Scheda opera - Fondazione Giulio e Anna Paolini

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Scheda opera - Fondazione Giulio e Anna Paolini
Museo, 1970-73
Fotografia su tela emulsionata
62 x 95 cm
Firmato, titolato e datato al verso, sul telaio: “Giulio Paolini / Museo ([sottotitolo variabile secondo
l’esemplare])” (in alto), “1970-73” (in basso)
1. “Settembre 1418”: Collezione privata, Biella
2. “Aprile 1504”: Collezione privata, Torino
3. “Ottobre 1636”: Collezione Sergio Bertola, Genova
4. “Marzo 1807”: Collezione privata
5. “Settembre 1890”: Collezione Alfred Richterich, Laufen
6. “Febbraio 1895”: Collezione Maurizio Calvesi, Roma
7. “Giugno 1917”: Ubicazione sconosciuta
8. “Ottobre 1921”: Collezione privata, Torino
Museo nasce come insieme di otto quadri, presentato nella sua totalità alla Galleria Notizie a Torino nel
1975 e in seguito diviso. Le tele fotografiche riproducono dei luoghi in cui hanno operato noti artisti del
passato e sono siglate al verso da una data, che di volta in volta riferisce la tela a un determinato momento
dell’attività dell’artista evocato dal soggetto dell’immagine.
I luoghi illustrati sono associati alle date come segue:
1. “Settembre 1418”: il convento di San Domenico a Fiesole, dove fu attivo il Beato Angelico
2. “Aprile 1504”: la casa natale di Raffaello a Urbino
3. “Ottobre 1636” una ricostruzione del “teatrino” nel quale Nicolas Poussin sperimentava le proprie
composizioni di figure
4. “Marzo 1807” la casa-atelier di Raffaello nel parco di Villa Borghese a Roma, rappresentata da Ingres
nel suo Le casin de Raphaël dipinto nel 1807
5. “Settembre 1890”: il dazio parigino della Porte de Vanves, dove prestò servizio il Doganiere Rousseau
6. “Febbraio 1895”: l’atelier di Cézanne a Aix-en-Provence
7. “Giugno 1917”: il Castello Estense di Ferrara, città in cui Giorgio de Chirico trascorse un breve periodo
della sua attività
8. “Ottobre 1921”: il prototipo di un immaginario studio d’artista, ripreso dal numero di ottobre 1921 della
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rivista “Emporium” .
“Otto momenti e otto luoghi, scoperti sulle tracce di un viaggio imperscrutabile e irreversibile. Da Fiesole
a Urbino, da Roma a Parigi, Aix-en-Provence e Ferrara, la Musa visita l’Angelico, Raffaello, Poussin, Ingres,
Rousseau, Cézanne e De Chirico: svanisce ad Ancona in uno studio inanimato, costruito come uno scenario
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ed esposto come modello in una mostra di ambienti nel 1921” . “Si tratta del viaggio della Musa – per questo
l’ho chiamato Museo – che percorre quei luoghi in dati momenti e che alla fine si trova ad arrivare in un luogo
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dove nessun artista è pronto a riceverla” .
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L’insieme degli otto quadri trae origine da una versione su carta realizzata nel 1970-71 in tre esemplari,
costituita da tre fotografie (“Settembre 1418”, “Febbraio 1895”, “Ottobre 1921”) e trova inoltre riscontro
in un’edizione grafica (cfr. Impressions graphiques. L’opera grafica 1967-1992 di Giulio Paolini, Marco
Noire Editore, Torino 1992, cat. n. 9).
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I mesi indicati nei sottotitoli sono arbitrari, mentre gli anni sono riconducibili in alcuni casi a opere già citate da Paolini in suoi lavori
precedenti.
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G. Paolini, Idem, Giulio Einaudi editore, Torino 1975, p. 57.
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L’artista nell’intervista di A. Madesani, in Rubare l’immagine. Gli artisti e la fotografia negli anni ‘70, catalogo della mostra, Spazio Labs,
Milano, Edizioni Tega, Milano 2000, p. 73.
Esposizioni e bibliografia cfr. M. Disch, Giulio Paolini. Catalogo ragionato 1960-1999, Skira editore,
Milano 2008, vol. 2, p. 937, cat. n. 253.
© Maddalena Disch