Krisztina Egerszegi
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Krisztina Egerszegi
La fidanzata d’Ungheria Krisztina Egerszegi, per alcuni la fidanzata di Ungheria per antonomasia. Tra le grandi stelle del nuoto internazionale, un posto di primo piano spetta senza ombra di dubbio alla straordinaria dorsista e campionessa magiara, fenomeno di precocità assoluta e talento purissimo che ha incantato le piscine di tante parti del mondo dalla fine degli anni ’80 sino al suo ritiro, all’indomani – o quasi – dei Giochi Olimpici del centenario, Atlanta 1996. Krisztina nasce a Budapest il 16 agosto del 1974 e inizia a nuotare alla tenera età di quattro anni presso le strutture del glorioso club Spartacus della capitale magiara. Ben presto i tecnici si rendono conto di essere dinanzi ad un talento provvisto di qualità fuori dal comune che avrebbero portato quella ragazzina ad entrare nel gotha di ogni tempo di questo sport, nonostante un riconoscimento mediatico mai pari alla qualità delle sue imprese, fatta eccezione per la fama e la popolarità di cui ha goduto e tuttora gode in patria. Laszlo Kiss, tecnico ungherese di buoni trascorsi, prende sotto la propria ala la piccola Krisztina quando questa ha soli 12 anni e non la lascerà più sino alla fine della sua carriera agonistica. Kiss era noto negli ambienti tecnici dell’epoca, dentro e fuori i confini dell’Ungheria, per il suo utilizzo di alcuni metodi innovativi: sua, ad esempio, fu l’idea di far nuotare la Egerszegi in una corsia più stretta rispetto a quelle canoniche al fine di migliorare il movimento del braccio e la rotazione della spalla. La Egerszegi fece la sua prima apparizione sulla ribalta internazionale nel lontano 1987, in occasione della rassegna europea assoluta di Strasburgo. La 13enne Egerszegi, una bimba anche nel fisico, rimase a secco di medaglie ma ciò non di meno riuscì a guadagnare l’accesso ad entrambe le finali del dorso. Seoul 1988: il topolino e le valchirie Il 1988 rappresenta un anno importante nella carriera della fidanzata d’Ungheria e pure nella storia del nuoto internazionale. Il topolino Egerszegi – così affettuosamente denominata dai giornalisti locali in ragione del fatto che eger in lingua magiara significa appunto topo – si presenta ai Giochi Olimpici di Seoul alla ricerca di un risultato importante; la gara dei 100 dorso le consegna una prestigiosa medaglia d’argento, alle spalle della sola Kristin Otto, regina dei Giochi coreani, una sorta di Phelps dell’epoca capace di conquistare ben 6 medaglie d’oro su altrettante gare disputate. La Egerszegi chiude lontana dalla valchiria di Lipsia, ma per un solo centesimo riesce a tenere a bada l’altra tedesca orientale Cornelia Sirch. L’impresa si sostanzia qualche giorno più tardi: la piccola ungherese domina la finale della doppia distanza, chiudendo la propria fatica in 2.09.29, primato europeo che sfiora l’allora record mondiale detenuto dalla statunitense Betsy Mitchell. La Egerszegi, a soli 14 anni, diviene in tal modo la più giovane atleta in grado di vincere una medaglia d’oro olimpica in una gara individuale, non solo nel nuoto ma anche in qualsiasi altra disciplina. Di quel giorno rimane impressa nella memoria di molti l’immagine della piccola Krisztina che sconta importanti centimetri nell’impari confronto con la statura delle possenti tedesche orientali Zimmermann e Sirch che le fanno da damigelle d’onore sul secondo e terzo gradino del podio a cinque cerchi. Fonti attendibili – il CIO – ricordano come la piccola magiara scontasse pure un deficit di quasi 19 chili rispetto alle valchirie, un differenziale a base di soli muscoli, per quanto artificiali potessero essere nella loro origine