Stock: "Vado a fare ricerca in Israele"

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Stock: "Vado a fare ricerca in Israele"
RICERCA
C’è la guerra,
ma è un Paese
in cui la ricerca
è di prima qualità
e con il più alto
numero di addetti.
Il settore dell’high-tech
copre il 70%
dell’esportazione.
L’importanza
della collaborazione
con l’Università
di Haifa.
L’ironia prodotta
in laboratorio
L’ex direttore dell’Itc-Irst
STOCK: “VADO
A FARE RICERCA
IN ISRAELE”
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IL TRENTINO
di Marika Giovannini
D
opo quattro anni trascorsi alla
guida dell’Itc-Irst, a gennaio
Oliviero Stock ha lasciato la carica
di direttore del Centro. Nominato nel
settembre del 1997, Stock già da un
anno aveva comunicato al consiglio
di amministrazione dell’ITC di non
essere disponibile per un ulteriore
mandato triennale, ma di voler tornare a dedicarsi a tempo pieno alla
ricerca. Al suo posto, siede ora Luigia
Carlucci Aiello, studiosa e docente
di Intelligenza artificiale.
Originario di Trieste, una laurea
in matematica e un curriculum che
sfiora le trenta pagine, Stock torna
dunque alla sua prima passione: gli
studi sull’intelligenza artificiale, sull’elaborazione del linguaggio naturale, sui sistemi intelligenti multimediali e sull’interazione personaelaboratore. Gli stessi che, nel 1988,
lo avevano portato a Trento direttamente dal CNR di Roma. “Negli ultimi anni – spiega Stock – sono stato completamente assorbito dagli
impegni di direzione e ho dovuto lasciare in secondo piano i miei interessi. Ora sento il bisogno di dedicarmi di nuovo allo studio”. E proprio nell’ambito della ricerca si delineano i prossimi progetti di Stock.
In particolare, tra gli impegni segnati
in agenda, spicca un periodo di sviluppo dell’attività all’estero, in Israele, con date ancora da definire.
“L’Itc-Irst ha stipulato da un anno
una convenzione con l’Università di
Haifa – dice l’ex-direttore – e contiamo di consolidare questa collaborazione. Israele è un Paese dove la
ricerca è di prima qualità, con il più
alto numero di addetti in questo
campo sul totale della popolazione.
Basti pensare che il settore dell’high-tech copre il 70% dell’esportazione”. Ma Israele è anche uno Stato in
guerra, dove, negli ultimi mesi, si
combatte incessantemente. “Ora la
situazione è tragica, speriamo naturalmente che nel frattempo si torni a
parlare di pace”.
Idee chiare anche sui temi da
approfondire nei prossimi mesi. “Il
settore a cui mi dedicherò principalmente sarà lo sviluppo di interfacce
intelligenti basate sul linguaggio.
L’aspetto applicativo che mi sta più
a cuore è lo sviluppo di tecnologia
che assista un visitatore in un museo o in una città d’arte. I beni culturali sono la grande ricchezza dell’Italia: la tecnologia può aiutare a
utilizzarli come risorsa per l’approfondimento individuale. Un altro settore è l’introduzione nelle interfacce
di aspetti fortemente innovativi, inclusi quelli che generalmente non si
ritengono pertinenti ai computer: le
emozioni, ad esempio, o la produzione automatica di ironia”. Il computer che fa sorridere, insomma.
Del periodo trascorso alla guida
del Centro, Stock parla con orgoglio.
“In questi anni l’Istituto è diventato
un centro solido sulla mappa internazionale e ha dimostrato ottime
capacità nell’attrarre finanziamenti
di progetti europei. In quattro anni –
continua - abbiamo triplicato le entrate delle fonti esterne alla Provincia ed ora i finanziamenti provenienti da progetti europei o da contratti
industriali coprono circa il 60% dei
nostri costi diretti della ricerca”. Per
l’ex-direttore, questa è la soddisfazione più grande del lavoro svolto al
vertice. “Fa piacere vedere che l’ItcIrst è cresciuto come centro di ricerca bilanciato, in cui ciascun settore
è sufficientemente solido da riuscire
ad andare avanti sia da un punto di
vista scientifico che di prospettive
applicative”. Un rammarico, però,
rimane: “All’Istituto lo sviluppo della ricerca è spesso legato alle scadenze e ai risultati applicativi, ed è
sotto pressione. Penso che bisognerebbe equilibrare di più il carico di
ricerche commissionate e la ricerca
esplorativa. È un obiettivo che mi ero
prefisso, e che solo in parte è stato
raggiunto”.
Ricerca scientifica
Accordo fra Provincia di Trento e Università di Haifa
Alla fine di maggio una delegazione della Provincia,
guidata dal presidente Lorenzo Dellai, con l’assessore alla
ricerca Mauro Leveghi, il presidente dell’ITC-Irst Gianni
Bonvicini, il dirigente del Servizio Università e ricerca
della Provincia Fernando Guarino, e Oliviero Stock, ricercatore, già direttore dell’Irst, ha visitato alcuni tra i
maggiori centri di ricerca scientifica israeliani.
Un campo che vede Israele - ma anche, appunto il
Trentino - all’avanguardia rispetto a molte altre realtà.
Così, mentre si sta per firmare fra Italia e Israele uno
specifico accordo bilaterale in campo scientifico, la
nostra Provincia si posiziona nel quadro di quell’intesa già in modo strategico, avviando con l’università di
Haifa un importante accordo di collaborazione nel settore dell’high-tech. Il patto prevede importanti ricadute in alcuni tradizionali settori-chiave per il Trentino,
come ad esempio il turismo.
Ma è tutto il sistema della ricerca trentina ad essere
coinvolto in un proficuo scambio di esperienze e di proIL TRENTINO
fessionalità con Israele: in questo quadro si inseriscono
gli incontri che la delegazione trentina ha avuto, sempre ad Haifa, oltre che con i vertici della locale Università, anche, ad esempio, con il centro ricerche IBM, che
da pochi mesi è collocato in una nuovissima e
avveniristica sede sulle colline della città del nord d’Israele, a ridosso dell’Università. E da ultima, la visita al
Volcani Center di Bet Dagan, nell’immediata periferia
sud di Tel Aviv. Si tratta di un centro specializzato nella
ricerca scientifica applicata all’agricoltura, che ha già
avuto alcuni primi contatti con il nostro Istituto di San
Michele all’Adige, e che ora intende spingere più a fondo nella collaborazione con Trento, specie nel campo
della difesa delle piante mediante “antagonisti”.
Di particolare rilevanza anche, nel corso della trasferta, gli incontri che la delegazione ha avuto con il
mondo economico locale e con i rappresentanti delle
istituzioni israeliane.
Danilo Fenner
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