antonella mosetti

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antonella mosetti
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sanitarie
dal mondo
Marilab
Trimestrale di informazione medico-scientifica_anno V_n. 3_ luglio/settembre 2009_ distribuzione gratuita
PERIODICO DI SALUTE E BENESSERE
ENDOCRINOLOGIA
Tra gli insonni
più cardiopatici
e diabetici
PSICOLOGIA
Estate, stagione
dei “bollenti spiriti”
PREVENZIONE
Un nuovo Pap Test
per diagnosi
più precise e precoci
A TU PER TU CON
ANTONELLA MOSETTI
“La salute è anche un atteggiamento ottimistico”
3
Sommario
luglio/settembre09
Dica 33 - Il personaggio
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ANTONELLA MOSETTI
“La salute è anche
un atteggiamento ottimistico”
di Chiara Albi
Mali di stagione
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Se l’ammollo t’ammala
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Estate:
stagione dei bollenti spiriti
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Trombosi in agguato
se volare è low cost
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Temperature elevate,
minzione rovente
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Dai, fatti un goccio, così
scappiamo dalla realtà
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La prevenzione... dopo tutto
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PSA, campanello d’allarme
che può suonare a vuoto
Novità salutari
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29
Più diabetici e cardiopatici
se insonni
Dalla pietra l’energia originaria
della terra
Anno V - numero 3 - luglio/settembre 2009
Direzione - Redazione
Intornoalsegno srl - Voc. Le 5 Torri, 2/21
Fraz. Rosceto - 06059 Todi (PG)
Tel. 075 8870055
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Direttore responsabile
Luca Marino
Comitato scientifico
Luca Marino, Andrea Fabbri, Mario Pascone,
Federica Razzi, Domenico Alberti
Progetto grafico
Intornoalsegno srl - Todi (PG)
Stampa
Miligraf srl - Formello (RM)
La salute vien mangiando
VIVENDI è una rivista trimestrale a carattere
medico-scientifico edita da: Marilab srl
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Viaggio nel Mediterraneo
con i sapori del RistoMa?!
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La magia della sazietà
per dimagrire
Marketing e pubblicità
c/o Marilab srl - rif. Francesca Boldrini
Tel. 06 56195237 - Fax 06 56195254
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Cristina Lucarelli - 335 8715700
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Il Pap Test si fa più sottile
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Un viaggio... indimenticabile
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Vela, prima regola la prudenza
A quattro zampe
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Il calcetto dei
disastri muscolari
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Se le vene soffrono, lasciate
stare la racchetta e il cavallo
Rubriche
VIVENDI viene distribuita gratuitamente.
25
Info Marilab
PER CONTATTARE LA REDAZIONE DI VIVENDI,
POTETE INVIARE UNA MAIL ALL’INDIRIZZO:
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Filo diretto
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Bene a sapersi
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Celiachia, quando la stagione
è meno ghiotta
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L’estate “torrida”
inizia a tavola
Fido annusa, guarda,
esplora e cammina per te
La riproduzione e la ristampa, anche parziali, di articoli e immagini
del giornale sono formalmente vietate senza la debita autorizzazione
dell’editore. L’Editore è a disposizione di tutti gli eventuali proprietari
dei diritti sulle immagini riprodotte, nel caso non si fosse riusciti a
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Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 423 del 19.10.2005
Finito di stampare nel mese di LUGLIO 2009
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[email protected]
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Editoriale
a cura di Luca Marino
Viaggiare, mangiare, dormire, balneare, gioire, amare. No, non è una nuova versione del famosissimo brano di Claudio Cecchetto. È, più semplicemente, l’inno
all’estate, la stagione che ispira il benessere ed il piacere. Sarà per le belle giornate, sarà per le immancabili ferie o le vacanze scolastiche, sarà per i viaggi ma
l’estate è l’emblema della felicità di stare in salute.
Ovviamente non è così per tutti. E non è detto che, al contrario, la bella stagione
con le attività ad essa collegate non possano comportare pericoli per il nostro
organismo. La buccia di banana è dietro l’angolo, sia in campo dermatologico
che in quello psicologico, che in quello dietetico o sportivo. E i nostri esperti ce
lo ricordano con consigli ed avvertenze preziosissimi per passare le vacanze in
tutta serenità.
La salute, però, non è solo una condizione fisica ma anche uno stato dello spirito.
Se ne dichiara certa Antonella Mosetti che in questo numero prende per mano i
nostri lettori e racconta il suo privato. Rivelandosi una persona vera, schietta e
sincera come poche nel rutilante mondo dello showbiz.
Se l’estate costituisce per la stragrande maggioranza di noi un momento di riposo, questo non accade per Marilab. Nel centro sanitario, infatti, si lavora non solo
per assicurare continuità assistenziale ma anche per lanciare le ultime novità
scientifiche. È il caso del Pap Test di ultimissima generazione attraverso il quale la
ricerca del papilloma virus HPV è più precisa e precoce: uno strumento importantissimo nella lotta al carcinoma dell’utero. In un’epoca nella quale, ne parliamo
polemicamente a pag. 31, la prevenzione sembra l’ultima preoccupazione nel
governo della sanità pubblica.
di Chiara Albi
VIVENDI
6
I
di Chiara Albi
“Chirurgia estetica?
Sì, grazie: non mi
sono mai pentita”
A tu per tu con la 34enne
romana che ha fatto parte
della squadra di bellissime
del Bagaglino
o ipocondriaca?... Di più!
Un grande sorriso si stampa sul volto
della nostra testimonial estiva quando
tentiamo di sondare il terreno sul suo
rapporto con la salute. Antonella Mosetti
conferma l’impressione che di lei abbiamo
avuto osservandola al lavoro sul piccolo
schermo: è solare e sfacciatamente sincera, tanto da non nascondere le sue paure
immotivate.
“Lo confesso… – racconta - Sono una di
quelle che si faceva prendere da mille pensieri e turbe mentali alla prima occasione.
Con la maternità, poi, quella sensazione si
è anche amplificata. Ora… sto cercando di
smettere! Anche perché inizio a sentirmi
ridicola; ho sempre fatto sport e goduto di
ottima salute, quindi non ha senso che mi
preoccupi dell’inverosimile. Fortuna che
con mia figlia sono tutto l’opposto!”.
Già, perché Antonella ha una figlia di tredici anni con la quale ha una grande complicità e tenta di mantenere il massimo
equilibrio su ogni discorso. “Proibire in
maniera categorica alcune cose ai figli è
controproducente – spiega - come essere
totalmente comprensivi: ci vuole una giusta via di mezzo, solo così possiamo sperare di essere dei buoni genitori e di prevenire comportamenti spiacevoli”.
Insomma, mai più angoscia da malattia?
Assolutamente no. Va bene la prevenzione, va bene l’attenzione ai sintomi ma…
soltanto se comprovati dalla diagnosi del
dottore. I malati immaginari, che magari si
attaccano alla prima medicina che capita
per sentirsi meglio, sono quanto di meno
salutare si possa pensare.
Quindi la Mosetti dice no alle medicine?
Dico sì solo se prescritte da un medico, e
per un buon motivo. Non sono solita curare i piccoli fastidi con i farmaci pubblicizzati dalla televisione. Ricorro alle cure
solo quando ne ho strettamente bisogno.
Dato che ho sempre praticato sport, mi è
capitato di effettuare alcuni accertamenti
per dolori muscolari. Controlli fatti in clinica dopo i quali mi hanno prescritto delle
punture di Muscoril, ma niente di più.
perché, come dicevo prima, ho la fortuna
di non dover ricorrere spesso alle medicine. In ogni caso, non ho mai subito il fascino dei rimedi alternativi.
Favorevole o contraria alla medicina
estetica?
Assolutamente favorevole. Non ne ho mai
fatto mistero, ho rifatto il seno. Non ho mai
avuto un decoltè florido e dopo l’allattamento la situazione è peggiorata. Così mi
sono fatta coraggio, perché avevo paura
DICA 33 - IL PERSONAGGIO
Antonella Mosetti:
“Nella vita ci vuole
equilibrio, vera fonte
di benessere”
7
VIVENDI
DICA 33 - IL PERSONAGGIO
“Ho detto stop all’ipocondria:
la salute è anche ottimismo”
La sanità privata è la sua prima scelta?
Più o meno, ma soltanto per motivi di privacy, per me e per il mio fidanzato (Aldo
Montano ndr.). Anzi, devo ammettere che
apprezzo molto le strutture pubbliche.
Per un motivo o per un altro i miei nonni
entrano ed escono dagli ospedali e sono
sempre stati assistiti da personale altamente qualificato.
Crede nell’omeopatia?
Non ne ho mai sentito il bisogno anche
dell’anestesia, ma al risveglio sono stata
contentissima. Non mi sono mai pentita,
al contrario.
Può dare un consiglio alle tante ragazze
che pensano al ritocco del chirurgo in
giovane età?
Aspettare, sicuramente. Non bisogna bruciare le tappe ma attendere i cambiamenti
del proprio corpo per poi decidere, in tutta
serenità e con i consigli di un esperto, quale può essere una soluzione alternativa.
Siamo nel pieno della stagione estiva,
come si protegge dai raggi solari?
Di solito arrivo all’appuntamento con il
sole piuttosto preparata. Non ho la carnagione molto chiara e cerco di fare poche
lampade durante l’anno per mantenere
la pelle abbronzata. Con un ottimo scrub
(massaggio esfoliante ndr.) mantengo
l’idratazione ed evito la formazione di
macchie solari. Il discorso è diverso per
mia figlia, che è la classica bionda dagli
occhi chiari. Per lei ho sempre utilizzato la
protezione totale da quando era piccola.
Adesso siamo passate ad un fattore 20.
Per concludere, sappiamo che è una
grande frequentatrice del litorale romano, dove tra l’altro si mangia benissimo…
Come no! In famiglia siamo cresciuti tutti
a Fregene ma anche il Lido non scherza in
fatto di buona tavola… Da piccola andavo
sempre da Peppino a Mare. Ora che Peppino non c’è più mi sono un pò allontanata,
anche se un pranzo in riva al mare… è senza ombra di dubbio una piacevole fonte di
benessere.
Dopo un’esperienza da modella e una parte nel film “Le donne non vogliono più”, Antonella Mosetti viene scelta nel 1993 da
Gianni Boncompagni per il programma “Non è la Rai”, di cui fa parte fino al 1995 e del quale diventa una delle ragazze più
inquadrate, facendo coppia fissa con Ilaria Galassi. Nel 1997 recita nella fiction “Mamma per caso”, accanto a Raffaella Carrà,
tornando in tv due anni dopo con il programma televisivo “Ciao Darwin” nel ruolo di prima ballerina.
Nel frattempo ottiene una piccola parte nel film di Carlo Verdone “C’era un cinese in coma”e nel 2000 è co-protagonista in un
altro set, “Castellinaria”. Nell’estate 2001 affianca Mike Bongiorno nella conduzione di “Paperissima Sprint” su Canale 5. A settembre lascia Mediaset per approdare in Rai, dove prende parte al programma calcistico domenicale “Quelli che... il calcio”.
Nella stagione successiva presenta “Casa Raiuno” insieme a Massimo Giletti e posa per il suo primo calendario senza veli,
autoprodotto ed ambientato a Sharm-el-Sheik con foto di Angelo Gigli. Nel 2004 conduce anche “La domenica del villaggio” e
l’anno dopo comincia la sua esperienza come conduttrice del “Sipario” del Tg4, chiamata da Emilio Fede.
