L`Aquila Contro la Tigre

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L`Aquila Contro la Tigre
pablonet
pablonet
In un bivacco di cowboy, a tarda sera,
si racconta di un boy del Texas.
Leggenda? Realtà?
E' la storia di un boy la cui faccia era
stampata sugli avvisi di taglia negli
uffici di tutti gli sceriffi.
Un boy che diventò poi uomo di legge,
capo bianco di tutte le tribù navajo e
agente indiano.
Questa è una delle sue tante avventure.
Il suo nome è
pablonet
Dedicato a quattro Amici
e a tutta la Banda di Matti
che mi segue sul web
pablonet
pablonet
Clic sul logo per ascoltare una musica originale degli
indiani del Grand Canyon del fiume Colorado (Arizona)
Seconda edizione - Novembre 2015
L’Aquila contro la Tigre
E' ancora buio nel villaggio centrale della riserva.
Timidamente compaiono i primi deboli bagliori all'orizzonte, come se il sole fosse troppo pigro per sorgere.
Nessuno veglia. Solo qualche cane
alza la testa al rumore del vento,
ma subito la abbassa rimettendosi
a dormire.
Ma c'è luce nel wigwam di Nuvola
Rossa e si odono delle voci.
Tiger Jack esce frettolosamente
dalla capanna e corre verso il corral dove, senza preoccuparsi dei
finimenti, balza in sella al cavallo
più vicino.
Non senza aver prima afferrato un arco con le frecce e, naturalmente, un buon
winchester.
«Fermatelo!» urla lo sciamano.
«Presto guerrieri, destatevi! Fermate Tiger Jack! Egli è un pericolo per Aquila
della Notte! Fermatelo! La morte aleggia sul capo bianco di tutti i Navajo! Presto!»
Ma il guerriero col nome della tigre è già lontano e scompare presto nel buio.
Letizia
Un centinaio di longhorn è raggruppato nella prateria.
Accanto a questi, i fuochi di un bivacco navajo.
«Capelli d’Argento non ha sonno?»
«Mi sono svegliato da poco, Lupo Grigio. Le mie ossa mi stanno avvisando che
c’è qualcosa che non va.»
«Le tue ossa hanno visto troppe primavere ed è per questo che ti fanno male!»
«Matusalemme ballerino! Io non sono per niente vecchio e le mie ossa non mi
fanno male! Ho come un presentimento. Non so, non è niente di preciso. Ma
sento che qualcosa sta
andando storto.»
«Cosa può esserci che
non va? E’ andato tutto
come doveva andare. Il
bestiame è di ottima
qualità, ci è stato consegnato senza ritardi e
non abbiamo perso neanche un capo durante
il viaggio. E anche coperte e viveri sono molto buoni!»
«Ed è anche una notte magnifica, lo so. Eppure...»
«Forse Capelli d’Argento non è contento che Aquila della Notte gli abbia dato
l’incarico di ritirare gli approvvigionamenti del Grande Capo Bianco per i Navajo.»
«No di certo. So benissimo che Tex doveva occuparsi di tutti i problemi della
riserva, specialmente quelli delle tribù delle terre alte. E so che Tiger Jack non
poteva lasciare il villaggio centrale. Io ero l’unico che poteva occuparsi di questa cosa.»
«Potevamo occuparcene anche io e Shato da soli. Tu potevi andare così con
Aquila della Notte e Piccolo Falco.»
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L’Aquila contro la Tigre
«No. Se c’era da fare la voce grossa in caso di irregolarità, nessun altro era più
adatto di me. Ma per fortuna era tutto a posto. Beh, credo che mi farò
un’oretta di sonno.»
«Buon riposo, Capelli d’Argento!»
«Ben svegliato! Hai sentito il profumo del caffè? Forza, in piedi! E’ già giorno,
anche se su queste alture il sole non si è ancora fatto vedere!»
«Pa’, perché non mi hai svegliato per il mio turno di guardia?»
«Dormivi così bene! E poi non avevo sonno. Tieni un po’ di caffè, attento! E’
bollente.»
«Dammi anche un po’ di pemmican! Ho più fame di un lupo!»
«Più di un puma, direi!»
«Già, il puma! Quella belva ci sta dando un sacco di fastidi!»
«Vedrai che oggi riusciremo a
stanarla e che non sarà più un
problema per i pastori di Orso
Nero.»
«Finora ci ha fatto solo correre
e spariva non appena si arrivava a tiro!»
«Non ci possiamo lamentare
però! Tutto è andato a meraviglia. E specialmente siamo riusciti ad appianare i dissidi tra le tribù delle terre alte!»
«E’ vero. Io però credo che Cervo Silente sia troppo giovane per fare il capo! E’
una testa calda e dovrebbe ascoltare di più gli anziani!»
«Testa calda, figliolo? Sei proprio tu a dirlo? Non ti sembra che tu gli assomigli
un poco? Solo un poco, naturalmente!»
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Letizia
«Io non sono una testa calda! Almeno non più di te quando avevi la mia età, a
sentire quello che racconta lo zio Kit! E poi io non sono capo della tribù!»
«Ma prima o poi lo sarai e avrai enormi responsabilità. Tutti i popoli della riserva dipenderanno da te. Ma ora basta chiacchiere! Hai mangiato e bevuto e i
cavalli sono sellati. Spegni il fuoco e andiamo!»
«Muy bien pa’. Ma se non riusciremo ad agguantare presto il puma, dovremo
lasciarli da qualche parte. Non riusciremo a farli arrampicare sui sentieri. Se
ben ricordo, solo una capra potrebbe percorrerli.»
«Una capra e noi! So già dove lasceremo i cavalli, se sarà necessario. E’ un posto dove c’è un rigagnolo e anche un po’ d’erba. Non è molto ma sarà sufficiente. E poi non tarderemo a tornare.»
«Li vuoi lasciare in uno spazio così aperto e indifeso? E se il puma tornasse indietro e li attaccasse?»
«E’ uno spazio aperto, come hai detto tu. Se ci sarà un pericolo, lo fiuteranno e
si allontaneranno al galoppo. E poi il puma non tornerà indietro. Noi lo fermeremo prima!»
Una lunga ombra davanti a lui corre con lui verso le terre alte.
Il suo cavallo, senza redini e morso, obbedisce docilmente alla pressione delle
sue ginocchia che sembrano chiedere il massimo risultato con il minimo sforzo.
Sa come trattare il suo cavallo che, tra i Navajo, è uno dei beni più preziosi.
Sa che tutto dipende dai suoi garretti, dalla sua resistenza e dalla sua velocità.
Ma non può permettersi di perderlo stremato dalla fatica.
E’ Tiger Jack, il più fedele amico di Tex, suo fratello di sangue.
Ma ora...
La giornata è serena ed il cielo non è mai stato così azzurro.
Ma non c’è serenità nel suo cuore.
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L’Aquila contro la Tigre
Il suo cuore è nero.
Nero come la morte.
Perché?
Perché Nuvola Rossa voleva fermarlo?
Perché ha detto che il suo più fedele amico è un pericolo per il capo bianco dei
Navajo?
Perché corre implacabile verso le terre alte in cerca di Tex?
Tiene a tracolla il suo terribile arco con il quale sa
essere silenzioso, veloce
e mortale.
Impugna con la destra il
suo winchester con cui sa
dare sicura morte anche
da molto lontano.
E corre.
Al
galoppo
sul
suo
mustang che sembra instancabile.
Corre.
Cosa c’è alla fine della sua pista?
Corre e la sua ombra si accorcia sempre più davanti a lui.
«Strano!»
«Cosa c’è di strano?»
«Perché non ci sono venuti incontro a darci una mano? Ormai ci avranno sicuramente visti! Facciamo un bel polverone!»
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Letizia
«Capelli d’Argento ha forse bisogno di aiuto? Le sue stanche ossa hanno bisogno di distendersi su una di quelle morbide coperte che sono sui carri?»
«Per la barba di Giosafatte! Stai parlando come quel tizzone d’inferno di Tex!
In realtà ho ancora nella testa quella sgradevole sensazione di ieri e temo ancora che ci sia qualcosa che non va!»
«Vedrai che invece tutto andrà bene. Tra poco vedremo la polvere sollevata dai
cavalli dei nostri compagni navajo che vengono a darci una mano per condurre
la
mandria
e
i
carri al villaggio!»
«Non dimenticare
che parte dei longhorn, della farina, delle coperte
e tutto quello che
sta sui carri va
poi
portata
agli
altri villaggi della riserva. E ci sarà bisogno di molte persone per tutti questi
viaggi. E’ per questo che viaggiamo con più carri di quanti ne siano necessari.
E Tex questo lo sa. E’ per questo che trovo strano che nessuno si sia fatto ancora vivo. Avremo bisogno di aiuto per evitare di perdere tempo. La roba sui
carri è già divisa e sappiamo già quante bestie vanno mandate ad ogni villaggio. Peste! Non ho mai fatto un discorso così lungo in vita mia!»
«Se vuoi precederci sulla pista per andare incontro ad Aquila della Notte, va’
pure! Io e gli altri procederemo verso il villaggio e ci ritroveremo più tardi.»
«Forse hai ragione. Non si vede però ancora niente all’orizzonte. Dovrò farmi
una bella galoppata!»
«Se Capelli d’Argento è troppo stanco, andrò io incontro ad Aquila della Notte!»
«Gran Putifarre! Capelli d’Argento non è stanco! Le ossa di Capelli d’Argento
non hanno bisogno di morbide coperte! Capelli d’Argento è in grado di cavalcare al galoppo anche fino al tramonto! E anche oltre, se necessario!»
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L’Aquila contro la Tigre
«Capelli d’Argento è un grande guerriero! Lupo Grigio lo sa!»
Il vecchio gufo non controbatte, sprona il suo mustang e si dirige velocemente
verso il villaggio centrale, mente i Navajo seguono lentamente la sua pista con
la mandria e i carri.