e alchimia. Foto 1: la 14enne Egerszegi nel giro d’onore dopo la cerimonia di premiazione dei 200 dorso, gara che la incorona più giovane oro olimpico individuale della storia I Giochi di Seoul lanciano la Egerszegi nel firmamento del nuoto internazionale, seppure molti rimangano dubbiosi sulle possibilità reali di dare un seguito a tale impresa. Le tante conferme di una stella L’anno seguente Krisztina è impegnata a Bonn nei Campionati Europei e qui si materializza l’ultimo scontro con le virago della allora Germania Est, nazione che si sarebbe dissolta di lì a pochi mesi dopo la caduta del regime socialista. La 15enne Egerszegi subisce il confronto con le stelle della squadra DDR ma ritorna comunque a casa con tre medaglie d’argento, conquistate sui 100 e 200 dorso – alle spalle di una Kristin Otto in chiusura di carriera e della emergente Dagmar Hase – mentre sui 400 misti, distanza che pure le darà grandi soddisfazioni in carriera, si inchina alla sola Daniela Hunger, vice-campionessa olimpica in carica della specialità. La prima rassegna iridata cui la Egerszegi prende parte è Perth 1991; a quella data la Germania Est è scomparsa dalle carte geografiche e analogo destino tocca a molte delle atlete che – in modo poco pulito – avevano dominato il nuoto internazionale negli anni precedenti. Krisztina si presenta in Australia con ottime credenziali e domina i 100 dorso ai danni della connazionale Tunde Szabo e dell’americana Janie Wagstaff. A seguire, la poco più che 16enne Krisztina domina la doppia distanza e migliora il proprio primato continentale scendendo a 2.09.15. E’ l’estate del 1991 e Atene ospita i Campionati Europei di nuoto: qui la Egerszegi si esprime al top, mai in carriera – nonostante i molti altri allori che seguiranno – la magiara sarà capace di proporre risultati altrettanto straordinari sotto il profilo cronometrico. E’ il 22 agosto e nella finale dei 100 dorso Krisztina fissa in 1.00.31 il record mondiale della distanza, migliorando di tre decimi circa il precedente limite ottenuto da una meteora o quasi, la tedesca est Ina Kleber a Mosca nel 1984, in occasione della contro-Olimpiade organizzata dai Paesi appartenenti al blocco sovietico. In realtà, impresa ancor più grande si ha qualche giorno dopo: nelle batterie dei 200 dorso, la Egerszegi nuota il record europeo in 2.08.74 e manca di soli 14 centesimi l’annoso mondiale dell’americana Mitchell. In finale, Krisztina si produce in una performance fantastica, che la proietta nel futuro: alla fine della sua fatica, il cronometro stampa un clamoroso 2.06.62, che ad oggi – 16 anni più tardi - rimane ancora primato mondiale della distanza. La magiara ritorna in patria acclamata quale eroina nazionale e da regina assoluta dell’Europeo, in cui conquista anche il titolo dei 400 misti in 4.39.78. Foto 2: la Egerszegi mostra alcuni dei tanti allori raccolti sul palcoscenico internazionale Tali risultati fruttano a Krisztina il prestigioso riconoscimento di nuotatrice dell’anno da parte della rivista americana Swimming World, una sorta di Bibbia del nuoto internazionale. Un particolare tecnico, poi, sul quale non ci siamo sin qui soffermati riguarda l’introduzione di una importante modifica nel regolamento che disciplina le virate del dorso. A partire dal 1991, infatti, la Federazione Internazionale stabilisce che l’atleta non è più tenuto a toccare con la mano il muro e la Egerszegi si dimostra particolarmente abile e rapida nel recepire tale direttiva, diventando in poco tempo un autentico punto di riferimento al riguardo anche per le altre atlete top. I Giochi di Seoul avevano rivelato la Egerszegi agli occhi del mondo e la piccola magiara, da quasi perfetta