Nell’autunno del 2005 posa insieme ad altre 12 showgirl per il calendario “Woman for Planet 2006”, realizzato dal fotografo
Enrico Ricciardi e venduto in allegato alla rivista “Lifestyle GOO”.
Nell’edizione 2006/2007 viene scelta come capitana delle schedine, le ballerine di “Quelli che... il calcio”. Nella stessa stagione
presenta il “Festival di Castrocaro” su Raiuno. È la protagonista del “Calendario For Men 2007” con scatti di Settimio Benedusi.
Tra gli altri impegni, è modella per Valentino, Gattinoni e Fendissime. Nel 2009 entra a far parte della compagnia del “Bagaglino”, in sostituzione di Aida Yespica, con altre 3 primedonne. È ora legata sentimentalmente ad Aldo Montano.
DICA 33 - IL PERSONAGGIO
Torniamo a sua figlia. Ha detto di essere
una mamma equilibrata: né permissiva,
né repressiva. Ha mai affrontato con
sua figlia il discorso del sesso?
Sì, lo scorso anno, quand’era in prima media, e anche in questo caso ho cercato di
parlarle come potrebbe fare una sorella,
con molta sincerità. Certo, mi aiuta il fatto che non sia ancora diventata signorina,
ma sa che quando arriverà il momento saprà con chi confidarsi.
Sulle punte…
della televisione
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Colpo della Strega o Lombosciatalgia: con questo termine si intende un
dolore acuto localizzato lungo il decorso e le zone di distribuzione del nervo sciatico, poste precisamente sulla fascia posteriore della coscia con rami
collaterali ai muscoli flessori della coscia stessa. I dolori sono quasi sempre
conseguenza di movimenti inopportuni, sforzi dovuti al sollevamento di
oggetti troppo pesanti oppure disfunzioni congenite o procurate della colonna vertebrale. In molti casi essi sono causati dall’ernia al disco. I dolori,
provocati da una pressione sul nervo, sono lancinanti e pungenti e partono
dalla regione lombare per irradiarsi alla coscia, al polpaccio e fino al piede.
Mastoplastica additiva: la mastoplastica additiva è un intervento di chirurgia plastica volgarmente
chiamata anche ingrandimento del seno, uno degli interventi estetici più richiesti dalle adolescenti insieme alla liposuzione. Consiste nell’inserzione di protesi mammarie, costituite da un involucro
di silicone. Il contenuto della protesi può variare: attualmente vengono utilizzate protesi contenenti
un gel coesivo di silicone, le più utilizzate, per via della difficoltosa fuoriuscita
di materiale nel tessuto, o in alternativa una soluzione fisiologica di acqua
salina. Queste ultime contengono una soluzione fisiologica molto simile alla
composizione dei liquidi del corpo umano.
glossario
VIVENDI
VIVENDI
8
Come fa a mantenersi così in forma?
Siamo una famiglia di sportivi! Io e Aldo
non perdiamo mai l’allenamento. Da piccola ho praticato per molto tempo il pattinaggio artistico alternandolo alla danza
classica e moderna. Ora vado in palestra e
mantengo un’alimentazione equilibrata,
che significa non privarmi mai di nessun
tipo di cibo, privilegiando prodotti genuini: pomodoro, olio extravergine di oliva,
etc.. Sono una grande consumatrice di
frutta e verdura ed ho educato in questa
direzione anche la mia bimba.
glossario
DICA 33 - IL PERSONAGGIO
Direi che sarebbe ottimale attendere i
22/23 anni. Allo stesso modo, credo che
non bisognerebbe fare ritocchi importanti in età matura. Si corre il rischio di esagerare.
VIVENDI
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D
etergere significa lavare via
dalla pelle lo sporco, di origine esterna o interna. Il primo
è dovuto alla contaminazione
ambientale, il secondo è rappresentato
dal velo di cellule morte che si forma in
superficie a causa del processo di rinnovo
cellulare e dalle secrezioni sebacee. Se la
detersione è troppo aggressiva, il rischio
è di asportare, con lo sporco, il film idrolipidico che costituisce la naturale barriera
di protezione della pelle. La cute risulta
allora irritabile, permeabile ed esposta alle
infezioni di germi e degli agenti chimici
esterni.
Un effetto troppo “sgrassante” provocherebbe infatti un tipico effetto rebound
(rimbalzo) scatenando prima una secchezza eccessiva e poi una iperproduzione di
sebo nelle ore successive. Inoltre l’acqua
che esce dai nostri rubinetti è spesso cari-
ca di depositi calcarei non necessariamente nocivi per la salute, ma comunque non
idonei alla pelle. Insomma, lavarsi sì, ma
senza esagerare, e soprattutto prestando
attenzione a tre fattori chiave: frequenza
e durata delle abluzioni, scelta del detergente. Fondamentale per la salute della
pelle è anche il tempo di permanenza in
acqua. Docce troppo lunghe, o peggio bagni con ammollo prolungato, magari con
l’aggravante di un’elevata temperatura
dell’acqua e di abbondante bagnoschiuma, mettono a dura prova le naturali difese
dell’epidermide. Il meccanismo? Il tessuto
cutaneo si imbeve d’acqua e la pelle appare “spugnosa” segnata dalle tipiche grinze.
Al momento di asciugarsi poi quest’acqua
evapora velocemente, causando microlesioni alle cellule cutanee e secchezza della
pelle. La soluzione? Invece di lunghi bagni,
regalatevi brevi e veloci docce.
La corretta detersione è alla base della bellezza e della salute in particolare della pelle del viso. Non ci si lava solo per eliminare
lo sporco e gli odori, ma anche e soprattutto per conservare la pelle nelle migliori
condizioni di equilibrio. Anche il trucco
contribuisce a soffocare la cute, se non eliminato accuratamente tutte le sere. Spesso ci si lava il viso troppo o troppo poco ed
Dr. Josè Maria Lops
Dermatologo
un lavaggio effettuato con sola acqua può
essere insufficiente a rimuovere detriti di
sebo, sudore e cellule morte.
Quanto ai detergenti, saponi, syndet (i
cosidetti “saponi-non-saponi”) e bagnoschiuma, sono tutti prodotti che come
principio lavante adottano tensioattivi di
sintesi, sostanze capaci di frantumare in
goccioline minutissime il velo di grasso
ed impurità che si è depositato sulla pelle.
L’acqua, poi, provvede a rimuoverle.
Il classico sapone di marsiglia ottenuto
trattando l’olio di oliva con la soda, è ot-
timo per una cute normale, mentre può
essere troppo aggressivo in presenza di
patologie (es: acne, eczema, etc.) rimuovendo oltre allo “sporco”, anche i lipidi naturali epidermici, che rappresentano una
difesa della pelle.
Infine, dopo ogni bagno ricordate sempre di applicare una crema idratante per
riequilibrare lo strato lipidico dell’epidermide. Un ultimo aspetto da prendere in
considerazione nella scelta del detergente è quello di evitare tra gli ingredienti la
presenza dei derivati del petrolio (presenti
oramai in gran parte dei detergenti convenzionali), utili per far assumere al liquido elevata capacità schiumogena, buona
consistenza, delicata profumazione, ma
irritanti per gli occhi e la pelle.
Ma l’aspetto sicuramente più allarmante è
l’utilizzo di sostanze come: il Polyquaternium-7, il Tetrasodium Edta, i Parfum e
altri vari composti chimici che grazie alla
proprietà di aumentare la capacità d’assorbimento dell’epidermide, facilitano la penetrazione di eventuali sostanze nocive.
Anche se negli spot pubblicitari di questi
prodotti viene vantata la proprietà di rendere la pelle più morbida, in realtà questi
detergenti non contengono nessun ingrediente idratante. Quello che accade è che
grazie alla presenza di polimeri sintetici,
sulla pelle si forma una sorta di pellicola
che dà un’impressione di morbidezza, ma
si tratta appunto solo di una sensazione.
MALI DI STAGIONE
In estate aumenta l’esigenza di lavarsi ma
attenzione alla scelta del detergente e alla durata
delle abluzioni. La pelle ne potrebbe soffrire
11
VIVENDI
MALI DI STAGIONE
Se l’ammollo t’ammala
VIVENDI
12
sensi, se non siamo solo animali biologici,
bisogna cominciare a responsabilizzarsi e
imparare ad avvicinarsi al sesso con una
forma di altissima prudenza e rispetto. Il
sesso e l’amore hanno bisogno di un ordine psicologico, di una conoscenza pratica
e matura della propria sessualità.
Oltre alla dimensione biologica c’è anche
la dimensione psicologica e spirituale
della sessualità. È la dimensione dell’erotismo e della grazia che quasi sembra
scomparsa dalla nostra cultura ma pos-
L
’
estate, tempo di amori, di flirt, di
scappatelle. Ma davvero l’estate
è la stagione dell’amore? O è solo
un luogo comune? Da un punto
di vista biologico gli studi hanno dimostrato che in estate aumenta la sessualità
perché le ore di luce vanno a stimolare la
corteccia cerebrale e i centri ipotalamici
deputati alla riproduzione. Inoltre, nella
bella stagione fioriscono piante il cui odore inebria l’aria e stimola gli amori (zagare,
gelsomini, giacinti e fiori di ippocastano).
Anche il corpo con l’innalzamento della
temperatura emana sostanze chiamate
ferormoni che sono i segnali chimici di
comunicazione sociale tra individui della
stessa specie; nell’uomo superano la sfera cosciente e sensoriale raggiungendo
il subconscio e la memoria genetica. Visivamente poi siamo stimolati dai corpi
che si scoprono e mostrano le loro forme
sollecitando il sistema nervoso parasimpatico per cui vengono attivati i recettori
presenti nelle cosiddette zone “erogene”
nell’uomo e nella donna. Così, con l’aprirsi
della natura anche la sessualità - vissuta
spesso di sfuggita e incastrata da impegni
di lavoro e routine - si risveglia e le vacanze sono attese come il momento per lasciarsi andare a comportamenti più liberi
e trasgressivi.
Le ricerche sugli amori estivi realizzate da
Demoskopea Organon Italia confermano che per il 63% degli italiani aumenta
sensibilmente l’attività sessuale, cresce
la voglia di fare nuovi incontri, di vivere
la sessualità come un gioco. Molti partono per i cosiddetti paradisi del sesso.
Comportamenti e aspettative sempre più
frequenti che vedono il sesso ridotto alla
sola dimensione biologica, non sempre
vissuto e gestito in modo sano.
C’è ancora la convinzione che
usare il sesso spesso, con leggerezza e superficialità sia sinonimo di prestigio e anticonformismo. Soprattutto i giovani
credono che fare sesso significhi essere adulti esattamente
come si sentono adulti quando
MALI DI STAGIONE
Estate:
stagione dei
bollenti spiriti
siamo averne un’idea rileggendo alcuni
passi de Il Cantico dei Cantici: a viverla è
il corpo ma c’è una realtà più grande che
lo abbraccia come se tutta la Vita amasse
in quel momento tutta la persona. Non è
una questione di corpo, di genitali o di età
ma di intelligenza e di coscienza.
La sessualità va gestita attraverso la costruzione della personalità, guadagnandosi la propria maturità. Il vero sesso è un
piacere che si merita e non è gratuito.
Dr.ssa Maria Giulia Minichetti
13
Psicologa, psicoterapeuta
C.T.U Tribunale Civile di Roma
Sociologa della comunicazione,
formatore e libera docente
in psicologia e comunicazione
fumano una sigaretta o bevono alcool.