Ma nonostante abbia spronato il suo cavallo quanto possibile, Carson non incontra anima viva.
Il villaggio centrale si profila all’orizzonte, ma nessuno gli va incontro.
Un ultimo sforzo richiesto al suo mustang e, dopo poco tempo, il villaggio gli
appare più nitido.
Nel
corral
sembra
non esserci neanche
un cavallo e non vede i soliti movimenti, i bambini che giocano, i cani che abbaiano, le donne e
gli
uomini
dedicati
alle
loro
faccende
quotidiane.
Il villaggio sembra deserto.
Un ultimo colpo alle reni del mustang e arriva al wigwam di Nuvola Rossa, nel
centro del villaggio.
Lo sciamano è fermo sull’ingresso. Il suo volto è impenetrabile. Non c’è alcuna
espressione. E’ immobile come una statua e sembra lo stia aspettando da
sempre.
«Entra Capelli d’Argento» sono le sue uniche parole.
Seduti sulle pelli di bisonte all’interno, Nuvola Rossa racconta quello che è successo.
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Letizia
La visita notturna di Tiger Jack, il suo comportamento, la sua decisione e la sua
fuga verso le terre alte e l’inseguimento di tutti i Navajo del villaggio centrale.
Tutto.
Carson ascolta in silenzio.
Il suo volto si fa sempre più scuro.
«Hai mandato staffette agli altri villaggi della riserva?»
«Sì.»
«Sai qual è l’ultimo villaggio che Tex doveva visitare?»
«Sì. Quello di Orso Nero.»
«Bene! Non c’è tempo da perdere, allora! Ho bisogno però di un cavallo fresco.
Il mio è troppo stanco e non resisterebbe neanche un’ora. Ma non ho visto
mustang nel corral!»
«Sono qui dietro. Sono due. Uno sellato e uno di ricambio. Nelle bisacce troverai acqua e cibo. Tanto buon pemmican.»
«Ah! Hai proprio pensato a tutto! Ma, già, sapevi del mio arrivo e sapevi che
sarei partito subito! Diavolo di un Nuvola Rossa! Ma dove sono le donne, i vecchi e i bambini? Non ho visto nessuno al villaggio!»
«Stanno facendo i preparativi per la cerimonia propiziatoria al Grande Spirito
perché protegga Aquila della Notte.»
«Prima del tramonto arriverà Lupo Grigio e i suoi con i rifornimenti. Mettilo al
corrente e digli di seguirmi subito. Io lascerò dei segni.»
«Uhm.»
«Adios Nuvola Rossa!»
«Che Manito ti accompagni sul tuo cammino.»
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L’Aquila contro la Tigre
«Questo dannato puma ci sta procurando più rogne del previsto, pa’! Sono tre
giorni che gli stiamo dietro! L’avremo visto al massimo quattro volte e ci è
sempre sfuggito!»
«Cinque! Ma vedrai che lo prenderemo presto!»
«Speriamo. Non vedo l’ora di ritornare al nostro villaggio!»
«Mi preoccupa il fatto che ci stiamo avvicinando troppo alle terre degli Hualpai!»
«Quelle teste calde non sono poi così pericolosi, pa’! E poi siamo ancora lontani
dalle loro terre. Ma se si facessero vedere avrebbero pane per i loro denti! Non
hanno fucili e noi siamo ben armati e abbiamo una grande quantità di cartucce!»
«Non commettere mai l’errore
di
sottovalutare
l’avversario,
Kit! Se gli Hualpai...»
«Pa’! Il puma, dietro di te!»
Il puma però è più veloce di Kit
e il suo tiro non arriva a colpire
la belva che si è già dileguata.
«L’hai
mancato!
Devi
essere
meno precipitoso, figliolo. Hai
agito con troppa fretta e il puma ha visto le tue mosse. L’hai messo in guardia
ed è scappato! Dovevi agire lentamente e comportarti come se non l’avessi visto e...»
«Pa’, c’è qualcuno su quell’altura. Non vedo bene chi è, perché ho il sole negli
occhi. Vedo solo che è un indiano. Forse un Hualpai?»
«No di sicuro. E’ controluce, ma vedo che imbraccia un winchester!»
«Sarà un Navajo che è venuto a cercarci?»
«Poco probabile. Abbiamo sistemato tutto. L’unica grana rimasta è questo
dannato puma che continua a sfuggirci!»
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Letizia
«Potrebbe essere successo qualcosa al villaggio centrale. Lo zio Kit avrà incontrato qualche difficoltà con i rifornimenti. E’ già successo!»
«Non sono mai state grane grosse. Qualche ritardo, qualche bestia un po’ malandata, ma niente che il vecchio gufo non possa risolvere da solo!»
«E allora chi... Pa’, mi sembra di riconoscere in lui Tiger Jack!»
« Tiger?»
«Sì, mi sembra proprio lui. Anzi, sono sicuro che sia lui!» e grida con quanto
fiato ha in gola agitando in aria il suo winchester ancora caldo «Tiger! Ehi Tiger!»
«Non può sentirti Kit! E’ troppo lontano! E poi il frastuono delle rapide copre
ogni altro rumore! Ma sei sicuro che sia lui?»
«Sicurissimo, pa’! Non vedi come si muove! E poi la sagoma, non la vedi, è la
sua!»
Un colpo di fucile e Tex cade a terra. La sua gamba sanguina. L’ombra
sull’altura è sparita.
«Hokan, hai udito? Un colpo di arma da fuoco!»
«Sei
sicuro?
dell’acqua
La
voce
tonante
copre
tutti gli altri rumori.»
«Il mio orecchio è molto
buono e ha sentito uno sparo tra il fragore delle acque.»
«Un’arma da fuoco! Solo i
gringos ne hanno!»
«Ma anche i Navajo di Aquila della Notte!»
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L’Aquila contro la Tigre
«I Navajo non si addentrano mai nei nostri territori!»
«Ma il colpo veniva da dietro quel pendio. E quello è ancora territorio dei nostri
nemici!»
«Andiamo a vedere.»
E la pattuglia di guerrieri, guidati dal loro capo, il feroce Hokan, si dirige camminando veloce verso il ponte di corde sospeso tra le due sponde rocciose del
torrente che segna il confine tra le terre dei Navajo e quelle degli Hualpai.
«Correte pure senza badare al rumore! I nostri nemici non ci sentiranno perché
il rumore delle acque tonanti coprirà i nostri passi!»
«Penna di Falco! Due cavalieri stanno correndo dietro di noi e stanno seguendo la nostra pista... No, ora vedo meglio, è solo uno ed ha un cavallo di ricambio.»
«Sì, ora lo vedo bene! E’ Capelli d’Argento! Ma con lui non ci sono gli altri guerrieri che sono andati con lui a ritirare i rifornimenti per l’inverno!»
«Tra poco ci dirà tutto! Correndo a quel modo non ci metterà molto a raggiungerci!»
Infatti Carson
arriva
molto
presto
dai
suoi
amici
navajo.
«Perché
Ca-
pelli
d’Argento
solo?
è
Dove
sono i guerrieri che erano con lui?»
«Sono rimasti indietro, ma ci raggiungeranno presto! Voi piuttosto, come mai
ancora qui? Credevo foste più lontani!»
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Letizia
«Abbiamo perso un po’ di tempo per ritrovare le tracce di Tiger Jack! Le avevamo perse più volte nei terreni rocciosi e ci siamo divisi per ritrovarle. E abbiamo lasciato tracce per te e per tutti gli altri Navajo che Nuvola Rossa ha
mandato a chiamare!»
«Sì! Ho visto i vostri segni!»
«Andiamo allora! Se Aquila della notte non è ancora riuscito a trovare il puma,
so dove può aver lasciato i cavalli!»
«Puma?»
«Sì! Orso Nero non ti ha detto nulla?»
«Non sono passato per il suo villaggio! Ho visto dalle tracce che solo una piccola parte di voi ha deviato per il villaggio. La maggior parte ha proseguito per le
terre alte e ho seguito quelle tracce!»
«Sì! Siamo andati da Orso Nero non solo per avere notizie, ma anche per avere
qualche mustang di ricambio!»
«Spero che Lupo Grigio e i navajo degli altri villaggi ci raggiungano presto perché, se ci saranno guai con gli Hualpai, avremo bisogno di molti winchester!»
«Papà!»
«Sto bene Kit! E’ solo una ferita alla gamba! La pallottola è entrata e uscita!»
«Ma perché Tiger ti ha sparato?» e guarda verso l’altura da cui è partito lo sparo.
Ma non vede nessuno.
«Non può essere stato Tiger Jack! E’ mio fratello di sangue! Mi fido di lui più di
me stesso!»
«Ti dico che era lui, pa’! Ne sono sicuro! Ma lascia che dia un’occhiata alla ferita! Ti fa male?»
«Ho avuto ferite peggiori!»
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L’Aquila contro la Tigre
«Se avessimo un po’ di whisky per disinfettare la ferita...»
«Nella bisaccia c’è un linimento per cavalli. Non è il massimo, ma andrà bene
per una vecchia quercia come me. E prendi anche un altro fazzoletto! Lo userò
con il mio per la fasciatura!»
Si allontana verso le bisacce gettando ancora uno sguardo verso l’altura che
sembra
ancora
deserta.
Sempre
in
guardia,
winchester in pugno e dita
sul grilletto.
«Chissà perché Tiger ti ha
sparato! Ha perso il lume
della ragione? Sarà sotto
l’influenza di Mefisto? Maledetto vecchiaccio! Riusciremo mai a eliminarlo definitivamente?»
«Non credo che c’entri Mefisto! Tiger Jack ha una mira molto buona e, se voleva uccidermi... No, voleva solo ferirmi e in maniera non grave, anche se non
capisco perché!»
«Forse Mefisto ti vuole vivo per poterti...» e non finisce la frase perché una
clava di pietra lo colpisce alla testa.