sconosciuta, era balzata agli onori delle cronache internazionali, sportive e non. L’Olimpiade di Barcellona rappresenta il luogo della conferma di una stella che ha pochi eguali nella storia del nuoto: al termine di una gara alquanto serrata e incerta sino alla fine, la Egerszegi apre il programma olimpico con un alloro nella distanza dei 400 misti, in cui respinge la minaccia cinese – allora potenza emergente – rappresentata da Lin Li, iridata in carica della distanza, e l’americana Summer Sanders. Krisztina chiude in 4.36.54 e sfiora il record mondiale – 4.36.10 – della ex valchiria Petra Schneider, atleta che per propria ammissione era stata capace di raggiungere una simile performance solo in virtù di un massiccio aiuto chimico. A questo punto, il dorso rappresenta quasi una formalità e così è: la Egerszegi domina i 100 in 1.00.68, record olimpico, ai danni della connazionale Szabo ma è nei 200 metri che incanta il pubblico riunito presso le piscine Picornell. Nelle batterie del mattino, la magiara nuota già sul piede di 2.07 e in finale chiude in 2.07.06, tempo che rimane ad oggi il primato olimpico della distanza e la seconda prestazione di sempre. Grazie a questi successi, il topolino di Budapest diviene la quarta atleta capace di conquistare almeno 3 ori individuali nella stessa edizione dei Giochi, dopo le americane Debbie Meyer e Janet Evans e la valchiria Kristin Otto. Roma 1994: una battuta d’arresto Agli inizi degli anni ’90 Krisztina Egerszegi è senza dubbio il miglior talento natatorio al femminile in circolazione. La sua fama in patria è ormai alle stelle e per tutti è la fidanzata d’Ungheria. Nel 1993 la Egerszegi prende parte all’Europeo di Sheffield e prosegue nella propria serie di successi con un’escalation che non sembra poter conoscere alcuna battuta di arresto. Quell’edizione della rassegna continentale è passata agli annali quale palcoscenico che lanciò – definitivamente – la stella della allora 15enne Franziska Van Almsick, un fenomeno anche mediatico mai visto nella storia di questo sport. Nonostante la bella e giovane tedesca raccolga le attenzioni di tutti – e non del solo pubblico maschile – la Egerszegi fa suo un bottino di ben quattro medaglie d’oro: senza storia le gare del dorso, la magiara aggiunge in saccoccia gli ori dei 400 misti e pure dei 200 delfino, distanza che non aveva mai disputato ad alto livello in una rassegna internazionale. I mondiali di Roma del 1994 rappresentano un momento buio nella storia del nuoto femminile: la squadra cinese – le cui atlete sono letteralmente sformate a causa dell’abuso di sostanze dopanti – domina la rassegna iridata in modo imbarazzante richiamando alla memoria i successi, non poi così lontani nel tempo, delle valchirie targate DDR. Chi scrive ricorda ancora le dichiarazioni di un allenatore cinese, il quale raccontò ai microfoni dei giornalisti la ragione del successo delle proprie atlete: si allenavano con i maschi e come i maschi. In realtà, di lì a pochi mesi molte di loro – ricordiamo la colossale mistista Guohong Dai tra le altre – furono squalificate per doping e l’onda gialla rientrò entro i propri limiti. Krisztina Egerszegi pagò dazio nei confronti della cinese di turno, tal Cihong He, che le tolse nella prima frazione della staffetta mista il record dei 100 metri (1.00.16) e la strapazzò nella finale della doppia distanza (2.07.40 contro 2.09.10), nella quale la nostra Lorenza Vigarani raccolse uno splendido bronzo. A 20 anni, secondo alcuni, la carriera della magiara aveva imboccato la parabola discendente e l’avvento della Cina era solo il colpo di grazia alle pretese di ulteriori allori internazionali. In realtà, le cose non andarono proprio così: agli Europei di Vienna del 1995, in cui Franziska Van Almsick recita ancora il ruolo di stella e regina indiscussa, la Egerszegi ritorna a dominare il dorso con riscontri non lontani dai propri migliori (2.07.24 nei 200 metri) e raccoglie pure il titolo dei 400 misti, il terzo di seguito, in 4.40.33. La sua grande frazione a dorso, unita alla rana dell’emergente Agnes Kovacs, porta la staffetta mista ungherese sul secondo gradino del podio alle spalle della inarrivabile Germania e completa l’impegno di Krisztina nella capitale austriaca. I Giochi del Centenario: la leggenda si completa Atlanta 1996: a soli 22 anni, Krisztina Egerszegi dichiara che dopo i Giochi del Centenario metterà fine alla propria carriera. Non prima, però, di aver iscritto il proprio nome – in modo definitivo – nella storia dello sport e non solo del nuoto. La magiara raccoglie nei 200 dorso il terzo alloro olimpico consecutivo e uguaglia la mitica australiana Dawn Fraser, la sola capace di conquistare la prima piazza per tre edizioni filate dei Giochi i (1956-60-64), segnatamente nei 100 stile libero. Non solo: la magiara diviene pure la prima atleta nella storia di questo sport in grado di raccogliere cinque allori a cinque cerchi in sole gare individuali, mentre il differenziale tra il suo crono (2.07.83) e quello della seconda classificata, l’americana Hedgepeth (2.11.92) rappresenta il più ampio mai registrato in una finale olimpica. Foto 3: una bella foto di Krisztina Egerszegi negli anni della maturità I Giochi di Atlanta, in realtà, si erano aperti con una grossa delusione per la Egerszegi: nella finale dei 400 misti, infatti, la fidanzata di Ungheria dovette accontentarsi della terza piazza, alle spalle della irlandese Michelle Smith-De Bruin e dell’americana Wagner. Il doping, purtroppo, è stato un brutto rivale per la campionessa magiara lungo tutto l’arco della sua carriera: dapprima le tedesche est, poi le cinesi, infine una Michelle Smith che con l’aiuto di una muscolatura sospetta raccoglie tre ori e un bronzo ad Atlanta, salvo poi essere radiata dalle competizioni un anno più tardi dopo essere stata scoperta a manipolare le provette raccolte dopo un controllo a sorpresa. Particolare, poi, non di poco conto la Egerszegi non prese parte ai 100 dorso, salvo poi nuotare nella frazione di apertura della staffetta mista un crono (1.01.15) migliore di quello che era valso la medaglia d’oro all’americana Botsford nella prova individuale. Del resto, i se e i ma non hanno mai fatto la storia e tale rinuncia non toglie nulla al valore e al prestigio della carriera della campionessa ungherese. La vita fuori dalle piscine Dopo il ritiro, Krisztina ha aperto un ristorante ad Erd, ai limiti dell’area metropolitana di Budapest ed il nome del locale è Egerljuk (la tana del topo). Dal matrimonio con Adam Vigassi (membro del team ungherese in una edizione del Camel Trophy) sono nati già tre bellissimi bimbi. Secondo alcuni, la discrezione e timidezza ha un po’ inficiato la stella di Krisztina Egerszegi, la quale – dal punto di vista tecnico e dei risultati – rimane una delle più grandi atlete, se non la più grande, del nuoto internazionale negli ultimi 20 anni, nonostante altre campionesse, magari meno vincenti, abbiano goduto di maggiore fama e notorietà grazie ad una migliore e più attenta cura della propria immagine pubblica. L’allora presidente del CIO, Juan Antonio Samaranch, ha assegnato nel 2001 a Krisztina Egerszegi la massima onorificenza olimpica e di li a poco è seguito anche l’ingresso nella International Swimming Hall of Fame di Fort Lauderdale. Da ultimo, NPI vanta una stretta amicizia con Krisztina e la sua famiglia. Federico Ferraro [email protected]