Invece c’è molta immaturità non solo nei
giovani ma anche negli adulti tanto che la
maggioranza fa sesso seguendo solo un
copione. La voglia di sesso scatta spesso
come una necessità nella testa ma non ha
alcuna corrispondenza nell’organismo e
nell’emozione tanto che la persona si limita a fare una ginnastica fisica mettendo
in frustrazione la sua sensibilità. Molti casi
di impotenza maschile dipendono infatti
proprio dal fatto che si ha un esigenza di
sesso mentale ma manca la verità del corpo; verità che non sappiamo più ascoltare. La sessualità e l’erotismo male investiti
alla fine sono una falsità contro se stessi
e contro l’altro che possono portare fino
alla malattia, alla depressione. Nel sesso ci
si impegna a presa diretta personalità con
personalità e non bisogna scherzarci. Allora, se è vero che in estate c’è il risveglio dei
VIVENDI
MALI DI STAGIONE
Più sole e più voglia.
Per molti, però, soddisfare il desiderio
è poco più che una ginnastica.
Attenzione che non sia
una falsità verso se stessi
CASTELLI CARNI
CARNI NOSTRANE
CARNI DI PRIMA QUALITÀ
Cibi già preparati pronti da cuocere
(arrosto, spiedini, cotolette etc.)
Via Orazio dello Sbirro, 10
00121 LIDO DI OSTIA (RM) - Tel. 06 5673028
VIVENDI
14
S
ono poche, oggigiorno, le persone che non conoscono la malattia
celiaca o che non hanno qualche
amico, parente o conoscente affetto da questa non rarissima intolleranza alimentare. La malattia celiaca, o intolleranza
al glutine, è una malattia di vecchia conoscenza ma con una metodologia diagnostica giovane, nel senso che prima si pensava
colpisse soprattutto i giovani mentre oggi
sappiamo che si manifesta spesso nei soggetti adulti e viene anche riscontrata nei
settantenni.
È una malattia a forte componente genetica, nel senso che si trasmette ereditariamente, ed è legata all’effetto tossico di alcune componenti del glutine (gliadina,
glutamina e prolina) sulla mucosa dell’intestino.
Il glutine è la sostanza che rende l’impasto
appiccicoso e permette la panificazione; esso si trova nel grano, nella segale e nell’orzo
e in concentrazioni minori nell’avena, mentre le sopracitate frazioni tossiche non si ritrovano nel granturco, miglio o riso.
Queste proteine tossiche si legano a recettori presenti sulle cellule intestinali e provo-
li intestinali ed al conseguente malassorbimento di molte sostanze nutritizie.
Da un punto di vista sintomatologico la celiachia generalmente si presenta con lievi
dolori addomimali post-prandiali, diarrea e
perdita di peso. Spesso è presente un’anemia sideropenica (cioè da carenza di assorbimento di ferro), astenia, e talvolta, nelle giovani donne, anche assenza delle mestruazioni; sono frequenti anche afte ed ulcerazioni della lingua e della mucosa della
cavità orale.
Alla diagnosi si arriva facilmente, basta infatti eseguire la ricerca nel sangue degli anticorpi specifici (Anti-Gliadina, Anti-Endomisio e
Anti-Transglutaminasi).
Peraltro esistono in commercio e quindi si trovano in farmacia degli autotest per la celiachia (cioè
test eseguibili da soli, a
casa) per la ricerca di anticorpi anti-transglutaminasi (che sono i più specifici). In caso di positività, bisogna eseguire una
Dr. Marco Emilio Bazuro
UOC Gastroenterologia
Ospedale S. Eugenio
gastroscopia con prelievi bioptici nel duodeno per documentare il grado di atrofia
dei villi intestinali. Se la diagnosi della celiachia è relativamente semplice lo stesso non
si può dire della terapia che rappresenta il
vero punto dolente della malattia. Infatti la
terapia della celiachia, al momento, è solo
dietetica ed in teoria relativamente facile: il
paziente deve semplicemente evitare tutti i
prodotti con il glutine e cioè grano, segale,
orzo, ed in parte l’avena (pur essendo meno
tossica). La realtà invece è che la dieta senza
glutine è difficile perché i moderni processi
di preparazione industriale prevedono l’aggiunta di glutine come additivo in molti alimenti in commercio.
di Federica Razzi
Dietoterapista
L
a fama dei cibi afrodisiaci si è tramandata fino ai giorni nostri ma la
lista degli alimenti si è parzialmente modificata e diciamo
anche allungata rispetto alle credenze
medievali.
Gli alimenti e le ricette afrodisiache costituiscono un esempio di come si possa abbinare il piacere della gola a quello del sesso, ma a volte i cibi e le ricette non bastano.
Non è un caso che i precetti più efficaci
consiglino anche una sana attività fisica e
la riduzione delle abitudini negative quali
alcool e fumo.
Inoltre al momento di consumare i cibi, l’atmosfera dovrebbe essere adeguata, magari con luce soffusa e candele che emanano
profumi esotici, la tavola possibilmente
imbandita con dei fiori ed in sottofondo
non dovrebbe mancare la musica adatta.
Ma vediamo quali sono gli alimenti attualmente ritenuti afrodisiaci: nell’ordine di
importanza vanno citate le ostriche, i lampascioni, la rucola, i crostacei, le banane, le
rane, il parmigiano, le uova, le fave, la polenta e il peperoncino.
La movida “torrida”
inizia a tavola
Al contrario sembrano
avere effetto controproducente e quindi “anafrodisiaco” la lattuga, il cetriolo,
le bevande alcoliche ed il caffè.
La CNN ha condotto un’indagine su quelle che sono le sostanze afrodisiache più
vendute al mondo ed ecco quale è stato il
risultato della ricerca. Intramontabile è la
radice di Ginseng, usata da millenni dagli
anziani cinesi con risultati incredibili. Nutrirsi di questa “miracolosa” radice, infatti,
determina un maggior afflusso di sangue
nel pene (l’estratto di radice stimola direttamente il rilascio della sostanza chimica
da parte dell’organismo).
Meno conosciuta ma altrettanto efficace è
la corteccia di Yohimbine, utilizzata dagli
africani per stimolare l’erezione. I principi attivi di questa pianta incrementano la
pressione sanguigna e agiscono sul cervello stimolando il senso di benessere. In Europa è possibile acquistarla solo con ricetta
medica. Infine ci sono le erbe per problemi
lievi perché meno efficaci, come il Ginko
Biloba e la L-Arginina.
Il primo stimola la memoria e l’attività sessuale anche nelle donne che soffrono di
calo del desiderio o che hanno difficoltà
a raggiungere l’orgasmo. Il secondo è un
aminoacido presente in molti cibi (si trova
in latte, carne, uova, germe di grano, farina
di grano, cioccolato, formaggio, noci, mandorle, noccioline, semi di zucca, pesci) che
stimola la produzione dell’ossido nitrico
proprio come il Viagra.
BENE A SAPERSI
Miti e leggende da sfatare
sull’efficacia dei cibi
afrodisiaci che solo
in qualche caso
hanno il loro effetto.
L’importanza di una vita sana
Celiachia, quando la stagione
è meno ghiotta
La dieta rigorosa costringe molti pazienti
a disertare occasioni di festa e di amicizia.
Come aiutarli? Basta mangiare “celiaco” con loro,
cano una reazione autoimmune da parte
non è controindicato
dell’organismo che porta all’atrofia dei vil-
zione (molti si vergognano e preferiscono
non andare a cena fuori con gli amici) ed
anche perché bastano pochi “sgarri” alimentari per vanificare mesi di attenzione
dietetica, provocare nuovamente l’infiammazione dell’intestino e ritornare al punto
di partenza. Mangiare “celiaco” non è controindicato nei soggetti sani e potrebbe
essere un’occasione per gli amici quella di
provare quel tipo di cucina per riavvicinarsi a chi ne soffre.
15
VIVENDI
BENE A SAPERSI
Per fortuna attualmente l’industria alimentare è stata sensibilizzata al problema
della celiachia e produce numerose linee
alimentari prive di glutine; inoltre esistono
numerose associazioni ed organizzazioni
che forniscono informazioni nonché elenchi di alimenti, ricette, liste di supermercati, ristoranti e pizzerie che cucinano anche
per celiaci. Questo è un problema molto
sentito dai giovani che pagano la loro condizione di celiaci con una scarsa socializza-
trazione di ossigeno) e la ridotta pressione
dell’aria innescano meccanismi biochimici
complessi che accentuano la stasi e determinano uno stato di ipercoagulabilità del
sangue.
A ciò si aggiunge la disidratazione, conseguenza del ridotto apporto di liquidi e della
contemporanea perdita di fluidi attraverso la perspiratio nell’ambiente secco della
cabina. La disidratazione, accentuata dalla
eventuale assunzione di alcoolici, comporta emoconcentrazione ed incremento della
viscosità ematica, che a loro volta aumentano il rischio trombotico.
L’insorgenza di trombosi venosa però non
è legata solamente a questi fattori che interessano tutti i viaggiatori. La trombosi
venosa dipende anche da fattori personali
come condizioni di ipercoagulabilità del
sangue o lesioni delle vene. Questi fattori
variano molto da soggetto a soggetto e ciò
spiega perché, fortunatamente, la trombosi venosa non colpisce tutti i viaggiatori ma
solo circa lo 0,16% di loro.
L’età avanzata, l’obesità, le malattie cardiache, le terapie ormonali, precedenti trombosi venose, recenti interventi chirurgici,
le malattie neoplastiche ed il fumo sono
DETTI E CONTRADDETTI
I
l rischio di trombosi venosa è maggiore dopo lunghi viaggi aerei. Quindi viene chiamata “Long-Flight Thrombosis”
o Sindrome della Classe Economica.
L’aumento del rischio trombotico è dovuto
alla concomitanza di particolari condizioni
sfavorevoli a carico della circolazione venosa degli arti inferiori che si vengono a creare durante il volo aereo .
Il sangue ritorna dalla periferia (in questo
caso, dalle gambe) al cuore grazie agli atti
respiratori (che lo “aspirano”) ed alla contrazione dei muscoli delle gambe (che lo
“spingono”, “pompa muscolare”). L’assenza
di contrazioni muscolari ritmiche dei muscoli del polpaccio ed i ridotti movimenti
respiratori causati dalla lunga permanenza
in poltrone di piccole dimensioni, determinano in tutti i viaggiatori un sensibile
rallentamento del flusso. E il rallentamento
del ritorno ematico rappresenta un momento fondamentale per l’insorgenza della
trombosi venosa.
Altro elemento specifico che aumenta il
rischio di trombosi venosa in tutti i passeggeri durante i lunghi viaggi aerei sono
le condizioni climatiche all’interno della
cabina: la ipossia relativa (ridotta concen-
17
Dr. Alberto Caggiati
Specialista in Chirurgia vascolare
Professore associato
Università La Sapienza
condizioni che aumentano in modo significativo il rischio individuale di sviluppare
trombosi venosa. Importantissimo il rischio
aggiuntivo se il viaggiatore è affetto da
trombofilia, ossia da una condizione genetica che predispone alla insorgenza di
trombosi venosa.
Per ridurre il rischio della “Economy Class Syndrome” dovrebbero essere prese alcune semplici misure di precauzione: frequenti esercizi di
mobilizzazione e di stretching degli arti, piccole camminate, frequenti
cambi di posizione e, se possibile, l’allungamento degli arti inferiori. Evitare di accavallare le gambe.