«Kit! Kit!»
«Catturiamo Aquila della Notte! Lo voglio vivo! E’ ferito, ci sarà facile sopraffarlo. E tu, Mahua, uccidi Piccolo Falco e prendi il suo scalpo!»
Mahua si avvicina a Kit inanimato, il sangue che cola dalla sua fronte. Ma non
fa tempo ad alzare il tomahawk contro di lui che cade a terra fulminato da un
colpo di winchester.
Altri colpi seguono in rapida successione e molti Hualpai seguono la stessa sorte di Mahua.
«Attenti! C’è un cane navajo che spara da quell’altura! Mettetevi al riparo tra le
rocce e trascinate via con voi Aquila della Notte!»
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Letizia
Ma anche Tex, con le sue colt micidiali, abbatte i guerrieri che gli si avvicinano.
«Stai fresco se credi che sia facile catturarmi, anche se sono ferito!»
Ma gli Hualpai sono troppo numerosi e, anche se subiscono numerose perdite,
riescono ad avere ragione su Tex.
Lo colpiscono alla testa e Hokan, caricatoselo sulle spalle, se ne fa scudo e
fugge verso il ponte di corde insieme ai suoi guerrieri, alcuni dei quali continuano a cadere sotto il fuoco del micidiale winchester che, rabbioso, fa fuoco
contro di loro.
«Ecco i cavalli! Me lo immaginavo che li avrei trovati qui! Ci sono i due di Tex
e di Kit a cui si è aggiunto in seguito quello di Tiger Jack!»
«E’ vero, Capelli d’Argento. Due cavalli sono più freschi e riposati dell’altro.»
«Sì, ma il mustang di Tiger non è sudato! E’ qui da qualche ora! Lasciamo qui
anche i nostri cavalli. Da qui in avanti dovremo proseguire a piedi, Penna di
Falco!»
«Lascerò dei segni per i nostri
guerrieri.»
«Prendete tutte le armi e tutte
le munizioni! Peccato non avere qualche candelotto di dinamite, avrebbe potuto farci comodo!»
«Quando eravate nella città
degli uomini bianchi, potevate
prenderne qualcuno. Ma non
potevate sapere tutto questo. Neanche Tiger Jack lo sapeva!»
«Né tantomeno Tex e Kit! Peste! Ci sarebbero volute le arti magiche di Mefisto!»
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L’Aquila contro la Tigre
«Vieni, Capelli d’Argento. Prendi la mia mano. Ti aiuto a salire.»
«Per la barba di Matusalemme! Aiuta tuo nonno! Ce la faccio da solo. E meglio
di te!»
«Se prendi la mia mano, sarai più veloce e non stancherai le tue ossa!»
«Fulmini! Le mie ossa stanno benissimo e non mi dolgono! Né adesso né prima! Sei peggio di Lupo Grigio! Le mie ossa brontolavano solo perché avevo un
presentimento! E tutt’altro che ingiustificato, visto quello che è successo e che
sta ancora accadendo!»
«Pensi che riusciremo a salvare Aquila della Notte?»
«Grande Giosafatte! Certo che ci riusciremo! Non è la prima volta che Tex si
trova nei guai. E se l’è sempre cavata!»
Queste ultime parole escono dalla bocca di Carson più come un augurio che
come una certezza.
Forse è la prima volta che teme veramente per la vita di Tex.
Kit si riprende. Un forte dolore gli martella la testa e la sua vista è ancora un
po’ annebbiata.
Cerca di ricordare e di capire cosa è successo.
Quanto tempo è rimasto svenuto?
Suo padre è sparito e anche gli Hualpai.
Quelli vivi naturalmente, perché intorno a lui ne vede una dozzina caduti.
Ma perché l’hanno lasciato lì, svenuto e alla loro mercé.
Perché non l’hanno catturato o ucciso?
E perché non hanno preso le sue armi e le due bisacce?
E soprattutto si domanda:
«Papà sarà ancora vivo?»
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Letizia
E chi ha ucciso gli Hualpai e perché i caduti non sono stati portati via?
Suo padre non avrebbe potuto colpirne così tanti prima di essere sopraffatto.
E’ forse stato Tiger Jack?
Questo spiegherebbe il fatto che hanno abbandonato i loro morti.
Ma perché?
Si domanda ancora perché Tiger ha sparato a suo padre.
Perché è stato lui a sparare, ne è certo.
Raccoglie il fucile e si guarda ancora intorno.
Il ponte di corde sembra più traballante di prima.
Nota che le corde, che lo sostenevano nella sponda opposta, sono state tagliate e poi riparate alla meglio.
Cosa è successo?
Mentre nella sua testa ancora frastornata si formano tutte queste domande,
non si accorge che il puma, i cui passi sono resi ancora più leggeri dal rumore
delle rapide, è alle sue spalle.
Con un balzo gli è addosso.
Kit cade in avanti e il suo winchester gli sfugge dalle mani.
Con un altro balzo il puma è su di lui.
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L’Aquila contro la Tigre
Kit si accorge che, nella caduta, le sue colt si sono sfilate dalle fondine e sono
cadute più avanti, lontano da lui.
E’ disarmato e sente la zampa della belva premere sul suo petto.
Quando Tex si riprende, si ritrova legato mani e piedi in una grotta, sorvegliato da una mezza dozzina di Hualpai.
Non ha gli stivali.
Forse gli Hualpai hanno scoperto la lama nascosta in un tacco o forse, per la
tortura, vogliono iniziare dalle piante dei piedi.
Il suo pensiero va a suo figlio che ha visto cadere colpito alla testa.
Ha visto gli Hualpai cadere intorno a lui colpiti da... Già, da chi?
Da Tiger Jack? Possibile che Kit abbia visto giusto e che fosse veramente lui a
sparare?
Ma allora perché l’ha ferito?
Un fatto certo è che, se suo figlio è ancora vivo, lo deve a questo... Lo deve a
Tiger Jack?
Ma, per quante supposizioni faccia, non riesce a capire quello che è successo.
«Spero solo che non me l’abbiano ucciso» pensa «perché la mia vendetta sarà
terribile!»
Ma pensa anche che la situazione in cui si trova non è certo delle più felici!
«Anche se Tiger Jack venisse ad aiutarmi» continua a pensare «e a questo
punto non sono più sicuro di niente, sarebbe lui solo contro un’intera tribù di
fanatici scatenati che hanno più volte cercato di farmi la pelle!
E poi questi nodi sono maledettamente stretti. Hanno bagnato le strisce di cuoio che, asciugandosi, mi stringono sempre più i polsi, fino a lacerarmi le carni.
Uhm! Mi sono trovato in situazioni migliori!
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Letizia
Ma questi pazzi non si rendono conto di scatenare così l’ira di tutte le tribù Navajo!»
«Aquila della Notte si è svegliato! Vai a cercare Hokan!»
«I cani Hualpai sono come le iene che attaccano il leone solo quando è ferito e
non può difendersi. E solo quando sono numerosi come le formiche!»
«Il cane bianco abbaia invano contro
i valorosi Hualpai e
presto
delle
si
pentirà
sue
parole
taglienti!»
«Toglimi i legami e
poi, anche se sono
ferito, ti faccio vedere io quanto siete valorosi, ma a
suon di sberle!»
«Sono contento che il capo dei Navajo sia nel pieno delle sue forze! Resisterà
di più alle torture che lo attendono!»
Tex si volta verso la voce.
E’ Hokan, il capo degli Hualpai.
E solo allora si accorge che la sua ferita è stata curata e non sanguina più.
Il puma gli è addosso, pronto a ghermirlo.
Kit non muove un muscolo.
Il puma, sospettoso, tasta il suo corpo come se volesse rendersi conto che la
sua preda non è più in grado di difendersi o di opporre resistenza.
Infine, sentendosi sicuro, avvicina le sue fauci alla gola della preda.
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L’Aquila contro la Tigre
Ma Kit, con un gesto fulmineo e inaspettato, squarcia la gola della belva con un
coltello che è apparso nelle sue mani quasi per magia.
Poi, con un violento strattone, allontana dal suo corpo il puma, aiutandosi anche con le ginocchia usandole come leva.
La belva cerca di allontanarsi e un ruggito disperato di dolore esce dalle sue
fauci insanguinate.
Con il sangue che esce copioso dalla sua gola, sente che le forze la stanno abbandonando e percorre pochi passi prima di cadere al suolo morente.
Kit raccoglie le sue colt e il winchester.
Si avvicina al ponte di corde e controlla che sia sufficientemente robusto da sostenere il suo peso.
Cautamente lo attraversa e, come aveva già notato, vede che le funi di sostegno erano state tagliate e che poi sono state riparate e rinforzate con alcune
corde più nuove delle altre.
Ci sono altri tre Hualpai caduti e questo
gli conferma che non
è stato suo padre a
sparare.
E’ stato sicuramente
Tiger Jack.
Nella mente di Kit ritornano martellanti le
domande che si era
già posto senza ottenere una risposta.
E non riesce a trovare neanche una supposizione che sia almeno logica.
Gli ritornano in mente le parole di suo padre “... voleva solo ferirmi e in maniera non grave...”
E questa gli sembra l’unica cosa che abbia un senso: Tiger Jack non avrebbe
certo sbagliato mira e, se avesse voluto uccidere, lo avrebbe certo fatto!
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Letizia
Cerca qualche traccia degli Hualpai, ma il terreno roccioso non gli parla.
«Poco male.» pensa. «C’è un unico sentiero da seguire. Non posso sbagliare!»
Segue il sentiero che pensa porti al villaggio più vicino degli Hualpai.
«Chissà se anche Tiger ha seguito papà e gli Hualpai che lo hanno certamente
catturato!» dice Kit tra sé e sé «Perché papà è certamente vivo e quei cani
rabbiosi lo hanno portato al loro villaggio per riservagli una morte più dolorosa.
