Vogue Italia - Sextantio Le Grotte della Civita
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Vogue Italia - Sextantio Le Grotte della Civita
The WE Way A destra. Il progetto di recupero delle Grotte della Civita, nei Sassi di Matera, da parte del gruppo Sextantio (foto courtesy Mario Di Paolo). In basso. Il quartiere green Le Albere, by Renzo Piano, nell’ex area industriale di Trento. www.vogue.it/ people-are-talking about/vogue-arts 82 Unire le idee e i capitali. Mettere in comune spazi. Nell’era del riutilizzo creativo, la condivisione dell’ambiente è il passepartout della sostenibilità, la via per innescare meccanismi virtuosi capaci di trasmettere un ritrovato senso di appartenenza. A una comunità, a un territorio. “No al consumo del suolo, sì al riuso” è lo slogan della campagna Wwf RiutilizziAMO l’Italia (wwf. it), un grande cantiere di Recuperi creativi by Alessandra Turci Ex fabbriche abbandonate e paesi in via d’estinzione diventano un’opportunità per le comunità e il territorio. Investire nei “ruderi” restituisce identità e diviene un’esperienza culturale e di condivisione riqualificazione di aree abbandonate o dismesse. Le idee arrivano dal basso, da chi gli spazi li abita, e Forte Marghera (fortemarghera.org) è uno di questi: da vecchia area militare fortificata a fucina creativa per spettacoli e mostre, all’interno delle polveriere ottocentesche austriache e francesi. La forza e l’originalità stanno nell’Open Space Technology, neo-comitato di cittadini che, attraverso forme di progettazione partecipata, propone possibili sviluppi d’uso del Forte. Perché uno spazio, se pubblico, deve essere vissuto dalla comunità. I “relitti territoriali” di archeologia industriale sembrano emanare un fascino cui è difficile resistere. Marghera non è certo l’unico esempio, e le associazioni culturali pensano a questa opportunità anche come strategia contro il caro-affitti. I DettoFatto, gruppo di professionisti under 28, creatori della community Rudere.Project, vanno a caccia di luoghi insoliti, inutilizzati da almeno trent’anni, per organizzare eventi e mostre in un raggio d’azione che va dalla Sicilia a Roma, con qualche incursione milanese (dettofattolab.com). Nell’ex caserma dei vigili del fuoco di Ferrara (che la Provincia ha concesso in comodato d’uso), è nata invece una nuova factory creativa, lo Spazio Grisù, con l’intento di creare uno spazio aperto a tutti, dove scambiarsi idee e condividere esperienze, di vita e lavoro. Si condividono anche le fatiche: dopo l’iniziale autofinanziamento, servono fondi per continuare la ristrutturazione dei 4000 mq della caserma; e attraverso la piattaforma di crowdfunding Ginger (“Gestione idee nuove e geniali in Emilia-Romagna”) si sta cercando di recuperare l’area del cortile interno dell’ex caserma per farla diventare una piazza attrezzata per concerti e workshop (spaziogrisu. org). La sfida del recupero di luoghi altrimenti destinati al degrado nasce dalla consapevolezza che le tracce del passato possono, e devono, essere attualizzate. Lo scrive Marc Augé nel suo “Rovine e macerie. Il senso del tempo” (ed. Bollati Boringhieri), sostenendo la necessità, laddove si recupera, di ri-creare anche un’i- «Risparmiare energia, essere • sostenibili. Capire che la terra va difesa non solo facendo economia, ma anche cercando soluzioni di recupero e migliori espressioni architettoniche». Renzo Piano HOT SPOT Paesi fantasma, fabbriche arrugginite, ville diroccate. Un gruppo di “cercatori di dentità forte. Renzo rovine” ha Piano, nel progetta- catalogato i re il quartiere green luoghi Le Albere di Trento, un’ex area indu- abbandonati della striale Michelin, ha Sardegna. Ora seguito tale orienta- l’archivio online è