Per combattere la emoconcentrazione è consigliabile l’assunzione regolare di bevande non alcoliche (almeno un litro per ogni 5 ore di volo).
I pazienti con fattori di rischio trombotico dovrebbero usare calze elastocompressive per incrementare la velocità del flusso ematico di ritorno al cuore, ridurre l’edema e quindi il
rischio trombotico.
Per i soggetti a maggior rischio
(insufficienza venosa cronica, malattie croniche o neoplastiche, o
accertate condizioni di aumentato rischio trombotico) è stata
suggerita la profilassi farmacologica con eparina a basso peso molecolare (una iniezione sottocutanea). Non sono tuttavia
disponibili studi che
avvalorino l’efficacia di tale presidio.
17
VIVENDI
MALI DI STAGIONE
VIVENDI
16
Problemi e rischi per le condizioni
di immobilizzazione di lunga durata
seduti in aereo. È l’effetto
della sindrome da classe economica
Trombosi
in agguato
se volare
è low cost
VIVENDI
18
Il calcetto dei
disastri muscolari
Temperature elevate,
minzione rovente
L
e forme infettive dell’apparato urinario sono causate dalla colonizzazione batterica delle vie urinarie
(cavità renali, ureteri, vescica) e
possono avere origini molto diverse, presentare complessi corredi sintomatologici
e condurre in qualche caso a conseguenze
serie. Le forme più frequenti sono rappresentate dall’infezione della parete vescicale, dando luogo alla cosiddetta cistite la cui
sintomatologia è in genere costituita dal
bruciore minzionale, dal dolore addominale nella zona sovrapubica, dall’aumento della frequenza, dall’impellenza dello
stimolo con difficoltà a trattenere le urine.
In alcuni casi, nelle cistiti emorragiche, è
presente una certa quantità di sangue nelle urine. Tale quadro può essere occasionalmente accompagnato da stato febbrile,
con temperature che possono raggiungere valori elevati.
Le urine sono normalmente sterili, ma grazie alla presenza di alcuni componenti possono diventare un ottimo terreno di coltura per germi patogeni; esistono inoltre
delle condizioni predisponenti in grado di
favorire la colonizzazione batterica, come
le malformazioni dell’apparato urinario, o
come quelle patologie che comportano il
ristagno di urine nella vescica spesso secondarie a ipertrofia prostatica nell’uomo
o a prolasso vescicale nella donna. Il raggiungimento delle vie urinarie da parte dei
batteri avviene in genere per via ematogena, ossia trasportati dal flusso sanguigno,
Dr. Roberto Curcuruto
Dr. Raniero Parascani
o per via retrograda, passando attraverso
l’uretra. Quest’ultima situazione è molto
comune nelle donne a causa delle caratteristiche anatomiche dell’uretra, il canale
che porta le urine dalla vescica all’esterno,
che nel sesso femminile è molto più corta
rispetto agli uomini e presenta meno resistenze alle aggressioni retrograde.
Esistono poi altri fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di contrarre infezioni urinarie, quali il diabete, che
comporta spesso la presenza di glucosio
nelle urine rendendole “appetibili” alla
flora batterica, la presenza di calcoli, nel
cui contesto è spesso possibile rinvenire
microorganismi, la presenza di batteri a
livello genitale che con i rapporti sessuali
possono penetrare attraverso l’uretra, gli
stati di disidratazione dovuti ad insufficiente apporto di liquidi o ad eccessiva perdita,
come avviene nei mesi più caldi o durante
l’attività fisica intensa. In quest’ultimo caso,
che dal punto di vista epidemiologico è
una delle cause più frequenti, le urine risultano molto più concentrate del normale, rendendo maggiore la disponibilità di
substrati nutritivi per le colonie batteriche
così da favorirne l’azione patogena.
Come in tante altre patologie, la prevenzione riveste un ruolo fondamentale per
limitare l’insorgenza di infezioni a carico
delle vie urinarie. Con l’avvento dell’estate, e quindi delle alte temperature, la perdita di liquidi causata dalla sudorazione
può avere un impatto molto importante
Urologo
sulla composizione chimico-fisica delle
urine, rendendole, come già accennato,
più adatte ad eventuali colonizzazioni
batteriche. È dunque un’ottima abitudine
quella di assumere adeguate quantità di
liquidi (almeno 3 litri al giorno), soprattutto sotto forma di normale acqua, in modo
da diminuire la concentrazione urinaria di
substrati energetici.
La terapia, somministrata sotto controllo medico, è mirata all’eliminazione della
carica batterica mediante l’impiego di antibiotici, normalmente fluorochinolonici,
per i quali è spesso necessaria una sola
somministrazione per avere la risoluzione
del quadro clinico. In casi più rari, soprattutto se sostenuti da complicanze o in presenza di altri fattori quali quelli accennati
in precedenza, è necessario seguire uno
schema terapeutico più lungo.
I
Specialista in Medicina
dello Sport
Dir. Tecnico Reparto
Fisioterapia Marilab Center
l giocatore corre sulla fascia, controlla
la palla, una finta per saltare un avversario, fa uno scatto e pochi metri
dopo si ferma, alza un braccio come
a chiedere una pausa, una smorfia sul viso
ed una mano sulla coscia proprio sotto il
gluteo. Il gesto è eloquente, il medico lascia la panchina e raggiunge il ragazzo,
uno sguardo tra i due e la diagnosi è fatta.
Lesione muscolare.
Nella pratica clinica di situazioni simili a
questa ne vediamo molte. Sempre più
frequentemente i traumi a carico dei muscoli o dei tendini affollano gli ambulatori di medicina fisica e di riabilitazione.
Le cause che nel tempo hanno generato questo incremento sono da ricercare
nell’aumento del numero di praticanti discipline sportive e nella ricerca esasperata
della prestazione. Dobbiamo comunque
distinguere l’atleta agonista che spesso
estremizza il gesto creando sovraccarico
e stress sull’apparato muscolare, dal soggetto che improvvisa una performance,
magari dopo anni di inattività, commettendo errori tecnici o che semplicemente
in modo inadeguato sfrutta le sue risorse
fisiche ormai impigrite.
Mentre in genere l’agonista è seguito da
un’equipe medica che limita al massimo
le conseguenze del trauma, nella mag-
gioranza dei casi gli amatori, soprattutto
quando la lesione risulta di piccola entità
tendono a evitare il controllo medico, magari rassicurati dall’amico che prima di lui
è passato per lo stesso incidente. Proprio
questo atteggiamento attendista e superficiale può causare, soprattutto nei meno
giovani, lesioni che tendono a cronicizzare o destinate a diventare più gravi nel
giro di poco.
Spesso osserviamo giocatori professionisti che al minimo accenno di dolore
chiedono il cambio, uscendo dal campo
sollevando da terra l’arto leso. In realtà
nella maggioranza dei casi si tratta di un
piccolo stiramento, o di una lieve contrattura che se gestita tempestivamente permette loro di riprendere l’attività in pochi
giorni. Questo consono comportamento
dovrebbe illuminare quello più attendista
dei non agonisti, i quali, invece “giocandoci sopra” esasperano il danno.
Da questa analisi emergono tre semplici
considerazioni, riferite soprattutto alla
massa di “atleti” occasionali, i quali debbono sempre ricordare che:
1) tutte le volte che si affronta un impegno motorio importante rispetto al nostro
quotidiano, si deve avere una adeguata
preparazione fisica.
2) La prestazione va sempre gestita riscaldando preventivamente ed adeguatamente i muscoli per poi ricorrere ad esercizi di
allungamento e defaticamento dopo aver
terminato lo sforzo.
3) In caso si avvertano dei sintomi significativi per lesione muscolare occorre fermarsi e farsi visitare da uno specialista.
Non prendersi cura in modo adeguato del
proprio corpo, facilita la possibilità di incorrere in eventi avversi; ritardare diagnosi
ed eventuali cure mette a rischio la qualità
della guarigione oltre che allungare i tempi di recupero.
MALI DI STAGIONE
Attenzione alla voglia di sfida
scapoli-ammogliati:
in chi non è allenato l’infrazione
ai quadricipiti ed ai glutei
è un rischio sempre più diffuso.
I consigli dello specialista
19
VIVENDI
MALI DI STAGIONE
Con la stagione estiva
la perdita di liquidi causata
dalla sudorazione può
avere un impatto molto
importante sulla
composizione chimico-fisica
delle urine, rendendole
più adatte a colonizzazioni
batteriche. È la cistite
Recrudescenza della scabbia
che può essere lo sgradevole
“souvenir” di una vacanza
all’estero.
Come si scopre e come si cura
Per andare per mare
come preparazione fisica
è sufficiente una buona
resistenza generale.
E saper evitare i guai
di Josè Maria Lops
VIVENDI
20
L
a scabbia è una malattia infettiva
contagiosa che colpisce la pelle
ed è provocata da un parassita
(Sarcoptes Scabiei), un acaro invisibile ad occhio nudo, che scava cunicoli
sotto la cute umana, dove depone le sue
uova, da cui in alcuni giorni si sviluppano i
parassiti adulti.
La scabbia è endemica in tutto il mondo e
colpisce tutte le razze e le persone di tutti
i livelli socio-economici, senza distinzione
di età o sesso. Rara fino a trenta-quaranta
anni fa, è divenuta ovunque nuovamente
frequente. I motivi delle periodiche ricorrenze non sono noti, mentre sono noti alcuni fattori che ne favoriscono la diffusione, spesso in modo indipendente fra loro.
Questi fattori sono costituiti dallo scarso livello igienico, dalla promiscuità, dai viaggi
internazionali.
Il sintomo principale della scabbia è il prurito, che inizia dopo un periodo variabile
da 2 a 6 settimane dal contatto con l’acaro.
Il prurito aumenta di intensità durante la
notte, in quanto il calore del letto incrementa l’attività degli acari.
Sulla cute compaiono lesioni di vario tipo,
come papule (piccole chiazze rosse in rilievo), vescicole e lesioni lineari, corrispondenti ai cunicoli scavati dall’acaro. Le zone
più frequentemente colpite sono: gli spazi
fra le dita delle mani e dei piedi, i polsi, i
gomiti, le ascelle, le regioni sottomammarie, l’addome, i genitali maschili e le natiche. Si trasmette per contatto con la cute
della persona affetta e/o con la biancheria
del letto e gli indumenti contaminati.
La cura consiste nell’applicazione sulla cute di farmaci antiparassitari: sono in commercio
prodotti sotto forma di lozione
o crema, da usare secondo prescrizione
medica. È fondamentale, qualunque sia
il prodotto prescelto, praticare il bagno o
la doccia prima di ogni applicazione e so-
stituire la biancheria personale e del letto
dopo ogni applicazione. La persistenza del
prurito dopo la fine del trattamento è per
lo più dovuta a fenomeni irritativi, pertanto se si è venuti a contatto con una persona affetta da scabbia è necessario:
· effettuare il trattamento preventivo consigliato dal medico, dopo il bagno o la
doccia;
· sostituire la biancheria personale, le lenzuola, le federe e gli asciugamani dopo
ogni applicazione;
· lavare la biancheria in lavatrice a temperatura superiore ai 60° C.