Ma hanno commesso un grave errore a lasciarmi in vita, perché, se papà
non...»
Nella sua mente la frase si interrompe quasi avesse paura perfino di pensarla.
«Io non avrò pace finché non vi vedrò tutti morti!»
Le sue ultime parole, urlate come se volesse farle udire a tutti gli Hualpai, risuonano terribili tra le alture e sovrastano il rumore delle rapide.
Il suo fucile winchester è alzato minaccioso e il suo volto è scuro come la vendetta.
Carson è ora sull’altura da cui è partito lo sparo che ha ferito Tex.
Con lui ci sono Penna di Falco e i Navajo che si erano gettati subito
all’inseguimento di Tiger Jack.
Lupo Grigio non si è ancora visto.
E neanche i suoi Navajo né quelli degli altri villaggi, sparsi in tutta la riserva.
In basso vedono i corpi di numerosi Hualpai e, poco distante, quello del puma
coperto dal suo sangue.
Gli avvoltoi volano sempre più bassi.
«Scendere fin laggiù non sarà facile, Capelli d’Argento. E perderemo molto
tempo!»
«No, se ci caleremo con delle funi!»
«Ma nessuno di noi ne ha!»
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L’Aquila contro la Tigre
«Io ho un paio di lazos! Guarda nella sella dell’altro mio mustang! Nuvola Rossa deve aver visto anche questo nella sua visione! O semplicemente pensava
che ci sarebbero serviti!»
«Eccoli, Capelli d’Argento!»
«Bene! Cercate un solido appiglio e legate a quello il capo di un lazo!»
«Il costone è troppo alto. I lazos non sono abbastanza lunghi!»
«Non temere, Penna di Falco! Uniremo i due lazos con un nodo ben saldo e la
corda arriverà fino in fondo.»
La fune ottenuta con i due lazos uniti raggiunge infatti il basso e Penna di Falco
inizia per primo la discesa
senza aspettare.
Carson e gli altri Navajo
sono rimasti sull’altura.
Scenderanno uno alla volta
per non appesantire la fune
ed evitare che si spezzi.
«Aspettate
a
scendere!»
urla Penna di Falco.
«Come hai detto? Con queste maledette rapide non si
capisce una parola!»
«Ha detto di aspettare, Capelli d’Argento!»
«Aspettare? E perché? Sei sicuro di aver sentito bene?»
«Le mie orecchie hanno sentito bene, Capelli d’Argento!»
«Come diavolo hai fatto a capire? Io ho solo sentito urlare senza distinguere
però il significato delle parole!»
«Le tue orecchie hanno troppe primavere!»
«E dagli con queste primavere! Per tua norma, io non sono...»
«Ora potete scendere!» urla Penna di Falco, interrompendo Carson.
21
Letizia
Mentre lassù, sull’altura, stavano parlando, lui aveva superato un crepaccio,
che lo separava dalla piccola radura, con un capo della fune legato alla cintura.
Ora sta tenendo la fune in modo che Carson e i Navajo, scendendo, si trovino
direttamente sulla radura senza dover attraversare il crepaccio.
Avrebbero guadagnato tempo.
E il tempo guadagnato poteva significare la salvezza di Tex.
Iniziano tutti a scendere, uno alla volta.
Carson per primo.
Appena sceso, si rivolge a Penna di Falco.
«Io vi precedo verso il villaggio Hualpai. Di’ agli altri che mi seguano uno alla
volta, senza perdere tempo. Quando saranno scesi tutti, seguimi anche tu.»
«Hokan, maledetto fanatico! Non ti sono bastate tutte le legnate che ti ho dato? A te e ai tuoi lupacchiotti Hualpai?»
«Il capo dei cani Navajo getta le
sue parole al vento! Egli non può
più evitare la morte che lo attende quando il prossimo sole sarà
alto nel cielo!»
«Così ho ancora qualche ora di
tempo!» pensa Tex. «Anche se
non vedo cosa potrò escogitare
questa volta!»
«La mia morte sarà la rovina per
te e per tutti i tuoi cuccioli Hualpai! I miei Navajo verranno nelle
vostre terre a seminare morte e distruzione! Le vostre donne piangeranno e a
lungo si racconterà di quanto sia stata terribile l’ira dei Navajo!»
22
L’Aquila contro la Tigre
«Gli Hualpai non hanno paura! Che vengano i cani Navajo! Troveranno la morte che credevano di venire a portare!»
«I Navajo sono numerosi come le stelle in cielo e come i fili d’erba della prateria! E hanno terribili armi da fuoco! E nulla potranno le vostre frecce e le vostre
lance!»
«Basta ora con le parole! Alla prossima alba prepareremo il luogo della tua tortura! Nel frattempo le squaw cureranno ancora la tua ferita. Devi poter resistere alla tortura per molte ore! La tua sarà una morte lenta e terribile, Aquila
della Notte!»
«Kit, vieni accanto a me e tieni giù la testa! Gli Hualpai potrebbero vederti!»
«Come fai a sapere che sono io? Non ti sei nemmeno voltato! E come hai fatto
a sentirmi? Sono stato più silenzioso di un...»
«Ti ho visto già da più di un’ora! E ti aspettavo! E stai giù, ho detto! Il villaggio
degli
Hualpai
è
proprio qua sotto!»
«Non temevi che ti
piantassi il mio coltello
nella
schie-
perché
avrei
na?»
«E
dovuto temerlo?»
«E me lo domandi?
Hai sparato a papà!»
«E mi avresti ucciso prima di sapere perché? E poi, sei sicuro che sono stato io a sparare a tuo
padre?»
23
Letizia
«Sicurissimo! Ti ho visto anche se avevo il sole negli occhi! Eri tu! Sei stato tu
a sparare a papà! Prova a negarlo!»
«E perché dovrei negarlo? Lo sai che non ho mai mentito!»
«Ma perché? Perché hai cercato di ucciderlo?»
Kit non è molto convinto che Tiger avesse l’intenzione di uccidere.
Le parole gli sono uscite di getto, quasi senza pensarle.
«E’ tuo fratello di sangue. E’ mio padre! Ti ho sempre considerato come un secondo padre! Tutte le volte che lui non c’era, anche quando ero molto piccolo,
tu eri sempre con me! Perché allora?»
«Tu credi veramente che abbia cercato di uccidere tuo padre?»
«Cosa dovrei credere? Gli hai sparato!»
«Gli ho sparato, ma l’ho colpito alla gamba! Mi hai mai visto sbagliare un colpo? Se avessi voluto ucciderlo, tuo padre ora non sarebbe prigioniero degli
Hualpai!»
«Dov’è ora? L’hai visto?»
«Non l’ho visto, ma so dov’è! Vedi quella grotta? C’è un gran movimento e ci
sono molte sentinelle! Ho visto le squaw con erbe ed unguenti. Tex è sicuramente là dentro! Gli Hualpai gli stanno curando la ferita del mio winchester. Lo
vogliono in forma perché resista il più a lungo possibile alle torture!»
«Cani maledetti! Scendiamo e avviciniamoci senza far rumore e...»
«No. Il rumore non lo sentirebbero perché le rapide lo coprirebbero. Ma ci vedranno sicuramente. E, anche se riusciremo a farne fuori molti, sono sempre
troppi! E tuo padre sarebbe la loro prima vittima! Aspettiamo un’occasione più
favorevole! I nostri Navajo non tarderanno ad arrivare e ci aiuteranno! E poi so
cosa vogliono fare gli Hualpai a tuo padre!»
«E come fai a saperlo? E non mi hai ancora detto perché gli hai sparato!»
«Già! Credo di doverti qualche spiegazione! Siediti! Ti racconto!»
24
L’Aquila contro la Tigre
«Capelli d’Argento è stanco? Vuole riposare un poco?»
«Sì che sono stanco! Sono stanco di essere considerato un vecchio come Matusalemme, Matusalemme Ballerino! E poi, anche se fossi stanco, non mi fermerei neanche un secondo. La salvezza di Tex dipende da noi e dal tempo che
impiegheremo ad arrivare al villaggio degli Hualpai!»
«Penna di Falco lo sa. Ma mentre Capelli d’Argento si riposa, i nostri Navajo
continueranno il cammino e
noi li seguiremo dopo.»
«No. Voglio essere io il primo ad arrivare. Credo che la
vita di Tex dipenda dal mio
fucile!»
«Le prime luci si cominciano
a vedere, dietro le montagne. Presto sarà giorno e
potremo camminare più veloci su queste rocce.»
«Già. Con questo buio è
quasi
impossibile
vedere
dove si mettono i piedi! Ed è anche una notte senza luna!»
«Credi che i Navajo che erano con te e quelli degli altri villaggi siano ancora
molto lontani?»
«Non lo so, Penna di Falco. Io ho preceduto la carovana di qualche ora, ma avevo due buoni mustang. Lupo Grigio e i suoi non hanno certo trovato cavalli di
ricambio al villaggio centrale! E gli altri Navajo arriveranno separatamente. I
loro villaggi sono molto distanti l’uno dall’altro!»
«Fino ad ora non abbiamo incontrato neanche un cane Hualpai. Lo avremmo
catturato e gli avremmo chiesto dove è stato portato Aquila della Notte! Penna
di falco sa come far parlare un nemico!»
25
Letizia
Il suo coltello appare stretto nella sua mano e il suo volto si fa nero come se
avesse veramente un Hualpai tra le mani.
«Quei maledetti sono senza dubbio tutti al villaggio dove è stato portato Tex!
Ma non temere! Non avremo bisogno di cercarlo! Gli spari ci guideranno!»
Il racconto di Tiger Jack.
E’ ancora notte, ma nel wigwam dello sciamano non si dorme.
«Entra, Tiger Jack.»
«Nuvola Rossa non dorme?»
«Mi sono appena destato. Ho avuto una visione.»
«Anch’io ho avuto una visione. E’ per questo che sono qui.»
