E` antica tradizione che la notte del 2 novembre

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E` antica tradizione che la notte del 2 novembre
Le leggende Apuane a cura di Stefano Pucci - www.stefanopucci.it
E’ antica tradizione che la notte del 2 novembre,
ossia la notte dei Morti, le anime degli annegati,
degli uccisi, degli insepolti e di tutti coloro che
non riposano in terra consacrata passeggino nel
folto dei boschi o sulle montagne. Nei dintorni del monte Croce, sulle Alpi Apuane,
si ricorda una leggenda molto particolare: Quella delle fiammelle che una volta
l’anno, nella notte del 2 novembre, tornano ad incontrarsi sulla vetta del monte.
La leggenda risale al medioevo. Due giovani pastori erano di solito incontrarsi nei
verdi prati sottostanti la cima della montagna; un giorno, proprio lassù, si promisero
marito e moglie. Non passarono molti giorni che, a causa delle scorrerie delle navi
barbaresche sulla costa, il giovane pastore fu chiamato, come molti altri giovani,
a difendere i villaggi dei pescatori sul litorale. Fu proprio durante un terribile
scontro che il giovane fu ucciso a tradimento. La notizia gettò nella più profonda
disperazione la povera ragazza, che corse sulle balze della montagna dove tante
volte aveva passeggiato con il suo promesso sposo. Iniziò a piangere e, subito, ogni
lacrima che versava si trasformava in un profumato fiore. Ma tanta fu la disperazione
della ragazza che, dopo pochi mesi da quel tragico giorno, si ammalò gravemente
e morì. Si racconta che ogni anno, la notte del 2 novembre, due bellissime fiammelle
serpeggianti vengono ad abbracciarsi sulla cima del monte Croce. Una di esse
accorre dal mare strisciando leggerissima sopra la spuma dei flutti. L’altra, che
subito muove ad incontrarla, proviene dai boschi della montagna. E come erano
soliti fare i due amanti, queste due fiammelle si raccolgono in disparte aggirandosi
di balza in balza; poi, non appena un barlume di luce rischiara l’orizzonte,
scompaiono e il luogo ritorna arido, solitario e spaventoso. Chi sale alla cima del
monte Croce nel mese di maggio potrà vedere i fianchi della montagna ricoperti
da una vasta fioritura di giunchiglie. Sono le lacrime versate dalla giovane pastorella
che sbocciano ogni primavera in candidi fiori e vanno a profumare l’aria fresca
della montagna.