2 - ICS Germignaga

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2 - ICS Germignaga
LE ALLUVIONI IN
ITALIA NEL ‘900
Di Madalina , Jazmin , Laura e Giorgia – Classe 2^ A – Scuola
secondaria di 1^ grado di Germignaga
La grande alluvione di
Salerno 25-26 ottobre 1954
• Tra le grandi alluvioni d'Italia, quella di
Salerno del 25-26 ottobre 1954 fu tra le
più gravi in termini di perdite umane. La
catastrofe fu causata da precipitazioni di
portata eccezionale, il cui impatto fu
talora aggravato nelle aree interessate da
disboscamenti dissennati, che favorirono
alcuni movimenti franosi estesi e
distruttivi. Il tutto avvenne di notte,
rendendo ancora più problematici i
soccorsi, che furono, in molti casi, eroici.
All'indomani della tragedia, Salerno si trovò ad
affrontare il grande problema dei quasi diecimila
sfollati. Molte case di Canalone, del centro storico e
di Calata San Vito erano completamente distrutte.
Fu a questo punto che l'Italia mostrò tutto il suo
buon cuore, donando molti milioni in beneficenza.
Gli sfollati furono sistemati dapprima in case
popolari nella zona di Santa Margherita e Pastena
(case ancora oggi abitate). In tutto si contarono (fra
morti e dispersi) 318 vittime, 250 feriti, e quasi
10.000 senzatetto. I danni superarono i 50 miliardi di
lire dell'epoca.
Uragano in Sicilia 26 settembre 1902
• Tratto da ‘’La grande alluvione’’, Argo
Edizioni, Roma 2004
• «La città dormiva e le strade erano deserte i
negozi erano chiusi e le chiese avevano appena
accennato ai primi rintocchi del mattutino. […] Per
oltre ventiquattro ore su tutta la zona sud orientale
della Sicilia cadde una pioggia dirottissima, interrotta
per brevi tratti da sprazzi di sole che fece registrare
alla stazione pluviometrica di Giarratana, una
quantità acqua pari alla metà di quella che, di solito,
cade in un intero anno! […]Proprio a quest’ora, il
volume della pioggia che sembra già insuperabile, si
dilata spaventosamente; non si tratta più di pioggia,
, ma di una valanga d’acqua che piove compatta a
velocità incredibile. Si sono aperte le cateratte del
cielo. […] Le vittime, nello spasimo allucinante
dell’asfissia, si dibattono ancora nella melma che
le ricopre come un sudario. Fulmini sempre più
radi incrociano le loro lame infuocate nel cielo in
cui cominciano a baluginare i primi sentori
dell’alba. Il dolore verrà dopo, quando si
renderanno conto del disastro che li ha colpiti
negli affetti e negli averi; ed allora le ultime gocce
di pioggia si mescoleranno alle loro prime
lagrime».
Giovanni Modica Scala
Disastro del Vajont
Il 9 ottobre del 1963, alle 22.39, dal versante settentrionale del monte Toc a cui è appoggiato un fianco
della diga si staccò un’enorme frana, che scivolò rapidamente nel bacino artificiale creato dalla diga del
Vajont. La massa della frana era più grande dell’intero lago e quando ci precipitò dentro causò due
onde gigantesche: una travolse le frazioni della valle del Vajont a est della diga, disperdendosi nel punto
dove si allarga e risparmiando per pochissimo il paese di Erto; l’altra scavalcò la diga a ovest e si
rovesciò sugli abitati nella valle del Piave con un percorso durato quattro minuti, poi salì sul versante
opposto fino a perdere forza e rovesciarsi di nuovo all’indietro nella valle.
Distrusse paesi e frazioni, soprattutto Longarone, e uccise
quasi duemila persone. La massa d’acqua cadde sulla valle
dopo un salto di più di 260 metri, lasciando integra la diga.
Aveva una tale massa e velocità che secondo alcuni studi
recenti generò un onda d’urto forte come quella provocata
da una piccola esplosione nucleare, e un vento fortissimo la
precedette. Probabilmente molte case e persone vennero
spazzate via ancora prima di essere toccate dall’acqua: quella
sera in molti erano a casa e nei bar a guardare la finale di
Coppa dei Campioni tra Glasgow Rangers e Real Madrid.
Dei 1918 morti stimati, soltanto 1500 furono recuperati e
soltanto 750 erano in condizioni tali da poter essere
identificati.
L’alluvione dimenticata: Sardegna orientale
14-19 ottobre 1951
Si tratta dell’evento, o potremmo dire della serie di
eventi legati ad un’unica depressione più devastanti
che l’isola abbia mai sperimentato nella sua lunga e
forse poco conosciuta storia di alluvioni. Dopo anni
di precipitazioni scarse con ripercussioni sui raccolti
e sull’erogazione dell’acqua, la pioggia, incessante ed
a tratti violenta, cade per sei giorni consecutivi
determinando la più catastrofica alluvione del ‘900
con accumuli che supereranno in alcuni casi anche i
1300mm e danneggiando gravemente almeno 1/3
del territorio. Le piogge continuarono incessanti fino
alla giornata del 19 novembre.
La Sardegna esce dal raggio di influenza della depressione
anche se fino al tardo mattino continuano a registrarsi piogge
talora intense. E’ il momento di contare i danni. Muravera,
San Vito, Buddusò, Villaputzu sono le frazioni più colpite
con centinaia di case crollate e migliaia danneggiate. Le
vittime restano ferme a 5. Centinaia di strade sono interrotte,
decine di ponti crollati, dei paesi non sono ancora
raggiungibili, si scoprirà solo in seguito che alcuni sono stati
completamente distrutti e verranno abbandonati diventando
dei paesi fantasma come Osini e Gairo (foto a colori) . Un
terzo del territorio isolano è stato duramente colpito, è
l’alluvione peggiore del secolo.