Dr. Mario Pascone
Medico Sportivo
C
ome ogni estate anche quest’anno una schiera di ragazzini, giovani ed adulti si riverseranno
nei numerosi circoli velici sparsi
su tutte le coste italiane per partecipare
alla famigerata ed attesissima scuola di
vela estiva. Che la seguano per una stagione intera, per un mese o anche per una
sola settimana, il loro imperativo è unico:
imparare ad andare a vela divertendosi
e facendo molte nuove amicizie. La vela
è uno sport praticabile per molti anni in
forma non agonistica e con una scelta opportuna del tipo di imbarcazione.
Il diportista, che esce in acqua nei fine settimana o durante le vacanze con il tempo
buono e venti di media entità, ha bisogno
soltanto di una buona resistenza generale
alla fatica e di un discreto tono muscolare
più o meno come altri sport della domenica. La regata e la crociera impegnative
richiedono invece una preparazione ben
maggiore dato che l’individuo deve essere allenato a condizioni di tempo duro e
ad una permanenza in mare prolungata.
La vela agonistica è sì uno sport di destrezza, come viene generalmente definito, ma anche soprattutto un’attività in cui
le capacità condizionali (forza, resistenza,
velocità) contribuiscono in maniera notevole al raggiungimento della prestazione.
Vela,
prima regola
la prudenza
Lo sport velico può essere praticato dagli
8-10 anni di età (a bordo dell’Optimist, imbarcazione scuola per antonomasia, che
possiede un’attrezzatura notevolmente
ridotta, i ragazzi apprendono con facilità
i fondamentali della vela in tutta tranquillità e sicurezza) fino ad età avanzata. Purchè lo si affronti con una adeguata preparazione psico-fisica
di base, una corretta tecnica, ma soprattutto con una
giusta dose di prudenza, ovvero nella
costante capacità
di valutare oggettivamente il proprio
stato fisico in rapporto alle condizioni atmosferiche
e alle proprie capacità tecniche. Tutto
questo in modo da
non trovarsi mai in
situazioni impreviste o incontrollabili
e quindi causa di
eventi patologici.
Solo così questo sport, per le sue peculiari
caratteristiche, potrà dare ai suoi praticanti, nel confronto tra le loro capacità e
le realtà che li circonda, sensazioni fisiche
e psichiche indicibili legate all’armonia e
alla totale integrazione del corpo con le
forme della natura.
21
VIVENDI
MALI DI STAGIONE
Un viaggio… indimenticabile
MALI DI STAGIONE
Dermatologo
S
VIVENDI
22
Una nuova tecnologia per la ricerca dell’HPV
consente diagnosi più precise e precoci nel rischio
di insorgenza del tumore del collo dell’utero
L
a diffusione del PAP TEST ha ridotto significativamente la mortalità
per cancro cervicale; oggi esistono nuove tecnologie per renderlo più efficace e sicuro come il Thin Prep
(Pap Test su strato sottile). II Thin Prep
- Pap Test è l’unico metodo di citologia
approvato dall’FDA statunitense come
“significativamente più efficace rispetto
al tradizionale pap striscio cervicale”. II
test così concepito aumenta la sensibilità
della diagnosi precoce; inoltre, dallo stesso campione, possono essere eseguiti ulteriori approfondimenti diagnostici, quali
quelli per l’HPV, responsabile del 97% dei
tumori del collo dell’utero. L’HPV è un infezione virale molto comune con la quale
la maggior parte delle donne viene a contatto in un certo momento della vita. Se le
anomalie cellulari vengono rilevate precocemente il trattamento ha successo nel
100% dei casi. II test dell’HPV, proprio perchè è in grado di evidenziare il virus prima
che si sia sviluppato un tumore, consente
di identificare con grande anticipo i casi a
rischio e garantisce una prevenzione otti-
male. II test è raccomandato in particolare
alle donne tra i 25 e i 64 anni di età. A tutte
le età invece, come ricordano le maggiori
società scientifiche del settore, compresa
la Società Italiana di Colposcopia (SICPCV),
il test HPV è indicato per chiarire in particolare l’esito di un Pap Test dubbio. Alcuni
sottotipi di HPV hanno maggiori probabilità di causare il cancro cervicale; questi
sottotipi possono essere determinati dal
Thin Prep campione. La combinazione di
Thin Prep e Dna Pap garantisce il 99,9%
di correre un rischio quasi nullo di avere o
di sviluppare un tumore del collo dell’utero. A differenza del Pap Test tradizionale,
dove solo una parte delle cellule prelevate
viene strisciata su vetrino, con il Thin Prep
Pap Test tutti i tipi di cellule della cervice
sono presenti in quantità adeguate, aumentando la qualità del vetrino. Nel Thin
Prep, una volta effettuato il prelievo, il medico competente sospende le cellule in un
flacone contenente un liquido conservante anzichè strisciarle su vetrino. II flacone
viene poi inviato in laboratorio, dove un
apposito strumento allestisce il campione
eliminando i materiali interferenti (cellule
infiammatorie, batteri, sangue). Le cellule
sono trasferite su un vetrino in monostrato (strato sottile). Idealmente il momento
migliore per eseguire un Thin Prep è due
settimane dopo la fine del flusso mestruale.
Dr.ssa Maria Loredana
Frassanito
Fabiano Ceccarelli
Biologo, Direttore Tecnico
Marilab Center,
Responsabile Lab. H.A.C.C.P.
Chef
Donne in post-menopausa possono eseguire il loro esame in qualsiasi momento
nel corso del mese. Ricerche cliniche su
migliaia di donne hanno dimostrato che il
Thin Prep aumenta l’identificazione delle
cellule precancerose.
I POSSIBILI RISULTATI DEL TEST SONO:
• nessuna lesione intraepiteliale neoplastica;
• lesione benigna o reattivo ripartiva delle cellule;
• cellule squamose atipiche di significato
incerto (ASCUS). Cellule anomale che non
sono chiaramente pre-cancerose. Campioni di Thin Prep - Pap Test con ASCUS
sono poi analizzati per individuare la presenza di sottotipi di HPV;
• alto rischio sottotipi HPV. Le donne con
ASCUS e alto rischio HPV richiedono una
più stretta valutazione;
• basso rischio sottotipi di HPV. Non si ha
in questo caso una progressione verso i
tumori del collo dell’utero;
• cellule ghiandolari atipiche di incerto
significato (AGCUS);
• basso grado lesione intraepiteliale
squamosa (LGSIL);
• HGSIL: lesioni intraepiteliali squamosa
di alto grado (lesioni precancerose);
• carcinoma.
23
Tentazioni per il palato dallo chef Fabiano Ceccarelli che rilancia e valorizza
il pescato in un trionfo di freschezza e di sensazioni positive
SPAGHETTI
MARE PURO
TAGLIOLINI
FASOLARI E RIBES
Ingredienti:
SPAGHETTI
GAMBERI ROSSI
SCAMPI
SPIGOLA
FASOLARI
SALMONE
GOCCE DI LIMONE
OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA q.b.
SALE E PEPE BIANCO
Ingredienti:
TAGLIOLINI
RIBES
FASOLARI
AGLIO
PREZZEMOLO FRESCO
VINO BIANCO
OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA q.b.
Cuocere la pasta al dente, scolare
e condire con tutti gli ingredienti a
crudo. Servire sul piatto e decorare
a piacere.
Far aprire i fasolari in padella con
aglio olio e vino bianco. Cuocere la
pasta al dente, scolare e farla saltare insieme ai fasolari aggiungendo il
ribes.
MEDAGLIONI DI ASTICE
CON FUNGHI PORCINI
AL PROFUMO DI TIMO
E CROSTONI DI PANE
Ingredienti:
ASTICE
FUNGHI PORCINI
TIMO
CROSTONE DI PANE
OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA q.b.
AGLIO
Ricavare dei medaglioni dall’astice
precedentemente cotto e intercalarlo su un piatto da portata con i funghi porcini saltati con aglio e timo e
crostoni di pane. Decorare con un rametto di timo fresco e olio a crudo.
VIVENDI
NOVITÀ SALUTARI
Il Pap Test si fa più sottile
Viaggio nel Mediterraneo
con i sapori del RistoMa?!
LA SALUTE VIEN MANGIANDO
apore d’estate fa rima con sapore di mare. Non tanto una
rima baciata quanto, invece, il gusto di sposare la voglia di
vacanza e di piaceri all’aria aperta con il fresco gusto del
pesce e dei crostacei.
Fabiano Ceccarelli, chef del RistoMa?! di Ostia, ci tenta con alcune
sue ricette, stimolando il palato e la curiosità. Un percorso nella cucina creativa ancorata alla solida tradizione mediterranea che vale
la pena di esplorare.
Se le vene
soffrono,
lasciate stare
la racchetta
e il cavallo
Marilab
ULTIME NOVITÀ IN CASA MARILAB
VIVENDI
24
Per chi ha problemi di circolazione, invece, sono indicati gli sport
che “massaggiano” dolcemente le vene: nuoto, golf e cicloturismo
A
lcuni sport aiutano la circolazione venosa, mentre altri, pur
attivandola, favoriscono picchi
di ipertensione e sbalzi di pressione non salutari, specie in presenza di
iniziale insufficienza venosa.
Gli sport consigliati sono quelli che permettono un armonico e progressivo allenamento muscolare ed eventualmente
sfruttano gli elementi naturali (come l’acqua, un suolo morbido, l’aria pura, etc).
raggiungendo progressivamente il massimo rendimento. Il nuoto in particolare trasforma l’attività sportiva in un massaggio
naturale.
Altra caratteristica dello sport, per favorire
la circolazione venosa degli arti inferiori,
deve essere caratterizzata da movimenti
ritmici della caviglia con appoggio plantare completo, contrazioni muscolari dinamiche del polpaccio, accompagnati da
respirazione regolare e profonda.
Durante l’attività sportiva aumenta la
portata cardiaca ed il flusso di tutta la circolazione del corpo. Le vene reagiscono
attivandosi: vasodilatazione ed aumento
del tono venoso. Migliora l’ossigenazione
dei tessuti perchè tutti i più piccoli capillari vengono messi in moto. L’esercizio
prolungato provoca la turgescenza delle
vene superficiali, tipiche degli atleti di alto
livello. Queste vene sono “normali”, ma
nei pazienti predisposti possono essere indotte ad una dilatazione eccessiva (specie
nelle gambe).
Gli sport utili alle vene comprendono la
marcia e tutte le discipline ad essa associate (come il golf o lo jogging) preferibilmente su terreni morbidi e con l’uso di
suole elastiche.
Si possono consigliare anche lo sci di fondo, il nuoto (molto indicato poichè si associa l’esercizio armonico del corpo alla
assenza di peso in acqua ed al contemporaneo massaggio esercitato dallo spostamento dell’acqua stessa), la bicicletta
su percorsi non troppo impegnativi e, in
alternativa, la cyclette.
Gli sport sconsigliati: le strutture venose
soffrono molto di più delle brusche contrazioni muscolari che della mitica forza di
gravità. Perciò gli sport controindicati sono
quelli che provocano forti compressioni
addominali (sollevamento di pesi, canottaggio) e brusche contrazioni muscolari (il
tennis, la pallavolo, il calcio). Questi sport
non devono essere considerati “nocivi” in
assoluto, sono solo possibilmente dannosi
se eseguiti in maniera esagerata e senza
allenamento.
Lo sci alpino è sconsigliabile perchè il ritorno venoso è sfavorito dall’azione costrittiva sul piede e sulla gamba esercitata dagli
scarponi e dalla posizione semi-eretta degli
arti inferiori.
Il tennis, soprattutto su superfici dure, perchè gli arresti bruschi e gli sforzi muscolari
brevi ed intensi possono accentuare il danno valvolare delle pareti venose.
