Tessitrici Navajo

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Tessitrici Navajo
Tessitrici Navaho
Sandra Busatta
Breve storia dei tappeti navajo
LA NASCITA DEI NAVAJO
L’identità navajo ruota
intorno
a
due
eventi
fondanti: la sconfitta e la
deportazione a Fort Sumner
(1864-68) e la Riduzione del
Bestiame nel 1933. Tra
questi due periodi i navajo
fiorirono e allargarono le
loro terre. I navajo sono
eccezionali perché anziché
perdere
terra
l’hanno
aumentata. Essi considerano
il periodo intermedio tra
questi due episodi la loro Età
dell’Oro.
H. B. Molhausen, Navajo 1853 circa
L’ETA’ DELL’ORO
L’arrivo dei commercianti
e della ferrovia negli anni
1880 misero i navajo in
contatto con il mondo
moderno.
Cameron, AZ sacchi di lana da vendere
Durante questi anni
abbandonarono molti oggetti
d’uso e comprarono le merci dei
commercianti. Vendevano la loro
lana e producevano merci per il
mercato capitalistico.
Hogan e gregge
Dall’hogan alla casa
Hogan tradizionale 1914
Farmington, NM 1967
Hogan nuovo tipo
L’hogan tradisce l’origine
nordica e nomade. L’arrivo
della ferrovia ne modifica
forma e grandezza. Oggi è
usato solo per i riti, sostituito
dalla casa balloon frame o
dalle motor homes.
L’arrivo dei commercianti e della ferrovia
Il trading post per i navajos è più di
un luogo dove si compra e si vende: è
un centro sociale, un ufficio postale,
un’agenzia di collocamento e anche
un monte di pietà e una banca locale.
Tuba trading post
I re dei trading post
Hubbell compra un tappeto 1940
Shonto trading post: acquisto di stoffa
Ganado Trading Post 1934
Shonto Trading Post.: vendita di un tappeto
Dinnebito Trading Post anni 1970
Tuba City Trading Post 1932
TecNosPos Trading Post 1999
Hubbell Trading Post 1998
JOHN LORENZO HUBBELL
Hubbell era molto
consapevole del ruolo
del
commerciante:
mercante e confessore,
giudice di pace, giuria,
sciamano, più potente
di molti governatori,
padrone assoluto de
facto del suo dominio.
Suo figlio si definì il
“re dell’Arizona settentrionale”.
Dinnebito Trading Post: locale dei pegni 1999
R.B. Burnham & Co. Trading Post 1999
Con l'istituzionalizzazione del credito chirografario i navajo diventarono peones
per debiti dei commercianti, un rapporto che per molti navajo esiste ancora
oggi, mentre gli stessi commercianti dei trading posts, dopo la II guerra
mondiale, con il declino della loro importanza dovuta all’espansione dei
supermercati, dell’auto e delle strade asfaltate, sono caduti sempre più sotto il
controllo dei grandi grossisti. Anche i pochi trading posts dei navajo ricchi
funzionano con lo stesso sistema.
Dalle Cascate del Niagara al Grand Canyon
Fin dallo sviluppo della vacanza e della luna di miele, i turisti hanno
consumato l’arte indigena vista come premoderna, semplice e naturale
rispetto il mondo urbano e industriale. Lo sviluppo dei viaggi in treno
favorisce i pellegrinaggi laici a luoghi sublimi come Niagara Falls. Dopo il
1882 i sostenitori dello sviluppo della California e del Sudovest propongono
una nuova meta per i turisti elitari, il Grand Canyon e gli Indian Detours.
L’invenzione del Sudovest
Harvey Co. e la Santa Fe Railway
Artigiani navajo abitavano nell’Indian
Building dell’hotel Alvarado di
Albuquerque, NM, dove davano
dimostrazioni per gli ospiti.
Scrittori, artisti e geni del
marketing lucidarono il passato
indiano e spagnolo del New
Mexico nel cosiddetto stile
architettonico Santa Fe per i
nuovi immigrati anglos desiderosi
di passato pastorale, paesaggi
sublimi, messicani e indiani
pittoreschi da cui comprare
souvenir fatti a mano.
Harvey Co. assunse artisti e
curatori di museo per farsi una
reputazione di autenticità con i
ricchi collezionisti.
L’argentiere entra in fabbrica
Le fonti d’ispirazione vengono dagli argenti del commercio
indiano del Nordest e dagli ornamenti ispano-moreschi dei
messicani. Le pietre provengono dalla Persia e paesi asiatici,
tagliate da lapidari non indiani o pueblo. Il corallo è italiano o
giapponese. Vi è un fiorente commercio dei falsi.
La produzione d’argento è l’unica a essere
prodotto per il consumo interno e per il
mercato turistico. Con l’espansione del
turismo negli anni 1960-70 sono sorti
laboratori artigiani, navajo e non indiani
con 2-3 lavoranti e fabbrichette con 40-50
addetti. Molto lavoro di assemblaggio di
pezzi stampati è fatto a domicilio. Non vi è
preclusione di sesso in questo mestiere che,
full time, è l’unico che permette di vivere.