«Siedi e racconta, mentre io preparo le erbe della magia e le piccole ossa.»
«Aquila della Notte è in pericolo. Ho visto gli Hualpai che scagliavano frecce
contro di lui. Egli era legato e sospeso sulle rapide della Montagna Ruggente.»
Lo sciamano accende le erbe secche, che sprigionano un fumo azzurro, e dispone le piccole ossa in una ciotola.
«La mia visione era offuscata, ma anch’io ho visto il capo dei Navajo, ferito da
un’arma da fuoco, nelle terre degli Hualpai.»
«Nella mia visione Tex non aveva alcuna ferita. L’ho visto bene. Era nel pieno
delle sue forze e, se non fosse stato legato, molti Hualpai si sarebbero pentiti
di averlo catturato!»
«La ferita da arma da fuoco è l’unica cosa che ho visto nitida nella mia visione.»
«Ma come può essere? Gli Spiriti non mentono!»
«Non mentono, ma a volte i loro messaggi sono oscuri e noi non sappiamo capirli.»
26
L’Aquila contro la Tigre
«Vuoi dire che, se sono in tempo, posso cambiare il destino di Aquila della Notte?»
«Non so. Forse.»
«Gli Hualpai però non hanno armi da fuoco. Forse hanno preso i fucili di Aquila
della Notte e Piccolo Falco.»
«No. Chi ha ferito Aquila della Notte ha poi sparato anche agli Hualpai e molti
di loro sono saliti ai Pascoli del Cielo.»
«Ma chi può aver sparato a Tex? Hai avuto visioni su suo figlio?»
«Non ho visto il suo volto. La visione era annebbiata. Ma Piccolo Falco non corre alcun pericolo. Lo
dicono gli Spiriti
che
vedo
nel
muoversi
fumo.»
«Cosa dicono le piccole ossa? Tex è stato
ferito o no? E io... Un
momento... Se io...»
«Le piccole ossa dicono che il nostro capo è
stato ferito da un colpo di fucile. E dicono anche altro.»
«Sono stato io a ferire Aquila della Notte! Sono stato io! Ora capisco! Ma lo
raggiungerò, lo colpirò con il mio winchester e lo fermerò. Un colpo non mortale, alla gamba. La mia mira sa essere precisa.»
«No.»
«Sì, invece. Egli non sarà catturato dagli Hualpai perché io lo fermerò. E la mia
visione sarà spezzata. Tex ritornerà indietro con Piccolo Falco al villaggio di Orso Nero. E sarà salvo!»
«No, ti dico. Le ossa...»
27
Letizia
Ma le sue parole cadono nel vuoto. Rimane solo nel suo wigwam mentre dà
un’ultima occhiata alle piccole ossa.
E’ ancora buio nel villaggio centrale della riserva.
Timidamente compaiono i primi deboli bagliori all'orizzonte, come se il sole fosse troppo pigro per sorgere...
«Ma allora, quando hai sparato volevi solo fermare mio padre e impedirgli di
proseguire verso le terre degli Hualpai!»
«Sì. E’ così!»
«Ma quei cani rabbiosi sono riusciti a catturarlo ugualmente!»
«Purtroppo! Non sono riuscito ad evitarlo. Erano troppi! Ma il destino di Tex è
già cambiato! Nella mia visione non era ferito. L’ho visto bene! E riusciremo
ancora a cambiarlo e lo salveremo!»
«Certo che lo salveremo! Ma siamo solo due! Come potremo affrontare l’intera
tribù degli Hualpai?»
«Dobbiamo solo prendere tempo! I nostri Navajo sono sulle mie tracce e arriveranno presto!»
«Evviva!»
«Non esultare troppo! Non so fra quanto saranno qui e dobbiamo assolutamente fare in modo che gli Hualpai non uccidano tuo padre!»
«Non lo faranno! Lo zio Kit è con i nostri Navajo?»
«Quando ho lasciato il villaggio centrale non era ancora arrivato con i rifornimenti. Ma la carovana non poteva essere molto distante e a quest’ora starà sicuramente galoppando verso di noi! Ma non è su di lui che conto. I guerrieri
che erano al villaggio si saranno messi subito al mio inseguimento. Loro arriveranno certamente prima di Carson!»
«Dovranno però lasciare i cavalli, magari dove li abbiamo lasciati noi e proseguire a piedi!»
28
L’Aquila contro la Tigre
«Sì! E troveranno anche il mio mustang, con i vostri.»
«Povero zio Kit! Dovrà seguire il nostro percorso e arrampicarsi come una capra!»
«Carson, anche se ha molte più primavere di te, è forte e robusto come un bisonte e agile come una gazzella! Io spero solo che abbia raggiunto presto i
miei inseguitori, perché un buon fucile come lui sarà indispensabile per la salvezza di Tex!»
«Ma i Navajo che sono partiti subito dopo di te sanno della gravità della situazione! Non avranno perso un minuto e saranno qui tra poco!»
«Uhm! Poco probabile! Io sapevo esattamente quale strada percorrere mentre
loro dovevano seguire le mie tracce. Le avranno sicuramente perse almeno un
paio di volte!»
«Ma tu non potevi lasciare dei segni?»
«Non ne avevo il tempo! E non potevo neanche deviare su terreni più favorevoli per le tracce!
Ogni minuto guadagnato poteva significare la salvezza di
Tex!»
«Ma,
anche
se
a-
vranno perso un po’
di tempo per trovare
le tue tracce, saranno lo stesso qui tra
poco!»
«Avranno però perso altro tempo per deviare nei villaggi vicini per cambiare i
cavalli!»
«Ma tu avevi un solo cavallo! Come hai potuto correre così veloce senza sfiancarlo?»
«Il mio mustang è un buon cavallo! Forse il migliore di tutta la riserva, ed io
sono un buon esperto di cavalli, non ti pare?»
29
Letizia
«Il migliore! Ma cosa è successo? Io ricordo solo che ho preso una gran botta
in testa e poi più nulla!»
«Sono arrivati gli Hualpai! Sono loro che ti hanno colpito. Io ne ho colpiti una
decina e anche Tex, con le sue colt, si è fatto sentire. Ho impedito che facessero del male a te, ma non sono riuscito a impedire che lo catturassero. Erano
troppi, te l’ho detto. E uno di loro ha preso tuo padre sulle spalle e si è fatto
scudo con il suo corpo!»
«Cani maledetti!»
«Poi sono sceso dall’altura, ma ho perso del tempo. Non è stato facile scendere
fino a te. Quando sono arrivato, ho visto che eri solo svenuto e che la tua ferita
alla testa non era grave. E avevo fretta di inseguire gli Hualpai!»
«Hai fatto bene! Però non hai pensato che, così svenuto ero una facile preda
per il puma? A momenti non ci lascio la pelle! Dannato gatto!»
«Puma? Quale puma?»
«Già, tu non potevi saperlo! Stavamo dando la caccia a un puma che aveva
fatto strage delle pecore di Orso Nero!»
«Io sapevo solo che tu non eri in pericolo. Lo hanno detto gli Spiriti a Nuvola
Rossa. Tuo padre invece correva un grande pericolo!»
«E lo corre ancora! Ho visto che le corde del ponte erano state tagliate! Sei
stato tu a ripararle?»
«Sì! Gli Hualpai fuggendo, per evitare di essere inseguiti, hanno tagliato le corde di sostegno del ponte che è caduto dalla vostra parte del torrente!»
«E come diavolo hai fatto a...»
«Ho visto che avevate un paio di lazos...»
«Sì, infatti! E, ora che ci penso, non c’erano più quando mi sono ripreso!»
«Mi sono calato dalla sponda del torrente e ho fissato un capo della corda al
ponte caduto. Poi ho attraversato le rapide, aiutandomi con l’altro lazo. Sulla
sponda opposta c’erano parecchi appigli. Sull’altra riva, ho unito i due lazos e
mi sono arrampicato fino al sentiero, tenendo uno dei capi legato alla cintura!»
30
L’Aquila contro la Tigre
«Già, poi, una volta arrivato in cima, hai tirato sul il ponte di corde e lo hai riparato usando i due lazos! Bravo!»
«Sì, è così. Ma ora taci. Vedo del movimento nel pueblo degli Hualpai!»
E’
quasi giorno.
Al villaggio Hualpai Hokan impartisce le ultime disposizioni ai suoi guerrieri.
Uno di questi, Tagua, ha attraversato il torrente in un punto più a monte, dove
le rapide sono meno impetuose, e ha già raggiunto la sponda opposta a quella
in cui si trova il villaggio.
Non ci sono ponti.
E non ne servirebbero, perché sull’altra sponda non ci sono sentieri.
Solo rocce e qualche appiglio a cui Tagua, che sembra attendere qualcosa dai
suoi compagni, si aggrappa a fatica.
Sull’altra sponda, un guerriero lega il capo di una fune ad una lancia e poi la
scaglia verso l’altro guerriero.
La lancia però, colpendo le rocce, rimbalza e cade giù nel torrente.
«Recupera la lancia, Tagua, e poi scagliala di nuovo.»
31
Letizia
Tagua obbedisce all’ordine del suo capo e prova ancora una volta, due, finché
la lancia non rimane impigliata fra le rocce e viene recuperata da Tagua, che
slega la corda e la tira verso di sé.
L’altro capo della corda è legato a una corda più grande e robusta, unta con
grasso d’orso e formata dall’intreccio di più corde, troppo pesante per poter essere lanciata con successo fino all’altra sponda.
Quando la fune intrecciata arriva sull’altra sponda, Tagua la lega saldamente
ad una roccia sporgente e si assicura più volte che sia in grado di sopportare il
peso di due uomini.
«Tiger, quei cani maledetti stanno preparando la fune a cui appenderanno mio
padre?»
«Pare di sì, Kit»
«Papà non si vede ancora! Appena lo vedremo uscire da quella grotta cominceremo a mandare all’inferno gli Hualpai e...»