L’equitazione, perchè danneggia soprattutto le vene safene interne, quando il cavaliere comprime gli arti inferiori sui fianchi del
cavallo.
Una particolare attenzione va posta alle
esigenze del piede, che rappresenta un
fondamentale meccanismo di stabilità, movimento e propulsione circolatoria mediante calzature anatomiche e, in qualche caso,
personalizzate, anche nei soggetti normali.
In presenza di alterazioni della struttura
plantare la correzione è indispensabile nella vita quotidiana e soprattutto durante le
pratiche sportive.
Il piede è un insieme complesso di ossa,
tendini, muscoli aponevrosi, vasi e nervi dai
quali ha inizio il passo e la spinta circolatoria venosa e linfatica.
FARESANITÀ PER UNA SALUTE A TUTTO CAMPO
In questo periodico che tratta di sanità e benessere non potevamo non salutare la nascita di Faresanità, associazione che annovera tra i suoi fondatori il Dott. Luca Marino e che si prefigge di poter costituire un vero e
proprio canale di comunicazione tra politica e mondo sanitario in tutte le sue espressioni.
L’associazione è aperta a tutti gli operatori del settore e come finalità principale si prefigge quella
di creare un tavolo tecnico atto ad elaborare proposte volte al miglioramento del complesso sistema che regola il SSN. Tra le ipotesi in fase di studio ad esempio quella di trovare le modalità per
garantire la cosiddetta continuità assistenziale tramite la realizzazione di unità territoriali complesse che con la sinergia tra medici di medicina generale e centri diagnostici possano fungere da
unità di cura primaria e fornire assistenza alla cittadinanza 24 ore su 24.
PREVENZIONE AL FEMMINILE - THIN PREP
Tra le neoplasie che colpiscono gli individui di sesso femminile, il carcinoma della cervice rappresenta una
delle forme più comuni, ma è anche vero che la sua diagnosi precoce consente di ridurre drasticamente
l’indice di mortalità.
A partire dalla sua introduzione, intorno agli anni 40, il Pap Test è stato infatti in grado di ridurre del 70% la mortalità per tumore
maligno, come testimoniano numerosissimi studi. Il Thin Prep rappresenta l’evoluzione del pap test, migliorandone in modo
significativo l’efficacia e fornendo una risposta diagnostica molto più accurata (almeno 10 volte superiore). L’esecuzione del
Thin Prep non richiede una preparazione particolare, si raccomanda unicamente alla paziente di adottare gli stessi accorgimenti
previsti in caso di preparazione al Pap Test (astensione dai rapporti sessuali nelle 24h precedenti l’esame, evitare i primi giorni del
ciclo, evitare di usare lavande, creme o candelette vaginali nelle 24/48 precedenti il test).
Per appuntamenti o ulteriori richieste di informazione sulla metodica Thin Prep contatta la nostra infoline 06 561951
REIKI, SI RIPRENDE A SETTEMBRE
Si informa la gentile clientela che durante i mesi di luglio e agosto saranno momentaneamente
sospesi i trattamenti Reiki presso il Marilab Center.
Per ottenere informazioni sul Reiki o in particolare sul programma dei trattamenti (a partire da
settembre), si prega di contattare la Sig.ra Ilaria Ziccarelli al 06 56195258, dal lunedì al venerdì e
nel seguente orario: 12.00 -13.00.
INFO MARILAB
MALI DI STAGIONE
Specialista in Chirurgia vascolare
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25
VIVENDI
di Alberto Caggiati
È finalmente arrivato presso il Marilab Center di Via Zambrini ad Ostia il nuovo tomografo assiale computerizzato
volumetrico tridimensionale.
La sua tecnologia altamente innovativa consente il miglioramento della qualità delle immagini e conseguentemente l’analisi diagnostica. Infatti, la maggiore velocità migliora la risoluzione temporale
in quanto l’acquisizione risente molto meno dei movimenti involontari del paziente permettendo
contestualmente l’analisi di organi in movimento. Sta inoltre riscuotendo successo l’iniziativa delle
ecografie in gravidanza on line pubblicizzata nello scorso numero di Vivendi. Presso il Marilab Center
di Via Zambrini infatti è stata realizzata un’apposita sala d’attesa privata dove i familiari della gestante
potranno osservare “in diretta” su un monitor al plasma l’esame ecografico che si svolge in uno studio
adiacente. Per info o prenotazioni si prega di contattare la nostra infoline 06 561951.
VIVENDI
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F
umano, bevono e consumano
droghe quasi regolarmente; gli
adolescenti di oggi adottano
sempre più precocemente comportamenti a rischio. Ciò che preoccupa
maggiormente sono i dati rilevati circa il
consumo e l’abuso di alcool, in particolare birra. A undici anni il 12% dei ragazzi
beve alcolici almeno una volta alla settimana; a quindici anni la percentuale sale
al 37%: la più alta d’Europa. L’incremento
maggiore si osserva tra le ragazze. La guida in stato d’ebbrezza è la prima causa di
morte della popolazione giovanile europea (ISTAT 2001).
Nei giovani in età puberale e adolescen-
Preoccupante escalation tra i giovani nell’abuso di alcool.
Le conseguenze: brucia le cellule nervose
che non possono rigenerarsi, consuma il fegato
e può condurre all’impotenza
ziale l’abuso di alcool ha conseguenze
molto più gravi e durature rispetto agli
adulti perché interferisce con i processi
di maturazione dei sistemi cerebrali ostacolandone la capacità di apprendimento.
L’alcool brucia le cellule nervose che non
possono rigenerarsi, consuma il fegato e
può condurre all’impotenza; questo accade anche se l’assunzione è casuale o se
si concentra “solo” nella sbronza di fine
settimana.
Oggi l’abitudine di bere alcool riguarda
giovani che sono ben integrati; vanno a
scuola regolarmente anche con buoni
risultati oppure lavorano ma soffrono
l’ansia di un’adolescenza che sembra non
avere mai fine. Bevono in compagnia con
gli amici in una sorta di rito collettivo talvolta associando cocaina o altre droghe.
Ma cosa spinge un giovane a bere? Lo
scopo è il cambiamento della percezione
di sé e dell’ambiente, si vuole fuggire da
una realtà che non piace o che non è sostenibile. Bere modifica l’umore e attenua
la sofferenza di un malessere esistenziale
e relazionale da cui non si sa uscire e di
cui spesso non si è consapevoli.
Preoccupazioni, paure d’abbandono, perdite affettive, isolamento e solitudine, accompagnate alla frustrazione, alla rabbia,
alla delusione, obbligano l’adolescente a
difendere il proprio Io, a non far crollare
la personalità, a non cadere nell’angoscia.
Prende la prima via di fuga che capita:
beve un goccio e si sente meglio, più leggero, un pò più sicuro. Conosce il piacere
dell’oblio, una forma di autoipnosi indotta, un rifugio mentale il cui scopo è quello
di vivere una realtà parallela psicosensoriale diversa da quella sperimentata tutti
i giorni. Poi, passato l’effetto, sta peggio
di prima e senza accorgersene si ritrova
dipendente.
Gentili lettori questa rubrica vi riguarda. Si tratta di uno spazio espressamente dedicato a voi ed alla vostra voce. Questo filo diretto vi darà la possibilità di segnalare eventuali osservazioni, richieste, suggerimenti sui servizi da
noi erogati, sull’accoglienza delle nostre strutture, sulla professionalità del
nostro personale. Allo stesso tempo consentirà alla Marilab di ottenere un
riscontro immediato e realistico sul raggiungimento degli obiettivi di qualità
prefissati ma soprattutto sul livello globale di soddisfazione della clientela,
che rappresenta per l’azienda un obiettivo primario e costante.
A tal fine vi prego di contattare il n° 06 56195237 o di inviare un fax al n° 06
56195254. In alternativa potrete inviare una e-mail al seguente indirizzo di
posta elettronica: [email protected].
Sarà mia cura rispondere personalmente alle segnalazioni. Le osservazioni
più significative verranno pubblicate in questa rubrica nei numeri successivi di Vivendi.
Daniele Marino
FILO DIRETTO
Dai, fatti un goccio,
così scappiamo
dalla realtà
27
VIVENDI
BENE A SAPERSI
Psicologa e psicoterapeuta
“
Cari lettori e care lettrici di Vivendi,
in questo numero voglio rispondere in particolare agli affezionati clienti del
laboratorio di Acilia e dintorni ed alle loro proposte per il miglioramento del
servizio.
Le segnalazioni pervenutemi parlano soprattutto dei disagi incontrati nella
ricerca del parcheggio, nella richiesta di ampliamento delle prestazioni erogate; per taluni ad esempio è stato un problema il fatto che il centro si trovi al
primo piano (senza ascensore).
Voglio quindi rassicurare i nostri clienti che a breve riusciremo a dare risposta
a tante piccole e grandi esigenze con la imminente apertura del nuovo centro
di Acilia, sito in via di Valle Porcina; una struttura modernissima che si sviluppa su una superficie di circa 600 mq, dotata di accoglienti sale di attesa per
i pazienti con schermo al plasma, filodiffusione, aria climatizzata e comode
poltrone per rendere più confortevole l’attesa. Tutte le sale sono rispettose
della privacy ed idonee sia ai sensi della vigente normativa 81/08, sia ai sensi
della normativa sulla tutela dei portatori di handicap per i quali sono previsti
servizi adeguati alle loro esigenze e accesso nella sede a norma di legge.
Il centro, certificato ISO 9001:2000, sarà in grado di coprire a 360° le richieste
dei cittadini di Acilia e zone limitrofe; infatti oltre al laboratorio di analisi cliniche saranno disponibili anche prestazioni di diagnostica per immagini, TAC
ed un ampia selezione di branche specialistiche.
Verrà data ampia diffusione del messaggio relativo all’inaugurazione del
nuovo centro, pertanto vi invito a visitarlo e magari ad aggiornarmi sulle vostre considerazioni in merito, sempre tramite questa rubrica.
“
di Maria Giulia Minichetti
Chi beve ha una base di vulnerabilità caratteriale e un’immaturità che ha le sue
radici in un viziamento psicoaffettivo vissuto nel nucleo familiare; non sa come sostenere le inevitabili frustrazioni e come
superare le ferite narcisistiche nel processo di crescita.
Si è osservato che i giovani dipendenti
da alcool provengono più facilmente da
famiglie in cui vi sono genitori spesso alcolisti o ex, hanno una scarsa attenzione
verso l’educazione e il mondo interiore
del giovane, le regole di disciplina sono
spesso contraddittorie e qualche volta
sono presenti storie di abusi. Il gruppo dei
pari successivamente influisce sia sull’occasione che sul rinforzo a consumare alcool perché tale comportamento assume
un valore di appartenenza che soddisfa il
bisogno di identità e di sicurezza.
La dipendenza da alcool è espressione
di un disagio psichico profondo e di un
malessere culturale che va ascoltato e
decodificato come una domanda di aiuto anche se si esprime in modalità patologiche. È indispensabile intervenire
tempestivamente su tale fenomeno sviluppando adeguati programmi educativi
e di prevenzione, progettando percorsi
culturali e di formazione alternativi con
particolare coinvolgimento del sistema
familiare e scolastico. Bisognerebbe imparare a osservare e ascoltare con nuovi
strumenti i nostri giovani se non si vuole
essere complici inconsapevoli di questo
lento e silenzioso suicidio collettivo.