Dalla coperta al tappeto
Dopo il 1890 le coperte furono sostituite dai tappeti
prodotti per il mercato dell’Est, musei e collezionisti. I
commercianti scoraggiarono innovazioni che mostravano
loghi di benzine ed etichette del caffè, del sapone e del
lievito, treni e Ford T, bandiere e scritte patriottiche,
perché non si conformavano all’idea premoderna e
primitivista pubblicizzata. I commercianti imposero
disegni, filati e colori, compresi quelli naturali, ma
impedirono ogni modifica del preistorico telaio verticale.
Tappeti navajo e i modelli turchi e curdi e un tappeto navajo con mirab
J.L. Hubbell di Ganado aveva
disegni campione da mostrare
alle tessitrici; J.B. Moore di
Crystal vinse «l’insensata
opposizione» delle tessitrici a
copiare tappeti orientali. I
trading post diedero il nome
agli stili regionali e funsero da
calamita per la nascita delle
cittadine di riserva.
Hubbell Trading Post: modelli di disegni per tappeti
La mappa dei distretti classici legati ai trading posts. Oggi
le tessitrici mescolano più liberamente gli stili locali.
Quanto lavoro c’è in un tappeto?
Solo poche professioniste ben conosciute per nome guadagnano 10.000-20.000 dollari
per un tappeto che può richiedere anche un anno e più di lavoro. Una tessitrice media,
secondo uno studio del 1973, aveva guadagnato 105 dollari per un tappeto 90x150,
costato 350 ore, dal prendere la pecora e tosarla fino alla vendita al commerciante
locale, cioè 30 cents l’ora.
«Nessuna tessitrice navajo può guadagnarsi da vivere con la sua arte, non più di una
non indiana che fabbrica calzini a maglia. Entrambi i mestieri continuano più come
passatempo che come occupazione» (Bahti 1973).
«Operano sempre meno telai. La situazione è simile a quella del ricamo» (Dutton 1975).
DALLA PECORA AL TAPPETO:
30 CENTS L’ORA PER 350 ORE
Quanta gente lavora in un tappeto?
«Tessere è un affare di famiglia. Ogni
membro ha un ruolo nel processo di
tessitura…» (Kalley Kaems 1996).
Apprendiste e lavoranti riempiono
le noiose superfici di sfondo e la
maestra tessitrice si occupa del
disegno. Alcune donne si
specializzano in filatura e
cardatura a mano per i tappeti più
cari e vendono la propria opera.
Non vi sono studi sui rapporti di
lavoro di queste figure, né sui
rispettivi compensi.
Il lavoro dei bambini
I bambini sono usati come pastorelli fin da molto piccoli, per cercare piante
da tintura, come apprendiste tessitrici. Il lavoro infantile fino a qualche
anno fa era indispensabile alla famiglia. Ora con la scuola le cose sono
cambiate in parte.
«Secondo i nostri standard molti di questi bambini erano
sfruttati ed esposti a considerevoli pericoli. Non sappiamo
quanti abbiano perso la vita per il bene del gruppo. Allo stesso
tempo gli anni di lavoro infantile si possono considerare come
un apprendistato per l’età adulta …» (D. C. Leighton)
“Per tutta la confusione che feci con le pecore e gli agnelli, mia madre soleva talvolta
frustarmi. () Lavoravo anche alle coperte ()”. Intervista del 1940 di D. C. Leighton
(1982)
La famosa Elle di Ganado, Arizona, lavorava con la figlia
all’hotel Alvarado di Albuquerque, NM con altre tessitrici, adulte
e bambine, tra cui la piccola Tuli. Ma la maggior parte delle
tessitrici erano sconosciute e di solito registrate con il nome del
marito, il colmo per una società matrilineare.
R.B. Burnham & Co. Trading Post:
il primo tappeto di Virginia Bru
Nepal : tessitori bambini
Un velo di ideologia copre il lavoro minorile navajo.
Certo vi è una notevole differenza di scala tra
Navajo e bambini asiatici. Il paternalismo
americano è anche molto diverso dalla schiavitù
asiatica, ma copre anch’esso il bisogno economico.
Dinnebito Trading Post: il
primo tappeto di Stella Bahe
Tessitura come identità
«Quello che faccio come moglie, madre, artista, donna d’affari e membro della
comunità tutto si lega nella mia tessitura» (D.Y. Begay).
«Molte di loro si avvicinano alla tessitura con un approccio estetico derivato
dall’arte occidentale e hanno dimenticato la connessione cerimoniale» (H.
Walters)
Gli intellettuali navajo, in particolare i nazionalisti e fondamentalisti, ignorano
i rapporti economici all’interno dell’artigianato navajo e contribuiscono a
oscurarlo.
ANCHE UNA BUONA CAUSA NASCONDE LAVORO MINORILE
Il Programma “I Bambini Navajo
Tessono il Futuro” dello Utah Arts
Council promuove una mostra di
tappeti fatti da bambini per il
Programma Adotta un Anziano,
promossa dalla foto a sinistra.