«No! Troppo pericoloso! Ci saranno molti guerrieri intorno a lui. Non faremo in
tempo a ucciderli tutti e qualcuno avrà sicuramente modo di piantargli un coltello nella schiena!»
«E allora cosa proponi di fare?»
«Non lo so ancora. Vedremo cosa succederà e prenderemo una decisione al
momento giusto!»
«Queste dannate rapide! Con tutto il rumore che fanno, non potremo neanche
avvisare papà che siamo qui a dargli una mano. A dirgli di buttarsi a terra
quando apriremo il fuoco!»
«Non sarà necessario! Il rumore dei nostri winchester parlerà per noi!»
«Guarda, qualcuno sta uscendo dalla grotta!»
«E vedo anche che il guerriero sull’altra sponda sta arrampicandosi sulla fune.
Presto raggiungerà gli altri!»
«Intravedo papà ma c’è troppa gente intorno a lui! Che facciamo?»
Tex infatti sta camminando in mezzo ad un gruppo di Hualpai.
32
L’Aquila contro la Tigre
Gli hanno slegato i piedi ma è ancora scalzo e cammina a piedi nudi sulle rocce
taglienti.
I legamenti alle sue mani sono stati rinforzati ed è stato aggiunto un grosso
anello metallico, strettamente fissato alle corde di cuoio.
Tagua, che si era arrampicato sulla fune intrecciata, si è fermato a metà tra le
due sponde, in attesa.
Al villaggio intanto, alcuni guerrieri stanno togliendo la punta a numerose frecce e mettono le loro estremità spuntate sulle braci dei fuochi che hanno bruciato per tutta la notte.
«Ma che diavolo stanno facendo?»
«Non hanno l’intenzione di uccidere tuo padre! Almeno, non prima di averlo
fatto soffrire fino al sopportabile! Le frecce con la punta carbonizzata penetreranno nelle carni solo in parte, ma la punta arroventata sarà per lui una tortura
terribile!»
«Maledetti!»
Kit arma il winchester e sta per aprire il fuoco, cieco di rabbia.
Ma Tiger lo ferma.
«No! Non è questo il modo per salvare Tex! Sono troppi e gli stanno tutti intorno! Così lo uccideranno prima che noi si possa fermarli tutti!»
«E allora, cosa possiamo fare?»
«Dobbiamo aspettare che ci siano pochi guerrieri intorno a lui! Potremo così
ucciderli subito e poi occuparci di quelli che gli sono ancora troppo vicini. E
fermare così tutti quelli che lo prendono di mira, sperando che la maggior parte degli Hualpai si rivolga contro di noi!»
«E sperando che i nostri navajo arrivino presto, altrimenti...»
«Se il Grande Spirito ha deciso che questa sia la nostra ultima ora, sarà la nostra ora più gloriosa e molti nemici ci precederanno nelle Celesti Praterie!»
«Non ho paura di morire, mi dispiace solo che papà non sia qui con noi e che
non possa difendersi! E mi dispiace anche che zio Kit non sia qui! Quando saprà...»
33
Letizia
Ma si interrompe.
Non riesce a completare la frase.
«Cammina, Aquila della Notte! Svelto!»
«Come posso andare di fretta, testa di legno! Mi hai tolto gli stivali e su queste
rocce...»
«Taci, cane navajo! E non aumentare la mia collera!»
«E perché? Hai forse intenzione
di
accoltellarmi
alle spalle, come siete soliti fare tutti voi cani hualpai?»
«No! Non ti ucciderò subito!
Dovrai
soffrire
mille
volte prima di morire! Il
cane navajo urlerà e mi
implorerà di ucciderlo subito!»
«Stai fresco giuggiolone!
Io non urlerò! Io me la rido della tua tortura! Dalla mia bocca usciranno soltanto le risa di chi sa per certo che la mia morte sarà presto vendicata! Io riderò
di te e dei tuoi cuccioli hualpai, perché vedo morte e distruzione per voi e...»
«Taci! Hai già pronunciato le tue vane minacce! Gli Hualpai sono molto numerosi e guai ai Navajo che oseranno entrare nelle loro terre! Ma ora cammina! E
vedremo se riderai davvero!»
E spinge avanti Tex verso la sponda sul torrente.
«Apritegli le vesti! Voglio vedere il suo sangue sul petto quando le nostre frecce lo colpiranno!»
34
L’Aquila contro la Tigre
Un guerriero gli strappa la giubba e passa la fune intrecciata dentro l’anello di
metallo che è fissato alle corde che legano le sue braccia.
Un altro gli lega attorno alla vita due corde, ne afferra una saldamente in mano
e lancia la seconda a Tagua, oltre il torrente.
«Tiger! Lo stanno fissando alla fune per sospenderlo sul torrente! Dobbiamo intervenire subito!»
«Ancora troppo pericoloso Kit!»
«Ma lo stanno per appendere! Dobbiamo impedirlo a qualsiasi costo!»
«No, Kit! Questa può essere la sua salvezza!»
«Salvezza? Ma cosa dici?»
«Sì, se tuo padre sarà appeso sul torrente, sarà troppo lontano per essere colpito. Lo potranno fare solo con una lancia o una freccia. E noi lo impediremo!
Elimineremo tutti quelli che sono a tiro e faremo in modo che nessuno si avvicini per poter tirare! Ricorda: colpisci prima i più vicini e poi gli altri. Io mi occupo di quelli a sinistra e tu degli altri. Dovremo anche fare in modo da non interrompere mai il fuoco. Quando avremo finito i proiettili, io caricherò il fucile e
tu continuerai con le tue colt. Quando avrai finito i colpi, ricarica il fucile. Io sarò pronto con il mio!»
«Bene, Tiger! Faremo così! Ma ti confesso che non sono mai stato in pena per
papà come ora!»
Tagua, afferrata la fune legata alla vita di Tex, comincia a trascinarlo verso di
sé.
L’anello scorre facilmente lungo la fune unta di grasso e Tex raggiunge presto il
guerriero hualpai, che si arrampica con la fune verso la sponda opposta e la lega ad una roccia sporgente.
La stessa cosa fa un guerriero con l’altra fune legata alla vita di Tex.
35
Letizia
In questo modo l’anello che regge il prigioniero non può scivolare sulla fune né
verso una sponda né verso l’altra.
Intanto i guerrieri hualpai si radunano intorno a fuochi ormai spenti ma con le
braci ancora fumanti e, stringendo l’arco, afferrano ciascuno una freccia in attesa che il loro capo dia l’ordine di iniziare.
Hokan, con le braccia aperte e rivolte verso il cielo, urla:
«Che il gran dio Manito
guardi il valoroso popolo
degli Hualpai e gli dia forza e potenza! E che il sangue del capo dei cani navajo cada abbondante nelle acque del Fiume Ruggente!»
Poi, rivolgendosi a Tex, gli
dice:
«Questa è la tua ultima ora, Aquila della Notte! Appenderò il tuo scalpo alla
mia cintura e tutti sapranno che il valoroso Hokan ha preso la vita del capo di
tutti i Navajo!»
E si appresta a dare ai suoi guerrieri il comando che attendono ansiosi.
«Questa volta sembra proprio che sia giunto al capolinea!» pensa Tex mentre
uno sparo echeggia tra i canyon!
O erano due?
Poi altri spari in rapida successione e si scatena l’inferno.
«Spari, Capelli d’Argento!»
«Sì, due fucili e anche due pistole! Tiger Jack deve avere incontrato Kit!»
«Gli spari dicono che i nostri fratelli sono vicini. Affrettiamo il passo!»
36
L’Aquila contro la Tigre
«Per mille fulmini! Qui bisogna mettere le ali! Tex è in grave pericolo!»
«Tiger Jack e Piccolo Falco hanno bisogno del nostro aiuto! Corriamo fratelli!»
E Penna di Falco corre dietro Carson, che è già sparito dietro un costone roccioso, con un’energia insospettata.
E vedono i due Navajo che lontano, da una piccola altura, sparano verso il basso contro gli Hualpai che però non sono ancora visibili.
«Presto! Presto! Tiger e Kit hanno bisogno di noi! E dobbiamo impedire che gli
Hualpai uccidano Tex!»
Tagua è uno dei primi a morire, nel vano tentativo di tagliare la fune intrecciata a cui è appeso Tex.
«Per fortuna la maggioranza di quegli idioti si sta occupando di noi invece di
cercare di far la pelle a papà! Hai finito di ricaricare? Sto per finire i miei colpi!»
Senza neanche rispondere Tiger inizia a far fuoco sugli Hualpai mentre Kit, dopo aver esploso un paio di colpi, ricarica a sua volta.
Insieme formano un’infernale macchina da guerra che ha già causato numerose vittime.
Gli Hualpai cadono come foglie in una ventosa giornata d’autunno.
«Ah!»
«Kit! Per il Grande Spirito, ti hanno colpito?»
«E’ solo una freccia nella gamba! Non ti preoccupare, posso ancora sparare! Tu
non ti fermare, pensa a papà!»
«Ma tu cerca di stare giù! Non esporti troppo!»
E continua con il suo tiro micidiale, mentre Kit ricarica il suo fucile e le colt.
«Attento!»
E fulmina un Hualpai che stava per colpire Tiger Jack alle spalle con il tomahawk.
37
Letizia
E un altro ancora.
«Quei maledetti cominciano a farsi troppo vicini!»
Kit getta a Tiger, ormai senza
colpi, il suo winchester e continua a sparare con le due colt
agli Hualpai più temerari che
ormai sono a pochi passi.
Tiger afferra il fucile di Kit e lo
scarica sui guerrieri che stanno minacciando Kit sempre
più da vicino.
Ma un Hualpai riesce a colpire
il giovane Kit che, con un grido di dolore, rotola verso il
basso.
Ora giace immobile vicino ad una roccia.
Ha una freccia nel petto e un’altra, spezzata durante la caduta, in una gamba.