Ad Acilia
presto
un nuovo
Centro Marilab
VIVENDI
28
I
l sonno è un bisogno fisiologico
dell’uomo, costituisce il distacco dalle
fatiche quotidiane e serve al recupero
di energia in funzione di una nuova
giornata. Diversi studi avrebbero ormai dimostrato come dormire meno di sette ore
a notte faccia male al nostro cuore. Il 20%
degli italiani dorme poco, fatica ad addormentarsi, non riesce a sfruttare la notte al
meglio per il dovuto riposo dell’organismo,
per ripristinare i livelli normali di diversi
neurotrasmettitori e ormoni, con conseguenti ripercussioni sul sistema immunitario e neurovegetativo.
Non solo, il dormire poco predisporrebbe
a problemi cardiovascolari, ma anche metabolici! Dormire meno di sei ore per notte
può aumentare il rischio di alterazioni della
glicemia a digiuno, fattore che precede lo
sviluppo del diabete di tipo 2. A sostenerlo
è un team di ricercatori dell’Università di
Buffalo, New York, che ha seguito e studiato un gruppo di 1455 volontari per ben sei
anni, rilevando come il numero di ore di
sonno fosse strettamente collegato con il
rischio di alterazioni glicemiche: i soggetti
che dormivano in media meno di sei ore
per notte avevano infatti un rischio di ben
4,5 volte più alto di subire alterazioni glicemiche. I risultati della ricerca, presentati
alla 49° Conferenza dell’American Heart
Association, indicano la forte connessione
tra sistema nervoso e sistema endocrino,
escludendo origini genetiche alla base di
queste alterazioni.
Lo studio conferma che la crescente mancanza di sonno è associata a effetti negativi
sulla salute, in particolare all’aumentato rischio di diabete di tipo 2, correlato all’obesità e allo stile di vita sedentario. Ricerche
precedenti hanno già dimostrato le conseguenze negative per la salute connesse al
dormire troppo poco. Nei bambini aumenterebbe il rischio di obesità, depressione e
ipertensione. Negli adulti quello di infezioni, malattie cardiache, ictus e cancro. Negli
anziani aumenta il rischio di cadute. L’influenza del sonno sul sistema endocrino e
sul metabolismo glicidico è determinante:
la bassa qualità del sonno può promuovere
lo sviluppo di obesità e diabete mellito, o
esacerbare condizioni preesistenti.
Dalla pietra l’energia
originaria della Terra
Prof. Andrea Fabbri
Professore Associato di Endocrinologia,
Direttore UOC di Endocrinologia e Diabetologia Ospedale S. Eugenio & CTO A. Alesini,
Università di Roma Tor Vergata
Presidente Società Italiana di Andrologia
e Medicina della Sessualità (SIAMS) Lazio
Sembrerebbe essere coinvolta un’alterazione della secrezione e della sensibilità
insulinica, nota come insulino-resistenza,
condizione già di per sé predisponente al
diabete. A ciò si aggiungerebbero alterazioni nella produzione di sostanze che stimolano la fame, come la grelina, e sostanze
che inibiscono la fame, come le leptina, che
condurrebbero all’aumentato appetito,
all’aumento ponderale, all’obesità e quindi
all’insorgenza di insulino-resistenza e diabete.
Sarebbe quindi buona norma per i medici
quella di indagare, durante i controlli di
routine, sulle abitudini relative al sonno dei
propri pazienti, oltre a quelle alimentari,
per poter individuare con largo anticipo i
casi più a rischio di alterazioni del metabolismo degli zuccheri.
Dr. Emanuele Cesarini
SPA Manager
L
’
Estetica Naturopatica è la nuova
visione dell’estetica. Oggi, infatti,
sta diventando olistico anche il
settore beauty, che prende spunto
dalla natura e dai suoi frutti per consentire trattamenti più vicini all’uomo e al suo
mondo.
Un trattamento, in particolare, ha origini
ancestrali: l’utilizzo di pietre calde. Il loro
uso si perde nella notte dei tempi, come
arte divinatoria, come monili magici, ma
soprattutto per le loro proprietà terapeutiche: attraverso il loro calore possiamo
infatti trattare vari disturbi e portare beneficio a tutto il nostro sistema vitale.
Grazie alla loro composizione basaltica
le pietre laviche si prestano ad essere
utilizzate in vari trattamenti, il calore che
rilasciano infatti viene gradualmente assorbito dal corpo che così rilassa tensioni
profonde accumulate nel tempo.
Utilizzandole per massaggiare veicolano
in profondità i principi attivi degli oli o
prodotti che utilizziamo, così da rendere
più efficaci i trattamenti, possiamo trattare
blocchi energetici a livello dei percorsi dei
meridiani dello shiatsu, oppure riequilibrare i chakra ed i dosha della medicina Ayurvedica; in ogni caso con questa tecnica
miglioriamo il flusso di energia all’interno
del corpo e se opportunamente utilizzate
possono risolvere problemi estetici, circo-
In vista dell’imminente apertura della Victoria
Regeneration SPA, viaggio in una delle tecniche
olistiche che vi troveranno applicazione:
l’Hot Stone Massage
latori, muscolari e del sistema nervoso.
La pietra, nella stimolazione manuale, può
divenire un dispositivo di aiuto sia per il terapeuta che cerca il benessere psico-fisico
del cliente, sia per l’estetista che va alla ricerca della bellezza e del relax.
Ricevere un Hot Stone Massage significa
viaggiare in un’altra dimensione, questo
massaggio è infatti un dono di calore, riposo e purificazione.
Lo studio delle rocce e dei minerali che
compongono la crosta terrestre rappresenta un filone tutto da scoprire: l’accostamento tra polvere e vita, il collegamento
tra organico e inorganico, presuppongono
una più attenta interpretazione dell’essere
“uomo”, frutto di equilibri elettrofisici e
bioenergetici sapientemente dosati dalla
natura nel mantenimento di tutti i processi vitali.
Collegando a tutto questo anche il lavoro
sapiente delle mani, si rende concreta la
Naturopatia Minerale Olistica. L’integrità
29
VIVENDI
NOVITÀ SALUTARI
Più diabetici
e cardiopatici
se insonni
NOVITÀ SALUTARI
Una ricerca dell’Università
di Buffalo, New York, dimostra
che dormire poco aumenta
di quasi cinque volte il rischio
di alterazioni glicemiche
delle rocce vulcaniche rileva l’importanza
di fare ricorso alla natura come interpretazione olistica e non frazionata dell’insieme
originario. Essa è in grado di fornirci le sue
infinite potenzialità: elettromagnetiche,
bioenergetiche e vibrazionali. È nel rispetto di Madre Natura che il lavoro con le
Sospensioni Minerali riporta in equilibrio
quelle alterazioni momentanee, che per
varie motivazioni, sono state modificate,
riportando progressivamente la salute e
rispettando tutti i percorsi naturali che il
corpo fisiologicamente muove per tornare
alla stabilità.
Direttore Sanitario
Marilab Center
U
n prestigioso esperto di sanità inglese ha recentemente
pubblicato uno studio dove si
dimostra che più del 70% delle
decisioni diagnostiche necessitano di esami di laboratorio. Eppure, nonostante questa indiscussa realtà scientifica, la risposta
del nostro Ministero della Salute è stata
quella di tagliare le tariffe degli esami diagnostici del 30% mettendo a repentaglio
la sopravvivenza di migliaia di ambulatori
diagnostici privati accreditati che fino ad
oggi hanno garantito l’erogazione di più
del 60% del fabbisogno nazionale di esami diagnostici.
C’è di più. Le raccomandazioni dell’OMS
(Organizzazione Mondiale della Sanità)
precisano che più del 30% degli interventi chirurgici va effettuato in regime di day
surgery. In Italia siamo ancora molto lontani da questa cifra. Con il risultato che le liste
di attesa delle strutture ospedaliere pubbliche sono sempre più lunghe. E che, indifferenti alla situazione, le Regioni continuano
a ridurre sempre di più i budget delle strutture ambulatoriali private accreditate.
L’eccessivo ricorso ai pronto soccorso generato dalla cattiva informazione del cittadino e dal tentativo di superare l’ostacolo
delle liste d’attesa richiede un maggiore
ricorso alle strutture ambulatoriali del territorio ed a un potenziamento delle stesse.
Da questo si comprende come la riduzione dei budget ai privati vada esattamente
nella direzione contraria e la sempre più
grave carenza di stanziamenti per il FSN
(Fondo Sanitario Nazionale) non consenta di creare nuove strutture pubbliche
territoriali di diagnosi e cura. Tra l’altro,
quantunque fosse possibile, sarebbe uno
spreco di denaro pubblico in considerazione del fatto che in Italia esiste una fitta
rete di strutture ambulatoriali private accreditate dal SSN che da decenni operano
con qualità e sicurezza su tutto il territorio
nazionale, assolvendo in piena efficienza
a ciò che oggi è ritenuto indispensabile e
prioritario.
La telemedicina, l’assistenza domiciliare
ed altre iniziative del genere sono dettate dall’esigenza di creare un sistema di
prevenzione e di cure sempre più vicino
all’assistito, anche e specialmente in considerazione dell’invecchiamento progressivo della popolazione.
Le recenti misure in termini di tariffe, i
budget sempre più esigui e i fantomatici
piani di organizzazione della rete di laboratori pubblici e privati portano inesorabilmente alla scomparsa della gran parte
degli ambulatori più piccoli disseminati
nel territorio che fino ad oggi hanno rappresentato una preziosa ed agevole risorsa per i bisogni della cittadinanza.
La prevenzione da sempre è stata considerata il cardine e il fondamento di una
buona medicina e di un corretto stile di
vita, inoltre rappresenta senza ombra di
dubbio uno strumento fondamentale di
controllo della spesa sanitaria. Tutte le misure adottate dai governi degli ultimi anni,
con i tagli ed i contingentamenti, hanno
però portato ad una riduzione drastica delle possibilità di effettuare prevenzione da
parte dei cittadini e degli organi preposti.
Allora, se non c’è risparmio ed al contempo ne risente la qualità del servizio, non
si capisce bene la logica che governa le
decisioni penalizzanti prese dai governi
nazionali e regionali negli ultimi anni nei
confronti di tutto il comparto privato accreditato. Semmai viene da pensare che
non c’è la volontà di mettere le mani con
serietà ad un nuovo piano Sanitario Nazionale che tenga conto veramente delle
esigenze di salute della popolazione, bensì si adottano soluzioni tampone, prive di
valenza sostanziale, solo per soddisfare logiche momentanee, lasciando il problema
irrisolto al prossimo successore.
I cittadini tutti e gli operatori del settore,
che ormai da troppo tempo pagano a proprie spese le conseguenze di questo comportamento, vuoi in termini di carenza del
servizio, vuoi in termini economici, sono
stanchi di tutto ciò ed invocano ai nostri
governanti un atto di responsabilità che
determini la creazione di un SSN con regole certe, con parità pubblico privato, con
diritto alla libera scelta da parte del cittadino, che tenga conto di tutte le esigenze di
prevenzione e cura della popolazione.
31
VIVENDI
Dr. Luca Marino
Mentre tutto il mondo scientifico riconosce l’importanza
della diagnosi precoce e delle indagini cliniche
per anticipare il decorso delle malattie, in Italia
si tagliano i fondi sanitari e si rinuncia all’integrazione
tra strutture pubbliche e private
BENE A SAPERSI
La prevenzione… dopo tutto !
