Sottospazi Vettoriali 1 Geometria 1.1 Generatori o equazioni ? Politecnico di Torino. di R3 che passa per l’origene e’ un sottospazio di dimensione 1. Una retta di R2 o R3 che non passa per l’origene non e’ un sottospazio. Esercizio 1.2. Fare il disegno del sottospazio che contiene il vettore (1, 1) nel piano R2 . Esercizio 1.3. Fare il disegno approssimato del sottospazio di dimensione 1 che contiene il vettore (1, 1, 1) nello spazio R3 . Quanti sottospazi di R3 di dimensione 2 contengono il vettore (1, 1, 1) ? 1.1 Generatori o equazioni ? Siccome un sottospazio W e’ in particolare un sottoinsieme dello spazio vettoriale V ci sono due modi per determinare i suoi elementi: 1) Esplicitamente mediante un sistema di generatori, cioe’ si danno esplicitamente − − − k vettori → w 1, → w2···→ w k e W e’ l’insieme di tutte le loro combinanzioni lineari: − − − W = {c1 → w 1 + c2 → w 2 + · · · + ck → w k : c1 , c2 , · · · , ck ∈ R} − − − spesso si scrive L(→ w 1, → w 2, · · · , → w k ) per il sottospazio generato da questi k vettori. − − Nota: Un sottospazio potrebbe essere definito come L(→ w 1, · · · , → w k ) in molti modi diversi. Esempio 1.4. Ecco un sottospazio definito in due modi diversi : uno usando 4 generatori e l’altro con soltanto 2 generatori: 0 0 0 0 0 0 L(1 , 1 , 2 , 1) = L(2 , 3 ) 1 −1 2 0 5 13 2) Implicitamente mediante le equazioni che devono soddisfare i sui elementi. Ad esempio, i sottospazi W di Rn spesso vengo definiti dando una matrice A ∈ Rn,m dicendo che W e’ l’insieme di tutte le soluzioni del sistema omogeneo AX = 0, cioe’ W = {X : AX = 0} = ker(A) Se un sottospazio W ⊂ Rn e’ definito dando le sue equazione allora per trovare un sistema di generatori bisogna risolvere il sistema AX = 0. Reciprocamente e’ anche possibile trovare l’equazioni che definiscono un sottospazio − − − L(→ w 1, → w 2, · · · , → w k ) di Rn . Ecco due esempi. Sottospazi Vettoriali 2 Geometria 1.1 Generatori o equazioni ? Politecnico di Torino. 1 5 Esempio 1.5. Sia W = L( 2 , 0 ). Per trovare un sistema di equazioni che 3 −2 defina W si osserva che una equazione omogenea ax+ by + cz = 0 sipuo interpretare x a ⊥ come il prodotto scalare E X tra le colonna X = y e E = b . Dunque tutte z c le colonne E che pensate come equazioni valgono zero su i vettori di W soddisfano il sistema 1 2 3 E = 0. 5 0 −2 4 L’insieme soluzione e’ L(−17) e quindi W e’ definito implicitamente dalla equazione: 10 4x − 17y + 10z = 0 1 1 4 Esempio 1.6. Il sottospazio L( 1) di R e’ anche definito implicitamente dal sistema 1 1 1 omogeneo M X = 0, cioe’ L( 1) = ker(M ), dove M e’ la matrice 1 1 −1 0 0 M = 0 1 −1 0 0 0 1 −1 Esempio 1.7. Il sottospazio del esempio precedente si puo anche ricavare tramite la la matrice −1 1 0 0 N = −1 0 1 0 −1 0 0 1 cioe’ Sottospazi Vettoriali 1 1 L( 1) = ker(M ) = ker(N ) 1 3 Geometria 1.1 Generatori o equazioni ? Politecnico di Torino. Questi esempi fanno vedere che anche la definizione implicita di un sottospazio puo essere fatta di piu’ di un modo. Dunque un sottospazio W di Rn normalmente se specifica dando una matrice A e indicando W = ker(A) oppure dando un matrice B e indicando che W = im(B) Se il sottospazio W se define mediante W = ker(A) in generale non e’ vero che