CHI SONO LE TESSITRICI?
Le casalinghe, il gruppo più
conservatore, tessono un
tappeto di qualità varia ogni
uno o due mesi, per
contribuire
al
reddito
familiare. Le professioniste
lavorano a tempo pieno
tappeti di qualità superiore
per acquirenti danarosi ed
esigenti.
Le
occasionali
hanno imparato in gioventù
e
solo
qualche
volta
racimolano
del
denaro
riprendendo a tessere. Sono
il gruppo più numeroso.
Le revivaliste tessono per
motivi ideologici e identitari.
TESSENDO L’ORGOGLIO ETNICO
Romanticizzando
l’organizzazione del
lavoro e il lavoro
minorile, i nazionalisti
etnici oscurano il fatto
che in una zona con il
50-70% di
disoccupazione, la
tessitura fornisce una
delle poche fonti di
reddito, spesso già
impegnato al monte di
pietà o presso i
commercianti.
“Per i navajo tessere è un atto
d’amore e di desiderio ”(W.
Thomas, tessitrice)
ARTE O LAVORO?
Il successo dei navajo e
degli altri indiani
nell’industria turistica è
legato alla negazione di
qualsiasi legame con il
lavoro capitalistico
salariato e l’offuscamento
di quelle stesse condizioni
di lavoro che sostengono la
produzione culturale
turistica. (Albers 1996)
“Sono andata a scuola solo
quattro anni perché dovevo
guadagnare per la famiglia
tessendo” (Lena Atene
tessitrice, 1995).
NAVAJO POSTMODERNI
Dopo il 1875 le navajo non
produssero più coperte per
sé, ma le acquistavano: le
coperte Pendleton e di altre
aziende sono diventate un
simbolo etnico usato in ogni
momento della vita.
Mentre le tessitrici navajo
non possono fare la
Rivoluzione Industriale,
altri navajo sono ben
dentro il 21° secolo. Navajo
Textile Mills, con sede a
Mesa, AZ, compra la lana
in riserva e delocalizza il
lavoro nel Sud degli USA.
TAPPETI NAVAJO: UN’ARTE GLOBALE?
Filati di lana importati da:
1870s-80s Germantown,
Pennsylvania;
1860s-70s: (filati di cotone) North
Carolina, Kentucky;
1930s Pendleton, OR;
1970s-80s New York, NY, Portland,
OR, Stamford, CT;
1970s-80s: Universal Textile and
Machinery Inc, Johnsonville, South Carolina
1980-2003: Brown Sheep Co.,
«Comunque, l’approccio purista - che favorisce
solo i materiali fatti a mano - oggi è scarsamente
pratico o logico (). I materiali commerciali ()
sono, infatti, diventati una parte genuina della
tradizione tessile. Sono, inoltre, la chiave della
continuazione dell’arte ()» Hedlund 2003.
Mitchell , Nebraska; John Wilde &
Brother, Inc., Manayunk,
Pennsylvania; William Condon &
Sons, Prince Edward Island, Canada;
Gran Bretagna;
Possibili importazioni da:
Australia, Nuova Zelanda, Oaxaca
(Mexico), Canada.
Lana grezza importata da:
Regno Unito, Nuova Zelanda,
Nebraska, Colorado, Wyoming.
La concorrenza
Gli zapotechi
hanno costituito
un polo tessile a
Teotitlan del Valle
che minaccia
seriamente il
mercato navajo.
Maestranze maya
immigrate
lavorano nelle
industrie tessili
texane per il
mercato di massa.
TEOTITLAN DEL VALLE - OAXACA, MEXICO
Quando gli immigrati
zapotechi tornarono dagli
USA negli anni 1960
investirono, tra l’altro, in
telai per far fronte alla
richiesta turistica. Negli
anni 1980 una significativa
accumulazione di capitale
ha fatto espandere
l’industria tessile di
Teotitlan nei villaggi vicini.
RIVALITA’ ETNICHE
Anche il Messico ha capitalizzato
sull’identità indiana, sia come
ideologia postrivoluzionaria che
promozione turistica. Gli
zapotechi che l’hanno sfruttata,
ancora non possono lasciare il
telaio spagnolo medievale ,
inchiodati al paradigma
primitivista come i navajo. Ma
sono meglio attrezzati, perché
dipendono poco dal sostegno del
welfare e molto dal capitale
commerciale.
I tappeti navajo come forma d’arte americana
La storia navajo ha impedito la
nascita di una classe di capitalisti:
i ricchi appartengono alla
burocrazia tribale con legami
politici. La maggior parte delle
terre appartiene a una minoranza
con i diritti di pascolo. La tessitura
navajo è un’arte morente, ma
sempre più telai lavorano in
Oaxaca. Forse la sola salvezza per
i tappeti navajo è di restare ben
inseriti nella tradizione nativista
come simbolo di identità indiana e
soprattutto americana.
FINE