VIVENDI
32
I
l perfetto funzionamento psico-fisico
dell’organismo permette di gestire
e regolare il peso corporeo. Il corpo
deve, infatti, bilanciare attentamente
il giusto apporto di calorie e dei diversi tipi
di sostanze nutritive al fine di mantenere
un equilibrio pressoché perfetto.
In questo senso, la fame e la sazietà rappresentano due fortissimi impulsi regolatori nel comportamento alimentare. Ora,
siccome per quanto riguarda la sensazione di fame sembrano non esserci problemi nella maggior parte della popolazione,
mi sembra opportuno approfondire il concetto di sazietà.
Si tratta dei meccanismi che risultano
coinvolti nella cessazione dell’atto di mangiare (meglio definiti come “cascata della
sazietà”).
Primo fra tutti va citato il potere saziante
del cibo, ossia la capacità che il cibo stesso
ha di eliminare il desiderio di continuare
a mangiare. Esistono in generale alimenti
“statisticamente più sazianti” di altri (soprattutto gli alimenti ricchi di grassi), ma
direi che gli individui soggettivamente
imparano che certi cibi sono più o meno
sazianti e questo diventa spesso un fattore
di influenza sulle scelte alimentari.
Un altro processo che conduce alla sazietà è l’effetto sensoriale del cibo: favorisce
l’interruzione del mangiare il fatto di avere
a disposizione cibi con caratteristiche sen-
soriali simili a quelli appena assunti. Ecco il
successo di tante “mono-diete” (es. dieta
della banana, dieta della patata, dieta del
minestrone…) per cui si arriva a portare
una persona a preferire di non mangiare
piuttosto che continuare con una dieta
mono-alimentare! Questo effetto è, secondo me, una delle tante meraviglie nell’autoregolazione alimentare: cosa poteva
esserci di meglio, in natura, per indurre
l’uomo a promuovere una dieta nutrizionalmente variata?
Un’altra categoria di fattori che incidono
sul senso di sazietà sono tutti quelli che
vengono definiti processi post-ingestione.
Aumentano la sazietà la maggiore dilatazione gastrica, il maggior tempo di svuotamento dello stomaco (i cibi grassi sono gli
ultimi che abbandonano quest’organo), la
maggiore o minore stimolazione di recettori lungo il tratto intestinale, etc..
Un’ultima componente che va citata riguarda poi l’effetto post-assorbimento
degli alimenti. Si tratta degli effetti del
cibo una volta che questo è assorbito dai
villi intestinali ed immesso (sotto forma di
sostanze semplici) nel circolo sanguigno.
Dr.ssa Federica Razzi
Dietoterapista, specialista in nutrizione, malattie
metaboliche, obesità. Specializzata in nutrizione
clinica e disturbi del comportamento alimentare.
Floroterapista con fiori italiani, di Bach e californiani.
La quantità di sostanze come glucosio ed
amminoacidi nel sangue determina fortemente la sensazione di ricerca/abbandono
del cibo. Avere una glicemia (quantità di
zuccheri nel sangue) bassa significa essere
in emergenza energetica e quindi, fisiologicamente, la sazietà lascia il posto al senso di appetito prima e di fame vera poi.
Recentemente un’attenzione particolare
si sta rivolgendo ad una sostanza che sembra agire fortemente su fame-sazietà-peso
corporeo: la leptina. Si tratta di una sorta di
informatrice continua che in ogni istante
informa il cervello sulla quantità di grasso
presente nell’organismo. Il grasso diminuisce? La leptina blocca il senso di sazietà e
spinge a nutrirsi. Quasi avessimo una spia
interna che non lascia scampo in caso di
guerra al sovrappeso!
Fortunatamente, però, gli studi compiuti
sia a livello di meccanismi biochimici sia
a livello di comportamento alimentare,
lasciano ampio margine di lavoro in chi
fortemente desidera modificare il proprio
stile alimentare in particolare e di vita in
senso più ampio.
PSA, campanello d’allarme
che può suonare a vuoto
I
l tumore della prostata è molto temuto ma è meno comune di quanto
si pensi. L’Associazione Italiana per la
Ricerca sul Cancro (AIRC) stima che i
nuovi casi in Italia siano circa 9.000 all’anno e che la sopravvivenza sia molto elevata, superando mediamente il 70% dei casi
a 5 anni dalla diagnosi, e ciò grazie alla
maggiore diffusione nel sesso maschile
dello screening clinico e biochimico. Tra
gli attuali test diagnostici è compreso il
dosaggio del PSA (Antigene Prostatico
Specifico), glicoproteina prodotta dalla
prostata in condizioni normali e patologiche, benigne e maligne. Bisogna quindi
sottolineare che il PSA è un marker organo-specifico di volume prostatico, ma non
tumore-specifico!
C’è molta discussione tra gli esperti
sull’opportunità di sottoporre tutti gli uomini sopra i 50 anni alla misurazione del
PSA, indipendentemente dalla presenza
di sintomatologia. Molti oncologi sono
favorevoli, ma la letteratura scientifica in
materia è contraddittoria.
Secondo un recente studio europeo l’esecuzione di screening del PSA nella popolazione maschile over 50 ridurrebbe la
mortalità per carcinoma prostatico fino
al 20%; un contemporaneo ed altrettanto importante studio americano avrebbe
dimostrato invece che, data la particolare
natura del tumore della prostata, che si
espande molto lentamente, spesso il PSA
identificherebbe forme che non avrebbero dato segno di sé durante la vita del
paziente, quindi lo screening sarebbe associato a un grande numero di trattamenti
invasivi inutili e a rischio delle complicanze ad essi associate. Inoltre secondo alcuni
esperti italiani, il test del PSA non sarebbe
paragonabile a mammografia, Pap Test o
ricerca del sangue occulto nelle feci per
la diagnosi precoce dei tumori mammari,
uterini e del colon-retto. Questi test hanno
una correlazione chiara con la diminuzione
della mortalità. Ma negli USA, dove il PSA
è prescritto in modo diffuso, sebbene ci
sia un aumento globale delle diagnosi di
tumore prostatico, non è stata dimostrata
una diminuzione della mortalità, conseguenza invece attesa. È importante però ricordare che altre società scientifiche internazionali sono favorevoli allo screening di
popolazione, così come alcuni centri oncologici altamente specializzati che ritengono di poter effettuare, grazie alla diagnosi
precoce, interventi più precisi e quindi con
un minor rischio di effetti collaterali.
Il PSA è comunque un esame semplice ed
economico, ma va eseguito solo se necessario: in particolare, dopo i 50 anni, se c’è
familiarità diretta e quando si soffre di disturbi urinari. In pratica se un nonno, uno
di Andrea Fabbri
Endocrinologo
zio o un padre hanno avuto il tumore, il
controllo del PSA andrebbe eseguito ogni
anno tra i 50 e i 70 anni, altrimenti una volta ogni 4 anni. Inoltre il controllo dei valori
di PSA insieme alla valutazione clinica è
necessario durante eventuali trattamenti sostitutivi androgenici con preparati a
base di testosterone.
Poiché i valori di PSA possono aumentare
anche per infezioni o infiammazioni, non
c’è uno standard oltre il quale si può affermare con certezza la presenza di un carcinoma e, infine, alcuni uomini con tumore
prostatico non presentano valori anomali
di PSA; quando si riscontrano valori elevati sono necessari ulteriori accertamenti,
anche invasivi (i.e. biopsia prostatica), per
giungere ad una diagnosi definitiva.
Il sistema migliore per accertare la presenza di un tumore alla prostata rimane quindi e comunque in prima istanza la visita
dall’urologo, che potrà valutare il singolo
individuo sulla base dei dati anagrafici,
della storia clinica e familiare e di eventuali
sintomi, magari sottovalutati dal paziente
ma in realtà indicativi e preziosi!
BENE A SAPERSI
Come raggirare l’organismo
facendogli credere
di non avere più fame.
Conoscere la chimica interna
per raggiungere
la forma perfetta
Non sempre il dosaggio
dell’antigene prostatico
è sintomo della
presenza di un tumore.
Pregiudiziale la visita
dell’urologo
33
VIVENDI
LA SALUTE VIEN MANGIANDO
La magia
della sazietà
per dimagrire
Le mille applicazioni del cane.
Un addestramento mirato
ne può fare un perfetto
collaboratore individuale
e per la collettività
A QUATTRO ZAMPE
Fido annusa, guarda,
esplora e cammina per te
VIVENDI
34
I
l rapporto uomo-cane è un legame
emotivo ed affettivo molto forte ed
antico che dimostra quanto questo
animale sia capace di amare l’essere
umano ed in alcuni casi di amarlo anche
“troppo”. Tutto ciò è testimoniato nella
storia, gli esempi della sua dedizione sono
innumerevoli al punto tale che il cane nelle nostre società evolute diventa “utile” socialmente ed è impiegato al servizio della
collettività: nella polizia, nella croce rossa,
nella protezione civile con preparazione di
cani da salvataggio in acqua, ricerca nelle
macerie, antivalanga, etc..
Nella polizia, per esempio, i Fido vengono addestrati per la ricerca degli esplosivi
(cani antiesplosivo). Ma attenzione: nessuna costrizione o tortura per il loro addestramento che si attua mediante una tecnica
consolidata, quella del gioco. Infatti nella
ricerca di sostanze stupefacenti si ricorre
al “gioco della ruota”, ossia vengono posizionate sui raggi di una ruota, che funziona
come una piccola giostra, piccole quantità
di sostanze detonanti che non sono ine-
renti alla nostra ricerca: cibo, dentifricio,
shampoo. Tra queste sostanze viene messo l’esplosivo che il cane riuscirà a distinguere riconoscendone l’odore. Il Labrador
sembra essere il cane con maggior fiuto.
I cani antidroga invece, in presenza di
stupefacenti (hashish, marijuana, eroina,
cocaina), scavano incessantemente fino
a trovarli nei posti più impensabili, senza
mai ovviamente ingerirli.
I cani per la ricerca e il soccorso pubblico
sono resistentissimi, addestrati per camminare ore e ore nei posti più disagiati, nei
boschi, in mezzo alle macerie, in mezzo
alla neve. Devono essere molto motivati,
e molto agili e la razza più impiegata è il
pastore tedesco.
Oltre a questi cani al servizio della collettività ci sono poi quelli addestrati per migliorare la qualità della vita ed alleviare il
disagio del singolo individuo affetto da
varie patologie. A tal proposito sono da
menzionare i cani per i non vedenti, che
sono delle vere e proprie guide motorie
per evitare di urtare ostacoli o per aiutare
Dr.ssa Daniela Fischetti
Medico Veterinario
all’attraversamento stradale; cani utilizzati
negli ospedali ed in particolare nei reparti
pediatrici e di geriatria, là dove la presenza
dell’animale favorisce la socializzazione,
trasmettendo calore e compagnia a persone anziane, sole o depresse (la cosiddetta
Pet Therapy). Si dispone, poi, di Fido utilizzati da persone con attacchi epilettici, che
possono segnalare l’approssimarsi dell’attacco al proprio conduttore mettendolo in
allarme e nelle condizioni di rivolgersi a un
medico. Per finire ci sono alcuni cani utilizzati da persone con problemi uditivi che
comunicano eventi sonori tipo campanello, sirena, allarme etc..
Il cane, migliore amico ma anche più fedele strumento di vita per l’uomo.
Agenzia di OSTIA
Via Luigi Borsari, 29 - 00122 ROMA
Tel. 06 5621327 - 06 5601653
Fax 06 5600345
APERTURA SETTEMBRE 2009