W = im(A). Quello che e’ vero e’ che si puo trovare una matrice B tale che W = ker(A) = im(B) . Infatti data A tale che W = ker(A) una matrice B si ottiene risolvendo il sistema AX = 0, cioe’ le colonne della matrice B devono essere un sistema di generatori di W. Invece se si conosce la matrice B tale che W = im(B) e’ possibile trovare una matrice A tale che W = ker(A) = im(B) . Infatti una matrice A si ottiene risolvendo il sistema B > X = 0, cioe’ le colonne di A> devono essere un sistema di generatori di W⊥ = ker(B > ). 1 1 2 Esercizio 1.8. Sia W ⊂ R dato da W = ker . Trovare una matrice B tale 3 3 che W = im(B). 1 2 Esercizio 1.9. Sia W ⊂ R3 dato da W = im 3 6 . Trovare una matrice A tale 2 4 che W = ker(A). → − Osservazione: Se W = ker(A) = { 0 } ⊂ Rn allora come B si puo prendere la → − colonna nulla B = 0. Se invece W = im(B) = { 0 } allora come A si puo prendere la → − matrice identica’ 1, cioe’ W = ker(1) = { 0 }. In questo caso la matrice B e’ per forza la matrice nulla, poiche’ le sue colonne generano soltanto il vettore nullo e dunque sono tutte colonne nulle. Sottospazi Vettoriali 4 Geometria Politecnico di Torino. 2 Confrontando sottospazi Dati due sottospazi W1 e W2 di Rn spesso e’ necessario rispondere a domande del tipo: Sono W1 e W2 uguali ? oppure e’ W1 contenuto in W2 ?. Supponiamo che entrami W1 e W2 sono dati usando generatori, cioe’ W1 = im(B1 ) W2 = im(B2 ) . Calcolando il rango delle tre matrici B1 , B2 e (B1 |B2 ) se determina se i sottospazi W1 e W2 sono uguali, cioe’ W1 = W2 se e soltanto se rango(B1 ) = rango(B2 ) = rango(B1 |B2 ) dove (B1 |B2 ) e’ la matrice che si ottiene mettendo B2 a destra della matrice B1 . Invece se soltanto sucede che rango(B1 ) = rango(B1 |B2 ) questo dice che W2 e’ contenuto in W1 . Naturalmente se rango(B2 ) = rango(B1 |B2 ) otteniamo che W1 e contenuto in W2 . La giustificazione di queste affermazione segue dal Teorema di RoucheCapelli. 1 2 3 4 Esercizio 2.1. Sia W1 = im e sia W2 = im . Decidere se W1 ⊂ W2 1 2 3 4 o W2 ⊂ W1 o W1 = W2 o W1 = 6 W2 . 1 2 0 −1 4 0 3 Esercizio 2.2. Sia W1 = im 2 4 0 −2 8 e sia W2 = im 0 6 . De3 6 0 −3 12 1 9 cidere se W1 ⊂ W2 o W2 ⊂ W1 o W1 = W2 o W1 6= W2 . Il sottospazio intersezione W1 ∩ W2 puo’ essere utile per rispondere alle precedenti domande. Anzitutto, si nota che l’intersezione e’ infatti un sottospazio di entrambi sottospazi W1 , W2 e anche dello spazio vettoriale Sottospazi Vettoriali 5 Geometria 2.1 Somma e somma diretta Politecnico di Torino. V di cui W1 e W2 sono sottospazi. Dunque confrontando dim(W1 ∩ W2 ) con la dimensione dei sottospazi W1 , W2 possiamo concludere se i sottospazio sono uguali o contenuti eventualmente uno in un altro. Ad esempio, se dim(W1 ∩ W2 ) = dim(W2 ) allora W2 ⊂ W1 . Se i sottospazi W1 e W2 sono definiti come W1 = ker(A1 ) e W2 = ker(A3 ) allora : A1 W1 ∩ W2 = ker A2 A1 e’ la matrice ottenuta mettendo A2 sotto di A1 . In parole povere, i vettori A2 della interesezione W1 ∩ W2 soddisfano contemporaneamente l’equazioni di W1 e W2 . → − Nota: L’intersezione W1 ∩ W2 non e’ mai l’insieme vuoto poiche il vettore nullo 0 appartiene ad entrambi sottospazi, cioe’ → − 0 ∈ W1 ∩ W2 . → − Puo capitare che 0 sia l’unico vettore nella intersezione W1 ∩ W2 in questo caso di dice che l’interesezione e’ banale. Dunque l’intersezione e’ banale se dim(W1 ∩ W2 ) = 0. dove 2.1 Somma e somma diretta La somma W1 + W2 di due sottospazi e l’insime ottenuto sommando tutti i vettori di W1 con tutti i vettori di W2 : − − − − W + W = {→ v +→ w :→ v ∈ W ,→ w ∈ W }. 