«Kiiit!»
Urla Tiger Jack mentre scarica rabbioso il winchester sugli Hualpai che accorrono sempre più numerosi.
Nel frattempo Hokan si fa largo tra i corpi dei suoi guerrieri caduti e si dirige,
armato di lancia, verso la sponda del torrente.
Si è accorto che dall’altura nessuno spara più verso di lui e vuole realizzare il
suo più grande sogno: uccidere Aquila della Notte.
Ormai ha rinunciato alla tortura delle frecce ed è ansioso di scagliare la lancia
nel petto del suo mortale nemico.
Nei suoi occhi si legge tutto l’odio verso di lui e dei suoi Navajo che hanno causato tanti morti tra gli Hualpai.
Avanza.
E stringe nel suo pugno la lancia dei suoi antenati.
38
L’Aquila contro la Tigre
Tiger Jack sta vuotando il suo winchester sugli Hualpai che stanno intorno a lui
quando vede Hokan che sta per scagliare la lancia verso Tex.
Fa fuoco immediatamente su di lui, ma il fucile scatta a vuoto: ha finito i colpi.
Si scaglia allora giù dall’altura, cercando disperatamente di portare il suo aiuto
al fratello di sangue.
Ma, proprio quando è vicino al corpo inanimato di Kit, è colpito da una freccia
nella schiena e cade accanto a lui.
Finalmente arriva sul luogo della battaglia anche Lupo Grigio.
Con lui ci sono tutti i Navajo di tutti i villaggi della riserva.
Gli Hualpai li vedono, numerosi come le formiche e terribili come leoni di montagna affamati.
E fuggono lasciando solo
morti.
«Era ora che tu arrivassi,
Lupo Grigio!»
«Capelli d’Argento sa che
non ho perso neanche un
attimo. E neanche i Navajo degli altri villaggi.»
«Tu occupati di Piccolo
Falco e Tiger Jack. Io
penso
ad
Aquila
della
Notte!»
«E intanto dirò a tutti di
sterminare i cani hualpai!»
«No, Lupo Grigio. Sono sicuro che è anche il volere di Tex!»
39
Letizia
«Ma Capelli d’Argento! Hanno cercato di uccidere Aquila della Notte! Hanno ucciso Tiger Jack e Piccolo Falco! »
«Non è detto che siano morti! Ho visto che si muovevano, tutti e due! Occupati
di loro, ti ho detto.»
Mentre il Navajo obbedisce a malincuore, Carson si dirige verso il torrente.
Intorno a lui neanche un Hualpai è rimasto in vita.
Tutti falciati dai micidiali colpi di Kit e Tiger Jack, ai quali si sono poi uniti i suoi
e quelli dei Navajo di Penna di Falco.
E infine quelli dei guerrieri di Lupo Grigio che hanno costretto gli Hualpai alla
fuga.
Raggiunta la sponda del torrente, spezza con un preciso colpo di winchester la
corda che era servita a Tagua per trascinare Tex al centro del torrente.
Poi afferra la corda che è legata alla vita del suo amico e lo tira lentamente
verso di sé.
Quando Tex è arrivato sulla sponda, lo libera tagliando i lacci di cuoio che serravano i suoi polsi.
«Scusa se ti ho un po’ tagliato, ma questi nodi erano talmente stretti che...»
«Mio figlio? E Tiger? Dove sono? Sono salvi? Stanno bene?»
«Sono feriti. Lupo Grigio si sta occupando di loro. Vieni!»
Con il cuore in gola, ansioso di conoscere le condizioni del figlio e di Tiger Jack,
Tex corre, precedendo Carson, verso una gruppo di Navajo che vede intorno
a...
Le ossa gli fanno male. Il fiato gli manca, a causa della prolungata e non certo
comoda posizione.
Ma corre come un forsennato.
Arriva da suo figlio e da Tiger.
Tutti i Navajo, che erano intorno ai due, fanno ala al loro capo che si avvicina.
40
L’Aquila contro la Tigre
«Dannato testone!»
La testa sembra scoppiargli.
Cerca di alzarsi, ma una fitta di dolore alla schiena lo costringe a rimettersi giù.
«Sta giù, maledetto testone!»
La voce gli sembra uscita dall’oltretomba.
«Carson, sei proprio tu? Kit! Dov’è Kit? E Tex...»
«Stai calmo, testone! Kit è ancora vivo! E’ malconcio ma vivo. E Tex sta sicuramente meglio di te! A parte qualche taglietto ai polsi e qualche ammaccatura! E’ la solita quercia di sempre!»
«Piccolo Falco! L’ultima volta che l’ho visto aveva due frecce in corpo!»
«Sì. Una nella gamba, E quella gli è già stata tolta. Una cosa da niente, L’altra
invece nel petto. Per fortuna però nella parte destra. Però non è penetrata nei
polmoni. E’ stata deviata da una costola. Ma è sempre una cosa seria. Togliergli la freccia non sarà uno scherzo.»
«E dov’è Tex?»
«E’ con Kit! E’ preoccupato per lui! E’
naturale! Ma anche
lui
una
è
forte
come
quercia!
Si
salverà e si rimetterà presto!»
«E cosa è successo
mentre ero privo di
sensi?»
«Quando sono arrivato, ho visto un balordo di Hualpai che stava per scagliare una lancia contro
Tex...»
41
Letizia
«Sì, l’ho visto anch’io. E’ Hokan, il capo di quei cani! Ho cercato di ucciderlo,
ma la mia arma era scarica e...»
«E ti sei gettato allo sbaraglio! Cosa credevi di fare? Ti sei solo preso una freccia anche tu!»
«Tex stava per morire per mano di un codardo che si è sempre tenuto al riparo
dai miei colpi e Kit... credevo che fosse morto! Tu che avresti fatto? Ho cercato
la morte anch’io!»
«Meno male che quella simpatica signora non ha trovato nessuno di voi! E meno male che io sapevo cosa stava succedendo e che tu saresti rimasto senza
proiettili! E, soprattutto, meno male che sono arrivato in tempo!»
«Sapevi? Ma come...»
«Lo sapevo! Credi di aver parlato tu solo a Nuvola Rossa? Se tu ti fossi fermato
un solo istante, lo sciamano lo avrebbe detto anche a te, brutto testone! Ma tu,
no! Tu sei schizzato via come un fulmine! Non hai udito le sue parole? Non hai
sentito che ti gridava di fermarti?»
«Io sapevo solo che Tex era in pericolo e che io, io solo, potevo salvarlo!»
«Infatti l’hai salvato tu! Ma non come credevi di fare! Mi hai dato il tempo di
arrivare! E anche quando hai visto che non c’era più niente da fare, hai distratto, con il tuo gesto disperato, quel tale Hokan che ha avuto un attimo di esitazione. E quell’attimo mi è servito moltissimo, perché mi ha dato modo di farlo
secco con una fucilata! L’avrei fatto secco comunque, ma Tex... Non ci voglio
neanche pensare!»
«E’ stata la mano del Grande Spirito a guidarmi allora. E ha guidato anche la
tua!»
«Già, ma se ti fermavi ad ascoltare quello che aveva da dirti Nuvola Rossa...
Ma forse hai ragione tu!»
«Ma adesso va’ a vedere come sta Piccolo Falco, poi mi racconterai quello che
è successo nel wigwam del nostro sciamano!»
42
L’Aquila contro la Tigre
«Tex, come va?»
«Ha la febbre alta! Si è svegliato e, prima di svenir di nuovo, ha avuto anche il
coraggio di dire che sta bene!»
«E ti meravigli? E’ tuo figlio!»
«Non gli si può estrarre la freccia ora. Lo stiamo curando con le medicine che
Nuvola Rossa ha dato a Lupo Grigio. Non le ha date a te perché le doveva ancora preparare. Quando la febbre sarà scesa, vedremo di togliergli quel maledetto arnese. Ma non se ne parla prima di domani!»
«Ho già preparato il campo, Aquila della Notte. Ho mandato delle pattuglie per
tenere lontani gli Hualpai sopravvissuti e questa notte tutti i Navajo staranno di
guardia. In tutti i sentieri, in tutte le alture, in tutti le gole! Nessuno di noi
dormirà stanotte!»
«Bene, Lupo Grigio! E
tu, vecchio cammello,
dimmi: come sta Tiger?»
«Come vuoi che stia?
Si è svegliato ed ha
persino
provato
ad
alzarsi. Ma ha un buco nella schiena. Gli
abbiamo tolto la freccia perché la sua ferita era più leggera di quella di tuo figlio. Ma è sempre una bella ferita!»
«Ora non ne ho gran voglia. Ma domani mi racconterai cosa diavolo è successo!»
«Hai bisogno di qualcosa?»
«No, grazie. Ho solo bisogno di vedere mio figlio migliorare. Tu va’ a dormire
un po’, ne avrai bisogno! Buonanotte!»
«’Notte, Tex!»
E si allontana rimuginando tra sé «Come se avessi voglia di dormire!»
43
Letizia
Nel campo preparato dai Navajo tutti i fuochi sono accesi.
Sono accesi anche su tutte le alture intorno!
Sembra quasi giorno.
Ma nessuno dorme.
«Ciao pa’!»
«Ciao, figliolo! La febbre è un po’ scesa! Stamattina ti estrarremo quella dannata freccia. Ti senti pronto?»
«Certo che sono pronto, pa’!»
«Bevi questo infuso a base di peyote! Ti stordirà quel tanto che basta per sentire un po’ meno il dolore! Purtroppo non abbiamo whisky per disinfettare la ferita! Ma andranno bene anche gli infusi di Nuvola Rossa!»
«Io credo che un goccio di whisky gli farebbe bene anche nello stomaco!»
«Zio Kit ha ragione, pa’! Un po’ di whisky lo berrei volentieri!»
«Vecchio reprobo! Ci mancava solo il tuo cattivo esempio! E tu stai buono, altrimenti non ci andrò troppo cauto quando ti toglierò la freccia!»