mento. Inaugurato diventato un film in estate, Le Albere autoprodotto: è uno dei più im- “Adiosu”. Non un portanti interventi documentario di di riconversione urdenuncia, ma un bana in Italia. Piste viaggio tra cose ciclabili, spazi verdi, appartamenti, sot- dimenticate da topassaggi collegati ricordare al centro storico e, (sardegna soprattutto, un polo abbandonata.it). di cultura, il MuSe, Museo delle scienze (muse.it), come epicentro residenziale, fanno sembrare ormai desueto il concetto di quartiere-dormitorio. Non è la prima volta che il Trentino mostra una lungimirante capacità di recycling. È successo di recente con l’apertura delle Gallerie di Piedicastello, due tunnel stradali abbandonati dopo lo spostamento della tangenziale, diventati moderni musei dedicati alla storia e alla memoria della regione (legallerie.tn.it). In Romagna, invece, a Gambettola, il cementificio Sicli, dismesso nel 1989, è oggi un centro dedicato al dopo-lavoro, all’arte e al tempo libero. La “Fabbrica”, così chiamata, è una testimonianza di riuso intelligente: «È come se il vecchio stabilimento, attraverso i suoi mutamenti, ci chiedesse di indirizzarlo a un nuovo compito», racconta Angelo Grassi, demiurgo della riconversione (angelograssi.it). Ma i ruderi possono essere tramutati anche in modelli di resort lungimiranti e azzeccati. Come L’Eremito, hotel ricavato da un antico monastero nel cuore verde del- Dalle polveriere di Forte Marghera all’ex caserma di Ferrara, dall’area industriale di Trento fino al borgo di Favara. I luoghi si rianimano e diventano progetti futuribili l’Umbria, il cui recupero è stato un atto di profondo rispetto verso il luogo. Quattro anni di ricerca e ricostruzione, per recuperare ogni singola pietra della vecchia architettura monastica e riattivare il sistema di cisterne per la raccolta dell’acqua piovana in un’ottica di risparmio e autoproduzione energetica. L’obiettivo? Offrire non un soggiorno tradizionale, ma un’esperienza per alcuni versi mistica (eremito.com). La rivitalizzazione dei luoghi può avvenire anche su larga scala. Come quella dei borghi storici delle montagne dell’Appennino meridionale, i cosiddetti “paesaggi in via d’estinzione”, oltre 2000 paesi minori semiabbandonati e 15mila in stato di abbandono quasi totale. Qui il gruppo Sextantio propone nuove strategie di tutela per non tradire l’identità originaria dei luoghi. Sono nati così gli alberghi diffusi di Le Grotte della Civita, nei Sassi di Matera, e di S. Stefano di Sessanio, in Abruzzo. Basso impatto ambientale, solo materiali locali riciclati, design minimal. Visto il successo, la società ha acquisito altri nove borghi che aspettano solo di rinascere (sextantio.it). Non lontano dalla Valle dei Templi, il borgo siciliano di Favara, attraverso il modello di riuso degli spazi di Farm Cultural Park, è ora un centro culturale e turistico diffuso dove una piccola comunità è impegnata a inventare un nuovo modo di abitare. Sette piccole corti sono diventate il centro d’elezione di una programmazione d’arte contemporanea tra le più fervide; anche la cultura è un potente riattivatore sociale (farm-culturalpark.com). Dice Augé: «Il fascino delle rovine, dei terreni incolti, dei luoghi abbandonati dipende dal suo stesso anacronismo. Contro il presente, sottolinea la presenza ancora palpabile di un passato perduto», da cui ripartire. Dove i cantieri «sono spazi poetici perché la loro incompiutezza contiene una promessa». Di futuro. In alto. Lo Spazio Grisù, nuova factory creativa nell’ex caserma dei vigili del fuoco di Ferrara (foto a sinistra, courtesy Giacomo Brini; foto a destra, courtesy Spazio Grisù). Accanto. L’Eremito, resort ricavato in un antico monastero nel cuore verde dell’Umbria.