1 2 1 2 Si se sa che l’intersezione W1 ∩ W2 e’ banale allora si dice che la somma e’ somma diretta e si usa il simbolo W1 ⊕ W2 anziche W1 + W2 . Spesso si chiede o si ha bisogno di sapere se una somma e’ somma diretta. Dunque bisogna controllare se dim(W1 ∩ W2 ) = 0. Ecco la Formula di Grassmann1 dim(W1 + W2 ) = dim(W1 ) + dim(W2 ) − dim(W1 ∩ W2 ) 1 http://www-history.mcs.st-and.ac.uk/Mathematicians/Grassmann.html Sottospazi Vettoriali 6 Geometria Politecnico di Torino. Esercizio 2.3. Calcolare dim(W1 + W2 ) e dim(W1 ∩ W2 ): 1 2 0 3 1 1 1 1 (i) W1 = ker( ), W2 = ker . −1 3 4 0 2 3 1 4 1 3 0 −1 (ii) W1 = im 0 −2 0 2 , W2 = ker 2 3 1 . 3 1 0 5 1 3 0 −1 18 13 10 4 (iii) W1 = im 0 −2 0 2 , W2 = im −10 −4 −4 −2 . 3 1 0 5 14 23 14 4 3 Complemento e sottospazi complementari Due sottospazi W1 e W2 dello spazio vettoriale V si dicono complementari se W1 ⊕ W2 = V . Si dice anche che W2 e’ un complemento di W1 , che W1 e’ un complemento di W2 , che W2 complementa W1 , ecc. − Dunque due sottospazi W1 e W2 sono complemetari se : 1) Qualsiasi vettore → v ∈V → − → − → − → − → − → − → − si puo scrivere come v = w 1 + w 2 con w 1 ∈ W1 e w 2 ∈ W2 2) w 1 e w 2 sono unici. − − In parole povere, i vettori → v di V hanno un ”pezzo” → w 1 in W1 e un ”pezzo” → − w 2 ∈ W2 e questi ”pezzi” sono unici. Esempio 3.1. Sia W = L((1, 1)) il sottospazio di R2 generato dal vettore (1, 1). Allora L(1, 0) e’ un complemento di W. Ma anche L(1, −1) e’ un complemento di W. Cioe’ un sottospazio ha molti complementi. Se un sottospazio W ⊂ Rn e’ definito dai generatori, cioe’ come il sottospazio generato dalle colonne di una matrice A allora per trovare un complemento bisogna trovare una matrice B tale che : rango(A|B) = rango(A) + rango(B) = n Una il sottospazio generato dalle colonne di B e’ dunque un complemento di W. Questa procedura e’ facile se la trasposta A⊥ e’ ridotta per righe. Sottospazi Vettoriali 7 Geometria 3.1 Piu’ di due sommandi Politecnico di Torino. Esempio 3.2. Sia W il sottospazio di R5 generato dalle colonne di 2 −2 3 0 A = −1 4 5 7 −2 1 2 3 −1 5 2 > Siccome la trasposta A = e’ ridotta per righe basta completare −2 0 4 7 1 A> ad una matrice quadrata ridotta per righe: 2 3 −1 5 2 −2 0 4 7 1 1 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 Dunque un complementare di W e’ il sottospazio L(e1 , e4 , e5 ) . generato dalle 3 colonne canoniche e1 , e4 , e5 . Osservare che anche il sottospazio L(e3 , e4 , e5 ) complementa W. 3.1 Piu’ di due sommandi Se invece W1 , W2 , W3 sono tre sottospazi dello spazio vettoriale V possiamo fare la somma − − − − − − W1 + W2 + W3 = {→ w ∈V:→ w =→ w1 + → w2 + → w 3; → w i ∈ Wi , i = 1, 2, 3} cioe’ un vettore della somma si sprime come somme di tre ”pezzi” uno in ciascuno dei sottospazi W1 , W2 e W3 . Esempio 3.3. Lo spazio R3 e’ somma W1 + W2 + W3 dove W1 e’ l’asse x, W2 e’ l’asse − y e W3 e’ l’asse z . Il vettore → v = (5, 3, 1) e’ somma di tre