«Ma papà, chissà tu alla mia età quante bottiglie avevi già vuotato!»
«Taci tu! Bevi l’infuso e poi stringi questa cintura tra i denti! Ti farò molto male!»
«Non mi serve la cintura, pa’! Non è la prima volta che ho una ferita! E non ho
mai fatto tante storie!»
Tex si allontana verso un fuoco per disinfettare la lama del suo coltello tra le
fiamme.
Sussurra, in modo da non essere udito dal figlio «Kit è molto orgoglioso, ma la
sua è una brutta ferita. E quell’intruglio attenuerà molto poco il dolore. Tu,
vecchio cammello, gli terrai fermo un braccio e tu l’altro, Lupo Grigio!»
Poi ritorna dal figlio.
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L’Aquila contro la Tigre
Il coltello lavora nelle carni finché la punta della freccia esce dalla ferita.
La freccia finalmente è uscita e Kit, che non ha emesso un gemito, perde ancora i sensi.
«Hai visto, Tex? Il tuo ragazzo non
ha emesso neanche un lamento!»
«Piccolo Falco è un grande guerriero
e Aquila della Notte deve essere fiero di lui!»
«Non perdiamo tempo! Mettiamogli
sulla ferita l’impasto medicamentoso
che ha preparato Nuvola Rossa!»
«Io mi sono sempre chiesto come
facciano certi intrugli ad essere efficaci!»
«Non dimenticare che i Navajo, e anche tutti gli altri popoli degli uomini rossi,
si tramandano da generazioni e generazioni i segreti delle erbe. Sono secoli di
esperienze tramandate da padre in figlio! I cosiddetti ‘uomini civilizzati’ hanno
perso le conoscenze dei rimedi che la natura ci ha messo a disposizione!»
«Aquila della Notte dice il giusto, Capelli d’Argento! I nostri padri e i padri dei
nostri padri ci hanno sempre tramandato la loro conoscenza!»
«Bene! Ora non ci rimane che aspettare!»
«Ho fame!»
«Toh! Il cucciolo si è svegliato! Deve essere stato il profumo dell’arrosto a svegliarlo!»
«Arrosto, zio Kit?»
«I nostri Navajo si sono dati da fare e sono andati a caccia! Certo non hanno
trovato dei longhorn, ma...»
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Letizia
«Qualsiasi cosa è buona, con la fame che ho! Ma dov’è papà?»
«Sta curando la ferita di Tiger Jack!»
«Tiger è ferito?»
«Sì! Quel mezzo matto, quando è rimasto senza munizioni e ha visto il capo
degli Hualpai che stava per uccidere
tuo padre, è schizzato come una
belva con l’unico risultato di beccarsi
una freccia nella schiena!»
«E adesso come sta?»
«Meglio di te sicuramente!»
«Allora è a posto! Io sto benissimo!»
«Sì, certo! Infatti tuo padre ha deciso che non ce ne andremo di qua fino al tramonto di domani!»
«Ma perché? Ti ho detto che sto bene! E gli Hualpai? Non credete che vi daranno altre noie? Sono dei fanatici, lo sai! E vedono i Navajo come fumo negli occhi!»
«Gli Hualpai se ne staranno buoni nelle loro tane! Sono fanatici ma non sono
stupidi! Su queste montagne ci sono tutti i guerrieri navajo! Non ne ho mai visto tanti tutti insieme in vita mia!»
«Ma perché rimanere ancora?»
«Perché tu e Tiger avete bisogno di riposo! E non siete in grado di arrampicarvi
per tornare al posto dove abbiamo lasciato i cavalli! Dovremo usare delle corde
e partire quando il sole è tramontato e il caldo comincia a diminuire. E’ il momento migliore!»
«Come sta il cucciolo?»
«Ringhia!»
«Immagino! Un paio di Navajo stanno aiutando Tiger a venire qui! Ci deve raccontare un sacco di cose. E anche tu, vecchio cammello!»
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L’Aquila contro la Tigre
I
quattro pard sono così finalmente riuniti e, mentre Kit divora un cosciotto
dall’aria molto appetitosa, Tiger racconta.
Racconta del suo sogno e delle sue visioni, della visita notturna nel wigwam di
Nuvola Rossa, della sua corsa disperata verso le terre degli Hualpai.
Kit non sembra molto interessato.
E’ tutto impegnato a disossare il suo arrosto.
E ne chiede dell’altro.
Ascolta con poca attenzione perché ha già udito il racconto di Tiger.
E anche Carson ne conosce una parte.
L’aveva sentita da Nuvola Rossa.
E la parte che non conosceva, l’aveva dedotta sommariamente da tutti i ‘segni’
incontrati nel suo cammino fino al campo degli Hualpai.
«Hai visto, pa’?» dice Kit dopo aver affondato i denti sul suo arrosto. «Avevi
ragione tu. Ci doveva essere una
ragione validissima se Tiger ti ha
sparato!»
«Già! Ma adesso tocca a te, vecchio
cammello! Scommetto che devi aggiungere qualcosa!»
«Beh! Stavo conducendo la carovana dei rifornimenti insieme con Lupo
Grigio. Le mie ossa mi avvertivano
che c’era qualcosa che non andava.
Uno strano presentimento che...»
«E’ la vecchiaia, zio Kit! Le tue ossa ti fanno male perché...»
«Stai zitto tu, monello! E lascia che racconti!»
«Eh, i giovani! Non hanno più rispetto per...»
«...le persone anziane!»
47
Letizia
«Kit!»
«Lascialo ringhiare, Tex! Dunque, dicevo... Ho preceduto Lupo Grigio e i suoi e
mi sono gettato al galoppo verso il villaggio centrale...»
Il racconto di Kit Carson.
Nel wigwam di Nuvola Rossa...
«No, ti dico. Le ossa mi dicono anche che Aquila della Notte sarà ucciso da una
lancia...»
Nuvola Rossa si ferma un attimo.
Poi riprende.
«Gli Spiriti mi hanno svelato i loro disegni troppo tardi. Non ho fatto in tempo a
parlare con Tiger Jack. Ma posso ora parlare a te, Capelli d’Argento. Ci sarà
una lunga e terribile battaglia, ma infine Tiger rimarrà senza cartucce e non
potrà salvare Aquila della Notte. Dovrai farlo tu.»
Dopo un altro attimo di esitazione, come se volesse ancora inseguire visioni
che non arrivano «Tu dovrai fermare la lancia del capo degli Hualpai. Dovrai
spezzare la sua vita prima che lui possa prendere quella di Aquila della Notte.
Bada a salvare solo la sua vita. Tiger Jack e Piccolo Falco non corrono gravi pericoli. Gli Spiriti mi hanno parlato ancora, dopo. Ho visto che erano feriti ma
salvi. Non ho visto però altro su Aquila della Notte. Non so se arriverai in tempo a salvarlo o se lui morrà trafitto da una lancia.»
Si interrompe ancora, come se stesse pensando a come cambierà la vita dei
Navajo senza il loro capo.
«Ho interrogato ancora a lungo gli Spiriti. Invano ho chiesto di mandarmi
un’altra visione. Ma la loro voce è rimasta muta.»
Carson interrompe il racconto.
Ripensa a quei momenti in cui ascoltava queste terribili notizie.
Ma adesso il suo volto non è più scuro come allora.
48
L’Aquila contro la Tigre
E prosegue «Mi sono precipitato verso le terre alte e ho incontrato presto Penna di Falco. Sono arrivato nel luogo dove gli Hualpai ti hanno catturato e dove
ho trovato numerosi cadaveri. E alla fine sono arrivato in tempo per vedere Tiger colpito alla schiena e, soprattutto, per eliminare quel Hokan che stava per
infilzarti con il suo spiedo. Tutto qui!»
«Tutto qui? Voi tre avete rischiato mille morti per salvare me e tu dici ‘tutto
qui’?»
«Non preoccuparti, tizzone d’inferno! Ti manderemo il conto. E sarà molto salato! Una tripla razione, a testa naturalmente, di bistecche alte tre dita con contorno di una montagna di patate fritte! E per finire un’intera torta di mele a testa!»
Ridono tutti e quattro.
Ma quando smettono, la risata continua ancora a lungo.
E’ l’eco delle loro risa moltiplicato dalle montagne intorno?
Forse.
Ma la risata continua.
E si fa agghiacciante.
Quasi diabolica.
Si sentono osservati.
Ma intorno non ci sono
Hualpai.
Solo Navajo.
E nessun altro.
E la risata continua.
Continua.
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Letizia
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Questa che vi racconto è la storia vera
sentita ad un bivacco a tarda sera
con una tazza di caffè bollente
davanti al fuoco che arde lentamente.
Narra di un desperado sempre in sella
che poi divenne ranger con la stella.
Portava i jeans e la camicia gialla
e aveva un brontolone come spalla.
In sella al suo cavallo ha galoppato
ed ogni torto lui ha raddrizzato.
Lui prese una Navajo come sposa
che visse però un giorno come una rosa.
Vennero giorni poi senza domani
e il figlio che cresceva con gli indiani,
che diventarono per lui come fratelli
e il Tigre il più fedele era tra quelli.
Nero il suo vestito e il suo cappello,
gli diedero poi un nome, il più bello:
l'Aquila che afferra tra i suoi artigli
nel buio della Notte senza impigli.
Un mago ed un indù tra i suoi nemici,
dal Messico all'Alaska i suoi amici.
Gli uni lo accoglievan con rispetto
ma gli altri con il dito sul grilletto.
Questa che hai ascoltato è la sua ballata.
Qualcuno senza voce l'ha suonata.
Le note sai davvero erano belle
e il vento le portò là sulle stelle.
Le note sai davvero erano belle
e il vento le portò là sulle stelle.
Se la si vuole cantare,
la Canzone di Marinella di De André
si adatta alla perfezione
pablonet