vettori ciascuno in un asse: (5, 3, 1) = (5, 0, 0) + (0, 3, 0) + (0, 0, 1) Sottospazi Vettoriali 8 Geometria Politecnico di Torino. La somma si puo’ anche fare con qualsiasi numero di sottospazi, cioe’ se W1 , · · · , Wn sono sottospazi di uno spazio vettoriale V allora la somma W1 + · · · + Wn e’ il sottospazio di V ottenuto sommando tutti i vettori dei Wi tra di loro. Dunque se → − − − v ∈ W1 + · · · + Wn allora → v e’ somma di vettori → v i ∈ Wi : → − − − v =→ v 1 + ··· + → vn . − Se il modo di scrivere → v come somma di vettori in Wi e’ unica, cioe’ se i pezzi → − − − v 1, → v 2, · · · , → v n sono determinati unici allora si dice che la somma W1 + · · · + Wn e’ − diretta e se usa il simbolo ⊕, cioe’ si scrive W1 ⊕ · · · ⊕ Wn . I pezzi → v i che formano il → − → − vettore v si chiamano proiezioni del vettore v . Esempio 3.4. Siano W1 , W2 , W3 i seguenti sottospazi di R4 W1 = L(e1 , e2 ) W2 = L(e3 ) W3 = L(e4 ) − Allora R4 = W1 ⊕ W2 ⊕ W3 . Le proizioni del vettore → v = (8, 7, 14, −3) sono → − v 1 = (8, 7, 0, 0) 4 → − v 2 = (0, 0, 14, 0) → − v 3 = (0, 0, 0, −3) Complemento ortogonale e proiezioni ortogonali Per i sottospazi W di Rn c’e’ sempre un complemento privilegiato: il complemento ortogonale W⊥ : W⊥ = {X ∈ Rn : X > Y = 0 ∀ Y ∈ W} dove le lettere X, Y indicano i vettori di Rn come colonne e X > Y e’ il loro prodotto scalare. Dunque un vettore X di Rn appartiene ad W⊥ se e’ perpendicolare a tutti i vettori di W. − La somma W + W⊥ e’ diretta, cioe’ Rn = W ⊕ W⊥ . Infatti, l’unico vettore → v → − → − ⊥ ⊥ nella intersezione W ∩ W e’ il vettore nullo poiche’ se v ∈ W ∩ W il vettore v e’ → − − perpendicolare a se stesso e’ dunque → v = 0. Spesso interessa trovare le proiezioni ortogonali Y1 , Y2 di un vettore Y ∈ Rn rispetto alla somma diretta Rn = W ⊕ W⊥ , cioe’ dato Y trovare Y1 ∈ W e Y2 ∈ W⊥ tale che Y = Y1 + Y2 . Talvolta serve soltanto trovare Y1 e non ci interessa Y2 . Sottospazi Vettoriali 9 Geometria Politecnico di Torino. Esempio 4.1. Sia W = L(X1 , X2 ) ⊂ R11 dove X1 = (−3, −3, −1, −1, 0, 0, 0, 1, 2, 2, 3) X2 = (−4, −2, −3, 0, −2, 1, 2, 1, 0, 3, 4) e sia Y = (5, 6, 5, 0, 3, −1, −2, −3, −2, −5, −6) . Per trovare la proiezione ortogonale Y1 di Y su W si raggiona come segue: 1) si osserva che Y1 = aX1 + bX2 dove a, b sono due numeri incogniti che dovremmo trovare. 2) questi numeri a, b sodisfanno un sistema non omogeneo 2 × 2. Infatti, faccendo prodotto scalare prima con X1 e dopo con X2 otteniamo Y1 .X1 = a(X1 .X1 ) + b(X2 .X1 ) Y1 .X2 = a(X1 .X2 ) + b(X2 .X2 ) dunque ( Y1 .X1 = a38 + b40 Y1 .X2 = a40 + b64 inoltre siccome la proiezione Y2 e’ perpendicolare ad entrambi X1 , X2 risulta che Y1 .X1 = Y.X1 = −73 Y1 .X2 = Y.X2 = −100 e cioe’ i numeri a, b sono soluzioni del sistema ( −73 = a38 + b40 −100 = a40 + b64 dunque a = −21 , 26 b= −55 52 ed ecco Y1 : 21 55 173 59 207 21 55 55 55 97 21 249 173 X1 − X2 = ( , , , , ,− ,− ,− ,− ,− ,− ) 26 52 26 13 52 26 26 52 26 52 13 52 26 Osservare che in realta’ quello che conta e’ trovare i numeri a, b poiche’ sono loro che determinano Y1 . 1 1 2 1 5 Esercizio 4.2. Sia W = im(B) ⊂ R dove B = 0 1 e sia Y = (1, 2, 3, 4, 5). −1 1 −2 1 Calcolare la proiezione ortogonale Y1 di Y su W. Y1 = − Sottospazi Vettoriali 10 Geometria